54 Sabato 31 Ottobre 2009 Sport · mo Moratti e Roberto Mancini hannocambiato illoro rapporto...

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I genitori, i miei fratelli e mia sorella sono la cosa più cara che ho avuto e che ho, guai a chi me li tocca Il gol è una grande gioia. Ma il massimo è il dribbling. Soltanto che si contano i gol... Sport ❜❜ ❜❜ Tocco DAL NOSTRO INVIATO CONCESIO (Brescia) — Una notte di pas- sione calcistica (due gol, un rigore procura- to, un assist per Eto’o contro il Palermo) e di febbre alta. Che non è passata nemmeno in un venerdì di lotta strenua con il termo- metro, nella sua bella casa di Concesio, ap- pena fuori Brescia. Giornata difficile per Mario Balotelli, pensando a Livorno (doma- ni, dove non ci sarà, salvo prodigiosi recu- peri) e a Kiev, ma simpatica, parlando poco di pallone e molto della sua storia di ragaz- zo al centro del mondo, a 19 anni. Uno che è abituato da sempre ad andare di fretta. Mario, le dediche sono banali. Ma quel- lo che ha fatto contro il Palermo ne meri- ta una... «I due gol sono prima di tutto per la mia famiglia e poi per Anthony, il mio più caro amico. Mia mamma, mio papà, i miei fratel- li e mia sorella sono la cosa più importante che ho avuto e che ho. Mi fido soltanto di loro. Nessuno si deve mai permettere di cri- ticare la mia famiglia. Tutto qui». Concesio è il suo «buen ritiro». Ci va spesso? «Appena posso. Qui a Brescia mi sento più tranquillo; magari non è comodissimo per arrivare da Appiano, dopo gli allena- menti, però è un posto bellissimo, perché c’è la mia famiglia». È vero che genitori e fratelli sono seve- ri con lei, ma che lei li ascolta poco? «Io sono testardo, però so che quello che mi dicono, me lo dicono per il mio bene. Prima non sono d’accordo e m’incavolo un po’. Poi alla fine, capisco che hanno ragio- ne loro». È vero che le piacciono i bambini? «Moltissimo e non da ora; spero di aver- ne tanti, perché sono bellissimi». Chi sono i suoi amici? «Ne ho nel calcio, e penso a Paloschi, con il quale gioco nella Under 21 e a Bia- biany, che era con me nella «Primavera» dell’Inter e con il quale sono rimasto in con- tatto. E poi Martina e Viotti, che giocano nel Brescia. Poi ci sono quelli che non gioca- no a pallone. Anthony è un tipo ecceziona- le, proprio una bella persona; è come un fra- tello, anche se ogni tanto è severo con me. Capita che quando siamo in giro alla sera, mi porta a casa, perché dice: domani ti devi allenare, tu sei un giocatore. E io alla fine gli do retta». C’è anche un cane che abbaia... «Volevo prenderne uno. Ma i miei han- no detto: se proprio lo vuoi, prendilo alme- no in un canile. Ci sono andato, ne ho guar- dati tanti, ma non mi piaceva nessuno. Fin- ché ho visto un labrador di un mese e l’ho preso. Adesso lo cura soprattutto mia mam- ma, perché io fra allenamenti e partite non ho molto tempo». Parliamo di pallone: che cos’è per lei il calcio? «È uno sfogo, ma è soprattutto un diver- timento. Giocare davanti a tanta gente è magnifico». Quand’è che ha capito di poter arrivare a giocare in serie A? «Lo dicevo quando già avevo sei anni. Mia mamma non ci credeva, ma è stata co- stretta a convincersi. Presto hanno comin- ciato a cercarmi in tanti, alla fine è arrivata l’Inter». Non ha mai pensato a dedicarsi ad un altro sport? In fondo, se avesse fatto atle- tica, visto che lei un po’ assomiglia nel fi- sico e nel modo di correre a Bolt, non avrebbe avuto a che fare con gli arbitri e non avrebbe dovuto dividere i successi con i compagni di squadra... «Ho fatto atletica e anche ginnastica, ma poi ho scelto il calcio. Mi è sempre piaciuta la kickboxe, magari un giorno la farò an- che. E un giorno mi piacerebbe molto cono- scere Bolt». Che cos’è per lei il gol? «Una grande gioia, un attimo che ti rega- la una sensazione bellissima. Ma il massi- mo del calcio è il dribbling. Soltanto che si contano i gol». Perché è in assoluto il giocatore italia- no che esulta meno quando fa gol? «Io gioco in attacco; che cosa dovrebbe fare un attaccante, se non segnare? Mi sem- bra un fatto normale. La gioia la sento, ma mi resta dentro. Segnare a San Siro è una bella emozione, ma non mi sembra il caso di fare troppe scene. Purtroppo quest’an- no, ho mancato due gol clamorosi, contro Parma e Cagliari. Peccato, sono molto atten- to al conteggio dei gol». Chi sono stati i giocatori dai quali in questi anni ha imparato di più? L’intervista Parla SuperMario il giovane fenomeno dell’Inter Lasciatemi giocare A destra, il secondo gol segnato giovedì da Balotelli contro il Palermo. Sopra, Mario in borghese a San Siro (Celeste/ Image Sport, Bozzani) RUNNING WOMAN GEL STRATUS 3 asics.it LA PIÙ FORTE CHE C’È ACHTUNG! MORDE LA LINGUA. www.fishermansfriend.it Le Balene colpiscono ancora 54 Sabato 31 Ottobre 2009 Corriere della Sera

