7dì 13 febbraio

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PD “7 Dì”San Donato Milanese Rassegna stampa

13 febbraio 2013

Pubblichiamo gli articoli usciti sulla stampa locale negli ultimi 3 giorni. Realizzato dal nostro gruppo di comunicazione, questo servizio bisettimanale di rassegna stampa vuole offrire ai visitatori del nostro sito la possibilità di aggiornarsi su quanto accade sul territorio sandonatese a livello politico, sociale, economico e sindacale .Buona lettura.

Il PD di San Donato Milanese

11 / 13 febbraio 2013

In primo pianoDue i temi di rilievo ripresi in questi giorni dai media locali:

1. La sensibilità verso “il sociale” che sta tornando a San Donato e che si è manifestata nelle recenti iniziative dell’Amministrazione comunale supportata dai volontari della Caritas. Indichiamo a tal proposito l’articolo “L’ex casa parrocchiale diventa un rifugio” (martedì – il cittadino art. 1) in cui Don Alberto Barlassina informa di aver messo a disposizione tre stanze della vecchia parrocchia per fornire un riparo a dieci senzatetto. Il comune in questo caso fornirà ai bisognosi il cibo “non toccato” delle mense scolastiche. Da evidenziare anche l’attenzione di Checchi verso i problemi della comunità rumena accampata nel nostro territorio specie per quanto riguarda i numerosi bambini presenti (martedì – il cittadino art. 2).

2. La possibile costruzione dello stadio dell’Inter sulla quale si sono espressi tra l’altro il sindaco Checchi, il consigliere del gruppo misto Calculli (lunedì - il Giorno e martedì - 7Giorni.Info) e Giancarlo Broglia, candidato di Rivoluzione civile (mercoledì, Il cittadino, articolo 4).

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Lunedì 11 febbraio Fonte: IL GIORNO

Lo stadio dell’Inter a San Francesco? Coro di sì ma con riservaSan Donato: attira il business, si teme l’impatto. Il luogo sarebbe un sito dismesso vicino a Chiaravalle, ai confini con MilanoSan Donato Milanese «Ragazzi, cascate male: io sono milanista». Scherza, il sindaco Andrea Checchi, parlando dell’incontro coi dirigenti del Club nerazzurro. In realtà sa che l’occasione è ghiotta: la costruzione di uno stadio dell’Inter a San Donato è un’ipotesi che apre prospettive interessanti sul fronte degli oneri di urbanizzazione, dei servizi e dell’immagine. Un piatto ricco. E piuttosto concreto ora che il gruppo Moratti ha rilanciato l’interesse per la città dell’Eni come possibile sede di un nuovo Meazza.«Al momento non abbiamo in mano nessun progetto. — frena Checchi — Ci sono stati alcuni incontri con la società, che ha manifestato le sue intenzioni. Faremo le dovute valutazioni, se e quando la proposta verrà messa nero su bianco».L’impianto sorgerebbe nell’area di Cascina San Francesco, un sito dismesso al confine con Milano, poco lontano dall’abbazia di Chiaravalle. Una location strategica anche per la vicinanza di tangenziali e autostrade. È qui che, accanto a uno stadio da 60mila posti, sorgerebbe un complesso di servizi e strutture ricettive che è già stato ribattezzato Interello. L’obiettivo è inaugurare il tutto entro il 2017. «Si tratterà di capire se il progetto è fattibile in termini di accessibilità e compatibilità col Pgt. — dice ancora il sindaco — Esamineremo con attenzione la qualità, anche architettonica, dell’intervento. Di certo la decisione del Comune non verrà presa nelle segrete stanze, ma in accordo coi cittadini».Il possibile arrivo dell’Inter è stato accolto con un certo entusiasmo. La conferma viene da Giacinto Calculli, consigliere comunale del gruppo misto ed ex dirigente dello Sporting San Donato: «Si tratterebbe di un arricchimento per la città, sotto ogni aspetto. E poi diciamolo: tra raccordi stradali e presenza del metrò, San Donato è anche meglio di San Siro. La costruzione di uno stadio è un progetto complesso, ma al tempo stesso completo, capace di assorbire i volumi di traffico in arrivo».Sulla stessa lunghezza d’onda il mondo sportivo, anche quello che un tempo militava in maglia rossonera: «Lo stadio dell’Inter sarebbe un volano per l’economia locale. — commenta Daniele Guerzoni, ex calciatore professionista originario di San Donato e cresciuto nel vivaio del Milan — Un’occasione anche per le realtà sportive del territorio». Più cauti gli esponenti della società civile, che temono l’impatto della struttura sulla città: «Traffico e problemi di parcheggio: sarebbe meglio che lo stadio si facesse altrove. — dice Carlo Rossi, fondatore del comitato spontaneo Ktm — Chi si è trasferito a San Donato in cerca di verde e tranquillità non è certo entusiasta all’idea di trovarsi con un maxi impianto sportivo sotto casa. Se il progetto verrà realizzato, sarà bene prevedere un sistema di navette a uso dei tifosi». Alessandra Zanardi

