70% - Bergamo - c/c 16386245 filefai crescere il grano Se vuoi dieci anni di prosperità, ... tumore...

20
Anno VI - n. 27 - Settembre 2008 - Periodico Trimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Bergamo - c/c 16386245 27 27

Transcript of 70% - Bergamo - c/c 16386245 filefai crescere il grano Se vuoi dieci anni di prosperità, ... tumore...

An

no

VI

- n

. 2

7 -

Se

tte

mb

re

20

08

- P

eri

od

ico

Tri

me

str

ale

- S

pe

diz

ion

e i

n A

.P.

- 7

0%

- B

erg

am

o -

c/c

16

38

62

45

2727

“Se vuoi un anno di prosperità, fai crescere il grano

Se vuoi dieci anni di prosperità, fai crescere gli alberi

Se vuoi cent’anni di prosperità,fai crescere le persone.”

Ringraziamo le aziendeche con il loro contributoci permettono di cresceregiorno per giorno e porta-re avanti iniziative comequesto giornale.

Stucchi

EDITORIALE 3“Noi e gli altri”Angelo Frigerio

SPAZIO SCIENTIFICO 4“ E quando lo straniero si ammala”Luisa Bonetti

SPAZIO ASSOCIAZIONE 6“4 ruote di solidarietà”Marco CremonesiLudovico Bertulessi

SPAZIO TECNICO 8“A Treviglio si fa ricerca”Elena Balconi

SPAZIO CULTURA 10“Luisito”Vanda Ceriani

SPAZIO PSICOLOGICO 12“Grazie a ...”Cinzia Moleri

INTERVISTA A.. 14“Oikos: la salute è un dirittoprivo di documenti”Marco Cremonesi

SPAZIO ARTISTICO 16“Il maestro Angelo Giussani”Michela Colombo

4 8

12 14

SOMMARIO

COMITATO SCIENTIFICOBarni Sandro Bonetti Luisa Cremonesi Marco Cabiddu Mary Petrelli Fausto

COMITATO Dl REDAZIONEBonetti Luisa Barni Sandro Ceriani VandaCabiddu MaryOlejnik Kristina

DIRETTORE RESPONSABILEFrigerio Angelo

VICEDIRETTORECremonesi Marco

SEGRETERIAFrigerio Enrico Tel. 0363-314151 Fax 0363-314121 [email protected]

PROGETTO GRAFICOStudio Origgi Via Mac Mahon, 78 - 20155 MILANO

REALIZZAZIONE GRAFICAFiorenzo VenturiniViale Buonarroti, 5 - 24047 Treviglio (Bg)

STAMPATipocarto Via L. D a Vinci - 24043 Caravaggio (Bg)

EDITOREAssociazione “Amici di Gabry” ONLUSVia Matteotti, 125 - 24045 Fara G. d’Adda (Bg)

N. AUTORIZZAZIONE 34Del 06 Luglio 2001 Tribunale di Bergamo

27

SETT

EMBR

E 20

08

27

3

NOI E GLI ALTRI

L’ immigrazione in Italia è un fenomeno in continua cresci-ta, come evidenziato dai permessi di soggiorno più che tri-plicati negli ultimi periodi.Considerando inoltre che quantificare gli stranieri presen-ti in Italia tramite i permessi di soggiorno non sia comple-tamente corretto per ovvi motivi, la cifra risulta in realtàdecisamente maggiore rispetto a quanto ufficializzato.La constatazione è che oramai la nostra società è e diven-terà sempre più una società multietnica, in cui si trovano aconvivere diverse culture, diverse mentalità e diverse tra-dizioni.E’ in questo contesto che si rendono necessari interventi ditipo socio-sanitario rivolti non solo alla popolazione “citta-dina” ma a tutti coloro che vivono, anche se solo momen-taneamente, sul territorio italiano. Soprattutto bisognaprendere atto che la malattia oncologica è presente in que-ste persone tanto quanto nella popolazione indigena conin più barriere culturali e linguistiche che ostacolano lacomunicazione e l’ informazione su tematiche importantiquali la prevenzione, la diagnosi precoce e la cura deltumore al seno. Uno dei nostri obiettivi per il prossimo futu-ro è proprio quello di comunicare anche alle diverse realtàsocio culturali che vivono sul nostro territorio concetti chepossano aiutare ad integrarsi da un punto di vista preven-tivo e soprattutto a guarire.Effettivamente il tema di questo numero è insieme inquie-tante ed intrigante in quanto invita a riflettere su come stiacambiando la nostra società in termini di composizioneetnica e, soprattutto, per il confronto tra il nostro modo dimuoverci nell’ambito del volontariato in campo sanitario ela richiesta da parte di chi è “culturalmente diverso”. Misento di affermare che forse in questo affrontare i proble-mi della malattia dello straniero il nostro ruolo di volontariè agevolato proprio dalla natura stessa della nostra mis-sione: l’altro come punto di riferimento, e più è alto il biso-gno, soprattutto dal punto di vista relazionale e logistico,più riusciamo a donare. Questo nasce forse dalla nostraformazione cristiana e dal fatto di operare vicino a chi sof-fre, ma i nostri interventi verso queste persone che vengo-no da lontano sono quelli che hanno lasciato i segni piùindelebili. Mi ricordo in questi anni le confidenze dei nostrivolontari che mi esprimevano le sensazioni che riceveva-no nell’accompagnare persone che non parlavano, chenon riuscivano a farsi capire, intimoriti ed impauriti dallamalattia e dal mondo roboante che li circondava; ma ada-gio adagio tutto si scioglieva ed alla fine …un abbracciocon le lacrime agli occhi.Un giorno, mi ricordo che era un anziano albanese, dopotrenta viaggi per la radioterapia a Bergamo, con il nodo allagola ed un linguaggio poco comprensibile, sussurrò que-ste parole che accompagnarono lo scricchiolio dellaportiera della nostra Civic nera: “grazie, tu sei mio fra-tello di sangue”.

