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6. Grammatica e testualità La grammatica tradizionale si divide in tre grandi bran- che: fonologia ~~'arematica(isuoni,dellalinguae la lo- ro rappresentazione grafica); morfologia (lo studio del- le "forme" linguistiche: quanti e quali sono gli articoli, le coniugazioni verbali e via dicendo); sintassi (l'orga- nizzazione degli elementi costitutivi dellafr-a5ee del pe- riodo: quando si usa l'articolo indeterminativo e quan- do il determinativo? con quali mezzi linguistici si espri- me una relazione causale?). La bussola che guida il per- corso all'interno di morfologia é SÌr!.tassi e la canonica div!~ione-inparti del discorso, una partizione ereditata dalla grammatica greco-latina e arrivata fino a noi con qualche accomodamento; in italiano se ne distinguono ~e, cinque v~ri.a!?m'peruno o più parametri (per nu- mero, singolare o plurale, e genere, maschile o femmi- nile: nome, articolo, aggettivo, pronome; per persona, tempo, modo e diatesi, attiva o passiva: verbo) e ~!~ro invariabili (avverbio, congiunzione, preposizione, mte- nézio~). . Anche le descrizioni grammaticali più innovative hanno mantenuto gran parte dell'impalcatura tradizio- nale: quale che sia l'ottica adottata, mangiare resta per tutti un verbo, spaghetti un nome, eccessivamenteun av- .

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Grammatica e testualità

La grammatica tradizionale si divide in tre grandi bran-che: fonologia ~~'arematica(i suoni,dellalinguae la lo-ro rappresentazione grafica); morfologia (lo studio del-le "forme" linguistiche: quanti e quali sono gli articoli,le coniugazioni verbali e via dicendo); sintassi (l'orga-nizzazione degli elementi costitutivi della fr-a5ee del pe-riodo: quando si usa l'articolo indeterminativo e quan-do il determinativo? con quali mezzi linguistici si espri-me una relazione causale?). La bussola che guida il per-corso all'interno di morfologia é SÌr!.tassie la canonicadiv!~ione-inparti del discorso, una partizione ereditatadalla grammatica greco-latina e arrivata fino a noi conqualche accomodamento; in italiano se ne distinguono~e, cinque v~ri.a!?m'peruno o più parametri (per nu-mero, singolare o plurale, e genere, maschile o femmi-nile: nome, articolo, aggettivo, pronome; per persona,

tempo, modo e diatesi, attiva o passiva:verbo) e ~!~roinvariabili (avverbio, congiunzione, preposizione, mte-nézio~). .

Anche le descrizioni grammaticali più innovativehanno mantenuto gran parte dell'impalcatura tradizio-nale: quale che sia l'ottica adottata, mangiare resta pertutti un verbo, spaghetti un nome, eccessivamenteun av-

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verbio. Gli aspetti della grammatica tradizionale che ac-

cusan~ér~~~.L?i6éf~rte~ so~£b!2e~ue.Da un-rato, iralsmteresse per1l1éssico, èhe costituisceinvece la polpa r;;arspériSaSl1epèrqualsiasi produzionelinguistica, senza la quale l'ossatura (la morfologia) e lanervatura (la sintassi) sarebbero vane; dall'altro, un'at-tenzione microscopica all~realtà linguistica, ipteressatapiù a catalogare che a penetrare iffiecCiii1islIlÌmessi inattoda éhI parla o chi scrive, col rischio di perdere divista là misura fondamentale di ognt atto comunicativo,ossiall testo.

n testo;?oggetto di studio della linguistica testuale,un indirizzo affermatosiCIaalcunTdecenni e ormarrece-pito nelle sue linee fondamentali anche dall'insegna-mento scolastico, è un 'tessuto' (in latino TEXTUS),un in-sieme di fili che dà vitàaUii Insieme organico. Può esse-re scritto e orale, consistere in una sola parola e in un trat-tato in cinque volumi, essere variamente classificato (peresempio, narrativo: fiaba; descrittivo: guida turistica; ar-gomentativo: articolo di fondo; informativo: voce di en-ciclopedia; regolativo: ricetta di cucina), ma in ogni ca-so deve presentare un contenuto comunicativo, inserirsicorrettamente in un certo contesto e fare emergere unemittente eun destinatario. Non rispondono a queste ca-ratteristiche i testi di persone alterate (ubriachi, demen-ti), quelli che correntemente si definirebbero «senza ca-po né coda».

