53°FESTIVALPIANISTICO · 2020. 4. 8. · Una felice scoperta, al San Barnaba(salaadattaaiconcerti...

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L e ultime tre Sinfonie di Beethoven - Settima, Ottava e Nona - con la direzione rispettivamente di Umberto Benedetti Michelangeli nel concerto inaugurale e di Daniele Gatti nella serata straordinaria del 30 maggio hanno segnato i punti culminanti del 53° Festival di Brescia e Bergamo. Lo stesso Beethoven, che quest’anno compariva solo come «ospite d’onore» in un cartellone espressamente dedicato a Haydn, Mozart e Clementi, sarà l’indiscusso protagonista dell’anno venturo. «È vero - conferma il direttore artistico Pier Carlo Orizio - ci occuperemo di Beethoven, ma cercheremo di farlo in forma innovativa e con un taglio inconsueto». In che modo? Per esempio, sviluppando la dimensione teatrale di alcune proposte musicali. Quest’anno, nell’esecuzione delle musiche sinfoniche da «Romeo e Giulietta» di Prokofiev, abbiamo collaborato con l’attore Luca Micheletti rendendo anche omaggio all’anniversario di Shakespeare. Ho potuto verificare di persona che la presenza di una voce recitante sul palco, anche se non prevista dal compositore, ha dato grande energia all’orchestra. Dunque si è trattato di un’esperienza positiva, al punto che auspico una futura collaborazione tra il Festival e il Centro Teatrale Bresciano, magari già a partire dalla prossima edizione dedicata a Beethoven. Tra i principali obiettivi di quest’anno c’era una concreta rivalutazione della musica di Muzio Clementi: si dichiara soddisfatto sotto questo aspetto? Senza dubbio. Ho sentito tra il pubblico commenti molto favorevoli, perché pochi si aspettavano che Clementi avesse scritto Sonate per pianoforte così belle. Non solo: posso dire che i pianisti da noi invitati a interpretare questo autore lo proporranno volentieri nei loro concerti anche in futuro e questa è la miglior conferma del fatto che nell’odierno repertorio concertistico c’è assolutamente spazio per il maestro italiano accanto a Haydn e Mozart. Sottolineo in particolare la bella prova di Mauro Bertoli, che aveva già in repertorio alcune Sonate: le ha eseguite benissimo, con grande convinzione. Molto bravo anche Alexander Melnikov per aver evidenziato il lato espressivo dell’antico fortepiano. Dei concerti a tema libero che cosa ha apprezzato maggiormente? Mi ha impressionato lo Chopin del bulgaro Evgeni Bozhanov, magnifico soprattutto nel carattere ritmico delle Mazurche e nel «Rondo à la Mazur». Quanto al repertorio contemporaneo, ricordo lo splendido Quartetto di Penderecki nella squisita esecuzione di Milani, Ranieri, Toso, Brlek. BILANCIO E FUTURO Missione compiuta la rivalutazione di Muzio Clementi. E il direttore artistico Pier Carlo Orizio è già al lavoro per il 2017 «ORA UN "NUOVO" BEETHOVEN» Marco Bizzarini GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 12 giugno 2016 supplemento al n° 160 - Dir. resp. NUNZIA VALLINI «Svilupperemo ad esempio la dimensione teatrale di alcune delle prossime proposte musicali» Particolarmente ispirato. Grigory Sokolov, tra gli interpreti più affezionati del Festival Pianistico, che ha dato lustro anche alla 53ª edizione // PH. REPORTER UMBERTO FAVRETTO 53° FESTIVAL PIANISTICO Tre volti del Classicismo: Mozart, Haydn, Clementi Aew/ZXObsI1uT2gs7oEJ7qLGUmWo85DIy+zfLRTGQms=

Transcript of 53°FESTIVALPIANISTICO · 2020. 4. 8. · Una felice scoperta, al San Barnaba(salaadattaaiconcerti...

  • Le ultime tre Sinfonie diBeethoven - Settima, Ottava eNona - con la direzionerispettivamente di Umberto

    Benedetti Michelangeli nel concertoinaugurale e di Daniele Gatti nella seratastraordinaria del 30 maggio hannosegnato i punti culminanti del 53° Festivaldi Brescia e Bergamo. Lo stessoBeethoven, che quest’anno comparivasolo come «ospite d’onore» in uncartellone espressamente dedicato aHaydn, Mozart e Clementi, saràl’indiscusso protagonista dell’annoventuro.

    «È vero - conferma il direttore artisticoPier Carlo Orizio - ci occuperemo diBeethoven, ma cercheremo di farlo informa innovativa e con un taglio

    inconsueto».In che modo?Per esempio, sviluppando la

    dimensione teatrale di alcune propostemusicali. Quest’anno, nell’esecuzionedelle musiche sinfoniche da «Romeo eGiulietta» di Prokofiev, abbiamocollaborato con l’attore Luca Michelettirendendo anche omaggio all’anniversariodi Shakespeare. Ho potuto verificare dipersona che la presenza di una vocerecitante sul palco, anche se non previstadal compositore, ha dato grande energiaall’orchestra. Dunque si è trattato diun’esperienza positiva, al punto cheauspico una futura collaborazione tra ilFestival e il Centro Teatrale Bresciano,magari già a partire dalla prossimaedizione dedicata a Beethoven.

