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A. Morandi, Università di Bologna Elettrotecnica T-A, A.A. 2016/2017 9. Circuiti dinamici 1 Induttore. Potenza assorbita dall’induttore. Energia magnetica. Comportamento energetico dell’induttore. Condensatore. Potenza assorbita dal condensatore. Energia elettrostatica. Comportamento energetico del condensatore. Circuiti RL e RC del primo ordine. Equazione di stato e costante di tempo. Risposta libera e risposta forzata. Comportamento dei circuiti RL e RC con eccitazione costante e con eccitazione sinusoidale. Stabilità. Circuiti LC , LL e CC del secondo ordine. Equazione di stato e soluzione generale. Comportamento asintoticamente sovrasmorzato, smorzato critico, armonico smorzato. Comportamento instabile. Eccitazione costante. Circuiti dinamici contenenti interruttori o deviatori (a topologia variabile). Induttori mutuamente accoppiati. Cenni ai circuiti degeneri. Vincoli algebrici tra variabili di stato e grandezze impresse. Compensazione impulsi di corrente o tensione nei circuiti degeneri. Continuità delle variabili di stato nei circuiti non degeneri. Induttore i v L t d i d L v Il parametro di definizione L è detto induttanza (o coefficiente di autoinduzione). La sua unità di misura nel sistema internazionale è l’Henry [H]=[Vs]/[A]=[J/A 2 ] t t t t t t dt t v L t i dt t v L dt t v L dt t v L t i 0 0 0 ' ) ' ( 1 ) ( ' ) ' ( 1 ' ) ' ( 1 ' ) ' ( 1 ) ( 0 Un induttore fisico è costituito da un avvolgimento in rame fatto di molte spire, di solito avvolte attorno ad un nucleo di materiale ferromagnetico. L’induttanza L rappresenta il coefficiente di proporzionalità tra la corrente dell’ avvolgimento e il flusso del campo magnetico da questa prodotto concatenato con l’avvolgimento stesso, i.e. =L i. Se si trascurano, come è lecito, le dissipazioni di potenza che si verificano nel conduttore e nel materiale ferromagnetico, dalla legge di Faraday si ottiene che la relazione tra la corrente i e la tensione v ai capi dell’avvolgimento è v=Ldi/dt. La corrente dell’induttore al generico istante t è determinabile se si conosce l’andamento della tensione ai suoi capi sin da un istante infinitamente remoto nel quale la corrente è nulla. In alternativa, stabilito un istante t 0 assunto come istante iniziale, la corrente è determinabile se si conosce, oltre all’andamento della tensione nell’intervallo [t 0 ,t], anche il valore che essa assume in t 0 . Per questa ragione l’induttore è detto componente con memoria. 2

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A. Morandi, Università di Bologna Elettrotecnica T-A, A.A. 2016/2017

9. Circuiti dinamici

1

Induttore. Potenza assorbita dall’induttore. Energia magnetica. Comportamentoenergetico dell’induttore. Condensatore. Potenza assorbita dal condensatore. Energiaelettrostatica. Comportamento energetico del condensatore. Circuiti RL e RC del primoordine. Equazione di stato e costante di tempo. Risposta libera e risposta forzata.Comportamento dei circuiti RL e RC con eccitazione costante e con eccitazionesinusoidale. Stabilità. Circuiti LC , LL e CC del secondo ordine. Equazione di stato esoluzione generale. Comportamento asintoticamente sovrasmorzato, smorzato critico,armonico smorzato. Comportamento instabile. Eccitazione costante. Circuiti dinamicicontenenti interruttori o deviatori (a topologia variabile). Induttori mutuamenteaccoppiati. Cenni ai circuiti degeneri. Vincoli algebrici tra variabili di stato e grandezzeimpresse. Compensazione impulsi di corrente o tensione nei circuiti degeneri. Continuitàdelle variabili di stato nei circuiti non degeneri.

Induttore

iv

Ltd

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Il parametro di definizione L è detto induttanza (o coefficiente diautoinduzione). La sua unità di misura nel sistema internazionaleè l’Henry

[H]=[Vs]/[A]=[J/A2]

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dttvL

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Un induttore fisico è costituito da un avvolgimento in rame fatto di molte spire, di solito avvolte attorno ad un nucleo dimateriale ferromagnetico. L’induttanza L rappresenta il coefficiente di proporzionalità tra la corrente dell’ avvolgimentoe il flusso del campo magnetico da questa prodotto concatenato con l’avvolgimento stesso, i.e. =L i. Se si trascurano,come è lecito, le dissipazioni di potenza che si verificano nel conduttore e nel materiale ferromagnetico, dalla legge diFaraday si ottiene che la relazione tra la corrente i e la tensione v ai capi dell’avvolgimento è v=Ldi/dt.

La corrente dell’induttore al generico istante t è determinabile se si conosce l’andamento dellatensione ai suoi capi sin da un istante infinitamente remoto nel quale la corrente è nulla. Inalternativa, stabilito un istante t0 assunto come istante iniziale, la corrente è determinabile sesi conosce, oltre all’andamento della tensione nell’intervallo [t0 ,t], anche il valore che essaassume in t0. Per questa ragione l’induttore è detto componente con memoria.

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mWtd

dtLi

td

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td

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2

1)(

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La potenza p assorbita da un induttore è un differenziale esatto esprimibile come

2

2

1iLWm

La quantità Wm rappresenta l’energia immagazzinata dall’induttore (mediante il campomagnetico da esso prodotto) e prende il nome di energia magnetica. Essa è una funzione distato perché dipende esclusivamente dalla corrente che circola nell’induttore. La corrente iassume quindi il ruolo di variabile di stato.

t1 t2

i2

i1

L’energia Wm complessivamente assorbita da un induttorein un dato intervallo eguaglia la variazione della sua energiamagnetica. Essa non dipende dall’andamento della correntema esclusivamente dai valori da questa assunti agli estremidell’intervallo (funzione di stato).

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1

Energia magnetica dell’induttore

i'i'''

i''

''''''mmm WWW

Dato che l’energia magnetica di un singolo avvolgimento è strettamente positiva (è nullasolo se i=0 ) il coefficiente di autoinduzione L risulta sempre positivo (L>0)

3

L’energia complessivamente assorbita da un induttore (dal tempo ) risulta in qualunqueistante positiva (se |i(t)|0) o al più nulla (se i(t)=0)

Si noti che l’induttore può erogare potenza, in un dato intervallo, supponiamo da a t0 a t.Risulta però

L’induttore è quindi un componente passivo. L’energia da esso erogata in un dato intervalloè sempre minore o uguale a quella complessivamente assorbita in precedenza.L’energia complessivamente assorbita da un induttore in un ciclo (i1=i2) risulta nulla

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2

1

LiLidttpttwt

t

Se dunque in un data fase del ciclo l’induttore assorbe(eroga) potenza nella fase successiva la eroga (assorbe)

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A. Morandi, Università di Bologna Elettrotecnica T-A, A.A. 2016/2017

iv

L

td

idLv

Se un induttore è attraversato da una corrente costante nel tempo la tensione ai sui capi ènulla

iv

iv 0 iv 0

In condizioni stazionarie quindi un induttore si comporta come un corto circuito

se i = cost

corto circuitoInduttore in condizionistazionarie

5

))()(( 00

0

0

0

0

titiLdttd

idLdtv

t

t

t

t

Si assuma ora che in un dato istante t0 la corrente dell’induttore subisca una discontinuità,ossia passi dal valore i(t0

) al valore i(t0+). Integrando la relazione di definizione

dell’induttore nell’intervallo infinitesimo [t0 , t0

+] si ottiene

)())()(()( 000 tttitiLtv

La precedente è soddisfatta se e solo se l’andamento della tensione è

Se in un dato istante quindi la corrente di un induttore subisce discontinuità la tensione aisuoi capi subisce un impulso. In tali condizioni all’istante t0 l’induttore assorbe/eroga unapotenza infinita (in grado di variare istantaneamente l’energia accumulata). Tale potenza èerogata/fornita dal bipolo complementare.

Quanto discusso è un comportamento limite (irrealizzabile nella pratica per via deifenomeni resistivi parassiti). Nei circuiti reali possono tuttavia verificarsi delle rapidevariazione della corrente negli induttori. In tali condizioni ai loro capi si stabilisce unanotevole tensione cui corriponde lo scambio di una notevole potenza.

dove rappresenta l’impulso di Dirac.

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Condensatore

iv

Ctd

vdCi

Il parametro di definizione C è detto capacità. La sua unità dimisura nel sistema internazionale è il Farad

[F ]=[As]/[V]=[C]/[V]=[ J/V2]

t

t

t

t

tt

dttiC

tvdttiC

dttiC

dttiC

tv00

0

')'(1

)(')'(1

')'(1

')'(1

)( 0

Un condensatore fisico è costituito da due lastre (armature) di materiale conduttore poste in vicinanza. Di solito tra lelastre è interposto un dielettrico (materiale isolante ad alta permeabilità). La capacità C rappresenta il coefficiente diproporzionalità tra la tensione che agisce tra le due armature e la carica q accumulata (con segno opposto) suciascuna di esse, i.e. q = C v. Se si trascura, come è lecito, la conducibilità del dielettrico, dalla definizione di correntesi ottiene che la relazione tra la tensione v e la corrente i e ai capi dell’avvolgimento è i=Cdv/dt.

La tensione del condensatore al generico istante t è determinabile se si conosce l’andamentodella corrente che lo attraversa sin da un istante infinitamente remoto nel quale la tensione ènulla. In alternativa, stabilito un istante t0 assunto come istante iniziale, la tensione èdeterminabile se si conosce, oltre all’andamento della corrente nell’intervallo [t0 ,t], anche ilvalore che essa assume in t0. Per questa ragione il condensatore è detto componente conmemoria.