ED

ITO

RIA

LE

Angelo FrigerioDirettore responsabile.Presidente della associazione “Amici di Gabry”

ASSOCIAZIONEAMICI DI GABRYTel. e Fax 0363 305153e-mail: [email protected]

CHI INCONTRATE?Donne disponibili all'ascoltoMedicoSpecialisti del settore: Oncologo,Senologo, Esperti di Medicina AlternativaPsicologo

DOVE SIAMO"Associazione Amici di Gabry"V.le Oriano, 2024047 Treviglio (BG)

ORARI APERTURA SEDELa segreteria dell’associazione é aperta dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 11.30

COLLABORAZIONESe diventi socio/a sostenitore, anchecon un piccolo contributo, potenzierai il progetto che coinvolge ognuno di noi.

ASSOCIAZIONE "AMICI DI GABRY"ONLUSSede legale:Via Matteotti 12524045 Fara d’AddaP.I.: 02645050168c/c bancario 210230/31c/o Credito Cooperativo di TreviglioABI 08899 - CAB 53643c/c postale 16386245

4

Un' indagine sui tumori nelle comuni-tà straniere non ci dà che dati parzia-li e non esiste ancora una statisticacomparata, né a livello nazionale néregionale e territoriale. Ma le maggio-ri patologie rimangono il tumore allamammella nella donna e la neoplasiadell'apparato uro-genitale negli uomi-ni.

Abbiamo analizzato i dati dei pazien-ti stranieri curati nel reparto di onco-logia di Treviglio e di Romano peravere un riscontro rispetto alle pato-logie e ai paesi di provenienza.Dal 2001 ad oggi, i pazienti presi incarico sono stati 74, con una costan-te crescita negli anni. Viene confer-mata che la patologia più frequente èil tumore della mammella (40 pz)donne in prevalenza provenienti daipaesi dell'est Europa e ex Jugoslavia(30 pz).A seguire abbiamo le patologie del-l'apparato uro-genitale nell'uomo (12pz) provenienti dall'est Europa edall'Africa.9 pazienti presentano patologie deltratto gastrico e in misura minore cisono i tumori del polmone e gli ORL.Un altro dato da rilevare riguardal'età dei pazienti che risulta essereprevalentemente bassa, oltre il 50%è inferiore ai 40 anni. Ma questo è inlinea con i dati generali della popola-zione emigrata che risulta essereprevalentemente sotto questo limitedi età.

l dibattito sull' immigrazione inItalia è particolarmente accesoin questi mesi, evidenziando

quanto sia difficile realizzare un'inte-grazione effettiva, al di la delle buoneintenzioni e/o dei pregiudizi.La realtà è che ormai la nostra socie-tà è e diventerà sempre più unasocietà multietnica, in cui dovrannoconvivere diverse culture, diversementalità, diverse tradizioni. È in questo contesto che si rendononecessari anche interventi di tiposocio-sanitario rivolti non solo allapopolazione italiana ma anche a tutticoloro che vivono, anche solomomentaneamente sul territorio ita-liano. Purtroppo, però, barriere cultu-rali e linguistiche ostacolano lacomunicazione e l' informazione sutematiche importanti come la salute ein particolare la diagnosi precoce e lacura dei tumori.

5

La nostra osservazione però non puòfermarsi solo ai dati numerici, mavogliamo analizzare anche le proble-matiche relative alle persone stranie-re.Quali sono le maggiori difficoltàche lo straniero incontra nelmomento in cui si ammala?Molto dipende dalle condizioni socio-culturali in cui la persona vive, dall'a-vere vicino una famiglia o no, dallivello di integrazione culturale esociale.Certamente la prima difficoltà è lega-ta alla lingua, quella più ovvia, maanche quella più drammatica perchèaumenta il senso di solitudine e diabbandono in un momento di partico-lare fragilità a causa della malattia.Questo è un problema che però nelnostro day hospital cerchiamo disuperare dato che il personale hauna buona conoscenza della linguainglese e francese; nel caso di altralingua siamo ricorsi all'aiuto di fami-liari o conoscenti che facevano dainterpreti per noi. Più difficile rimane la comunicazionedelle sensazioni interiori, l'espressio-ne dei sentimenti, il trovare parolericonosciute per comunicare. Sonospesso evidenti le differenza cultura-le nel dare significato agli eventi, alladiagnosi come alla cura. In questesituazioni, non facili perchè possonocreare incomprensioni, abbiamo cer-cato di metterci in ascolto dell'altro,con rispetto e attenzione.

