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tetti verdi

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un insieme armonico con la natura circostante. Qui la struttura era solita-mente composta da una travatura tradizionale in legno a due falde, realiz-zata con travetti paralleli al frontone e fissati al colmo, oppure con travet-ti paralleli al colmo ancorati sul frontone. Uno strato di cortecce di betulladistese e montate come delle scandole formava la protezione impermea-bile su cui venivano adagiate delle piote di terra inerbite. All'inizio del XX secolo il tetto verde è stato rivalutato e rilanciato definiti-vamente, a livello europeo e mondiale, dalle tematiche proposte da WalterGropius, Frank Loyd Wright e soprattutto da Le Corbusier, giungendo defi-nitivamente alla ribalta negli ultimi trent'anni in Germania, Svizzera edAustria, dove negli anni '70 si è sviluppato l'interesse per il risparmioenergetico.Con l'aumento di popolarità di queste tematiche, anche nell'Italia setten-trionale è andato aumentando l'utilizzo di coperture verdi a partire dallafine degli anni '90, a seguito di un intenso lavoro di informazione e di veri-fica sul campo dei vantaggi apportati all'ecosistema urbano, fino a sfocia-re con la recente normativa UNI 11235 "Istruzioni per la progettazione,l'esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture a verde.A scapito dei piccoli accorgimenti strutturali da apportare nella progettazio-ne di una copertura verde, i vantaggi che se ne traggono sono molteplici.Oltre agli aspetti estetici paesaggistici che influenzano positivamente ilcomfort abitativo e l'ambiente urbano, rinverdire le coperture permette diricavare spazi per attività all'aperto in aree normalmente poco sfruttate,valorizzando gli edifici e migliorando le prestazioni termoclimatiche interne. È infatti evidente a tutti, ed ormai constatato da ricerche scientifiche, ildecuplicarsi negli ultimi 40 anni dell'impermeabilizzazione dei suoli conconseguente impoverimento delle falde, esasperazione dei dati climaticiestivi, aumento delle polveri sospese, diminuzione della biodiversità edegrado biologico e necessità di sovradimensionamento dei sistemi artifi-ciali di smaltimento. Il verde pensile è in grado di mitigare tali inconve-nienti accumulando e regimentando lo scarico dell'acqua piovana median-te il rallentamento dei moti convettivi localizzati (dovuti al surriscaldamen-to delle superfici), l'assorbimento e la filtrazione da parte della vegetazio-ne; contribuisce alla diminuzione delle polveri sospese, riduce la rifrazio-ne sonora, migliora la biodiversità consentendo la vita per molteplici ani-mali e piante, oltre a fornire un accumulo di CO2 nel medio e lungo perio-do sotto forma di biomassa vegetale. Il miglioramento del microclima interno invece viene ottenuto attraverso ilfiltraggio della radiazione solare diretta, l'assorbimento della radiazionesolare da parte degli elementi fotosintetici con conseguente riduzionedella componente riflessa (albedo), l'emissione di vapore nell'ambientecon assorbimento di energia per il passaggio di stato dell'acqua, l'assor-bimento dell'energia cinetica del vento. A completezza di quanto specificato basti pensare che una coperturaverde, grazie soprattutto all'inerzia termica, oltre a schermare determina-te frequenze elettromagnetiche, consente una notevole mitigazione deglistress termici: in inverno, con temperature esterne di -10°, la copertura siattesta attorno ai -2°, mentre in estate si mantiene a 30° contro gli 80°delle coperture terrazzate tradizionali. Il tutto si traduce in un migliora-mento dell'efficienza energetica dell'edificio e un alto livello di protezionedegli strati impermeabili dagli stress dovuti agli sbalzi termici.

La storia delle coperture verdi ha origini moltolontane, direttamente collegate alla nascitadelle prime grandi civiltà. Tralasciando l'esem-pio più noto dei giardini pensili di Babilonia del600 a.C., la cui reale esistenza è ancora in fasedi discussione da parte degli storici, è comun-que certo che la storia dei giardini pensili abbiauna forte radice presso le civiltà orientali del Xe IX secolo a.C.Contrariamente a quanto possa sembrare, inItalia le coperture verdi vantano una tradizionedi lunga data, come dimostrano i ritrovamentiarcheologici degli abitati etruschi del 400 a.C.,o gli edifici di origine romana come il mausoleodi Augusto o Castel Sant'Angelo, o ancora ipalazzi del XV secolo come Villa de'Medici oPalazzo Piccolomini (realizzato a Pienza daBernardo Rossellino a partire dal 1459 pervolere di Pio II, Enea Piccolomini). Con il tra-scorrere dei secoli però tale tecnica è andataperdendosi nel nostro Paese, rafforzandosiinvece nel Nord Europa, dove si è compreso dasubito il grande potere termoisolante dellacopertura in terra e piante. I tetti verdi più conosciuti sono infatti quelli deivillaggi della penisola scandinava, che formano

Istruzioni per la corretta progettazionedi coperture verdi

Bruno Stefani

Verdesul tetto

Qui sopra, il Mausoleo di Augusto, realizzato a partire dal 29 a.C.

a Campo Marzio (Roma) con una circonferenza di cipressi lungo la

copertura e i due obelischi egizi che adesso ornano la Piazza del

Quirinale.

