5.3_Aree protette.Tipologia ed economia
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POR Campania FSE 2007-2013Asse IV “Capitale Umano”
Obiettivo Specifico: i2) “Aumentare l’accesso all’i struzione e alla formazione
iniziale, professionale e universitaria, migliorand one la qualità”Obiettivo Operativo: 2 “Migliorare le caratteristic he, l’attrattività, nonché
l’accessibilitàdell’offerta di formazione per gli adulti in partic olare nel settore della
ricerca e dell’innovazione”
Avviso pubblico “A scuola… di ecologia”
DISPENSE DIDATTICHE
Modulo 5
Biodiversità
5.3) argomento:5.3) argomento:
Le aree protette. Tipologia ed economiaLe aree protette. Tipologia ed economia
2
Economia dei Territori ProtettiEconomia dei Territori ProtettiEconomia dei Territori ProtettiEconomia dei Territori Protetti
� Le aree protette in Italia
� Legislazione nazionale e regionale
� La strategia della UE per le aree protette
� Sviluppo e programmazione nelle aree protette
MODULO 5 BIODIVERSITA
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Un poUn po’’ di storiadi storia� La storia delle aree protette in Italia può essere
schematicamente divisa in due parti� Prima del 1991� Dopo il 1991 (“Legge Quadro sulle Aree Protette”, L. 394/91)
� Prima del 1991:� I parchi nazionali “storici”
� P.N. GranParadiso, P.N. Abruzzo (1922-1923)� P.N. Circeo, P.N. Stelvio (1934-1935) tra 1994 e 21998� Il P.N. della Calabria (1968)
� Altri 6 P.N. istituiti negli anni ’80
� Dopo il 1991:� 6 PN istituiti dalla stessa legge� Altri 8 (di cui 6 al sud e uno, il PN della Sila, in sostituzione del PN
della Calabria) tra 1994 e 1998
� Totale: 24 PN per un’area complessiva di oltre 1,5 milioni di ha (oltre il 5% del totale nazionale)
� Ma anche: oltre (la lista è in continuo aggiornamento) 1100 aree protette di tipologia (molto) varia
� …e oltre 3 milioni di ha di copertura complessiva (>10% totale nazionale)
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I 24 Parchi I 24 Parchi NazionaliNazionali
� La lista ufficiale delle aree protette è disponibile presso il sito del Ministero dell’Ambiente (ma si veda anche il sito www.parks.it)
� I più recenti PN:� PN Alta Murgia (Puglia)� PN Sila (precedentemente della
Calabria)� PN Val d’Agri e Lagonegrese
(Basilicata)
� Solo sue regioni (entrambe a statuto speciale) senza alcun PN:� Sicilia� Friuli-Venezia-Giulia
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Le Tipologie Le Tipologie –– livello nazionale (L. 394/91) livello nazionale (L. 394/91) � Parchi Nazionali (n.24)
� sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere
l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione.
� Aree Naturali Marine Protette e Riserve Naturali Marine (n. 26;)(es. Riserva naturale marina Isole Tremiti)
� Riserve Naturali Statali (146)� Definizione di Riserva Naturale da 394/91: sono costituite da aree
terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati
� Altre Aree naturali protette statali (n. 1)
� “Santuario per i mammiferi marini”
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Le Tipologie Le Tipologie –– livello regionale livello regionale (locale) (L. 394/01)(locale) (L. 394/01)
� Parchi Naturali Regionali (140)� sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di
mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valoripaesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali
� Riserve Naturali Regionali (circa 371)
� Altre Aree Naturali Protette Regionali (434)
� Classificate e definite dalle regioni� sono aree che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di
gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.