Spesso le difficoltà nascono anchedalla burocrazia e dalla rigidità deiservizi. Il paziente straniero si trova adoversi confrontare con più figuresanitarie, reparti diversi e non sem-pre collegati.Ci sono percorsi “obbligati” da segui-re che non sono sempre facili nem-meno per la popolazione locale. Inqueste situazioni abbiamo cercato difacilitare le situazioni anche ricorren-

do all'aiuto dei volontari degli “ Amicidi Gabry”.Si sono presentate anche situazionilegate al credo religioso come larichiesta di personale sanitario fem-minile, Ricordo in particolare l'episodio diuna donna di religione mussulmanache, avuto un malore durante la tera-pia in day hospital, si è trovata inforte difficoltà nel dover togliere ilvelo che le ricopriva il capo.Altre difficoltà nascono principalmen-te dalla condizione socio economica,in particolare dal vivere in una condi-zione di solitudine. Anche in queste situazioni preziososi è rivelato l'aiuto dei volontari degli“Amici di Gabry”, in particolare per iltrasporto, per l'assistenza durante iricoveri e anche l'aiuto a domicilio. In conclusione credo che il nostroday hospital si sia mosso per venireincontro alle molte difficoltà delpaziente straniero, ma c'è ancoramolto da fare a livello aziendale. Aquesto proposito si auspica la costi-tuzione di un gruppo di lavoro che sioccupi di affrontare le numerose pro-blematiche dell'interculturalità a parti-re da un fattivo coinvolgimento deimediatori culturali per poter realizza-re una sanità migliore per tutti.

Luisa BonettiPsico-Oncologadell’AssociazionePsicologa dell’U.O. di Oncologia MedicaAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

6

Dolci e sorridenti, sono le infermiere volontariedella A.D.F.. Ma quando hanno una siringa in mano...

Bella, vero? Va’ a gas metano, perciò non inqui-na. Ha un solo difetto: è tutta da pagare!! È inservizio a Romano di Lombardia.

Sono solo 2, per ora, ma lavorano per 4! Sono leinfermiere volontarie del nostro distaccamento diRomano di Lombardia.

Questi 4 baldi giovanotti sono dei veri professionistidel volante. Accompagnano le “vampirelle” sul luogodel …prelievo.

Quella con la maglietta bianca è la coordinatrice.Sembra buona, vero? In realtà è cattivissima!! Nesanno qualcosa gli autisti del servizio trasporto allaradioterapia di Treviglio che infatti l’adorano!

Attenti a quei 3! Sono l’avanguardia di altri 2 (inferie ancora per qualche giorno). Veri stakanovistisia del servizio prelievi a domicilio sia di quello diaccompagnamento alla radioterapia di Treviglio.

TreviglioTreviglioRomano di LombardiaRomano di Lombardia

CaravaggioCaravaggio

Romano di LombardiaRomano di Lombardia

7

Son passati già sei anni dal primo servizio ditrasporto e ancora siamo qua, tenaci, comenon mai, come se fosse il primo giorno.L’entusiasmo è sempre quello di un princi-piante e invece questi autisti sono ormai deiveri professionisti che hanno saputo coniu-gare appunto l’entusiasmo dei primi tempicon l’esperienza acquisita sul campo. Duecomponenti fondamentali per un servizioparticolarmente delicato.

E’ vero, interviene G.Carlo che coordina gliautisti di Romano, è un impegno molto parti-colare che a volte ci coinvolge un po’ troppoemotivamente. Le persone che accompa-gniamo alla radioterapia dell’ospedale diTreviglio spesso ci parlano dei loro problemie talvolta ci spiazzano un po’. Vorresti averesempre la risposta pronta, allora si ricorreall’esperienza di altri vissuti, altre volte te nestai zitto-zitto e lasci che l’altro parli e si sfo-ghi, perché spesso è di questo che ha biso-gno.

Giuliana, che coordina i trasporti da e per laradioterapia è d’accordo: “in realtà devo direche quando gli autisti vengono a prenderel’auto di servizio sono sempre di buon umoree lo sono anche quando chiedo loro unimpegno extra, magari un turno doppio per-ché qualcuno è in ferie o ha qualche impe-gno personale”. Anche se ora gli autisti nonsono più sette come sei anni fa mi sentosempre la loro Biancaneve, nome che miavevano affibbiato. Sei anni? Ma davverosono già passati sei anni? Quante telefona-te! Quanti pazienti contattati! Quanti chilo-metri!!”