Martedì 12 febbraio

Fonte: 7 GIORNI.INFO Stadio dell’Inter a San Donato: i nerazzurri rilanciano l’interesse, l’idea piace ma

permane qualche riservaL’edificazione di uno stadio dell’Inter a San Donato potrebbe non essere solo uno scenario da fantascienza. Nei giorni scorsi, infatti, i rappresentanti della società di Massimo Moratti hanno incontrato l’Amministrazione comunale, manifestando il proprio interesse per la città sandonatese per ospitare il nuovo Meazza. Sebbene ancora non sia stato presentato un progetto, sembra però sia stata individuata una possibile collocazione. Si tratterebbe dell’area dismessa di Cascina San Francesco, in una zona strategica a poca distanza dall’abbazia di Chiaravalle e confinante con Milano. In attesa di una formalizzazione della proposta da parte dei nerazzurri, lo scenario che si prospetta è stato accolto con favore dal mondo politico, ma permane qualche riserva. Da un lato, infatti, lo “sbarco” dell’Inter a San Donato viene visto come un'interessante opportunità, sia a livello economico e di immagine, che sotto il profilo degli oneri di urbanizzazione. Dall’altro, però, permangono alcune perplessità, principalmente riguardo i problemi di traffico e parcheggio, dovuti all’alto afflusso di tifosi che andrebbe a concentrarsi nell’area.

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1. Fonte: IL CITTADINO1. L’ex casa parrocchiale diventa un rifugio

Nell’edificio ricavate tre stanze che danno riparo a dieci senzatettoGli spazi d’accoglienza, gestiti da una cooperativa legata alla Caritas, rimarranno a disposizione degli ospiti fino al 31 marzoEmergenza freddo: l’ex casa parrocchiale della chiesa di San Donato martire per la prima volta sta ospitando una decina di senzatetto. Nell’edificio, attraverso alcuni interventi di ristrutturazione, sono state ricavate tre stanze che fino al 31 marzo rimarranno a disposizione dei clochard in cerca di riparo contro i rigori dell’inverno. «La gestione è in mano una cooperativa della Caritas - annuncia il parroco don Alberto Barlassina - e il progetto è partito questo inverno con un gruppo di ospiti, tra cui alcuni di San Donato, che sono venuti a sapere attraverso il passaparola di questa opportunità rivolta a coloro che non hanno un casa. È stato così raggiunto un importante obiettivo di accoglienza, che senz’altro troverà un seguito nei prossimi anni». Gli ospiti entrano alla sera, cenano, dormono al caldo, dopodiché al mattino escono dopo la colazione, con la possibilità di farsi una doccia e di avere biancheria pulita fornita dalla Caritas cittadina, che si occupa anche dei pasti. Il Comune da parte sua sosterrà le spese di lavanderia, come sta già facendo da anni per il servizio di accoglienza legato al Centro di ascolto. Lo spazio ha un guardiano, che presidia il viavai, garantendo un clima di ordine, in base alle regole con cui è decollato un nuovo impegno che vede protagonista la solidarietà. Inoltre, il sindaco Andrea Checchi ieri ha annunciato che a partire da questi giorni tutto il cibo “non toccato” delle mense scolastiche verrà quotidianamente messo a disposizione di questa iniziativa, tramite un accordo tra la società Vivenda, che gestisce il servizio di refezione scolastica e la Caritas cittadina. «Il coordinamento che si è creato - commenta il primo cittadino - rappresenta un concreto esempio di collaborazione che, se trovasse ulteriormente seguito in altri comuni, significherebbe maggiori risposte a chi ha più bisogno». L’organizzazione infatti ancora una volta fa leva sulla sinergia di più realtà che collaborano attivamente per dare al territorio il concreto risultato di assicurare notti al caldo a coloro che non hanno alternative. La tradizione benefica del territorio, fatta di importanti tappe, compie così un nuovo passo avanti. In particolare, la Caritas cittadina di San Donato negli anni ha messo a disposizione diversi servizi rivolti agli immigrati e ai clochard. Dagli ambulatori medici per chi non può accedere all’assistenza sanitaria, fino alle docce per coloro che vivono in strada. In questi giorni in cui neve e temperature rigide stanno tenendo banco, arriva notizia che c’è un indirizzo dove una decina di poveri hanno trovato un tetto per la notte, ma anche la possibilità di mangiare, di lavarsi e di cambiarsi in un ambiente caldo e confortevole. Giulia Cerboni