    Tra i principali obiettivi di quest’annoc’era una concreta rivalutazione dellamusica di Muzio Clementi: si dichiarasoddisfatto sotto questo aspetto?

    Senza dubbio. Ho sentito tra il pubblicocommenti molto favorevoli,perché pochi si aspettavanoche Clementi avesse scrittoSonate per pianoforte cosìbelle. Non solo: posso direche i pianisti da noi invitati ainterpretare questo autore loproporranno volentieri neiloro concerti anche in futuroe questa è la migliorconferma del fatto che nell’odiernorepertorio concertistico c’è assolutamentespazio per il maestro italiano accanto aHaydn e Mozart. Sottolineo in particolare

    la bella prova di Mauro Bertoli, che avevagià in repertorio alcune Sonate: le haeseguite benissimo, con grandeconvinzione. Molto bravo ancheAlexander Melnikov per aver evidenziato

    il lato espressivo dell’anticofortepiano.

    Dei concerti a tema liberoche cosa ha apprezzatomaggiormente?

    Mi ha impressionato loChopin del bulgaro EvgeniBozhanov, magnificosoprattutto nel carattere ritmicodelle Mazurche e nel «Rondo à

    la Mazur». Quanto al repertoriocontemporaneo, ricordo lo splendidoQuartetto di Penderecki nella squisitaesecuzione di Milani, Ranieri, Toso, Brlek.

    BILANCIO E FUTURO

    Missione compiuta la rivalutazione di Muzio Clementi. E il direttore artistico Pier Carlo Orizio è già al lavoro per il 2017

    «ORA UN "NUOVO" BEETHOVEN»MarcoBizzarini

    GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 12 giugno 2016 supplemento al n° 160 - Dir. resp. NUNZIA VALLINI

    «Svilupperemoad esempiola dimensioneteatrale di alcunedelle prossimepropostemusicali»

    Particolarmente ispirato.Grigory Sokolov, tra gli interpreti più affezionati del Festival Pianistico, che ha dato lustro anche alla 53ª edizione // PH. REPORTER UMBERTO FAVRETTO

    53° FESTIVAL PIANISTICOTre volti del Classicismo: Mozart, Haydn, Clementi

    Aew/ZXObsI1uT2gs7oEJ7qLGUmWo85DIy+zfLRTGQms=

  • BRESCIA. Non c’è dubbio. Nel53° Festival alcuni protagonistieranobresciani: hannobrillatoecontinuano a mietere successi.

    Scorriamo ancora il cartello-ne.All’inaugurazionedel27apri-letroviamolaFilarmonicadelFe-stival(nelcuiorganicocisonoal-

    cuni giovani di casa nostra) gui-data da Umberto Benedetti Mi-chelangeli, solista il pianista Fe-derico Colli. Del famoso diretto-re concittadino, pubblico e criti-ca, anche internazionali, sottoli-neano unanimemente la straor-dinariapersonalitàartistica.Vuo-le «far musica»: e ci riesce sem-pre, con esiti incomparabili.

    Colli, al Grande solista nel K.488 di Mozart, s’impone ovun-queperbellezzadelsuono,fanta-sia,ricercatezzaeperunreperto-rio che continua ad allargare.

    AnchediMauroBertoliriferia-mo nell’articolo di apertura, peril Premio «Arturo Benedetti Mi-chelangeli» assegnatogli comegiovanepromettente.Riconosci-mento da applausi, perché Ber-toli è un pianista bravissimo, unmusicistaedunvirtuoso.Perpo-ter dedicarsi solamente alla mu-sica ha dovuto lasciare Brescia el’Italia qualche anno fa e si è tra-sferito in Canada, dove insegnaancheall’Universitàetienemol-tissimi concerti, oltre a tournéenel mondo.

    Coinvolto Luca Micheletti. PierCarlo Orizio, direttore artistico efondatore della Filarmonica delFestival, l’ha guidata quest’annoin due occasioni: il 2 maggio alGrande, e ha avuto la felice ideadi coinvolgere Luca Micheletti -duttile ed espressivo attore bre-sciano in ascesa, che, tra l’altro,conoscelamusica-nellaselezio-ne drammatizzata di «Romeo eGiulietta» di Prokofiev. Nel se-condo concerto, quello del 28maggio in San Francesco, ha ac-compagnato con la Filarmoni-ca, tra l’altro, il violista Luca Ra-nierinella Rapsodia del «nostro»Giancarlo Facchinetti. Difficile,questa drammatica Rapsodia;superlativa l’interpretazione diRanieri (altro bresciano che ec-cellenelpanoramainternaziona-le), coinvolto ed appassionatoOrizio.