Per un attimo ce ne stiamo in silenzio, i ricor-di di cento situazioni diverse affiorano escompaiono, volti di persone trasportate,talune veri e propri personaggi che si sono apieno titolo procurate un posticino di riguar-do nella nostra memoria, talvolta nel nostrocuore.

Un’altra bella creatura che presto compiràquattro anni è il servizio di prelievi ematici adomicilio che io coordino a Treviglio e l’infa-ticabile G.Carlo a Romano. Il sodalizio con la

“Domenico Fenili”, associazione che rag-gruppa infermiere professionali volontarie inpensione, ha dato in questi anni frutti chesolo i più ottimisti avrebbero sperato. Il rap-porto stretto con il reparto di oncologia cipermette di agire sul territorio come un dis-taccamento mobile del suddetto, al puntoche siamo stati costretti a stilare un opusco-lo che informa il paziente che noi non siamo,come potrebbe pensare, un organismoospedaliero ma volontari di due diverseassociazioni orgogliose di far parte a pienotitolo di un reparto che è un vero fiore all’oc-chiello del nostro ospedale.

G.Carlo scuote un po’ la testa, si vede chec’è qualcosa che lo impensierisce…..”Seghè Gian, parla!” E lui: “Ma non è possibile!E’ un servizio troppo bello, ma quanto potràdurare? Lo sai anche tu che facciamo que-sto servizio gratuitamente, e sai anche checosti ha un automezzo fra benzina, assicu-razioni, manutenzione, ecc.ecc.!!”

“L’è ira, rispondo, bisognerà che qualcuno ciragioni sopra, forse dovremmo coinvolgere icomuni ove ci rechiamo a far prelievi omagari qualche sponsor come si usa di que-sti tempi. Una cosa è certa, con i costi attua-li quadrare il bilancio sarà sempre più dura,certo che se le istituzioni si rendessero contodell’importanza di questo servizio…Pensache lo scorso anno solo da Treviglio abbia-mo effettuato oltre mille prelievi e daRomano 420 prelievi in soli otto mesi e consolo due infermiere “

C’è da rifletterci.

Si è fatto tardi, fuori fa caldo, ma bisognaandare. Ci ripromettiamo di mettere in pistauna serata a base di pizza o altro in compa-gnia di tutti gli autisti e le infermiere, unicaoccasione d’incontro tra loro, tra questogruppo straordinario che senza tanto chias-so, con assoluta modestia lavora con tantaprofessionalità e con tanto amore.

Dario - Giuliana - G.Carlo

Continua la presentazione delle iniziative finanziate dalla nostra associazione:

IL TRASPORTO

nche all'interno della nostrastruttura sanitaria dove si effet-tua ricerca scientifica è presen-

te dal 1998 un organismo indipendentedenominato Comitato Etico che deveverificare che vengano salvaguardati lasicurezza, l’integrità e i diritti della perso-na nell’ambito delle attività svolte nellastruttura ospedaliera. I principali compitidel Comitato Etico riguardano: l’attivitàdi formazione e informazione per tutti glioperatori della struttura l'esprimereparere in merito a casi di pertinenzaetica connessi con le attività scientifiche,assistenziali e amministrative, allo scopodi proteggere e promuovere i valori dellapersona umana, l’esprimere parere inmerito alle richieste di sperimentazionicliniche ed elaborare linee guida di riferi-mento nella struttura.Infatti, la ricerca scientifica è in continuaevoluzione ed essa punta a migliorare leterapie esistenti o a trovarne di innovati-ve più sicure ed efficaci. Ciò è reso pos-sibile dal lavoro di medici, farmacisti edaziende farmaceutiche che elaboranostudi clinici, con l’obiettivo di ottenereinformazioni su nuove terapie atte amigliorare quelle in uso, effettuate supazienti consenzienti debitamente for-

mati ed informati. In questi anni l’attività del nostroComitato si è incentrata prevalentemen-te nell’analisi e nell’approvazione di studiclinici.Per garantire le qualifiche e l’esperienzanecessaria a valutare gli aspetti etici,scientifici e metodologici degli studi edelle altre materie di sua competenza ilComitato risulta così composto:• due clinici con documentata esperien-

za e conoscenza delle sperimentazioniterapeutiche

• un biostatistico, con documentataesperienza e conoscenze delle speri-mentazioni,

• un farmacologo,• un farmacista del servizio farmaceutico

dell’Azienda,• il Direttore Sanitario,• un esperto in materia giuridica,• un rappresentante di Medicina Genera-

le Territoriale,• un esperto di bioetica,• un rappresentante del personale infer-

mieristico,• un rappresentante del volontariato per

l'assistenza e/o dell'associazionismo di tutela dei pazienti.

I componenti restano in carica 3 anni esono vincolati al segreto d’ufficio. Gliattuali membri sono in carica dall’aprile2007.

