5b- Italia: Poca statistica per leggere le dinamiche dei segmenti di reddito
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Lamberto Aliberti
Il mondo vede un crescente inarrestabile enorme divario nella ricchezza fra le persone. 5b – Italia. Poca statistica per
leggere la relazione fra PIL e
reddito. 28 dicembre 2011
Richiamo. Questo articolo è il gemello del precedente (5a Italia Statistica per le dinamiche), cui facciamo rinvio per le definizioni generali, significato e piano di lavoro. Il PIL (Prodotto Interno Lordo). È assurto a paradigma di tutte le fortune e disgrazie dell’economia. Vogliamo ricordarci cosa lo compone? La somma dei beni e servizi prodotti, in un certo periodo, anno di norma, all'interno di un Paese, espressa in valore. Vi si conteggiano quindi consumi finali, investimenti e il saldo di esportazioni meno importazioni. Si escludono consumi intermedi, che le aziende comperano da terzi e trasformano in prodotto finito. In questo modo lo si può anche considerare pari a tutto il valore aggiunto del paese (differenza in valore della produzione rispetto ai prodotti impiegati). Il PIL somma le quantità prodotte per il prezzo di mercato del periodo. Lo si definisce nominale. Se lo dividiamo per la variazione del prezzo (detta deflazionatore, in quanto annulla l’effetto dell’inflazione) rispetto al periodo precedente, otteniamo il PIL reale. Si parla anche di PIL a prezzi correnti (attuali), nel primo caso, o costanti (grafico), nel secondo. Il 2012 è una previsione, così come il 2011 è un’extrapolazione, basata sui dati ufficiali (Eurostat) dello scorso settembre.
Fonte: Altromedia
800000
850000
900000
950000
1000000
1050000
1100000
1150000
1200000
1250000
1300000
1982 1985 1988 1991 1994 1997 2000 2003 2006 2009 2012
milioni euro 2000
anno
PIL
Lamberto Aliberti
PIL e segmenti di reddito. La produzione in valore, offerta al mercato, può essere considerata la somma dei suoi fattori, salari e profitti. Possiamo mettere perciò in relazione PIL e reddito dei segmenti, come abbiamo fatto, calcolando la cosiddetta funzione di regressione. Cos’è? La misura della dipendenza tra 2 serie, di come al variare dell’una, detta indipendente, corrisponda una risposta regolare, perciò prevedibile dell’altra, detta dipendente. La curva di regressione non misura un rapporto causa-effetto tra le 2 grandezze, che, come in questo caso, possono essere contenuta l’una nell’altra, ma quanto la variazione dell’una trovano riscontro nell’altra, lasciando di regola una parte inspiegata o casuale. In sintesi la regressione è: Y=f(X1, X2,… Xk)+εεεε, , , , dove X è la serie indipendente, Y la dipendente, ε la parte residua o irregolare. La tecnica di calcolo più frequente è quella dei minimi quadrati, che ci consente di costruire una curva situata a distanza minima fra dipendente e indipendente. Il tipo di curva è deciso a priori. Qui abbiamo scelto 3 forme linearizzabili, rettilinee nei valori originari o nei rispettivi logaritmi: retta, esponenziale e logaritmica. Graficamente: Le regressioni. I valori rilevati di ogni segmento sono chiamati “storia”. L’orizzonte temporale inizia col 1983, anno in cui abbiamo registrato un significativo cambiamento nella distribuzione dei redditi, in quanto il 10% ricco ha cominciato a distaccarsi dalla base (Bottom), con una velocità di crescita proporzionale al reddito. Finisce nel 2004 (l’ultimo dato disponibile). I dati sono in euro costanti (2004).
1030010400105001060010700108001090011000111001120011300114001150011600117001180011900
1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004anno
PIL_Bottom 90% storia retta
esponenziale logaritmica
230002400025000260002700028000290003000031000320003300034000
1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004anno
PIL_Top 10-5% storia retta
esponenziale logaritmica
02468
1012141618202224262830
0 5 10 15 20
retta
esponenziale
logaritmica
Lamberto Aliberti
Osservando i diagrammi notiamo: • l’aderenza delle curve resta
notevole in tutti i casi; • il massimo periodo di
scostamento, è collocato nel ’94-‘96;
• la curva col miglior grado di approssimazione è quella logaritmica, caratterizzata da una crescita iniziale molto rapida, che si attenua all’aumentare dei valori dell’indipendente, fino ad appiattirsi;
• vi fa eccezione il segmento Top 0.01, meglio approssimato da una retta, curva con variazione costante.
3200034000
3600038000
4000042000
4400046000
4800050000
520005400056000
1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004anno
PIL_Top 5-1% storia retta
esponenziale logaritmica
56000
60000
64000
68000
72000
76000
80000
84000
88000
92000
96000
1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004anno
PIL_Top 1-0.5% storia rettaesponenziale logaritmica
81000
87000
93000
99000
105000
111000
117000
123000
129000
135000
141000
147000
1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004anno
PIL_Top 0.5-0.1% storia rettaesponenziale logaritmica
160000
180000
200000
220000
240000
260000
280000
300000
320000
340000
1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004anno
PIL_Top 0.1-0.01% storia retta
esponenziale logaritmica
360000
460000
560000
660000
760000
860000
960000
1060000
1160000
1260000
1360000
1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004anno
PIL_Top 0.01% storia retta
esponenziale logaritmica
Lamberto Aliberti
Gli scostamenti. Li calcoliamo in %, fra la storia e la curva più aderente. Notiamo come lo scostamento cresce al crescere della ricchezza. Ed è un’osservazione importante, che, ancora una volta, ci può consentire di sfatare il mito del liberismo: non è la frazione abbiente a fare il PIL, anzi ne è più indipendente, quanto sono maggiori i redditi. E in un certo senso è pure anticiclica: in un periodo di pausa (’92-’95) aumenta decisamente di più, in un momento di crescita, seppure contenuta (’01-’04), decisamente di meno.
La media degli scostamenti. Per essere esatti è la radice quadrata della media degli scostamenti %, elevati singolarmente al quadrato. Operazione che sintetizza in un solo numero le osservazioni di prima, supponendo una simmetria fra sovra e sottostime singole. Dal diagramma emerge che:
• l’ampiezza dello scostamento tende ad aumentare col reddito; • sembra presentare un andamento esponenziale; • i valori sono complessivamente contenuti.
-24-22-20-18-16-14-12-10
-8-6-4-202468
101214161820
1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004
%
anno
scostamenti su storia Bottom 90% Top 10-5% Top 5-1%
Top 1-0.5% Top 0.5-0.1% Top 0.1-0.01%
Top 0.01%
Lamberto Aliberti
La distribuzione degli scostamenti. È nel complesso rassicurante, per la notevole prevalenza di quelli inferiori, che va a rarefarsi nella salita sulla scala della ricchezza.
Conclusioni. Riteniamo di poter usare con tranquillità le relazioni per un’extrapolazione dei segmenti ad oggi, avvalendoci del PIL noto. (continua)
Bottom
90%
Top 10-
5%
Top 5-
1%
Top 1-
0.5%
Top 0.5-
0.1%
Top 0.1-
0.01%
Top
0.01%
(("a/b in %")^2)^.5 2.69 1.70 1.90 2.43 2.50 2.79 10.23
-1.00
1.00
3.00
5.00
7.00
9.00
11.00
0
2
4
6
8
10
12
14
16
la distribuzione del numero degli scostamenti %
<2)
<4)
<6)
<8)
<10)
<12)
>=12)