7

eWtd

dtCv

td

d

td

tvdCtvtitvtp

)(

2

1)()()()()( 2

La potenza p assorbita da un condensatore è un differenziale esatto esprimibile come

2

2

1vCWe

La quantità We rappresenta l’energia immagazzinata dal condensatore (mediante il campoelettrico da esso prodotto) e prende il nome di energia elettrostatica (elettrica). Essa è unafunzione di stato perché dipende esclusivamente dalla tensione ai capi del condensatore. Latensione v assume quindi il ruolo di variabile di stato.

t1 t2

v2

v1

L’energia We complessivamente assorbita da un condensatorein un dato intervallo eguaglia la variazione della sua energiaelettrostatica. Essa non dipende dall’andamento della tensionema esclusivamente dai valori da questa assunti agli estremidell’intervallo (funzione di stato).

e

t

t

t

t

WCvCvdttcvtd

ddttpttw

2

122

221 2

1

2

1)(

2

1)(),(

2

1

2

1

Energia elettrostatica del condensatore

v'v'''

v'

''''''mmm WWW

Dato che l’energia elettrostatica è strettamente positiva (è nulla solo se v=0 ) lacapacità C risulta sempre positiva (C > 0)

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L’energia complessivamente assorbita da un condensatore (dal tempo ) risulta inqualunque istante positiva (se |v(t)|0) o al più nulla (se v(t)=0)

Si noti che il condensatore può erogare potenza, in un dato intervallo, supponiamo da a t0 at. Risulta però

Il condensatore è quindi un componente passivo. L’energia da esso erogata in un datointervallo è sempre minore o uguale a quella complessivamente assorbita in precedenza.L’energia complessivamente assorbita da un condensatore in un ciclo risulta nulla

),(')'(0')'(')'(0)()( 0

00

0

0

0

twdttpdttpdttpdttpdttpt

t

e

t

t

e

tt

t

t

ttCvdttptwt

02

1)(),( 2

t1 t2

v1=v2

02

1

2

1)(),( 2

12121

2

1

CvCvdttpttwt

t

Se dunque in un data fase del ciclo il condensatoreassorbe (eroga) potenza nella fase successiva la eroga(assorbe) 9

td

vdCi

Se un condensatore è soggetto ad una tensione costante nel tempo la corrente che loattraversa è nulla

iv

vi 0 vi 0

In condizioni stazionarie quindi un condensatore si comporta come un circuito aperto

se v = cost

iv

C

circuito apertocondensatore incondizioni stazionarie

10

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))()(( 00

0

0

0

0

tvtvCdttd

vdCi

t

t

t

t

Si assuma ora che in un dato istante t0 la tensione del condensatore subisca unadiscontinuità, ossia passi dal valore v(t0

) al valore v(t0+). Integrando la relazione di

definizione del condensatore nell’intervallo infinitesimo [t0 , t0

+] si ottiene

)())()(()( 000 tttvtvCti

La precedente è soddisfatta se e solo se l’andamento della corrente è

dove rappresenta l’impulso di Dirac.

Se in un dato istante quindi la tensione del condensatore subisce discontinuità la suacorrente subisce un impulso. In tali condizioni all’istante t0 il condensatore assorbe/erogauna potenza infinita (in grado di variare istantaneamente l’energia accumulata). Talepotenza è erogata/fornita dal bipolo complementare.

Quanto discusso è un comportamento limite (irrealizzabile nella pratica per via deifenomeni resistivi parassiti). Nei circuiti reali possono tuttavia verificarsi delle rapidevariazione della tensione ai capi dei condensatori. In tali condizioni in essi si stabilisce unanotevole corrente cui corrisponde lo scambio di una notevole potenza. 11

Le variabili di stato possono essere determinate autonomamente risolvendo l’equazione distato. A tal fine è necessario conoscere, oltre agli ingressi, i valori che queste assumononell’istante iniziale. Successivamente, note le variabili di stato e gli ingressi, si possonodeterminare le variabili di uscita utilizzando la relativa equazione.

Quando le variabili di stato non sono tutte indipendenti ma sono soggette a vincoli algebrici ilcircuito si dice degenere. In questi casi è ancora possibile isolare la parte differenziale mal’ordine del sistema risulta ridotto (non tutte le correnti degli induttori e le tensioni deicondensatori diventano variabili di stato effettive).

Circuiti dinamici

Si definisce dinamico un circuito contenente almeno un induttore oppure un condensatore.Un circuito dimamico è caratterizzato da un sistena risolvente algebrico-differenziale. Lecorrenti degli induttori e le tensioni dei condensatori compaiono sotto il segno di derivata edassumono il ruolo di variabili di stato. Per determinare la soluzione è necessario scomporre ilsistema (vedi appendice A2) in una parte puramente differenziale (equazione di stato) e inuna parte puramente algebrica (equazione di uscita).

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Circuito dinamico degenere: circuito dinamico le cui connessioni e/o i cui componenti sonotali da stabilire almeno un vincolo algebrico che coinvolge esclusivamente correnti negliinduttori e/o tensioni sui condensatori ed, eventualmente, grandezze impresse.

Tagli composti da soli induttori o dainduttori e generatori di correnteindipendenti

021 gLL iii

Degenerazioni topologicamente evidenti

Maglie composte da soli condensatori oda condensatori e generatori di tensioneindipendenti

0321 CCC vvv

Un circuito è degenere se sostituendo gli induttori con un generatore di corrente e icondensatori con un generatore di tensione si ottiene un circuito patologico. Si riportanoalcuni esempi.

13

Degenerazioni dovute a generatori pilotati o trasformatori (non evidenti topologicamente)

Degenerazioni dovute ad induttori perfettamente accoppiati

0 LC ikv

k

vv g

C

+

k iL

iL

L1 L2

M

012

12 LL i

L

Li

21LLM

k

Nel seguito, salvo esplicito avviso, limiteremo la nostra analisi esclusivamente ai circuitinon degeneri. Qualche cenno ai circuiti degeneri sarà fatto successivamente.

Per i circuiti degeneri è importante distinguere tra i casi in cui il vincolo algebrico èomogeneo (non coinvolge grandezze impresse) oppure è non omogeneo (coinvolgegrandezze impresse).

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Circuito induttivo del primo ordine (circuito RL)

Si analizzano ora i circuiti dinamici del primo ordine, ossia circuiti non degeneri contenenti unsolo induttore oppure un solo condensatore.

vg+

R1i1

i2

L

iL

0

0

0

0

0

222

111

1

21

21

LL

g

L

L

idt

dLv

iRv

viRv

vv

vv

iii

R2

Si considerino a titolo di esempio il circuito di figura e il relativo sistema risolvente

Per risolvere il circuito è necessario determinare l’equazione di stato, ossia è necessarioisolare la parte differenziale del sistema risolvente. Per un circuito induttivo del primoordine l’equazione di stato è composta da una sola equazione nella sola variabile di statocostituita dalla corrente iL dell’induttore.

15

Per ottenere l’equazione di stato è necessario innanzitutto determinare l’equazione di uscita,ossia è necessario calcolare il valore che tutte le grandezze del circuito assumono in funzionedella variabile di stato e delle grandezze impresse. Ciò può essere ottenuto sostituendol’induttore con un generatore indipendente di corrente che impone la generica corrente iL

vg+

R1i1

i2

iL

LL

g

L

L

ii

iRv

viRv

vv

vv

iii

0

0

0

0

222

111

1

21

21

R2

gLL

gL

gL

gL

gL

vRR

Ri

RR

RRv

vRR

Ri

RR

RRv

vRR

iRR

Ri

vRR

Ri

RR

RRv

vRR

iRR

Ri

21

2

21

21

21

2

21

212

2121

12

21

2

21

211

2121

21

1

1

iL

Si evidenzia che in virtù dell’ipotesi di circuito non degenere ciò che si ottiene sostituendol’induttore con un generatore di corrente è un circuito adinamico necessariamente nonpatologico (le relazioni di definizione dei componenti non sono in conflitto con le equazionitopologiche). Risulta quindi possibile esprimere tutte le grandezze in funzione dellegrandezze impresse e della corrente iL

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L’equazione di stato può essere posta in forma canonica (poichè L0) e risoltaautonomamente se sono noti l’andamento di vg per ogni istante t0 nonché il valore di iL

all’istante iniziale. Le altre grandezze di interesse del circuito possono essere ottenutesuccessivamente adoperando l’equazione di uscita con iL noto.

A questo punto si sostituisce l’espressione ottenuta per vL all’interno dell’equazione didefinizione dell’induttore ottenendo così un equazione differenziale che contiene solo iL

(equazione di stato)

gLL vRR

Ri

RR

RRi

dt

dL

21

2

21

21

0

21

2

21

21

)0(

11

LL

gLL

ii

vRR

R

Li

RR

RR

Li

dt

d

gLL

gL

gL

gL

gL

vRR

Ri

RR

RRv

vRR

Ri

RR

RRv

vRR

iRR

Ri

vRR

Ri

RR

RRv

vRR

iRR

Ri

21

2

21

21

21

2

21

212

2121

12

21

2

21

211

2121

21

1

1

Equazione di stato+ condizione iniziale

Equazione di uscita 17

Si evidenzia che ai fini dell’ottenimento dell’equazione di stato si è determinata la tensioneche, a causa del circuito a cui è connesso, si stabilisce ai capi dell’induttore quando in essocircola la generica corrente iL . Ciò vuol dire che si è determinata la rappresentazione diThevenin del bipolo complementare dell’induttore. Tale rappresentazione esistesicuramente per via del fatto che, essendo il circuito in esame non degenere, il circuitoottenuto sostituendo all’induttore un generatore di corrente è non patologico.

vg+

R1i1

i2 iL

R2

vg+

req

iL

L

0)0(

1

LL

eqLeq

L

ii

vL

iL

ri

dt

dEquazione di stato (LKT)+ condizione iniziale

21

21

21

2

RR

RRr

vRR

Rv

eq

geq

L’equazione di stato di un circuito induttivo del primo ordine può quindi essere ottenutaimmediatamente rappresentando il bipolo complementare dell’induttore mediante ilbipolo equivalente di Thevenin e considerando la LKT applicata alla maglia

LeqeqL irvv

18

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Circuito capacitivo del primo ordine (circuito RC)

vg+

R1i1

i2

C

iC

0

0

0

0

0

222

111

1

21

21

CC

g

L

L

vdt

dCi

iRv

viRv

vv

vv

iii

R2

Per risolvere il circuito è necessario determinare l’equazione di stato, ossia è necessarioisolare la parte differenziale del sistema risolvente. Per un circuito capacitivo del primoordine l’equazione di stato è composta da una sola equazione nella sola variabile di statocostituita dalla tensione vC del condensatore.