Il Comitato Etico si riunisce circa ogniquaranta giorni. La seduta è valida conla presenza di almeno la metà più unodei componenti.I membri, con anticipo rispetto ad ogniseduta, ricevono tutta la documentazio-ne relativa agli studi all’ordine del giornoaffinché possano dettagliatamente ana-lizzare il materiale ed esprimere unavalutazione approfondita. I principalidocumenti analizzati sono: i protocolli distudio, i consensi informati (ovvero imoduli che ogni paziente deve firmare

8

per partecipare allo studio dopo esserestato correttamente informato sulla spe-rimentazione e sui eventuali rischi) e ledocumentazioni relative alle polizzeassicurative.Oltre agli studi clinici, vengono presenta-ti al Comitato studi definiti osservaziona-li, ovvero studi in cui è prevista la rileva-zione e l’analisi di dati inerenti una pato-logia (fattori di rischio, eziopatogenesi,incidenza, prevalenza, morbilità, mortali-tà), la metodologia diagnostica ed i trat-tamenti terapeutici utilizzati routinaria-mente, escludendo dal protocollo di stu-dio qualsiasi intervento sperimentale esenza modificare la pratica clinica cor-rente.La raccolta delle richieste di parere, deidocumenti, la stesura del programma edel verbale è demandata alla Segreteriascientifica, un ufficio definito a Treviglioall’interno della Farmacia e gestito dalladott.ssa Lavinia Gilberti.La Segreteria scientifica è il punto d’in-contro tra il Comitato, i diversi sponsor opromotori e gli sperimentatori ed inoltreè il collegamento con l’osservatorionazionale delle sperimentazioni.Nel corso di questi anni, il Comitatodell’Azienda ospedaliera di Treviglio haanche organizzato corsi di formazione einformazione con le seguenti tematiche:“La bioetica tra principi e pratica clinica”;“Introduzione alla sperimentazione clini-ca: approccio alla preparazione e all’a-nalisi di uno studio clinico” e “La comu-nicazione efficace e la relazione di aiuto:atto finale e proposta operativa”.Gli studi attualmente in corso nellanostra Azienda sono 110 di cui 62 speri-mentazioni cliniche e 48 studi osserva-zionali. Facendo una statistica degli studi valu-tati ed approvati dal Comitato Etico diTreviglio, sempre maggiore importanzahanno avuto le sperimentazioni clinicherelative all’ambito oncologico. La ricercaè infatti sempre attiva in questo camposoprattutto cercando di migliorare leterapie attuali introducendo nuove prin-cipi attivi o nuovi schemi di terapia al finedi diminuire la tossicità dell’approccioterapeutico e di migliorare la sopravvi-venza o la qualità di vita del paziente.Quindi dato il numero delle sperimenta-

9

zioni in corso, possiamo affermare chela sperimentazione, come opportunità diterapia, gode di un alto gradimento daparte dei pazienti che accedono alnostro ospedale.

Elena BalconiDottoressa farmacistadedicata all’attività della segreteria scientifica del comitato etico

RAPPRESENTAZIONI TEATRALI:

5 Ottobre 2008 presso teatro

Filodrammatici di Treviglio,alle ore 16:00,

l’ASSOCIAZIONE CULTURALE “LEGRIOTS”,

NARRATRICI DI VITApresenta

“…E ancora danzo la vita”

18 Ottobre 2008 presso il salone cinema oratorio di Caravaggio,

alle ore 21:00, la COMPAGNIA“ZANOVELLO”

presenta “I Ratere del mülì èc”

Per entrambre le manifestazioni l’ingresso

è libero, all’interno dellamanifestazione verrannoraccolti fondi a sostegnodel progetto di assistenzaPsico-sociale al paziente

oncologico.

10

E' tanto piccolo che, stringerlo inuna mano, potresti fargli del male.E' nato tra i liquami di una discari-ca di città, perchè è proprio dagliambienti più impervi che sinascondono le meraviglie delmondo: Luisito, piccolo grandeamico, maestro di vita, donatore diamore incondizionato.Luisito è una pappagallina trovataper caso mentre nonna Anselma,stanca di vivere in un mondo chenon la amava, gettava la spazza-tura, solo un flebile "crak- crak" edun battere d'ali che si stava perspegnere: Anselma e Luisito, l'unosalvatore dell'altro.L'uccello viene accudito, portato incasa, coccolato amorevolmente, ericambia le attenzioni di nonnaAnselma con l'affetto illimitato,particolare e gioioso che solo chipossiede un animale riesce a rice-vere. Anselma così pareggia iconti di una vita che, nella tragici-tà di un sereno quotidiano, le hamano a mano tolto tutto: un maritoavaro d'amore e senza fantasia,due figli egoisti che si fanno senti-re solo alle feste comandate, unaprofessione, quella dell'insegnan-te, che l'ha profondamente delusacausa la maleducazione deiragazzini che le hanno provocatoun prepensionamento forzato.L'animaletto appena entrato nellasua vita dona ad Anselma unanuova dimensione, tanto pensa didargli il nome appartenuto allapropria amica d'infanzia, unica esincera persona, fonte di gioia: daun errore di valutazione, nasce ilnome "Luisito": quello cheAnselma pensava fosse unmaschio, in realtà era un pappa-gallo femmina.

