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6. La teoria della dipendenza
Gli scarti di conoscenza
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Teoria della Comunicazione e dei Nuovi Media
Anno accademico 2010-2011
Prof. Alberto Marinelli
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TEORIA DELLA DIPENDENZA
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Una teoria ecologica
La teoria si deve a DeFleur e Ball-Rokeach, che la hannoelaborata originariamente nel 1976 e ne hanno fornitouna versione più articolata nel 1989.
Secondo gli Autori, si tratta di una teoria ecologica, inquanto assume la società come una struttura organica esi concentra sulle relazioni tra sistemi piccoli, medi egrandi e le loro componenti.
Il sistema dei media è messo in relazione con gli altrisistemi sociali, gruppi e individui.
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Una teoria ecologica
Si tiene dunque conto della complessità delle relazionitra sistema dei media e altri sistemi, ma anchedell’interazione tra sistema dei media e individui.
Le relazioni possono essere di tipo diverso, ad es.conflittuali vs cooperative, mutevoli vs statiche, ecc.
La teoria della dipendenza si propone allora di spiegareperché le comunicazioni di massa a volte producanoeffetti potenti e diretti e altre volte deboli e indiretti.
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Una teoria ecologica
La teoria si ispira a diversi paradigmi teorici e di ciascunotenta di valorizzare un elemento particolare:
struttural-funzionalismo stabilità sociale
paradigma del conflitto cambiamento
evoluzionismo adattamento sociale
interazionismo simbolico proc. di costr. del significato
cognitivismo fattori individuali
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Le relazioni di dipendenza
La teoria della dipendenza recepisce esplicitamenteassunti provenienti da altri approcci che la hannopreceduta e tenta di riformularli e farli dialogare.
Nella prima versione (1976), DeFleur e Ball-Rokeachindividuano il sistema di relazioni che intercorrono tra ilsistema sociale, il sistema mediale e l’audience.
Il modello si sforza anche di mostrare come la naturadelle relazioni possa variare significativamente.
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Le relazioni di dipendenza
1) Sistema sociale : può presentare gradi diversi di stabilità. Maggiore è la sua instabilità, maggiore sarà il bisogno di informazione, orientamento e modelli valoriali; maggiore, di conseguenza, sarà anche la dipendenza degli individui.
2) Sistema dei media: può essere più o meno sviluppato e capace di rispondere adeguatamente ai bisogni del sistema sociale e delle audience. Più il sistema mediale ne è capace, maggiore sarà la sua centralità nella società e la dipendenza dei soggetti (che può però ridursi in presenza di circuiti informativi alternativi od offerte specializzate).
3) Audience: può dipendere in misura variabile, in base alla possibilità dei soggetti di attingere a fonti informative alternative o attivare canali autonomi per informarsi.
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Le relazioni di dipendenza
Sistema sociale(grado di stabilità variabile)
Sistema dei media(numero e centralità
di funzioni di informazione variabile)
Audience(grado di dipendenza
variabile rispetto al sistema dell’informazione)
Effetti cognitivi, affettivi e comportamentali
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Le relazioni di dipendenza
In merito al sistema dei media, la relazione didipendenza può essere relativa all’intero sistema o aparti di esso (TV, stampa, ecc.). In ogni caso, le relazionidi dipendenza si articolano su:
obiettivi
risorse
Per conseguire degli obiettivi è necessario accedere arisorse controllate da altri.
Per DeFleur e Ball-Rokeach, il sistema dei media controllatre tipi di risorse che generano dipendenza: la raccolta, iltrattamento e la distribuzione dell’informazione (nonsolo notizie, ma anche intrattenimento e altri messaggi).
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Le relazioni di dipendenza I rapporti di dipendenza non sono mai a senso unico: da
un lato il sistema dei media controlla risorse utili ad altrisoggetti per raggiungere i loro scopi; dall’altro, esso è incondizione di dipendenza da altri sistemi: perraggiungere i propri obiettivi, deve attingere a risorsecontrollate da altri.
Il sistema dei media dipende ad es. dal sistema politico: siparla in proposito di “dipendenza strutturale”, relativa allaregolamentazione, alle politiche tariffarie e commercialiche incidono sul profitto delle imprese editoriali.
L’interazione del sistema dei media con il sistema politicosi può disporre lungo un continuum che va dall’autonomiaalla subordinazione (Blumer e Gurevitch, 1975).