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Page 1: 54 Sabato 31 Ottobre 2009 Sport · mo Moratti e Roberto Mancini hannocambiato illoro rapporto cheduravadall 1 luglio2004:da ierinonsonopiùdatoredilavo-ro, il primo, e dipendente,

I genitori, i miei fratelli emia sorella sono la cosa piùcara che ho avuto e che ho,guai a chi me li tocca

Il gol è una grande gioia.Ma il massimoè il dribbling. Soltantoche si contano i gol...

Sport

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ToccoDAL NOSTRO INVIATO

CONCESIO (Brescia) — Una notte di pas-sione calcistica (due gol, un rigore procura-to, un assist per Eto’o contro il Palermo) edi febbre alta. Che non è passata nemmenoin un venerdì di lotta strenua con il termo-metro, nella sua bella casa di Concesio, ap-pena fuori Brescia. Giornata difficile perMario Balotelli, pensando a Livorno (doma-ni, dove non ci sarà, salvo prodigiosi recu-peri) e a Kiev, ma simpatica, parlando pocodi pallone e molto della sua storia di ragaz-zo al centro del mondo, a 19 anni. Uno cheè abituato da sempre ad andare di fretta.

Mario, le dediche sono banali. Ma quel-lo che ha fatto contro il Palermo ne meri-ta una...

«I due gol sono prima di tutto per la miafamiglia e poi per Anthony, il mio più caroamico. Mia mamma, mio papà, i miei fratel-li e mia sorella sono la cosa più importanteche ho avuto e che ho. Mi fido soltanto diloro. Nessuno si deve mai permettere di cri-ticare la mia famiglia. Tutto qui».

Concesio è il suo «buen ritiro». Ci vaspesso?

«Appena posso. Qui a Brescia mi sentopiù tranquillo; magari non è comodissimoper arrivare da Appiano, dopo gli allena-menti, però è un posto bellissimo, perchéc’è la mia famiglia».

È vero che genitori e fratelli sono seve-ri con lei, ma che lei li ascolta poco?

«Io sono testardo, però so che quello chemi dicono, me lo dicono per il mio bene.Prima non sono d’accordo e m’incavolo unpo’. Poi alla fine, capisco che hanno ragio-ne loro».

È vero che le piacciono i bambini?«Moltissimo e non da ora; spero di aver-

ne tanti, perché sono bellissimi».Chi sono i suoi amici?«Ne ho nel calcio, e penso a Paloschi,

con il quale gioco nella Under 21 e a Bia-biany, che era con me nella «Primavera»dell’Inter e con il quale sono rimasto in con-

tatto. E poi Martina e Viotti, che giocanonel Brescia. Poi ci sono quelli che non gioca-no a pallone. Anthony è un tipo ecceziona-le, proprio una bella persona; è come un fra-tello, anche se ogni tanto è severo con me.Capita che quando siamo in giro alla sera,mi porta a casa, perché dice: domani ti deviallenare, tu sei un giocatore. E io alla finegli do retta».