Nella pagina accanto, passeggiata nel verde sulla copertura

dell’Università di Arte e Cultura a Shizuoka (Giappone).

Modalità di realizzazioneLa struttura del pacchetto tecnologico di un tetto verdedeve essere prioritariamente finalizzata a fornire unidoneo ambiente di vita per la vegetazione evitandograndi interventi manutentivi e consentendo la capta-zione e il drenaggio delle acque meteoriche. La com-posizione è realizzata attraverso più stratificazioni:- lo strato filtrante separa lo strato colturale da quello

drenante consentendo l'ancoraggio degli apparatiradicali; deve avere adeguata permeabilità idrica(cioè difficilmente intasabile) e resistere a trazione,taglio, punzonamento;

- lo strato di accumulo, mantiene i livelli di umidità otti-mali da far risalire per capillarità allo strato colturale;

- lo strato drenante, spesso unificato con lo stratod'accumulo, consente il defluire delle acque ineccesso e l'aerazione degli apparati radicali, è com-posto da materiali leggeri igroscopici (pomice, lapil-li, ardesia espansa, laterizio frantumato, ecc.) o daappositi pannelli plastici;

- lo strato antiradice impedisce il passaggio delle radi-ci agli strati inferiori;

- lo strato impermeabilizzante impedisce il passaggiodi umidità agli strati inferiori;

- lo strato di protezione preserva meccanicamente glistrati inferiori.

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Stratigrafia cm kg/m2

< 5 60

tra 4 e 6

tra 50e 75

tra 6e 8

tra 75e 120

tra 8e 15

tra 100e 160

18 200

tra 15e 20

tra 180e 250

tra 15e 25

tra 150e 280

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Stratigrafia cm kg/m2

tra 15e 35

tra 190e 450

tra 15e 40

tra 150e 450

tra 15e 30

tra 180e 400

tra 25e 30

tra 300e 380

tra 45e 55

tra 580e 700

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Stratigrafia cm kg/m2

tra 25e 60

tra 300e 750

tra 55e 65

tra 750e 850

tra 80 e 90

tra 900e 1000

tra 80e 90

tra 900e 1000

tra 80e 90

tra 1000e 1100

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Coperture verdi pianeLa composizione standard di una copertura a verde pensile è relativamente semplice. Nellesue linee essenziali deve prevedere opportune stratificazioni in grado di svolgere azioni diimpermeabilizzazione, antiradice, protezione, drenaggio, filtraggio. Su tali strati viene posatoil substrato vegetazionale che a sua volta dovrà risultare protetto da dilavamenti, smotta-menti e azione del vento. Il vantaggio dei prodotti proposti dal mercato è quello di racchiu-dere le molteplici funzioni in un unico pacchetto condensando alcune di esse nello stessostrato. Questo ovviamente determina il contenimento degli spessori, che possono ridursi adimensioni anche molto piccole. Nella progettazione di verde sulla copertura occorre tener presente le circostanze al contor-no. Ad esempio la presenza di pareti verticali contigue alla superficie a verde incide sullaesposizione in quanto potrebbe determinare zone d'ombra o, attraverso la riflessione del-l'onda luminosa, innalzare la temperatura dell'area. La salsedine o specifiche emissioni di aria calda, fumi, polveri inquinanti possono provocaredegradi imprevisti della vegetazione. I venti prevalenti possono produrre forti sollecitazionisulle chiome per cui deve essere previsto un sistema di ancoraggio proporzionale alledimensioni e all'altezza delle piante. Anche i carichi da neve possono produrre notevoli sol-lecitazioni sulle piante.