Forte ed entusiasta di questo fati-dico incontro, Anselma ha la bellaidea di radunare delle colleghe efar festa rievocando i tempi dellagioventù, ma l'imprevisto è prontoad arrivare: il classico odioso vici-no di casa irrompe nel bel mezzodella festa causando gravissimeconseguenze.Il finale è un misto di magia, cro-naca dei giorni nostri, mistero,sovrannaturale, incredibile e stra-ziante realtà, il tutto scritto conproprietà di linguaggio, con la dol-cezza ch'è tipica in SusannaTamaro e contraddistingue lacreatività di una tra le scrittrici piùamate dal pubblico contemporea-neo."Era un animale, Luisito? O eraqualcosa di diverso? Che cosa èdavvero un animale? Nello spre-gio dell'uso comune si scordavatroppo facilmente l'essenza di queltermine. Anima. Sì, l'animale eraqualcuno.

Vanda CerianiLegaledell’ Associazione“Amici di Gabry”

LA PREMIAZIONE SI TERRÀ ILGIORNO 28 NOVEMBRE

ALLE ORE 21,00PRESSO L’AUDITORIUM DELLACASSA RURALE DI TREVIGLIO

Il mio primo faccia a faccia con ilcancro fu all’Istituto dei Tumori diMilano. Stavo frequentando uncorso di perfezionamento inpsico-oncologia e venni assegna-ta, come osservatrice, al reparto dipediatria. In quell’ ambulatoriopersi la cognizione del tempo,della realtà, della giustizia, e persi-no del mio ruolo, di me stessa.

iansi la notte seguente, per ildolore, la paura e lo sconforto,per il senso di impotenza ed

inutilità che mi avevano travolta.

Non so esattamente cosa mi abbiaspinta a continuare questo percorso,se la curiosità, la passione, una sfidacon me stessa o contro la malattia.Rimane il fatto che, quattro mesidopo, concluso l’iter burocratico, misono trovata in oncologia a Treviglioin qualità di tirocinante psicologa.

12

Non vi tedierò con noiose argomen-tazioni, né del lavoro da me svolto,né degli insegnamenti generosamen-te elargiti da molti nei miei confronti;tantomeno decanterò (seppur degnidi lodi) tutti coloro che lavorano edoperano nel day hospital, con trape-lante passione, umanità, profondadevozione, celata fatica e professio-nalità: oncologi, psicologa, infermieree volontari. Tutti.

Non lo farò, perchè vorrei usare que-ste righe che mi sono state regalateper ringraziare coloro che mi hannoinsegnato ciò che non avrei mai tro-vato in alcun tomo di psicologia.

Vorrei dire GRAZIE a Voi Pazienti!

Grazie per le emozioni che tutti colo-ro che ho avuto l’onore di incontrarein questo periodo, mi hanno donato,dimostrandomi tanto semplicementeche le tanto temute sensazioni di tri-stezza e sconforto sono poi spessosostituite da buonumore, cooperazio-ne, condivisione, coraggio e forza divolontà.

Emozioni che ho ritrovato soprattuttonei Vostri sguardi... si, perchè nelreparto di oncologia ci sono piùsguardi e sorrisi sinceri di quanti sene possano trovare in qualsiasi altroposto. E sono proprio questi sorrisi,tangibili testimoni della fiducia cheriponete in chi indossa un camicebianco, che ci permettono, ogni gior-no, di continuare a credere che quelche stiamo facendo abbia un sensoprofondo.

Grazie perchè molti di Voi mi hannoinsegnato che si può, si ha il diritto espesso il dovere di imparare a vivereal meglio nonostante le limitazioniche la malattia e la sua cronicitàspesso impongono; che ci possonoessere una moltitudine di ragioni edemozioni sempre intense, per dareun valore diverso alla propria vita.

Grazie degli sguardi e degli esempi

di vita, quindi, ma grazie anche delleparole.

Ripenso alla profondità ed alla scon-certante verità di alcune sempliciparole, perle preziose che custodiròper sempre. Ho deciso di condivider-le perché penso che nessuno megliodi Voi sia in grado di parlare di tumo-re, di malattia e di pure emozioni.Nessun esperto. Solo Voi.

“Con la vita che ho fatto - mi ha con-fessato una paziente guardandominegli occhi con una tale intensità chemai dimenticherò - il tumore era ilmio destino. La cosa assurda, matanto bella è che ho deciso di impa-rare dal mio cancro è di cambiare.Ho capito solo adesso cosa mi sonopersa e cosa vuol dire vivere”.

Mi commuovo di nuovo, per colpa delcancro.Non piango più per il dolore, per lapaura, per il senso di impotenza.Sono lacrime benefiche ora, che por-tano con sé la gioia di vivere, laforza, il coraggio, la profondità chespesso il tumore è in grado di porta-re a galla in chi sapientemente haaperto cuore e mente ed è statocapace di dargli un senso per torna-re a respirare una nuova vita.