C’è anche un cane che abbaia...«Volevo prenderne uno. Ma i miei han-

no detto: se proprio lo vuoi, prendilo alme-no in un canile. Ci sono andato, ne ho guar-dati tanti, ma non mi piaceva nessuno. Fin-ché ho visto un labrador di un mese e l’hopreso. Adesso lo cura soprattutto mia mam-ma, perché io fra allenamenti e partite nonho molto tempo».

Parliamo di pallone: che cos’è per lei ilcalcio?

«È uno sfogo, ma è soprattutto un diver-timento. Giocare davanti a tanta gente èmagnifico».

Quand’è che ha capito di poter arrivarea giocare in serie A?

«Lo dicevo quando già avevo sei anni.Mia mamma non ci credeva, ma è stata co-stretta a convincersi. Presto hanno comin-ciato a cercarmi in tanti, alla fine è arrivatal’Inter».

Non ha mai pensato a dedicarsi ad unaltro sport? In fondo, se avesse fatto atle-tica, visto che lei un po’ assomiglia nel fi-sico e nel modo di correre a Bolt, nonavrebbe avuto a che fare con gli arbitri enon avrebbe dovuto dividere i successicon i compagni di squadra...

«Ho fatto atletica e anche ginnastica, mapoi ho scelto il calcio. Mi è sempre piaciutala kickboxe, magari un giorno la farò an-

che. E un giorno mi piacerebbe molto cono-scere Bolt».

Che cos’è per lei il gol?«Una grande gioia, un attimo che ti rega-

la una sensazione bellissima. Ma il massi-mo del calcio è il dribbling. Soltanto che sicontano i gol».

Perché è in assoluto il giocatore italia-no che esulta meno quando fa gol?

«Io gioco in attacco; che cosa dovrebbefare un attaccante, se non segnare? Mi sem-bra un fatto normale. La gioia la sento, mami resta dentro. Segnare a San Siro è unabella emozione, ma non mi sembra il casodi fare troppe scene. Purtroppo quest’an-no, ho mancato due gol clamorosi, controParma e Cagliari. Peccato, sono molto atten-to al conteggio dei gol».

Chi sono stati i giocatori dai quali inquesti anni ha imparato di più?

L’intervista Parla SuperMarioil giovane fenomeno dell’Inter

Lasciatemi giocare

A destra,il secondogol segnatogiovedì daBalotelli controil Palermo.Sopra,Mario inborghesea San Siro(Celeste/Image Sport,Bozzani)

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LA PIÙ FORTE CHE C’È

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Page 2: 54 Sabato 31 Ottobre 2009 Sport · mo Moratti e Roberto Mancini hannocambiato illoro rapporto cheduravadall 1 luglio2004:da ierinonsonopiùdatoredilavo-ro, il primo, e dipendente,

Juventus

Milan

Napoli

Parma

Tv: ore 18, Sky Calcio1

Premium Calcio

Tv: ore 20.45, Sky Sport 1

Premium Calcio

Arbitro: DAMATO di Barletta

Arbitro: RUSSO di Nola

CHIEVO 14NAPOLI 14CAGLIARI 13ROMA 11LAZIO 10ATALANTA 9BOLOGNA 9LIVORNO 9CATANIA 7SIENA 5

CITTADELLA 16GROSSETO 14ASCOLI 14TRIESTINA 13GALLIPOLI 12ALBINOLEFFE 10PIACENZA 9REGGINA 9MANTOVA 8CROTONE 7SALERNITANA 5

6,5

MILANO — Alla fine un ac-cordo lo hanno trovato. Massi-mo Moratti e Roberto Mancinihanno cambiato il loro rapportoche durava dall’1 luglio 2004: daieri non sono più datore di lavo-ro, il primo, e dipendente, il se-condo. Mancini non allena piùl’Inter dal giugno 2008 e, da ieri,dal club nerazzurro non percepi-sce più nemmeno lo stipendiodi mezzo milione di euro al me-se. Il presidente e il tecnico han-no infatti rescisso ieri l’accordoche li legava, li avrebbe legati, fi-no al 30 giugno 2012.

Una stretta di mano, un po’di firme, un assegno da 6,5 mi-lioni (meno della metà di quan-ti ne avrebbe intascati Mancinicontinuando a far niente per al-tri due anni e 8 mesi) e la lun-ghissima storia dell’allenatoredei 3 scudetti consecutivi (i pri-mi dell’era Moratti) si è conclu-sa. Doveva accadere prima opoi, e se è accaduto prima la ra-gione è molto semplice, vesteuna maglia bianca ed è un clubal quale non si può dire di no: ilReal Madrid.