La tabella schematizza le soluzioni più utilizzate, organizzate in funzione dello spessoredello strato culturale e del peso (escluse le piante) gravante sulla struttura. 1. Pacchetto realizzato con 2 guaine impermeabili e 2 antiradici, sulle quali uno strato coltu-rale ridotto al minimo consente la vegetazione di muschi o sedum di dimensioni contenutein aree umide.2. 3. Substrato con tappeto in canapa a supporto del radicamento della vegetazione.4. Tetto verde su struttura in legno, con pacchetto vegetale posato su materassino drenantein materiale spugnoso.5. Pacchetto vegetativo realizzato tramite sacchetti in geotessile pre-riempiti di materialedrenante; sui sacchi che coprono la superficie vengono praticate delle cesure in cui si inse-riscono le talee di sedum.6. Il pacchetto con stuoia in canapa e strato di separazione consente un sia pur minimo dre-naggio che determina la possibilità di utilizzare spessori di terreno superiori.7. Materiale vegetativo e piante pre-coltivate in cassette, debitamente forate, poggiate suuno strato drenante prefabbricato.8. Pacchetto semplificato costituito da 2 guaine antiradice, impermeabilizzazione, drenaggioin ghiaia, strato di separazione drenante, terreno e vegetazione; in questo caso il pacchettoè ipotizzato su struttura portante in legno ventilata. Per ovvi motivi strutture in legno caricatecon pacchetti relativi alla copertura verde, vanno dimensionate con particolare accuratezza. 9. Soluzioni predisposte ad ospitare del verde intensivo devono prevedere spessori di terre-no colturale superiori a 20 cm. e impianto di irrigazione; la stratigrafia qui rappresentataconsente la coltivazione anche di piccoli arbusti.10. La presenza di strati termoisolanti subito al di sotto del pacchetto vegetativo è ammessapurché siano state considerate eventuali deformazioni determinate dalla pressione deglistrati sovrapposti (e la conseguente riduzione della capacità isolante), l'isolamento deveessere adeguatamente protetto da umidità e condensa interne.11. Pacchetto realizzato con doppio strato di guaina impermeabilizzante, strato antiradice,drenaggio in ghiaia, strato di separazione e filtraggio, stuoia vegetativa in fibra, pacciamatu-ra finale in lapilli vulcanici.12. Sistema semplice per superfici a verde anche intensivo; lo spessore del terreno consen-te la possibile dimora di arbusti di medie dimensioni.13. Dal basso: strato impermeabile antiradice, drenaggio in sacchi di geotessile riempiti conperlite espansa poggianti su lastre sagomate da 4 cm di materiale espanso (oppure geo-membrane cuspidate tridimensionali), substrato colturale; il terreno dovrà essere privo disemi e piante infestanti e potrebbe essere preconfezionato e composto da opportune per-centuali di perlite espansa, inerti, torba, fibre naturali, concime. 14. Pacchetto per grandi spessori colturali; lo strato filtrante è ottenuto tramite ghiaia e sab-bia di granulometrie diverse opportunamente organizzati a evitare che particelle di terrenopossano ostruire gli spazi interstiziali nella ghiaia di drenaggio.15. Spessori superiori agli 80 cm costituiscono una eccezione per le coperture verdi e con-sentono l'organizzazione di veri e propri giardini pensili.16. Tetto verde con strato termoisolante tra la struttura e le guaine impermeabilizzanti. 17. Solaio di copertura termoisolato; un foglio di carta paraffinata separa la guaina dal mas-setto armato sovrastante, che consente la pendenza per lo scolo dell'acqua.

Centro pedagogico a Dordrecht (Olanda)

Nella pagina accanto, tabella con le principali stratigrafie per la

realizzazione di coperture verdi; dall’alto verso il basso sono

presentate le stratigrafie più semplici, composte da muschio e

sedum di piccole dimensioni, fino al vero e proprio giardino pensile

con piccoli alberi.

Particolare attenzione va rivolta inoltre allo strato col-turale, che deve garantire uno sviluppo vegetazionalein condizioni climatiche limite; pertanto, anche in situa-zioni di massima saturazione idrica, deve mantenerepeso contenuto, capacità di ritenzione idrica, elevatacapacità drenante, ridotto compattamento nel tempo(a evitare asfissia radicale e perdita di capacità dre-nante), assenza di argille (a evitare formazione difango durante eventi meteorici), bilanciato rapportoaria / acqua, opportune caratteristiche chimiche (sali-nità, pH, potere tampone, bilanciamento frazioneminerale e organica, ecc.), resistenza agli attacchi bio-logici, stabile struttura fisica e chimica, resistenza algelo. Per questa serie di motivi non è mai indicato l'uti-lizzo di terreni esistenti, ma occorre necessariamenterivolgersi a prodotti specifici per coperture verdi. Incommercio sono disponibili substrati equilibrati speci-fici per tetti piani e tetti inclinati (maggiore resistenzaall'erosione) relativi a diverse piantumazioni.La miscelazione in cantiere utilizzando terreni di risul-ta dagli scavi, oltre a risultare problematica e più one-rosa del previsto, potrebbe contenere frazioni condiametro inferiore a 0,002 mm (componenti argillose).Questo è ancora più rilevante nelle realizzazioni averde estensivo, nelle quali vanno escluse anche lefrazioni con diametro inferiore a 0,06 mm (componen-

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ti limose). La presenza di tali componenti determina scarsa capacità drenante conformazione di fango e progressivo compattamento con conseguente asfissia adica-le, scompensi nella disponibilità di sostanze nutritive, sviluppo di microorganisminocivi e patologie. Soprattutto nell'inverdimento estensivo vanno evitati substratitroppo ricchi di frazione organica. Questi favoriscono infatti lo sviluppo di specie infestanti, che creano condizioni diconcorrenza, epigea e/o ipogea, sfavorevoli allo sviluppo della vegetazione pre-scelta, che in genere si sviluppa adeguatamente solo in substrati poveri. Ogni eventuale preparazione della miscela in cantiere deve comunque prevedereuno spazio adeguato per lo stoccaggio e la miscelazione, nonché attrezzatura perle varie operazioni tra cui il trasporto del materiale in quota.

