8 MARO 2016 Apple: serve una I big della tecnologia TIM ... · Inizio febbraio di quest’anno:...

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MAGAZINE n.128 / 16 8 MARZO 2016 Apple: serve una “operazione simpatia” Inizio febbraio di quest’anno: tutti i giornali del mondo, alcuni con toni entusiastici, bat- tono la notizia del sorpasso di Alphabet, la holding di Google, nei confronti di Apple in termini di capitalizzazione di borsa. Un sor- passo avvenuto in corso di contrattazioni e non alla chiusura della giornata, dove Apple si riporta davanti. Il giorno dopo, a notizie già largamente pubblicate, Google ce la fa e chiude effettivamente le contrattazioni della giornata con una capitalizzazione di borsa di poco maggiore a quella di Apple: 533,20 contro 532,72 miliardi di dollari. Il primato, oltre a non avere alcun valore concreto (le quotazioni di borsa sono solo una pallida rappresentazione della realtà), è decisamente effimero e dura meno di 24 ore. Il giorno successivo il valore di borsa di Apple ripassa davanti e nelle settimane successive riprende il distacco: mentre scriviamo Apple vale al NASDAQ circa 85 miliardi di dollari in più di Google (vedi grafico qui sotto). Ovviamente la notizia dell’immediato ritorno di Apple in cima alla classifica delle aziende con la maggiore capitalizzazione di borsa non viene data letteralmente da nessuno. Una toccata e fuga quella di Google, che dimostra – in una fase sicuramente delicata – la salute del gruppo ma anche la sostanziale tenuta di Apple, malgrado il “fuoco” informativo sulla perdita della leadership di borsa, notizie di cui il mercato finanziario si nutre molto più dei fatti concreti. Questa della capitalizzazione di borsa è una questione poco più che formale ma è la cartina al tornasole di un problema non banale che Apple dovrà affrontare, almeno nel medio termine: la società – è evidente dalla propagazione virale della notizia – sta affrontando una crisi di “simpatia”. È un effetto che capita spesso ai leader dopo qualche anno di dominio; soprattutto quan- do la leadership tecnologica e d’immagine è stata celebrata con locuzioni molto forti, come il ricorrente “Il più xxx di sempre”, da declinare secondo le situazioni: frasi che fanno andare in visibilio la “fanbase” e le platee dei keynote americani ma che inaspriscono i confronti e che inevitabil- mente sfociano in (meritati) sfottò a facile propagazione social. E in effetti tutto si può dire di Apple tranne che sia un brand ritenuto largamente “simpatico” ed inclu- sivo; anzi la sua forza in questi ultimi anni è stata proprio quella di creare un’elite di massa, un’apparente utopia che nasconde, oltre ad innegabili vantaggi commerciali, qualche effetto collaterale: non appena se ne presenta l’occasione, sono in tanti a dare addosso alla mela morsicata. Accadde già per l’antennagate, accadde per l’imperfetto debutto della app Mappe, e accadrà ogni Testa:“Canone Rai in bolletta? Per le società danno di immagineAbbiamo incontrato Chicco Testa, il presidente di Assoelettrica, l’associazione delle imprese elettriche incaricate di raccogliere il canone contro la loro volontà Rai trasmetterà 8 partite degli Europei di calcio in 4K via tivùsat Rai e Eutelsat annunciano l’avvio di una collaborazione per trasmettere la TV pubblica via satellite in 4K Ultra HD 02 I big della tecnologia con Apple contro l’FBI Come vedere le gare della MotoGP 2016 su Sky e in chiaro 10 04 TIM raddoppia il costo delle chiamate a consumo 07 06 L’Ultra HD Blu-ray Panasonic sarà disponibile da aprile a 799 euro Due film in omaggio compresi con il lettore 12 IN PROVA 28 Technics Ottava Che bella musica 26 Honor 7, qualità per tutte le tasche qual volta a Cupertino non azzeccano qual- che cosa: è capitato e – visto che Apple non è certo perfetta – capiterà di nuovo. Dall’altra parte del confronto c’è Google, so- cietà verso la quale gli utenti sono molto più inclini al perdono, anche quando, senza mai creare eccessivo clamore, da Menlo Park arrivano servizi ancora imperfetti in beta o attività che vengono cessate prematura- mente. Google è evidentemente molto più simpatica di Apple alla grande base degli utenti e questo perché Google è anti-elite, è dichiaratamente un servizio di massa e che proprio sui numeri garantiti dalla massa sta- bilisce il suo predominio. Google agli utenti finali generalmente regala i propri servizi: con GMail prima e con tanti altri servizi poi ha varato l’economia della (finta) gratuità spiazzando e mandando completamente fuori mercato chi gli stessi servizi voleva offrirli chiedendo un equo corrispettivo. Ov- viamente dietro questi servizi gratuiti c’è un implicito scambio: l’utente ottiene il servizio gratuitamente, sia che si tratti del browser Chrome, sia che si tratti di GMail, di Google Drive o di YouTube; in cambio accetta di essere “spiato”, profilato e di fatto venduto come merce pubblicitaria. Approfondendo questo tema ci sarebbero argomenti per appannare l’immagine di cui Google gode fra l’opinione pubblica. Eppure, Google alla gente è naturalmente simpatica; Apple no, o almeno non a tutti. E su questo a Cuper- tino, per resistere nel tempo, dovrebbero iniziare a lavorare sin da subito. Gianfranco GIARDINA

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

Apple: serve una “operazione simpatia”Inizio febbraio di quest’anno: tutti i giornali del mondo, alcuni con toni entusiastici, bat-tono la notizia del sorpasso di Alphabet, la holding di Google, nei confronti di Apple in termini di capitalizzazione di borsa. Un sor-passo avvenuto in corso di contrattazioni e non alla chiusura della giornata, dove Apple si riporta davanti. Il giorno dopo, a notizie già largamente pubblicate, Google ce la fa e chiude effettivamente le contrattazioni della giornata con una capitalizzazione di borsa di poco maggiore a quella di Apple: 533,20 contro 532,72 miliardi di dollari.

Il primato, oltre a non avere alcun valore concreto (le quotazioni di borsa sono solo una pallida rappresentazione della realtà), è decisamente effimero e dura meno di 24 ore. Il giorno successivo il valore di borsa di Apple ripassa davanti e nelle settimane successive riprende il distacco: mentre scriviamo Apple vale al NASDAQ circa 85 miliardi di dollari in più di Google (vedi grafico qui sotto). Ovviamente la notizia dell’immediato ritorno di Apple in cima alla classifica delle aziende con la maggiore capitalizzazione di borsa non viene data letteralmente da nessuno. Una toccata e fuga quella di Google, che dimostra – in una fase sicuramente delicata – la salute del gruppo ma anche la sostanziale tenuta di Apple, malgrado il “fuoco” informativo sulla perdita della leadership di borsa, notizie di cui il mercato finanziario si nutre molto più dei fatti concreti.

Questa della capitalizzazione di borsa è

una questione poco più che formale ma è la cartina al tornasole di un problema non banale che Apple dovrà affrontare, almeno nel medio termine: la società – è evidente dalla propagazione virale della notizia – sta affrontando una crisi di “simpatia”. È un effetto che capita spesso ai leader dopo qualche anno di dominio; soprattutto quan-do la leadership tecnologica e d’immagine è stata celebrata con locuzioni molto forti, come il ricorrente “Il più xxx di sempre”, da declinare secondo le situazioni: frasi che fanno andare in visibilio la “fanbase” e le platee dei keynote americani ma che inaspriscono i confronti e che inevitabil-mente sfociano in (meritati) sfottò a facile propagazione social. E in effetti tutto si può dire di Apple tranne che sia un brand ritenuto largamente “simpatico” ed inclu-sivo; anzi la sua forza in questi ultimi anni è stata proprio quella di creare un’elite di massa, un’apparente utopia che nasconde, oltre ad innegabili vantaggi commerciali, qualche effetto collaterale: non appena se ne presenta l’occasione, sono in tanti a dare addosso alla mela morsicata. Accadde già per l’antennagate, accadde per l’imperfetto debutto della app Mappe, e accadrà ogni

Testa:“Canone Rai in bolletta? Per le società danno di immagine” Abbiamo incontrato Chicco Testa, il presidente di Assoelettrica, l’associazione delle imprese elettriche incaricate di raccogliere il canone contro la loro volontà

Rai trasmetterà 8 partite degli Europei di calcio in 4K via tivùsat Rai e Eutelsat annunciano l’avvio di una collaborazione per trasmettere la TV pubblica via satellite in 4K Ultra HD 02

I big della tecnologia con Apple contro l’FBI

Come vedere le gare della MotoGP 2016 su Sky e in chiaro 10

04

TIM raddoppia il costo delle chiamate a consumo 0706

L’Ultra HD Blu-ray Panasonic sarà disponibile da aprile a 799 euroDue film in omaggio compresi con il lettore

12

IN PROVA

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Technics Ottava Che bella musica

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Honor 7, qualità per tutte le tasche

qual volta a Cupertino non azzeccano qual-che cosa: è capitato e – visto che Apple non è certo perfetta – capiterà di nuovo.

Dall’altra parte del confronto c’è Google, so-cietà verso la quale gli utenti sono molto più inclini al perdono, anche quando, senza mai creare eccessivo clamore, da Menlo Park arrivano servizi ancora imperfetti in beta o attività che vengono cessate prematura-mente. Google è evidentemente molto più simpatica di Apple alla grande base degli utenti e questo perché Google è anti-elite, è dichiaratamente un servizio di massa e che proprio sui numeri garantiti dalla massa sta-bilisce il suo predominio. Google agli utenti finali generalmente regala i propri servizi: con GMail prima e con tanti altri servizi poi ha varato l’economia della (finta) gratuità

spiazzando e mandando completamente fuori mercato chi gli stessi servizi voleva offrirli chiedendo un equo corrispettivo. Ov-viamente dietro questi servizi gratuiti c’è un implicito scambio: l’utente ottiene il servizio gratuitamente, sia che si tratti del browser Chrome, sia che si tratti di GMail, di Google Drive o di YouTube; in cambio accetta di essere “spiato”, profilato e di fatto venduto come merce pubblicitaria. Approfondendo questo tema ci sarebbero argomenti per appannare l’immagine di cui Google gode fra l’opinione pubblica. Eppure, Google alla gente è naturalmente simpatica; Apple no, o almeno non a tutti. E su questo a Cuper-tino, per resistere nel tempo, dovrebbero iniziare a lavorare sin da subito. Gianfranco GIARDINA

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

ENTERTAINMENT Rai e Eutelsat annunciano una collaborazione per portare la TV pubblica italiana via satellite in 4K Ultra HD

Rai trasmetterà 8 partite degli Europei in 4K su satelliteSi parte con 8 partite degli Europei di calcio, che saranno visibili grazie alla piattaforma satellitare gratuita TivùSat

di Roberto PEZZALI

L’Italia entra ufficialmente nel-

l’era dell’Ultra HD: grazie a una

partnership con Eutelsat e TivùSat,

la Rai trasmetterà 8 partite degli Europei

a 3840 x 2160, ovvero in Ultra HD 4K. Chi

negli ultimi anni ha comprato un TV con

pannello di nuova generazione potrà fi-

nalmente godere di ogni singolo pixel del

suo nuovo televisore. Si può quasi parlare

di miracolo perché questa volta Rai riesce

ad anticipare addirittura Sky che è sem-

pre stata la prima a introdurre le nuove

tecnologie in Italia su larga scala, dall’HD

al 3D. Rai e Eutelsat hanno annunciato di

aver avviato una collaborazione legata

all’Ultra HD, ma è l’amministratore dele-

gato di Eutelsat Renato Farina a darci in

esclusiva i dettagli più interessanti: “Non è

una sperimentazione: porteremo davvero

l’Ultra HD con la sua eccezionale qualità

a tutti gli italiani che sono in grado di rice-

vere il segnale”.

Gli Europei di calcio sono quindi un inizio,

Rai fa sul serio e il mezzo di trasmissione

non poteva che essere il satellite, l’unico

sistema che oggi ha la capacità trasmis-

siva necessaria per poter gestire senza

problemi una trasmissione che richiede

molta più banda di quella necessaria per

un normale segnale HD. Le partite interes-

sate dalla trasmissione Ultra HD saranno

quella inaugurale, Francia – Romania, se-

guita da altre 7 partite di quarti, semifinali

e finali: si parte quindi sabato 10 giugno

alle ore 21 con Benzema, Pogba e soci e

speriamo che si possa chiudere questo

evento eccezionale con una bella partita

degli azzurri il 10 luglio.

Per vedere le partite servirà TivùSatLa Rai trasmetterà le 8 partite degli

Europei su satellite Eutelsat (Hotbird a 13°

EST) tramite TivùSat, la piattaforma satelli-

tare gratuita che permette già di vedere 9

canali in HD con 5 canali Rai in alta defini-

zione (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4 e Rai Sport).

La trasmissione sarà criptata, e per poter-

la vedere servirà quindi un TV Ultra HD

con tuner satellitare a bordo, la parabola

puntata verso Eutelsat (lo stesso satellite

da cui trasmette SKY), la CAM TivùSat

(un modulo di lettura card da inserire in

un apposito slot nel TV) e la tessera che

viene data in dotazione gratuita con il

modulo CAM. Sul sito di TivùSat è pos-

sibile sfogliare la lista dei TV Ultra HD certificati, ma è giusto dire che la CAM

funziona correttamente anche con molti

SPECIALE TIVÙSAT E L’OFFERTA SATELLITARE GRATUITA• TV free via satellite, scegliere l’impianto giusto

• Tivùsat, un mondo di canali sempre attivi

• Come si fa per vedere i canali della piattaforma gratuita TivùSat

altri TV che non sono stati certificati. Ad

oggi non esiste un decoder esterno Tivù-

Sat Ultra HD, quindi il televisore è l’unico

mezzo per accedere alle trasmissioni.

Per tutte le informazioni che riguardano

TivùSat vi rimandiamo ai nostri speciali,

raggiungibili selezionando i link presenti

nel riquadro qui sopra.

ENTERTAINMENT Annunciate modifiche importanti al palinsesto e la trasmissione in HD di Rai 1, Rai 2 e Rai 3 entro un anno

Campo Dall’Orto: “Entro un anno Rai 1, 2 e 3 in HD su DTT”L’azienda elimina l’emotainment da Rai 1 e, nell’anno degli Europei e delle Olimpiadi, punta in modo deciso sullo sport

di Alvise SALICE

L a Rai si appresta a modificare orga-

nizzazione, strategia e palinsesto in

modo significativo. L’ha dichiarato

il DG Campo Dall’Orto in un’intervista

esclusiva a Repubblica, dove ha tocca-

to anche il tema del canone in bolletta

bollando come “incomprensibili” le pole-

miche delle ultime settimane in un Paese

che da sempre lotta contro l’evasione.

Secondo il DG della Rai, l’azienda deve

puntare forte sullo sport, recuperando

su Rai Sport il terreno perso nei confronti

dei competitor. Per questo sono già in

programma 4 puntate di Sfide dedicate

agli Europei e 8 alle Olimpiadi. Ma so-

prattutto viene annunciata la trasmissio-

ne in HD di Rai 1, Rai 2 e Rai 3: “Dal punto

di vista tecnico, entro un anno Rai 1, Rai 2

e Rai 3 trasmetteranno in HD”, ha affer-

mato Campo Dall’Orto, con riferimento al

digitale terrestre poiché i tre canali citati

sono già disponibili in HD su piattaforma

TivùSat (canali 101, 102 e 103).

Notevoli le modifiche al palinsesto an-

nunciate: la prima notizia è che non ci

sarà più la cronaca nera all’interno di

Domenica in, una scelta che verrà pa-

gata in termini di ascolti ma che si alli-

nea con il concetto di servizio pubblico

portato avanti da Campo Dall’Orto. Altra

novità significativa è che su Rai 1 non

tornerano i programmi di emotainment,

termine gergale che identifica tutti quei

programmi che puntano molto sul fat-

tore emotivo. E quindi non vedremo su

Rai 1 Il dono, un programma incentrato

su atti di altruismo, vite salvata e gesti

di coraggio, ma anche Così vicini e così

lontani, che ripete il classico schema del

ricongiungimento tra parenti lontani, e Ti

lascio una canzone, il talent show con-

dotto da Antonella Clerici con protagoni-

sti giovani ragazzi tra i 10 e i 16 anni.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Gianfranco GIARDINA

P artiamo dal fondo: sono passati già 20 giorni

dalla scadenza prevista e ancora il decreto mi-

nisteriale che deve normare l’inserimento del

canone RAI nella bolletta elettrica non c’è, anche se

iniziano a circolarne delle bozze. Questo ritardo è

l’effetto più tangibile delle difficoltà operative e or-

ganizzative che il Governo sta incontrando nel appli-

care l’inserimento in bolletta del canone deciso nella

legge di stabilità e oramai largamente comunicato

anche dai tanti spot della stessa RAI. L’unica certezza

(ma che per alcuni non è neppure poi così scontata)

è che si dovrebbe iniziare a pagare il canone dalla

bolletta di luglio con una super-rata da 70 euro, qua-

si la totalità dei 100 euro previsti per l’anno in corso;

il resto nelle bollette successive. E – contrariamente a quanto detto dal Governo e dalla RAI sul suo sito – non si pagherà affatto in 10 rate da 10 euro, da

gennaio a ottobre: infatti per quasi tutte le società

elettriche le bollette sono bimestrali e quindi il paga-

mento avverrà scaglionato in 5 o sei rate.

Il problema principale, però, come noi avevamo già

osservato in passato, è la corretta determinazione

dei cittadini nelle cui bollette inserire il canone: i dati

presenti nei database delle società elettriche non

sono sufficienti per determinare con precisione lo sta-

tus di “residente”, come ci ha spiegato Chicco Testa,

presidente di Assoelettrica, in un’intervista che tro-

vate nella pagina seguente. Quindi le società elettri-

che aspettano dall’Agenzia delle Entrate una sorta di

ricongiungimento dei dati ottenuto con l’incrocio di

altri database, primi fra tutti quelle dell’anagrafe dei

diversi comuni. Purtroppo l’attesa Anagrafe Naziona-

le della Popolazione Residente, che si sta allesten-

do, è ancora in ritardo e non arriverà prima del 2017;

non si capisce come la messa a punto del “listone

RAI”, che di fatto richiede la creazione di qualcosa

di molto simile all’Anagrafe Nazionale della Popola-

zione Residente, possa arrivare mesi prima e con un

adeguato livello di accuratezza dei dati.

Una lotta contro il tempo: la definizione di un data-

MERCATO Tarda ancora la pubblicazione del decreto ministeriale che deve normare l’inserimento del Canone RAI in bolletta

Canone RAI in bolletta: poche certezze, tranne la confusioneNon verrà staccata la luce a chi non pagherà il canone; ma sembra proprio che pagarlo non sarà un’operazione facile

base minimamente consistente, che non crei una

miriade di falsi positivi e che non si dimentichi trop-

pi potenziali pagatori per strada, non appare cosa

semplice. Anche perché, prima di emettere la super-

lista dei cittadini tenuti al pagamento (che peraltro

si poteva fare anche negli anni scorsi, anche senza

scomodare le bollette) sarà necessario dare il tempo

agli esentati e ai non possessori di TV di produrre le

opportune autocertificazioni; documenti che vanno

verificati e registrati prima di far partire le prime bol-

lette: non così scontato che ci si riesca entro luglio,

visto che il pro forma dell’autocertificazione non è

ancora stato reso pubblico e le modalità per la sua

corretta consegna non sono ancora state chiarite

dall’Agenzia delle Entrate, che a sua volta attende,

per procedere, il decreto del MiSE. Da ricordare poi

che l’autocertificazione (che si spera possa essere

inviata anche con mezzi diversi dalla Raccoman-

data) vale solo per l’anno in corso e quindi, per chi

persevera nel non possedere il TV, la procedura va

ripetuta tutti gli anni. In ogni caso, è stato chiarito

da più parti che non verrà staccata l’erogazione del-

l’energia elettrica a chi decidesse di non pagare il

canone ma continuasse a pagare regolarmente la

restante quota di bolletta. In quel caso la compagnia

elettrica si limiterà a segnalare il mancato pagamen-

to all’Agenzia delle Entrate che poi proseguirà il

recupero dell’imposta evasa tramite i propri canali.

Resta da capire come si fa, per tutti coloro che hanno

la domiciliazione bancaria o pagano con il bolletti-

no precompilato che volessero rifiutarsi di pagare il

canone (magari perché non dovuto), a fare un pa-

gamento parziale, davvero difficile da effettuare per

meri problemi operativi. Pare che il regolamento del

Ministero chiarisca che, nel caso di pagamenti par-

ziali, prima venga saldata la quota relativa all’allac-

ciamento elettrico e al relativo consumo e, solo se il

versamento è capiente, la quota canone RAI. Questo

dovrebbe mettere al riparo dai distacchi nel caso di

morosità del solo canone, fattispecie molto discussa

in questi giorni dalle associazioni dei consumatori

ma – ci sentiamo di dire – più astratta che concreta.

