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ASP CATANIA Comitato Consultivo Aziendale Municipio - CATANIA 5° RELAZIONE ANNUALE 2015

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ASPCATANIA

ComitatoConsultivoAziendale

Municipio - CATANIA

5° RELAZIONE ANNUALE

2015

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Non dubitare mai

che un gruppo di cittadini

coscienziosi ed impegnati

possa cambiare il mondo.

In verità è l'unica cosa

che è sempre accaduta"

(Margaret Mead)

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Introduzione

II Comitato Consultivo dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, previsto dal D.A. 15.4.2010 per favorire la partecipazione dei cittadini al processo decisionale dell’Azienda stessa, insediato l’8.2.2011, ha concluso il triennio prescritto in data 8.2.2014.

L’Azienda Sanitaria Provinciale da subito ha promosso i provvedimenti relativi al rinnovo dell’or-gano consultivo conclusi con la Delibera n. 1712 in data 17.6.2014. L’Azienda Asp di Catania con la suindicata Delibera n. 1712/2014 seguendo la procedura indicata dal D.A. 15.4.2010, ha ricostituito il nuovo Comitato composto da n. 40 Organizzazioni/ Associazioni su 56 che ne hanno fatto richiesta.

Nel paragrafo successivo daremo notizia delle Associazioni ammesse. Delle 16 non ammesse, ma riconosciute idonee, l’Azienda potrà tenere conto nel caso di eventuali avvicendamenti che si rendessero necessari, ovvero per particolari finalità che il Comitato stesso ritenesse perseguire ove si richiedesse il contributo delle specifiche competenze ed esperienze di ulteriori soggettività esterne al medesimo. Va doverosamente registrato che in questo decorso periodo afferente il nuovo triennio c’è stato l’impegno di presenza e di contributi da parte di alcune Associazioni, segno di buona volontà a contribuire al miglioramento della partecipazione civica. La stessa cosa non possiamo dire di altre Associazioni, presenti solo figurativamente nell’atto deliberativo di costituzione del Comitato ma con impegno operativo scarso o irrilevante. Mi riferisco alle tante Associazioni che sono ormai da ritenere decadute, stante la persistente assenza alle riunioni.

Un problema questo presente anche in altri Comitati consultivi della Regione, che mi induce alla seguente riflessione: perché non indire una Conferenza delle Associazioni che fanno parte dei comitati e dar loro la possibilità di esprimere le difficoltà della scarsa partecipazione ai CCA? Certo possiamo comprendere certe difficoltà rappresentate da talune Associazioni ad operare efficacemente; questo comunque non deve costituire intralcio al funzionamento del Comitato né limitazione ai diritti delle Associazioni non ammesse non rientrando nel numero di 40 prescritto. Ci auguriamo perciò maggiore responsabilità dal parte delle Associazioni sinora assenti ingiustificate, perché, ove persistono le assenze, in via autonoma valutino eventualmente di rinunciare per questo scorcio di triennio a far parte del Comitato, a meno che non intendono rischiare un provvedimento di decadenza che una azione decisa dell’Azienda potrà promuovere.

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Programma del CCA per il triennio 2014-2017 In data 20.4.2015 è stata indirizzata all’Assessorato della salute Dip. Pianificazione strategica Area Interdipartimentale 2 Ufficio del Piano di rientro e del Piano sanitario, al Direttore Generale dell’Asp di Catania e al Presidente della Conferenza dei Comitati Consultivi delle Aziende sanitarie Regione Siciliana nota informativa in ordine all’attività di programmazione per il triennio 2014-2017. Di seguito si indicano le iniziative che interessano tali attività significando che alcune di esse, indicate con asterisco, sono state già eseguite: * Indagini sul governo delle liste di attesa:

- Pronto soccorso degli Ospedali aziendali ed eventuali iniziative per i PP.SS. degli Ospedali dell’area metropolitana di Catania (ARNAS – Policlinico -V.E. – Cannizzaro);

- Infezioni ospedaliere; - Legge sul dolore e cure palliative (L. 38 del 2010), stato di applicazione; - Scuola di umanizzazione della medicina;