Indicazioni operativeCome già accennato, il verde pensile costituisce non solo un fattore estetico maanche strumento per migliorare la qualità ambientale dell'edificio e dell'intorno.Bisogna tuttavia ricordare che una copertura a verde, prima di essere un giardinodeve proteggere ambienti e locali sottostanti dal freddo, dal caldo ma soprattuttodall'acqua. L'esperienza maturata negli ultimi anni, la selezione dei materiali piùidonei e le tecnologie presenti sul mercato rendono oggi sicura la realizzazione digiardini pensili e di coperture a verde se progettati, realizzati e mantenuti corretta-mente. Con riferimento specifico allo strato termoisolante, è necessario:- considerare le deformazioni connesse ai carichi permanenti e quindi la eventuale

diminuzione della resistenza termica dovuta alla riduzione dello spessore;- se lo spessore dello strato colturale è maggiore o uguale a 15 cm, il dimensiona-

mento dello strato termoisolante deve tener conto del comportamento inerziale

Cordoli perimetrali

1. Struttura portante in legno con parete ventilata; lungo il

perimetro va sempre prevista, a prescindere dalla tipologia

costruttiva utilizzata, una fascia perimetrale ricoperta solo a ghiaia

per una larghezza di almeno 50 cm.

2. Stuttura portante in legno su muratura. L’isolante occupa gli

spazi tra la travatura longitudinale poggiante sulla trave di cordolo;

l’interasse di tali travetti è condizionato dal peso del terreno in fase

imbibita; la posizione della presa del doccione determina il livello

dell’accumulo dell’acqua.

Esempi di coperture verdi di tipo tradizionale storico.

3. Il cordolo perimetrale è realizzato con due tronchi scorticciati;

uno strato di argilla impermeabile sigilla gli interstizi.

4. Copertura storica con elemento perimetrale in bambù, lo strato

impermeabile è bloccato tra due canne; l'esempio riporta una

soluzione che utilizza zolle di terreno pre-vegetate.

1. Cordolo in calcestruzzo armato; un elemento isolante a

protezione dei ferri evita la dispersione di calore dal solaio; la

guaina deve proseguire verticalmente sopra lo strato di ghiaia per

almeno 15 cm.

2. Dettaglio in corrispondenza di un giunto di dilatazione in una

struttura in cemento armato; l'elemento di chiusura superiore non è

fissato in quanto deve consentire piccoli spostamenti di assesto; la

guaina impermeabilizzante, così come avviene per i camini di ven-

tilazione, deve seguire il profilo dell'elemento fino ad un'altezza di

almeno 15 cm sopra il livello del terreno; un perimetro in ghiaia

agevola eventuali interventi di manutenzione.

3. Nel caso di strutture in acciaio, particolarmente esposte ai ponti

termici, è opportuno inglobare gli elementi metallici in un cappotto

isolante esterno rigido capace di sostenere i carichi sovrapposti; la

guaina, in questo caso a vista, deve essere resistente ai raggi UV.

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complessivo, compresa la massa dello strato colturale;- considerare l'azione di microrganismi o radici se lo strato di isolamento termico

fosse esposto a questi;- nelle coperture di tipo rovescio (isolante posto sopra l'impermeabilizzazione)

occorre garantire un'idonea permeabilità al vapore tra isolante ed elementi dellastratificazione a verde; in questo caso lo strato di separazione tra lo strato termoi-solante e lo strato colturale superiore non sarà impermeabile al vapore ma costi-tuito da membrane che, anche se idrorepellenti, mantengono adeguata traspira-bilità; vanno inoltre evitati strati di separazione, come geotessili, che presentanocapacità di accumulo idrico.

È importante sottolineare che una normale impermeabilizzazione risulta inadegua-ta a resistere agli attacchi da parte degli apparati radicali delle piante, per cui vasempre previsto uno strato antiradice aggiuntivo (che spesso risulta abbinato allaguaina e appositamente garantito dal produttore). Lo strato di tenuta va invece pro-tetto dalle incidenze meccaniche da parte degli strati superiori e da possibilità didanneggiamento durante i lavori. L'impermeabilizzazione deve essere adeguata allo scopo e duratura. Va tenuto pre-sente che fessurazioni microscopiche potrebbero rivelarsi solo a distanza di tempo.I punti di debolezza si concentrano nelle zone di contatto e aggregazione tra ele-menti diversi e negli angoli di piegatura, che se troppo acuti possono produrre fes-surazioni latenti. Queste possono verificarsi anche in presenza di piccoli movimen-ti tra elementi strutturali non solidali (per esempio tra solaio e parete verticale).Anche a questo riguardo, il piano di posa dovrà risultare perfettamente pulito e privodi irregolarità. I lavori di cantiere vanno eseguiti e conclusi in tempi ristretti e le fasiintermedie vanno adeguatamente protette rispetto a precipitazioni dilavanti eall'azione del vento. Il sistema drenante dovrà evitare eccessivi ristagni idrici peri-

1. Elemento in pietra su cordolo in ghiaia che scarica sul canale di

gronda ribassato; l’effetto è quello di assenza del cordolo,

assimilando la copertura a una terrazza verde non praticabile.