Insomma, un bel pasticcio reso ancora più intricato

dal fatto che resteranno alcuni cittadini saranno te-

nuti a pagare con i bollettini, come i residenti delle

isole minori (non comprese nell’anagrafe naziona-

le degli utenti elettrici) o persone che condividono

lo stesso tetto (e lo stesso abbonamento elettrico)

pur non avendo alcun rapporto di parentela, come

gli studenti fuori sede. Non resta che attendere che

venga promulgato il testo definitivo del decreto mi-

nisteriale e capire se verrà fatta maggiore chiarezza

o i tanti dubbi resteranno irrisolti fino all’arrivo delle

bollette di luglio.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Gianfranco GIARDINA

Q uestione canone RAI in bolletta: sono giorni di

polemiche di fuoco e di incertezze. Le incer-tezze vengono dalle modalità di applicazione

del nuovo processo, che ancora ha molte aree gri-

gie e di cui non si conosce ancora la fattibilità nei

tempi previsti. Le polemiche, invece, nascono più o

meno da tutti gli attori coinvolti: i consumatori, con

grandi dubbi sul fatto che l’applicazione del canone

in bolletta possa avvenire senza generare “mostri”

e imposizioni multiple o non dovute; l’Agenzia delle

Entrate, alle prese con la necessità di allestire in fret-

ta e furia un’anagrafe dei nuclei familiari (o assimilati)

e della loro residenza; le forze politiche contrarie a

questa modalità di esazione; infine le società di for-

nitura dell’energia elettrica, chiamate a un ingrato

compito - fare l’esattore - di cui avrebbero fatto vo-

lentieri a meno. Proprio con queste abbiamo scam-

biato qualche battuta, nella persona di Chicco Testa,

nel suo ruolo di presidente di Assolettrica, l’associa-

zione confindustriale che riunisce tutte le società

elettriche. Proprio Testa nelle scorse settimane è

stato protagonista delle critiche più feroci non tanto

sul provvedimento, che pur non gli piace, ma sulle

modalità di applicazione, con il regolamento ministe-

riale, atteso per metà febbraio e che ancora adesso

non è stato promulgato.

DDAY.it: Allora, è finalmente chiusa la partita con il Governo sull’applicazione del canone RAI in bolletta?Chicco Testa: “Siamo alle ultimissime battute, il fine

tuning. Direi che sostanzialmente le procedure sono

definite…”

DDAY.it: Le critiche al provvedimento che aveva mosso nei giorni scorsi sono rientrate con le ultime formulazioni al decreto in corso di emanazione?Testa: “Sì, mi sembra che buona parte delle nostre

perplessità siano superate. L’impostazione ora è

chiara. Lo snodo chiave è lavorare bene sul siste-

ma informativo. Le aziende elettriche devono ave-

re chiarezza su a chi devono applicare il canone in

bolletta. Esiste un sistema informativo nazionale che

questo lavoro lo può fare, anche se dovranno lavo-

rare molto in questi giorni…”

DDAY.it: Come mai secondo lei si è arrivati al coin-volgimento delle società elettriche?Testa: “È un’idea che girava da molto tempo e a

cui noi avevamo sempre resistito. Vorrei che fosse

chiaro anche ai cittadini che noi non ci guadagna-

mo un quattrino e che anzi questa cosa rischia di

inquinare il rapporto di fiducia che ci deve essere tra

MERCATO Abbiamo incontrato e intervistato Chicco Testa, presidente di Assoelettrica, l’associazione delle società elettriche

Testa: “Canone RAI in bolletta? Per le società elettriche il danno di immagine è enorme”Le società elettriche sono incaricate di raccogliere il canone RAI contro la loro volontà e, per il momento, senza contropartite

un venditore di energia elettrica e il suo cliente. Noi

in questo frangente ci troviamo a trasferire ai nostri

clienti un onere che non ha alcuna relazione con

il consumo di energia elettrica e su cui non siamo

competenti. Ci si è arrivati perché evidentemente la

bolletta elettrica - come dico spesso - è un treno che

arriva sempre, al contrario di altri treni che finisco-

no su binari morti o arrivano in ritardo. E poi anche

perché la morosità della bolletta elettrica comporta

delle conseguenze pratiche evidenti, come il distac-

co del servizio; noi abbiamo evitato che il canone

possa incidere su questo aspetto chiedendo che la

morosità della componente elettrica della bolletta

venisse ben distinta da quella, che non ci compete,

del canone.”

DDAY.it: Viene da pensare che il Governo riten-ga che le società elettriche siano più efficienti nel recuperare le imposte rispetto alla Pubblica Amministrazione…Testa: “Temo che la spiegazione sia un po’ più

complessa. In realtà, il canone fino a ieri era una

‘cartella esattoriale’, chiamiamola così, separata,

un’esazione a sé. Ma così facendo c’erano circa

10 milioni di famiglie che l’evadevano. Cercare di

recuperare queste cifre che prese singolarmente

non sono enormi comporta uno sforzo enorme. In

questo modo la modalità di riscossione è molto più

semplice.”

DDAY.it: Ma non era più corretto associare il ca-none a tutti quei tributi imputati a livello familia-re, come la TARI, per esempio, annegandolo nelle tasse locali?Testa: “Ah, beh, certo, secondo me sì. Ma ahimè è

andata così… Tanto più che il TV ce l’hanno prati-

camente tutti. Voglio vedere chi è che si prende il

rischio di autocertificare che non ha il televisore”.

DDAY.it: Al di là della quota di imposte che già pa-ghiamo in bolletta, non crede che l’inserimento del canone RAI possa rappresentare un precedente importante? Non è che ci vedremo inserire in bol-letta altri tributi?Testa: “Posso rispondere solo in un modo: spero

di no. Spero vivamente di no!”

DDAY.it: Adesso operativamente cosa succederà? Voi applicherete il canone a tutte le bollette pri-vate o attendete delle “liste” dall’Agenzia delle Entrate?Testa: “Il sistema informativo nazionale, che non

dipende da noi, deve comunicare alle aziende elet-

triche la lista dei contratti di fornitura ai quali ap-

plicare il canone. Il sistema informativo crea la lista

incrociando i dati dei nostri clienti, che ha già, con

le eventuali esenzioni che fornisce l’Agenzia delle

Entrate, in modo tale che a noi venga consegnato

un database con gli utenti che devono pagare”.

DDAY.it: Ma l’Agenzia delle Entrate ha i dati del-la popolazione residente? Si è parlato di dati che devono arrivare dalle anagrafi dei singoli comu-ni ed essere anch’essi incrociati con il grande database…Testa: “È un lavoro che non dobbiamo fare noi. An-

che perché le società elettriche sanno quando un

cliente è residente se il cliente attiva un contratto di

quelli destinati ai residenti, che è solo da 3 KW per

la prima casa…”

segue a pagina 05

torna al sommario 5

MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

MERCATO

Intervista a Chicco Testasegue Da pagina 04

DDAY.it: Così tutti coloro che hanno 4,5 KW o più spariscono dalla vostra lista di “residenti”…Testa: “Certo. Per questo i dati dei nostri clienti van-

no incrociati con quelli dell’anagrafe. Ma è un lavoro

che non possiamo fare noi… Comunque non dovreb-

be essere un lavoro complesso, sono abbastanza

fiducioso…”

DDAY.it: Secondo lei quindi non ci saranno falsi positivi?Testa: “Beh, qualche problema ci sarà di sicuro,

come accade in questi casi”.

DDAY.it: Ma il cittadino al quale viene applicato il canone in bolletta e per un qualche motivo doveva esserne esentato, cercherà di lamentarsi e di recu-perare il maltolto e probabilmente lo farà con voi…Testa: “Mi dispiace ma non siamo noi i titolari delle

eventuali lamentele, devono riferirsi all’Agenzia delle

Entrate”.

DDAY.it: I vostri call center sentono già adesso un po’ di pressione per le richieste di informazioni sul canone?Testa: “Un po’, ma poca roba…”

DDAY.it: Cosa succede a chi stipula un nuovo con-tratto verso fine anno? Deve pagare il canone per tutto l’anno in corso?Testa: “Pagherà solo per la porzione di anno in cui

fruisce dell’impianto elettrico; se sottoscrive negli ul-

timi giorni dell’anno, può anche essere che questa

piccola quota la trovi in bolletta nell’anno nuovo”.

DDAY.it: Tutti parlano di dieci rate dal mese di gennaio a ottobre: ma come si concilia questa periodicità con le bollette che generalmente sono bimestrali?Testa: “Noi fatturiamo normalmente sei volte all’anno

e, anche dopo l’introduzione del canone in bolletta,

queste rimarranno bimestrali. Quindi stiamo parlan-

do di rate da poco più di 15 euro distribuite in tutte le

bollette dell’anno”.

DDAY.it: Ah, quindi si pagherà ogni due mesi e per tutto l’anno, non solo da gennaio a ottobre…Testa: “Per quest’anno dovremo fare una cosa tran-

sitoria, con un pagamento di una super-rata a luglio,

per poi seguire con la quota nelle bollette successi-

ve. Dall’anno prossimo ogni azienda seguirà il pro-

prio ritmo di fatturazione: normalmente si tratterà di

6 bollette su cui distribuire i 100 euro del canone”.

DDAY.it: Ci sono accordi con il Governo per una remunerazione per l’attività di raccolta e ridistribu-zione del canone RAI che le società elettriche sono chiamate a fare?Testa: “Per il momento non c’è ancora nulla, ma è

chiaro che non ce lo aspettiamo, bisogna trovare

una soluzione. Anche perché noi scarichiamo di costi

altri pezzi dell’amministrazione dello Stato, a comin-

ciare dalla RAI…”

DDAY.it: Avete fatto una stima dei costi?Testa: “Guardi, si tratta di qualche decina di milioni di

euro, per tutto. Ci sono almeno due voci di costo rile-

vanti: una è l’adeguamento del sistema informativo;

la parte più onerosa però è la parte amministrativa:

noi dobbiamo fare tesoreria, riversare le somme, se-

gnalare gli eventuali casi di morosità, ripulire conti-

nuamente il database, avremo affollamento sui call

center. Il tutto moltiplicato per 30 milioni di famiglie.

Se tutto questo lavoro costasse un euro per famiglia

all’anno, che è poco, saremmo già arrivati alle cifre

di cui stiamo parlando”.

DDAY.it: Beh, di certo molto meno dell’aggio di una qualsiasi rete di riscossione…Testa: “La nostra non sarebbe una commissione ma

un puro rimborso dei costi”.

DDAY.it: In questi giorni c’è stato un grande dibatti-to sull’eventualità che l’utente potesse decidere di pagare solo la quota parte della bolletta relativa al-l’energia elettrica, senza pagare quella del canone, perché magari non dovuto. Ma nei tantissimi casi di domicliazione bancaria, e tutto sommato anche con i bollettini prestampati, come si fa a fare un paga-mento parziale? È praticamente impossibile…Testa: “Ah, ha perfettamente ragione. È una doman-

da che mi faccio anch’io. Soprattutto al nord, la do-

miciliazione bancaria è prevalente. Ma mi permetta

una piccola digressione: io capisco coloro che inten-

dono sollevare una questione relativa alla legittimità

del canone. Indubbiamente molti anni fa, quando esi-

steva solo la TV pubblica, ed era effettivamente un

servizio pubblico, era abbastanza chiaro il nesso tra

canone e servizio. oggi, in presenza della pluralità di

servizi, ci sono molti canali televisivi, soprattutto sul

satellite, che offrono contenuti di servizio pubblico

perfino superiori a buone parti della programmazio-

ne RAI. Per esempio io trovo che, visto che il calcio

è il nostro sport nazionale, la messa in onda delle

partite del campionato di calcio di Serie A dovrebbe

essere considerata quasi servizio pubblico. Quindi

trovo interessanti le discussioni sulla legittimità del

canone, che ho sentito fare in queste settimane; one-

stamente trovo molto speciose e foriere di ‘grane’ da

azzeccagarbugli, le ipotesi formulate dalle associa-

zioni dei consumatori, sulla possibilità di scorporare

il canone e pagare la bolletta senza di esso”.

DDAY.it: Le vostre aziende, che anche e soprattutto in vista del passaggio al libero mercato, investono molti quattrini per le proprie campagne di comu-nicazione, non pensano che questa vicenda del canone possa creare loro un danno di immagine ingente?Testa: “Sì, questo fenomeno lo si teme. Noi in qual-

che modo abbiamo già di fronte agli occhi questo

problema. Per esempio, non tutti sanno che sulla bol-

letta gravano una serie di tributi che fanno sembrare

le società elettriche delle sanguisughe. Con il cano-

ne RAI il problema non potrà che acuirsi”.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

Amazon alza la soglia della spedizione gratuita da 19 a 29 euroPer usufruire della spedizione standard gratuita su Amazon ora occorre un ordine da almeno di 29 euro Il servizio Prime diventa ancor più attraente di Emanuele VILLA

Che le grandi aziende cerchino di spingere i propri servizi forfettari non è una novità, ma che lo fac-ciano scoraggiando i loro servizi “a consumo” è una moda ben più recente: dopo il raddoppio delle tariffe voce di TIM , anche Ama-zon sembra percorrere una stra-da analoga alzando di 10 euro la soglia minima di ordine per poter usufruire della spedizione gratui-ta. Se prima la spedizione stan-dard, quella da 3 a 5 giorni per intenderci, era gratuita per ordini superiori ai 19 euro di ammontare totale, ora ce ne vogliono 29 per usufruire del medesimo servizio. Per ordini inferiori a 29 euro, la spedizione costa 2,70 euro per libri, musica, videogiochi, softwa-re, DVD e Blu-ray, mentre si paga 3,99 euro per tutti i prodotti diver-si. L’aumento della soglia minima può essere semplicemente la conseguenza di una rinegozia-zione delle tariffe tra Amazon e i suoi fornitori di servizi logistici, ma l’effetto immediato è quello di ren-dere ancor più attraente il servizio Prime, le cui tariffe non cambiano. Con 19,99 euro all’anno è possibi-le usufruire della spedizione gra-tuita da 1 giorno su un’infinità di prodotti, il che per chi fa almeno 2 o 3 acquisti l’anno da Amazon diventa un vero e proprio must.

di Emanuele VILLA

I n una mossa che definire coordinata

sarebbe riduttivo, tutta (o quasi) la

Silicon Valley si è mobilitata a favore

di Apple e contro l’FBI in quello che è

senza dubbio il caso giudiziario (e politi-

co) più importante degli ultimi anni. I fatti

sono noti: a seguito dei tragici eventi di

San Bernardino e del ritrovamento sul

luogo di un iPhone 5C appartenuto a

uno degli attentatori, l’FBI ha subito

preteso da Apple la massima colla-borazione per risalire ai contenuti al telefono, contenuti che sono criptati e

protetti dalla password del dispositivo.

Per adempiere alle richieste (presenti e

future) dell’FBI, Apple dovrebbe lascia-

re aperta una backdoor in iOS e fornire

alle autorità un software che al momen-

to non possiede, cosa che non ha alcu-

na intenzione di fare poiché creerebbe

un pericolosissimo precedente per la

sicurezza e la privacy dei propri utenti.

Risalire e decrittare i dati di un iPhone

5C si è trasformato in un caso di sicu-

rezza mondiale, tanto da condizionare il

dibattito politico statunitense e, ai nostri

fini, tutto il mondo della tecnologia. Mai

come in questo momento, aziende che

ogni giorno si danno battaglia (anche

in tribunale) si ritrovano dalla stessa

parte per difendere i propri interessi e

quelli dei clienti sparsi nel mondo. La

questione è delicatissima poichè non si

tratta di decidere se un telefono debba

essere sbloccato ma quale tra i principi

di sicurezza e riservatezza debba esse-

re prevalente. Non si può dare torto a

James Comey, direttore dell’FBI, quan-

do sostiene che sia lo stesso ideale di

giustizia a imporre limitazioni (eccezio-

nali) alla privacy e alla riservatezza, e

che tanti casi non sarebbero mai giunti

a conclusione senza violazioni auto-

rizzate alla stessa, ma al tempo stesso

come non difendere chi ritiene che le

conseguenze di una backdoor possano

essere devastanti? Chi stabilirebbe in

quel caso come e quando possa essere

usata? A che scopo ci si potrà “intrufo-

lare” nei nostri dati? Come difendersi

da possibili utilizzi malevoli da parte di

hacker e affini?

Ecco perchè tutta (o quasi) l’industria

tech si è schierata a favore di Apple

MERCATO Da Facebook a Microsoft, da Google a Yahoo: tutta la Silicon Valley si schiera con Apple

I big della tecnologia con Apple contro l’FBI Conseguenze devastanti se vince il governoAlcuni ricercatori ipotizzano persino conseguenze “orwelliane” nel caso di vittoria dell’FBI

presentando alla corte dei brief friend

of the court (Amici Curiae), documenti

non determinanti ai fini del verdetto ma

che vanno valutati dalla corte in quanto

indicativi di un sentimento diffuso. Alcu-

ne aziende, tanti competitor, hanno uni-

to i propri sforzi per dare maggiore inci-

sività alle proprie motivazioni (è il caso

di Amazon, Cisco, Facebook, Mozilla,

Nest, Slack, Whatsapp e Google), al-

tre hanno invece deciso di muoversi

indipendentemente (AT&T), altre anco-

ra, come Samsung, hanno espresso il

proprio sostegno nei confronti di Apple

senza presentare documenti formali.

Oltre a considerazioni di principio, se-

condo cui la sicurezza nazionale si fon-

derebbe proprio sull’encrypting dei dati

e non sulla sua violazione, le aziende

si muovono anche sul fronte dell’ec-

cezione legale: nelle loro dichiarazioni,

i big della Silicon Valley ritengono che

l’appiglio del governo - l’All Writs Act

- non possa essere considerato deter-

minante ai fini del giudizio: si tratta di

una legge del 1789 emendata nel 1911,

del tutto inadatta a regolamentare un

caso del 2016 che andrebbe a formare

un precedente vincolante pesantissimo

nel sistema giuridico di Common Law.

Ecco perché le aziende sostengono

che il caso dovrebbe passare dalle aule

di tribunale a quelle del Congresso:

non è possibile che una legge emanata

50 anni prima dell’invenzione del tele-

grafo possa obbligare Apple a creare

una backdoor all’iPhone o, in generale,

a normare questioni relative alla Rete, a

Internet e agli smartphone.

Chi volesse approfondire, il documen-to è pubblico e disponibile a questo indirizzo.Particolare la posizione di Samsung,

grande nemico-amico di Apple: nemico

in tribunale e fornitore di primo piano

dell’azienda. Samsung non ha ancora

deciso se presentare un documento

formale, ma ritiene che la privacy dei

propri utenti sia “estremamente impor-

tante” e prioritaria. L’azienda sostiene

che “I nostri telefoni sono dotati di cifra-

tura per proteggere la privacy e i conte-

nuti, e non hanno backdoor. Quando ci

viene richiesto, e all’interno della legge,

noi collaboriamo con le Autorità, ma

ogni richiesta di creare una backdoor

andrebbe a minare la fiducia dei con-

sumatori”.

Come se non bastasse, alcuni ricerca-

tori ed esperti di sicurezza delle univer-

sità di Stanford, Hardvard e Rice, hanno

presentato le proprie riflessioni circa

potenziali scenari futuri nel caso doves-

se vincere l’FBI, scenari che alcuni già

definiscono orwelliani (1984). Secondo

i tecnici, dovesse passare la tesi del

governo, nessuno potrebbe vietare lo

stesso dal richiedere aggiornamenti

software ad hoc che - in determinate

circostanze - registrino le conversazioni

captate dai microfoni degli Smart TV o

dalle videocamere degli stessi e le invii-

no ad agenzie esterne, per non parlare

delle webcam integrate in tutti i laptop,

nei sistemi di smart home che ormai

funzionano con comandi vocali (si pen-

si ad Amazon Echo, piuttosto diffuso in

USA) e molto altro.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Francesco FIORILLO

A partire dal prossimo 1 aprile il prez-

zo delle chiamate a consumo verso

i telefoni fissi e i cellulari nazionali

dell’offerta Voce passerà da 10 cent a 20

cent al minuto. Inoltre, per ogni chiamata

effettuata sarà previsto uno scatto alla

risposta di 20 cent. A comunicarlo è la

stessa società tramite una nota ufficiale

apparsa sul sito web.

Il costo dell’abbonamento mensile, ha

continuato il gestore italiano, resterà

invariato, così come lo sconto del 50%,

applicabile al superamento delle 3 ore di

conversazione al mese per le chiamate

verso i telefoni fissi nazionali. Tale au-

mento, si evince dalla nota, non interes-

serà però i clienti che hanno già attivato

un’offerta integrata, ovvero comprensiva

di linea telefonica, chiamate e/o naviga-

zione Internet in un unico abbonamento

(come ad esempio Tutto, Tutto Voce, TIM

Smart, TIM Smart Fibra, Internet Senza

Limiti) oppure un’offerta aggiuntiva con

MERCATO Da aprile TIM varierà da 10 a 20 cent al minuto il costo delle chiamate a consumo

TIM raddoppia il prezzo delle chiamate voce Aumenta il costo delle chiamate verso telefoni fissi e cellulari nazionali dell’offerta Voce Costo dell’abbonamento invariato, nessun aumento per i piani tariffari “tutto compreso”

prezzi specifici verso alcune tipologie di

chiamate (come ad esempio SuperChia-

maMobile o Alice Tutto Incluso, etc.). In

queste specifiche opzioni continueranno

a valere infatti le condizioni economiche

previste dalle relative offerte. Evidente-

mente con questa mossa TIM vuole spin-

gere il più possibile i propri piani “tutto

in uno”, sui quali si sta concentrando da

tempo e che potrebbero diventare l’uni-

ca opzione percorribile nel medio perio-

do. Telecom Italia ha infine specificato

che qualora non si intendesse accetta-

re le nuove condizioni sopra indicate,

in base al Codice delle Comunicazioni

Elettroniche, si avrà la possibilità di re-

cedere il proprio contratto entro e non

oltre il 31 marzo 2016, anche passando

ad altro operatore. Tutto senza costi di

disattivazione.

MERCATO Firmato un memorandum per fornire in tutto il Paese servizi di banda ultralarga

Tiscali e Huawei insieme per i 100 Mbps in ItaliaIl servizio con tecnologia wireless LTE-TDD a 3.5 GHz renderà possibile lo streaming 4K

di Alvise SALICE

Riccardo Ruggero, AD di Aria S.p.A.