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Le relazioni di dipendenza
I rapporti di dipendenza tra sistema dei media e sistemapolitico si possono ricondurre a quattro dimensioni:
a) grado di controllo statale sui media (nomine, finanziamenti, agevolazioni fiscali, linee editoriali)
b) grado di partisanship dei media verso i soggetti politici
c) grado di integrazione nell’élite politico-mediale
d) grado di consapevolezza della funzione sociale/politica della professione giornalistica
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Le relazioni di dipendenza
Allo stesso tempo, rispetto al sistema mediale, èpossibile individuare un continuum che vadall’orientamento pragmatico (rispetto e applicazionedella logica mediale) a un orientamento sacerdotale(sensibile alle esigenze del sistema politico).
La combinazione dei diversi fattori in gioco può darluogo a modelli diversi di interazione tra sistema deimedia e sistema politico: modello avversario,collaterale, scambio, competizione.
Indipendentemente dal modello che si afferma, c’èsempre un rapporto di dipendenza reciproca tra i duesistemi.
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Le relazioni di dipendenza
Secondo DeFleur e Ball Rokeach il potere del sistema deimedia dipende dalla distribuzione delle risorseall’interno del sistema sociale.
Di conseguenza, il potere del sistema dei media dipendedagli obiettivi di altri soggetti (sistemi o singoli individui).
Il concetto di dipendenza può dunque essere impiegatotanto per analizzare:
le interazioni tra sistemi
i rapporti che gli individui stabiliscono con il sistema deimedia
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I rapporti di dipendenza degli individuidal sistema dei media
La relazione di dipendenza degli individui dal sistema deimedia si può analizzare scomponendo gli scopi alla basedel consumo mediale in tre dimensioni:
comprensione
orientamento
svago
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I rapporti di dipendenza degli individuidal sistema dei media
Comprensione Orientamento Svago
Comprensione di sées. conoscere se stessi e crescere come persone
Orientamento all’azionees. decidere cosa comprare, come vestirsi, come mantenere la linea
Svago individualees. rilassarsi o fare qualcosa in solitudine
Comprensione socialees. conoscere e interpretare il mondo o la comunità
Orientamentoall’interazionees. trarre suggerimenti su come affrontare situazioni nuove o difficili
Svago socialees. andare al cinema o ascoltare musica con amici o familiari
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I rapporti di dipendenza degli individuidal sistema dei media
Comprensione, orientamento e svago sono scopi difficilida raggiungere senza accedere a risorse controllate daaltri, in particolare dal sistema dei media.
La dipendenza può riguardare anche una singola partedel sistema mediale, ossia uno specifico medium,sebbene non si possa stabilire una relazione privilegiatatra determinati obiettivi e determinati media.
DeFleur e Ball-Rokeach ipotizzano la creazione di sistemimediali personali, modellati dagli individui in base alleloro esigenze costruzione di una dieta “multimediale”personale.
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I rapporti di dipendenza degli individuidal sistema dei media
Nel tentare di dare una spiegazione al perché i mediaabbiano alcune volte effetti potenti e diretti e altre volteeffetti deboli e indiretti, la teoria della dipendenzaipotizza l’esistenza di un processo cognitivo che incidesulla possibilità per un individuo di essere influenzato daparticolari contenuti mediali.
Questo processo si compie in quattro fasi.
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Il processo degli effetti dei contenuti mediali sugli individui
RELAZIONE DI DIPENDENZA DAL SISTEMA DEI MEDIAE CONTENUTI MEDIALI SPECIFICI
Fase 1
Selezionatore attivoEsposizione selettiva (basata su uno o più tipi di dipendenza dai media)
Osservatore casualeEsposizione accidentale
Dipendenza attivata durante l’esposizione
OPPURE: Nessuna attivazione di dipendenza – fine dell’esposizione
segue
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Il processo degli effetti dei contenuti mediali sugli individui
Quanto maggiore è l’INTENSITÁ delle dipendenze, tanto più altoè il grado di:
STIMOLAZIONE COGNITIVA STIMOLAZIONE AFFETTIVA(es. livello di attenzione) (es. gradimento/non gradimento)
Fase 2
Più forte è la STIMOLAZIONE, maggiore è il COINVOLGIMENTO nel processo informativo
segue
Fase 3
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Il processo degli effetti dei contenuti mediali sugli individui
Quanto maggiore è il COINVOLGIMENTO, tanto più alta è la probabilità di EFFETTI MEDIALI COGNITIVI, AFFETTIVI
E COMPORTAMENTALI
Fase 4
Le relazioni di dipendenza che gli individui possono stabilirerispetto ai media risente molto dal contesto entro il qualeavviene l’esposizione mediale.
In genere, «[…] quando l’ambiente sociale è ambiguo,minaccioso e/o in rapido cambiamento, le relazioni didipendenza dai media degli individui e dei gruppi sirafforzano» (DeFleur , Ball-Rokeach).