I merengue giocano oggi conil Getafe in campionato e marte-dì in Champions con il Milan:Manuel Pellegrini, l’ingegnerecileno al quale Florentino Perez

ha affidato Kaká, Ronaldo e Ben-zema, deve vincere queste duepartite. In caso contrario saràesonerato. E per una panchinacome quella del Real vale la pe-na correre qualche rischio sen-za contare che, prendere il po-sto di Pellegrini, il tecnico chelo eliminò dalla Champions conil Villarreal, sarebbe per Manci-ni una dolcissima vendetta.

Non è l’unico candidato allaguida del Real Mancini, non è ilprimo della lista di Perez e nonè nemmeno l’allenatore che i ti-

fosi vorrebbero. Da un sondag-gio su Marca risulta che il prefe-rito dei tifosi è Michael Lau-drup (26%) seguito da Luis Ara-gones (24%). Mancini è indica-to appena dal 3%, esattamentecome Luciano Spalletti. Ma Pe-rez ha altre idee. Fosse per lui,al posto di Pellegrini mettereb-be il suo d.g., Jorge Valdano. Mal’argentino ha fatto capire dinon essere interessato al cam-bio di incarico. Dunque Lau-drup, Aragones, Spalletti, Man-cini, ma anche Felipe Scolari,possono sperare (e gufare Pelle-grini). L’ex allenatore dell’Interha confidato ad alcuni amici dinon aver ancora firmato nullacon il Real e neppure di avereavuto contatti. Eppure giovedì,a Sky, aveva dichiarato: «È il mo-mento di fare un’esperienza al-l’estero». Eppure il suo nomecircola sui giornali, nelle radio enelle tv spagnole.

Quel che è sicuro, per il mo-mento, è che Mancini non hapiù nulla a che fare con l’Inter:la squadra con la quale, oltre ai3 scudetti, ha vinto 2 Coppe Ita-lia e 2 Supercoppe italiane. È an-cora lui il tecnico più vincentedella presidenza Moratti.

Domenico Calcagno© RIPRODUZIONE RISERVATA

26 De Sanctis6 Aronica

96 Contini77 Rinaudo14 Campagnaro5 Pazienza

23 Gargano7 Lavezzi

17 Hamsik11 Maggio27 Quagliarella

ANCONA 22FROSINONE 21TORINO 20CESENA 20LECCE 20PADOVA 19EMPOLI 18SASSUOLO 17VICENZA 16BRESCIA 16MODENA 16

Oggi, ore 18JUVENTUS-NAPOLI (Damato)

Ore 20.45MILAN-PARMA (Russo)

Domani, ore 15CAGLIARI-ATALANTA (Velotto)CHIEVO-UDINESE (Gervasoni)FIORENTINA-CATANIA (Tagliavento)LIVORNO-INTER (Morganti)ROMA-BOLOGNA (Trefoloni)SAMPDORIA-BARI (Valeri)SIENA-LAZIO (Pierpaoli)

Ore 20.45PALERMO-GENOA (Brighi)

L’allenatore intasca 6,5 milioni e dice addio a Moratti

83 Mirante24 Paci2 Panucci6 A. Lucarelli5 Zaccardo

10 Dzemaili8 Morrone

14 Galloppa7 Castellini

43 Paloschi86 Bojinov

i titoli vintida Roberto Mancini all’Inter:3 scudetti (2006, 2007 e2008), 2 Supercoppe italiane(2005 e 2006) e 2 CoppeItalia (2005 e 2006)

INTER 25JUVENTUS 21SAMPDORIA 20PARMA 17MILAN 16GENOA 16FIORENTINA 15PALERMO 15BARI 14UDINESE 14

IeriCITTADELLA-PADOVA 1-1

Oggi, ore 15.30ANCONA-CESENA (Rosetti)ALBINOLEFFE-GALLIPOLI (Giancola)CROTONE-PIACENZA (Gava)FROSINONE-SASSUOLO (Celi)GROSSETO-ASCOLI (Doveri)LECCE-EMPOLI (Calvarese)MODENA-VICENZA (Nasca)REGGINA-SALERNITANA (Giannoccaro)TRIESTINA-TORINO (Ciampi)

Lunedì, ore 20.45MANTOVA-BRESCIA (Orsato)