(società del gruppo Tiscali che si

occupa dei servizi LTE), ha pre-

sentato a Barcellona l’intesa raggiunta

fra la compagnia sarda e Huawei Italia.

Obiettivo delle due aziende è portare

a tutti gli utenti residenziali connettività

da 100 Mbps in download e 20 Mbps in

upload, cosa più che adeguata per tutti

gli scopi attuali, streaming 4K compre-

so. Materialmente, l’accordo fra Tiscali

e Huawei prevede l’installazione della

tecnologia Fixed Wireless Broadband

nella frequenza di 3,5 GHz, sfruttando

un’architettura di rete Wireless Fiber-to-

the-X: grazie alla fornitura hardware del

gigante cinese, Tiscali dislocherà 1.250

base station sull’intera penisola, in grado

di coprire con la rete 4G il fatidico ultimo

miglio che separa gli utenti finali dalle

centrali telefoniche. La collaborazione

italo-cinese vuol essere tale sia sul piano

sia tecnico che commerciale, ma rimar-

rà nel mondo delle idee finché le due

aziende non avranno trovato almeno un

terzo partner, che si accolli buona parte

degli investimenti. Sulla fattibilità del pro-

getto, Ruggero si dice comunque molto

ottimista: “L’Italia ha bisogno di un’infra-

struttura di rete di nuova generazione,

e il Fixed Wireless Broadband su tecno-

logia LTE, in rapido consolidamento in

molti Paesi, si è già dimostrata la solu-

zione più efficace per prestazioni e con-

venienza laddove è stata implementa-

ta.” Inutile aggiungere che la prospettiva

concreta di poter vendere lo streaming

in 4K non tarderà ad attrarre l’attenzione

dei fornitori di contenuti multimediali.

Diritto all’oblio contro gli Smart TV spioniGli Smart TV registrano i comandi vocali, tra cui anche potenziali conversazioni private. Bruxelles si sta muovendo per la regolamentazione Si ipotizza l’ingresso di un Diritto all’Oblio anche in quest’ambito di Emanuele VILLAGli Smart TV delle ultime gene-razioni, complici i sistemi cloud-based di riconoscimento vocale, possono memorizzare le informa-zioni impartite a voce dall’utente e addirittura i video ripresi con le webcam di cui sono dotati. Il tema è al centro di un nuovo rapporto dall’Osservatorio Europeo del-l’Audiovisivo, che arriva proprio nel momento in cui a Bruxelles si discute sui contenuti del Ge-neral Data Protection Regulation (GDPR) che dovrebbe essere va-rato a breve. Il rapporto sostiene che la regolamentazione dei TV Smart debba riguardare cinque ambiti distinti, ma soprattutto la protezione dei dati, la comuni-cazione degli stessi, la tutela dei privati e i diritti umani. Il rapporto sostiene inoltre che la legisla-zione in via di sviluppo (GDPR) debba integrare quella in essere offrendo tutele maggiori come la possibilità per gli utenti di oppor-si al trattamento dei dati persona-li per scopi secondari. Il rapporto associa per la prima volta il con-cetto di Diritto all’Oblio nei con-fronti dei dati memorizzati dagli Smart TV: gli utenti devono poter richiedere al fornitore del servizio la cancellazione di tutto ciò che li riguarda. Infine, si sostiene che il Regolamento UE debba preve-dere la possibilità di trasferimen-to dei dati tra Paesi diversi solo se quello di destinazione offre tutte le garanzie necessarie per garantire il rispetto delle norme del Regolamento stesso.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Emanuele VILLA

I l 1° marzo 2016 è stato un momento

importante nel processo di sviluppo

digitale del Paese, e in particolare

della sanità pubblica. Sono infatti stati

aboliti i classici “blocchetti rossi” con le

prescrizioni di farmaci ed esami clinici e

al loro posto è entrato in vigore un siste-

ma di prescrizione totalmente (o quasi)

digitale. Nonostante la complessità

dell’infrastruttura informatica, il mecca-

nismo di funzionamento dovrebbe es-

sere del tutto indolore per il paziente

(forse un po’ meno per il medico): per

prescrivere farmaci, visite ed esami, il

medico dovrà semplicemente accedere

a un database centralizzato e associare

– tramite codici identificativi – i famaci

da prescrivere al codice fiscale dell’as-

sistito, ottenendo in tempo reale infor-

mazioni determinanti come le esenzioni

parziali o totali.

La digitalizzazione sarà però completata

solo in una seconda fase: ora il medico

consegna al paziente un piccolo fogliet-

MERCATO Il glorioso “blocchetto rosso” del medico di base va in pensione. Lo sostituisce (gradualmente) la ricetta elettronica

Ricetta di carta addio. Medici e farmacie diventano 2.0 Si semplifica l’iter, si riducono i costi e si possono comprare farmaci dietro prescrizione anche dove non si ha la residenza

to in formato A5 con un codice a barre

da consegnare al farmacista che – a sua

volta – inserisce i codici riportati e, una

volta ottenuta luce verde, consegna i

farmaci e registra i codici, l’acquisto av-

venuto, il calcolo del ticket e eventuali

esenzioni vigenti nella regione di resi-

denza del paziente. Il foglietto funge da

piano d’emergenza nel caso di malfun-

zionamenti, assenza di linea, aggiorna-

menti di sistema e via dicendo: se dota-

to di promemoria rilasciato dal medico,

l’assistito potrà ricevere i farmaci anche

se la farmacia è in black out.

Il sistema al momento non è valido per

esami e visite specialistiche ma lo sarà

a breve, mentre fino a fine 2017 è esclu-

sa la prescrizione di stupefacenti, ossi-

geno e farmaci con piano AIFA.

Ma la novità più importante, specie per

chi viaggia molto, è che i farmaci pos-

sono essere ritirati su tutto il territorio

nazionale: finora la ricetta tradizionale

valeva solo nella regione presso la qua-

le era stata emessa (residenza), nono-

stante nel tempo alcune regioni aves-

sero previsto un particolare sistema di

rimborsi. Dal 1 marzo è possibile farsi

prescrivere farmaci dal proprio medico

di base, poi partire per un viaggio di la-

voro e ritirarli in una farmacia a 1.000 km

di distanza pagando la stessa cifra che

si pagherebbe alla farmacia sotto casa.

Vantaggi? Molti: a parte l’eliminazione

(totale o parziale) della carta e dei costi

di stampa, la ricetta elettronica dovreb-

be porre fine alla falsificazione delle

ricette e al furto dei ricettari, fenomeni

tutt’altro che infrequenti. I medici, inve-

ce, non sembrerebbero del tutto sod-

disfatti poiché l’elaborazione dei dati,

codici ed esenzioni varie sarebbe una

nuova complicazione che rischia di in-

cidere (negativamente) sul tempo della

visita. Tra qualche mese potremo tirare

le prime somme.

di Gaetano MERO

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guar-dian, l’Unione Europea avrebbe

rinviato l’approvazione di una norma

che mette al bando gli elettrodomesti-

ci poco efficienti per paura di incorrere

in quello che è già stato ribattezzato lo

scandalo del tostapane. Spieghiamoci

meglio: secondo la fonte citata, l’Unione

Europea avrebbe paura che una norma

del genere, mettendo al bando parte

dei piccoli elettrodomestici in uso in UK

(ma anche altrove, a dire il vero), venga

strumentalizzata dalla stampa inglese e

usata a sostegno della Brexit, il referen-

dum che chiederà ai cittadini del Regno

Unito di scegliere se rimanere o meno

in Europa il 23 giugno prossimo.

La notizia ha fatto il giro del mondo ed

è stata ribattezzata toastergate proprio

perché la regolamentazione riguarda i

piccoli apparecchi che utilizziamo ogni

MERCATO Per The Guardian, l’Unione Europea avrebbe deciso di ritardare la norma sull’efficienza energetica degli elettrodomestici

L’Unione Europea bloccata dallo “scandalo del tostapane” La norma sarebbe stata ritardata per evitare strumentalizzazioni a favore della Brexit da parte della stampa inglese

giorno come tostapane, bollitori e aspi-

rapolvere: a sostegno di ciò è arrivato

il Tweet di un eurodeputato britannico

che si lamentava delle prestazioni della

sua nuova toastiera dando inspiegabil-

mente la colpa all’UE. Il fatto che sia

diventato lo scandalo del toastapane

dipende unicamente da quel tweet.

In sostanza il piano europeo prevede

l’adozione di nuovi standard energetici

integrando la direttiva Ecodesign, che

le aziende saranno obbligate a rispet-

tare, la quale innalza i livelli di efficienza

energetica, durata, riparabilità e pos-

sibilità di riciclo dei prodotti. La legge

doveva entrare in vigore già lo scorso

anno e ora si trova in una nuova fase di

stallo in attesa che passi l’onda antieu-

ropea, alzatasi in vista del referendum,

dicono le fonti istituzionali ascoltate

dalla testata. Eppure secondo le prime

stime i cittadini europei potrebbero ri-

sparmiare entro il 2030 l’equivalente

di 10 milioni di tonnellate di CO₂ rag-

giungendo alti livelli di efficienza di cui

beneficerebbe l’ambiente oltre ad una

riduzione non indifferente delle bollette

di energia elettrica.

Sulla vicenda si è espressa anche Sylvie

Feindt direttore del Digital Europe, l’or-

ganismo che rappresenta le società

dell’elettronica di consumo nel Vecchio

Continente tra cui Apple, Microsoft e

Google affermando che “i regolamenti

per la progettazione ecocompatibile

sono stati contestati e la Commissione

Europea è particolarmente sensibile

sull’argomento” in quanto teme ulteriori

attacchi dalla stampa. La materia effet-

tivamente, continua Feindt, coinvolge

“un ampio contesto politico” tra cui l’im-

minente referendum.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Gianfranco GIARDINA

È partito l’iter parlamentare della proposta di legge

congegnata dall’intergruppo innovazione della

Camera dei Deputati sulla sharing economy (pri-

ma firmataria è l’On. Veronica Tentori, con altri tra cui

l’On. Stefano Quintarelli) che dovrà normare, anche

dal punto di vista fiscale, le attività dei privati legati alla

sempre più diffusa sharing economy.

È il caso, per esempio, delle attività di affitto abitazioni

di breve durata, tanto per intenderci quelle interme-

diate da piattaforme come Airbnb. Finora queste at-

tività sono largamente sfuggite alla visibilità del fisco,

scatenando anche l’ira degli operatori professionali

(gli albergatori, nel caso degli affitti) che hanno visto

erodersi una parte sempre più rilevante del proprio

mercato a favore di queste nuove forme di condivi-

sione. Va chiarito che la norma non tende a regolare

le attività di ordine professionale (come per esempio

Uber) che sono soggette alle disposizioni di legge già

previste per le categorie interessate, sia dal punto di

vista degli adempimenti che della fiscalità; la proposta

di legge presentata oggi alla Camera è finalizzata a

chiarire come si possono e devono comportare i privati

che, condividendo qualcosa con altri privati, ne ricavi-

no un guadagno. Come dicevamo è il caso di Airbnb,

ma anche di Blablacar, Eatwith o Taskrabbit (non an-

cora presente attivamente in Italia). Su tutti i proventi

che derivano da queste attività, secondo la proposta di

legge i cittadini avranno una tassazione agevolata pari

al 10% fino a un massimo guadagno annuale di 10mila

euro; oltre questa cifra, che può comunque essere

superata, l’aliquota applicata diventa quella marginale

del cittadino, ognuno secondo il proprio profilo fiscale;

ovverosia, i proventi oltre il tetto dei 10mila euro si cu-

mulano con i restanti redditi del cittadino e su di essi

vanno pagate ulteriori tasse.

Ovviamente una tassazione del 10% è assolutamente

moderata, rispetto alla tassazione degli operatori pro-

fessionali. Ma va ricordato che i cittadini “condivisori”

non sono in condizione di detrarre le spese che sono

necessarie, per esempio, per l’allestimento dell’appar-

tamento che condividono e quindi si trovano, rispetto

agli operatori professionali, con un “gap” di impatto fi-

scale dei costi che non può essere trascurato.

Un’altra importante novità riguarda la responsabilità

civile derivante dalle attività di sharing: in alcuni casi

l’Authority della Concorrenza e del Mercato potrà sta-

MERCATO Partito l’iter di un progetto di legge per normare le attività di condivisione tra cittadini, come gli affitti di breve termine

Sharing economy: verso tasse al 10% sui proventi Tassazione agevolata al 10% per i primi 10mila euro annui di reddito. Le piattaforme in Italia diventano sostituto d’imposta

bilire l’obbligatorietà di una copertura assicurativa a

carico dei cittadini che condividono il bene (per esem-

pio chi guida la macchina in caso di car sharing o chi

affitta il proprio appartamento). Una norma questa che,

se verrà applicata con attenzione ai casi particolari e

senza penalizzare eccessivamente i “condivisori” oc-

casionali, appare decisamente sensata.

Le piattaforme come sostituto d’imposta Ma dovranno essere presenti in ItaliaLa complicazione sta nel fatto che le piattaforme che

gestiscono l’attività di condivisione (che normalmen-

te sono straniere) sono chiamate a fare da sostituto

d’imposta, trattenendo il 10% alla fonte, in modo da

assicurare all’erario le entrate che altrimenti sarebbe-

ro lasciate alla correttezza dei singoli nel compilare la

propria dichiarazione dei redditi. Per poter fare questa

operazione, le società che gestiscono le piattaforme

devono avere un’organizzazione stabile nel nostro

Paese, in modo tale da avere una partita IVA e un codi-

ce fiscale con il quale compiere l’operazione di sostitu-

to d’imposta: questa condizione non sarà sempre facile

da soddisfare, visto che i servizi, soprattutto quando

sono emergenti, sono erogati interamente dall’estero.

La finalità pare essere anche quella di censire queste

piattaforme e quindi verificarne il giro d’affari generato

nel nostro Paese per applicarvi la fiscalità italiana: tanto

è vero che la proposta di legge prevede l’istituzione

di un opportuno registro delle piattaforme di sharing

“autorizzate” presso l’Authority della concorrenza. Non

è chiaro al momento come potrà funzionare l’eventua-

le “enforcement” a carico delle piattaforme che non

adempiano e che non siano presenti come persone

giuridiche nel nostro Paese. Fermarle sul nostro territo-

rio con clamorosi interventi di filtro su Internet parreb-

be complicato e forse sproporzionato. Le piattaforme,

come sostituto d’imposta, dovranno altresì emettere la

documentazione comprovante i compensi erogati nel

corso dell’anno e le trattenute fiscali operate in modo

da permettere al cittadino la corretta compilazione del

modello Unico o del 730. Infatti, la singola piattaforma

non può sapere se, magari operando su più piattafor-

me, il singolo cittadino ha sfondato la soglia del 10mila

euro annui, che è cumulata e non da intendersi per

singolo sito. Quindi starà poi al cittadino riportare nella

propria dichiarazione dei redditi le cifre percepite e le

tasse già pagate grazie al meccanismo del sostituto

d’imposta, per poi calcolare, nel caso di superamento

cumulato dei 10mila euro, se sono necessarie integra-

zioni fiscali e di che entità. Inoltre, tra i compiti della

piattaforma, anche chiedere (e verificare?) che i pro-

pri clienti siano in possesso delle polizze assicurative

eventualmente richieste dall’Authority italiane: possibi-

le ma non facile. Infine, le piattaforme (quelle registra-

te) saranno chiamate a contribuire ai costi dell’Authority

con un “gettone” che può arrivare al massimo allo 0,08

per mille del proprio fatturato (ma non è chiaro se si

parla di fatturato nazionale o globale, il che ovviamen-

te non sarebbe sensato); inoltre devono redigere un

opportuno documento di politica aziendale, che descri-

va la natura del rapporto con i propri clienti e che non

contenga disposizioni che richiedano esclusive, tariffe

obbligatorie o eventuali trattamenti punitivi o preferen-

ziali su determinati utenti.

Parte la fase di consultazione pubblica Su Web i commenti dei cittadiniLa proposta di legge entra ora per tre mesi in una fase

di consultazione pubblica in cui ogni cittadino potrà

esprimere il proprio parere e dare i propri consigli per

una correzione di tiro sugli aspetti che giudica più cri-

tici. Il testo completo e la piattaforma di gestione dei

commenti si trova qui. Chiunque abbia qualcosa da

dire, lo faccia: una volta che i principi della democrazia

arrivano fino al singolo cittadino, meglio approfittarne.

E d’altronde non poteva esserci occasione migliore per

una condivisione veramente pubblica di una legge sul-

la Sharing Economy.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

MOTO GP - CALENDARIO 2016 20 MARZO, ore 20:00 - GP QATAR, ESCLUSIVA SKY3 APRILE, ore 21:00 - GP ARGENTINA, ESCLUSIVA SKY10 APRILE, ore 21:00 - GP USA, ESCLUSIVA SKY24 APRILE, ore 14:00 - GP SPAGNA JEREZ, ESCLUSIVA SKY 8 MAGGIO, ore 14:00 - GP FRANCIA, DIRETTA TV 8 E SKY 22 MAGGIO, ore 14:00 - GP ITALIA, DIRETTA TV 8 E SKY 5 GIUGNO, ore 14:00 - GP SPAGNA CATALUNYA, ESCLUSIVA SKY 26 GIUGNO, ore 14:00 - GP OLANDA, ESCLUSIVA SKY 17 LUGLIO, ore 14:00 - GP GERMANIA, DIRETTA TV 8 E SKY 14 AGOSTO, ore 14:00 - GP AUSTRIA, DIRETTA TV 8 E SKY21 AGOSTO, ore 14:00 - GP REPUBBLICA CECA, DIRETTA TV 8 E SKY 4 SETTEMBRE, ore 15:00 - GP GRAN BRETAGNA, ESCLUSIVA SKY 11 SETTEMBRE, ore 14:00 - GP SAN MARINO, DIRETTA TV 8 E SKY25 SETTEMBRE, ore 14:00 - GP SPAGNA ARAGÓN, ESCLUSIVA SKY 16 OTTOBRE, ore 7:00 - GP GIAPPONE, DIRETTA TV 8 E SKY23 OTTOBRE, ore 7:00 - GP AUSTRALIA, ESCLUSIVA SKY 30 OTTOBRE, ore 8:00 - GP MALESIA, ESCLUSIVA SKY 13 NOVEMBRE, ore 14:00 - GP SPAGNA VALENCIA, DIRETTA TV 8 E SKY

di Roberto FAGGIANO

Sky ha presentato il calendario del-

le gare di Moto GP del 2016 che

saranno trasmesse in esclusiva su

Sky Sport e di conseguenza anche delle

8 gare che saranno liberamente visibili

sul canale TV 8 del digitale terrestre.

Le gare in chiaro saranno 8 sulle 18 com-

plessive e concentrate più che altro nel

periodo estivo. Il commento di Guido

Meda dovrebbe essere sempre lo stesso

dei canali Sky ma interrotto dalla pubbli-

cità, con la gara non sempre visibile nel

riquadro. Per le gare che invece verran-

no trasmesse in differita ci sarà un’ampia

sintesi della Moto GP e un riassunto delle

categorie minori. Per gli abbonati ci sa-

ranno anche le dirette streaming su Sky

Go e Sky Online. Nel riquadro, il calen-

dario di tutte gli appuntamenti con l’ora

di partenza (italiana) della gara di Moto

GP e l’indicazione delle gare trasmesse

in chiaro e in diretta sul canale TV 8 del

digitale terrestre. Per chi volesse seguire

legalmente tutte le gare in diretta senza

l’abbonamento a Sky Sport, le alternati-

ve sul digitale terrestre sono pochissime:

l’unica possibilità è quella di essere vicini

alle zone di confine e seguire le gare sui

canali svizzeri della RSI (in SD), caduta

invece l’alternativa per chi abita in pro-

vincia di Trento e Bolzano, dato che da

quest’anno i diritti TV per l’Austria sono

passati dai canali ORF a Servus TV.

MERCATO Sky ha comunicato il calendario delle gare della Moto GP 2016, si parte il 20 marzo

Ecco come vedere la MotoGP 2016 in chiaro8 gare su 18 complessive saranno trasmesse in diretta sul canale TV 8 del digitale terrestre

di Roberto FAGGIANO

F ino a pochi giorni fa nessuno aveva

acquistato i diritti tv dei Campionati

Europei di calcio che si svolgeran-

no in Francia dal 10 giugno al 10 luglio. Il

motivo di questo apparente disinteres-

se era la cifra altissima richiesta dalla

UEFA, si parlava di oltre 100 milioni di

Euro: la Rai aveva già speso moltissimo

per avere i diritti delle Olimpiadi di Rio,

Mediaset ha già speso un patrimonio

per i diritti delle partite di Champions

League mentre Sky valutava costi e

benefici dell’operazione rimanendo

nell’ombra. Una tattica che alla fine ha

MERCATO Con un colpo a sorpresa, Sky acquista tutti i diritti tv degli incontri di EURO 2016

A Sky i diritti tv per gli Europei di calcio in FranciaRai trasmetterà in diretta gli incontri della nostra Nazionale e una selezione delle altre partite

pagato perchè sembra che la UEFA

abbia ridotto le sue pretese rendendo

appetibili i pacchetti per i diritti in chiaro

e quelli della pay-tv. Il risultato è che per

fortuna non dovremo seguire le partite

dalla radiolina ma potremmo sederci co-

modamente in poltrona per tifare i nostri

eroi. In dettaglio quindi Sky trasmetterà

in diretta per i propri abbonati tutti e 51

gli incontri previsti mentre la Rai potrà

trasmettere in chiaro e in diretta 27 par-

tite. Più precisamente la Rai trasmette-

rà in chiaro e in diretta le partite della

Nazionale, quindi almeno 3 della prima

fase eliminatoria e magari tutte e 7 se

i nostri calciatori dovessero approdare

alla finale. Inoltre potrà trasmettere in

diretta una selezione delle partite scelte

tra gli ottavi di finale, i quarti di finale, le

semifinali e la finale del 10 luglio.

