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1 EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO secondo MATTEO PRIMA CATECHESI di AVVENTO anno pastorale 2010-2011 TERAMO – Cattedrale – ore 21.00 Presentazione Nel riprendere anche quest’anno l’esperienza della lectio divina ho preferito rifarmi al tema dello scorso anno: Dio educa il suo popolo, per tre motivi particolari: La Parola di Dio ci educa alla fede e nella fede. La lettura approfondita e pregata del Vangelo è per il credente e per l’uomo in ricerca, una lezione di vita, una chiara proposta educativa. Il Vangelo non è la semplice narrazione dei fatti o dei discorsi di Gesù di Nazaret, ma anche la presentazione di un “modello educativo”: quello seguito da Gesù con i discepoli, con gli apostoli, con noi! Quest’anno 2010-2011 (abbiamo cominciato ieri) la liturgia domenicale ci propone la lettura del Vangelo secondo Matteo. Abbiamo ricevuto gli Orientamenti Pastorali per questo decennio, autorevole proposta dei Vescovi per proseguire un cammino comune per tutta la Chiesa italiana. Si parla di Orientamenti perché, unitaria nell’ispirazione, la programmazione pastorale si diversifica secondo le chiese particolari. Gesù, il Maestro “si mise ad insegnare loro molte cose”. Vi è stato detto, ma io vi dico (Mt 5,21-48). Il programma diocesano 2010-2011: Insieme nella barca di Pietro. Con una liturgia che educa e santifica, risponde ad una domanda semplice: quando, dove, ascoltiamo lo stesso insegnamento? Proprio nella celebrazione liturgica della nostra fede: ascolto della Parola, celebrazione del culto, testimonianza nel quotidiano. Questa prima Lectio Divina non è una conferenza, ma un entrare nel vivo dell’impegno che ci attende lungo tutto l’anno, ben oltre i momenti dei nostri incontri. ***** ***** *****

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EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO … … secondo MATTEO

PRIMA CATECHESI di AVVENTO anno pastorale 2010-2011

TERAMO – Cattedrale – ore 21.00 Presentazione Nel riprendere anche quest’anno l’esperienza della lectio divina ho preferito rifarmi al tema dello scorso anno: Dio educa il suo popolo, per tre motivi particolari: La Parola di Dio ci educa alla fede e nella fede. La lettura approfondita e

pregata del Vangelo è per il credente e per l’uomo in ricerca, una lezione di vita, una chiara proposta educativa. Il Vangelo non è la semplice narrazione dei fatti o dei discorsi di Gesù di Nazaret, ma anche la presentazione di un “modello educativo”: quello seguito da Gesù con i discepoli, con gli apostoli, con noi! Quest’anno 2010-2011 (abbiamo cominciato ieri) la liturgia domenicale ci

propone la lettura del Vangelo secondo Matteo. Abbiamo ricevuto gli Orientamenti Pastorali per questo decennio, autorevole proposta dei Vescovi per proseguire un cammino comune per tutta la Chiesa italiana. Si parla di Orientamenti perché, unitaria nell’ispirazione, la programmazione pastorale si diversifica secondo le chiese particolari. Gesù, il Maestro “si mise ad insegnare loro molte cose”. Vi è stato detto, ma io vi dico (Mt 5,21-48). Il programma diocesano 2010-2011: Insieme nella barca di Pietro. Con una

liturgia che educa e santifica, risponde ad una domanda semplice: quando, dove, ascoltiamo lo stesso insegnamento? Proprio nella celebrazione liturgica della nostra fede: ascolto della Parola, celebrazione del culto, testimonianza nel quotidiano. Questa prima Lectio Divina non è una conferenza, ma un entrare nel vivo dell’impegno che ci attende lungo tutto l’anno, ben oltre i momenti dei nostri incontri.