Si considerino a titolo di esempio il circuito di figura e il relativo sistema risolvente

19

Per ottenere l’equazione di stato è necessario innanzitutto determinare l’equazione di uscita,ossia è necessario calcolare il valore che tutte le grandezze del circuito assumono in funzionedella variabile di stato e delle grandezze impresse. Ciò può essere ottenuto sostituendo ilcondensatore con un generatore indipendente di tensione che impone la vC

vg+

R1i1

i2iC

CC

g

L

L

vv

iRv

viRv

vv

vv

iii

0

0

0

0

222

111

1

21

21

R2

gCC

C

C

C

gC

vGvGGi

vv

vGi

vv

vGvGi

221

2

22

1

111

)(

Si evidenzia che in virtù dell’ipotesi di circuito non degenere ciò che si ottiene sostituendo ilcondensatore con un generatore di tensione è un circuito necessariamente non patologico(le relazioni di definizione dei componenti non sono in conflitto con le equazionitopologiche). Risulta quindi possibile esprimere tutte le grandezze in funzione dellegrandezze impresse e della tensione vC

vC+

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L’equazione di stato può essere posta in forma canonica (poichè C0) e risoltaautonomamente se sono noti l’andamento di vg per ogni istante t0 nonché il valore di vC

all’istante iniziale. Le altre grandezze di interesse del circuito possono essere ottenutesuccessivamente adoperando l’equazione di uscita con vC noto.

A questo punto si sostituisce l’espressione ottenuta per iC all’interno dell’equazione didefinizione del condensatore ottenendo così un’equazione differenziale che contiene solo vC

(equazione di stato)

gCC vGvGGvdt

dC 121 )(

0

121

)0(

)(1

CC

gCC

vv

vGvGGC

vdt

d

Equazione di stato+ condizione iniziale

Equazione di uscita

gCC

C

C

C

gC

vGvGGi

vv

vGi

vv

vGvGi

221

2

22

1

111

)(

21

Si evidenzia che ai fini dell’ottenimento dell’equazione di stato si è determinata la correnteche, a causa del circuito a cui è connesso, circola nel condensatore quando esso èsottoposto alla generica tensione vC . Ciò vuol dire che si è determinata la rappresentazionedi Norton del bipolo complementare del condensatore. Tale rappresentazione esistesicuramente per via del fatto che, essendo il circuito in esame non degenere, il circuitoottenuto sostituendo condensatore un generatore di tensione è non patologico.

Equazione di stato (LKC)+ condizione iniziale

21

1

GGg

vGi

eq

geq

L’equazione di stato di un circuito capacitivo del primo ordine può quindi essere ottenutaimmediatamente rappresentando il bipolo complementare del condensatore mediante ilbipolo equivalente di Norton e considerando la LKC al nodo

vg+

R1i1

i2

C

iC

R2 C

iC

geqieq

0)0(

1

CC

eqCeq

C

vv

iC

vC

gv

dt

d

CeqeqC vgii

22

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Se tutte le grandezze impresse del circuito sono costanti la tensione/corrente del generatoreequivalente di Thevenin/Norton risulta costante. L’equazione di stato è

eqLeq

L VL

iL

ri

dt

d 1 con Ieq=costeqC

eqC I

Cv

C

gv

dt

d 1

Circuiti RC e RL con eccitazione costante

con Veq=cost

eq

eqt

L r

Vekti

)(

I termini iLecc e vC

ecc hanno lo stesso andamento nel tempo della tensione/correnteimpressa. Si ottiene quindi

La soluzione generale dell’equazione di stato (vedi appendice A2) è

)()( ecc tiekti L

t

L

dove

eqr

L costante di tempo del circuito RL

( [Vs]/[A] ) / [V/A] ) = s

)()( ecc tvektv C

t

C

eqg

C costante di tempo del circuito RC

( [As]/[V] ) / [A/V] ) = s

dove

eq

eqt

C g

Iektv

)(

23

Imponendo il rispetto della condizione iniziale si ottiene infine

eq

eqt

eq

eqLL r

Ve

r

Viti

0)(eq

eqt

eq

eqCC g

Ie

g

Ivtv

0)(

Nel seguito si riporta l’andamento nel tempo della corrente dell’induttore del circuito RL.Andamenti del tutto analoghi valgono per la tensione del condensatore del circuito RC

Componentedi regime, iLr

Componentetransitoria, iLt

La risposta complessiva può essere vista anche come somma della risposta con stato zero edella risposta con ingresso zero.

Componentedi regime, vCr

Componentetransitoria, vCt

eq

eqtt

LL r

Veeiti

1)( 0

eq

eqtt

CC g

Ieevtv

1)( 0

Risposta coningresso zero, iLi0

Risposta constato zero, iLs0

Risposta coningresso zero, vCi0

Risposta constato zero, vCs0

24

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2 3 4 5 6

t

iL

Veq/req

iL0

iL0 Veq/req

Componente di regime, ir

Componente transitoria, it

Si evidenzia che la sola componente di regime violerebbe la condizione iniziale. Lacomponente transitoria si genera per fare in modo che questa sia soddisfatta. Si noti chela componente transitoria non si manifesta nel caso in cui la componente di regime è taleda soddisfare, autonomamente, la condizioni iniziale

Corrente complessiva, iL = it + ir

0)0(0)( eq

eqLt r

Viseti

Se req > 0 o geq > 0 allora > 0. Il circuito è asintoticamente stabile. Il temineesponenziale si estingue e la soluzione raggiunge un valore di regime stazionario. Tutte legrandezze nel circuito raggiungono un valore stazionario.

25

2 3 4 5 6

t

iL

Veq/req

iL0

Risposta con stato zero, is0

Corrente complessiva, iL = is0 + ii0

Risposta con ingresso zero, ii0

La risposta con stato zero è inizialmente nulla e raggiunge il valore di regime alcrescere di t. La risposta con ingresso zero si manifesta, al fine di consentire allacorrente di soddisfare la condizione iniziale, purché sia iL (0) 0 e diminuisce (invalore assoluto) fino ad annullarsi al valore al crescere di t.

La corrente complessiva può essere vista anche come somma della risposta allo stato zero edella risposta all’ingresso zero.

26

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t ii0 (t) / iL0iL (t) / ir

(iL (0) = 0)

0 100 % 0 %

36.79 % 63.21 %

2 13.53 % 86.47 %

3 4.98 % 95.02 %

4 1.83 % 98.17 %

5 0.67 % 99.33 %

La costante di tempo è il parametro caratteristico della dinamica dell’intero circuito. Essaè indipendente dalle grandezze impresse (non dipende da veq ma solo da req ) e fornisceun’indicazione della rapidità con la quale le grandezze del circuito possono risponderead una sollecitazione impressa.

Si sottolinea che noto l’andamento della variabile di stato tutte le grandezze di interessedel circuito possono essere ottenute successivamente adoperando l’equazione di uscita.Tutte le grandezze avranno quindi lo stesso andamento nel tempo della variabile di stato(decadimento esponenziale con costante di tempo ).

27

t

ir

Vitti

dt

diti L

eq

eqL

tLLL

)0()0()()0()(0

1

La costante esprime il tempo necessario perché la corrente linearizzata all’origineraggiunga il valore di regime

Analogamente la costante di tempo è il tempo necessario perché la risposta coningresso zero linearizzata all’origine raggiunga il valore nullo

t

iittidt

diti LL

tL ii

)0()0()()0()(0

11

00

28

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Se req < 0 o geq < 0 allora < 0. Il circuito è instabile. Il temine esponenziale cresceindefinitamente al crescere di t. La soluzione non raggiunge quindi un valore di regimestazionario.

t

eq

eqL

eq

eqL e

r

Vi

r

Vti

)0()(

iL

2 t

29

Se req = 0 o geq = 0 la soluzione precedentemente trovata non è applicabile. L’equazione distato e la soluzione diventano

tL

Viti eqLL )0()( t

C

Ivtv eq

CC )0()(

0)0( LL

eqL

iti

Vidt

dL

0)0( CC

eqC

vtv

Ivdt

dC

La risposta con stato zero crescelinearmente col tempo. La soluzione nonraggiunge un valore di regime stazionario.L’autovalore associato all’equazionedifferenziale è nullo (la costante di tempo èinfinita). La risposta con ingresso zero èquindi costituita da un termine costantepari al valore iniziale (modo stazionario, iL(0)e0= iL(0) ). Il circuto è semplicementestabile (vedi appendice A2).

Risposta con ingresso zero, ii0

t

iL

30

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Si noti che se il bipolo adinamico complementare al suo interno non contienegeneratori pilotati la sua resistenza equivalente di Thevenin è necessariamentepositiva o al più nulla.

Lo stesso vale per la conduttanza equivalente di Norton.

Allora un circuito del primo ordine che contenga solo resitori e generatoriindipendenti o è asintoticamente stabile o, al limite (se req = 0 o geq = 0 ), èsemplicemente stabile. É escluso che possa essere instabile.

31

Determinare l’andamento nel tempo della tensione vC e della corrente iC del condensatore.