Foxconn compra Sharp per 5,6 miliardi di euroLa taiwanese Foxconn si aggiudica Sharp, azienda leader nella produzione di pannelli LCD e TV. Gli equilibri di mercato potrebbero risentirne, soprattutto Foxconn si potrà affacciare direttamente sul mercato consumer di Gaetano MERO

Come anticipato, con una mossa di circa 700 miliardi di Yen, pari a 5,6 miliardi di euro, Foxconn ha ac-quisito Sharp, società leader nella produzione di pannelli LCD e tra le più longeve del Giappone. L’ac-quisto potrebbe dare i suoi frutti molto presto, segnando di fatto un importante cambiamento nell’in-tero settore tecnologico. La tratta-tiva, afferma Terry Gou fondatore ed attuale presidente di Foxconn, è durata più di quattro anni. La multinazionale taiwanese, divenu-ta famosa per l’assemblaggio dei prodotti Apple oltre che di console come PS4 e Xbox One e il tablet Kindle, aveva infatti già avanzato diverse proposte. Sharp è redu-ce da un lungo periodo di crisi finanziaria, dopo aver accumulato debiti per 4,4 miliardi di dollari, av-vicinandosi pericolosamente alla bancarotta. Ciò nonostante, non è stato facile per il Giappone lascia-re uno dei suoi fiori all’occhiello, il governo giapponese era infatti intervenuto attraverso l’Innovation Network Corp. of Japan, un fondo partecipato messo a disposizione delle aziende nipponiche in diffi-coltà, ma l’offerta si era rivelata non congrua a risanare i conti di Sharp. Foxconn otterrà con l’operazione il controllo del 65,9% dell’azienda, e soprattutto otterrà il know-how in fatto di produzione industriale di pannelli, che potrebbero essere usati per soddisfare le esigenze di altri clienti oppure per entrare di-rettamente sul mercato forte di un marchio più che consolidato.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

Con Mr. Robot arrivano Hacker cospirazioni e poteri fortiPer tutti i “quasi orfani” di Person of Interest arriva in prima serata Mr. Robot Un appuntamento in esclusiva su Premium di Michele LEPORI

Sicurezza, privacy e protezione dei dati personali: sono questi i temi di fondo della nuova serie esclusiva di Mediaset Premium Mr. Robot, progetto a tinte fosche a metà stra-da fra la Millennium Trilogy di Stieg Larson e quel Person of Interest che da anni incolla i fan davanti alla TV. Prodotti di questo tipo vivono su dettagli di trama da rivelare ad arte: il protagonista Elliot Alderson nella vita di tutti i giorni è un inge-gnere informatico depresso e con gravi disturbi sociopatici. Nel priva-to, Elliot è un hacker spietato che non fa differenza fra uomini e mac-chine e mette a nudo i segreti di persone e corporazioni. Avvicinato dall’anarchico-insurrezionalista Mr. Robot e la sua società di hacker F-Society, Elliot potrebbe iniziare a seguirne gli ideali di liberazione del mondo dai colossi finanziari e politici che lavorano nell’ombra per soggiogare le persone.Mr. Robot è la nuova esclusiva di

Mediaset Premium annunciata in

pompa magna dall’AD Franco Ricci:

“Mr. Robot” è la serie tv che ha stupi-

to Hollywood e nel 2016 si è meritata

sette riconoscimenti di prima gran-

dezza: due Golden Globes, tre Critics

Choice Awards, il WGA Award e l’AFI

Award. Siamo orgogliosi di presen-

tarla in esclusiva ai clienti Premium.

Sarà in onda sia in modalità lineare

sul canale Premium Stories, sia on

demand sul servizio streaming Pre-

mium Play, disponibile gratuitamen-

te per tutti gli abbonati”.

di Roberto PEZZALI

D ove sono i TV Panasonic? Al CES

di Las Vegas si era visto solo il

top di gamma Ultra HD Premium,

ma a Francoforte, alla convention euro-

pea di presentazione dei nuovi prodot-

ti, l’azienda giapponese ha tirato fuori

i suoi assi nella manica. Tra questi c’è

il nuovo DX800, disponibile nei due

tagli da 50” e 58”, che rappresenta

sicuramente il più spinto tentativo di

Panasonic di realizzare un TV che sia

bello da vedere in tutti i sensi, imma-

gine e look.

Realizzato interamente in lega di allu-

minio, il nuovo DX800 ricorda nella for-

ma una lavagna per le linee precise e

il particolare supporto, con un risultato

che potrebbe non piacere a tutti. Un

cambiamento comunque netto rispet-

to a quanto Panasonic ci ha abituato,

ma non bisogna ridurre il DX800 ad

una esclusiva scelta a livello di design:

Panasonic su questo TV ha curato an-

che la sezione video e la parte audio. Il

TV integra infatti le tecnologie 4K Pro

VIERA e HDR, e proprio per questo

motivo può fregiarsi della certificazio-

ne Ultra HD Premium.

La serie DX800, come gli altri TV top

TV E VIDEO Alla convention europea di Francoforte Panasonic svela la nuova gamma Viera

Panasonic presenta i TV della serie DX800 La serie DX800 punta sulla qualità audio - video e su un nuovo design molto elegante

di gamma Panasonic, supporta già lo

streaming HDR di Amazon (ma in Italia

non c’è) e a breve riceverà la certifica-

zione per supportare anche lo strea-

ming HDR di Netflix. Per i più attenti

alle sigle, tra qualche mese dovrebbe

arrivare anche la certificazione THX:

noi non crediamo molto a questi “bolli-

ni”, tuttavia c’è chi li reputa importanti.

Passando dal video all’audio nella

base del nuovo DX800 Panasonic ha

inserito anche una soundbar con 12

speaker, due tweeter, quattro midran-

ge e 6 woofer per una resa sonora che

sicuramente migliora quanto offerto

sugli altri TV “sottiletta”. La piattaforma

smart resta Firefox OS, ma entro l’esta-

te dovrebbe arrivare un importante

update relativo alla gestione delle app:

si spera che in questo modo Panasonic

possa colmare il gap con altre piatta-

forme smart. Ancora nessuna idea per

quanto riguarda prezzi e disponibilità.

ENTERTAINMENT Netflix promette di raggiungere le 600 ore di contenuti in 4K nel 2016

Netflix: 600 ore di 4K, saranno soprattutto Serie TVConfermato anche l’arrivo dell’HDR. La realtà virtuale per ora è considerata “poco matura”

di Gaetano MERO

N etflix renderà fruibili oltre 600 ore

di contenuti in 4K entro la fine

dell’anno. A confermarlo è stato il

vicepresidente della sezione innovazio-

ne del famoso servizio streaming Chris

Jaffe, durante una conferenza tenutasi

presso il MWC di Barcellona.

Gli abbonati al pacchetto Premium che

cominciano a pregustare la visione di

grossi titoli cinematografici sul proprio

sistema Ultra HD rimarranno però delu-

si: il catalogo, in base a quanto illustra-

to da Jeffe, sembra si baserà principal-

mente su Serie TV, contenuti originali

e programmi TV. Alle già 300 ore di-

sponibili in altissima

definizione si aggiun-

geranno dunque, tra

gli altri titoli, le nuo-

ve stagioni di House

Of Cards (in USA) e

Orange Is The New

Balck. A quanto pare

le grandi major hol-

lywoodiane sono an-

cora piuttosto restie

nei confronti dello streaming UHD, tra

i motivi c’è indubbiamente la volontà di

provare a spingere il neonato Ultra HD

Blu-Ray. Jaffe ha confermato che Net-

flix è anche al lavoro su contenuti HDR,

il nuovo formato ad alta gamma dinami-

ca che promette un’immagine più reali-

stica e che costituirà probabilmente un

compagno ideale per il 4K. I primi con-

tenuti in HDR saranno la prima stagio-

ne della serie Marco Polo ed il secondo

capitolo del telefilm Daredevil. Durante

la conferenza il vicepresidente ha inol-

tre chiarito la posizione della società

sui contenuti per la realtà virtuale (VR)

dichiarando di non vedere allo stato

attuale grandi opportunità nella tecno-

logia, considerata ancora poco matura,

per i propri servizi on demand.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

Star Wars: Il risveglio della Forza il 13 aprile in Home VideoDisney annuncia che il campione d’incassi al botteghino 2015 arriverà il 13 aprile Tante esclusive e contenuti inediti per la versione Blu-ray di Michele LEPORI

Star Wars Episodio VII: il risveglio della Forza sarà disposnibi-le a partire dal 13 apri-le. Lo ha comunicato Disney, insieme alle caratteristiche di que-sto atteso titolo. Note-vole la mole di conte-nuti extra disponibile nella sola edizione in alta definizione: ad accompagnare la versione estesa del film con sce-ne eliminate mai viste al cinema ci saranno, nell’ordine:- I segreti de Il Risveglio della For-za: Un Viaggio Cinematico: la clas-sica carrellata di interviste, making of e come è nata l’idea del film;- La Lettura a Tavolino: per riper-correre i momenti dell’incontro fra membri del cast vecchi e nuovi per la lettura della sceneggiatura;- Costruzione di BB-8: la nascita del droide che ha conquistato i fan;- Creazione delle creature: per scoprire i segreti degli effetti spe-ciali delle creature del film;- Progetto di battaglia: tutto sul combattimento nella neve tra Rey e Kylo Ren;- John Williams: la settima sinfonia: per gli appassionati delle musiche di Star Wars;- ILM: la magia visiva della Forza: vita, morte e miracoli di effetti spe-ciali e computer grafica del film;- Forza per il cambiamento: come il brand di Star Wars ed i suoi attori contribuiscano alla beneficenza;Grande enfasi anche alle ver-sioni digitali, con iTunes Store e Play Store in prima fila ad offrire l’acquisto a 16,99€ per la versione HD e 13,99€ per quella SD senza contenuti speciali.

di Massimiliano ZOCCHI

Alla convention europea di Franco-

forte, Panasonic non ha sempli-

cemente tolto i veli alle sue linee

di TV per il 2016, ma anche annunciato

il lancio definitivo del Player Ultra HD

Blu-ray, che come ricordiamo fu il primo

ad essere mostrato (CES 2015) ma ven-

ne poi superato dal Samsung in quanto a

“release date”. Ora invece il primo Ultra

HD Panasonic è pronto ad approdare in

Europa: lo vedremo anche da noi entro

aprile con un prezzo di listino di 799

euro, il che peraltro ha colpito positiva-

mente poichè le ultime voci lo volevano

sul mercato a 100 euro in più.

Ma non è tutto, nel prezzo saranno an-

che inclusi due Ultra HD Blu-ray: Mad

Max Fury Road e San Andreas. Scelta a

quanto pare azzeccata, dato che il pri-

mo dei due si è appena aggiudicato ben

6 statuette alla notte degli Oscar, per

scenografia, montaggio, sonoro, mon-

taggio sonoro, costumi e trucco. Non

proprio della stessa fattura il secondo,

ma di sicuro impatto scenico e sono-

ro per testare a dovere le capacità del

nuovo lettore giapponese. DMP-UB900

è senza dubbio un player allo stato del-

l’arte: oltre ad essere compatibile con

il neonato formato Ultra

HD Blu-ray e con HDR, è

dotato di processore Pa-

nasonic 4K High Precision

Chroma con capacità di

upscaling 4K fino a 60 fps.

La circuitazione interna

tiene separate le sezioni

audio e video e la certifica

THX è garanzia di qualità:

a livello di connessioni,

UB900 dispone di doppia uscita HDMI

ed è compatibile con le codifiche HEVC

e VP9. Sarà inoltre un player audio da

tenere in grande considerazione grazie

al supporto Hi-res (DSD, ALAC, FLAC

e WAV), oltre a un dispositivo smart in

tutto e per tutto grazie al Wi-Fi, alla com-

patibilità DLNA e al supporto di svariati

servizi di streaming tra cui Netflix e You-

Tube (in America anche Amazon).

TV E VIDEO Alla convention europea di Francoforte, Panasonic svela i dettagli del nuovo lettore

L’Ultra HD Blu-ray Panasonic arriva ad aprileSarà disponibile nel nostro Paese a metà aprile, al prezzo di 799 euro con due film omaggio

ENTERTAINMENT The Revenant arriverà su supporto digitale il 5 maggi, anche in Ultra HD Blu-ray

The Revenant arriva in UHD Blu-ray. Anche in ItaliaL’Ultra HD Blu-ray potrà avvalersi di una versione combo comprensiva di Blu-ray standard

di Michele LEPORI

C inque nomination. Cinque anni

passati accarezzando il sogno di

entrare nel gotha del cinema senza

però mai riuscire ad afferrare la sfuggen-

te statuetta: la scorsa notte, finalmente,

il riconoscimento tanto ambito arriva con

l’acclamazione di pubblico e critica per la

miglior interpretazione da protagonista

con The Revenant - Redivivo che pone

fine al digiuno dell’attore americano.

A celebrare il successo della pellicola,

un coro di supporti digitali e fisici: iTunes

Store, Google Play, Chili TV, TIMVision e

Wuaki ospiteranno il capolavoro digitale

dal 30 aprile, mentre per gli appassionati

collezionisti sono previste ben 3 edi-

zioni in Ultra HD Blu-ray (4K Ultra HD),

Blu ray e DVD in vendita nei negozi dal

5 maggio. L’edizione in Ultra HD Blu-ray,

già comparsa negli store online d’oltral-

pe, potrà avvalersi di un’edizione combo

comprensiva del Blu-ray 4K e di quello

standard, video in 2160p codificato in

HEVC e audio inglese in DTS-HD MA

(ancora qualche incertezza per l’italiano).

Abbastanza povera la dotazione di extra,

considerando che al momento è annun-

ciato un solo documentario a corredo: A

World Unseen– A Documentary of The

Revenant.

Ispirato alla storia vera dell’esploratore

Hugh Glass, abbandonato a sé stesso

ed ad uno spietato, gelido inverno dopo

che un orso ha attaccato la compagnia di

esploratori di cui faceva parte, Revenant

ha fatto incetta di premi prestigiosi qua-

li 3 Golden Globes, 5 BAFTA, 1 premio

DGA per la Miglior Regia, 1 premio SAG

per il Miglior Attore (a Di Caprio, appun-

to) ed infine i 3 Oscar per Miglior Attore

Protagonista, Miglior Regia e Miglior Fo-

tografia.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

iPad Air è al capolinea In arrivo un iPad Pro da 9,7’’Secondo 9To5Mac fonti attendibili danno per imminente il lancio di un iPad Pro da 9.7” Il nuovo modello non sarebbe un’aggiunta alla gamma, dovrebbe sostituire l’iPad Air di Massimiliano ZOCCHI

Voci insistenti danno per certo un evento Apple il 15 marzo. I pro-dotti di cui si dovrebbe parlare sono molti, ma secondo 9To5Mac anche iPad sarà un protagonista del keynote con una novità forse inaspettata: un iPad Pro da 9,7’’. La fonte anonima di 9To5Mac conferma che il nuovo iPad da 9.7” verrà presentato in quell’oc-casione e si chiamerà iPad Pro 9.7; inoltre, non si tratterà di un elemento ulteriore di una gamma ormai completa, ma del sostituto di iPad Air 2. L’iPad Pro di taglia più piccola erediterà molte speci-fiche dal fratello maggiore, come il processore A9X e il display con supporto per Apple Pencil. Se-condo la fonte ci sarà anche lo Smart Connector, che servirà per agganciare una versione ridotta della Smart Keyboard, trasfor-mando quindi la linea iPad da 9.7” in qualcosa di più professionale, lasciando il compito del sempli-ce svago a iPad Mini. Il prezzo di questo nuovo modello dovrebbe tuttavia restare in linea con quel-lo della gamma Air, come accade ormai da diverse generazioni. Al tempo stesso la produzione del primo iPad Air e della prima ge-nerazione di iPad Mini verrà gra-dualmente abbassata fino a inter-rompersi, per sfoltire la gamma e mantenere il focus su pochi pro-dotti come da tradizione Apple.

di Gaetano MERO

I l display Amoled di Galaxy S7, lo

smartphone di punta presentato da

Samsung al Mobile World Congress,

è il migliore di sempre nonostante sia

analogo a quello del predecessore. Ad

affermarlo è l’autorevole Display Mate,

azienda specializzata in test, calibrazio-

ni e analisi di tutte le tipologie di monitor

esistenti in commercio. Secondo la fon-

te, la tecnologia Amoled ha compiuto

passi da gigante negli ultimi anni fino ad

arrivare all’apice della classifica; non per

niente pare che ci stia facendo un pen-

sierino anche Apple per le prossime ver-

sioni di iPhone. Il Galaxy S7 e l’S7 Edge

presentano la versione più recente della

tecnologia Amoled; il primo è dotato di

un Quad HD da 2.560 x 1.440 pixel - con

tecnologia proprietaria Diamond Pixel -

da 5,1’’ con ben 577 ppi distribuiti su un

substrato di vetro resistente, il modello

curvo presenta invece un 5,5 pollici con

la stessa risoluzione ma densità diffe-

rente con 535 ppi spalmati su un sub-

strato di vetro misto a plastica flessibile

in modo da otte-

nere le due

aree di vi-

sualizzazione

curve ai lati.

Samsung ha

deciso di uti-

lizzare per il

modello piat-

to lo stesso

schermo del-

l’S6, consi-

derando che

aumentare la

r i so luz ione

sarebbe sta-

to inutile per

l’occhio uma-

no, e si è concentrata principalmente

sulla luminosità e su una gestione più

intelligente della stessa. I test eseguiti

hanno dimostrato che l’S7 ha un display

più luminoso del 24% rispetto alla pre-

cedente generazione, raggiungendo i li-

velli del Note 5 che può contare però su

uno schermo più ampio e con una den-

sità inferiore di 518 ppi. Con l’S7 Sam-

sung introduce un metodo rinnovato di

controllo della luminosità: grazie, infatti,

all’Ambient Light Sensor il telefono è in

grado in memorizzare le impostazioni

dell’utente combinate alla luce ambien-

tale e di riproporle al momento oppor-

tuno, quando ci si ritrova in una stanza

con le stesse condizioni. La risposta di

contrasto alla luce esterna, grazie alla

maggiore luminosità, ha registrato i pic-

chi più alti del settore garantendo un

buon livello di leggibilità in condizioni di

forte luce ambientale, inoltre la Screen

Reflectance (la capacità di riflettere la

luce diretta esterna) misurata dal labo-

ratorio è del 4,6

per cento, il

valore più

basso otte-

nuto con uno

smartphone.

Il Samsung

Galaxy S7

p e r m e t t e

inoltre di ge-

stire tonalità

e saturazione

del colore al-

l’utente, una

funzione già

d ispon ib i le

su S6 ma

r a r a m e n t e

presente in

altri smartphone. Qui troviamo quattro

modalità: Display Adaptive che adatta

automaticamente lo schermo ai conte-

nuti visualizzati, Amoled Photo, Amoled

Cinema e Basic Screen Mode. La gam-

ma cromatica è molto estesa e precisa,

secondo le rilevazioni di Display Mate,

anche in questo caso al top della cate-

goria. Non per niente l’indice di preci-

sione dei colori (Absolute Colour Accu-

racy) misurato con la modalità base ha

restituito come risultato un incredibile

1,5 JNCD - Just Noticeable Color Diffe-

rence. La spiegazione di Display Mate è

molto semplice: “insieme a Galaxy Note

5 e Galaxy S6, il dispositivo ha il miglior

display in assoluto in quanto ad accura-

tezza dei colori. È il migliore che abbia-

mo mai misurato in uno smartphone o

tablet, ed è visualmente indistinguibile

dalla perfezione”. Ottimo anche il lavoro

effettuato con la polarizzazione del di-

splay, utile a respingere la luce del sole.

Completa il quadro il display always-on,

disponibile su entrambi gli S7, grazie al

quale visualizzare in qualsiasi momento

con un colpo d’occhio allo schermo le

informazioni essenziali come ora, no-

tifiche e appuntamenti. La porzione di

schermo sempre accesa necessita di un

irrisorio 3% rispetto ai consumi totali del

monitor, merito della tecnologia Amoled

che lascia spenti i pixel neri, anche qui

Samsung ha comunque previsto la re-

golazione automatica della luminosità

dei pixel attivi salvaguardando l’autono-

mia. L’efficienza energetica dei display

Amoled di Sam-

sung è aumen-

tata dal 2013

del 56% tutta-

via la società

d’analisi tra S6

ed S7 non ha

rilevato grosse

differenze in tal

senso.