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Il VANGELO secondo MATTEO : Un Vangelo da conoscere e da vivere

Una presentazione sintetica per aver sempre un punto di riferimento del contesto in cui ci troviamo. Il testo si presenta secondo uno schema semplice e solenne, in un’alternanza tra sezioni narrative (7) e discorsi di Gesù (5), racchiusi tra un introduzione (1,23) e una conclusione (28,20) che si completano. Una struttura simmetrica-concentrica che può darci l’idea di una basilica; la basilica del Dio con noi (Emmanuele – Gesù Risorto). Quattro annotazione da tenere presenti: Gesù di Nazaret porta a compimento le Scritture (10 citazioni di compimento) in Galilea Gesù da allora cominciò a predicare (4,17) verso Gerusalemme da allora cominciò a rivelare (16,21) due sommari paralleli 4,23 // 9,35 E percorreva (tutta la Galilea /Gesù) insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. SCHEMA GENERALE Introduzione: sarà chiamato Emmanuel, Dio con noi! 1-4 narrazione: origine e inizio attività

5-7 DISCORSO DAL MONTE 8-9 Narrazione: autorità del Messia

10 DISCORSO DI MISSIONE 11-12 Narrazione: Gesù rifiutato

13 DISCORSO IN PARABOLE 14-17 Narrazione: Gesù accolto

18 DISCORSO ECCLESIALE 19-22 Narrazione: Autorità del Figlio

23-25 DISCORSI IN GERUSALEMME 26-28 Narrazione passione, morte e risurrezione Epilogo: andate … Io sono con voi! Per entrare nel Vangelo di Matteo e comprendere la prospettiva educativa cominciamo dalla conclusione: il Maestro manda i discepoli, la Chiesa, noi … a trasmettere ciò che Egli stesso ci ha insegnato.

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LECTIO DIVINA con il Vescovo Teramo – CATTEDRALE – 29 nov. 2010 DAL MONTE A TUTTE LE GENTI

INTRODUZIONE Ci ambientiamo sul MONTE, scenario particolarmente caro a Matteo come si può notare osservando, a ritroso, le varie scene ambientate sul monte: 1. sul monte Gesù resiste al terzo attacco di

Satana e lo vince (Mt 4,8-10); 2. dal monte proclama le Beatitudini (Mt 5,1-12); 3. sul monte passa la notte in preghiera (Mt 14,23), 4. sul monte guarisce zoppi e ciechi (Mt 15,29-30; perché queste guarigioni sul monte, non è più agile guarire storpi e ciechi in pianura?) 5. Su un monte alto ha luogo la Trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1-10). E l’apparizione del Risorto agli Undici (ultima pagina di Matteo) è sul monte “indicato da Gesù” (Mt 28,16-20).

Appuntamento della massima importanza: è il primo (e l’ultimo) incontro dei discepoli con il Risorto. Dal monte di Galilea il Signore invia i suoi discepoli a tutte le nazioni, assicurandoli della sua presenza: “ecco, io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28,20). Gesù è Emmanuel, il Dio-con-noi”: irruzione dell’Eterno nel tempo, incarnazione di Dio nella storia, presenza del Risorto alla sua Chiesa. Matteo 28, 16-20 16Ora gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro ordinato. 17E quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18E, avvicinatosi, Gesù parlò loro dicendo: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». STRUTTURA DEL TESTO Mt 28,16-20 si articola in due scene: la prima vede protagonisti i discepoli, la seconda il Risorto: Prima scena: AZIONE DEI DISCEPOLI (vv.16-17)

Ora, gli Undici discepoli andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro ordinato. E quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

Seconda scena: AZIONE – PAROLA di Gesù (vv.18-20) E, avvicinatosi, Gesù parlò loro dicendo: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate, dunque, FATE-DISCEPOLE tutte le nazioni BATTEZZANDOLE nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, insegnando loro a OSSERVARE tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla consumazione del mondo».

La prima scena si svolge in silenzio. Non ci è detto il quando ma il dove (in Galilea, sul monte indicato dal Risorto). Si possono cogliere delle suggestive corrispondenze con il racconto della vocazione e missione di Mosè (Es 3,1-12): i discepoli che vanno sul monte indicato da Gesù, richiamano Mosè che giunge al monte di Dio, l’Oreb (Sinai).