    Citiamo infine l’arpista Tatia-na Alquati, piacentina ma cre-sciuta musicalmente a Brescia.Si è comportata come un’incan-tevole, elegante leonessa nelConcertoperflautoearpadiMo-zart, che ha eseguito due giornidopo a San Pietroburgo dove,nel 2014, ha vinto il prestigiosoconcorso «Golden Harp». // F. C.

    BRESCIA. Sonomoltiiconcertiegli interpreti che si fanno ricor-dare e hanno segnato l’altissi-moprofiloartisticodel53°Festi-val.Intantolaseratainaugurale,che - con un programma dedi-catoaHaydn, Mozarte Beetho-ven - inquadrava il tema princi-pale della rassegna, ma non so-lo. Il concerto era significativo:schieravalaFilarmonicadel Fe-stival,giovaneechecontinua a crescereper qualità. La diri-geva un musicistaeccezionaleefamo-so qual è UmbertoBenedetti Miche-langeli; al pianofor-te sedeva FedericoColli,giovanetalen-tochesistafacendovalereintut-toilmondo.Eilprogramma-al-tro elemento significativo - siapriva con la bellissima, diffici-le, quanto stranamente poconota Sinfonia n. 95 di Haydn,che dava subito la dimensionedella grandezza del suo autore.

    Una delle novità assolute èstata la decisione di conferire ilPremio «Arturo Benedetti Mi-

    chelangeli» non solamente adinterpreticonsacratidall’altissi-ma fama, ma anche ai giovanipiù che promettenti. Ed è statoassegnato ad un pianista, e ita-liano, e bresciano, che è ormainotissimo:MauroBertoli.Lace-rimonia,avvenuta aSan Barna-ba, è stata una festa. Bertoli,emozionatissimo per il premio,ha tenuto un récital eccellente,da Clementi a Gershwin. Bellis-simo.

    C’è stato poi, al Grande, il de-buttodellaviolinistaPatriciaKo-patchinskaja, straordinaria nelConcerton.2 di Prokofievdi cuiharivelatotantiineditilatimusi-cali.Questoveroanimaledapal-

    coscenicohatrasci-natolaChamberOr-chestra of Europe eproiettato il pubbli-coinunmondoeso-tico, fatto di squarcidi musica ch’eranounascoperta,unca-leidoscopio di im-magini.

    Unacelebritàparticolarmen-te cara al nostro pubblico,AlexanderLonquich,nelladop-pia veste di pianista e direttoreha ancora una volta incantatocon Mozart, che, con Schubert,è il compositore ideale per lasua musicalità da fuoriclasse.

    Una felice scoperta, al SanBarnaba (sala adatta ai concertida camera), la giovane violon-

    cellista ucraina Olena Guliei,che, con il pianista VolodymyrLavrynenko,hastupitoperlapa-dronanza tecnica e il virtuosi-smo nell’Arpeggione di Schu-bert,ma,soprattutto,perl’inter-pretazione appassionata, vi-brante della Sonata di Franck,offerta con una visione partico-larmente drammatica, lisztianae wagneriana.

    L’Orchestra Lorenzo da Pon-te diretta da Roberto Zarpellonha conquistato per la grandeenergia,perilprogrammaclassi-co (nel quale compariva ancheil gioioso, prezioso Cimarosadell’ouverture da «Il Matrimo-niosegreto»)eperledinamiche«esplosive» dell’Ottava Sinfoniadi Beethoven.

    Un Luca Ranieri da ammirare.Da citare, poi, la serata con ilTrio d’archi dell’Orchestra Sin-fonica Nazionale della Rai, dicuifaparteilviolistaLucaRanie-ri(chesièfattoancheammirarecomesolistanelconcertodel28maggio a San Francesco nellaRapsodia di Giancarlo Facchi-netti). Il Trio, dopo Haydn, s’èdato,conl’aggiuntadelclarinet-tista Darko Brlek, al QuartettoperclarinettoearchidiPendere-cki, non solo uno dei lavori piùmoderni nel cartellone del 53°Festival, ma, nella sua concen-trazione, opera di pregio, che èstatainterpretataconraffinatez-za ed intensità.

    EchedirediunGrigorySoko-lovispirato,checièparsomoltospontaneo, privo di manieri-smi, in due capolavori come laFantasiadiSchumannelaSona-ta «Funebre» di Chopin? Era ungrido d’amore il primo tempodi Schumann, alato, intensissi-mo il Finale. Ed era intriso diquel respiro epico che supera la

    sofferenza (e che pochissimisanno cogliere) il primo tempodi Chopin.

    L’eccezionale Mahler Cham-ber Orchestra - sotto la guida diDaniele Gatti, un’altra star - haoffertoun’OttavaSinfoniadiBe-ethoven che brillava per equili-brio, veemenza e sottile umori-smo.