� Monumenti naturali, oasi, parchi urbani e suburbani, biotopi…
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La cartinaLa cartina
� Una cartografia di tutte le aree protette italiane si trova al sito:
� http://www.parks.it/mappe/ap.php
� Ulteriori interrogazioni possono essere condotte regione-per-regione e tipologia-per-tipologia
� Informazioni più dettagliate possono essere ricavate dalla relativa bancadati:
�http://www.parks.it/dbparks/index.html
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Le finalitLe finalitàà comuni comuni Pur nella diversità di tipologie/situazioni sopra ricordate un'area protetta può essere definita come un territorio più o meno vasto, dove é presente una concentrazione particolarmente significativa di valori naturali, gestito e organizzato in modo da perseguire le seguenti finalità:
1) Conservare gli ambienti naturali presenti sul territorio e gli organismi che in esso vivono consentendo la naturale evoluzione e il mantenimento degli equilibri esistenti; 2) Restaurare e recuperare gli ambienti degradati e le aree marginali, nonché ricostruire gli equilibri ecologici; 3) Promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale delle popolazioni interessate, incentivando le attività compatibili con le istanze ambientali; 4) Sviluppare la ricerca scientifica effettuata in modo continuo e interdisciplinare, la didattica e l'informazione ambientale; 5) Permettere la fruizione turistica, le attività ricreative e del tempo libero, nei limiti di carico sostenibili dagli ecosistemi, e privilegiando gli aspetti di contatto con la natura e le culture locali.
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Territorio e popolazione nei Parchi Nazionali Territorio e popolazione nei Parchi Nazionali
FONTE: Compagnucci – Mazzoni (2002)
I due
PN
più
rece
nti
sono
man
cant
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lta M
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ee s
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Economia nei Parchi Nazionali Economia nei Parchi Nazionali ––AgricolturaAgricoltura
FONTE: Compagnucci – Mazzoni (2002)
MessaggioMessaggio --chiavechiave :: Nei PN, Nei PN, gran parte della gran parte della superficie superficie èè area area agricola quindi agricola quindi
gestita da gestita da agricoltoriagricoltori
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Economia nei Parchi Economia nei Parchi NazionaliNazionali–– Altri Altri settori settori
FONTE: Compagnucci – Mazzoni (2002)
MessaggioMessaggio --chiavechiave : Ma : Ma le economie dei PN le economie dei PN non sono economie non sono economie
agricole; manifattura e agricole; manifattura e servizi rimangono i servizi rimangono i
settorisettori --chiavechiave
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LL’’evoluzione dei Parchi evoluzione dei Parchi Nazionali (1951Nazionali (1951--1998) 1998)
FONTE: Compagnucci – Mazzoni (2002)
Messaggio-chiave : Alcune economie dei PN mostrano notevole dinamismo ed attrattività nel lungo-periodo
• Variazione residenti (1951-1998) • Variazione occ. manifatt. (1951-1991)
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La legislazione sulle Aree protette: un poLa legislazione sulle Aree protette: un po’’ di storiadi storia� Per un lungo periodo la disciplina dei Parchi si è limitata alle leggi istitutive di Parchi Nazionali “storici”
� Un primo passaggio importante è l’art. 83 del d.p.r. n. 616 del 1977 in tema di competenze stato-regione
� Questo articolo trasferisce alle regioni funzioni amministrative circa le aree protette. Però:
� Inquadra il problema nell’ambito della disciplina urbanistico-territoriale piuttosto che di protezione della natura
� Introduce un conflitto in materia tra stato e regioni: in teoria lo stato non avrebbe potuto più istituire nuovi parchi
� Interventi successivi della Corte Costituzionale (1984, 1987, 1988)� In tema di competenze stato (Ministero Ambiente)-regioni (Titolo V Costit.)
� Inquadramento nella disciplina della protezione della natura (art. 9 Costit.)