La seconda scena vede protagonista Gesù risorto. Notiamo le forme verbali che vanno dall’indicativo passivo (“mi è stato dato”); all’imperativo (“fate discepoli”) all’indicativo della promessa (“io sono con voi). Varie corrispondenze con il discorso di Yhwh in Es 3:

a) parola di rivelazione: del Nome divino // del potere del Risorto; b) consegna di una missione specifica: a Mosè // ai discepoli; c) promessa della divina presenza: “io sono/sarò con te” (Es 3,12) “io sono con voi” (Mt 28,20).

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1. IL CAMMINO DEGLI UNDICI Il gruppo dei discepoli non è più lo stesso. Gesù lo aveva costituito nel numero simbolico di

Dodici, in rappresentanza dell’intero Israele; ora invece sono “gli Undici”. La nuova designazione riflette la defezione di Giuda, ricorda la ferita di un corpo mutilato ma anche la personale defezione … Se gli Undici sono di nuovo insieme è segno che sull’amara coscienza del loro peccato prevale l’affidamento alla parola di Gesù che li riaggrega e rimette in cammino (Mt 28,7.10). Essi accolgono l’invito trasmesso dalle donne: esprimono fattivamente la loro disponibilità a riprendere il cammino dietro al Signore. La sequela è anzitutto obbedienza alla parola.

Sul monte indicato da Gesù ha luogo l’esperienza pasquale dei discepoli. Matteo la compendia in tre verbi: videro, si prostrarono, dubitarono. Non ci sono parole, né in forma di domanda né in forma esclamativa, ma solo silenzio contemplativo, occhi estasiati: un vedere che porta ad adorare: “vedendolo si prostrarono”. La solenne proskynêsis (“prostrazione”) esprime tutto il riconoscimento e l’onore al Cristo risorto. Nello stesso atteggiamento sono ritratte le donne in Mt 28,9 con la differenza che esse non solo si “prostrarono” (proskyneô) ma gli abbracciarono anche i piedi.

Sorprendente l’impasto di adorazione e dubbio. A dubitare infatti sono gli stessi che si prostrano adoranti. Come possono stare insieme le due cose? … In realtà il dubbio attraversa l’esperienza storica della fede ecclesiale, ma è vinto dall’iniziativa del Risorto che si fa vicino.

2. LE PAROLE DEL RISORTO Il Signore risorto “si avvicina” (prosèlthôn). Abitualmente questo verbo descrive il movimento dei discepoli o delle discepole, come nell’apparizione a Maria di Magdala e all’altra Maria: “Esse, avvicinatesi (prosèlthousai), gli presero i piedi …” (28,9). Solo in un altro caso questo verbo ha per soggetto Gesù, sul monte della Trasfigurazione: dopo essersi manifestato nella sua gloria, egli “si avvicinò” a Pietro, Giacomo e Giovanni che erano caduti con la faccia a terra. Anche qui Gesù si avvicina e solo dopo parla (Mt 17,7). L’avvicinarsi tende a stabilire il ponte della comunicazione. Il Risorto supera la distanza che, come appartenente al mondo di Dio, lo separa dai suoi discepoli. Stabilito il contatto, l’attenzione si concentra sulle ultime parole di Gesù. Possiamo articolarle in tre passaggi: a) una solenne dichiarazione; b) un fermo comando; c) una sicura promessa.

a. Solenne dichiarazione Il Risorto attesta che gli è stato conferito ogni potere (exousìa). Non se lo è preso autonomamente questo potere, non l’ha carpito a Dio come insinuava il tentatore (Mt 4,9-10) ma lo ha ricevuto (da Dio)

dopo aver dato tutto. Gesù risorto è il Pantokrator. Il suo potere salvifico non ha confini, abbraccia il cielo e la terra. b. Inderogabile comando: “fate discepole tutte le genti…”