2. Campo nomadi nella morsa dell’inverno, il sindaco: «Pronti a intervenire se serve

Con la nuova nevicata l’attenzione torna sui circa 50 romeni che ormai da mesi sono accampati presso cascina San Francesco in catapecchie realizzate con materiali di risulta. Tra loro c’è un gruppetto di minori, alcuni dei quali frequentano le scuole del territorio. Nonostante le condizioni precarie di vita e le forme di riscaldamento rudimentali, sembra che la comunità di nomadi non abbia lamentato comunque particolari emergenze. «Alcuni minori frequentano le nostre scuole, con cui siamo in continuo contatto - spiega il sindaco Andrea Checchi - e se ci fossero dei problemi mi avvertirebbero. Attraverso le direzioni didattiche riusciamo dunque a svolgere un monitoraggio». Nel frattempo, dopo la visita al campo da parte del sindaco Andrea Checchi e di alcuni assessori avvenuta in dicembre, l’esecutivo sandonatese ha segnalato ai colleghi di palazzo Marino la necessità di individuare una soluzione per queste famiglie. «È un tema che va ulteriormente approfondito - prosegue il sindaco - su cui non è facile intervenire, anche perché il Comune di Milano si trova ad affrontare numerose altre emergenze simili». Viene comunque mostrata l’intenzione di aprire ulteriori riflessioni. «Non sono più andato a trovarli - conclude il primo cittadino - in quanto per il momento non ho alcuna proposta da sottoporre loro e non ci sono aggiornamenti rispetto alla visita effettuata nei mesi scorsi, in cui abbiamo preso atto della situazione. Per caso ho incontrato delle donne, che ho riconosciuto, a cui ho chiesto se andava tutto bene e mi hanno risposto che non hanno particolari problemi». Sono nuclei famigliari, di origine romena, ma non di etnia rom, che si sono mossi dal loro Paese per le condizioni di estrema povertà. Arrivati in Italia, hanno dovuto continuare ad arrangiarsi, realizzando baracche e improvvisando campi nelle aree dell’hinterland. Checchi ha da subito dichiarato di voler prestare attenzione all’aspetto sociale, tenendo conto anche della presenza di bambini a cui è stata offerta

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la possibilità di prendere posto tra i banchi. Il tratto di territorio è quello dell’immobiliare Asio, che dovrebbe ospitare lo stadio dell’Inter. Una parte di San Donato fuori mano e dallo scarso passaggio dove già in passato in più occasioni hanno trovato riparo dei gruppi di nomadi. In questo caso le famiglie romene ci stanno trascorrendo l’inverno, combattendo contro freddo, neve e intemperie con una serie di soluzioni “creative”. Si sono collegati all’energia elettrica, cucinano e mangiano negli alloggi che in qualche modo riescono anche a riscaldare e mandano i bambini a scuola. Giu. Cer.