Esercizio 9.1

R = 2

C=2.5 Fvg = 12 V

vC (0) = 2 V;

32

R

+ vg

C

Esercizio 9.2

vC

iC

Determinare l’andamento nel tempo della tensione v3

R1 = 2 R2 = 1

R3 = 3 R4 = 0.5

C=2.5 F vg = 12 V;

vC (0) = 1 V;

vC (0) = 6 V;

R1

R2

R4

R3

+ vg

C

v3

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Esercizio 9.3

33

Determinare l’andamento nel tempo della corrente iL dell’induttore

Esercizio 9.4

i4

k i4

R1 = 1 R2 = 2

R3 = 2 R4 = 0.5

vg = 8 V

L = 5.6 mH

iL (0) = 0 A

k = 0.5; k = 3; k = 6.5;

R1 R2

R3R4

+ vgiL

L

Determinare l’andamento nel tempo delle correnti i1, i1 e i3 del circuito. Determinare inoltrel’energia complessivamente ceduta dall’induttore al circuito nell’intervallo [0 , +[

R1 = 2 R2 = 2

R3 = 1 L=2 mH

vg = 4 V;

iL (0) = 2 A;

R1

R2

R3

+ vg

i1 i3

i2

Se tutte le grandezze impresse del circuito variano nel tempo con andamento sinusoidalealla stessa frequenza anche la tensione/corrente del generatore equivalente diThevenin/Norton assume andamento sinusoidale alla stessa frequenza .L’equazione di stato è

eqLeq

L VL

iL

ri

dt

d 1 eqC

eqC I

Cv

C

gv

dt

d 1

Circuiti RC e RL con eccitazione sinusoidale

La soluzione generale dell’equazione di stato è

)()( ecc tiekti L

t

L

dove

eqr

L costante di tempo del circuito RL

( [Vs]/[A] ) / [V/A] ) = s

)()( ecc tvektv C

t

C

eqg

C costante di tempo del circuito RC

( [As]/[V] ) / [A/V] ) = s

dove

)cos()( tVtv

con

eqeq )cos()( tIti

con

eqeq

34

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I termini iLecc e vC

ecc hanno lo stesso andamento nel tempo della tensione/corrente dieccitazione veq(t) / ieq(t). Nel caso di eccitazione sinusoidale si ottiene (vedi appendice A2)

)cos()(

tIekti L

t

L)cos()(

tVektv C

t

C

eq

eq

eqL

r

L

Lr

VI

1

22

tan

)(

eq

eq

eqC

g

C

Cg

IV

1

22

tan

)(

dovedove

Si noti che la soluzione particolare trovata è valida anche nei casi req = 0 e geq = 0, in cuinello specifico diventa

2

L

VI eq

L

2

C

IV eq

C

35

Imponendo il rispetto della condizione iniziale si ottiene infine

tI

eIiti

L

t

LLL

cos

cos)( 0

tV

eVvtv

C

t

CCC

cos

cos)( 0

36

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iL

iL0

t

Si specifica che l’ampiezza del termine transitorio è pari alla differenza tra il valore dellacomponente di regime all’istante t=0 e il valore della corrente dell’induttore nel medesimoistante. In particolare il termine transitorio può non manifestarsi se il valore dellacomponente di regime a t=0 è uguale al valore iniziale della corrente dell’induttore.

Componente di regime, ir

Componente transitoria, it

Corrente complessiva, iL = it + ir

Se req > 0 o geq > 0 allora > 0. Il circuito è asintoticamente stabile. Il termineesponenziale si estingue e la soluzione raggiunge un valore di regime sinusoidale. Tutte legrandezze nel circuito raggiungono un andamento di regime sinusoidale (Vedremo inseguito che la soluzione di regime del circuito può essere calcolata agevolmente attraversoil metodo dei fasori ( trasformata di Steinmetz )

0cos LL iI

cos0 LL Ii

cosLI

37

Se req = 0 o geq = 0 allora . Il temine esponenziale è costante. Il circuito èsemplicemente stabile (nel senso che non diverge) ma la soluzione non raggiunge unandamento di regime sinusoidale ( a valore medio nullo).

iL

t

Si specifica che l’ampiezza del termine transitorio è pari alla differenza tra il valore dellacomponente di regime all’istante t=0 e il valore della corrente dell’induttore nel medesimoistante. In particolare il termine transitorio può non manifestarsi se il valore dellacomponente di regime a t=0 è uguale al valore iniziale della corrente dell’induttore.

Componentesinusoidale

Componentecostante

Corrente complessiva

iL0

cos0 LL Ii

cosLI

38

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Se req < 0 o geq < 0 allora < 0. Il circuito è instabile. Il temine esponenziale diverge alcrescere di t. Il circuito è instabile. La soluzione non raggiunge un andamento di regimesinusoidale.

iL

t

Componentesinusoidale

ComponenteesponenzialedivergenteCorrente

complessiva

iL0

cos0 LL Ii

cosLI

39

Circuito del secondo ordine con induttore e condensatore

Si analizzano ora i circuiti dinamici del secondo ordine, ossia circuiti dinamici non degenericontenenti

• un induttore e un condensatore, oppure• due induttori , oppure• due condensatori

L

iL

01

01

CC

LL

iC

vdt

d

vL

idt

dvL vC iC

C

+

vL

iL

vC

iC

v1eq

eqCLC

eqCLL

ivhihi

vvhihv

22221

11211

i2eq

Rappresentazione ibrida diretta deldoppio bipolo complementare

Relazioni di definizione deicomponenti dinamici

40

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Equazione di stato Condizioni iniziali

La soluzione particolare xecc ha lo stesso andamento delle forzanti ( purchè nessuna dellefrequenza naturali del circuito - autovalori della matrice A – coincida con la frequenza delleforzanti stesse). Per determinare la soluzione generale occorre determinare gli autovalori 1

e 2 della matrice A e i corrispondenti autovettori s1 e s2 (vedi appendice A2)

0)0( xx

fxAxdt

d

0

0

2

1

2221

1211

)0(

)0(

CC

LL

eq

eq

C

L

C

L

vv

iiC

iL

v

v

i

C

h

C

hL

h

L

h

v

i

dt

d

02112221122112

LC

hhhh

C

h

L

h

Equazione caratteristica

0dettraccia

0det2

AA

AI

LC

hh

C

h

L

h

LC

hhhh

C

h

L

h 2112

2

221121122211

2

2211 44

Il discriminante dell’equazione caratteristica è

41 AA det4traccia 2

Si analizzano ora i possibili comportamenti di un circuito LC del secondo ordine soggetto adeccitazione costante. Si considerano esclusivamente circuiti asintoticamente stabili, ossia lecui frequenze naturali (autovalori) hanno entrambe parte reale negativa.

)()( ecc2211

21 tekekttt

xssx

x

t1

2t1 2

x

04 2112

2

2211

LC

hh

C

h

L

h

La tensione del condensatore e la corrente dell’induttore evolvono secondo un andamentodello stesso tipo. Se un’autovalore è molto grande (in valore assoluto) rispetto all’altro lacostante di tempo corrispondente è molto piccola e il modo a questo associato diventapresto trascurabile. L’evoluzione libera associata all’autovalore più piccolo in valore assolutoè detto modo dominante.

021

1. Autovalori reali e distinti / comportamento sovrasmorzato

42

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2. Autovalori reali e coincidenti

x

t

)()()( ecc221 tetkekkt

tt

xsusx

04 2112

2

2211

LC

hh

C

h

L

h 021

43

x

t

04 2112

2

2211

LC

hh

C

h

L

hnn jj

1121

)(

)cos(

)cos()( ecc

2

1

2

1

1

1 t

teX

teXt

n

t

n

t

xx

3. Autovalori complessi e coniugati / comportamento armonico smorzato

2 /n

Si noti che affinchè nel circuito LC delsecondo ordine possa manifestarsi ilcomportamento armonico smorzato deverisultare necessariamente h12h21 < 0(altrimenti risulta >0)

Se il doppio bipolo complementare èreciproco (come accade se è costituito soloda resistori) si ha h12 h21 < 0 (h12=h21) percui il comportamento armonico smorzatopuò avere (in generale) luogo

44

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Circuito del secondo ordine con due induttori

L1

iL1

0

0

222

111

LL

LL

vidt

dL

vidt

dLvL1 vL2 iL2

L2

+

vL

iL1

vL2iL2

v1eq

eqLLL

eqLLL

virirv

virirv

22221212

11121111

+ v2eq

Rappresentazione in corrente deldoppio bipolo complementare

Relazioni di definizione deicomponenti dinamici

45

0)0( xx

fxAxdt

d

022

101

2

2

1

1

2

1

2

22

2

21

1

12

1

11

2

1

)0(

)0(

LL

LL

eq

eq

L

L

L

L

ii

ii

L

vL

v

i

i

L

r

L

rL

r

L

r

i

i

dt

d

Si noti che nel caso di circuito con due induttori il comportamento armonico smorzatopuò manifestarsi esclusivamente se il doppio bipolo complementare è non reciproco.Nel caso di doppio bipolo reciproco risulta infatti r12 r21 > 0 (r12=r21) e si ottiene

04421

2112

2

2

22

1

11

21

21122211

2

2

22

1

11

LL

rr

L

r

L

r

LL

rrrr

L

r

L

r

Equazione di stato + Condizioni iniziali

In particolare se il doppio bipolo complementare è fatto solo di resistenze e generatoriindipendenti ma non contiene generatori pilotati esso è reciproco e il comportamentoarmonico smorzato non può manifestarsi

46

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Circuito del secondo ordine con due condensatori