Grazie perchè professionalmente,ma soprattutto umanamente, sonocambiata. Cresciuta.

E questo lo devo a voi.

Un sorriso sincero a tutti.

13

Cinzia MoleriPsico-Oncologaborsista presso l’U.O. di Oncologia MedicaAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

14

n perfetta sintonia con la temati-ca affrontata su questo numerodel nostro giornale, ci siamorivolti alla signora Maria Chiara

Boninsegna, presidentessa dell’as-sociazione Oikos, che si occupa del-l’assistenza sanitaria agli immigrati.Oikos è situata a Bergamo in viaBorgo Palazzo 130, ed è attiva dal

1994: in questi anni gli operatori diOikos hanno incontrato più di 13000persone ed effettuate circa 35000visite.E’ un’associazione Onlus che gesti-sce come principale attività un ambu-latorio adibito agli immigrati noniscritti al sistema sanitario nazionale,sulla base del principio che il diritto

15

alla salute sia un bene primario diciascuna persona e che quindi nonpuò avere come vincolo il possedi-mento di particolari requisiti giuridici.Nello specifico, la buona salute diqueste persone ancora prive di per-messo di soggiorno, rappresenta ilprimo passo per poter trovare unlavoro e consentire, quindi, una vitaed un futuro dignitosi.“I problemi principali”, ha spiegato lapresidentessa Boninsegna, “ riguar-dano la comprensione da parte degliextracomunitari dell’organizzazionedella sanità italiana, dall’ingresso inospedale, al CUP, alla lettura delleindicazioni sui cartelloni informativi”.All’interno dell’ambulatorio organiz-zato da Oikos alcuni operatori cono-scono le lingue straniere, ma non intutte le strutture esiste questa possi-bilità di comunicazione, per cui men-tre può essere considerato di sempli-ce risoluzione il linguaggio di tipocomune, diventa spesso incompren-sibile per gli extracomunitari il lin-guaggio medico specifico –proble-ma, questo, facilmente riscontrabileanche in alcune persone non stranie-re…-In certe culture, poi, viene richiesto ilmedico donna per visitare le pazien-ti: presso l’ambulatorio di Oikos esi-stono queste professioniste sanita-rie, ma anche in molte altre struttureospedaliere: in caso contrario, spes-so il marito chiede di poter esserepresente alla visita della consorte.Vanno considerate anche usanzetipiche di alcune popolazioni: infer-miere con esperienza nel reparto diOstetricia raccontano di particolariabitudini e rituali legati alla nascita, digrande significato per determinateculture.Inoltre, occorre capire bene il rappor-to che una persona appartenente aduna cultura diversa ha nei confrontidel proprio corpo e della malattia, inparticolare bisogna capire quali dis-agi si potrebbero celare dietro unmalessere fisico non spiegabile.L’esperienza di Oikos evidenziaanche alcuni aspetti positivi : gli

extracomunitari stanno acquisendosicurezza e fiducia nel fatto che sipossa accedere ad una nostra strut-tura sanitaria senza rischi; devonoperò saper gestire gli spazi e capirebene a quali necessità siano adibiti.

Marco Cremonesi Dirigente di I° livelloOncologia MedicaAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

L’associazione Oikos è nata a Bergamo, nel febbraio 1994:

OIKOS Via Borgo Palazzo, 130

tel. 035 390650Martedì e Giovedì: 18,30 - 20

Sabato: 10 - 12

24 luglio 2008 ore 12.00...Vittorio ci ha lasciato,

è andato in paradiso.Dovevamo ritinteggiare icaloriferi e le porte dellasede con quel rosa che

hanno voluto Manu e Doni!Non è passato un attimosenza che tu non ci abbia

aiutato nei lavori in ricordodella tua amica Gabry, ora sei lì con lei e con

molti nostri amici. Purtroppo è così…

Grazie Bena, Duca di Treviglio

come scherzosamente ti chiamavano

Manu e Sandro.

rosegue il nostro viaggio neimeandri della cultura locale,ed abbiamo avuto il piacere

di intervistare in questo numerodel nostro giornale, il maestroAngelo Giussani.Nativo di Treviglio, il maestroGiussani è un “nipote d’arte”: ilnonno, infatti, suonava nellabanda locale, ed è proprio da luiche ha appreso l’amore per lamusica ed ha cominciato con lostudio del sax.Angelo Giussani ha suonato nellabanda locale fino alle scuolemedie, anni in cui, durante lelezioni della professoressaCereda alle scuole TommasoGrossi, è stato letteralmente folgo-rato da un particolare strumento:l’oboe.In seguito a questo “innamora-mento”, si è iscritto al corso per lostudio di questo strumento; ha fre-quentato il Conservatorio aBergamo, si è diplomato a Milanoed a Parma.