3. Nuovo stadio dell’Inter, l’assessore: «A noi non è arrivata nessuna notizia»«Gli aggiornamenti sullo stadio dell’Inter per il momento noi come Comune li apprendiamo dai giornali, in quanto dopo l’incontro che si è tenuto in dicembre con i dirigenti della squadra, non si è più fatto sentire nessuno». L’assessore allo sport, Matteo Sargenti, commenta così la notizia trapelata nei giorni scorsi che Inter per il proprio imponente investimento avrebbe scelto San Donato, scartando dunque le altre aree alternative sul tappeto, tra cui quella di Rho - Pero, in prossimità del comparto che ospiterà l’Expo. In base alle indiscrezioni, sembra che gli aspetti decisivi siano legati alla presenza del vicino aeroporto di Linate e alla strategica collocazione viaria, a cui si aggiungono ferrovia e capolinea M3. «A noi, rispetto questa decisione di cui abbiamo letto sulla stampa, non è arrivata alcuna notizia - prosegue l’assessore -, e per il momento non abbiamo nemmeno in mano un progetto da mostrare alla città su cui aprire un ragionamento». Resta dunque solo una bozza di massima su cui nelle scorse settimane si è aperto un confronto all’interno della maggioranza di centrosinistra, che verte però su una serie di aspetti ancora tutti da definire. «Per ipotizzare una trattativa - sottolinea Sargenti - è necessario ragionare su qualcosa di concreto e come giunta siamo disposti ad aprire un dialogo su un progetto di qualità, che si traduca in servizi per i cittadini». Il rebus insomma resta aperto. Anche se pare che i vertici delle Beneamata abbiano tirato le conclusioni, eleggendo il San Francesco come nuovo indirizzo per atleti e tifosi, e non solo. La squadra neroazzurra ha infatti già parlato anche di un complesso di impianti detto “Interello”, ma anche di un centro commerciale e persino di una quota di residenziale. Ipotesi che restano comunque in attesa di un disegno che tenga conto della viabilità, nonché dei collegamenti di trasporto pubblico, in cui siano messe nero su bianco le attività che la società di Moratti intende abbinare allo stadio e naturalmente ai servizi che è disposta a portare sul territorio. G. C.

4. Stasera in municipio l’architetto vincitore del concorso EniOspite a San Donato nella giornata odierna, l’architetto Thom Mayne, vincitore del concorso internazionale per la realizzazione del nuovo centro direzionale Eni, che sorgerà nel comparto di viale De Gasperi dove sono iniziati i preparativi per l’impegnativo intervento edificatorio. Il professionista che ha definito le “geometrie” della futura sede del colosso petrolifero, prenderà la parola nel corso di un incontro che si terrà a partire dalle 18 presso l’aula consiliare del municipio. Prosegue inoltre fino al 24 febbraio la mostra “Un nuovo segno +” con i progetti e i plastici presentati al concorso.

Mercoledì 13 febbraio

Fonte: IL CITTADINO

1. Nuovo centro Eni, non solo palazzoniL’architetto Thom Mayne illustra le linee guida del “sesto uffici”Aula consiliare stracolma per il 69enne fondatore della Morphosis Architects: «La struttura graviterà attorno a una piazza»

Duecento persone in aula consiliare per Thom Mayne, l’“architetto star” che ha vinto il concorso di idee per il sesto palazzo Eni. Mentre il cantiere è già partito, anche se ancora non è possibile vedere gli edifici prendere forma, molti sandonatesi non hanno perso l’occasione di ascoltare la filosofia del sesto Eni direttamente da chi l’ha concepita. Il 69enne fondatore della Morphosis Architects di New York e Los Angeles è a capo del team che si è affermato nel concorso internazionale lanciato dal Cane a sei zampe un paio di anni fa, agli albori dell’idea Sesto Eni. Non è la prima volta che il padre di Morphosis Architects viene in Italia negli ultimi anni; l’ha già fatto a Milano un paio di volte e ieri ha varcato la sede del palazzo municipale accompagnato dal sindaco Andrea Checchi. Oltre ai presenti, hanno seguito la “lezione” di Mayne anche gli utenti collegati via