0

0

222

111

CC

CC

ivdt

dC

ivdt

dCvC1

eqCCC

eqCCC

ivgvgi

ivgvgi

22221212

11121111

Rappresentazione in tensione deldoppio bipolo complementare

Relazioni di definizione deicomponenti dinamici

vC2iC2

C2

iC1

C1

vC2

iC2

i2eq

iC1

i1eq

vC1

47

Equazione di stato + Condizioni iniziali

0)0( xx

fxAxdt

d

022

101

2

2

1

1

2

1

2

22

2

21

1

12

1

11

2

1

)0(

)0(

CC

CC

eq

eq

C

C

C

C

vv

vv

C

iC

i

v

v

C

g

C

gC

g

C

g

v

v

dt

d

Si noti che nel caso di circuito con due condensatori il comportamento armonicosmorzato può manifestarsi esclusivamente se il doppio bipolo complementare è nonreciproco. Nel caso di doppio bipolo reciproco risulta infatti g12 g21 > 0 (g12=g21) e siottiene

04421

2112

2

2

22

1

11

21

21122211

2

2

22

1

11

CC

gg

C

g

C

g

CC

gggg

C

g

C

g

In particolare se il doppio bipolo complementare è fatto solo di resistenze e generatoriindipendenti ma non contiene generatori pilotati esso è reciproco e il comportamentoarmonico smorzato non può manifestarsi

48

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Esercizio 9.5

49

Determinare le costanti di tempo del circuito e l’andamento nel tempo della corrente iL e dellatensione vC

Esercizio 9.6

Determinare le costanti di tempo del circuito e l’andamento nel tempo delle correnti iL1 e iL2

Ra = 2 Rb = 4

Rc = 1 Rd = 5 A

vg = 5 V

L1 = 2 mH L2 = 1 mH

iL1(0) = 2A iL2(0) = 3A

+Rd

RbRa

vg

Rc

L1

iL1iL2

L2

Il doppio bipolo adinamico complementare coincide con quello dell’esercizio 7.11

Il doppio bipolo adinamico complementare coincide con quello dell’esercizio 7.11

+

Rd

RbRa

vg

Rc

L

iL

C

vC

Ra = 2 Rb = 4

Rc = 1 Rd = 5 A

vg = 5 V

L = 4 mH C = 1 F

iL(0) = 2A vC(0) = 3 V

Esercizio 9.7 – oscillatore di Wien

50

Determinare le frequenze naturali e studiare la stabilità del circuito di figura in funzione delparametro k

Nota: Il circuito rappresenta il comportamentolineare nell’intorno del punto di equilibrio delseguente circuito (ocillatore di Wien)

C

v

R

+R

C

kv

C

v

R

+RC

k v

R1

R2

+

Il guadagno di tensione k è

1

21R

Rk

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Interruttori ideali e deviatoriL’interruttore ideale è un bipolo in grado di imporre un corto circuito oppure un circuitoaperto tra i suoi terminali e di commutare istantaneamente da una condizione all’altra

v 0

i = 0

v = 0

i 0

Il deviatore è un doppio bipolo tripolare in grado di imporre un corto circuito in una porta eun circuito aperto nell’altra e di commutare da una condizione all’altra per ciascuna portasimultaneamente e in modo istantaneo.

i1 0i2 = 0

v1 = 0

v2 0

i1 = 0i2 0

v1 0

v2 = 0

Le commutazioni di interruttori ideali o deviatori introducono nuove connessioni tra icomponenti o eliminano connessioni esistenti, per cui modificano la topologia dl circuito

51

Circuiti con interruttori e/o deviatori (a topologia variabile)

R3

Si consideri a titolo di esempio il circuito di figura, operante in regime di corrente continua.All’stante t = t0 l’interruttore S chiude. Ci proponiamo di derminate la soluzione del circuitoper t t0 . A tal fine è necessario distinguere tra l’istante t = t0

immediatamente precedentela chiusura, e l’istante t = t0

+ immediatamente successivo.

All’istante t = t0 le tensioni ai capi dei

condensatori valgono

)()(

0)(

002

01

tvtv

tv

gC

C

C1

+

vg

vC1iC1

C2

vC2iC2

S

R4

R5i3i4 i5

Si assume che vg sia continua in t0, per cui vg(t0) = vg(t0

+) = vg(t0). Nell’analizzare ilcomportamento del circuito è importante distinguere il caso con R4 0 dal caso con R4 = 0

52

All’istante t = t0 le correnti del circuito sono

tutte nulle

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Per t t0+ il circuito diventa

R3C1

+

vg

vC1iC1

C2

vC2iC2

R4

R5i3i4 i5

Il circuito è non degenere. In corripondenza della commutazione le variabili di stato nonsubiscono discontinuità.

Caso 1: R4 0. La commutazione dà luogo ad un circuito non degenere

)()()(

0)()(

00202

0101

tvtvtv

tvtv

gCC

CC

53

All’istante t = t0+ il comportamento del circuito è

R3

+

vg

iC1iC2

R4

R5i3i4 i5

+vg

42

41

5

44

3

/

/

0

/

0

Rvi

Rvi

i

Rvi

i

gC

gC

g

Tutte le grandezze del circuito possono essere dedotte. Il circuito ottenuto assumendo lacontinuità delle variabili di stato non viola la LKT. Le correnti i4, iC1 e iC2 sono discontinuein corripsondenza della commutazione.

L’equazione di stato per t t0+ si determina attraverso il metodo consueto e risulta

)()(

0)(

0

002

01

2

5

2

1

2

54

1

4

1

4

1

43

2

1

tvtv

tv

vC

Gv

v

C

GG

C

GC

G

C

GG

v

v

dt

d

gC

C

gC

C

C

C

54

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Si precisa che i componenti di un circuito reale non sono mai esattamente schematizzabiliattraverso componenti ideali (sono sempre presenti resistori che schematizzano le inevitabiliperdite), per cui è escluso che nella realtà si determinino circuiti degeneri. Tuttavia spessoalcuni parametri sono trascurabili e possono dar luogo a maglie o tagli quasi degeneri. Ilcomportamento del circuito può divenire molto prossimo a quello di un circuito degenere. Icircuiti degeneri sono quindi casi limite dei circuiti reali

C = 1 mF

R2 = 1 vg = 10 V

vC (0) = 0 V

vg+

C

iC

R

vC

Ri

generatore reale( generatore ideale + resistenza interna )

0)0(C

i

gC

i

iC

v

R

vv

RR

RRv

dt

dC

tg

iC ev

RR

Rv

1

CRR

RR

i

i

Maglia degenere se l’interruttore èchiuso e Ri tende a zero

55

0 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10

2

4

6

8

10

time, ms

v C

0 0.01 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06 0.07 0.08 0.09 0.10

2

4

6

8

10x 10

6

time, ms

i C

Al tendere di Ri a zero la tensione del condensatore varia rapidissimamente e la sua correnteassume carattere impulsivo (illimitata). Il circuito tende ad un comportamento degenere.

Ri = 0.1

Ri = 0.01

Ri = 0.001

56

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L’interruttore S del circuto di figura è chiuso se il segnale vG è nullo ed è aperto se ilsegnale vG è > 0. Determinare l’andamento nel tempo che la tensione vC ai capi delcondensatore se il segnale ha l’andamento rappresentato in figura. All’istate t = 0 ilcircuito opera in regime stazionario. Si assuma che l’interruttore sia ideale e che lecommutazioni siano istantanee.

Esercizio 9.8 (invertitore logico)

57

R1 = 10 kR2 = 100 VD = 3 VC = 0.01 pF

CvC

S

vG

t

vG (t)

VD

R1

1 s

R2

Il circuito di figura opera in regime di correte continua. All’istante t = 0 l’interruttoreideale S chiude. Determinare

Esercizio 9.9

58

1. La costante di tempo del circuito per t 0+

2. L’energia complessivamente ceduta dal circuito al condensatorenell’intervallo [0,+[

3. L’andamento nel tempo della tensione v2

R1 = 2 R2 = 1 R3 = 2 R4 = 2 C=2 mFvg = 14 V

R1

R2 R3

R4

+

C

vg

v2

vC

S

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Il circuito di figura opera in regime di corrente continua. All’istate t=0 l’interruttoreideale S apre. Determinare

Esercizio 9.10

59

1. La variazione di energia dell’induttore nell’intervallo [0,+[2. L’andamento nel tempo della corrente i1 per t 03. La potenza erogata dal generatore all’istante t = 0+

ig

R1 = 4 R2 = 1 R3 = 2 R4 = 2 L=3 mHig = 12 A

R2i1

R3

L

iL

R1 R4

S

Il circuito di figura opera in regime di corrente continua. All’istate t=0 l’interruttoreideale S apre. Determinare

Esercizio 9.11

60

1. La variazione di energia dell’induttore nell’intervallo [0,+[2. L’andamento nel tempo della tensione v2 per t 03. La potenza erogata dal generatore all’istante t = 0+

C

vC

igR1

R2

R4 R5

R3

R1 = 1 R2 = 3 R3 = 6 R4 = 3 R5 = 3 C = 3 mFig = 12 A

v2

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61

Induttori mutuamente accoppiati

L1

td

idL

td

idMv

td

idM

td

idLv

22

12

2111

i1

v1

L2

i2

v2

M

Fisicamente due induttori accoppiati sono costituiti da due avvolgimenti in rame fatti di molte spire, di solito avvoltiattorno ad un nucleo di materiale ferromagnetico comune. L’auto-induttanza L1 rappresenta il coefficiente diproporzionalità tra la corrente i1 del primo avvolgimento e il flusso 11 del campo magnetico da questa prodottoconcatenato con l’avvolgimento stesso, i.e. 11=L1i1. Per l’auto-induttanza L2 vale la definizione analoga, cioè 22=L2i2.La mutua induttanza M rappresenta il coefficiente di proporzionalità tra la corrente i1 del primo avvolgimento e il flusso21 del campo magnetico da questa prodotto concatenato con il secondo l’avvolgimento, 21=M i1. Attraversoconsiderazioni fisiche è possibile dimostrare che il medesimo coefficiente di proporzionalità M sussiste tra la corrente i2

del secondo avvolgimento e il flusso 12 del campo magnetico da questa prodotto e concatenato con il primoavvolgimento, i.e. 12 = M i2. Trascurando, come è lecito, le dissipazioni di potenza che si verificano nel conduttore e nelmateriale ferromagnetico, dalla legge di Faraday si ottengono le equazioni costitutive degli induttori accoppiatti, ossia lerelazione tra le correnti e la tensioni dei due avvolgimenti.