MOBILE Secondo un’analisi di Display Mate, l’Amoled del Samsung Galaxy S7 è il migliore del settore

Il Galaxy S7 ha il display migliore in assolutoIl merito è delle ottimizzazioni effettuate dal produttore concentrandosi sulla luminosità

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

Arriverà in estate il prossimo “flagship killer” One Plus 3Previsto entro l’estate il debutto del nuovo smartphone del marchio asiatico, che andrà a collocarsi tra i top della categoria, con caratteristiche premium a un prezzo concorrenziale di Dario RONZONI

In una recente intervista rilasciata a CNET, il co-fondatore di OnePlus, Carl Pei, ha svelato i primi dettagli riguardanti il nuovo smartphone top di gamma del marchio cine-se. OnePlus 3, questo il nome del device, dovrebbe vedere la luce entro il prossimo giugno. Sul mer-cato da soli tre anni, OnePlus si è ritagliata una piccola ma affezio-nata fetta di clientela grazie ai suoi smartphone di qualità alta venduti a prezzi concorrenziali. Ad ampli-ficare l’hype attorno al marchio cinese ha contribuito anche il pe-culiare sistema di vendita, basato su un meccanismo a invito. Niente pubblicità, nessun negozio fisico e solo qualche sporadico strappo alla regola in occasione del Black Friday o di ricorrenze particolari. Ultimamente, tuttavia, viste le re-centi decisioni riguardanti One-Plus 2 e OnePlus X, la compagnia sembra sempre più orientata alla vendita libera. Pei non ha antici-pato alcun dettaglio tecnico sul nuovo top di gamma, ma si augu-ra che OnePlus 3 possa fare brec-cia nei cuori degli utenti come già avvenuto col capostipite One, che nel 2014 colpì l’opinione pubblica grazie a un design accattivante, specifiche tecniche di tutto rispet-to e materiali di qualità.

di Alvise SALICE

P are proprio che Apple ci abbia

ripensato: per il rilancio a prez-

zi accessibili di un iPhone con

schermo Retina da 4 pollici non verrà

impiegato il numeretto che richiama

la gloriosa quinta generazione, an-

cora presente in milioni di tasche. Il

nuovo smartphone mid-range della

casa di Cupertino dovrebbe chiamar-

si semplicemente iPhone SE, Special

Edition. La presentazione ufficiale, a

lungo rumoreggiata per il 15 marzo,

è attesa invece per il 21 dello stesso

mese, nell’ambito dell’apposito even-

to Apple. L’iPhone SE, che dovrebbe

venire lanciato intorno ai 500 $, oltre

al dislay Retina da 4 pollici vanterà

caratteristiche vicine ai top di gamma:

stando ai rumor ufficiosi dovrebbe in-

fatti montare un chip Apple A9 e una

fotocamera iSight da 12 Megapixel,

nonché supportare il touch ID, l’Apple

Pay via NFC, e infine la funzionalità

Hey Siri Always-on. All’evento ufficiale

Apple, dove Tim Cook e soci mostre-

ranno (tra le altre cose) anche nuovi

cinturini per Apple Watch, dovrebbe

venire infine presentato il nuovo iPad

Air da 9.7 pollici: dimensioni da iPad

Air e chipset da iPad Pro, a comincia-

re dal processore Apple A9X. L’atteso

crocevia, insomma.

MOBILE Pare che Apple abbia deciso di abbandonare il numero “5” lasciando solo Special Edition

iPhone SE verrà presentato (forse) il 21 marzoIl nuovo iPhone avrà schermo Retina da 4”, chip Apple A9 e fotocamera iSight da 12 Megapixel

MOBILE Era nell’aria dallo scorso novembre ed ora è arrivata la conferma ufficiale dall’azienda

Microsoft cambia idea sul porting delle app AndroidIl porting delle app Android su Windows 10 Mobile è morto; lunga vita a Project Islandwood

di Mirko SPASIANO

L o scorso aprile, alla Build Develo-

per Conference, Microsoft aveva

annunciato la propria intenzione di

rilasciare degli strumenti per gli svilup-

patori, i cosiddetti “bridge”, per facilita-

re il porting delle app delle piattaforme

mobile concorrenti su Windows 10 Mo-

bile. I tool per il porting delle app An-

droid e iOS sono stati classificati rispet-

tivamente con i nomi Project Astoria

e Project Islandwood. Unitamente a

questi due, erano stati annunciati anche

altri due bridge con il nome di Project

Centennial e Project Westminster, ri-

spettivamente per il porting delle app

Win32 e delle web app. Lo scorso no-

vembre erano trapelate delle indiscre-

zioni secondo le quali Microsoft stesse

incontrando serie difficoltà tecniche per

lo sviluppo di Project Astoria, a segui-

to delle quali avrebbe sospeso il pro-

getto per il porting delle app Android.

Recentemente, il colosso statunitense

ha finalmente commentato queste voci

per bocca di Kevin Gallo, il quale ha di-

chiarato che non è necessario portare

avanti due bridge

per la conversione

di una medesima

app presente su

due piattaforme

distinte. Inoltre, ha

aggiunto che la

filosofia alla base

dei bridge è quella

di rendere il por-

ting su Windows

di app esistenti il più semplice possibile

e che gli investimenti che Microsoft sta

garantendo a Project Islandwood lo ren-

deranno facilissimo. L’annuncio di Kevin

Gallo arriva dopo che Microsoft ha an-

nunciato di aver acquisito Xamarin, una

startup che mette a disposizione degli

sviluppatori degli strumenti che gli con-

sentano di compilare, con un singolo

linguaggio di programmazione, delle

app che possano girare su tutte le principali piattaforme mobile. Per que-

sta ragione, Microsoft ha suggerito, agli

sviluppatori che non fossero interessati

al porting delle proprie app, di provare

Xamarin per realizzare delle app cross-

platform. Al di là delle difficoltà tecniche

che possono aver frenato il progetto,

c’è di più. Project Islandwood consente

di convertire le app per iOS in vere e

proprie app universali, mentre Project

Astoria avrebbe reso le app Android

compatibili soltanto con la piattaforma

mobile di Windows. Inoltre, data la mag-

giore diffusione di app per la produttivi-

tà e per il business su iOS, questa scelta

non sorprende affatto. Del resto, se si

considerano le recenti proposte hard-

ware di Acer e HP, sembra che Windows

10 Mobile stia assumendo sempre più i

contorni di un sistema operativo votato

al mondo business.

torna al sommario 15

MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

WhatsApp abbandona i vecchi sistemi operativiI team di sviluppo di WhatsApp ha annunciato che entro la fine del 2016 terminerà il supporto a BlackBerry, Symbian S60, Nokia S40, oltre agli obsoleti Android 2.1 e 2.2 e Windows Phone 7.1. Dalla nascita di WhatsApp le quote di mercato sono cambiate. Nel 2009 oltre il 70% dei de-vice era targato BB o Nokia, con Goo-gle, Apple e Microsoft con solo il 25%. Oggi, invece, i tre colossi dominano con il 99.5% dello share (Stati Uniti). Per questo il team di sviluppatori, in accordo con il management, ha deciso di interrompere il supporto ai sopra-citati sistemi operativi. Non è stato specificato se l’app sparirà dai relativi store o se non verrà più aggiornata, anche perché uno dei motivi ufficiali è che questi sistemi non offrono più le necessarie garanzie di performance adatte agli sviluppi futuri.

GADGET Nessuna rivoluzione, potenziamento delle qualità

In arrivo il drone DJI Phantom 4 Evita gli ostacoli e supera i 70 km/h

di Alvise SALICE

N essuna rivoluzione, ma un consistente potenziamento delle qualità che hanno

reso il Phantom la serie di droni più desiderata sul mercato: è quanto annunciato

da DJI per la quarta versione del suo quadricottero. A balzare all’occhio è un de-

sign più stiloso e al passo coi tempi, uno chassis alla cui migliorata compattezza s’ac-

compagnano una maggior leggerezza e una superiore aerodinamicità: non stupisce

che Phantom 4, in modalità Speed Mode, sia in grado di superare i 70 Km/h. Oltre alla

velocità, il drone offre anche una ragguardevole autonomia: grazie alla nuova batteria

da 5.350 mAh, P4 promette un tempo di volo fino a 28 minuti. La novità più accattivan-

te consiste però nell’Obstacle Sensing System, che sfruttando una duplice telecamera

frontale consente al Phantom 4 di mappare la presenza di ostacoli lungo il percorso,

tracciarne la distanza e infine evitarli in autonomia. Funzionenon ancora predisposta

per il rilevamento di oggetti a 360°, ma in attesa di una futura generazione provvista di

telecamere su tutti i lati, l’Obstacle Sensing

System risulterà già molto utile agli utenti

che impiegheranno spesso il pilotaggio au-

tomatico (TapFly). Grandi notizie anche per

fotografi e videomaker: il Phantom 4 può

registrare filmati fino al 4k@30fps, anche

viaggiando in Speed Mode. 1.599 € il prez-

zo di lancio, con ordini già aperti.

In Svezia il primo supermercato in cui si fa tutto con l’appÈ stato inaugurato a gennaio il primo negozio di alimentari automatizzato in Svezia di Gaetano MERO

La cortesia e la preparazione dei commessi in un supermercato è quel valore aggiunto che molte volte può decretare il successo o meno di un’attività. Questo però non vale se parliamo del piccolo negozio di alimentari di Viken, un paesino della Svezia abitato da poco più di quattromila anime, in cui non troveremo impiegati o cas-sieri ma dovremo fare tutto da soli. L’idea è venuta a un trentanovenne esperto in IT, tale Robert Ilijason, che una sera si è trovato alle prese con la fame del proprio bimbo e la dispensa vuota. Dopo aver percor-so svariati km prima di trovare un esercizio aperto, a Ilijason è sem-brato necessario avviare una pro-pria attività, aperta 24 ore al giorno e senza l’ausilio di personale. Tutto è svolto dal cliente in completa au-tonomia, basta scaricare l’app sullo smartphone o tablet, registrarsi ed avvicinare il dispositivo all’ingres-so per entrare. Ogni prodotto è dotato di un codice da scansiona-re attraverso la fotocamera, l’app provvederà a memorizzare la spe-sa e ogni fine mese sarà recapitata al cliente una fattura con il conto da pagare. Massima attenzione è stata data naturalmente alla sicu-rezza per scongiurare i tentativi di furto: i 45 metri quadri del self-service sono sorvegliati a distanza grazie a sei videocamere, inoltre un sms avverte Ilijason ogni volta che entra un cliente. La sfida più grande, ammette il proprietario, è quella di riuscire ad avvicinare i residenti più anziani e che hanno poca familiarità con la tecnologia. Nel frattempo gli affari cominciano a dare i loro frutti, i primi clienti si dicono soddisfatti per l’assenza di code e la rapidità con cui si pos-sono effettuare gli acquisti oltre al fattore convenienza, vista l’assen-za dei costi del personale.

di Roberto PEZZALI

Vodafone guarda al futuro e corre

velocissima: dopo aver coperto il

95% della popolazione con la rete

4G e portato i servizi in fibra in oltre

200 città, Vodafone ha raggiunto qual-

che giorno fa, a Milano e per la prima

volta in Italia, la velocità di 10 Gbps su

fibra e gli 1.2 Gbps su connessione 4G.

Un record che non richiede apparati

particolari: la tecnologia usata e gli stru-

menti messi a disposizione da Huawei

per il test sono disponibili sul mercato,

e Vodafone ha confermato che a Milano

esiste già un primo cliente business che

può beneficiare di questa connessione

in fibra ultraveloce. L’unico requisito è

un particolare modem, oltre ovviamen-

te a una configurazione particolare di

una porta in centrale. Ancora manca

un’ offerta commerciale dedicata ai

clienti consumer, ma l’azienda è già in

grado oggi di fornire questa soluzione

a tutti i clienti business connessi alla

fibra (FTTH) che necessitano di velo-

cità particolari, anche in tagli che sono

più piccoli dell’esagerato 10 Gbps. Per

quanto riguarda l’LTE Vodafone ha toc-

cato gli 1.2 Gbps aggregando più bande

(5 frequenze): la dimostrazione è stata

fatta in laboratorio utilizzando ricevitori

ad hoc perché al momento non esisto-

no terminali con un modem in grado

di collegarsi a una rete dotata di tale

velocità - ci spiega Fabrizio Rocchio,

Technology Director di Vodafone - ma

a breve dovrebbero arrivare i primi mo-

delli sul mercato. Non è comunque una

questione di velocità di picco: 1.2 Gbps

a un solo utente probabilmente non ser-

vono a nulla, ma avere a disposizione

1.2 Gbps vuol dire offrire a un gruppo di

utenti connessi velocità individuali ben

più elevate di quelle attuali. Fabrizio

Rocchio (e noi anche), si augura anche

che l’evoluzione della rete mobile pos-

sa portare alla creazione di piani dati

più flessibili: difficile che si arrivi a una

soluzione “flat” come per le utenze do-

mestiche, ma sicuramente nei prossimi

mesi / anni la quantità di traffico mobile

generato da un utente salirà insieme

alla velocità delle reti e gli operatori sa-

ranno costretti ad adeguarsi.

MOBILE Non è ancora disponibile un’offerta commerciale dedicata ai clienti consumer

Vodafone da record: fibra 10 Gbps e LTE 1.2Un’azienda di Milano già viaggia in fibra a 10 Gbps, a breve LTE con picchi di 1.2 Gbps

www.audiogamma.it

Disegnataper ascoltareI nuovi diffusori CM10 S2 sono indubbiamente belli,grazie alle loro linee pulite ed alle finiture di qualitàsuperiore. Ma come per tutte le realizzazioni Bowers& Wilkins la forma deve seguire la funzione, graziealla doppia cupola dell’unità alti ed alla tecnologiatweeter-on-top non crederete quanto bene lamusica può suonare.

133_bw_CM10_pgp_ddy.qxp:- 8-03-2016 18:01 Pagina 1

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

Samsung inizia la distribuzione dei dischi SSD da 16 TBPM1633a di Samsung sarà il primo disco a stato solido da 2,5” con la capacità di 16 TB Non ancora comunicati i costi che saranno presumibilmente molto elevati Nel corso dell’anno arriveranno anche tagli di memoria inferiori di Andrea ZUFFI

È iniziata la distribuzione da parte di Samsung del disco a stato soli-do con la capacità record da 16 TB (15,36TB reali). Secondo il colosso coreano dell’elettronica, questo compatto disk drive, annunciato lo scorso anno in California al Flash Memory Summit, è il più capace al mondo nella categoria degli SSD da 2,5”. La dimensione del drive è un fattore non trascurabile per le aziende che potranno così ridurre gli ingombri nei propri server uti-lizzando rack da 2,5 anzichè 3,5”, migliorando la capacità di storage e tempi di accesso ai dati. Vista la mole di dati che sarà possibile scri-vere velocemente sui nuovi dischi, Samsung mette a disposizione strumenti specifici per la protezio-ne e il restore dei dati in caso di interruzioni dell’alimentazione. Il prezzo del Samsung PM1633a da 16 TB non è ancora stato ufficia-lizzato ma sarà con tutta probabi-lità ancora proibitivo per gli utenti consumer,. La buona notizia per i comuni mortali è che nel corso del-l’anno usciranno dischi SSD della stessa linea con tagli di memoria da 8 TB, 4 TB, 2 TB, 1 TB e 0,5 TB a costi sicuramente più accessibili.

di Andrea ZUFFI

M icrosoft ha iniziato a mostra-

re messaggi pubblicitari nella

schermata di blocco di Windows

10. Per il momento si ha notizia dell’appa-

rizione della pubblicità solamente di un

gioco, Rise Of The Tomb Raider e sola-

mente negli Stati Uniti. È possibile infatti

che al quartier generale di Redmond ab-

biano deciso di sondare il terreno con i

soli utenti americani. In Italia per ora non

si hanno ancora segnalazioni circa l’ar-

rivo della pubblicità nella schermata di

blocco di Windows 10, ma è solo questio-

ne di tempo perché Microsoft aveva pre-

sentato questa novità già nel corso del

2015. Per gli utenti c’è però una buona

notizia. I “consigli per gli acquisti” si po-

tranno disabilitare con pochi click dalle

schermate di configurazione del sistema

operativo: basterà posizionarsi su Impo-

stazioni/Personalizzazione/Schermata di

blocco e disattivare la voce “Visualizza

informazioni, suggerimenti e altro nella

schermata di blocco”. Se l’opzione non

fosse visibile bisogna controllare che

la casella “Sfondo” sia su “Immagine” o

“Presentazione”. La manovra di Micro-

soft, seppur annunciata in passato e di-

retta conseguenza della gratuità di Win-

dows 10 (per i possessori di una licenza

Windows 7 e 8), potrebbe far storcere il

naso a più di un utente. E potrebbe non

essere tutto: il peggio potrebbe ancora

venire con uno dei futuri aggiornamenti

del sistema operativo, peraltro obbliga-

tori. Cosa succederebbe, infatti, se in

una delle prossime build sparisse dalla

schermata delle personalizzazioni pro-

prio il “flag” di disattivazione della pub-

blicità? Ci si potrebbe magari trovare

nella stessa situazione dei clienti Kindle

e Fire di Amazon che per non avere pub-

blicità sui dispositivi devono pagare un

sovrapprezzo, o rinunciare allo sconto,

se proprio si vuole vedere il bicchiere

mezzo pieno.

PC Microsoft coerente con un annuncio dello scorso anno: in Windows 10 arriva la pubblicità

Pubblicità della schermata di blocco di Windows 10Le inserzioni pubblicitarie si possono disabilitare facilmente con un click. Almeno per ora

PC Il mini PC Raspberry Pi3 festeggia i 4 anni con la nuova release Pi3 Model B aggiornata

Il PC Raspberry Pi3 ora ha Wi-Fi e BluetoothPiù potenza, processore a 64 bit , Wi-Fi e Bluetooth integrati. Manca solo il supporto al 4K

di Franco AQUINI

R aspberry aggiorna la sua popolare

all-in-one PC board alla versione

3 potenziando il processore e ag-

giungendo la connettività Wi-Fi 802.11n

e Bluetooth 4 (con BLE). Novità che la

comunità di sviluppatori del mini PC ac-

coglieranno a braccia aperte, in particolar

modo per quanto riguarda la connettività,

che fino ad oggi ha costretto a consuma-

re una delle porte USB disponibili. Tra le

due, sicuramente la connettività Bluetooth

sarà quella più apprezzata. Viene infatti

usata per dialogare con i sensori dispo-

nibili e in questa versione è disponibile

anche in BLE (Bluetooth

Low Energy). Raspberry Pi

infatti, più che come vero

e proprio PC, viene usato

nel mondo dell’IoT, dove

permette di realizzare un

sistema compatto ed eco-

nomico per elaborare dati

ambientali come tempe-

ratura, presenza di fumo,

umidità e altro. Il limite

resta solo la fantasia degli sviluppatori.

Questa terza release potenzia molto il

processore e le prestazioni: troviamo, in-

fatti, un ARM Cortex A53 quad-core da 1.2

GHz su architettura 64 bit, che non solo

aumenta le prestazioni di un buon 50%

con applicazioni a 64 bit, ma spinge di

molto le prestazioni anche in presenza di

codice a 32 bit. La RAM è di 1 GB, come la

versione precedente. A chi chiedeva ad

alta voce il supporto 4K risponde diretta-

mente Eben Upton, CEO di Raspberry Pi

Foundation. Upton sottolinea l’importan-

za che ha avuto, nella decisione di non

implementare un codec video che sup-

portasse l’UltraHD, mantenere la retro-

compatibilità con le precedenti genera-

zioni, soprattutto alla luce degli 8 milioni

di dispositivi venduti. Chi non ha bisogno

dell’UltraHD può comunque costruire,

senza avere particolari competenze tec-

niche, un ottimo media player. Raspberry

Pi dispone, infatti, di uscita HDMI, audio

e video composito combinato in un jack

da 3.5mm, porta Ethernet, 4 porte USB,

GPIO a 40 pin, Camera Interface (CSI),

Display Interface (DSI) e slot microSD. Il

tutto a 35 dollari.Raspberry Pi

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

Sony dà l’addio a PlayStation TV in America ed EuropaSony ha annunciato che terminerà a breve la distribuzione di PlayStation TV in America ed Europa In Asia curiosamente il dispositivo continua ad essere distribuito di Francesco FIORILLO

Sony ha annunciato che la sua pe-riferica PlayStation TV non verrà più distribuita in America e in Euro-pa. Ad onor del vero, le consegne di tale periferica erano già state interrotte alla fine del 2015, nei mercati americani ed europei, ma la conferma ufficiale è giunta solo adesso. Il device, qui trovate la nostra esaustiva prova, è pensato per lo streaming video (Remote Play) da PS4 e permette di giocare sulla TV sia i titoli PlayStation Vita, sia alcuni giochi digitali editati ori-ginariamente su PSP e PlaySta-tion. La notizia della sua prematu-ra scomparsa non sorprende più di tanto: nonostante sia uscita nel 2013, PlayStation TV non è riuscita nell’intento di fare breccia nei cuori dei videogiocatori, neppure dopo l’importante taglio al prezzo. E ora largo a PlayStation VR, la next big thing in ambito videoludico.

di E.VILLA e F. FIORILLO

D opo l’annuncio di Oculus, ormai

risalente a qualche mese fa, è

toccato anche a HTC svelare gli

ultimi dettagli del proprio headset per

la realtà virtuale, che in realtà è un kit

completo che comprende anche i con-

troller. Il prodotto è stato posizionato

sul mercato europeo a 899 euro, un

prezzo premium considerando che ol-

tre al kit in questione ci sarà bisogno di

un PC “di supporto” dalla potenza gra-

fica notevole. Inevitabile, come spesso

accade, il parago-

ne con l’analoga

versione statuni-

tense, il cui prezzo

è stato annunciato

poche ore prima

dell’apertura del

Mobile World Con-

gress di Barcellona

ed è di 799 dollari.

Fermo restando

che il fortissimo

apprezzamento del dollaro sull’eu-

ro (2015) rende l’ipotesi della parità

un’idea ormai sepolta, tutto sommato

poteva andare molto peggio: consi-

derando le sale tax americane (più

o meno 8%), il prodotto costerà a un

cittadino statunitense circa 860 dollari,

pari a 790 euro (tasso di cambio 1.09),

100 in meno rispetto a quanto verrà a

costare da noi. In Gran Bretagna il pro-

dotto costerà 689 sterline, pari circa a

880 euro. Le consegne sono previste

per il mese di aprile. Come anticipato

al momento dell’annuncio, al prezzo di

HTC Vive vanno aggiunti 74,42 euro

per le spese di spedizione, ma questo

pare non aver scoraggiato i soliti early

adopter, disposti a tutto pur di mettere

le mani sull’ultimo ritrovato tecnologi-

co. Soprattutto, questo dimostra che

l’hype attorno alla realtà virtuale è de-

cisamente notevole.