2. Valvola di filtraggio per lo scarico dell'acqua in eccesso; è

costituita da elemento inserito nel tubo di scarico e da una ghiera

che impedisce l'intasamento; il dispositivo consente

automaticamente l'opportuno fissaggio delle guaine; sul lato destro

è rappresentata una sezione di muratura pesante, sul lato sinistro

una muratura in materiali leggeri; in entrambi i casi il tubo

discendente è isolato.

3. Pozzetto di ispezione in lamiera zincata resistente al transito

veicolare con griglia superiore amovibile; il livello della valvola di

filtraggio determina il corrispondente livello della riserva idrica; il

raccordo verticale debitamente isolato evita la condensa interna.

4. Pozzetto di ispezione perimetrale; la presa dell'acqua può

essere graduata in altezza in funzione dell'accumulo idrico richiesto

dalla specifica tipologia di piante e dalla collocazione geografica

dell'impianto; un ritaglio di guaina supplementare sigilla il foro

praticato sul bordo.

5. Serramento (porta) su un tetto verde, il solaio continuo costringe

a superare il dislivello determinato dagli strati del pacchetto verde

mediante uno scalino interno; la presenza di una copertura a verde

può estendere la superficie utile di un appartamento; l’isolante tra

struttura e guaina deve proseguire fino al controtelaio.

Elementi speciali

6. 7. In commercio esistono dei pacchetti che offrono elementi

prefabbricati per l’installazione su copertura verde di pannelli solari

o fotovoltaici (6) e ganci di sicurezza (7).

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1. La presenza di un canale di aereazione, va progettata con la

dovuta accuratezza; il contorno di ghiaia contenuto da un tessuto

filtrante consente il drenaggio puntiforme del terreno e la facile

ispezionabilità; nell’esempio la struttura portante è realizzata in

legno, in questo caso, per ragioni statiche, è opportuno che i

carichi risultino attentamente valutati; una rete in canapa o juta

inserita nell'esiguo spessore dello strato vegetativo, agevola

spesso l'ancoraggio delle radici delle piante, a evitare possibili

smottamenti e dilavamenti del substrato.

Altri due casi di edifici storici rurali con copertura in legno.

2. La trave a sostegno perimetrale è distanziata dalla

impermeabilizzazione per evitare marcescenze; l'infradosso dello

sporto è realizzato con strati di rami lasciati a vista.

3. Il tronco di sostegno perimetrale è trattenuto da una serie di rami

curvati a fuoco; la parete ventilata mantiene asciutto il pacchetto

isolante verticale.

Nella tabella qui accanto, la legenda dei dettagli presentati.

I disegni sono dell’autore e di Francesca Tonini e rientrano nel

progetto dell’Architetto Ugo Sasso per un nuovo manuale della

bioarchitettura completamente illustrato.

Guaina impermabilizzante

Strato antiradice

Barriera al vapore

Feltro

Strato di separazione filtrante

Carta oleata

Supporto vegetativo in canapa

Solaio

Isolamento termico

Drenaggio in ghiaia

Strato drenante e di accumulo

Terreno per tetti verdi1

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3

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1

Tetti verdi a falde inclinate

All'aumentare dell'inclinazione di falda diventa necessario

contrastare la perdita di substrato dovuta all'azione delle acque

meteoriche e del vento. Pendenze superiori ai 10° richiedono un

sistema di contenimento perimetrale predisposto e dimensionato

per resistere alla spinta del peso sovrastante. Quando la pendenza

supera i 15° è bene inserire nel substrato colturale degli elementi

geosintetici (geogriglie) antierosione. Con pendenze superiori a 20°

lo scivolamento del substrato va contrastato tramite l'inserimento di

reggispinta aggiuntivi orizzontali disposti lungo la falda in maniera

alternata in maniera da consentire il defluire dell'acqua piovana

presente nel terreno.

1. Sistema ad elementi prefabbricati che consente l'adeguato

accumulo e drenaggio dell'acqua piovana oltre a garantire una

idonea areazione delle radici; data la pendenza pronunciata, il

dettaglio prevede staffe in grado di reggere la spinta del pacchetto.