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streaming al sito comunale. Il sesto palazzo Eni sarà un’area da 65mila metri quadrati fra via De Gasperi e piazzale Supercortemaggiore, con volumetrie che negli anni scorsi - durante la lunga fase di contrattazione con Eni sul piano di intervento - avevano anche spaventato qualcuno. Mayne ieri in Comune ha impostato la presentazione della nuova creatura Eni in un modo piuttosto diverso, insistendo su aspetti cruciali della pianificazione da leggere con attenzione. «La struttura gravita attorno a una “plaza”, una corte, rappresentata dall’ampio spazio interno - questo uno dei concetti di fondo - da nessun punto si vedrà un solo edificio, ma questa “isola” interna con alcuni punti di entrata dei lavoratori». In altri termini, il baricentro del gruppo asimmetrico di edifici non sono i palazzi stessi, ma quello che sta loro attorno e dentro. Il creativo newyorkese, che ha fondato il suo atelier nel 1972, ha insistito sul fatto che «lo spazio centrale è la continuazione degli edifici», mimando anche, per una migliore comprensione immediata, il cono visivo che passa da una parte all’altra della “plaza”, facendo sì che il blocco del sesto sia monumentale, ma non massiccio. «Stiamo creando un luogo molto pubblico - ha aggiunto ancora alla fine - una piccola città che va in linea con il modo attuale di progettare siti per vaste organizzazioni aziendali come l’Eni. Un modo che privilegia la massima veduta dell’ambiente circostante». Qualcuno ha osservato nel dibattito che si tratta di uno stile molto “italiano”, data l’ostinazione delle città del Belpaese a volere un punto di ritrovo centrale. Per quanto riguarda gli spazi lavorativi veri e propri, cioè i palazzi, questi si sviluppano come “continuous groove”, ovvero movimento continuo che alleggerisce la pur importante volumetria. L’ospite di San Donato ha parlato anche di «connessioni organiche» fra i vari nuclei uffici: «L’idea più affascinante è stata proprio questa della connessione organica, naturale attraverso ponti e strutture metalliche». La forma attraverso cui questa naturalità si esprime è il “cuneo”, il ponte sbalzato che si getta nello spazio. Quindi il sesto Eni sarà - o forse è meglio dire è - anche un “paesaggio”, landscape il termine: «Abbiamo tratto ispirazione per il verde interno dall’idea dell’isola, degli alberi come isole che emergono dalla terra e punteggiano la piazza». Emanuele Dolcini

2. Lezioni di legalità all’istituto Mattei: il maggiore Gerbo sale in cattedraLezioni sul campo di legalità per gli studenti dell’Itis Mattei. «Attraverso un accordo con l’associazione Minotauro - annuncia il preside, Giacomo Paiano - abbiamo iniziato un percorso che avrà un seguito di appuntamenti rivolti ai ragazzi, tutti incentrati sulla legalità intesa sotto diversi profili, a partire dalla rete Internet per arrivare al contrasto alla mafia nell’ambito di un lavoro che prevede anche la presenza di ospiti e di opportunità di confronto». Il dirigente scolastico dell’istituto superiore sandonatese inserito nel complesso Omnicomprensivo spiega che una prima tappa si è già tenuta nelle scorse settimana con «il maggiore dei carabinieri Giuliano Gerbo, che ha incontrato alcune classi per parlare di social network e nuove tecnologie, quale tema molto vicino ai giovani». Su questo piano l’attività proseguirà con altri eventi, promossi dalla scuola in collaborazione con il sodalizio, dove il concetto di legalità, di rispetto delle regole e di convivenza civile, tornerà in primo piano. «Ritengo che sul piano educativo - prosegue il preside - sia di particolare importanza affrontare certi temi con testimonianze e personale qualificato che si mette gentilmente a disposizione dei giovani». Il percorso del resto a San Donato inizia sin dalle scuole elementari e medie, con una serie di iniziative che hanno più volte portato sul territorio personaggi i quali si sono rivolti a bambini e adolescenti. Si sono aggiunte rappresentazioni teatrali, anche recenti, e altri momenti tesi a formare i cittadini di domani. Lo stesso traguardo verrà perseguito dal Mattei, che ha alle spalle una lunga serie di progetti in cui alla didattica vengono abbinate esperienze che chiamano all’appello gli studenti in un coinvolgimento attivo. In questo caso sul tappeto è stata posta la legalità, vista sotto diversi profili, con un itinerario che prevede nuove puntate dove protagonisti saranno i temi forti della società odierna. Giu. Cer.