Ha suonato l’oboe nell’orchestradella Scala di Milano per qualcheperiodo, poi ha intrapreso la car-riera da solista; ha insegnato nellescuole medie con l’obiettivo di“educare attraverso la musica”, hafondato un ottetto con la formazio-ne standard di fiati insieme al col-lega bergamasco AlbertoCattaneo.Ma, come buona tradizione tra-manda, anche il figlio del maestroGiussani si è appassionato allamusica: studia il fagotto e si èdiplomato a Bergamo con unavotazione altissima, mentre il fra-tello, ora docente a Bergamo, è untrombonista di alto livello specia-lizzato in repertorio barocco.Angelo Giussani ha anche direttoil repertorio sinfonico di Mozart,Beethoven e barocco, ed ora sista preparando all’ambiziosoquanto difficile compito di dirigerela “Traviata”, che verrà rappresen-tata il 6 settembre al chiostro delleOpere Pie Rubini, ed il 7 settem-bre a Treviglio probabilmente inpiazza Manara.“La musica è un arricchimento fan-tastico” ha affermato il maestroGiussani, “ non va intesa come unlavoro ma come un hobby, permantenere intatto il gusto ed il pia-cere di farla”.

16

Michela ColomboGiornalista volontariadell’ Associazione“Amici di Gabry”

...nel 2008 il cammino prosegue...

...nel 2008 il cammino prosegue...

Per sostenerci, per ricevere la rivista a casa tua, per partecipare attivamente alle nostre iniziative:

Tel. 0363 305153 - c/c postale: 16386245

Anno V - n

. 20 - D

icembre 2006 - P

erio

dico Trim

estra

le - S

pedizio

ne in A.P. - 7

0% - B

ergamo - c/c 1

63862452020

“TARGET THERAPY”

“ASSISTENZADOMICILIARE”

“HOSPICE”

“TERAPIADEL DOLORE”

“OSTEOPATIA E CHEMIOTERAPIA”

“CHEMIOTERAPIANEOADIUVANTE

O PRIMARIA”“TUMORE MAMMARIOAVANZATO:

LA CURA È POSSIBILE”

“TERAPIA ADIUVANTENEL TUMORE

ALLA MAMMELLA”

“CUREPALLIATIVE”

“SCREENINGPAP-TEST”

“SCREENINGPROSTATA”

“SCREENINGMAMMOGRAFICO”

“SCREENINGDEL TUMORE ALCOLON RETTO”

“IL TRAPIANTODEL MIDOLLO”

“NUOVE METODOLOGIE

DIAGNOSTICHE” “LA TERAPIAGENETICA”

“LA PREVENZIONEPRIMARIA”

“LA PREVENZIONESECONDARIA”

“IL TUMORE DELCAPO-COLLO”

“IL TUMORE DEL POLMONE”

“IL TUMORE DELCOLON RETTO” “IL TUMORE

GINECOLOGICO”

“Il PROGETTO”...“LA CURA”

“LA RIABILITAZIONE”

Dal 1998 il percorso accanto a Voi

“TUMORIEMATICI”

“I TUMORIDEGLI ANZIANI”

AMICI DI GABRY - ONLUSSede Associativa V.le Oriano, 20 • 24047 Treviglio (BG) - Tel. e Fax: 0363/305153

E-mail: [email protected]. Prov. Ass. 28/96 - Fg 7 - Sez. D - P.I./C.F. 02645050168

L’ASSOCIAZIONE OFFRE I SEGUENTI SERVIZI

• SPORTELLO INFORMATIVOE’ un servizio rivolto a chi, per la prima volta, entra in contatto con l’Associazione, ha come obietti-vo quello di accogliere i bisogni della persona e di aiutarla a conoscere la realtà del nostro lavoroattraverso la presentazione dei servizi che offriamo. (Su appuntamento)

• SPORTELLO DI CONSULENZA MEDICAE’ un servizio attraverso il quale poter avere maggiori chiarimenti rispetto alla propria condizione disalute; ha funzione di filtro per la consulenza medica specislistica. (Il venerdì su appuntamento)

• SPORTELLO DI CONSULENZA SPECIALISTICAOncologo, Senologo, Dietologo, esperto di medicina alternativa rispondono alle specifiche legatealla propria condizione di salute (Su appuntamento)

• SPORTELLO DI CONSULENZA PSICOLOGICAE’ uno spazio di ascolto e di elaborazione dei vissuti legati alla malattia al quale potersi rivolgereper una consulenza o individuale o familiare. (Su appuntamento)

• SPORTELLO DI CONSULENZA LEGALEIl servizio è a disposizione esclusivamente per i soci dell’Associazione per problematiche inerentialla malattia.Per appuntamento telefonare negli orari di apertura alla sede associativa in Viale Oriano a Treviglio

• GRUPPI DI AUTO AIUTOE’ uno spazio dove condividere con altre donne l’esperienza del tumore al seno promuovendo laconsapevolezza di poter uscire dalla condizione di solitudine e sofferenza, riscoprendo la capacitàdi progettare il proprio futuro.

Promuoviamo incontri formativi rivolti alla popolazione e/o a piccoli gruppi su tematiche legate alla malat-tia tumorale.