    Infine,di MikhailPletnev (ve-nuto finalmente anche al Gran-de in sostituzione di MitsukoUchida) ricorderemo il piani-smo da fuoriclasse, che fa di-menticare personalismi ed ec-centricità. //

    Sulpodio.Umberto Benedetti Michelangeli // REPORTER FAVRETTO

    L’ALBUM 2016

    TALENTIEMOSTRISACRI

    Al fondatore delFestival pianistico èstato dedicato

    «Agostino Orizio - Una vita trapianoforte e orchestra», libro diMarco Bizzarini, edito da F.Apollonio & C., conpresentazione del vescovo diBergamo, il brescianomons.Francesco Beschi, e prefazionedi Piero Rattalino.Il maestro, scomparso il 9

    settembre 2014 a 92 anni,fondò la rassegna nel 1964 e fuuna figura di elevatissimovalore per vita culturale dellanostra città, di cui seppe farsiambasciatore nel mondo.Il progetto del volume è statopromosso dalla vedova, signoraLuciana Babini. Il libro puòessere reperito rivolgendosi allasegreteria del Festivalpianistico (tel. 030.293022).

    Oltre 24mila spettatori.Gli spettatori della 53ª edizione

    del Festival sono stati, tra

    Brescia e Bergamo, oltre 24mila.

    Le articolazioni.Il dato comprende, oltre agli

    appuntamenti del cartellone

    principale, i concerti per le

    scuole, il Progetto Clementi in

    collaborazione con i

    Conservatori e la rassegna

    «Festival e dintorni» svoltasi in

    provincia di Bergamo.

    Haydn, Mozart, Beethoven sonostati logicamente i previlegiati nelFestival. Ma è stato importanteavvicinare loro Muzio Clementi,

    pur se sono state eseguite solo alcune operedel suo corpus di Sonate pianistiche, scelte trale più belle. Ed ascoltandole ci si ponevano isoliti quesiti: qual è la portata di Clementi neiconfronti delle Sonate di Beethoven? A qualedei due si devono certe intuizioni, certi temi,sviluppi? E quanto incise la conoscenza delleopere del Romano su Mozart, che arrivò ariprendere l’incipit della Sonata in Si bemollemaggiore op. 24 n. 2 per l’ouverture de «Ilflauto magico»?

    Vexatae quaestiones per i musicologi,ragioni di discussione tra gli appassionati... Inogni caso Clementi è stato conosciuto di piùgrazie a questo Festival, al di là dei consueti e«odiati» Studi del «Gradus ad Parnassum» (dicui alcuni sono bellissimi). E se ne sonoammirati i temi, certi Adagio ricchi di pathos,l’irrinunciabile polifonia, la derivazionetastieristica da Domenico Scarlatti. Inoltre il«Progetto Clementi», destinato ai giovanipianisti dei Conservatori di Brescia e diBergamo, si è rivelato un’idea vincente, unapprofondimento che ci voleva per gliesecutori, un avvicinamento che hainteressato e sorpreso gli appassionati.

    Haydn, olimpico, un po’ sornione, sempreperfetto, era presente in vari concerti, ma èstato esaltato con l’esecuzione di alcunebellissime ed innovative Sonate (da Bertoli,da Melnikov al fortepiano, da Glüxam alclavicembalo, da Masleev), dal nobile Trio perarchi, dalla Sinfonia n. 95 che ha aperto ilFestival.

    La parte del leone l’ha fattaMozart. È noto che il Festival delprossimo anno sarà incentrato suBeethoven (il quale è statocomunque l’altro protagonista),che quindi andava un poco«risparmiato». Perciò su Mozart sisono concentrati i programmi nonsolo di Benedetti Michelangeli o diLonquich, ma anche dellaChamber Orchestra of Europe, diMelnikov, della Filarmonica diretta da Orizio.Mozart è Unico, diceva Rossini.

    L’approccio diretto ai classici faceva

    riflettere ancora una volta sulle sueconseguenze immediate (e future), su comeprepari e in certi casi anticipi il romanticismo.Nello stile del classicismo c’è già tutto:

    equilibrio della struttura, armonia,forma, sentimento, idea dellanatura, aspirazione all’ideale anchespirituale, il ricorso alcontrappunto...

    La varietà dei programmi del 53°Festival faceva sì che i «tre volti delclassicismo» non restassero comein cornice, anzi. Se ne percepivanola lezione lungimirante, i bagliori

    proiettati verso un clima diverso. Il grandemediatore è Beethoven, libero, che puòanche comporre per sé solo. Arrivederci al2017.