L1 , L2 , coefficienti di autoinduzione (o auto-induttanze), [H]M , coefficiente di mutua induzione (o mutua induttanza), [H]

2

1

2

1

2

1

i

i

td

d

LM

ML

v

v

iMvtd

d

62

Il coefficiente di mutua induzione M può essere sia positivo che negativo. Il suo segnodipende dal verso con cui sono realizzati avvolgimenti. Di solito per M si fornisce il valoreassoluto e si specifica con dei puntini il corrispondente verso degli avvolgimenti. Le correntie le tensioni scelte per rappresentare i due induttori accoppiati debbono tenere conto diquesto verso.

0

0

0

2

1

M

L

L

td

idL

td

idMv

td

idM

td

idLv

22

12

2111

td

idL

td

idMv

td

idM

td

idLv

22

12

2111

0

0

0

2

1

M

L

L

td

idL

td

idMv

td

idM

td

idLv

22

12

2111

td

idL

td

idMv

td

idM

td

idLv

22

12

2111

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mWtd

d

td

d

td

divivp

iMiiMivi ttt

2211 2

1

Dato che la matrice M è simmetrica la potenza p assorbita in ogni istante dai due induttoriaccoppiati è un differenziale esatto esprimibile come

22221

211

t

2

1

2

1

2

1iLiiMiLWm iMi

La quantità Wm rappresenta l’energia immagazzinata dai due induttori (mediante il campomagnetico complessivo da essi prodotto) e prende il nome di energia magnetica. Essa è unafunzione di stato perché dipende esclusivamente dalle correnti che circolano negli induttori.Le correnti i1 e i2 assumono quindi il ruolo di variabili di stato.

Energia magnetica dell’induttore

L’energia magnetica di due induttori accoppiati è una quantità positiva o al più nulla, ossia

Cio impone che la matrice M sia semidefinita positiva , valgono cioè le seguenti relazioni

21 ,0 iiWm

0

0

0

221

2

1

MLL

L

L Si noti che il maggiore stretto (anzichè ) nelle prime due condizionideriva dal fatto che se i1 0 e i2 = 0 l’energia magnetica coincide conquella del primo avvolgimento, che è strettamente positiva, per cuideve essere L1 > 0. Analogamente per L2. 63

Nessuna condizione è imposta sul coefficiente M, che può essere sia positivo che negativo.Si definisce coefficiente di accoppiamento tra i due induttori il rapporto

21LL

M

Se = 0 i due induttori sono disaccoppiati. L’energia magnetica complessiva coincide conla somma delle energia magnetiche dei singoli avvolgimenti.

64

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Un circuito contenente due induttori accoppiati è, in generale, del secondo ordine. Perdeterminare l’equazione di stato si procede nel modo consueto

td

idL

td

idMv

td

idM

td

idLv

22

12

2111

Relazioni di definizione deicomponenti dinamici

L1

v1

L2

v2

Mi1

+

v1

i1

v2i2

v1eq

eq

eq

virirv

virirv

22221212

11121111

+ v2eq

Rappresentazione in corrente del doppiobipolo adinamico complementare

iMvtd

d

eqviRv

65

eqtd

dviRiM

eq

eq

L v

v

i

i

rr

rr

i

i

dt

d

LM

ML

2

1

2

1

2221

1211

2

1

2

1

Equazione di stato in forma non canonica

Il doppio bipolo adinamico complementare può essere costituito o da un doppio bipolo(proprio o improprio) oppure da due bipoli distinti, nel qual caso i termini r12 e r21

risultano nulli. Sostituendo le sue equazioni di definizione nelle relazioni di definizionedegli induttori accoppiati si ottiene l’equazione di stato in forma non canonica

202

101

2

11

2

1

2

1

2221

1211

1

2

1

2

1

)0(

)0(

ii

ii

v

v

LM

ML

i

i

rr

rr

LM

ML

i

i

dt

d

eq

eq

L

Se i due induttori non sono perfettamente accoppiati (L1 L1 M 2 0 ) la matrice deicoefficienti di auto e mutua induzione è invertibile e l’equazione di stato può essere postain forma canonica

eqtd

dvMiRMi 11

66

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Se i due induttori sono invece perfettamente accoppiati (L1 L2 M 2 = 0 ) sottraendo allaprima riga dell’equazione in forma non canonica la seconda moltiplicata per la radice delrapporto L1 / L2 si ottiene il seguente vincolo algebrico tra i1 e i2

2122

122

2

121

2

121111 )()( ir

L

Lr

L

Lvi

L

Lrrv eqeq

67

Il circuito è degenere. Le correnti dei due induttori non sono indipendenti e non possonoassumere, entrambe, il ruolo di variabile di stato. Il circuito è in realtà del primo ordine.Una delle correnti è deducibile dall’altra.

In particolare se il doppio bipolo adinamico complementare è costituito da due bipolidistinti i termini r12 e r21 sono nulli. Dalla precedente si ottiene

22

122

2

121111 i

L

Lr

L

Lvirv eqeq

68

L1

i1

v1

L2

i2

v2

Mi1

v1v2

i2

Ld

Lm k

Si vuole ora valutare sotto quale condizione sussiste l’equivalenza tra i due seguenti circuiti,entrambi caratterizzati da tre parametri

td

idL

td

idMv

td

idM

td

idLv

22

12

2111

)(

)(

212

21

11

k

ii

td

d

k

Lv

k

ii

td

dL

td

idLv

m

md

22

1

kLL

kLM

LLL

m

m

md

2

22

22

1

LMk

LML

LMLL

m

d

21

12

21 1

LLk

LL

LL

m

d

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69

i1

v1v2

i2

Ld

Lm k

Due induttori mutuamente accoppiati possono essere quindi rappresentati attraverso dueinduttori non accoppiati ed un trasformatore ideale.

21

1

1 1

LLk

LL

LL

m

d

Il doppio bipolo ottenuto schematizza un trasformatore reale, comprensivo di induttanzadi dispersione La e di induttanza di magnetizzazione Lb.

Nel caso di accoppiamento perfettol’induttanza di dispersione si annulla ed ilcircuito è rappresentabile mediante ununico induttore (circuito del primo ordine)

i1

v1v2

i2

Lm k

2

1

L

Lk

70

Se inoltre l’induttanza L1 (e conseguentemente anche l’induttanza L2) tende a infinito ilcircuito diventa

I due induttori accoppiati di elevato valore (infinito) e con accoppiamento perfetto sicomportano come un trasformatore ideale. Il loro comportamento è totalmenteadinamico. L’energia immagazzinata è identicamente nulla.

i1

v1v2

i2

k

2

1

L

Lk

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Esercizio 9.10

71

Determinare le costanti di tempo del circuito e l’andamento nel tempo delle correnti iL1 e iL2

Ra = 2 Rb = 4

Rc = 1 Rd = 5 A

vg = 5 V

L1 = 2 mH

L2 = 1 mH

M = 1 mH

iL1(0) = 2A

iL2(0) = 3A

L1

iL1 iL2

L2

+Rd

Rb

Rc

vg

M

Il circuito coincide con quello dell’esercizio 9.5 salvo che in questo caso i due induttori sono accoppiati

Ra

Cenni allo studio dei Circuiti degeneri

Si consideri a titolo di esempio il circuito di figura, apparentemente del secondo ordine.Il circuito è degenere in quanto contiene una maglia di soli condensatori. Le presuntevariabili di stato sono le tensioni vC1 e vC2 ai capi dei condensatori.

R

C1 C2

+

vg

iC2

i3

Per determinare l’equazione di stato secondo il metodo sviluppato finora dovremmodeterminare la rappresentazione del doppio bipolo adinamico complementare nelletensioni vC2 e vC2. Tale rappresentazione non esiste in quanto il circuito adinamicoche si ottiene imponendo vC2 e vC2 attraverso due generatori di tensione è patologico

vC2vC1

iC1

Per determinare l’equazione di stato è necessarioadoperare la rappresentazione implicita del doppiobipolo adinamico complementare

222

111

33

31

21

321

0

0

0

CC

CC

g

C

CC

CC

vdt

dCi

vdt

dCi

vRiv

vv

vv

iii

sistemarisolvente

72

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La rappresentazione implicita del doppio bipolo adinamico può essere ottenutaconsiderando tutte le equazioni del sistema risolvente meno quelle che definisconocomponenti dinamici ed eliminando da queste tutte le variabili (correnti, tensioni)che non riguardano i componenti dinamici

g

C

CC

CC

vRiv

vv

vv

iii

33

31

21

321

0

0

0 213 CC iii

gCC

C

CC

viRiRv

vv

vv

213

31

21

0

0

213 CCg iRiRvv

gCCC

CC

viRiRv

vv

211

21 0

Si ottiene quindi la seguente rappresentazione implicita del doppio bipolocomplementare

gC

C

C

C

vv

v

i

i

RR

0

01

1100

2

1

2

1

Dalla rappresentazione implicita si vede che, in accordo con quanto atteso, la matriceche premoltiplica le correnti è singolare e non è possibile esprimere queste in funzionedelle tensioni

73

Si sostituiscono ora le relazioni di definizione dei componenti dimanici all’internodella rappresentazione implicita e si ottiene

La prima delle equazioni ottenute è non differenziale ma riflette il vincolo algebricotra le variabili di stato dovuto al fatto che il circuito è degenere (LKT applicata allamaglia dei condensatori).

gC

C

C

C

vv

v

v

v

dt

d

CRCR

0

01

1100

2

1

2

1

21

12 CC vv

gCC vCCR

vCCR

vdt

d

)(

1

)(

1

211

211

Utilizzando il vincolo algebrico possiamo esprimere una delle presunte varibili distato in funzione dell’altra

Infine sostituendo la precedente all’interno della seconda si ottiene la seguenteequazione di stato in forma canonica

L’equazione ottenuta concide quella ottenibile considerando i due condensatori inparallelo come un unico condensatore equivalente di capacità Ceq=C1+C2 74

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L’equazione di stato ottenuta coinvolge una sola delle tensioni dei condensatori. Ilcircuito è del primo ordine. Si noti che, nel caso analizzato, la variabile di stato non èdiscontinua anche nel caso in cui la tensione vg impressa dal generatore lo sia.