3. Gli utenti promuovono il mercatino: in biblioteca libri usati con lo scontoI sandonatesi hanno detto “sì” al mercatino sperimentale dei libri usati organizzato dalla biblioteca, che diventeranno un appuntamento fisso con cadenza mensile. Nella prima settimana di ogni mese, presso i tre punti di riferimento civici, sarà così possibile fare scorta di romanzi, saggi e di narrativa per l’infanzia a prezzi scontatissimi. Un’iniziativa che in tempi di crisi va incontro agli appassionati della lettura e che al tempo stesso significa riciclo di copie che altrimenti finirebbero al macero, mentre attraverso questo progetto troveranno nuove collocazioni. I risultati del resto si misurano con i numeri, in quanto in base ai dati diffusi per l’occasione, è emerso che solo nel periodo natalizio dalle bancarelle, nate da un’idea vivente, sono state ricavati 300 euro. Una somma che consentirà di aggiornare il catalogo con l’acquisto di nuovi volumi che saranno messi a

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disposizione del servizio prestiti. I modici importi infatti se sommati consentono di raggiungere cifre che permetteranno di accontentare un più vasto pubblico in cerca di novità. E l’ingranaggio, testato sul campo, per il momento ha dimostrato di funzionare bene, con un gruppo di sandonatesi che non si è fatto sfuggire l’occasione. Gli interessati quindi da ora in avanti potranno proseguire la tradizione, con i punti di riferimento vicino casa dove fare riferimento per uno shopping dove è protagonista l’usato a pochi euro. Verrà così dato seguito ad un progetto che fa leva sui duplicati della biblioteca e su altri volumi che escono dal catalogo per raggiungere, attraverso il mercatino, coloro che per i loro acquisti sono pronti a fare una puntata al banchetto. Giulia Cerboni

4. L’Inter in città, Broglia boccia l’ipotesi stadio: «Fate ospedali» «Se fosse necessario, saremo pronti ad organizzare un comitato di lotta contro l’ipotesi di un nuovo stadio dell’Inter a San Donato». La sinistra locale si mostra così decisa a salire sulle barricate contro il progetto legato all’imponente operazione della società di Moratti, su cui resta alta l’attenzione. L’annuncio parte dal candidato alla Camera di Rivoluzione civile, Giancarlo Broglia, il quale spiega di essere in rete con il gruppo di Rifondazione comunista di San Donato. Obiettivo: dichiarare guerra contro l’impianto che la squadra di Moratti sembra sia intenzionata a realizzare nel quartiere San Francesco. «Un nuovo stadio nell’hinterland è certamente l’ultima cosa di cui la Lombardia ha bisogno - afferma risoluto da Paullo il portabandiera della sinistra - le società calcistiche dovrebbero mettersi d’accordo per utilizzare la struttura che già esiste, senza la necessità di costruirne di nuovi, in quanto ricordo che il territorio necessita di ben altre risposte, a partire da scuole, ospedali, e anche di cibo, viste le code sempre più lunghe di fronte alle mense dei poveri». E, toccando il dolente tasto delle cattedrali nei deserti urbani, rincara la dose, affermando: «Siamo pieni di esempi di privati che hanno iniziato a realizzare elefantiaci complessi che hanno poi abbandonato, lasciandosi alle spalle situazioni che hanno richiesto l’intervento del pubblico. Il vicino quartiere milanese di Santa Giulia è un caso emblematico sotto gli occhi di tutti: sono scempi che non si devono ripetere». Secondo Broglia, l’eventuale scommessa di Moratti per questo tratto di Sudmilano non si tradurrebbe nemmeno in opportunità di occupazione. «Verrebbe reclutato personale sottopagato - prosegue - con nuove situazioni di sfruttamento, quando il fenomeno della disoccupazione si dovrebbe combattere investendo nella manutenzione del patrimonio pubblico e non certo in interventi che non solo non forniranno alcuna risposta alla collettività, ma porterebbero un pesante impatto sul piano viabilistico e ambientale». E su questo piano ricorda: «La situazione delle strade che dovrebbero servire il nuovo stadio, come è del resto noto, è già altamente congestionata, un’opera del genere sul traffico avrebbe ripercussioni catastrofiche». Insomma, se il centrodestra ha promosso a pieni voti l’idea di un complesso per calciatori e tifosi, da una parte della sinistra arriva una netta bocciatura, con l’annuncio di una mobilitazione che verrebbe messa in pista nel caso in cui la prospettiva trovasse conferme ufficiali. G. C.

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