Nella pienezza del suo potere il Risorto esprime un comando: “andando, fate discepole tutte le genti”. Il compito di “andare” (verbo tipico dell’invio) ha come obbiettivo non semplicemente di “ammaestrare” (come recitano alcune traduzioni), ma di “fare discepoli” (assai più impegnativo). Se prima erano stati inviati solo alle pecore perdute della casa d’Israele (Mt 10,8), ora sono mandati a tutti i popoli. Il Risorto fonda la missione universale e inaugura una nuova economia salvifica: non più attraverso la circoncisione, ma mediante il battesimo nel nome della Santa Trinità; non semplicemente osservando la legge di Mosè, ma tutto ciò che Gesù ha insegnato …

c. +Sicura promessa: “Io sono con voi tutti i giorni … ” L’ultimissima parola non è un comando, ma una consolante promessa. Il Risorto non se ne va, rimane accanto ai suoi discepoli fino alla fine del mondo. La sua storia dischiude la meravigliosa realtà

dell’Emmanuel, il Dio-con-noi! Come viviamo questa PRESENZA del Risorto alla sua Chiesa? Come viviamo il mandato missionario? Avvertiamo la responsabilità di comunicare ciò che abbiamo ricevuto?

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Lectio Divina in CATTEDRALE TERAMO 6 dicembre 2010 La tua Parola è lampada ai miei passi, luce sul mio cammino. Donaci, Padre, lo Spirito di Verità perché ci aiuti a comprendere bene la Parola e diventi in noi guida sicura nel venire incontro a Te, che ti riveli nel Verbo fatto carne! Lectio Una lettura attenta, ripetuta, spiegata per comprendere cosa dice il testo.

Terminato il racconto relativo all’infanzia di Gesù (1-2), Matteo descrive premessa e inizio della vita pubblica, secondo lo schema sinottico: predicazione del Battista (3,1-12), battesimo di Gesù (3,13-17), tentazioni (4,1-11) Il tempo in quei giorni espressione di transizione: Gesù e il Battista,unico disegno di salvezza che si realizza, che diviene (il verbo greco è al presente:vene, appare Giovanni a predicare) Il Luogo nel deserto della Giudea (tra Mar Morto e depressione del Giordano, a sud rispetto a Galilea) il luogo memoria del passato, ma anche dell’incontro e della pacificazione (Os 2,16) Il Personaggio Giovanni il Battista Is 40,3; 2Re 1,8 (Elia) Vita austera prima dell’arrivo dello sposo! Il Messaggio convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino! (3,2=4,17) cambiare mentalità … Chi risponde alla predicazione Gerusalemme, tutta la Giudea … dalla strage degli innocenti … Molti farisei e sadducei farisei, cioè i “separati”, si distinguevano per la rigorosa osservanza

della Legge; i sadducei, erano i sacerdoti che si ritenevano discendenti di Sadoc (cfr. 1Re 2,35; cf Ez 44,15; cf Ez 48,11) e i loro sostenitori. Dal punto di vista dottrinale i sadducei erano piuttosto conservatori, dal punto di vista sociale e politico erano disponibili al dialogo con gli occupanti romani. I due gruppi differivano anche su alcuni punti di dottrina (cfr. Mt 22,23 e cfr. At 23,8). L’ ira imminente è il giudizio di Dio sugli empi: cfr. Am 5,18; cfr. Sof 1,14-15.

Razza di vipere … Giovanni mette in guarda da conversione per interesse e da una religiosità garantista (7-9) Soltanto la fede autentica rende veri figli di Abramo. Già la scure … un linguaggio severo, apocalittico, allusivo all’azione di Dio e dello Spirito . Meditatio: quali interrogativi suscita la lettura in chi legge? Cosa mi dice. Anche questo episodio ha una forte valenza educativa! Il tempo di Dio – il tempo dell’Uomo: l’”oggi salvifico” in quei giorni La conversione – il pentimento – la confessione del/dei peccato/i Predicatore e Messaggio: chi/che cosa attira, fa accorrere oggi! Basta un’appartenenza genetica, anagrafica, culturale, confessionale, …? Che significa per me: fare un frutto degno di conversione? Il giudizio di Dio e la sua opera! Oratio: quale preghiera, invocazione, lode, richiesta suscita questo brano. Cosa dico Il dialogo con Dio per mezzo di Cristo nello Spirito nasce dalla interiorizzazione del brano letto quando dallo scenario descritto, mi ritrovo nel mio vissuto quotidiano. Contemplatio: non è astrazione, ma consapevole presenza davanti al mistero cui mi affido!