* Formazione dei componenti del CCA, degli aderenti alle Associazioni ed organizzazioni facenti parte del CCA, da estendere eventualmente ad altri Comitati Consultivi dell’area metropolitana di Catania;

* Convegno aperto al pubblico su tema d’interesse generale; * Codice rosa nei PP.SS. - circolare dell’Assessorato salute in data 7.3.2014 n. 6

pubblicata sulla Gurs n.19 del 9.5.2014; * Costituzione ed avviamento del tavolo permanente di coordinamento delle

Associazioni ed organizzazioni non facenti parte del CCA; * Cabina di regia costituita da componenti del CCA e dell’Azienda per la verifica

dello stato di attuazione delle proposte del Comitato; * Sportello per l’informazione ai cittadini e raccolta segnalazioni:

- Tavolo delle criticità rappresentate dai componenti del CCA e dagli utenti del SSR;

- Promozione Associazione di volontariato per l’attività ludica nella U.O. di pediatria del P.O. di Bronte ed eventualmente per l’assistenza ai ricoverati in altri reparti;

* Giornata europea dei diritti del malato (18.4. 2015). In quella occasione è stata lanciata la centralità dei bisogni e delle scelte degli assistiti nei servizi sanitari attraverso la campagna Patient centered medicine: “Abbiamo un sogno: la medicina sia effettivamente centrata sul paziente per assicurare l’alleanza terapeutica e la migliore erogazione delle cure nella loro totalità e contesto”;

* Servizio stampa - comunicazione - giornalino bimestrale on line - sito web aziendale per notizie relative all’attività del Comitato consultivo e delle Associazioni che vi fanno parte, ecc.

N.B. Nel corso del triennio il programma può essere integrato da altre iniziative ritenute validi dal CCA .

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Comitato consultivo rinnovato - triennio 2014-2017 ADAS Onlus - AIC Sicilia Onlus - AIDO - AIES Sicilia - AISM - A.I.F.I. Sicilia - A.N.E.D - A.N.M.I.L. - A.T.E.F. - AIDF - AIL - AILE - AIN - AIRA - AISTOM - ANFFAS - Ass. PIGNA D’ORO Onlus - Ass. Sicliana MIASTENIA - AUTISMO OLTRE Onlus - AVIS PROVINCIALE di Catania - AVULSS di Catania ONLUS - AXADA - Ass. CENTRO DI AIUTO ALLA VITA di Giarre - CENTRO DI PRIMO ASCOLTO “C. CON-DORELLI” - CITTADINANZATTIVA SICILIA Onlus - CODACONS Sicilia - COLLEGIO PROVINCIALE IP.AS.VI. di Catania - Comitato ANDOS Catania - COORDINAMENTO H - FEDERCONSUMATORI Provinciale di Catania - G.RI.S.E. - I Volontari di MADRE TERESA - MARIS - FRATERNITÀ MISERICORDIA S. LEONE Catania - ORDINE ASSISTENTI SOCIALI Sicilia - ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI Catania - RELOAD Onlus - S.O.S. DONNA Onlus - U.N.I.V.O.C. - V.O.I. Onlus.

In ricordo di Salvatore Crispi In data 21.6.2015 abbiamo appreso della improvvisa dipartita di Salvatore Crispi,