Diverso il discorso per la letteratura creativa, speciemoderna, in cui l'eventuale violazione della tenuta te-stuale risponde a una precisa strategia comunicativa (sipensi, tanto per fare un esempio clamoroso, alla poesiafuturista): non tutti i potenziali fruitori sono in grado dicogliere il significato di un testo letterario, e ogni testoletterario del resto ha molteplici significati, oltretutto

soggetti a variare in base all'epoca della ricezione (l'E-neide di Virgilio era interpretata dal pubblico colto delMedioevo in modo assai distante dal pubblico d'età au-gustea, e oggi vi leggiamo cose ancora diverse). Questoperò non vuoI dire che un'opera letteraria non rispon-da alla nozione di "testo"; vuoI dire soltanto che i suoicontorni sono più sf~mati e ~bigui: l'emittente puòn~èr noto (opere anonime o opere stratificatesinel corso del tempo, come i poemi omerici); il destina-tario coincide con l'infinito numero dei lettori poten-ziali; il contenuto comunicativo non è mai univoco.

Ma torniamo ai testi non letterari, ossia allagran mas-sa di quelli che ciascuno di noi produce o riceve nel cor-so della giornata, e immaginiamo di leggere sopra unaporta la targa signori.Sela porta sitrova in un locale pub-blico (tipicamente una stazione ferroviaria, ma ancheun ristorante o una direzione provinciale dell'!nps) nonavremo difficoltà a interpretarlo: si tratta dell'ingressodel gabinetto riservato ai maschi. Questa semplice paro-la rappresenta a tutti gli effetti un testo: ha un precisocontenuto informativo che presuppone emittente (il re-sponsabile della struttura che è tenuto ad assicurare ser-vizi igienici ai frequentatori) e destinatario, e si inseriscein un contesto comunicativo prevedibile. Se leggessimola stessa targa in un appartamento privato, resteremmointerdetti (o penseremmo a una bizzarria del padrone dicasa), perché il contesto comunicativo non sarebbe ap-propriato.

Ora spostiamoci in una sala dove si sta svolgendo unariunione di condominio. La discussione sta degeneran-do. li ragidnier De Angelis sospetta infatti che il preven-tivo dell' amministratore sia troppo alto e per giunta i la-vori sono stati appaltati al cognato della signora Colom-bo, moglie dello stesso amministratore; aquesto punto il

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signor Canevaro sbotta contro quello che gli sembra unvolgare pettegolezzo (<<Nonsi permetta queste insinua-zioni, proprio lei!»), suscitando asua volta la replica del-la signora Morin, dirimpettaia del ragioniere (<<Èlei, ca-ro Canevaro, che non deve neanche permettersi di par-lare!»). Interviene allora il vecchio avvocato Giraudoche invita tutti alla calma: «Signori!». Anche in questocaso il semplice signori! rappresenta un testo perfetta-mente riuscito: sono chiari emittente edestinatari, ilcon-testo è appropriato, il contenuto del messaggio è evi-dente: un cortese rimprovero, rivolto con tono autore-vole a tutti i partecipanti alla discussione, perché la stes-sa non trascenda. In questo caso, come in ogni testo ora-le, la piena funzionalità del testo è anche garantita dallacurva prosodica con cui la brevissima frase è stata pro-nunciàEi:Tmtonazione discendente adoperata dall' av-vocato Giraudo è ben diversa da quella ascendente cheuserebbe il cameriere di un ristorante di buon tono pre-sentandosi a un tavolo per raccogliere le ordinazioni(<<Signori?»).