    I giovani,compresi i bresciani

    ormai lanciati a livellointernazionale, hanno retto

    il confronto con i nomipiù acclamati

    IL TEMA

    53° FESTIVAL PIANISTICO

    Una felicescoperta lavioloncellistaucraina OlenaGuliei, raffinatoil Trio d’archidell’Orchestra Rai

    Muzio è statoconosciuto di piùe il «ProgettoClementi» con iConservatori si èrivelato un’ideavincente

    Fotografie di:Umberto Favretto/

    Roberto Mora (l’immagine al centro)

    La rivelazione Kopatchinskaja trale sicurezze Sokolov e Daniele Gatti

    Con laChamberOrchestraofEurope.Patricia Kopatchinskaja // PH. REPORTER UMBERTO FAVRETTO

    Da ricordare

    Fulvia Conter

    Pletnev, pianismo dafuoriclasse. Lonquich haincantato con Mozart,esplosiva la «Da Ponte»

    «Tra pianoforte e orchestra», libroper il fondatore AgostinoOrizio

    Michelangelila punta diquotati bresciani

    Famosi nel mondo

    La Filarmonica eOrizio, Colli, Bertoli,Ranieri, Alquati alpasso con le celebrità

    Haydn, Mozart, Clementi e non solo. Ora Ludwig il Grande Mediatore

    LA LEZIONE LUNGIMIRANTEDEL CLASSICISMO

    Anchedirettore.Alexander Lonquich // FAVRETTO

    Fulvia Conter

    Meritati applausi. Federico Colliguarda sorridente verso il maestro

    Umberto Benedetti Michelangeli

    PerBeethoven. La MahlerChamber Orchestra, diretta

    nell’occasione da Daniele Gatti

    UnPremioCiaikowsky. Il giovanerusso Dmitry Masleev, che ha

    debuttato nel Massimo cittadino

    Massimaconcentrazione.MikhailPletnev, che ha chiuso al Grande

    l’edizione 2016

    Verso il futuro.Mauro Bertoli,Premio Arturo Benedetti Michelangeli

    per i nuovi talenti

    I NUMERI

    53° FESTIVAL PIANISTICO

    II Domenica 12 giugno 2016 · GIORNALE DI BRESCIA GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 12 giugno 2016 III

    Aew/ZXObsI1uT2gs7oEJ7n79qXZewgsNmn0o3ngZW2o=

  • BRESCIA. Non c’è dubbio. Nel53° Festival alcuni protagonistieranobresciani: hannobrillatoecontinuano a mietere successi.

    Scorriamo ancora il cartello-ne.All’inaugurazionedel27apri-letroviamolaFilarmonicadelFe-stival(nelcuiorganicocisonoal-

    cuni giovani di casa nostra) gui-data da Umberto Benedetti Mi-chelangeli, solista il pianista Fe-derico Colli. Del famoso diretto-re concittadino, pubblico e criti-ca, anche internazionali, sottoli-neano unanimemente la straor-dinariapersonalitàartistica.Vuo-le «far musica»: e ci riesce sem-pre, con esiti incomparabili.

    Colli, al Grande solista nel K.488 di Mozart, s’impone ovun-queperbellezzadelsuono,fanta-sia,ricercatezzaeperunreperto-rio che continua ad allargare.

    AnchediMauroBertoliriferia-mo nell’articolo di apertura, peril Premio «Arturo Benedetti Mi-chelangeli» assegnatogli comegiovanepromettente.Riconosci-mento da applausi, perché Ber-toli è un pianista bravissimo, unmusicistaedunvirtuoso.Perpo-ter dedicarsi solamente alla mu-sica ha dovuto lasciare Brescia el’Italia qualche anno fa e si è tra-sferito in Canada, dove insegnaancheall’Universitàetienemol-tissimi concerti, oltre a tournéenel mondo.

    Coinvolto Luca Micheletti. PierCarlo Orizio, direttore artistico efondatore della Filarmonica delFestival, l’ha guidata quest’annoin due occasioni: il 2 maggio alGrande, e ha avuto la felice ideadi coinvolgere Luca Micheletti -duttile ed espressivo attore bre-sciano in ascesa, che, tra l’altro,conoscelamusica-nellaselezio-ne drammatizzata di «Romeo eGiulietta» di Prokofiev. Nel se-condo concerto, quello del 28maggio in San Francesco, ha ac-compagnato con la Filarmoni-ca, tra l’altro, il violista Luca Ra-nierinella Rapsodia del «nostro»Giancarlo Facchinetti. Difficile,questa drammatica Rapsodia;superlativa l’interpretazione diRanieri (altro bresciano che ec-cellenelpanoramainternaziona-le), coinvolto ed appassionatoOrizio.

    Citiamo infine l’arpista Tatia-na Alquati, piacentina ma cre-sciuta musicalmente a Brescia.Si è comportata come un’incan-tevole, elegante leonessa nelConcertoperflautoearpadiMo-zart, che ha eseguito due giornidopo a San Pietroburgo dove,nel 2014, ha vinto il prestigiosoconcorso «Golden Harp». // F. C.