GAMING Finalmente svelato anche il prezzo europeo di HTC Vive. Consegne previste per aprile

HTC Vive costa 899 euro, 200 in più di OculusNonostante il prezzo, le vendite vanno a gonfie vele: prenotate 15.000 unità in soli 10 minuti

di Mirko SPASIANO

L a Video Electronic Standards As-

sociation (VESA) ha annunciato lo

standard DisplayPort 1.4, con il qua-

le potremo collegare un display 8K a PC

portatili, tablet, smartphone e ad altri di-

spositivi attraverso un cavo che si innesti

nella relativa porta USB Type-C.

Il connettore DisplayPort è particolarmen-

te diffuso in ambito business, a dispetto

dell’HDMI che viene utilizzato preva-

lentemente in ambito consumer. Nono-

stante l’interfaccia fisica dello standard

DisplayPort sia proprietaria, il relativo pro-

tocollo si è evoluto nel tempo per dialoga-

re con altri connettori, come ad esempio

le porte Thunderbolt e, appunto, le USB

Type-C. Con l’annuncio di ieri, però, non è

ancora chiaro se lo standard DisplayPort

abbandonerà del tutto il connettore pro-

prietario a favore di quello tipico della

USB Type-C. d ogni modo, la versione 1.4

è davvero un bel passo avanti rispetto al

DisplayPort 1.3, già ampiamente utilizza-

to nei PC di nuova generazione e la cui

larghezza di banda supporta al massimo

due display 4K. Oggi, a causa dell’enor-

me banda richiesta, si fatica ancora a

trasferire un video 4K in tempo reale

attraverso una porta USB Type-C. Ma

la VESA ha annunciato di aver trovato

il modo di trasferire addirittura i video

8K attraverso un’avanzata tecnica di

compressione. Sarà, infatti, una tecno-

logia denominata Display Stream Com-

pression (DSC), integrata nel DisplayPort

1.4, a comprimere i video in piccoli pac-

chetti, senza pregiudicare la resa finale

del video. Entro il 2020 è previsto che i

televisori 8K possano ritagliarsi il proprio

spazio, giusto in tempo per le Olimpiadi

di Tokyo, che saranno riprese, appunto, in

8K. Ad oggi, soltanto Sharp sta commer-

cializzando un TV 8K, alla modica cifra di

oltre 120.000 euro, ma si spera che, per

allora, questa tecnologia diventi decisa-

mente più accessibile. In caso contrario,

in barba allo standard DiplayPort 1.4, sa-

ranno davvero pochi gli eletti che potran-

no rifarsi gli occhi.

PC VESA annuncia la compatibilità dello standard DisplayPort 1.4 con risoluzioni fino all’8K

Il DisplayPort 1.4 è pronto per l’8K: ma i display?I TV e i display 8K non sono ancora arrivati sul mercato ma la tecnologia è pronta ad accoglierli

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

GAMING Nella prima versione, il device per la realtà aumentata potrà contare su diverse app e su tre progetti videoludici

Hololens ai blocchi di partenza: 3 giochi per rifarsi gli occhiFragments, Young Conker e RoboRaid saranno utili per saggiare le potenzialità del visore anche in questo particolare ambito

di Francesco FIORILLO

I l keynote di Phil Spencer nel corso di

un recente evento Microsoft sembra

lasciare pochi dubbi a riguardo: nel

prossimo futuro le divergenze fra Xbox

One e PC verranno appianate.

L’Xbox One, grazie all’oramai prossima

implementazione delle Universal app di

Win 10, diverrà una sorta di ibrido conso-

le/PC, mentre lo store Xbox presente su

Personal Computer allargherà il suo cata-

logo proponendo diversi titoli destinati in

precedenza alla macchina da gioco del-

l’azienda americana. Tra le tante novità

annunciate (ecco un video che riassume

l’intero evento), spiccano di certo l’arrivo

su PC di Gears of War: Ultimate Edition e

Forza Motorsport 6: Apex. Lo sparatutto

di Epic è già disponibile a sorpresa su

Windows Store, mentre il titolo a base di

curve millimetriche e bolidi da 300 cavalli

potrà essere scaricato nel corso della pri-

mavera, in modalità free to play. Pronto

per utilizzare le DirectX 12, la più recente

incarnazione delle API Microsoft, il simu-

latore sviluppato da Turn 10 sarà infatti

uno spin-off a tutti gli effetti e potrà con-

tare su venti tracciati e su una selezione

di 63 vetture. Nel corso della conferenza

non sono mancati poi gli annunci minori,

come la conferma della terza stagione del

picchiaduro Killer Instinct su PC e Xbox

One (atteso per il 29 marzo), e le speci-

fiche inerenti all’ultimo aggiornamento

software del sistema Xbox One, che arri-

verà con l’update di marzo. Nel dettaglio,

è prevista un’estensione della Party Chat

fino ad un massimo di 16 utenti, la possi-

bilità di acquistare giochi Xbox 360 retro-

compatibili dallo store Xbox One e, per

finire, il trasferimento completo di obiettivi

e caratteristiche social dai vecchi “titoli

360”. Ovviamente all’evento di San Fran-

cisco c’è stato anche spazio per l’imman-

cabile versione di Minecraft da giocare in

VR con il visore Oculus Rift.

GAMING Nuovi titoli destinati in precedenza alla console di Redmond giungono ora su PC

Microsoft: Xbox One e PC saranno una cosa solaGears of War è già disponibile, mentre Forza Motorsport 6: Apex arriverà in primavera

di Francesco FIORILLO

D al mare della grande rete sono

emersi alcuni dettagli relativi al

lancio di HoloLens Development

Edition, versione speciale del viso-

re Microsoft pensata appositamente

per gli sviluppatori. Secondo quanto

indicato in un comunicato stampa,

prontamente rimosso dalla stessa

Microsoft (ma ancora presente sulle

pagine virtuali di AllGamesBeta), la

Development Edition di HoloLens può

essere già preordinata, ha un prezzo

di 3.000 dollari e verrà consegnata a

partire dal prossimo 30 marzo. Il de-

vice incentrato sulla realtà aumentata,

in questa sua prima edizione, verrà di-

stribuito insieme a una pratica video-

guida, realizzata dallo stesso colosso

americano, e accompagnato da tre

app videoludiche, utili per saggiare le

potenzialità del visore anche in questo

particolare ambito. Attraverso un post

pubblicato sul suo blog, Kudo Tsunoda

(vice presidente corporate di Micro-

soft) ha inoltre svelato i nomi di questi

primi progetti.

Fragments porta i giocatori sulla sce-

na di un crimine, senza allontanarli

ovviamente dalla comodità della loro

dimora. Grazie alla realtà aumentata

si può indagare su vari indizi, risol-

vere enigmi e parlare addirittura con

personaggi digitalizzati, seduti magari

sul divano buono del salotto. Lo stes-

so Tsunoda si è detto particolarmen-

te colpito da questa app che, stando

alle sue parole, riuscirà nell’intento di

fondere la linea di demarcazione tra il

mondo digitale e quello reale.

Young Conker, il secondo progetto al-

legato a HoloLens, è invece una sorta

di gioco di piattaforme con protagoni-

sta lo scoiattolo di Rare. La particolari-

tà è che gli immancabili dislivelli da su-

perare, tramite salti millimetrici, sono

qui sostituiti dal mobilio presente nelle

nostre cucine e nelle camere da letto.

RoboRaid, mostrato all’E3 2015 con

il nome di Project X-Ray, è infine uno

sparatutto in prima persona che ci ve-

drà impegnati contro l’ennesima inva-

sione aliena. I nemici sbucheranno let-

teralmente dalle pareti, sfonderanno

muri e invaderanno le stanze di casa.

Non solo applicazioni ludiche ac-

compagneranno comunque questa

Development Edition di HoloLens.

HoloStudio, infatti, permetterà agli

sviluppatori di creare facilmente espe-

rienze in realtà aumentata e insegnerà

loro come utilizzare i vari modelli di

interazione propri del visore, come lo

sguardo, il puntamento tramite gesti e

l’implementazione del riconoscimento

vocale.

All’appello non mancherà neppure

una versione avanzata di Skype, che

permetterà agli utenti collegati di inte-

ragire tra loro e, soprattutto, di condi-

videre il nuovo mondo olografico pen-

sato da Microsoft.

torna al sommario 20

MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Roberto FAGGIANO

Technics ha esposto per la prima volta

al pubblico un esemplare funzionan-

te del giradischi SL 1200, annunciato

alla scorsa edizione dell’IFA di Berlino e

mostrato al CES di Las Vegas. Durante

l’esibizione tenutasi a Bristol, in Gran Bre-

tagna, era presente anche il progettista

Testuya Itani che ha raccolto la delusione

degli appassionati riguardo al prezzo di

listino fissato per il giradischi (almeno per

i primi 1200 pezzi della tiratura limitata e

numerata), pari a circa 4.000 euro. Per

molti il sogno di riavere un pezzo storico

a un prezzo accessibile, circa 500 euro

era l’ultimo listino del “vecchio” 1200, è

brutalmente sfumato. E qui i colleghi in-

glesi di What hi-fi hanno chiesto spiega-

zioni al progettista, svelando i retroscena

dell’operazione, quando Itani ha messo

in luce come il nuovo SL 1200 sia solo

in apparenza uguale al vecchio modello,

ma sia in realtà un prodotto del tutto nuo-

vo, escluso il coperchio parapolvere.

Il progetto di rimettere in pista il 1200

nasce nel 2014 ma i progettisti ancora

non sapevano che tutti i macchinari e

gli stampi di produzione dello storico

giradischi erano andati distrutti o grave-

mente danneggiati, esclusi gli stampi del

coperchio anti polvere. Da qui l’impos-

sibilità di sfruttare le economie di scala

sui macchinari e di conseguenza è par-

tito un progetto quasi completamente

nuovo, che solo esteticamente appare

uguale allo storico 1200. In particolare ci

si è ispirati al modello SP 10 che era in

effetti molto più costoso del 1200 ed era

venduto senza braccio di lettura. I punti di

forza del nuovo 1200 sono il motore per

la trazione diretta del piatto e appunto il

piatto, che è 3 volte più pesante rispetto

a quello del 1200 originale. Al momento

comunque il giradischi non è ancora in

veste definitiva: rimangono piccoli detta-

gli da rifinire per avere i primi esemplari

della versione limitata, attesa per l’estate.

Itani ha confermato l’arrivo di un modello

più economico, non a tiratura limitata, a

fine 2016, inizio 2017, ma che sicuramen-

te resterà lontano dai prezzi dell’edizione

“storica”.

HI-FI E HOME CINEMA I progettisti svelano perchè il nuovo SL1200 ha un prezzo così distante da quello del vecchio modello

Sono troppi 4.000 euro per il nuovo giradischi Technics?Sotto la pelle è un giradischi tutto nuovo, dal motore al piatto. Tra fine 2016 e inizio 2017 arriverà un modello più economico

A questo punto appassionati e deejay

si mettano il cuore in pace: il vecchio

SL-1200 da “battaglia” non c’è più e non

ritornerà; il nuovo 1200 sarà un giradischi

per audiofili dal portafogli rigonfio da esi-

bire ed ascoltare nel “salotto buono”. Il

tempo ci dirà se questa operazione sarà

un successo o meno.

di Roberto FAGGIANO

P anasonic amplia la sua gamma di

diffusori multiroom All Connected

audio con quattro nuovi modelli. il

diffusore All5 ( 249 euro) è un modello a

prova di schizzi d’acqua e umidità, ideale

per essere sistemato in bagno o in cuci-

na, sfrutta un sistema di altoparlanti ste-

reo con un woofer passivo per la gamma

bassa e un larga banda con potenza di

20 watt. Questo modello ha anche una

batteria integrata con autonomia di 6 ore.

Il diffusore All6 (299 euro) è destinato a

chi desidera una qualità sonora degna di

diffusori molto più grandi, gli altoparlanti

utilizzati formano un sistema stereo con

woofer e tweeter con potenza di 40 watt.

Una caratteristica esclusiva è il condotto

HI-FI E HOME CINEMA Panasonic presenta quattro nuovi diffusori multiroom della linea All

Panasonic ha un diffusore multiroom impermeabileL’All5 resiste all’umidità e agli schizzi d’acqua, è una scelta ideale per il bagno e la cucina

reflex Long Aero Stream Port si riesce

a ottenere una gamma bassa altrimenti

difficile da ascoltare da un diffusore così

compatto. L’All 6 puà essere utilizzato

anche in coppia per un ascolto stereo

oppure può fungere da diffusore sur-

round in collegamento con la soundbar

della gamma All 70T. Il modello All 7CD

(399 euro) più che un diffusore è un vero

sistema stereo in miniatura che com-

prende il lettore CD, un ingresso USB, la

radio e una piccola memoria interna da

4 GB dove archiviare musica compressa

oppure il contenuto di un CD in qualità

WAV. Dalla presa USB si possono anche

riprodurre file FLAC fino a 192 KHz. Gli

altoparlanti in configurazione stereo pre-

vedono un tweeter acupola e uno spe-

ciale midwoofer Twisted Port. Il diffusore

All 9 (349 euro) si colloca al top di gam-

ma per avere i migliori risultati sonori, pur

mantenendo dimensioni ancora compat-

te. Gli altoparlanti formano un sistema 2.1

con un woofer in comune ai due canali

con potenza complessiva di 80 watt. Sul

diffusore troviamo anche una presa USB

per chiavette di memoria e sei tasti pro-

grammabili per un uso diretto.

Tutti i nuovi modelli sono controllabi-

li con l’applicazione Panasonic Music

Streaming, compatibile con Spotify e

con TuneIn. Inoltre è possibile collegare

uno smartphone a un diffusore All con il

Bluetooth e diffondere la musica via wi-fi

ad altri altoparlanti connessi in rete. Per

quanto riguarda la disponibilità. gli All 6

e 9 arriveranno in aprile, All 7CD arriva in

maggio mentre l’All 5 arriverà in giugno.

HI-FI E HOME CINEMA

Marshall Major II La cuffia social

Marshall ha lanciato Major II (149 euro) una cuffia con una caratteristica singolare: la presa minijack non serve solo per un collegamento alla sor-gente in caso di batteria esaurita, ma utilizzando il Bluetooth questa presa serve per collegare un’altra cuffia e far ascoltare la stessa musica ad un’altra persona. Major II mantiene lo stile vintage di tutti i prodotti Mar-shall, con finiture nere in pelle e det-tagli in metallo: per il controllo delle telefonate e del volume c’è una rotella sul padiglione sinistro e i padiglioni sono ripiegabili. La cuffia impiega due trasduttori da 40 mm realizzati su specifiche, l’impedenza è di 64 ohm mentre la sensibilità è di 99 dB. Il collegamento Bluetooth è con aptX con 30 ore di autonomia, in dotazione un cavetto minijack spiralato.

torna al sommario 21

MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Massimiliano ZOCCHI

Tesla Model 3 è una vettura fonda-

mentale nei piani dell’azienda di

Elon Musk, dato che sarà la prima

ad offrire buona autonomia (si parla di

oltre 320 km) a un prezzo ragionevole:

35.000 dollari senza incentivi. Si sape-

va che sarebbe stata presentata a bre-

ve ma mancava una conferma ufficiale:

qualche giorno fa, Tesla ha iniziato a

distribuire gli inviti per l’evento di pre-

sentazione che si terrà il 31 marzo a Los

Angeles.

In particolare il famoso proprietario

Tesla norvegese, Bjorn Nyland, ha rice-

vuto e pubblicato sul suo blog l’invito,

in quanto più volte vincitore del refer-

ral program di Tesla. Tramite il suo sito

web, i suoi video e la sua disponibilità

ha convinto molti potenziali clienti ad

acquistare una Tesla, vincendo quindi

egli stesso una Model X, oltre ad ap-

punto questo viaggio. Questo è il testo

ricevuto da TeslaBjorn direttamente dal

customer service Tesla:

“Congratulazioni per aver vinto un

viaggio all’imminente evento di pre-

sentazione di Model 3. Grazie per il

tuo supporto al referral program, e

per la tua spinta alla rivoluzione elet-

trica. Siamo felici di annunciare che la

Model 3 verrà svelata martedì 31 mar-

zo a Los Angeles, California”.

Contemporaneamente alla diffusione

di questi inviti sono arrivati dei rumor

da un utente del Tesla Motors Club,

che dichiara di aver parlato con una

fonte anonima interna a Tesla, la qua-

le avrebbe rivelato alcuni particolari

della nuova vettura. Secondo queste

voci, Model 3 dovrebbe somigliare alla

Model S, ma più piccola e con qualche

dettaglio di lusso in meno, come i se-

dili in pelle. La riduzione di costo sarà

raggiunta soprattutto grazie a batterie

meno capienti, e direttamente prodot-

te da Tesla nella nuova GigaFactory in

Nevada.

I pre-ordini prenderanno il via il giorno

seguente in tutto il mondo, con un anti-

cipo di 1.000 dollari.

AUTOMOTIVE Goodyear e altri importanti produttori di pneumatici presenti al Salone di Ginevra

Eagle-360, lo pneumatico del futuro di GoodyearGoodyear ha presentato un concept di uno pneumatico sferico a levitazione magnetica Presentato anche il più classico Intelligrip, prototipo di pneumatico connesso e smart

AUTOMOTIVE La certezza della notizia arriva dagli inviti recapitati ai vincitori dei concorsi

Tesla Model 3, attesa finita: arriva il 31 marzo La Tesla Model 3, l’auto che cambierà il mercato, sarà presentata il 31 marzo a Los Angeles

di Massimiliano ZOCCHI

Al Salone di Ginevra, Goodyear ha

presentato il concept di Eagle-360

(clicca qui per il video di presenta-

zione), uno pneumatico-sfera a levitazio-

ne magnetica. Secondo il concept (al mo-

mento solo un rendering) Eagle-360 sarà

collegato a ipotetiche auto del futuro tra-

mite una nicchia a levitazione magnetica,

sistema utilizzato anche per trasferirgli il

moto. Niente più ammortizzatori con le

forze magnetiche ad attutire le asperità

della strada e una rumorosità nettamente

inferiore. Oltre a questo, il battistrada po-

trebbe essere creato con la tecnica della

stampa 3D, personalizzandolo a seconda

del tipo di applicazione. Eagle-360 ha un

disegno ispirato a un particolare tipo di

corallo per assicurare presa e sicurez-

za. Inoltre, il fondo delle scanalature si

comporta come una spugna: si indurisce

quando asciutta e diventa morbida quan-

do è bagnata, per variare le prestazioni

in ogni situazione. Un occhio di riguardo

anche al traffico e ai parcheggi del futuro,

grazie alle manovre a 360 gradi che que-

sta soluzione potrebbe permettere.

Più vicino alla realtà odierna invece In-

telliGrip, un concept derivato dallo pneu-

matico con chip incorporato già visto lo

scorso anno. Grazie all’avanzato sistema

di sensori incorporati e alla struttura del

battistrada, IntelliGrip può percepire le

condizioni meteo e le variazioni del man-

to stradale. Questi dati, unitamente alle

misurazioni di tem-

peratura e pres-

sione, vengono

trasmessi via

wireless al com-

puter centrale

della vettura,

che li interpreta

e reagisce di conseguenza, ad esempio

riducendo la velocità. Secondo il General

Manager Luca Crepaccioli, anche Intelli-

Grip è studiato pensando alle auto con-

nesse e autonome del prossimo futuro,

che necessiteranno di soluzioni nuove e

sono una sfida per tutto il settore come

non si presentava da molti anni. Per rag-

giungere questi traguardi è fondamenta-

le la collaborazione con le principali Case

automobilistiche e con le migliori aziende

del settore, come nel caso del microchip

incorporato in IntelliGrip, sviluppato insie-

me ad Huf, uno dei principali produttori

mondiali di sistemi elettronici per il setto-

re automotive.

Primo incidente con colpa per Google CarUna delle vetture autonome di Google ha colpito il fianco di un autobus. Nessuna grave conseguenza di Giulio MINOTTI

Dopo 2,3 milioni di chilometri e 17 incidenti causati da errori umani, l’auto a guida autonoma di Google sembra aver commesso il suo primo incidente con colpa. L’inci-dente, riportato qualche giorno fa al California Department of Motor Vehicles, ha visto coinvolti una Lexus RX450h, aggiornata alla guida autonoma, e un autobus del servizio pubblico locale. Lo scon-tro è stato causato da una cattiva interpretazione dell’intelligenza artificiale di una situazione molto comune: Google Car, cercando di aggirare alcuni sacchi di sabbia posizionati su un tombino, non ha valutato correttamente l’avvi-cinarsi di un autobus e l’ha col-pito. Sia l’operatore di bordo sia l’intelligenza artificiale dell’auto si sono accorti del bus ma entrambi, pensando che il mezzo rallentas-se o si fermasse per far passare la vettura, hanno lasciato che questa si spostasse al centro della corsia. Purtroppo così non è stato e il bus è stato colpito sulla fiancata dalla parte frontale dell’auto. Le velocità erano molto basse con il mezzo pubblico che procedeva a 24 km/h e la Google Car a 3 soli km/h. Secondo il colosso di Mountain View, la dinamica dell’incidente evidenzia qualche responsabilità da parte della Google Car: “Se la nostra auto non si fosse mossa la collisione non ci sarebbe stata”.Gestire molte variabili in frazioni di secondo può mettere in difficol-tà anche i sistemi tecnologici più avanzati, soprattutto in condizioni di elevato traffico. Ma Google non demorde e sicuramente trarrà be-neficio da questa esperienza.

torna al sommario 22

MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Massimiliano ZOCCHI

Al Salone di Ginevra, Nissan non

ha deluso le aspettative e tra le

novità presentate a farla da pa-

drone sono state sicuramente X-Trail e

Qashqai, presentati in una inedita ver-

sione Premium Concept. E poi un an-

nuncio che forse era un po’ inaspettato:

Nissan avrà un pilota automatico già il

prossimo anno, e lo vedremo proprio su

Qashqai.