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MATTEO 3, 1-12

1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!".3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: 4 Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! 7Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!" Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".

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Lectio Divina in CATTEDRALE TERAMO 13 dicembre 2010 Signore Gesù, Verbo eterno del Padre, tu vieni a salvarci, ma noi non sappiamo riconoscerti perché il tuo agire non rientra nei nostri schemi mentali e sociali. Insegnaci la pazienza del contadino che attende fiducioso i frutti della terra e del suo lavoro. Ravviva in noi la speranza certa nella tua opera. Tieni accesa la luce della nostra fede che si nutre della tua Parola.

Lectio Leggere con calma e attenzione per comprendere cosa dice il testo. Dopo il discorso missionario (c.10) Gesù parte per insegnare e predicare, ma comincia a riscontrare il rifiuto da parte del popolo e dei farisei. Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? La domanda posta dagli inviati del Battista è segno di delusione, dubbio, incertezza o… una fede più grande del dubbio. Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: sintesi di Is 26,19 (morti) 29,18 (sordi) 35,5-6 (ciechi,sordi,zoppi) 61,1 (buona novella ai poveri) E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo! in greco significa “ostacolo”. Gesù lascia capire che Giovanni supererà questo ostacolo, mentre i nemici vi inciamperanno 7-14: Gesù parla di Giovanni, non condannando il dubbio, ma ne fa l’elogio … Colui del quale sta scritto cfr. Es 23,20; Ml 3,1 il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono Versetto difficile da interpretare; altri traducono: “il regno di Dio incontra opposizione perché i violenti vi si oppongono”. La “violenza” di cui si parla può essere l’entusiasmo dei buoni o l’avversione dei cattivi. Non può in ogni caso signi-ficare che l’ingresso nel Regno richieda qualche compromesso con la violenza, nel senso più comune del termine.

fino a Giovanni : il precursore è venuto per concludere il tempo dell’antica alleanza, egli succede all’ultimo dei profeti Malachia e ne realizza l’ultima predizione (Ml 3,23; anche Mt 17,11-13) La frase significa solo che Giovanni aveva lo zelo coraggioso dell’antico profeta, anche se il Battista rifiuta di essere personalmente identificato con Elia. Cf Gv 1,21

Meditatio: quali interrogativi suscita la lettura in chi legge? Cosa mi dice. Quale messaggio posso cogliere per la mia vita di fede? Quali provocazioni educative? Tutta la storia è un grande Avvento che porta con sé le domande dell’uomo, e Gesù è sempre la risposta! Il dubbio mi fa paura o mi aiuta a crescere nella fede?

Le “mie” domande e quelle degli “amici” sono una provocazione o mi aiutano nella risposta personale alla fede? Anche Giovanni ha dovuto prendere posizione, fare una scelta tra come aveva presentato Gesù, e come Gesù si è manifestato (non il giudice inesorabile, ma misericordioso). Riferire i segni: uditi e visti! Quali segni di Dio oggi riconosco e non ho paura di riferire? Quale idea di Dio, di Gesù Cristo conservo in me? “Il più piccolo nel regno dei cieli é più grande di Giovanni”! Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono! Oratio: quale preghiera, invocazione, lode, richiesta suscita questo brano. Cosa dico

Signore, io credo, aiutami nella mia poca fede! Signore, apri i miei occhi, perché io veda le tue meraviglie! Tu hai gridato e hai vinto la mia sordità! (Sant’Agostino).