PolemicaBlanc parla di «terzastella», un tifosopresenta un espostoalla Procura del Coni

4-2-3-1

3-5-2

7

Serie A 11ª giornata

Tutti i gole le immaginidella giornatasu

Capita di reagire ai cori razzisti,peccato che quando è successoabbiano rotto le scatole piùa me che a quelli che urlavano

Balotelli«Il calcioper meè sfogo edivertimentoÈ bellissimofarlo davantia tanta gente»

La febbre aiutaa giocare bene(al primo giorno)

MILANO — Jean-ClaudeBlanc, dimenticando alcunifondamentali passaggi della re-cente storia del calcio italiano,cerca lo scudetto della terzastella: da 27 a 30 senza passaredal via. Per questo un avvoca-to torinese ha presentato ieriun esposto alla Procura federa-le del Coni per giudizi lesividelle istituzioni sportive. LePresident, convinto com’è chela Juve sia a quota 29 titoli,non ha tuttavia fatto un plissé:«Lo prendo come un compli-mento. E non è mancanza di ri-spetto per l’Inter».

Ciro Ferrara, più semplice-mente, cerca risposte. Daesperto di pallone sa che su-perpartite come quella controla Sampdoria da sole non signi-ficano nulla. Ecco perché, inpresenza di molta «esaltazio-

ne da parte di tutti», ieri ha vo-luto indicare l’obiettivo dellaserata: «Con il Napoli dobbia-mo immediatamente dare del-le risposte, capire se la vittoriacon la Samp è stata frutto diuna giornata in cui ci è riusci-to tutto o se possiamo darleun seguito».

Ferrara, alla prima gara daallenatore contro la squadrache fu sua nella vita preceden-te, insegue un’altra vittoriaper stare in scia all’Inter, vive-re un sereno transito verso latrasferta di Champions di mar-tedì con il Maccabi, snodochiave della stagione, e radica-re le fondamenta della nuovaJuve «atomica», secondo la vi-sionaria lettura di Gigi Buffon.

Facile o difficile? Il Napoli,di sicuro, non è l’avversarioideale per una serata comoda:

con Mazzarri ha trovato l’auto-stima, fa risultato e spesso lofa a docce già accese, dimo-strando capacità di concentra-zione e di grinta. Qualità prio-ritarie anche per Ferrara: «Ilmodulo passa in secondo pia-no rispetto alla cattiveria ago-

nistica e alla grinta».Si fa naturalmente per dire,

secondo il cliché finto mode-sto di tanti allenatori. Il modu-lo invece conta eccome, non acaso la svolta è avvenuta an-che per il cambio tattico, conun solo attaccante (Amauri),tre fini dicitori alle sue spalle(Camoranesi, Diego e Giovin-co) e un doppio schermo da-vanti alla difesa (Felipe Melo eS i s s o k o ) . I n n u m e r i f a4-2-3-1, impianto che dovreb-be essere riproposto anche og-gi nonostante un grosso pro-blema: Sissoko, fermatosi con-tro la Samp, ha riportato unadistrazione di primo grado del-l’adduttore della coscia sini-stra con prognosi di 25 giorni.Ferrara abbozza («Siamo abi-tuati a ovviare alle assenze») epensa di inserire Poulsen, con-

fermando Giovinco a sinistrae sperando che il caldissimoAmauri (4 gol in 3 partite), re-duce da influenza, sia disponi-bile (è comunque pronto Tre-zeguet).

Le squadre sono in forma,ci sono le condizioni per giocoe spettacolo. L’ultima vittoriadel Napoli a Torino risale al pa-leolitico: 20 novembre 1988,5-3 con tripletta di Careca. Poi11 vittorie bianconere e 5 pari.Le statistiche in campo conta-no poco, ma forse è anche perquesta pessima tradizione cheil manifesto di Mazzarri èestremo: «Ci vorrà una presta-zione super». Ferrara si accon-terebbe di altri 3 punti: tanti,benedetti e subito. L’Inter nonaspetta.