    BRESCIA. Sonomoltiiconcertiegli interpreti che si fanno ricor-dare e hanno segnato l’altissi-moprofiloartisticodel53°Festi-val.Intantolaseratainaugurale,che - con un programma dedi-catoaHaydn, Mozarte Beetho-ven - inquadrava il tema princi-pale della rassegna, ma non so-lo. Il concerto era significativo:schieravalaFilarmonicadel Fe-stival,giovaneechecontinua a crescereper qualità. La diri-geva un musicistaeccezionaleefamo-so qual è UmbertoBenedetti Miche-langeli; al pianofor-te sedeva FedericoColli,giovanetalen-tochesistafacendovalereintut-toilmondo.Eilprogramma-al-tro elemento significativo - siapriva con la bellissima, diffici-le, quanto stranamente poconota Sinfonia n. 95 di Haydn,che dava subito la dimensionedella grandezza del suo autore.

    Una delle novità assolute èstata la decisione di conferire ilPremio «Arturo Benedetti Mi-

    chelangeli» non solamente adinterpreticonsacratidall’altissi-ma fama, ma anche ai giovanipiù che promettenti. Ed è statoassegnato ad un pianista, e ita-liano, e bresciano, che è ormainotissimo:MauroBertoli.Lace-rimonia,avvenuta aSan Barna-ba, è stata una festa. Bertoli,emozionatissimo per il premio,ha tenuto un récital eccellente,da Clementi a Gershwin. Bellis-simo.

    C’è stato poi, al Grande, il de-buttodellaviolinistaPatriciaKo-patchinskaja, straordinaria nelConcerton.2 di Prokofievdi cuiharivelatotantiineditilatimusi-cali.Questoveroanimaledapal-

    coscenicohatrasci-natolaChamberOr-chestra of Europe eproiettato il pubbli-coinunmondoeso-tico, fatto di squarcidi musica ch’eranounascoperta,unca-leidoscopio di im-magini.

    Unacelebritàparticolarmen-te cara al nostro pubblico,AlexanderLonquich,nelladop-pia veste di pianista e direttoreha ancora una volta incantatocon Mozart, che, con Schubert,è il compositore ideale per lasua musicalità da fuoriclasse.

    Una felice scoperta, al SanBarnaba (sala adatta ai concertida camera), la giovane violon-

    cellista ucraina Olena Guliei,che, con il pianista VolodymyrLavrynenko,hastupitoperlapa-dronanza tecnica e il virtuosi-smo nell’Arpeggione di Schu-bert,ma,soprattutto,perl’inter-pretazione appassionata, vi-brante della Sonata di Franck,offerta con una visione partico-larmente drammatica, lisztianae wagneriana.

    L’Orchestra Lorenzo da Pon-te diretta da Roberto Zarpellonha conquistato per la grandeenergia,perilprogrammaclassi-co (nel quale compariva ancheil gioioso, prezioso Cimarosadell’ouverture da «Il Matrimo-niosegreto»)eperledinamiche«esplosive» dell’Ottava Sinfoniadi Beethoven.

    Un Luca Ranieri da ammirare.Da citare, poi, la serata con ilTrio d’archi dell’Orchestra Sin-fonica Nazionale della Rai, dicuifaparteilviolistaLucaRanie-ri(chesièfattoancheammirarecomesolistanelconcertodel28maggio a San Francesco nellaRapsodia di Giancarlo Facchi-netti). Il Trio, dopo Haydn, s’èdato,conl’aggiuntadelclarinet-tista Darko Brlek, al QuartettoperclarinettoearchidiPendere-cki, non solo uno dei lavori piùmoderni nel cartellone del 53°Festival, ma, nella sua concen-trazione, opera di pregio, che èstatainterpretataconraffinatez-za ed intensità.

    EchedirediunGrigorySoko-lovispirato,checièparsomoltospontaneo, privo di manieri-smi, in due capolavori come laFantasiadiSchumannelaSona-ta «Funebre» di Chopin? Era ungrido d’amore il primo tempodi Schumann, alato, intensissi-mo il Finale. Ed era intriso diquel respiro epico che supera la

    sofferenza (e che pochissimisanno cogliere) il primo tempodi Chopin.

    L’eccezionale Mahler Cham-ber Orchestra - sotto la guida diDaniele Gatti, un’altra star - haoffertoun’OttavaSinfoniadiBe-ethoven che brillava per equili-brio, veemenza e sottile umori-smo.

    Infine,di MikhailPletnev (ve-nuto finalmente anche al Gran-de in sostituzione di MitsukoUchida) ricorderemo il piani-smo da fuoriclasse, che fa di-menticare personalismi ed ec-centricità. //

    Sulpodio.Umberto Benedetti Michelangeli // REPORTER FAVRETTO

    L’ALBUM 2016

    TALENTIEMOSTRISACRI

    Al fondatore delFestival pianistico èstato dedicato

    «Agostino Orizio - Una vita trapianoforte e orchestra», libro diMarco Bizzarini, edito da F.Apollonio & C., conpresentazione del vescovo diBergamo, il brescianomons.Francesco Beschi, e prefazionedi Piero Rattalino.Il maestro, scomparso il 9

    settembre 2014 a 92 anni,fondò la rassegna nel 1964 e fuuna figura di elevatissimovalore per vita culturale dellanostra città, di cui seppe farsiambasciatore nel mondo.Il progetto del volume è statopromosso dalla vedova, signoraLuciana Babini. Il libro puòessere reperito rivolgendosi allasegreteria del Festivalpianistico (tel. 030.293022).