componente del CCA e Presidente dell’Associazione Coordinamento H. Abbiamo sentito forte il bisogno di ricordarlo in Comitato con la seguente memoria: Carissimi amici, è questa la prima riunione del Comitato dopo la dipartita di Salvatore Crispi, componente sin dalla prima costituzione di questo Comitato in rappresentanza dell’Associazione Coordinamento regionale H. Una persona che merita un ricordo perché non è facile trovarne uguali per l’impegno profuso nella tutela dei diritti delle persone con disabilità. Per le sue condizioni di salute, in quanto portatore di grave handicap, possiamo dire che egli ha interpretato il ruolo di protagonista nella lotta per i diritti delle persone con disabilità. Penso, per chi l’ha conosciuto, che egli sarà presente nella memoria e nel ricordo in ogni circostanza, evento, seminario in cui si discuterà di diritti dei disabili. portando in ogni dibattito la sua testimonianza. Salvatore è stata una persona speciale, convinta e motivata nelle sue azioni di tutela; lo dimostrano l’impegno costante, instancabile e la sua attiva presenza in Comitato ove è sempre intervenuto sugli argomenti riguardanti la disabilità, sollecitando instancabilmente azioni adeguate. La notizia della sua dipartita ci ha colto di sorpresa, impreparati e profondamente addolorati. Non avrei mai pensato che la sua fibra e volontà di vivere e di fare avessero potuto cedere così all’improvviso. Salvatore ci mancherà e con lui i preziosi suoi consigli, la sua saggezza, l’onestà e il suo sorriso. Egli, nella sua condizione, con l’umiltà e la preparazione che aveva nel settore, è stato un maestro e faro di luce e speranza. Non l’abbiamo mai visto arrabbiato, offensivo o irrispettoso; un esempio di comportamento civile; quando assumeva un aspetto severo era perché voleva sottolineare questioni per lui irrinunciabili. I suoi interventi in Comitato erano di persona competente e pieni di passione, capaci di suscitare rispetto e ammirazione. Credeva fermamente nella partecipazione civica e nel Comitato, portando contributi orali ed epistolari ove era presente la sua grande voglia di cambiamento del servizio sanitario regionale. Si spostava da una parte all’altra della

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Sicilia per incontrare gente, rispondere a richieste di aiuto, essere presente in manifestazioni di interesse civico ed istituzionale. Ha fatto parte di numerosi tavoli tematici, di organismi consultivi di respiro aziendale e regionale, Assessorato Salute e Famiglia e della stessa Consulta regionale di sanità, organo di consulenza dell’Assessore su questioni di rilevanza regionale e di interesse diffuso per la collettività per i servizi sanitari e socio sanitari. Domenica 21 giugno in punta di piedi se n’è andato per un inesorabile malore improvviso, lasciando negli amici che lo hanno conosciuto e in questo Comitato un vuoto difficilmente colmabile. Salvatore, per quello che ha operato nell’intera area regionale e per come si è fatto carico della sua malattia e della correlata grave disabilità, merita grande ammirazione e rispetto. Che riposi in pace. Noi che l’abbiamo conosciuto e condiviso i suoi valori non lo dimenticheremo, perché appartiene alla nostra amicizia speciale, alla storia dei Grandi, a quelli che hanno scelto il modo più bello di dare senso alla vita spendendola per i più fragili. Che egli viva veramente nei nostri cuori. Perciò propongo per Salvatore una targa alla memoria da affiggere nella sede del Comitato ed ora un minuto di silenzio.

Il Comitato unanime accoglie la proposta.

Formazione L’Azienda, condividendo l’utilità rappresentata di realizzare percorsi formativi

proposti dal l° Comitato ed inseriti in un piano di formazione aziendale, ha dato il suo ok sui seguenti argomenti: Il primo il paziente esperto risorsa per l’umanizzazione dei processi di cura, un corso che avrebbe quale obiettivo formativo gli aspetti relazionali (comunicazione interna ed esterna con il paziente) e l’umanizzazione delle cure; il secondo riguarda il consenso informato. Quest’ultimo è stato svolto il 22.10.2015 nella sala Dusmet dell’Ospedale Garibaldi ed ha avuto come relatori personalità fortemente preparate sia dal punto di vista professionale che scientifico. Tra i relatori si ricordano: il Prof. Ettore Giuseppe Responsabile del dipartimento materno infantile dell’ARNAS Garibaldi, il Prof. Giovanni Di Rosa, ordinario di diritto privato all’Università di Catania, il prof. Ignazio Vecchio, Docente di storia della medicina e di bioetica dell’Università di Catania, l’Avv. Enzo Faraone, Penalista del foro di Catania. L’introduzione al corso, peraltro accreditato dal Ministero della salute con ECM, è stato introdotto dal Presidente del CCA. Per quanto invece concerne il corso Non tecnical skills, svoltosi in Acireale il 26, 27, 28 novembre presso la sala convegni del P.O. di Acireale, pur essendo stato promosso dal Comitato Consultivo, quest’ultimo non ha potuto dare alcun contributo essendo stato organizzato e preparato dalla Referente del Comitato e dall’U.O. di formazione. In relazione alla richiesta dell’U.O. di formazione aziendale per l’elaborazione del piano formativo 2016, non si è fornito alcun tema, nulla essendo stato proposto dai componenti del Comitato a cui tempestivamente è stata indirizzata richiesta. Ciò comunque non esclude che nel tempo possa essere formulato e svolto eventuale altro tema di interesse civico per la migliore formazione dei componenti del Comitato. Altro argomento formativo d’interesse del Comitato consultivo ha riguardato il seguente argomento “La contenzione: problemi