� Sollecitazione di una Legge Quadro sulle aree protette che risolvesse le questioni
� ”Legge quadro sulle Aree Protette”: legge 394/1991
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LL’’Italia dei parchiItalia dei parchi
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LL’’Italia dei parchiItalia dei parchi
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LL’’Italia dei parchiItalia dei parchi
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La legislazione nazionale e regionale La legislazione nazionale e regionale sulle Aree protettesulle Aree protette1. ”Legge quadro sulle Aree Protette”: legge 394/19 91• Richiama l’art. 9 della Costituzione• Chiarisce le competenze
Parchi – Riserve Nazionali: Stato Parchi e aree protette regionali
- Zone con diverso grado di protezione nei Parchi- riserva integrale- riserva generale orientata- aree di protezione- aree di promozione socio-economica
- Organi di gestione dei Parchi NazionaliL’Ente Parco (art. 9 Legge 394/91) è ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica autonoma. Sono organi dell’Ente: •· il Presidente; •· il Consiglio Direttivo; •· La giunta esecutiva;•· il Collegio dei revisori dei conti;•· la Comunità del Parco. - Strumenti di gestione dei Parchi Nazionali•· Piano per il Parco; •· Regolamento delle attività nel Parco; •· Nulla osta; •· Programma pluriennale economico e sociale
2. Legge Regionale (Regione Campania) del 1995: Nom e per l’istituzione delle aree protette naturali
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La legge quadro: pro e controLa legge quadro: pro e contro
Pro:� Ha messo ordine nella definizione e funzione delle varie tipologie di aree
protette� Ha chiarito le competenze di Stato, Regioni e altri enti locali� Ha fissato la missione delle aree protette, nell'ambito della finalità generale
e prioritaria della conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, in maniera precisa ed articolata
� Ha dotato le aree protette (Parchi) di un chiaro regime di governancenonché di importanti strumenti di piano, di gestione/regolazione e di controllo
Contro:� E ben presto diventata obsoleta ed è stata più volte intergrata e modificata
soprattutto in relazione alle competenze stato-regioni e alle politiche della UE� La legge n. 59 del 1997 (Legge Bassanini) conferisce funzioni amministrative agli enti locali� La legge n. 426 del 1998 (Ronchi-ter), ribadisce l’esclusiva competenza regionale sulle aree protette di interesse regionale e locale e istituisce la Rete Ecologica Nazionale� Riforma del Titolo V
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Normativa e politica Normativa e politica comunitaria comunitaria -- 11
� In tema di aree protette la normativa comunitaria è stata sostanzialmente assente per lungo tempo, a parte i principi generali in tema di materia ambientale sanciti dai Trattati delle UE
� La Direttiva 79/409/CEE (“direttiva uccelli”) prevede l’istituzione delle ZPS (Zone di Protezione Speciale ) per gli uccelli selvatici
� La Direttiva 92/43/CEE (“direttiva habitat”) salvaguardia gli habitat naturali� Introduce le ZSC (Zone Speciali di Conservazione )
� Ha avviato il programma di istituzione della Pan-European EcologicalNetwork (PEEN) o Rete Ecologica Comunitaria anche detto “Natura 2000”
� La PEEN è costituita da ZPS+ZSC o “Siti di Natura 2000”
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� Il sostegno finanziario della UE a Natura 2000 consiste di due tipi di strumenti:
� I fondi strutturali della UE� Parte del Programma LIFE (LIFE+ per il periodo 2007-2013) chiamata LIFE
Natura (circa 100 milioni di € di finanziamento per il periodo 2007-2013)� Natura 2000 è un progetto ambizioso di lungo periodo con l’obiettivo di creare
una Rete Ecologica Europea armonizzando i regimi di protezione, spesso assai diversi, dei vari paesi e regioni: tale armonizzazione dovrebbe essere conseguita mediante le rispettive Reti Ecologiche Nazionali. In Italia tale Rete èstata creata aggiungendo nel 1996 (Ronchi ter) i siti di Natura 2000 alla pre-esistente tassonomia (ex 394/91).
� L’UE riconosce ampia autonomia a stati e regioni nel proporre e gestire i siti di Natura 2000. In particolare, per quanto riguarda la Direttiva 92/43, questi propongono dei siti (Siti di Importanza Comunitaria, SIC) che l’UE dovrà poi approvare (a questo punto diventando ZSC) nonché controllarne la corretta gestione.