Nissan ha giocato molto coi materiali

e con i colori, ottenendo due modelli

molto vicini a quella che potrebbe es-

sere una versione di serie, senza troppi

stravolgimenti. In entrambi ritroviamo

particolari della carrozzeria color rame,

ripreso poi anche nelle razze dei cerchi,

per entrambi da 20”. Decisi anche gli

accostamenti tra colori lucidi e opachi.

Nel caso di X-trail poi il cofano e il tetto

sono realizzati in vera fibra di carbonio,

creando un netto contrasto con il bian-

co opaco del resto della carrozzeria,

a sua volta in contrasto con il nero e il

rame dei paraurti e minigonne. Lavori di

rifinitura anche negli interni che si arric-

chiscono di particolari in carbonio oltre

a pelli di pregio e contrasti di colore che

riprendono quelli delle tinte esterne.

Nissan però punta forte soprattutto sul-

la tecnologia, e IDS Concept è il miglior

biglietto da visita, qui a Ginevra al suo

debutto europeo. Il prototipo è un vei-

colo elettrico al 100% con 60 kWh di

batterie che assicurano fino a 550 km

di autonomia per singola carica. Ma non

solo, IDS è dotata dei migliori sistemi

di guida assistita sviluppati da Nissan,

conosciuti col nome di Nissan Intelli-

gent Driving. Nissan ha annunciato che

nei prossimi 4 anni partirà un program-

ma per portare la guida autonoma alla

grande massa a prezzi accessibili, e

la road map si divide in tre fasi. La pri-

ma, già nel 2017, consiste nell’offrire la

Single-Line Control, ovvero permettere

ai veicoli di essere condotti autonoma-

mente all’interno di parametri specifici

di velocità, mantenendo la traiettoria e

la distanza all’interno della stessa cor-

sia. Si passerà poi al Multiple-Lane Con-

trol, che consentirà al veicolo anche di

cambiare corsia in piena sicurezza, per

arrivare poi al 2020, anno in cui arriverà

Inner-City, che consentirà alla vettura di

gestire anche gli incroci e le svolte ur-

bani senza l’intervento del conducente.

Durante il 2016 Nissan organizzerà dei

test drive per evidenziare la maturità già

raggiunta da queste tecnologie.

AUTOMOTIVE Rumor avevano anticipato le novità Nissan del Salone: ma la Casa non ha deluso

Tante le novità Nissan al Salone di GinevraPilota automatico e un concept elettrico La Concept elettrica IDS al suo debutto europeo e Qashqai e X-Trail in versione Premium Ma l’annuncio più importante è che anche Nissan avrà il suo pilota automatico dal 2017

AUTOMOTIVE Potremo recarci a lavoro e fare scampagnate in collina senza sudore e fatica

Shimano Steps trasforma la tua bici in una e-bikeTrasforma la bici in un sistema a marce automatico che si adatta a percorso e pedalata

di Gaetano MERO

Shimano Steps è il sistema e-bike a

marce automatiche prodotto dalla

casa nipponica. L’impianto moto-

rizzato, che potrà essere installato sulla

maggior parte delle bici in commercio,

promette di coprire lunghi percorsi con

una sola carica e di adattarsi facilmente

al tipo di strada, pianeggiante o salita,

grazie a un sistema intelligente di cambio

automatico elettronico chiamato Di2 che

raggiunge fino a 11 velocità. La centralina

capirà da sola come passare al giusto

rapporto monitorando velocità e caden-

za della pedalata. Il mozzo in abbinata è

lo Shimano Nexus, nelle versioni da 8 a

11 velocità compatibile con freni a disco,

il kit comprende corona singola da 38 o

44 denti e pedivella da 170 o 175 mm di

lunghezza. Steps dispone della modalità

di camminata servoassistita che supporta

il ciclista quando trasporta la bici a pie-

di (l’intero sistema supera i 5 kg a cui va

aggiunto il peso del mezzo). Se durante

la pedalata si è costretti a fermarsi, la

funzione Start Mode seleziona la marcia

inferiore per farci ripartire in tranquillità.

Tutto può essere regolato manualmente,

luci comprese, grazie al telecomando

integrato posizionato ad altezza manu-

brio, un ciclocomputer con display mo-

nocromatico ci terrà informati in tempo

reale sulla carica residua della batteria

e sulla distanza percorsa. La batteria ha

una capacità di 418 Wh (circa 100 km di

autonomia a seconda dell’uso) e riesce a

raggiungere l’80% di carica in 2 ore, per

ricaricarla completamente 4 ore.

Shimano Steps sarà disponibile presso i

rivenditori specializzati, non si hanno al

momento informazioni sul prezzo.

Tesla Model X arriva in Europa con la Signature EditionTesla in Europa mostra la nuova Model X pronta per la vendita Ma al momento solo chi ha prenotato la Signature Edition può comprarla sborsando 160.000 euro di Massimiliano ZOCCHI

Al Salone di Ginevra fa la sua pri-ma comparsa la Tesla Model X, al debutto europeo nella sua veste finale, pronta per la vendita. Già in vendita negli Stati Uniti, è ora pre-vista la distribuzione nel Vecchio Continente. Per ora però potran-no configurarla e ordinarla solo i clienti che l’avevano preordinata, che riceveranno la Signature Edi-tion per un costo più alto del nor-male: circa 160.000 euro. Il prezzo italiano è ancora sconosciuto, ma quella indicata è una stima ve-rosimile visto quello che hanno dovuto sborsare i clienti in Fran-cia, Germania e Olanda. Alla Ker-messe svizzera, Tesla ha messo in mostra il modello top di gamma, la P90D, con 90 kWh di batterie, autonomia fino 450 km e sistema AWD. Diversamente dalla Model S, è pensata per nuclei familiari più grandi, grazie a 7 posti veri, con gli ultimi due reclinabili per ot-tenere grande capacità di carico. Particolare distintivo sono le por-tiere posteriori ad ali di gabbiano, controllate da due motori elettrici ciascuna. È disponibile la ricarica da normali colonnine (AC 22 kW e Chademo tramite adattatore) ma soprattutto tramite i Tesla Su-perCharger, a 120 kW di potenza. Dopo questa prima fase dedicata ai preordini, partiranno le normali ordinazioni, con consegne in base alla capacità produttiva.

torna al sommario 23

MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Massimiliano ZOCCHI

Secondo molti addetti ai lavori, Hyun-

dai Ioniq è la novità più importante

del Salone di Ginevra 2016. C’è chi

la definisce semplicemente come l’anti-

Prius, ma la sua particolarità è che per

la prima volta un costruttore propone un

modello in tre varianti, tutte eco-friendly,

con diversi target di consumatori.

In realtà il palco era quasi tutto per la

versione ibrida plug-in (che ufficialmen-

te prende il nome di Ioniq Plug-in) e per

la Ioniq Electric 100% elettrica, dato che

della ibrida classica si sapeva ormai qua-

si tutto. Partendo dalla prima, il motore

benzina da 1.6 litri Gdi è associato a un

motore elettrico da 45 kW di potenza,

alimentato da 8.9 kWh di batterie, che

possono assicurare fino a 50 km di auto-

nomia 100% elettrica. Range decisamen-

te interessante, adatto ai cicli urbani, ma

che non ha limiti di utilizzo grazie al mo-

tore a combustione che interviene appe-

na le batterie sono scariche. Restava un

dubbio sul tipo di ricarica, e Hyundai ha

deciso per la carica lenta in AC.

La più attesa era sicuramente la decli-

nazione totalmente elettrica, di cui si

sapeva ancora poco, tranne l’autonomia

già comunicata, 250 km, garantita da 28

kWh di batterie. Qualcuno si aspettava

forse di più, per rompere la soglia psico-

AUTOMOTIVE Disponibilità da inizio del prossimo anno, non ancora noto il prezzo

Hyundai Ioniq con CarPlay e Android Auto 250 km di autonomia e ricarica da 100 kWPresentata Hyundai Ioniq: la tecnologia non manca e si punta forte anche sull’elettrico

logica dei 300 km, e questo porrà Ioniq

Electric in diretta competizione con la

Nissan Leaf o o con la Kia Soul EV, piut-

tosto che con le future Bolt (Ampera-e in

Europa) o Tesla Model 3.

Hyundai, diversamente da altre case

asiatiche, ha deciso di adottare quello

che è stato scelto come standard euro-

peo, ovvero il Combo CCS, che in que-

sto caso permetterà la ricarica lenta in

AC fino a 6.6 kW (quindi 4-5 ore) oppure

in DC fino a 100 kW, il doppio di quanto

permette la concorrenza. Al momento la

maggior parte dei caricatori sono limita-

ti a 50 kW, ma appena saranno diffusi

quelli di seconda generazione, Ioniq po-

trà caricarsi in soli 24 minuti fino all’80%.

Il motore qui, essendo l’unico, sale a 88

kW di potenza con una coppia di 295

nm, come sempre disponibile a zero giri,

per una velocità massima di 165 km/h.

Ma Ioniq nasconde anche un discreto

lavoro fatto sugli interni, eleganti e mo-

derni, con un cuore tecnologico, grazie

alla compatibilità con Apple CarPlay

e Android Auto. Inclusi anche i servizi

TomTom Live, e la possibilità della ricarica

wireless del proprio smartphone. Tutte

le informazioni principali durante la gui-

da sono assicurate dal display da 7”. La

tecnologia non si ferma solo all’intratte-

nimento, ma è dedicata anche alla guida

e alla sicurezza. I sistemi che troveremo

on board sono Autonomous Emergency

Braking, Lane Keep Assist System, Blind

Spot Detection, Rear Cross Alert e Smart

Cruise Control.

I prezzi per il momento sono ancora sco-

nosciuti, e le prime vendite sono attese

per l’inizio del 2017.

Fari LED “alta risoluzione” nella macchina del futuroSviluppato un sistema di illuminazione per auto che permette una distribuzione della luce più personalizzabile, intelligente ed efficace di Alvise SALICE

La compagnia tedesca Fraunhofer ha messo appunto un sistema di luci adattive, dove un LED è costi-tuito da oltre 1.000 pixel, ciascu-no dei quali può venire acceso o spento in autonomia. “Grazie ad una così alta risoluzione, è pos-sibile modificare la distribuzione della luce nel minimo dettaglio” ha dichiarato il dott. Hermann Opper-mann, a capo del progetto, entu-siasta all’idea di poter soprattutto cambiare a piacimento l’intensità dell’illuminazione in base a lumi-nosità stradale, distanza dall’auto che precede e che proviene sulla corsia opposta, ecc. I ricercatori di Fraunhofer hanno collegato 4 moduli da 256 pixel ca-dauno (di dimensione 125 micron) a un processore-guida principale che controlla elettronicamente tut-ti i 1.024 LED pixel. Per raggiunge-re un simile risultato, mantenendo una solida connessione col chip guida e un buon livello di raffred-damento, due sono gli approcci perseguiti in laboratorio. La prima tecnica consiste nel montare il chip in un telaio a griglia in lega di oro e stagno, che tiene i pixel distanziati di circa 15 micron. Il se-condo approccio si basa su di una nano-spugna porosa in oro, che può comprimersi ed espandersi assorbendo eventuali irregolarità geometriche del chip.Se consideriamo che l’odierna fanaleria a LED sfiora al massimo i 100 pixel autonomi, capiamo come una simile tecnologia possa tradursi in un balzo esponenziale.

AUTOMOTIVE In occasione del Salone di Ginevra, le dichiarazioni dell’AD di Fiat su Apple

Marchionne: Apple non dovrebbe fare auto da solaSecondo l’AD di Fiat, Apple dovrebbe affidarsi a un costruttore di auto per la sua iCar

di Giulio MINOTTI

I n un’intervista in occasione del Salo-

ne di Ginevra, Sergio Marchionne è

tornato a parlare di Apple e della sua

futura iCar, consigliando all’azienda di

Cupertino di riflettere bene prima di lan-

ciarsi in questo complesso business.

“Se hanno tanta fretta di produrre una

macchina, consiglierei loro di sdraiarsi e

aspettare fino a quando la sensazione

passa. Malattie come questa vanno e

vengono, guariscono, non sono letali”.

Secondo l’AD Fiat ci sono già molti pro-

duttori di auto con impianti in grado di

assemblare una potenziale Apple Car.

Sarebbe quindi più sensato sviluppare

una partnership tra uno dei grandi colos-

si del settore automobilistico e l’azienda

di Cupertino, piuttosto che realizzare da

zero una nuova fabbrica.

Inoltre Marchionne, qualche tempo fa,

si era dimostrato favorevole ad un pos-

sibile accordo, tra FCA e gruppi hi-tech

come Google e Apple. Ad un analista

che gli domandava se fosse disponibile

a sviluppare questo tipo di partnership,

Marchionne aveva risposto definendo

possibile l’accordo aggiungendo: “Pen-

so che dovremmo incoraggiare un dia-

logo di questo tipo”. Dobbiamo, infine, ri-

cordare che alcuni mesi fa erano circolati

dei rumor su una possibile collaborazio-

ne tra Apple e BMW per la realizzazione

di una vettura basata sulla i3.

torna al sommario 24

n.128 / 168 MARZO 2016

SCIENZA E FUTURO

La cella solare che replica l’occhio delle faleneI ricercatori dell’Univeristà di Surrey, UK, con il Professor Ravi Silva a capo dell’équipe, hanno sviluppato una cella fotovoltaica (la più potente al mondo) costituita da un sottilissimo foglio di grafene, che riproduce le impareggiabili capacità di assorbi-mento-luce osservate negli occhi della falena. Si tratta di un foglio di grafene con spessore atomico, composto da atomi di carbonio disposti in un reticolo a nido d’ape con la capacità di immagazzinare la luce anche senza trovarsi a contatto con una fonte diretta, il reticolato in grafene infatti riesce ad assorbire persino le onde che rimbalzano sugli oggetti al chiuso. Spiegando come il grafene sia 200 volte più resistente dell’acciaio e vanti una conducibilità elettrica maggiore del rame, Silva ha lasciato intendere come questo materiale potrà trovare applicazione in diversi rami del cosiddetto Internet of Things, nonché nella fornitura di energia a innumerevoli dispositivi.

di Roberto FAGGIANO

Tutte le case automobilistiche si lan-

ciano nel settore dei SUV compatti,

quelli lunghi poco più di 4 metri,

adatti più che altro al traffico cittadino

ma con linee moderne e filanti.

Toyota ha praticamente inventato il SUV,

o crossover che dir si voglia, con la RAV

4 ma mancava ancora nella categoria

emergente dei piccoli crossover ed

ecco quindi il nuovo modello C-HR, de-

rivato da un concept dello scorso anno

e con linee piuttosto originali, anche se

forse già viste in alcuni dettagli. La parte

più interessante è la motoristica che si

rifà in gran parte a quella della nuova

Prius, con il motore ibrido da 1.800 cc

con ciclo Atkinson ed efficienza dichia-

rata del 40% con 122 CV di potenza.

In alternativa sarà comunque disponibile

anche il recente benzina turbo da 1.200

cc da 115 CV. La dotazione comprende

tutti i più moderni sistemi di assistenza

alla guida come l’anti collisione e la se-

gnalazione di cambio corsia, mentre per

l’intrattenimento a bordo c’è un ampio

display touch in plancia che segnala an-

che il modo di funzionamento ibrido.

Una nota importante per questa vettura

è il fatto che verrà costruita in uno sta-

bilimento in Turchia, che diventa quindi

il terzo polo costruttivo di vetture ibride

Toyota in Europa, dopo quelli inglese e

francese. La nuova C-HR sarà in vendi-

ta dalla fine del 2016.

AUTOMOTIVE Toyota coglie l’occasione del Salone di Ginevra per presentare le sue novità

C-HR è il piccolo crossover ibrido di ToyotaLa C-HR, dalle moderne linee di un piccolo SUV, è disponibile anche con motore ibrido Sfrutta il motore da 1.800 cc della Prius o un benzina 1.200 cc e sarà prodotta in Turchia

AUTOMOTIVE 100 auto possono restituire energia all’edificio

Sede Nissan alimentata dalle Leafdi Massimiliano ZOCCHI

I l vehicle-to-grid è un sistema grazie al quale un veicolo elettrico può - in caso di

necessità - restituire alla rete l’energia accumulata per sopperire a picchi di ri-

chiesta o in caso di emergenze. Nissan è da tempo al lavoro su questa soluzione,

tanto che la utilizzerà direttamente per il suo quartier generale francese.

Il nuovo edificio disporrà di 100 stazioni di ricarica bidirezionali grazie alle quali i

veicoli della gamma Nissan Zero Emission potranno acquisire energia elettrica nelle

ore non di punta, con la possibilità di “restituirla” secondo il fabbisogno (e quando

l’energia costa di più). Ed è interessante sapere che la collaborazione tecnica per

queste speciali colonnine di ricarica è proprio con la nostrana Enel.

Oltre a ciò, l’edificio avrà anche un sistema di accumulo di energia pari a 1 MWh,

(grazie al partner specialista Eaton) costituito da 64 batterie derivate dal recupero di

quelle operanti su altrettante Nissan Leaf, e riutilizzate in una seconda vita, alimen-

tate da un impianto di generazione solare.

Questa griglia intelligente consentirà di gestire al meglio l’energia necessaria, pri-

vilegiando il prelievo dalla rete nelle fasce orarie più convenienti e con maggiore

sovraproduzione, per poi rimetterla in circolo nelle ore di punta, garantendo un

risparmio economico

ed energetico consi-

derevole. Secondo

la vision di Nissan

questa soluzione

potrà essere usata in

altre sedi, oltre a es-

sere una tecnologia

che in futuro potrà

essere integrata nei

centri abitati.

Italdesign GTZero Supercar italiana a emissioni zeroIl futuro delle supercar a emissioni zero è qui La nuova concept car di Italdesign mette in mostra una serie di caratteristiche che potrebbero presto vedere la luce nella produzione di serie di Dario RONZONI

È stata svelata al Salone di Gine-vra la nuova Italdesign GTZero, una supercar elettrica con un’au-tonomia dichiarata di 500 chi-lometri. Si tratta di una Concept Car, non destinata a una messa in produzione imminente, ma le solu-zioni adottate dagli ingegneri del marchio italiano, parte del gruppo Volkswagen, possono già fin d’ora tratteggiare interessanti scenari fu-turi. La supercar, una sportiva 2+2 con carrozzeria da shooting brake, è basata su un telaio modulare in fibra di carbonio, ma è ovviamen-te la propulsione il pezzo forte del progetto. Lo “zero” nel nome è un chiaro riferimento alle emissioni della vettura, spinta da tre motori elettrici in grado di sviluppare 483 CV complessivi. L’autonomia è di 500 chilometri e per raggiunge-re l’80% di energia disponibile è sufficiente un tempo di carica di mezz’ora. La velocità massima, au-tolimitata, è di 250 chilometri orari, mentre altri dati, come accelera-zione e peso, non sono stati resi noti. Gli interni, futuristici e mini-malisti, sono caratterizzati da una massiccia presenza di comandi touch, con l’unico comando fisico rappresentato dal freno a mano. Si tratta di n’auto che difficilmente potremo possedere ma che dimo-stra la tendenza dei prossimi anni nel settore automotive.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Massimiliano ZOCCHI

I l brand Honor è ormai tutt’altro che secondario: ne

è un esempio Honor 7, che a un prezzo di 349 euro

(con street price in realtà più basso, come al so-

lito) offre caratteristiche tecniche, design, e qualità

costruttiva che possono impensierire anche qualche

top di gamma. Abbiamo potuto provarlo per diverso

tempo, e possiamo quindi dare un parere su questo

modello che nasconde cose davvero interessanti.

Buona cura dei dettagliPartendo dalla confezione, l’imballo si presenta di-

scretamente rifinito, anche all’interno, con una cura

tipica dei modelli top. Salta subito all’occhio la cura

nel dettaglio e i buoni materiali utilizzati. Honor 7 ha

un corpo unibody metallico, interrotto solo nelle par-

ti terminali da plastica, colorata in modo simile, che

nasconde le antenne del dispositivo. I bordi sono

piatti, con solo gli angoli smussati in finitura lucida,

un particolare che lo rende più bello alla vista e aiuta

un poco la presa. Le linee esterne sono molto pulite,

con il tasto di accensione e il bilanciere del volume

entrambi sul lato destro. Sul lato inferiore trova posto

la presa micro USB al centro tra due griglie, una per

altoparlante e una per microfono. Da segnalare qui

la perfetta simmetria, sia orizzontale che verticale:

dalla parte opposta troviamo la presa cuffie, un se-

condo microfono e il sensore IR. Infine il lato sinistro

è “minimal”, con solo il carrellino schede (dual nano

SIM, oppure uno slot da dedicare alla Micro SD) con

poco più sotto un piccolo tasto chiamato tasto smart,

configurabile a piacere. Sul retro, con design del tutto

simili ad altri modelli Huawei già visti, il sensore della

fotocamera principale è posizionato al centro con a

fianco il dual flash LED. Subito sotto il riquadro leg-

germente ribassato è il sensore di impronte digitali.

La scocca non può essere rimossa per cui anche la

batteria non è accessibile.

TEST Un’ottima alternativa per chi cerca buone prestazioni e un aspetto che si avvicina top di gamma spendendo un po’ meno

Honor 7: buono per chi vuole spendere “il giusto”La qualità costruttiva e qualche funzione particolare lo spingono più in alto di quanto direbbe il suo prezzo di 349 euro

Qualche novità per distinguersi Lo smart buttonOrmai è arcinoto come sia molto difficile innovare nel

settore degli smartphone oppure proporre qualcosa

che distingua il proprio prodotto dalla massa. Honor

7 non vuole stravolgere il concetto di smartphone

aggiungervi qualche particolare non usuale.