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bioetici”; si è trattato di portare a conoscenza del Comitato e delle Associazioni di familiari dei malati il parere del Comitato Nazionale di Bioetica espresso il 23.4.2015: “Stop a contenzione e TSO applicata ai pazienti psichiatrici e agli anziani. All’incontro formativo, svolto il 15.9.2015 nella sala riunioni dell’Asp, sono intervenuti componenti del Comitato Consultivo Aziendale e Associazioni varie di utenti psichiatrici. Relatori dell’incontro sono stati il dott. Giuseppe Bongiorno già Primario del DSM ex USL n. 36 Catania ed il dott. Giuseppe Greco Segretario Regionale di Cittadinanzattiva; quest’ultimo, peraltro componente del Comitato regionale di bioetica si è soffermato sulla fragilità dei pazienti e loro familiari costretti a convivere con una grave patologia cronica. Sono stati altresì presenti il Direttore sanitario dell’Azienda e il Direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Asp di Catania, i quali hanno sottolineato la buona qualità dell’assistenza psichiatrica in Sicilia e nella nostra Provincia, pur con le risorse contenute cui si deve far fronte. Sull’argomento è stata richiamata l’attenzione dell’Assessorato regionale della salute e dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania. Infine al corso di formazione Ecm organizzato dall’Asp concernente “Ospedale – Territorio senza dolore. Legge 38/2010”, svolto il 16.11.2015 nel P.O. di Acireale, rivolto ad operatori in servizio nelle articolazioni territoriali e ai componenti del Cca, hanno partecipato in rappresentanza della componente civica n. otto componenti: per conto del Comitato consultivo Camuglia Francesco, Garraffo Salvatore, Furnari Benedetto, Raffo Bellerio Addolorata. Giusti Grazia, Pilla Ida (dell’Associazione Respirare), per Cittadinanzattiva sig. Patanè Giuseppe e Calabretta Rosalba rispettivamente della rete del TDM di Giarre e Acireale).

Comunicazione tramite giornali elettronici Ci avrebbe fatto piacere attivare in ambito aziendale un Giornale elettronico

aziendale nel quale peraltro anche il CCA avrebbe potuto diffondere proprie notizie. Questo giornale che noi riteniamo necessario, ad oggi è rimasto una chimera; ci dispiace anche perché è piuttosto carente un efficiente servizio stampa, oggi caricato sulle spalle di un unico dipendente, diviso tra l’altro tra Catania ed il P.O. di Caltagirone. Noi speriamo sempre che in prosieguo, con le nostre sollecitazioni il giornalino può diventare realtà, consapevoli come siamo che esso può essere uno strumento di informazione, fonte di conoscenza e di educazione sanitaria generalizzata oltre che offrire uno scenario dedicato alle best practice sanitarie aziendali, dimostrando con i fatti che è possibile coniugare buona qualità dei servizi e sostenibilità economica. Il Comitato, pertanto, non mancherà di insistere ulteriormente perché l’iniziativa di un giornale elettronico abbia a realizzarsi nell’Azienda Asp di Catania. Nelle more, come sottolineato nella precedente relazione, notizie del Comitato continueranno ad essere pubblicate nella pagina -L’Angolo dei Comitati consultivi- della Newsletter, ora bimestrale, di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato, che dal marzo 2011 in formato elettronico viene recapitata via e-mail ad oltre 900 lettori. La Newsletter con linguaggio semplice e comprensivo dà rilievo a temi di attualità sanitaria, con attenzione a quelli sulla prevenzione ed educazione alla salute (diabete, tumori, obesità ecc), all’informazione sulla normativa regionale, alla

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giurisprudenza sanitaria (Cassazione, Consulta, Consiglio di Stato) e infine informa delle attività ed iniziative più significative realizzate nel territorio della provincia dalle Associazioni del volontariato e dagli Enti sanitari.