2. Numerosi elementi prefabbricati sono in grado di ottimizzare

l'apporto di acqua piovana attraverso accumulo e drenaggio; il

dettaglio, relativo ad un tetto a pendenza pronunciata, evidenzia la

presenza di staffe in grado di contenere il peso consistente del

terreno e del bordo di ghiaia.

Tetti a falde nella tradizione storica

3. Soluzione adottata in climi piovosi e freddi; la fitta frequenza

degli elementi trasversali in legno, collocati al di sotto del manto

impermeabile, è finalizzata ad impedire il dilavamento anche in

caso di abbondanti nevicate.

4. Nelle aeree scandinave l'impermeabilizzazione avveniva

mediante una trama incrociata di cortecce di betulla seccate.

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colosi per le infiltrazioni e per gli inverdimenti, soprattutto se si utilizzano piante diSedum. Nella progettazione dunque i disegni esecutivi dettagliati dovranno definireal meglio le parti più delicate, come ad esempio i raccordi con i pluviali e i bocchet-toni di scarico così come i fissaggi. Possibilmente va evitato di perforare l'elemen-to di tenuta con viti o chiodi; nel caso, sull'interruzione di continuità bisogna sovrap-porre un ulteriore strato adeguatamente saldato al precedente non limitandosi aduna ordinaria siliconatura, che potrebbe non risultare sufficiente. Anche nei risvolti e ai margini le guaine vanno protette dai raggi UV che ne produ-cono la precoce cristallizzazione e rottura. I risvolti vanno fissati, ancorati e protettilungo i bordi. Va prevista una fascia di filtraggio e protezione di almeno 50 cm. com-posta da materiale inerte, che oltre tutto agevola il passaggio in fase di manuten-zione. Collegamenti e scarichi possono costituire ponte termico con diminuzionedelle prestazioni isolanti e rischio di pericolosi fenomeni di condensa nei locali sot-tostanti. In presenza di ampie superfici a verde è opportuno prevedere una riparti-zione in sottozone, in modo da circoscrivere eventuali danni e ripristini, ciascunadotata di rispettivo pozzetto di ispezione.

Scelta delle specie vegetali Si definiscono due categorie di inverdimento delle coperture: estensivo ed inten-sivo. Si tratta in ogni caso di categorie non distinguibili in maniera netta. In gene-rale si parla di inverdimento pensile estensivo quando necessita di manutenzio-ne ridotta (uno o due sfalci all'anno), ovviamente dopo un avviamento iniziale del-l'impianto di qualche mese. Il sistema estensivo fa uso di piante a veloce radica-mento, resistenza a siccità e gelo, buona autorigenerazione e sviluppo contenu-to, il che consente di avere uno spessore del pacchetto tecnologico inferiore a 15cm, con un peso compreso tra 75 e 200 kg/m2.

44 45

Al contrario, si parla di inverdimento intensivo quan-do necessita di una manutenzione regolare e perio-dica (sfalci, irrigazioni, diserbi, concimazioni, ecc.)con piante e arbusti anche di media dimensione,spessore del pacchetto tecnologico tra i 15 e i 50 cme peso superiore a 200 kg/m2.In base quindi alla tipologia di inverdimento richiesto,sarà necessario dotare o meno il pacchetto tecnologi-co di un impianto di irrigazione. Le specie normal-mente utilizzate nella realizzazione di coperture averde pensile estensivo sono dotate di caratteristichedi resistenza alla siccità. In climi piovosi e non troppocaldi o almeno nelle situazioni in cui nel periodo esti-vo è frequente il formarsi di rugiada, è talvolta possi-bile non dotare gli inverdimenti estensivi di irrigazio-ne, cosa invece sempre necessaria in un impiantointensivo. Occorre tenere presente che nei primi 8-16mesi la vegetazione necessita comunque di un'irriga-zione di avviamento; la predisposizione di un elemen-tare impianto d'irrigazione è quindi tendenzialmenteopportuna. Le tubazioni di raccordo possono esseresistemate sullo strato filtrante prima della posa delsubstrato. L'impiego di sistemi e di substrati drenantidovrà comunque impedire il rischio di ristagno idrico. La scelta specifica della vegetazione è connessa anumerosi fattori: pacchetto tecnologico, clima, espo-

La cintura di ciottoli necessaria per il drenaggio e per le

manutenzioni impedisce la percepibilità dal basso della presenza

delle piante. È possibile così realizzare un canale inverdito, con un

piccolo impianto di irrigazione in quanto la contenuta estensione ne

limita la capacità di accumulo idrico e la resistenza a periodi di

prolungata siccità. Ciò renderà possibile anche la crescita di

essenze a sviluppo verticale e poco resistenti alla siccità.

1. Struttura a botte con travi in legno lamellare collegate da una

triplice orditura di tavolato inchiodato; il canale di gronda sollevato

rispetto al tavolato consente di smaltire eventuali condense;

nell'apposita cornice perimetrale sono inseriti sacchi in geotessile

(fibre di canapa o juta) contenenti substrato vegetativo completo di

selezione di semenze e concime.