Il primo di questi plus è lo Smart Button, ovvero un

piccolo pulsante fisico che si trova sul lato sinistro,

che può essere personalizzato in una apposita se-

zione delle impostazioni, per far sì che richiami di-

rettamente app o funzioni a noi congeniali. Lo stes-

so tasto può essere utilizzato per tre diversi scopi,

richiamati dalla pressione singola, quella doppia e

quella prolungata. Tra le scelte troviamo tutti i prin-

cipali servizi del telefono, ma anche le singole appli-

cazioni. Inoltre, la funzione è attiva anche a schermo

bloccato: se lo sblocco è protetto da codice o lettu-

ra dell’impronta, l’app designata non si apre senza

effettuare la relativa procedura. Al contrario, una

funzione come la torcia tramite i LED posteriori, non

richiedendo interazione con il display, si può attivare

anche a schermo bloccato. Un’idea semplice, diver-

tente da usare e che in tante situazioni ti toglie di im-

paccio e velocizza notevolmente alcune operazioni.

Una seconda feature interessante, sempre in qual-

che modo legata alla dotazione di Honor 7, è la repli-

ca telecomandi tramite il sensore IR posto nella par-

te alta. Questo componente funziona in accoppiata

con l’app preinstallata Controller Intell, realizzata in

collaborazione con Tiqiaa.

Nella schermata iniziale dell’applicazione si ha la

possibilità di scegliere di creare un telecomando

virtuale per TV, Condizionatore, STB, Lettore DVD e

altro, oltre alla funzione di autoapprendimento. Una

volta selezionato il tipo di apparecchiatura andremo

a scegliere la marca, per poi passare a una breve

fase di verifica di funzionamento. Nella nostra prova

abbiamo creato e utilizzato diversi telecomandi per

categorie diverse di prodotti, e tutti hanno funziona-

to molto bene al primo colpo. Non sempre la replica

lab

video

Honor 7BELLO E FUNZIONALE, GLI MANCA SOLO UN PIZZICO DI CARATTERE 349,00 €Honor 7 ci ha stupito per i buoni materiali e la qualità costruttiva generale, soprattutto per qualche piccolo particolare che lo rende non solo bello ma anche utile. Tuttavia il design in questo caso è anche un’arma a doppio taglio, ed essendo quasi identico ad altri modelli perde un po’ di fascino, suggerendo una sensazione di “già visto”. Dal punto di vista invece della user experience si batte bene con i concorrenti della stessa fascia di mercato e come prestazioni non ha nulla da invidiare ai competitor diretti; di sicuro può essere tenuto in seria considerazione da chi cerca un device con buone caratteristiche tecniche al giusto prezzo, rivolgendosi comunque a un brand ormai apprezzato.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEBuoni materialiTasto smart programmabileOttima autonomia

Sensore Impronte un po’ scomodoFotocamera nella media

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

8 8 7 9 8 88.0

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MAGAZINE

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

ha già tutte le funzioni del telecomando originale, ma

il problema può essere arginato sfruttando la funzio-

ne di auto apprendimento.

Segnaliamo anche la presenza del sensore di im-

pronte digitali, che è tutt’altro che una funzionalità

innovativa ma non è facile da trovare in terminali da

300 euro di listino. Leggermente incassato sotto il

livello della scocca, sembra un pulsante (come quel-

lo degli iPhone, per intenderci) ma è solo una zona

sensibile al tocco, che però può sfruttare anche del-

le mini gesture. È possibile visualizzare l’ultima app

aperta facendo uno slide verso l’alto sul sensore, op-

pure verso il basso per aprire l’area delle notifiche.

Oltre a questo diversi tipi di tocco in diverse situazio-

ni abilitano reazioni diverse. Tenendo premuto il sen-

sore si può tornare direttamente alla home, oppure

se ci si trova nella schermata mirino viene scattata

una foto, molto comodo soprattutto se si tratta di un

autoscatto. Allo stesso modo si può rispondere a

una chiamata o interrompere una sveglia. Insomma,

molto più di un semplice sblocca schermo o confer-

ma di identità, dando più senso a un componente

che si presta bene a diverse funzioni. E’ giusto dirlo

però, la posizione può non essere comoda a tutti,

poiché non in tutte le situazioni viene naturale por-

tare il dito sul retro. Sicuramente può essere molto

d’aiuto programmare più impronte per avere mag-

giori possibilità di trovarsi con la giusta impugnatura

al momento giusto.

Huawei ha cercato di offrire originalità al suo devi-

ce anche tramite l’utilizzo di temi grafici particolari

e animati. I colori molto accesi e alcune soluzioni

grafiche sono più in linea con alcuni mercati esteri,

ma di sicuro contribuiscono a rendere il device tutto

fuorché anonimo.

Buona potenza senza esagerarePer quanto riguarda le specifiche tecniche, Honor 7

ha in dote un SoC Kirin 935 octa-core da 2.2 GHz di

clock, supportato da 2 GB di RAM e 16 GB di stora-

ge interno (3 GB di RAM nella versione da 64 GB di

storage). Questo processore non esattamente la pri-

ma scelta in modelli di primo piano fa tutto sommato

egregiamente il suo lavoro, rimanendo stabile e sen-

za scaldare molto anche dopo le consuete sessioni

di gioco un po’ impegnative con i soliti noti come

Asphalt Airborne. Il display da 5.2” è di tipo IPS con

risoluzione Full HD, con buon angolo di visione e

una resa cromatica apprezzabile, piuttosto brillante

il che non guasta. Discreta la resa dei contrasti e

buona la luminosità massima, che permette di usare

il telefono anche in condizioni esterne senza partico-

lari problemi: solo un piccolo appunto sul sensore di

luminosità, che tende ad abbassarla un po’ troppo, e

sul fatto che il display si riempie di impronte con una

certa facilità, La connettività come lecito aspettarsi è

completa, con la rete cellulare fino a LTE a 300 Mbps

e il Wi-Fi AC su 5 GHz.

Il classico benchmark con Antutu non è mai una

stima precisa delle potenzialità di un device, ma è

comunque utile a capire il range in cui poter classifi-

care ciò che abbiamo in mano. Nel caso di Honor 7 la

posizione in graduatoria è la tredicesima, denotando

appunto una potenza di calcolo tutto sommato me-

dia, lontana dalla base ma anche dai top di gamma

che costano più del doppio. Nell’utilizzo quotidiano

non si notano incertezze se non in rarissimi casi.

Il sistema operativo è Android 5.0, con la solita per-

sonalizzazione Emui, qui nella versione 3.1. Non si

tratta di una modifica troppo invasiva, se non per

la nota mancanza di un sotto menu, e la presenza

di tutte le app installate nei vari scroll della home.

Dovrebbe arrivare anche l’aggiornamento a Marsh-

mallow 6.0, che pare sia già in fase di beta test prima

del rilascio al pubblico.

Fotocamera discreta con un tocco “asiatico”Nella corsa alle specifiche tecniche, Honor ha pun-

tato forte sulle fotocamere. Su Honor 7 troviamo una

camera principale da 20 Mpixel e una frontale da

8 Mpixel. Sulla fotocamera posteriore è presente la

messa a fuoco tramite rilevamento di fase, che as-

sicura scatti rapidi, anche se a volte fatica un po’ in

condizioni di luce tenue. Niente di trascendentale per

le impostazione degli scatti, ma non manca nulla di

ciò che può essere utile, come la modalità notturna,

panorama o l’HDR, con l’interfaccia sempre molto

chiara e facilmente comprensibile. Sul fronte video la

registrazione arriva fino a una risoluzione Full HD, con

messa a fuoco che fa bene il suo dovere. Sia in interni

che in esterni le foto sono buone, solo con qualche

piccola limitazione sui dettagli più fini, specie in con-

dizioni di scatto difficili. In sostanza, nonostante i tanti

mega pixel, la fotocamera principale è allineata alle

tante che troviamo nella fascia media di mercato: sen-

za infamia e senza lode. Nota positiva per la camera

frontale, che grazie agli 8 Mpixel e al LED che illumina

il volto, restituisce dei selfie un po’ sopra la media.

Come impostazioni aggiuntive, accessibili dalla barra

di selezione del tipo di scatto, troviamo delle opzioni

un po’ particolari, che a dir la verità ricordano un po’ le

manie e le mode tipicamente asiatiche. Oltre al Light

Painting (già visto su Huawei P8) e al livello regolabile

di bellezza, la più strana è Yummy per enfatizzare le

foto del cibo e condividerle poi sui social network.

Batteria che stupisce Il resto è nella mediaIn un periodo dove anche i device con le batterie più

capienti non ottengono grandi risultati, Honor 7 si

piazza sopra la media. La batteria (non rimovibile) è

da 3.100 mAh, che dovrebbe assicurare buone pre-

stazioni. E infatti è così, con l’autonomia che supera

quasi sempre la giornata di utilizzo, arrivando anche

in caso di uso non intensivo al secondo giorno, an-

che se poi si deve arrendere, e non riesce a portare

a termine anche la seconda tornata. Tutto il resto è

perfettamente nella media della sua fascia di merca-

to. L’audio non è mai incerto e l’altoparlante anche se

mono è adeguato. Il browser internet è quasi sempre

ben fluido, coadiuvato anche dall’LTE, ma in generale

l’esperienza è positiva, non abbiamo mai riscontrato

blocchi, scatti o rallentamenti.

TEST

Honor 7 segue Da pagina 26

Anche con foto con oggetti molto lontani il det-taglio è buono, anche se c’è una piccola tendenza alla sovraesposizione.

In scenari interni la fotocamera offre un buon bilanciamento all’illuminazione artificiale, con i colori che appaiono appena più chiari del reale.

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MAGAZINEn.128 / 168 MARZO 2016

di Roberto FAGGIANO

L a rinascita della gamma Technics passa anche

attraverso il sistema Ottava C-500, molto bello

da vedere ma con un prezzo importante, pari a

1.800 euro. Si tratta comunque del modo più econo-

mico per entrare nel mondo Technics e la formula del

tutto compreso sarà molto attraente per chi non ama

le complicazioni. Le linee eleganti poi potrebbero avvi-

cinare anche un pubblico che il marchio Technics non

l’ha mai sentito nominare. Il sistema Ottava è formato

da una sola unità di elettronica che comprende un

lettore CD, un ingresso USB per chiavette di memo-

ria, una sezione network player con Wi-Fi, Airplay e

Bluetooth per ascoltare musica archiviata su server e

dispositivi mobili nonché l’amplificatore. I due diffusori

sono estremamente compatti per essere facilmente

posizionabili in ambiente ma nascondono un progetto

molto originale e innovativo per fornire prestazioni di

tutto rispetto. La dotazione è completata dal teleco-

mando che si affianca all’utilizzo dell’applicazione per

il controllo di tutte le funzioni. La compatibilità con file

musicali è completa, dal semplice MP3 fino al DSD da

5,6 MHz, sia da chiavette USB, sia da PC (previa instal-

lazione del software dedicato) o con DLNA.

L’unità centrale è larga 36 cm e profonda circa 25 cm,

quindi facilmente posizionabile su qualsiasi ripiano, te-

nendo conto che sul pannello superiore c’è il lettore di

compact disc. Sul pannello frontale troviamo solo l’ac-

censione e i tasti per il volume, ma altri comandi sono

di tipo touch all’interno del display centrale; quest’ulti-

mo ha la luminosità regolabile fino allo spegnimento.

Il meccanismo del lettore CD è invece manuale, il co-

perchio in vetro ruota sul perno posteriore a cui è fis-

sato e l’inserimento del disco è manuale. Il vano per

il CD ha una coreografica retro illuminazione che può

comunque essere spenta per chi non ama questi detta-

gli. Sul pannello frontale, anzi per la precisione al di sot-

to, ci sono anche una presa per la cuffia e un ingresso

USB, quasi nascosti su fondo nero per non turbare la

TEST Abbiamo provato il nuovo sistema completo Technics, è il più accessibile del marchio anche se ha un prezzo importante

Technics Ottava, bello e con ottime prestazioniElegante e soprattutto con importanti contenuti tecnologici. Ha la connessione wireless ma non dimentica il Compact Disc

linea del frontale. Molto ben rifinito anche il telecoman-

do con tasti grandi e ben individuabili anche al tatto.

Non servono molti ingressiL’Ottava comprende già il lettore CD, il network player,

il Bluetooth e un ingresso USB, pertanto non servi-

rebbero altri ingressi ma si può comunque contare

su un ingresso digitale ottico (magari per il televisore)

e l’ingresso USB per il computer. Avremmo visto vo-

lentieri anche un ingresso analogico per una ulteriore

sorgente, magari l’imminente giradischi Technics, ma il

sistema lavora tutto su segnali digitali e quindi sarebbe

stato necessario aggiungere una sezione di conver-

sione A/D. Invece si poteva aggiungere la radio DAB

presente sul sistema 700, soprattutto considerando

che l’applicazione di controllo per ora non prevede le

radio web; ma comunque è previsto un aggiornamento

dell’applicazione entro l’estate con l’aggiunta di vTuner

e Spotify Connect. Per i diffusori ci sono connettori pro-

prietari da usare con i cavi forniti in dotazione, in prati-

ca si realizza un sistema di bi-amplificazione dato che

tweeter e woofer hanno i loro amplificatori dedicati.

Un applicazione che sta crescendoL’app Technics Music è molto curata dal punto di vista

grafico e rende al meglio sui tablet, da qui si posso-

no controllare quasi tutti i parametri del sistema, si

può accedere alla musica archiviata sul dispositivo

oppure accedere a un server con DLNA. Al momento

l’app manca dell’accesso alle radio web e dei servizi di

streaming, ma ci assicurano che a breve queste lacu-

ne verranno colmate. Però si ha l’impressione che del

controllo tramite app si possa anche fare a meno, utiliz-

zando il tradizionale telecomando e seguendo l’ampio

display frontale.

Un diffusore molto particolareI diffusori in dotazione al sistema Ottava meritano una

dettagliata descrizione perché sono molto diversi dal

solito e ricchi di soluzioni originali. Si parte da un picco-

lo parallelepipedo che misura 11 cm di lato per la base

ed è alto circa 28 cm, la finitura è molto curata e tutti i

lati sono rivestiti in tessuto perché gli altoparlanti non

sono disposti solo frontalmente.

segue a pagina 29

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Technics OttavaUN SISTEMA DA NON SOTTOVALUTARE 1.800,00 €Il nuovo Technics Ottava non è solo un bel sistema da piazzare in salotto e mostrare agli amici, suona davvero bene e riesce a fornire presta-zioni sonore sorprendenti in relazione alle minuscole dimensioni dei diffusori. Pur essendo dotato di un network player completo di Wi-Fi, Bluetooth e AirPlay, pensiamo che il suo utilizzo più indicato sia quello tradizionale con i CD, per rilassarsi sulla poltrona preferita e ascoltare buona musica in pieno relax. Si può sperare che un utente distratto possa acquistare l’Ottava solo perché è bello, accorgendosi poi che le sue prestazioni musicali sono eccellenti. Dopo queste considerazioni anche il prezzo, pur elevato in assoluto, diventa pienamente giustificato.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEPrestazioni sonore eccellentiDesign e finiture elegantiIngombro limitato

Prezzo elevatoApplicazione migliorabileNessun ingresso analogico

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

9 9 9 9 8 88.7

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TEST

Technics Ottavasegue Da pagina 28

All’interno ci sono due midwoofer con cono da 8 cm e 3

tweeter a cupola da 12 mm, i woofer sono posizionati in

modo simmetrico e contrapposto: uno è orientato ver-

so il basso, l’altro verso l’alto con aperture di uscita su

tutti e quattro i lati. Il volume compreso tra i due woofer

racchiude uno speciale condotto reflex a spirale che

aiuta a rafforzare la gamma bassa anche in un volume

così piccolo. I tre tweeter invece occupano lo spazio

superiore del diffusore e hanno diverse angolazioni

per diffondere i suoni a 270°, in modo da ricreare più

facilmente un credibile palcoscenico anche quando i

diffusori vengono posizionati troppo vicini tra loro, per

esempio ai lati del sistema. Inoltre ogni tweeter è allog-

giato in un minuscolo condotto a tromba che migliora

ulteriormente la dispersione. La particolare disposizio-

ne degli altoparlanti impone alcune precauzioni nel

posizionamento: in particolare il costruttore consiglia

posizionare i diffusori ad almeno 5 cm dalla parete po-

steriore (ma l’ideale è 30 cm) e

ad almeno 60 cm da quelle la-

terali. Inoltre il cavo di collega-

mento in dotazione, piatto e di

qualità migliorabile, ci dice che

woofer e tweeter sono pilotati

direttamente da un amplificato-

re dedicato per ciascuna delle

due sezioni, la potenza è di 2 x

40 watt (4 ohm, 0,5% THD) per

i woofer e 2 x 10 watt (4 ohm,

0,5% THD) in classe D. Potenza

all’apparenza assai modesta

ma che – come vedremo - non

pregiudica le prestazioni in un

progetto curato.

Molto interessante anche il grande

lavoro di progettazione svolto sul-

l’unità centrale nella quale ritrovia-

mo alcune delle soluzioni studiate

da Technics per i sistemi superiori,

in particolare il circuito Jeno – Jit-

ter Elimination and Noise Shaping

Optimization - che svolge un ruolo

fondamentale per le prestazioni

sonore del sistema. Detto in parole

povere il circuito Jeno elimina ogni

traccia di rumore e fluttuazioni del

segnale digitale che andrebbe a

turbare la precisa modulazione del

segnale musicale. Per pilotare ade-

guatamente i diffusori c’è poi un profondo intervento

di circuitazioni DSP e di equalizzazione che portano

questi piccoli diffusori a prestazioni che meritano di

essere ascoltate.

Un sistema piacevole da usare e da ascoltarePer il test del sistema abbiamo posizionato i diffusori a

circa tre metri tra loro per avere la migliore situazione

d’ascolto, i cavi dei diffusori sono abbastanza lunghi

anche per questo scopo. La connessione al web in wi-fi

è molto stabile grazie alle doppie antenne di ricezione,

il tutto si svolge dal menù iniziale senza usare l’applica-

zione. L’illuminazione del vano CD è sin troppo forte e

abbiamo preferito spegnerla mentre il display frontale

ha diversi gradi di illuminazione fino allo spegnimento

completo. Dobbiamo confessare che ci siamo avvici-

nati con una certa diffidenza a questo sistema, ci sem-

brava più uno stereo da mettere in bella evidenza in

salotto più che un vero sistema hi-fi. E invece è bastato

il primo CD riprodotto per farci rapidamente ricredere.

Quello che colpisce di più è l’ampiezza e la profondità

del palcoscenico virtuale ricostruito, degno dei migliori

sistemi con diffusori di dimensioni nettamente supe-

riori, non di rado c’è anche una buona riproduzione

in senso verticale, cosa assai rara in generale. Poi stu-

pisce la gamma bassa, profonda e dinamica con ogni

genere musicale ma soprattutto realistica con la mu-

sica classica e le grandi orchestre sinfoniche. I bassi

più profondi giungono senza il minimo rimbombo e

sfiorando la sensazione di impatto fisico delle percus-

sioni. Se poi pensiamo alla ridotta potenza disponibile

lo stupore aumenta. La gamma acuta è estremamente

dettagliata ma mai stridente, restituendo con grande

realismo ogni strumento musicale o la sue riproduzio-

ne elettronica. Difficile trovare limiti qualitativi alla resa

sonora, non solo in relazione al prezzo. Forse l’unico

punto relativamente debole è la riproduzione vocale,

a volte con un corpo non ottimale, ma sono dettagli

che spesso derivano più dalla registrazione e vengono

esaltati dalla resa ottimale delle altre frequenze.

Il bello è che per ottenere queste prestazioni non ser-

ve usare i costosi Flac a 96 o 192 kHz, ma basta già

un normale CD. In breve l’Ottava è molto piacevole da

ascoltare, con qualsiasi genere musicale e a ogni livel-

lo di pressione sonora, bisogna fare i complimenti ai

progettisti perché raggiungere queste prestazioni da

diffusori così piccoli non deve essere stato facile.

GADGET Dalla Francia arriva una curiosa soluzione per godersi al meglio la musica live

Mettersi le cuffie al concerto per ascoltare meglioUn device e un’app consentono di gestire e personalizzare l’audio ricevuto dal banco mixer

di Dario RONZONI

P uò sembrare strano indossare un

paio di cuffie nel bel mezzo di un

concerto. Ma chi ne frequenta molti,

soprattutto quelli di musica più “vivace”

(rock, dance, metal...), sa bene che la

pressione sonora può essere eccessiva

e l’acustica drammatica, al punto da non

farci godere lo spettacolo. Augmented

Acoustics è una startup francese che

al recente World Mobile Congress di

Barcellona ha presentato Peeble (da

non confondere con lo smartwatch), un

sistema in grado di riprodurre in cuffia le

performance live dei musicisti. Peeble è

di fatto un piccolo device da portare al

collo, che riceve il segnale audio inviato

direttamente dal banco mixer del

concerto. Basta collegare un paio

di cuffie e il gioco è fatto.

In aggiunta, un’app per smartpho-

ne consente all’utente di gestire

e personalizzare l’audio ricevuto,

per rendere l’esperienza di ascol-

to ancor più appagante e coinvol-

gente. Questo video spiega bene:

peccato sia solo in francese. Pee-

ble potrebbe essere la soluzione

ideale, ovviamente a pagamento, per

gli organizzatori di eventi in cerca di

entrate extra, oppure un escamotage

per trasformare ambienti per nulla adat-

ti alle performance live in perfette sale

da concerto. Del resto, sarebbero suf-

ficienti una band che suona, un po’ di

microfoni, un mixer e tanta gente con-

nessa al proprio Peeble per dar vita a

un’interessante esperienza sonora col-

lettiva, indipendentemente dalla natura

del luogo scelto per il concerto.

MAGAZINEEstratto dal quotidiano online

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n. 416 del 28 settembre 2009

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