Essendo il circuito dinamico in esame degenere il circuito adinamico che si ottieneimponendo vC1 e vC2 attraverso due generatori di tensione è patologico. Per ottenerel’equazione di uscita è necessario imporre la tensione di un solo condensatore, quellola cui tensione è la variabile di stato. Per l’altro condensatore è necessario imporre lavariabile coniugata, ossia la corrente

R+

vg

i3vC1

iC1+

1211

12

13

13

)(

)(

CgCC

CC

gC

C

vdt

dCRvvi

vv

Rvvi

vv

Equazione di uscita

Si noti che nell’equazione di uscita del circuito compare, oltre alla variabile di statoanche la sua derivata

122 CC vdt

dCi

75

Si consideri ora il circuito rappresenatato in figura. Il circuito è degenere in quantocontiene una maglia costuituta da due condensatori e un geratore di tensione. Lepresunte variabili di stato sono le tensioni vC1 e vC2 ai capi dei condensatori. Si noti chea differenza del circuito precedentemente analizzato in questo caso il vincolo algebricoche lega le tensioni dei condensatori è non omogeneo.

R

C1 C2

+

vg

iC2

i4

vC2

vC1

iC1

222

111

444

3

341

321

431

31

0

0

0

0

0

CC

CC

g

C

CC

C

C

vdt

dCi

vdt

dCi

iRv

vv

vvv

vvv

iii

ii

sistemarisolvente

i3

+ vg

76

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Analogamente al caso precedente per determinare l’equazione di stato introduciamo larappresentazione implicita del doppio bipolo adinamico complementare. A questo fineconsideriamo tutte le equazioni del sistema risolvente meno quelle che definisconocomponenti dinamici ed eliminiamo da queste le variabili (correnti, tensioni) che nonriguardano i componenti dinamci

0

0

0

0

0

44

3

341

321

431

31

iRv

vv

vvv

vvv

iii

ii

g

C

CC

C

C 13 Cii

Si ottiene quindi la seguente rappresentazione implicita del doppio bipolo adinamico

g

g

C

C

C

C

v

v

v

v

i

i

RR 2

1

2

1

01

1100

Anche in questo caso, come atteso, la matrice che premoltiplica le correnti èsingolare e non è possibile esprimere queste in funzione delle tensioni

0

0

0

0

44

3

341

321

412

iRv

vv

vvv

vvv

iii

g

C

CC

CC 224 CC iii

0

0

0

214

3

341

321

CC

g

C

CC

iRiRv

vv

vvv

vvv

0214

3

CC

g

iRiRv

vv

gCCC

gCC

viRiRv

vvv

211

21

77

Sostituendo le relazioni di definizione dei componenti dinamici all’interno dellarappresentazione implicita si ottiene

La prima delle equazioni ottenute è non differenziale e riflette il vincolo algebrico trale variabili di stato dovuto al fatto che il circuito è degenere (LKT applicata alla magliacostituta dai condensatori e dal generatore di tensione). In questo caso però ilvincolo è non omogeneo.

g

g

C

C

C

C

v

v

v

v

v

v

dt

d

CRCR 2

1

2

1

21 01

1100

gCC vvv 12

Infine sostituendo la precedente all’interno della seconda si ottiene la seguenteequazione di stato in forma canonica

ggCC vdt

d

CC

Cv

CCRv

CCRv

dt

d

21

1

211

211 )(

1

)(

1

Come nel caso precedente l’equazione di stato coinvolge una sola delle tensioni deicondensatori. Il circuito è del primo ordine.

78

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A. Morandi, Università di Bologna Elettrotecnica T-A, A.A. 2016/2017

Per ottenere l’equazione di uscita è necessario imporre la tensione di un solocondensatore, quello la cui tensione è la variaile. Per l’altro condensatore ènecessario imporre la variabile coniugata, ossia la corrente

vC1+

gCgCC

CC

gCgC

g

gC

gC

vdt

dCv

dt

dCRvvi

vv

vdt

dCv

dt

dCRvvi

vv

Rvvi

vvv

21211

12

21213

3

14

14

)(

)(

)(

Equazione di uscita

Nell’equazione di uscita del circuito compaiono, oltre alla vC1 e la vg, anche le loroderivate.

Ri4

iC1

i3

+

gCC vdt

dCv

dt

dCi 2122

In questo caso tra le forzanti oltre alla tensione del generatore compare anche laderivata. Se la tensione impressa dal generatore è discontinua anche la variabile distato deve essere discontinua per compensare l’impulso che sorge al secondomembro dell’equazione. Nei condensatori ha luogo quindi un impulso di corrente.

79

Nel caso in esame se la tensione impressa dal generatore è discontinua nasce unimpulso di corrente necessario per far variare istantaneamente la tensione vC1 ai capidel condensatore e, quindi, l’energia accumulata al suo interno. Tale correnteimpulsiva si richiude attraverso la maglia degenere, ed in particolare interessa ilgeneratore di tensione che, nell’istante della discontinuità, fornisce una potenzainfinita in grado di far variare istantaneamente l’energia dei condensatori

Si noti che la corrente impulsiva deve necessariamente richiudersi attraverso lamaglia degenere. Se così non fosse infatti essa attraverserebbe delle resistenze edarebbe luogo ad una tensione infinita, violando così il principio di nonamplificazione delle tensioni.

Nei circuiti degeneri non è quindi assicurata la continuità analitica delle variabili distato.

80

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Per t t0+ il circuito diventa

R3C1

+

vg

vC1iC1

C2

vC2iC2

R5i3i4 i5

Il circuito è degenere. In corripondenza della commutazione le tensioni sui condensatorisono discontinue. Infatti se si conservassero risulterebbe violata la LKT

Caso 2: R4 = 0. La commutazione dà luogo ad un circuito degenere

R3

+

vg

iC1iC2

R5i3i4 i5

+vg

Circuitoimpossibile(se vg 0)

)()()(

0)()(

se

00202

0101

tvtvtv

tvtv

gCC

CC

81

A seguito della commutazione le tensioni dei condensatori sono soggette al vincolo (LKT)

0)()( 0201 tvtv CC

Per soddisfare tale vincolo esse variano istantaneamente. Nei condensatori ha luogo quindiun impulso di corrente

)())()(()())()(()(

)())()(()(

0020120020222

0010111

tttvtvCtttvtvCti

tttvtvCti

CCCCC

CCC

Tali impulsi debbono necessariamente richiudersi attaverso la maglia degenere. Se così nonfosse infatti essi attraverserebbero delle resistenze e darebbero luogo a tensioni infinite,violando così il pincipio di non amplificazione delle tensioni (gli unici componenti in grado dierogare potenza sono i condensatori o i generatori indipendenti le cui tensioni sonocomunque limitate). Dalla LKC risulta allora

)()( 0201 titi CC

R3

+

vg

R5

iC1 iC2

LKC

82

21

0220110201

)()()()(

CC

tvCtvCtvtv CC

CC

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Lo studio degli impulsi di corrente consente quindi di determinare la tensione comunevC(t0

+) che si stabilisce su entrambi i condensatori a seguito della commutazione (t = t0+ )

Si noti che con tale valore di tensione in corrispondenza della commutazione non risultaconservata l’energia immagazzinata dai condensatori. La differenza è assorbitadall’interruttore durante la commutazione.

La tensione vC(t0+) costituisce la condizione iniziale necessaria per lo studio del circuito

per t t0+

L’equazione di stato per t t0+ si determina attraverso il metodo esposto per i circuiti

degeneri e risulta

21

02201101

21

51

21

531

)()()(

)(

CC

tvCtvCtv

vCC

Gv

CC

GGv

dt

d

CCC

gCC

83

Il circuito di figura opera in regime di corrente continua. All’istate t = 0 il deviatoreideale S commuta. Determinare il valore all’istante t 0+ delle correnti iL1 e iL2 degliinduttori nel caso R3 = 2 e nel caso R3

Esercizio 9.11

84

igR1 = 4 R2 = 1 L1=2 mHL2=8 mHig = 12 A

R1

L1

S

R2

L2R3

iL1

iL2

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Il circuito di figura opera in regime di corrente continua. All’istate t = 0 l’interruttoreideale S commuta. Determinare il valore all’istante t = 0+ delle tensioni vC1 e vC2 ai capidei condensatori nel caso R4 = 2 e nel caso R4 = 0

Esercizio 9.12

85

R1 = 2 R2 = 1 R3 = 2 C1=1 FC2=5 Fvg = 12 V

R2C1

+

vC1

C2

vC2

R1

SR4

R3

vg

Condensatori in paralello

i1

v1

C1

vdt

dCCv

dt

dCv

dt

dCiii 21221121

LKT: v1=v2=v

LKC: i=i1+i2

21 CCCeq

i2

v2

C2

v1(0) = v2(0) = v0

i

v

Ceq

La condizione iniziale è vincolata dalla LKTi

v (0) = v0

vdt

dCi eq

21

21 2

1

2

1vCvCW

211

2 )(2

1

2

1vCCvCW eq

La riduzione di due condensatori in paralleload un unico condensatore equivalenterispetta la conservazione dell’energia.