Logistica Dal suo insediamento il Comitato consultivo non ha potuto disporre di un locale

da adibire a sede. In verità era stato individuato un locale posto al piano -1 di via S. M La Grande, 3, utilizzato invece in via esclusiva dalla Referente dott.ssa A.M Sapienza, per cui ancora una volta si rappresenta la necessità che venga individuato al più presto altro idoneo ed autonomo locale, quale sede del CCA. Questo Comitato non ha problemi di scelta: suggerisce comunque che il locale può essere trovato nell’ambito della sede centrale dell’Asp di via S. M. La Grande nella sede del nuovo PTA di Catania, plesso S. Luigi. Per le riunioni di assemblea viene invece utilizzata la sala sita sempre al piano -1, di volta in volta prenotata, sala sufficiente per la partecipazione delle numerose Associazioni facenti parte del CCA. Con l’occasione non è superfluo rappresentare la necessità della sostituzione dell’unica unità di personale assegnata alla segreteria del Comitato in persona del dott. Edoardo Pennisi, dimissionario dal 16.11.2015 per motivi di salute. Ad oggi malgrado le sollecitazioni del Presidente del Comitato presso la Direzione Generale ed amministrativa, non è stato trovato alcun sostituto. Il Comitato consapevole delle responsabilità che ha assunto nei confronti degli utenti continua la propria attività sia pure ridotta per le carenze lamentate.

Incontro col Direttore Generale Col nuovo Direttore generale dott. Giuseppe Giammanco nominato nel maggio

2015 e successivamente insediatosi presso l’Asl di Catania, non è stato possibile avere alcun incontro. I suoi numerosi impegni e la complessità dell’Azienda territoriale hanno reso difficile soddisfare la richiesta di incontro del Presidente del comitato consultivo aziendale. Poiché allo scopo era stato recapitato al D.G. un appunto dei temi da trattare, per tale finalità è stato incaricato il dott. Rosario Fresta, Coordinatore del Gruppo Staff col quale il Presidente in periodici incontri ha discusso buona parte dei temi seguenti: Giornata europea dei diritti del malato: - Illustrazione programma nel triennio di attività del CCA - Istituzione Cabina di regia per la verifica di fattibilità delle proposte del CCA - Individuazione locale arredato, dedicato alle attività del CCA - Individuazione personale addetto all’ufficio di segreteria del CCA - Scuola di umanizzazione della medicina - Proposta di miglioramento del Protocollo d’intesa per l’attività di volontariato

dentro le strutture

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- Recepimento Reg.to attività di volontariato, recentemente proposto dal CCA - Attuazione Codice Rosa - incontri periodici col Direttore generale - Proposta di allargamento nei PTA dei percorsi diagnostici e terapeutici ai malati

cronici affetti da malattie reumatiche, demenze, morbo di Parkinson, ipertensione e scompenso

- Consultazione del Comitato consultivo sulla futura organizzazione dell’Asp (Atti aziendali, dotazioni organiche ecc.

- Eventuali altre proposte che potessero emergere. 1. PROGRAMMAZIONE AZIENDALE OSPEDALIERA E