Alessandro Pasini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bianconeri La Juve ospita il Napoli. Il tecnico: «Noto molta esaltazione. Dobbiamo dare un seguito a quella vittoria»

Ferrara cerca risposte: «Vediamo se la Samp è stato un caso»

Rischia il tecnico del RealMancini rescinde il contratto

1 Buffon21 Grygera5 F. Cannavaro3 Chiellini6 Grosso

18 Poulsen4 Felipe Melo

16 Camoranesi28 Diego20 Giovinco11 Amauri

1 Dida44 Oddo33 Thiago Silva4 Kaladze

77 Antonini8 Gattuso21 Pirlo7 Pato

10 Seedorf80 Ronaldinho22 Borriello

milioni di eurola buonuscita che l’exallenatore dell’Inter avrebbepercepito per la chiusuradel contratto che lo legavaai nerazzurri dal 2004

Classifica

Classifica

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«Ronaldo, quello brasiliano, non quelloex Manchester United, purtroppo non l’homai conosciuto, ma da piccolo, lo seguivomoltissimo in tv. Già lo studiavo quandoera venuto all’Inter e io avevo sette anni. Epoi c’è Ibrahimovic, ma non è vero che hoimparato da lui a tenere lontano il difenso-re, però posso farlo soltanto quando vengoschierato come attaccante centrale e nonda esterno».

Sono passati quarant’anni dallo sbarcodell’uomo sulla Luna e venti dalla cadutadel muro di Berlino, eppure in tanti van-no ancora allo stadio e invece di guardareuna partita, si divertono con i buuh. Checosa ne pensa?

«Che non è un problema mio, ma loro,anche se non è una bella sensazione. Cosìcerte reazioni ci possono anche stare, comemi è capitato durante la partita con la Ro-ma di sei mesi fa. Peccato che quasi tuttiabbiano rotto le scatole più a me che a quel-li che urlavano».

All’Inter come si sta?«Sono molto contento dei miei compa-

gni di squadra; però mi piacerebbe riusciread essere più sereno. Ho perso la spensiera-tezza di quando giocavo con la Primavera».

Moratti la definiva un «giocatore fanta-stico», quando era ancora lontano dallaprima squadra. Che persona è?

«Sono contento di avere un presidentecosì. Non credo che tutte le squadre ne ab-biano uno come lui. So che mi segue conmolta attenzione; mi ha chiamato anchegiovedì sera, per sapere come stavo».

Com’è il calcio visto da dentro?«È un mondo pieno di opportunisti. Ti

considerano fino a quando servi. I miei fra-telli mi hanno spiegato che è così dapper-tutto. Sarà...»

Si è molto parlato in questi giorni (emesi) delle auto di Balotelli...

«Se è per questo mi piacciono anche igo-kart. L’auto è una sola, è una Mercedese l’ho presa perché ho la passione della ve-locità».

Reazioni in famiglia?«Mia mamma ci è rimasta malissimo e

mi ha detto: ma sei pazzo? I miei fratelli vo-levano che ne prendessi una meno poten-te. Però io volevo quella e quando mi met-to in testa una cosa è quella. Adesso miamamma è preoccupata».

Un calciatore di 19 anni è molto corteg-giato dalle ragazze?

«La mia ragazza si chiama Carla».Fabio Monti© RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO — Giocare al primo giorno di febbrepuò essere un vantaggio a condizione che siresti entro i 38˚. La ragione è semplice:l’influenza accelera il metabolismo e quindi ilsangue circola velocemente, aumentando lareattività dell’atleta. Oltre una certa soglia,l’indebolimento organico rovescia

completamente la situazione. È per questoche non si può giocare con 39˚ (o 40˚); propriol’indebolimento organico, che si accentua sela febbre non passa, è l’elemento che simanifesta dal secondo giorno e che costringel’atleta a fermarsi. Di giocatori che sono scesiin campo e hanno fatto bene con la febbre ce

ne sono stati tantissimi, ultimi, nell’ordine,Amauri (mercoledì) e Balotelli (giovedì).Trapattoni (foto), nel ’60, all’esordio in serie Ain Spal-Milan giocò, nascondendo la febbre:«Temevo che quella per me fosse la prima el’ultima apparizione in campo». Invece erastato il migliore e non ha ancora smesso.

Separazione L’accordo scadeva nel 2012, ora aspetta la chiamata di Perez

4-2-3-1

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Serie B 11ª giornata

Ricordi Massimo Moratti e Roberto Mancini alla festa del terzo scudetto del tecnico (Liverani)

Sfida dell’ex Ciro Ferrara vuole una vittoria contro il Napoli (Image)

55SportCorriere della Sera Sabato 31 Ottobre 2009