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I rapporti di dipendenza degli individuidal sistema dei media: un bilancio
Coerentemente la vocazione ‘ecologica’ della teoria delladipendenza, per DeFleur e Ball-Rokeach la comprensionedelle relazioni di dipendenza micro (individui e gruppi) èpossibile solo se si comprendono anche le relazioni didipendenza strutturali, macro.
Questo assunto è però stato criticato, poiché ad essonon segue una operazionalizzazione delle relazioni didipendenza che si stabiliscono tra i diversi sistemi, cosìda poter avere riscontri empirici.
L’analisi della dipendenza rispetto agli individui deveessere estesa anche alla dimensione macro.
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I rapporti di dipendenza degli individuidal sistema dei media: un bilancio
Secondo McQuail e Windahl (1993) il modello sovrastimal’indipendenza dal sistema sociale dei diversi elementi,soprattutto per quanto riguarda il sistema dei media. Alcontrario, per loro è più probabile che il sistema mediale siaparte integrante delle istituzioni dominanti della società.
La maggiore accusa mossa alla teoria della dipendenza èquindi di non cogliere appieno le effettive relazioni cheintercorrono tra sistema sociale e sistema dei media.
McLeod e Blumer (1987) avanzano critiche a quella cheritengono la “psicologizzazione” del modello a scapitodelle relazioni strutturali.
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I rapporti di dipendenza degli individuidal sistema dei media: un bilancio
Al di là dei limiti e delle debolezze, la teoria delladipendenza ha però il merito di porre enfasi sullaconnessione tra contesto e tipi di dipendenza, senzapretendere di prevedere effetti universalistici.
Ricondurre il potere dei media in un quadro che tieneconto dei riferimenti sociali, economici e culturali ècomunque un passo importante per analizzare ilrapporto tra media e individui.
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GLI SCARTI DI CONOSCENZA
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Gli scarti di conoscenza: i presupposti
L’assunto della teoria del knowledge gap, formulatanegli anni Settanta da Tichenor, Donohue e Olien è chealla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa trala popolazione, non si accompagni l’uguaglianza socialebensì forme di sviluppo e di distribuzione dellaconoscenza molto squilibrate.
Nella formulazione originaria, gli Autori sostengono che lostatus socioeconomico sia il fattore che più incidenell’acquisizione (e nella velocità di acquisizione) delleinformazioni da parte dei diversi segmenti di popolazione.
Lo scarto di conoscenza tenderebbe ad aumentareanziché diminuire.
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Gli scarti di conoscenza: i presupposti
La variabile dell’istruzione ha grande rilevanza nellospingere o meno i soggetti ad acquisire informazioni.
Ma si possono individuare anche altri fattori:
abilità comunicative dei soggetti
informazione posseduta (esperienza, costruzione diuna “enciclopedia” da parte degli individui)
contatti sociali
esposizione selettiva, accettazione e memorizzazionedelle informazione
natura del sistema dei media che distribuiscel’informazione
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Gli scarti di conoscenza: i presupposti
La considerazione di tutti i fattori citati induce gli Autoria tematizzare gli scarti di conoscenza nei terminiseguenti:
«1. Inizialmente, l’acquisizione di conoscenza suargomenti fortemente pubblicizzati procederà con unritmo maggiore tra i soggetti con istruzione più elevatapiuttosto che tra i meno istruiti; e
2. Ad un certo punto, dovrebbe esservi una elevatacorrelazione tra l’acquisizione di conoscenza suargomenti fortemente pubblicizzati dai media e il livellodi istruzione, mentre ciò non accade per gli argomentimeno pubblicizzati» (Tichenor, Donohue, Olien, 1970).
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Scarti di conoscenza e potenziale comunicativo
Anche ai media stessi, dunque, è attribuito un ruolo nelfavorire/ostacolare l’apertura di scarti di conoscenza sullabase della visibilità data a certi argomenti piuttosto chead altri.
Nowak (1977) riformula il peso e il ruolo dei diversi fattoriattraverso il concetto di «potenziale comunicativo», intesocome insieme di risorse che consente di ottenere e dareinformazioni e che facilita il processo comunicativo.
Il potenziale comunicativo dipende da:
caratteristiche personali
caratteristiche legate alla posizione sociale del soggetto
caratteristiche della struttura sociale in cui il soggetto èinserito
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La situazione di non chiusura dello scarto
La presenza/persistenza di gap conoscitivi può essererappresentata graficamente:
Situazione di non chiusura del gap informativo (da Thunberg, Nowak, Rosengren, 1982)
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Scarti di conoscenza: alcune ricerche
Budd, MacLean e Barnes (1966): ricerca sulla diffusionedella notizia delle dimissioni di Chruščëv e del caso WalterJenkins del 1964 conferma delle ipotesi dei knowledgegaps.