� Tuttavia, questa armonizzazione con i regimi nazionali/regionali non è stato finora semplice. I due sistemi concorrenti (quello UE e quello nazionale) sono più spesso sovrapposti che armonizzati:
� Non tutte le aree protette secondo le normative nazionali/regionali sono siti di Natura 2000
� Non tutti i siti di Natura 2000 appartengono ad aree protette secondo la definizione nazionale/regionale
Normativa e politica Normativa e politica comunitaria comunitaria -- 22
21
Barometro Natura Barometro Natura -- 11
� Il “successo” di Natura 2000 varia tra i vari paesi della UE e ciò nonostante il reale diverso pregio naturalistico
Nature 2000 sites as % on total national areas, 200 4% dei siti di Natura 2000 sulla superficie nazional e totale
22
Barometro Natura Barometro Natura -- 22
� L’UE verifica la costruzione delle Reti Ecologiche Nazionali con il Barometro Natura (bi-annuale) che evidenzia i piùrecenti progressi compiuti. Il piùrecente è del dicembre 2009
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Natura 2000: siti italiani Natura 2000: siti italiani (parzialmente sovrapposti) (parzialmente sovrapposti)
ZPSZPS ZSCZSC
24
Natura 2000 nelle regioni Natura 2000 nelle regioni italianeitaliane
� Il “successo” di Natura 2000 differisce tra le regioni italiane e anche in questo caso al di là degli specifici valori naturalistici.
% of protected areas on total regional area
% di aree protette sull’area regionale totale
Implementation of Natura 2000 in Italian regions, 2006Implementazione di Natura 2000 nelle regioni italia ne, 2006
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Aree protette Aree protette ““internazionaliinternazionali””
� Oltre alle aree protette designate dalle norme nazionali/regionali e dai siti Natura 2000, ci sono ulteriori territori protetti sulla base di accordi o convenzioni internazionali.
� In particolare, nel caso della Convenzione di Ramsar (sulla protezione delle zone umide) ci sono 50 siti protetti in Italia:
� Nel complesso, il totale della superficie sottoposta a protezione in Italia secondo i vari regimi è di oltre 5 milioni di ha, circa il 19% dell’area totale nazionale. Ciò fa dell’Italia, almeno apparentemente, uno dei paesi della UE con maggior grado di protezione.
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Sviluppo nelle aree protette: Sviluppo nelle aree protette: programmazione e gestioneprogrammazione e gestione
La combinazione della legge 394/91 con i nuovi indirizzi a livello di UE (Natura 2000), ha prodotto un sostanziale cambiamento di cultura e di attitudine rispetto alla programmazione e alla gestione delle aree protette.
� La creazione di un ente locale autonomo (l’Ente Parco) prevalentemente impegnato in questioni di carattere tecnico-scientifico ma a cui viene anche richiesta l’adozione di buone pratiche dal punto di vista gestionale e della programmazione
� Ciò ha presto favorito l’imporsi di una logica integrata nella gestione della aree protette dove l’integrazione è sia tra le problematiche naturalistico-ecologiche e quelle socio-economiche ma anche l’Ente Parco e le aree contigue e autorità locali/regionali.
� Ha progressivamente imposto nuove forme di governance di queste aree così come l’adozione di logiche innovative di programmazione e nuovi strumenti gestionali.
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Organi di governo nelle aree Organi di governo nelle aree protette (parchi)protette (parchi)
La legge nazionale definisce tale struttura gestionale/organizzativa per i parchi (sia nazionali che regionali):
Organi di gestione dei Parchi L’Ente Parco (o Consorzio; talora C.M. e province) (art. 9 Legge 394/91) è ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica autonoma. Sono organi dell’Ente, in ordine gerarchico: � il Consiglio Direttivo: di diversa composizione e nomina se parco nazionale (Ministero) o regionale (Regione) � il Presidente: nominato dal Ministero o dalla Regione tra i suoi componenti del Consiglio Direttivo; è il rappresentante legale del Parco� la giunta esecutiva: nominata dal Consiglio Direttivo; è organo tecnico con compiti di verifica di correttezza gestionale ed efficienza sotto la supervisione del Consiglio Direttivo . � la Comunità del Parco: costituita da presidenti di Regioni e Province, nonchésindaci dei comuni e presidenti delle Comunità Montane coinvolte; rappresentano le popolazioni e le comunità locali all’interno dell’Ente Parco. �il Collegio dei revisori dei conti: ha funzione di controllo/riscontro contabile ed èperciò autonomo rispetto Al Consiglio Direttivo. E’ di nomina ministeriale o regionale.