2. Cornice perimetrale in puntoni in legno tamponati da lastre in

legno mineralizzato intonacate in opera; la raccolta dell'acqua

piovana è collocata a filo con il muro perimetrale.

3. Se il sistema di raccolta acque è sufficientemente capiente e il

numero dei discendenti adeguato, si potranno evitare le cassette di

raccolta delle acque meteoriche; nel dettaglio, il discendente è

protetto da un filtro che evita l'intasamento.

4. Nelle coperture a forte pendenza va prestata attenzione ai

fenomeni di dilavamento ed erosione; una serie di elementi

orizzontali in legno interrompe in basso la continuità del substrato

vegetativo; tali elementi andranno collocati con lieve inclinazione e

in maniera sfalsata per consentire il deflusso verso la gronda.

5. Struttura in travetti a T rovescia in legno su cui poggiano

tavelloni a vista; per ragioni statiche la stratificazione deve avere

peso contenuto.

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zione della struttura. Alcuni di questi errori possono essere:- substrato ricco di componenti rispettivamente limose e argillose (particelle con

diametro < 0,06 mm per l'estensivo e < 0,002 mm per l'intensivo) con formazio-ne di fango o compattamento (sbilanciamento del rapporto aria/acqua), ecces-sivo aumento del peso in massima saturazione idrica, asfissia radicale, scom-pensi di sostanze nutritive, sviluppo di microorganismi nocivi e varie patologie;

- substrato troppo ricco di frazione organica, con conseguente sviluppo di specieinfestanti, abbassamento della resistenza al gelo, aumentata sensibilità biotica(patologie);

- sottovalutazione o anche sovra-valutazione del peso in massima saturazioneidrica (inverdimento estensivo: 75 - 200 kg/m2; intensivo > 200 kg/m2);

- inadeguata gestione delle acque meteoriche con ristagni idrici;- accumulo di sostanza organica per scarsa efficienza drenante con soffocamen-

to degli apparati radicali, aumento del peso della stratificazione, abbassamentodel Ph (< 5);

- insufficiente attenzione prestata alla tenuta degli accoppiamenti (movimenti reci-proci di materiali diversi e corrosione da raggi UV) e ai danni alle guaine nellagestione del cantiere, con possibili infiltrazioni sottomanto e ponti termici (in tettocaldo);

- inadeguata manutenzione di avviamento dell'impianto per i primi due anni (infe-stanti e innaffiature);

- bassa biodiversità o concorrenza intraspecifica delle piantagioni, con conse-guente copertura a chiazze.

La produzione commerciale delle coperture verdi consente ormai di mettere alriparo dalla maggior parte di queste problematiche progettuali e realizzative, perottenere coperture verdi affidabili e di qualità.

sizione, utilizzo, ecc. È necessario anche conside-rare le caratteristiche climatiche cui è sottoposta lacopertura, per esempio la ventilazione e l'irraggia-mento riflesso da pareti contigue. I pacchetti aminor spessore sono quelli tecnologicamente piùevoluti in cui alcune stratificazioni assolvono piùfunzioni. In questi casi le specie del Sedum sono lepiù usate per la resistenza al freddo, al caldo e allostress idrico, la posa semplice e veloce, la manu-tenzione ridotta ed il costo limitato delle talee. Laloro applicazione ideale avviene in climi non troppocaldi e adeguatamente piovosi, là dove la presenzadi muschi copre le zone lasciate libere. Nei climi piùcaldi è preferibile una integrazione del Sedum conaltre erbacee perenni altrettanto resistenti (adesempio Allium schoenoprasum o Dianthus carthu-sianorum). Fondamentale risulta anche la sceltadelle specie vegetali in base alla manutenzione cheesse richiedono.

Errori più frequentiCapita a volte di incappare in alcuni gravi errori chenel caso meno grave possono danneggiare la vege-tazione, mentre in casi più eclatanti possono compor-tare un rapido degrado del tetto con conseguenti infil-trazioni, formazioni di muffe ed eventuale risistema-

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Specie Nome comune

Altezza (cm)

Colore dei fiori

Mese di fioritura Note

Echium vulgare Erba viperina 30 rosa-blu V-X Si sviluppa verticalmente a colonna

Euphorbia cyparissias Euforbia cipressina 20 giallo verde IV-VIII Pianta a fusto singolo eretto

Helianthemum nummularium Eliantemo maggiore 15 giallo-oro VI-X Fusto legnoso strisciante, suolo calcareo

Hieracium pilosella Sparviere pelosetto 20 giallo V-X Molto resistente, cresce sino a 2300 metri s.l.m.

Origanum vulgare Origano 30 rosso porpora VII-X Cresce in luoghi aridi e assolati, noto come erba alimentare

Potentilla verna Cinquefoglia primaticcia 10 giallo IV-IX Suoli aridi, calcarei, cresce sino a 1500 metri s.l.m.