Ma sono pochi i testi consistenti in una sola parola eancora meno quelli che, come nell'esempio appena fat-to, possono occorrere sia nel parlato sia nello scritto.Questi due àmbiti sono molto diversi tra loro e anche irequisiti di testualità incidono in misura diversa in cia-scuno di essi. TItesto parlato è eseguito in un certo con-testo, rivolto a destinatari ben individuati. (mia moglie,i miei studenti o magari me stesso) e non è conservato(anche se è conservabile, attraverso una registrazione);il testo scritto è invece tipicamente destinato a una frui-zione lontana, nello spazio e nel tempo, rispetto al mo-mento in cui è stato prodotto (una lettera di auguri, uncontratto di affitto, un foglietto illustrativo di medici-nali) e ha un destinatario che può essere imprecisato,

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cosa che avviene tipicamente per tutti i testi dati allestampe (un bando di appalto è rivolto a tutti gli aventititolo, una monografia sul diritto romano a tutti gli in-teressati alla materia, e quindi idealmente anche ai po-steri). Ciò comporta precise conseguenze linguistiche:per essere interpretato correttamente il testo parlatopuò infatti fondarsi sul contesto comunicativo, mentreil testo scritto deve esplicitare tutti gli elementi neces-sari alla sua interpretazione (solo un testo letterario -loribadiamo - può permettersi di violare, in una certa mi-sura, le attese del destinatario). Detto in altri termini: inquasi tutte le comunicazioni orali possiamo anche par-lare come si mangia, cioè alla buona, spontaneamente,senza preoccuparci né della costruzione sintattica nédella precisione lessicale;invece <E.~do scri~amo qual-cosa dobbiamo rispettare una serie di requisiti - in par-te codificati dalle grammatiche, in parte impliciti - per-ché il noillo -testo sia giudicato accettabile. Vediamodue esempi:

a) Testo orale. Roma, piazza Venezia, ore 12: un tu-rista evidentemente straniero si rivolge a un passanteevidentemente italiano e gli chiede: «Scusa, sei-quattronach San Peter, dove prendo io?». La frase è linguisti-camente carente, ma testualmente funziona, grazie alcontesto situazionale e alla forte prevedibilità; l'interlo-cutore, se romano, non ha difficoltà a interpretarla: ilturista vuole andare a San Pietro (meta d'obbligo perchiunque visiti Roma), qualcuno gli ha detto che occor-re prendere l'autobus 64 e lui vuoI sapere dov'è la fer-mata.

b) Testo scritto. Dal riassunto di una novella del Ve-camerone(IV2: frate Albertoe madonnaLisetta;corsi-vi miei): «TIfrate si invaghisce di Lisetta e decide disfruttare le peculiarità della donna per poter avere rap-

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porti più intimi con lei». La novella - lo ricordiamo -narra di un frate che, approfittando della stupidità edella vanità di una donna andata a confessarsi da lui, lefa credere di essere desiderata dall'arcangelo Gabrieleil quale, sotto le spoglie del frate, la visiterà e. si con-giungerà carnalmente con lei. Il brano che ho riprodot-to - assolutamente fedele all'originale, come tutti gli al-tri testi di matrice studentesca da cui attingerò in ségui-to - è inaccettabile per ben due motivi: peculiaritànonè pertinente (chi scrivevaavrà voluto dire che Lisetta of-friva una preda "particolarmente" favo/evole, che la suastupidità era "particolare", fuori dal comune: chissà); erapporti intimi costituisce una unità polirematica, ossiauna sequenza cristallizzata di parole non modificabileattraverso l'inserzione di altri elementi al suo interno,con un significato particolare (eufemistico): 'rapportisessuali'. Insomma: o si hanno rapporti intimi o non sihanno, mentre posso invitare a pranzo indifferentemen-te le persone intime o le persone più intime (quelle piùvicine a me come rapporti familiari o di amicizia).

Due pesi e due misure, dunque. Il turista straniero,che mastica sì o no tre parole d'italiano e non è capacenemmeno di metterle insieme, è riuscito a mandare abuon segno il proprio messaggio (è arrivato alla ferma-ta del64); lo studente italiano che ha scritto il riassun-to, no (ha preso un votaccio). Ma questo non vuoI direche costui (o costei) sia incapace di padroneggiare lapropria lingua materna: più semplicemente, non sa usa-re quella scritta. Che magari è grave, trattandosi di stu-denti di una facoltà umanistica, ma si frequenta un cor-so di studi proprio per imparare.

Soffermiamoci dunque in particolare sul testo scrit-to, con l'avvertenza che quel che si dirà vale in teoria an-che per il testo oralebenché in questo caso,almenoin

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situazione informale, le regole di confezione possanoessere variamente trascurate purché l'intenzione comu-nicativa rimanga efficace.

Due s~no i requisi~il~!2..<!~!lleQt!!li.Q.umggo: f~~sione e coeren~a. Co~inclamo dal primo.

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