7_POESIA_Szymborska

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CN n. 7 2012 CN n. 7 2012 Poesia Un’anima abitata. La poesia di Wislawa Szymborska è come un’autostrada per l’anima. Veloce, diritta, puoi “sorpassare” con grande scioltezza alcune dell’impasse tipicamente umane. E’ un aeroplano in volo da cui puoi guardare non solo la tua vita ma anche quella degli altri, perchè in fondo, gli esseri umani condividono gli stessi dubbi, le stesse ansie, le stesse emozioni. a cura di Elisabetta Gatti Milioni di persone lo cercano, milioni di persone ce l'hanno ma hanno paura di perderlo. E' il lavoro ovviamente, ed è questo che assilla tragicamente il nostro globo nel ventune- simo secolo. Ed il lavoro è visto e declinato in versi liberi da una poetessa. “Scrivere un curriculum” è una lama che ta- glia a fettine il nostro modello produttivo, che sempre più tende a spossessare l'essere umano di se stesso in nome di un sistema economico disumano. Con abilità Wislawa Szymbor- ska coniuga la cruda realtà con una leggera ironia. Riesce a mettere in rilievo ciò che del "candidato" non è detto, quello che è sottaciuto perché del tutto "impresenta- bile" al datore di lavoro. La vita, in altre parole. Ovvero il meglio dell'essere umano, o forse quello che più lo caratte- rizza. Le vicessitudini di ogni singola esistenza, dalle più dolci alle più amare sono tagliate via di netto. Non sarebbero "quali- ficanti" pertanto vanno occultate e sottratte fino a quando il curriculum non coinciderà con il profilo richiesto. Titoli, ono- reficienze, riconoscimenti, conoscenze, per pesare il valore e le potenzialità di una persona e decidere quindi, se idoneo, di metterla nel "tritacarne" aziendale. E così il fragore del- l'esistenza diminuisce e quello del tritacarte aumenta. Resta l'apparenza ma l'anima è andata via. Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1 febbraio 2012) poetessa e saggista è stata premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti. E’ generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni. Ma per l’universalità degli argo- menti che affronta e per la profondità della sua opera è cono- sciuta ed apprezzata in tutto il mondo. In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita che ri- valeggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nono- stante in un'occasione Szymborska abbia ironicamente osservato, nella poesia intitolata “Ad alcuni piace la poesia” (Niektorzy lubią poezje), che la poesia piace a non più di due persone su mille. E’ una buona notizia, calcolando che la Terra ha ormai 7 mi- liardi di abitanti, siamo sicuri che almeno 14 milioni leggono poesia!!! Fonte: Wikipedia 20

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CN n. 7 2012CN n. 7 2012

Poesia

Un’anima abitata.La poesia di Wislawa Szymborska è come un’autostrada per l’anima. Veloce, diritta,puoi “sorpassare” con grande scioltezza alcune dell’impasse tipicamente umane. E’un aeroplano in volo da cui puoi guardare non solo la tua vita ma anche quella deglialtri, perchè in fondo, gli esseri umani condividono gli stessi dubbi, le stesse ansie, lestesse emozioni.

a cura di Elisabetta Gatti

Milioni di persone lo cercano, milioni di persone ce l'hanno

ma hanno paura di perderlo. E' il lavoro ovviamente, ed è

questo che assilla tragicamente il nostro globo nel ventune-

simo secolo. Ed il lavoro è visto e declinato in versi liberi da

una poetessa. “Scrivere un curriculum” è una lama che ta-

glia a fettine il nostro modello produttivo, che sempre più

tende a spossessare l'essere umano di se stesso in nome di un

sistema economico disumano. Con abilità Wislawa Szymbor-

ska coniuga la cruda realtà con una leggera ironia.

Riesce a mettere in rilievo ciò che del "candidato" non è

detto, quello che è sottaciuto perché del tutto "impresenta-

bile" al datore di lavoro. La vita, in altre parole. Ovvero il

meglio dell'essere umano, o forse quello che più lo caratte-

rizza.

Le vicessitudini di ogni singola esistenza, dalle più dolci alle

più amare sono tagliate via di netto. Non sarebbero "quali-

ficanti" pertanto vanno occultate e sottratte fino a quando il

curriculum non coinciderà con il profilo richiesto. Titoli, ono-

reficienze, riconoscimenti, conoscenze, per pesare il valore

e le potenzialità di una persona e decidere quindi, se idoneo,

di metterla nel "tritacarne" aziendale. E così il fragore del-

l'esistenza diminuisce e quello del tritacarte aumenta. Resta

l'apparenza ma l'anima è andata via.

Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1febbraio 2012) poetessa e saggista è stata premiata con ilNobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti. E’ generalmente considerata la più importante poetessapolacca degli ultimi anni. Ma per l’universalità degli argo-menti che affronta e per la profondità della sua opera è cono-sciuta ed apprezzata in tutto il mondo.In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita che ri-valeggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nono-stante in un'occasione Szymborska abbia ironicamente

osservato, nella poesia intitolata “Ad alcuni piace la poesia”(Niektorzy lubią poezje), che la poesia piace a non più di duepersone su mille.E’ una buona notizia, calcolando che la Terra ha ormai 7 mi-liardi di abitanti, siamo sicuri che almeno 14 milioni leggonopoesia!!! Fonte: Wikipedia

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Scrivere un curriculum

Che cos'è necessario?

È necessario scrivere una domanda,

e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto

è bene che il curriculum sia breve.

È d'obbligo concisione e selezione dei fatti.

Cambiare paesaggi in indirizzi

e malcerti ricordi in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,

e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.

I viaggi solo se all'estero.

L'appartenenza a un che, ma senza perchè.

Onorificenze senza motivazione.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso

e ti evitassi.

Sorvola su cani, gatti e uccelli,

cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore

e il titolo che il contenuto.

Meglio il numero di scarpa, che non dove va

colui per cui ti scambiano.

Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.

È la sua forma che conta, non ciò che sente.

Cosa si sente?

Il fragore delle macchine che tritano la carta.

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