    Oltre 24mila spettatori.Gli spettatori della 53ª edizione

    del Festival sono stati, tra

    Brescia e Bergamo, oltre 24mila.

    Le articolazioni.Il dato comprende, oltre agli

    appuntamenti del cartellone

    principale, i concerti per le

    scuole, il Progetto Clementi in

    collaborazione con i

    Conservatori e la rassegna

    «Festival e dintorni» svoltasi in

    provincia di Bergamo.

    Haydn, Mozart, Beethoven sonostati logicamente i previlegiati nelFestival. Ma è stato importanteavvicinare loro Muzio Clementi,

    pur se sono state eseguite solo alcune operedel suo corpus di Sonate pianistiche, scelte trale più belle. Ed ascoltandole ci si ponevano isoliti quesiti: qual è la portata di Clementi neiconfronti delle Sonate di Beethoven? A qualedei due si devono certe intuizioni, certi temi,sviluppi? E quanto incise la conoscenza delleopere del Romano su Mozart, che arrivò ariprendere l’incipit della Sonata in Si bemollemaggiore op. 24 n. 2 per l’ouverture de «Ilflauto magico»?

    Vexatae quaestiones per i musicologi,ragioni di discussione tra gli appassionati... Inogni caso Clementi è stato conosciuto di piùgrazie a questo Festival, al di là dei consueti e«odiati» Studi del «Gradus ad Parnassum» (dicui alcuni sono bellissimi). E se ne sonoammirati i temi, certi Adagio ricchi di pathos,l’irrinunciabile polifonia, la derivazionetastieristica da Domenico Scarlatti. Inoltre il«Progetto Clementi», destinato ai giovanipianisti dei Conservatori di Brescia e diBergamo, si è rivelato un’idea vincente, unapprofondimento che ci voleva per gliesecutori, un avvicinamento che hainteressato e sorpreso gli appassionati.

    Haydn, olimpico, un po’ sornione, sempreperfetto, era presente in vari concerti, ma èstato esaltato con l’esecuzione di alcunebellissime ed innovative Sonate (da Bertoli,da Melnikov al fortepiano, da Glüxam alclavicembalo, da Masleev), dal nobile Trio perarchi, dalla Sinfonia n. 95 che ha aperto ilFestival.

    La parte del leone l’ha fattaMozart. È noto che il Festival delprossimo anno sarà incentrato suBeethoven (il quale è statocomunque l’altro protagonista),che quindi andava un poco«risparmiato». Perciò su Mozart sisono concentrati i programmi nonsolo di Benedetti Michelangeli o diLonquich, ma anche dellaChamber Orchestra of Europe, diMelnikov, della Filarmonica diretta da Orizio.Mozart è Unico, diceva Rossini.

    L’approccio diretto ai classici faceva

    riflettere ancora una volta sulle sueconseguenze immediate (e future), su comeprepari e in certi casi anticipi il romanticismo.Nello stile del classicismo c’è già tutto:

    equilibrio della struttura, armonia,forma, sentimento, idea dellanatura, aspirazione all’ideale anchespirituale, il ricorso alcontrappunto...

    La varietà dei programmi del 53°Festival faceva sì che i «tre volti delclassicismo» non restassero comein cornice, anzi. Se ne percepivanola lezione lungimirante, i bagliori

    proiettati verso un clima diverso. Il grandemediatore è Beethoven, libero, che puòanche comporre per sé solo. Arrivederci al2017.

    I giovani,compresi i bresciani

    ormai lanciati a livellointernazionale, hanno retto

    il confronto con i nomipiù acclamati

    IL TEMA

    53° FESTIVAL PIANISTICO

    Una felicescoperta lavioloncellistaucraina OlenaGuliei, raffinatoil Trio d’archidell’Orchestra Rai

    Muzio è statoconosciuto di piùe il «ProgettoClementi» con iConservatori si èrivelato un’ideavincente

    Fotografie di:Umberto Favretto/

    Roberto Mora (l’immagine al centro)

    La rivelazione Kopatchinskaja trale sicurezze Sokolov e Daniele Gatti

    Con laChamberOrchestraofEurope.Patricia Kopatchinskaja // PH. REPORTER UMBERTO FAVRETTO

    Da ricordare

    Fulvia Conter

    Pletnev, pianismo dafuoriclasse. Lonquich haincantato con Mozart,esplosiva la «Da Ponte»