TERRITORIALE, (ART. 2 LETT. A DEL D. A. 15.04.2010) Sulla funzione degli ospedali e sui nuovi indirizzi della politica sanitaria a cui si ispira la legge 5/2009, si richiamano le relazioni relative agli anni decorsi essendo cambiata nella nostra regione la cultura ospedalo-centrica per affermare quella dell’integrazione ospedale – territorio. Si richiama poi in particolare la relazione 2013 sulle problematiche emerse sulla funzione dei piccoli ospedali, che secondo istruzioni del Ministero della Salute, avrebbero dovuto essere chiusi o riconvertiti. Il dibattito è stato abbastanza acceso anche per effetto di preoccupazioni emerse in alcune comunità locali circa la paventata chiusura di reparti od ospedali. Nella lista ministeriale delle 175 strutture ospedaliere da chiudere, presenti in tutte le regioni, 37 sono in Sicilia. Nell’occasione, per conservare quelle strutture si è parlato di mantenerle attraverso la forma degli Ospedali Riuniti e la Regione a tal fine ha emanato il DA. 14.1.2015 (Suppl. ord. Gurs. n. 4 del 23.1.2015), col quale ha inteso procedere a riorganizzare la rete ospedaliera integrata dei servizi ospedale-territorio riqualificando e rifunzionalizzando la Rete con il mantenimento dei piccoli presidi ospedalieri. Ciò al fine di garantire un livello assistenziale omogeneo con modelli tecnico-professionali condivisi, utilizzo di equipe integrate e percorsi assistenziali definiti. L’assistenza, attraverso la sperimentazione del modello ospedali riuniti, prevede la completa integrazione dei livelli di cura fra i diversi presidi ospedalieri che appartengono allo stesso modello al fine di completare il percorso assistenziale fra l’ alta intensità, la media intensità e la bassa intensità (per pazienti post-acuti). Il testo normativo è molto complesso e andrebbe opportunamente approfondito. Nella sua attuazione pratica, anche per effetto di interventi ministeriali, sono state apportate modifiche significative nella organizzazione ospedaliera della nostra Regione, introducendo modelli soggetti a revisione in funzione delle variabili esogene ed endogene al sistema. Una prima revisione doveva essere fatta entro il 1.9.2015, mentre la seconda entro il 31.5.2016.

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Alla fine tutte le UU.OO semplici e complesse del SSR, sia nel settore pubblico che nel settore privato, saranno sottoposte a valutazione comparativa sulla base di criteri opportunamente individuati, sentita la VI Commissione legislativa, ai fini delle determinazioni definitive riguardanti la rimodulazione/accorpamenti delle discipline e dei posti letto per acuti, nonché dei presidi ospedalieri destinati a rifunzionalizzazione in ospedali di comunità, tenuto conto anche degli effetti derivanti da un eventuale miglioramento del saldo di mobilità passiva, oltre che della migliore funzionalità, efficienza e sicurezza di tutti i presidi ospedalieri e territoriali. Il Testo in conclusione è un atto di programmazione, a valenza pluriennale e gli effetti dello stesso saranno sistematicamente monitorati a cura dell’Assessorato della salute, con cadenza semestrale, al fine di valutarne lo stato di attuazione, l’efficacia degli interventi e orientare, ove necessario, le scelte programmatiche a livello regionale e aziendale. Una valutazione complessiva che avverrà entro il 31.12.2016, valuterà il raggiungimento dell’obiettivo da perseguire

Piano Attuativo Aziendale (PAI) - Rete civica della salute Si riporta quanto espresso dal Comitato consultivo aziendale nella riunione del 13.11.2014 su relazione del Presidente in ordine alla direttiva assessoriale oggetto della nota prot. area Interd.7/77752 del 10.10.2014 avente per oggetto Piani attuativi - aziendali 2014 - Cap. 14 Obiettivo “Sviluppo della Rete Civica”. In tale direttiva, a firma dell’Assessore Regionale salute, viene messa in evidenza la necessità che venga sostenuto al massimo l’empowerment di operatori e cittadini per migliorare la comunicazione alla corretta informazione in ordine alla tutela della dignità e della riservatezza, alla valorizzazione del volontariato, all’accoglienza e alla accessibilità alle strutture ospedaliere, alla umanizzazione ed alla personalizzazione delle relazioni medico-paziente, attraverso la costituzione di una rete civica della Salute, la cui costituzione viene affidata alle Direzioni Generali Aziendali; perciò viene allegato Atto di indirizzo assessoriale nel quale vengono indicati gli elementi costitutivi e le modalità attraverso cui implementare la Rete di cui trattasi. Il Documento di indirizzo riconosce la necessità della partecipazione della cittadinanza alla gestione del settore salute; la Rete civica sicuramente potrebbe contribuire a migliorare la comunicazione istituzionale in ambito sanitario e sensibilizzare i cittadini al corretto utilizzo dei servizi; attori della Rete civica vengono riconosciuti i Comitati consultivi, quali interlocutori privilegiati per dare voce ai cittadini nella programmazione dell’azione aziendale sul territorio, nella valutazione della organizzazione dei servizi e della presa in cura. La Rete Civica della Salute è una rete organizzata di cittadini volontari attivi e competenti, rappresentativi delle varie realtà e contesti della società civile che si sviluppa secondo due direttrici: informazioni sul SSR ai cittadini sulla politica sanitaria