Prunella grandiflora Prunella delle Alpi 20 viola VI-VIII Sempreverde perenne, non teme le forti escursioni termiche

Thymus capitatus Timo arbustivo 30 rosa VII-IX Rami legnosi, portamento a pulvino, vive anche in aree aride

Thymus longicaulis Timo con fascetti 20 rosa VII-IX Fusto legnoso strisciante, con rami ascendenti

Thymus serpyllum Timo settentrionale 5 rosa-purpurea VII-IX Fusto legnoso strisciante, terreno arido e soleggiato

Verbascum phoeniceum Verbasco porporino 60 viola VI-VII Suoli magri, necessita di poca acqua

Specie Nome comune

Altezza (cm)

Colore fiori

Mese di fioritura Note

Acinos alpinus Acino alpino, timo alpino 20 rosa VI-VIII Fioritura prolungata

Allium flavum Aglio giallo 20 giallo VI-VIII Fiori a campanella gialli, vive anche in climi aridi

Allium schoenoprasum Erba cipollina 20 lilla V-VI Molto resistente, nota come erba in cucina

Bromus erectus Forasacco eretto, Bromo 50 verde-blu V-VII Preferenza terreno arido calcareo

Dianthus carthusianorum Garofano dei Certosini 30 rosso porpora VI-IX Preferenza terreno arido, ambiente luminoso e suoli calcarei

Dianthus deltoides Garofano minore 20 rosso scuro VI-VIII Preferenza terreni silicei

Festuca amethystina Festuca ametista 30 verde-blu V-VI Sopporta anche gelate non troppo intense

Festuca glauca Festuca glauca 25 blu VI Si sviluppa su qualunque terreno purché areato

Festuca ovina Festuca ovina 25 verde VI-VII Poco resistente a climi caldi

Festuca valesiaca Schleicher Festuca del Vallese 20 verde-blu V-VII Molto adattabile

Geranium sanguineum Geranio sanguigno, sanguinaria 30 rosso carminio V-VI In autunno foglie color rosso, posizione assolata o mezz'ombra

Koeleria glauca Paléo bianco 25 spighe verde-grigio VI Predilige terreni sabbiosi

Koeleria pyramidata Paléo alpino 30 spighe verde-grigio VI-VII Predilige terreni sabbiosi

Koeleria vallesiaca Paléo del Vallese 20 spighe verde-grigio V-VIII Ricchissima di spighe, molto adattabile

Melica ciliata Melica barbata 30 verde chiaro V-VI Preferenza suoli poveri, a pH alcalino

Petrorhagia saxifraga Garofanina spaccasassi 15 rosa chiaro VI-VIII Forma cuscini leggeri

Saxifraga aizoon Sassifraga 5 bianco - rosa VI Resiste a climi freddi, seccando solo la parte fuori terra

Sedum acre Borracina acre, pepe dei muri 8 giallo VI-VIII Molto vigorosa, veloce attecchimento e sviluppo

Sedum album Borracina bianca, erba pignola 8 bianco VI-VIII Coperura rada; con clima secco colorazioni fogliari diverse

Sedum album "Cloroticum" Borracina bianca "Cloroticum" 5 bianco VI-VII Buon tappezzante, resiste all’ombra

Sedum album "Coral Carper" Borracina bianca "Coral Carper" 5 bianco VI Con stress idrico assume colorazioni fogliari rosse

Sedum album "Murale" Borracina bianca, murale 8 bianco VI-VII Molto invadente

Sedum floriferum Borracina florifera 10 giallo oro VIII-IX Ottima tappezzante

Sedum hybridum Borracina ibrida 8 giallo VII-VIII Molto adattabile, si sviluppa a stuoie, anche in mezz'ombra

Sedum reflexum "Elegant" Borracina rupestre 12 giallo-oro VI-VIII Copertura grigio-verde rada, usata amche come spezia

Sedum sexangulare Borracina ispida 5 giallo VI-VII Cuscini compatti

Sedum spurium "Superbum" Borracina spuria, superba 5 bianco VI-VII Foglie verdi caduche, resiste all’ombra

Sempervivum arachnoideum Semprevivo ragnateloso 6 rosa VI-VII Rosette ricoperte da tomentosità simile a tela di ragno

Sempervivum hybridum Semprevivo ibrido 6 rosa VI-VII Molto resistente

Sempervivum tectorum Semprevivo maggiore 8 rosa VII-VIII Moltissime varietà e forme

Stipa pennata Lino delle fate, piumoso 30 spighe argento Effetto struttrale interessante

Una coltivazione di sedum in un laboratorio sperimentale sulle

specie vegetali adatte alla crescita su coperture verdi

Nella pagina accanto, tabella con le specie per la coltivazione

estensiva in climi continentali e zone montane (in alto) e in climi

secchi e aridi (in basso)