86

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Condensatori in serie

iCC

CCi

Ci

Cv

dt

dv

dt

dv

dt

d

21

212

21

121

11

LKT: v = v1 + v2

LKT: i1= i2= i

21

21

CC

CCCeq

v1(0) = v10 ; v2(0) = v20 ;

i

v

Ceq

v (0) = v10 + v20

vdt

dCi eq

222

211 2

1

2

1vCvCW

221

21

212 )(2

1

2

1vv

CC

CCvCW eq

La riduzione di due condesnatori in serie ad ununico condensatore equivalente non rispetta laconservazione dell’energia. Ciò dà luogo adalcune incongruenze quando tale equivalenza èutilizzata ai fini della soluzione dei circuiti.

i1

v1

C1i2

v2

C2

v

87

88

v1

C1v2

C2

R

v1(0) = v10i

Si consideri il circuito di figura contenente due condensatori in serie. Sonoassegnate le tensioni v10 e v20 di entrambi i condensatori all’istante iniziale

L’energia complessivamente posseduta daicondensatori all’istante iniziale è

Sostituendo i due condensatori con un unico condensatore equivalente (ossiatrattando il circuito come se fosse del primo ordine ) otteniamo

R

i

v (0) = v10 + v20

v

21

21

CC

CCC

v2(0) = v20

2010)0( vvv

CR

vv

dt

dt

evvtv

)()( 2010

A regime la tensione del condensatore equivalente ènulla. L’energia complessivamente ceduta al resistore è

Tale energia è diversa da quella complessivamente posseduta dai condensatori all’istanteiniziale

22010

21

2122 )(2

1)(

2

1)0(

2

1vv

CC

CCvCvCW

2202

2101 2

1

2

1vCvCW

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89

Per superare questo apparente paradosso risolviamo il circuito senza introdurrel’equivalenza

L’equazione caratteristica associataall’equazione di stato è

2

1

2

1

/1/1

/1/1

v

v

RR

RR

i

i

202

101

2

1

22

11

2

1

)0(

)0(

/1/1

/1/1

vv

vv

v

v

CRCR

CRCR

v

v

dt

d

1

00

1

2

1

21

21

2

CC

CCR

L’equazione di stato possiede un autovalore nullo, al quale corrisponde un modostazionario. La soluzione è

202

101

212

01

2

1

)0(

)0(

1

1

1

vv

vv

eCC

kekv

v tt

doppio bipolo compl.equazione di stato

t

t

evvCC

Cv

CC

Cv

CC

Ctv

evvCC

Cv

CC

Cv

CC

Ctv

)()(

)()(

201021

120

21

210

21

12

201021

220

21

210

21

11

(si noti che dato che i condensatori sono in serie la matrice G del doppio bipolo complementarepossiede sempre due righe identiche, che danno luogo all’autovalore nullo)

90

A regime le tensioni dei due condensatori sono uguali eopposte. La tensione complessiva ai capi della serie è nulla.

2021

210

21

12

2021

210

21

11

)(

)(

vCC

Cv

CC

Cv

vCC

Cv

CC

Cv

Oltre al termine esponenziale decrescente le due tensioni posseggono anche un terminecostante

L’energia complessivamente ceduta al resistore coincide con la somma delle variazione dienergia dei due condensatori dall’istante t = 0 all’istante t = e risulta

Sostituendo le espressioni di v1() e v2() dopo alcuni passaggi si ottiene

Le singole tensioni non sono però nulle (in generale) pertanto non è nulla l’energiaposseduta dai condensatori. A regime i due condensatori non sono completamente scarichi.

22

2202

21

210121 )(

2

1)(

2

1 vvCvvCWW

22010

21

2121 )(

2

1vv

CC

CCWW

L’energia ceduta al resistore concide dunque con quella calcolata adoperando un unicocondensatore equivalente

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91

In definitiva se si adopera la capacità equivalente in luogo delle due capacità distinte si trattaun circuito del secondo ordine come se fosse del primo ordine. Ciò occulta il modostazionario (sempre presente nel caso di condensatori in serie, qualuque sia il bipolo cuiquesti sono collegati) e dà luogo ad una apparente violazione del principio di conservazionedell’energia.

Ciononostante tutte le quantità relative alla rimanente parte del circuito sono correttamentecalcolate anche adoperando il condensatore equivalente

Per quanto riguarda un circuito con due condensatori in parallelo notiamo che in realtà esso èdegenere per cui è del primo ordine. Nessuna violazione accade quindi quando si adopera ununico condensatore equivalente in luogo di due condensatori in parallelo.

t

evvtv

)()( 2010

22010

21

21 )(2

1vv

CC

CCW

t

evvtvtv

)()()( 201021

22010

21

2121 )(

2

1vv

CC

CCWW

Induttori in serieLKT: v = v1 + v2

LKT: i1= i2= i

i

v

Leq

i1

v1

L1i2

v2

L2

v

92

i1(0) = i2(0) = i0

idt

dLLi

dt

dLi

dt

dLvvv 21221121

21 LLLeq

i (0) = i0

idt

dLv eq

21

21 2

1

2

1iLiLW

211

2 )(2

1

2

1iLLiLW eq

La riduzione di due induttori in serie ad ununico induttore equivalente rispetta laconservazione dell’energia.

La condizione iniziale è vincolata dalla LKC

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i1

i2

Induttori in parallelo

vLL

LLv

Lv

Li

dt

di

dt

di

dt

d

21

212

21

121

11

21

21

LL

LLLeq

i1(0) = i10 ; i2(0) = i20 ;

i (0) = i10 + i20

idt

dLv eq

222

211 2

1

2

1iLiLW

221

21

212 )(2

1

2

1ii

LL

LLiLW eq

La riduzione di due induttori in parallelo adun unico induttore equivalente non rispetta laconservazione dell’energia. Ciò dà luogo adalcune incongruenze quando tale equivalenzaè utilizzata ai fini della soluzione dei circuiti.

93

v1

L1

v2

L2

i

LKT: v1=v2=v

LKC: i=i1+i2

i

v

Leq

94

L1R i1(0) = i10

i

Si consideri il circuito di figura contenente due induttori in parallelo. Sono assegnatele correnti i10 e i20 di entrambi gli induttori all’istante iniziale

L’energia complessivamente posseduta dagliinduttori all’istante iniziale è

Sostituendo i due induttori con un unico induttore equivalente (ossia trattando ilcircuito come se fosse del primo ordine ) otteniamo

R

i

i (0) = i10 + i20

21

21

LL

LLL

i2(0) = i20

2010)0( iii

iL

Ri

dt

dt

eiiti

)()( 2010

A regime la corrente dell’ induttore equivalente è nulla.L’energia complessivamente ceduta al resistore è

Tale energia è diversa da quella complessivamente posseduta dagli induttori all’istanteiniziale

22010

21

2122 )(2

1)(

2

1)0(

2

1ii

LL

LLiLiLW

2202

2101 2

1

2

1iLiLW L2

i1 i2

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95

Per superare questo apparente paradosso risolviamo il circuito senza introdurrel’equivalenza

L’equazione caratteristica associataall’equazione di stato è

2

1

2

1

i

i

RR

RR

v

v

202

101

2

1

22

11

2

1

)0(

)0(

//

//

ii

ii

i

i

LRLR

LRLR

i

i

dt

d

1

00

2

1

21

21

2

LL

LLR

L’equazione di stato possiede un autovalore nullo, al quale corrisponde un modostazionario. La soluzione è

202

101

212

01

2

1

)0(

)0(

1

1

1

ii

ii

eLL

keki

i tt

doppio bipolo compl. equazione di stato

t

t

eiiLL

Li

LL

Li

LL

Lti

eiiLL

Li

LL

Li

CL

Lti

)()(

)()(

201021

120

21

210

21

12

201021

220

21

210

21

11

(si noti che dato che i due induttori sono in parallelo la matrice R del doppio bipolo complementarepossiede sempre due righe identiche, che danno luogo all’autovalore nullo)

96

A regime le correnti dei due induttori sono uguali e opposte.La corrente complessiva del parallelo è nulla.

2021

210

21

12

2021

210

21

11

)(

)(

iLL

Li

LL

Li

iLL

Li

LL

Li

Oltre al termine esponenziale decrescente le due correnti posseggono anche un terminecostante

L’energia complessivamente ceduta al resistore coincide con la somma delle variazione dienergia dei due induttori dall’istante t = 0 all’istante t = e risulta

Sostituendo le espressioni di i1() e i2() dopo alcuni passaggi si ottiene

Le singole correnti non sono però nulle (in generale) pertanto non è nulla l’energiaposseduta dagli induttori. A regime i due induttori non sono completamente scarichi.

22

2202

21

210121 )(

2

1)(

2

1 iiLiiLWW

22010

21

2121 )(

2

1ii

LL

LLWW

L’energia ceduta al resistore coincide dunque con quella calcolata doperando un unicoinduttore equivalente

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A. Morandi, Università di Bologna Elettrotecnica T-A, A.A. 2016/2017

97

In definitiva se si si adopera l’induttore equivalente in luogo degli induttori distinti si trattaun circuito del secondo ordine come se fosse del primo ordine. Ciò occulta il modostazionario (sempre presente nel caso di induttori in parallelo, qualunque sia il bipolo a cuiquesti sono collegati) e dà luogo ad una violazione del principio di conservazionedell’energia.

Cionostante tutte le quantità relative alla rimanente parte del circuito sono correttamentecalcolate anche adoperando l’induttore equivalente

t

eiiti

)()( 2010

22010

21

21 )(2

1ii

LL

LLW

t

eiititi

)()()( 201021

22010

21

2121 )(

2

1ii

LL

LLWW

Per quanto riguarda un circuito con due induttori in serie notiamo che in realtà esso èdegenere per cui è del primo ordine. Nessuna violazione accade quindi quando si adopera ununico induttore equivalente in luogo di due induttori in serie .