    «Tra pianoforte e orchestra», libroper il fondatore AgostinoOrizio

    Michelangelila punta diquotati bresciani

    Famosi nel mondo

    La Filarmonica eOrizio, Colli, Bertoli,Ranieri, Alquati alpasso con le celebrità

    Haydn, Mozart, Clementi e non solo. Ora Ludwig il Grande Mediatore

    LA LEZIONE LUNGIMIRANTEDEL CLASSICISMO

    Anchedirettore.Alexander Lonquich // FAVRETTO

    Fulvia Conter

    Meritati applausi. Federico Colliguarda sorridente verso il maestro

    Umberto Benedetti Michelangeli

    PerBeethoven. La MahlerChamber Orchestra, diretta

    nell’occasione da Daniele Gatti

    UnPremioCiaikowsky. Il giovanerusso Dmitry Masleev, che ha

    debuttato nel Massimo cittadino

    Massimaconcentrazione.MikhailPletnev, che ha chiuso al Grande

    l’edizione 2016

    Verso il futuro.Mauro Bertoli,Premio Arturo Benedetti Michelangeli

    per i nuovi talenti

    I NUMERI

    53° FESTIVAL PIANISTICO

    II Domenica 12 giugno 2016 · GIORNALE DI BRESCIA GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 12 giugno 2016 III

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  • CON LA

    FILARMONICADEL FESTIVAL

    Violistad’eccellenza. LucaRanieri, anch’egli nel concerto per

    le vittime di piazza Loggia

    L’INTERVISTA

    Semprepiùapprezzata. Lacompagine orchestrale che prende il

    nomedalla rassegna,qui con David Fray

    ConPierCarloOrizio. Il violinistaSergey Galaktionov in San Francesco il

    28 maggio // PH. REPORTER FAVRETTO

    MarcoBizzarini

    53° FESTIVAL PIANISTICO

    Provad’attore. Luca Micheletti:con lui, un esperimento

    pienamente riuscito

    Negli ultimi anni il Festival Pianistico di Brescia eBergamo ha sviluppato diversi progetti dedicati aigiovani, cercando un coinvolgimento sempremaggiore delle nuove generazioni sia

    nell’esecuzione musicale sia nell’ascolto del repertorioclassico. Nella 53ª edizione si è dato nuovo impulso non soloalla Filarmonica del Festival, che è per l’appuntoun’orchestra di giovani musicisti, ma anche alle prove aperterivolte agli studenti e a uno speciale «Progetto Clementi»realizzato in collaborazione con i Conservatori delle due città.

    Giunta al terzo anno di attività, con la responsabilitàartistica di Luca Ranieri, la Filarmonica del Festival habrillantemente superato il difficile esame di maturitàrappresentato dalle musiche di Mozart e Beethoven. «Nonspetterebbe a me - si schermisce Pier Carlo Orizio - tessere glielogi di una compagine che ho fondato e diretto tante volte,ma quanto meno posso dire di aver ricevuto attestati di stimamolto lusinghieri da parte dei maestri Umberto Benedetti

    Michelangeli e Luigi Piovano, che assieme a me si sonoalternati alla testa dell’orchestra nei concerti delle settimanescorse. Personalmente sono molto contento e credo che laFilarmonica abbia raggiunto un livello di tutto rispetto, concolori molto interessanti.

    Tra gli scopi della Filarmonica c’è pure quello dirivolgersi al pubblico delle nuove generazioni, anchetramite concerti rivolti alle scuole. Quali strategie stasviluppando il Festival in questo ambito?

    Negli ultimi anni abbiamo fatto vari esperimenti di proveaperte al Teatro Grande. Proseguiremo nel nostrocammino, ma cercando di strutturare con una cura sempremaggiore le singole proposte. Del resto, questa è unaformula ormai adottata dalle maggiori orchestre sinfonichedel mondo. I concerti «educational» si fanno ovunque. InItalia abbiamo esempi di successo a Roma (Santa Cecilia) eMilano. La Filarmonica della Scala dedica tali prove (a cui siaccede con pochi euro) non solo agli studenti, ma a tutta

    quella fascia della popolazione che normalmente, anche permotivi economici, non acquista biglietti per i concertisinfonici. Naturalmente la riuscita di queste iniziativedipende molto dalla disponibilità del direttore e dei musicistia dialogare con i presenti.

    Sul versante della collaborazione con i Conservatori,quest’anno è stato avviato uno speciale Progetto Clementi.Com’è andata?

    Direi bene. All’inizio abbiamo visto che i ragazzi, al di là deipezzi d’obbligo, non avevano una conoscenza approfonditadella musica di Clementi. Dunque si sono trovati dinanzi acomposizioni «nuove» e, per giunta, con un elevato tasso didifficoltà tecnica. Al termine dello studio, comunque, nonsono mancate le soddisfazioni, tanto che alcuni giovanipianisti sono giunti alla conclusione che le migliori Sonate diClementi reggono benissimo il confronto con quelle diMozart. Mi auguro dunque che possano eseguirle anche neiloro futuri concerti.

    Il maestro Pier Carlo Orizio sulla Filarmonica del Festival, sugli esiti del Progetto Muzio Clementi e sui concerti educational

    «VERSO LE NUOVE GENERAZIONI CON SEMPRE MAGGIORE CURA»

    IV Domenica 12 giugno 2016 · GIORNALE DI BRESCIA

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