Contemplatio: nel silenzio adorante si rivela l’Amore eterno incarnato nel Bambino!

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Matteo 11, 2–14

2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?". 4Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!". 7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10 Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell'Elia che deve venire.

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Lectio Divina in CATTEDRALE TERAMO 20 dicembre 2010 Padre, quando più si avvicina il Natale, tanto più cresca in noi

l’Amore al Verbo che si incarna per Amore nostro. Donaci ancora il tuo Spirito perché nell’ascolto della Parola impariamo ad accogliere nella nostra vita Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi! Tieni accesa la luce della nostra fede che si nutre della tua Parola.

Lectio Leggere con fede è già pregare mentre si capisce cosa dice il testo. Dopo il libro della genesi di Gesù Cristo, figlio di David, figlio di Abramo [Mt 1,1-17] che pur nell’aridità dell’elenco (14 x 3), rivela un disegno divino, razionalmente strano, ma chiaro nell’esposizione: Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria dalla quale fu generato Gesù, chiamato Cristo. Mt 1,16 Così fu generato Gesù Cristo La genealogia attesta la nascita legale: Giuseppe accoglie Gesù nella sua stirpe. Pur elaborato nel tempo, il testo risale ai primi decenni della comunità cristiana. Promessa sposa di Giuseppe: il “fidanzamento” ebraico costituiva un vero e proprio vincolo giuridico; la sua violazione era considerata adulterio (cfr. Dt 22,23-27) e il fidanzato poteva disimpegnarsi solo con un ripudio formale. si trovò incinta per opera dello Spirito Santo: Lc 1,27.35; 2,5 con la citazione di Is 7,14 Mt esprime la fede della Chiesa nella concezione verginale. Giuseppe che era giusto … : una “giustizia” con diversi significati (non andare contro la Legge riconoscendo un figlio non suo; compassione nel non denunciare Maria che rischiava la lapidazione (Dt 22,20); una decisione di coscienza (non pubblica, nonostante Dt 24,1); un angelo del Signore (Dio stesso cf Gen 16,7.13; Es 3,2) Angelo da non confondere con gli angeli. I tre sogni di Giuseppe con unico schema (messaggio divino – obbedienza – citazione biblica) e tre riferimenti [Mt 1,20-25 come Abramo Gen 12,4;Mt 2,13-15 come Giuseppe Gen 46,1-27; Mt 2,19-23 come Mosè Es 4,19-20] Giuseppe non temere … la notte, il sogno una sfida all’intelligenza dell’uomo. Quando Dio si rivela esige fiducia! Il Bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo (…) Tu lo chiamerai Gesù (YHWH salva) così è assicurata la discendenza davidica (opera di Dio e intervento dell’uomo). Perché si compisse ciò che era stato detto da Is 7,14 (cf Mt 1,22; 2,15.17.23; 4,14; 8,17; 13,35; 21,4; 27,9). Meditatio: la Parola interpella sempre chi legge? Cosa mi dice. Quale messaggio posso cogliere per la mia vita di fede? Quali provocazioni educative? Tutta la storia, anche quella personale, è intessuta di eventi imprevisti,

incomprensibili, non programmati, la persona è chiamata a prendere posizione, … Il mistero della fede è dato come verità da credere, ma anche lezione di vita. L’ordinario della quotidianità incrocia lo straordinario della grazia… come riconoscere l’intervento di Dio nella vita? Significato dei sogni: fantasia, immaginazione, proiezione inconscia … o semplice affermazione dell’agire di Dio quando l’uomo “dorme”, non è attivo, ma sempre è richiesta l’adesione personale, una volta presa coscienza di una realtà nuova e “fuori programma”. Il compimento delle profezie … una guida per la fede e la lettura della storia. Oratio: quale preghiera suggerisce questa pagina del Vangelo? Cosa dico

Contemplatio: nel silenzio adorante si rivela l’Amore eterno di Dio che entra nella storia di due persone per realizzare la Promessa e si incarna nel Bambino!

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Matteo 1, 18-24 18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.