28
Strumenti di gestione e Strumenti di gestione e programmazione nei parchiprogrammazione nei parchi
Strumenti di gestione dei Parchi Nazionali
� Piano per il Parco (PpP): realizza la tutela dei valori naturali ed ambientali del parco; ha anche valore di piano paesistico ed urbanistico ed è sovraordinato a tutti gli altri strumenti paesistici-urbanistici di qualsiasi livello. Pianifica le diverse zone di tutela nell’ambito del parco (zonizzazione). E’ perciò lo strumento più critico e controverso.� Programma pluriennale economico e sociale (PPES): ha lo scopo di valorizzare e sviluppare le attività compatibili con gli obiettivi del parco stesso, favorendo la crescita economica, sociale e culturale, delle comunità insediate nel Parco.� Regolamento delle attività nel Parco: disciplina l’esercizio delle attivitàconsentite nel territorio del parco secondo quanto previsto dalla legge dal PpP e (in parte) PPES.
� Nulla osta: consiste nel rilascio delle concessioni o autorizzazioni relative ad ogni intervento, opera o impianti all’interno del Parco da parte del Consiglio Direttivo o della Giunta;
A parte il nulla osta, deciso dal consiglio direttivo, il resto va anche approvato da Comunità del Parco, Province, Regione e altri Enti Locali.
Ord
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29
Piano per il ParcoPiano per il Parco
pian
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30
Pianificazione e programmazione: Pianificazione e programmazione: aspetti criticiaspetti critici
� Difficoltà nel coordinare e rendere operativi tutti gli strumenti, soprattutto il PPES
� In particolare, il coordinamento tra PpP e PPES è problematico� Riconciliare vincoli (conservazione) e opportunità
(sviluppo)� Primato del PpP (vincoli) sul PPES (opportunità)� Conflitti tra Comunità del Parco e organi tecnici del
Park� Correzione della relazione tra i due strumenti nella
Legge 426/98 e in diverse leggi regionali
� Chiarire gli obiettivi del PPES� E’ necessaria forte selettività� E’ necessario identificare settori o attività-chiave � E’ necessario dare priorità agli interventi
31
� Nelle aree protette le attività economiche compatibili/sostenibili per eccellenza sono l’agricoltura ed il turismo: entrambe possono ricavare valore dalla conservazione della natura e, allo stesso tempo, facilitare la stessa conservazione� queste attività rendono esplicito il fatto che le aree protette non sono necessariamente un ostacolo allo sviluppo� non tutte le forme di agricoltura e di turismo sono però compatibili con la conservazione e sono perciò necessarie strategie appropriate per renderle tali
Es.: Promuovere il turismo nelle Es.: Promuovere il turismo nelle aree protettearee protette
� Turismo: secondo il più recente Rapporto Ecotur, nel 2007 le presenze turistiche nelle aree protette italiane sono state 97 milioni per un fatturato di circa 10 miliardi di €. Le forme prevalenti di fruizione sono le seguenti: - Centri Visita- Centri di Educazione Ambientale - Aree Faunistiche
- Sentieri attrezzati- Itinerari di ciclo-escursionismo
32
� Concentrazione temporale della domanda� congestione nei mesi di Luglio-Agosto� necessari programmi di destagionalizzazione� va incrementata l’integrazione con l’offerta turistica fuori parco (offerta integrata)
� Carenza di adeguate (infra)strutture specifiche� strutture non compatibili (grandi hotel, grandi parcheggi…) � barriere architettoniche (difficoltà di accesso e fruizioni anche per bambini ed anziani…)� carenza di informazione (spesso neanche in inglese...) � incremento delle strutture ricettive compatibili: turismo rurale e agriturismo� programmi specifici di informazione e fruizione per bambini e anziani� certificazione dell’offerta turistica del Parco: Carta di Qualità, Carta del Turismo Sostenibile, Certificazione ambientale EMAS, ISO 14001 …
Promuovere il turismo nelle aree Promuovere il turismo nelle aree protette: protette: aspettiaspetti critici ecritici e soluzionisoluzioni
33
Rete ecologicaRete ecologicacampanacampana
34
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fb: amicidellaterrairpiniaamicidellaterra.it
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
arch. Luca Battista
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