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e informazioni dei cittadini al SSR sui reali bisogni di salute. Alla Rete civica aderiscono, su base volontaria, cittadini, definiti “Riferimenti civici della salute”, tramite le Associazioni afferenti ai CCA e tramite le Aziende del SSR e sarà supportata da Partner della RCS, quali l’ANCI Sicilia, Comuni, Università, Uffici Scolastici, Ordini professionali, CSVS, Protezione civile, Organizzazione terzo settore, ecc. Il Coordinamento della Rete sarà affidato ad un Gruppo centrale, composto da rappresentanti dei CCA e del Dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico, che terrà i rapporti con le Aree e Servizi dell’Assessorato salute per la produzione e diffusione delle informazioni. I singoli cittadini su base volontaria aderiranno alla RCS tramite istanza in risposta ad avviso pubblico emanato a cura delle Aziende del SSR; tali istanze saranno istruite dai CCA per la verifica dei requisiti finalizzata alla formulazione di elenco. Il reclutamento avverrà su base territoriale e prevede una selezione dei candidati, ai quali viene chiesto il possesso di requisiti minimi. In relazione a quanto sopra esposto il Comitato consultivo aziendale non nasconde le difficoltà, per ragioni varie (sfiducia nelle istituzioni, individualismo spesso accompagnato da scarso interesse sociale alla tutela dei beni comuni, ecc), relativamente al coinvolgimento di singoli e cittadini nell’attuazione del progetto di Rete civica della salute. Ciò malgrado, il Comitato sostiene l’iniziativa regionale anche per il grande valore che riconosce alla dimensione della partecipazione della cittadinanza, con l’auspicio che essa sia considerata effettiva risorsa del servizio sanitario e non “rituale democratico”, utile al massimo per favorire una maggiore correttezza formale delle azioni aziendali. Il Comitato, perciò, ritiene necessario che ai fini di un’effettiva collaborazione nell’impegnativo progetto della costituzione della RCS vengano fornite all’organo di partecipazione civica le risorse e gli strumenti attesi ed utili allo scopo, non disponendo allo stato neppure di un locale arredato ove organizzare il lavoro. Tali risorse ad oggi non risultano né accreditate né fornite per cui l’attività del Comitato si svolge con estremo disagio. Nonostante ciò il Comitato ha indicato i seguenti componenti dichiaratisi disposti a far parte del Team Work integrato Azienda – CCA della rete civica formalizzato con atto deliberativo n. 528 del 1.4.2015: Marisa Falcone, Cristina Tornali, Salvatore Filetti, Maria Ronsivalle, Salvo Garraffo, Ignazio Vecchio.

Presidi territoriali di assistenza (P.T.A.) Com’è noto il PTA è una nuova formula di organizzazione dell’assistenza concepita per facilitare il percorso assistenziale dei cittadini nell’accesso alle cure primarie e ai servizi socio – sanitari. Essi erogano servizi di base, garantendo l’accesso unico alle cure, assicurando la stretta integrazione del medico di famiglia e del pediatra di libera scelta con gli specialisti poliambulatoriali pubblici e privati e con i servizi di continuità

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assistenziale (ex guardia medica), i punti prelievo, il punto lastre, gli ambulatori infermieristici, servizi di valutazione multidimensionali per l’accesso all’assistenza domiciliare, il consultorio familiare, i servizi di lungo-assistenza e riabilitazione. Nell’ambito della programmazione (un PTA ogni 70.000 / 120.000 abitanti) la provincia di Catania ne ha già attivato otto ubicati nei comuni di Giarre, Acireale, Paternò, Vizzini, Catania (S. Giorgio e Ex Plesso Ospedaliero S. Luigi), Gravina e Bronte. La rete si può dire pressoché completa, anche se è in programmazione l’apertura di altro PTA da rendere funzionante entro il 2017 nel distretto sanitario di Palagonia. La proposta è apprezzabile, ma ancora più apprezzabile sarà la buona organizzazione ed efficienza di queste strutture per garantire una assistenza completa e globale agli utenti e in particolare alle numerose categorie di malati cronici. A breve sarà reso anche operativo altro PTA nel Distretto di Adrano, ubicato nei vecchi locali dell’ex Presidio ospedaliero, recentemente in parte vandalizzato. In quasi tutti i PTA già funzionanti, il Comitato consultivo ha eseguito nel corso nel 2013-14 visita nelle strutture interessate, tranne ad Adrano e al S. Luigi presso cui si recherà non appena l’assetto organizzativo si sarà completato.