Ricerca sul livello di conoscenza dei cittadini americani sudiversi argomenti, tra cui satelliti terrestri e viaggi sullaluna periodo 1949-’65: a fronte di un progressivoaumento di attenzione da parte dei media per questionilegate alla scienza, alla medicina, ecc., i soggetti con unmaggior livello di istruzione hanno via via ritenutorealizzabile l’allunaggio, mentre tra i soggetti con minoreistruzione la stessa idea era meno diffusa.
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Scarti di conoscenza: alcune ricerche
Secondo Rogers (1976), oltre agli scarti informativi,giocano un ruolo rilevante anche gli scarti relativi agliatteggiamenti e ai comportamenti.
Le conferme alle ipotesti iniziali (importanza del livellodi istruzione, livello di visibilità/pubblicizzazione degliargomenti), portano gli Autori a ritenere che «i massmedia sembrano avere una funzione simile ad altreistituzioni sociali: rafforzano o addirittura aumentano ledisuguaglianze esistenti» (Tichenor, Donohue, Olien,1970).
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Scarti di conoscenza: la questione della chiusura
Tichenor, Donohue e Olien si sono interessati poco allecondizioni che possono agevolare una chiusura degliscarti.
Questo limite deriva anche dall’aver privilegiato l’analisidella stampa (più in sintonia con un pubblico con unlivello di istruzione elevato) e lasciato in secondo pianola televisione.
Rispetto alla TV, si è ipotizzato un possibile ruolo di«livellatore di conoscenza».
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Scarti di conoscenza: la questione della chiusura
In presenza di alcune condizioni è possibile unariduzione degli scarti di conoscenza. Il meccanismo cheporta al rallentamento o alla chiusura del gap è costitutodagli «effetti soglia», che possono aversi in seguito a:
situazione di interesse informativo appagato per igruppi privilegiati e “recupero” da parte degli altri
la preoccupazione rispetto a un argomento puòcomportare una diffusione generalizzata di informazione
eventuale conflittualità di un argomento, che puòstimolare i gruppi privilegiati a informarsi perraggiungere gli altri soggetti
nelle comunità omogenee, gli scarti possono chiudersiin tempi più rapidi
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Scarti di conoscenza: la questione della chiusura
Situazione di chiusura del gap informativo (da Thunberg, Nowak, Rosengren, 1982)
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La complessità dei fattori in gioco
«Il modello del knowledge-gap appare antitetico a quello dell’agenda setting: mentre quest’ultimo attribuisce ai media un tipo di influenza che convoglia intorno al contenuto dei media le conoscenze del pubblico in un movimento che è di assimilazione comune, il paradigma del knowledge-gap implica un costante processo di differenziazione sociale dei sistemi di conoscenza attivati dai media. In realtà, ciascuno dei due modelli chiama in campo alcune variabili contingenti ed intervenienti, che vincolano la rigidità dei processi descritti a condizioni esterne al puro e semplice funzionamento dei soli media»(Wolf, 1992)
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Dagli scarti di conoscenza ai divari digitali
Per certi versi, la teoria degli scarti di conoscenzaritorna ad essere di stringente attualità se associata alladiffusione delle nuove tecnologie della comunicazione.
Il tema del digital divide, fin dalla sua declinazione piùelementare e riduttiva di haves vs have-nots, puòessere interpretato come una riproposizione in chiaveodierna dell’ipotesi degli scarti di conoscenza.
In questa prospettiva, i gap possono essere molteplici:Paesi sviluppati vs Paesi in via di sviluppo, aree urbanevs aree rurali, giovani vs anziani, scarti a livello di newmedia literacy, ecc.
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Dagli scarti di conoscenza ai divari digitali
I molti fattori che concorrono a delineare unasituazione di crescente differenziazione tra individui,gruppi, aree geografiche, ecc. fanno sì che sia possibileil verificarsi di tempi e modalità diverse nella rapidità didiffusione delle nuove tecnologie.
Se ci rifacciamo al modello della “diffusione delleinnovazioni” di Rogers, è possibile che la curva a formadi S che descrive la diffusione delle innovazioni pressola popolazione subisca delle trasformazioni.
Si possono ipotizzare in proposito due modelli:
normalizzazione
stratificazione
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Il modello della normalizzazione
La curva cumulativa a S della diffusione tecnologica:modello della normalizzazione (da Rogers 1995)
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Il modello della stratificazione
La curva cumulativa a S della diffusione tecnologica:modello della stratificazione (da Rogers 1995)