Pazienti in età pediatrica Manca ancora in alcune strutture pediatriche la presenza di Associazioni del volontariato (Bronte), le cui cause sicuramente sono da ricercare nella assenza nel relativo territorio di Associazioni disponibili ad impegnarsi nell’assistenza volontaria e gratuito, a favore dei piccoli ricoverati. Per certi aspetti altra cosa non meno importante può essere il Protocollo di intesa, deliberato dall’Azienda, ma non accolto da talune Associazioni perché trovato incongruo e non rispondente agli obiettivi che ciascuna Associazione si era prefissato. Quest’ultimo inconveniente si spera ormai eliminato per effetto di modifiche ed integrazioni apportate al Protocollo ed approvate con delibera n. 99 del 22.1.2016. Poiché era rimasto aperto il problema delle Associa-zioni appena costituite a cui l’Azienda non consentiva l’espletamento della pratica in strutture aziendali anche ai fini di documentarla per l’iscrizione all’albo regionale, il Presidente non ha mancato di insistere presso l’Azienda per trovare una soluzione che si spera positiva e darne notizia nella relazione 2016.

Ipertermia multifrequenza Nella seduta del 20.10.2015 il sig. Benedetto Furnari, componente del Comitato quale delegato dell’Associazione ANMIL sez. Catania, ha illustrato ampiamente una proposta sulla cura delle patologie primarie con il metodo di cura individuale basato sulla ipertermia multifrequenza.

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La proposta ha molto interessato il Comitato consultivo, in quanto i risultati sinora ottenuti, testati dal Policlinico di Catania su pazienti gravi affetti da ulcere, piaghe da decubito e dolori vari, sembrano essere confortanti. La terapia, però, mentre è inclusa tra le cure oncologiche nel SSN, non lo è nei LEA Regionali; una anomalia, che, se fondata, va corretta, stante i benefici effetti di tali cure evidenziati nella nota di proposta. Sono stati perciò con nota n. 142 del 23.11.2016 interessati la Direzione Generale e Sanitaria dell’Asp e la stessa Referente aziendale del Comitato, perché, previ gli approfondimenti del caso, vengano intraprese tutte le iniziative idonee a rendere possibili le terapie in questione senza oneri per i pazienti.

S.U.A.P. Sono slittati i tempi per l’apertura delle Speciali Unità di Accoglienza Permanente di cui si è detto diffusamente nella 1°, 2°, 3° e 4° Relazione annuale. Il ritardo, pare dovuto a procedure organizzative delle risorse umane, che non ha consentito sino ad ora l’operatività della struttura del P.O. di Militello e del Santo Bambino: si spera che dette strutture vengano aperte al più presto.

Servizio di Assistenza domiciliare delle “Cure palliative” Particolare attenzione ha avuto il CCA al tema delle cure palliative e come è noto di ciò si è tenuto conto nel programma del corso di formazione dei Comitati consultivi svolto in apposito modulo formativo in data 3.12.2013 dal dott. Alaimo Angelo - direttore responsabile dell’U.O. Hospice per le cure palliative Giovanni Paolo II dell’ARNAS Garibaldi - che ha trattato il tema relativo alla legge 15.3.2010 n. 38 “Cure palliative e terapia del dolore”, dal dott. Distefano Carmelo – già responsabile dell’UOC ADI e Cure Palliative dell’ASP e dal dott. Meli Orazio – Fisioterapista c/o i predetti servizi. L’Azienda ha anche mostrato attenzione alle organizzazioni civiche, chiamando il Presidente del CCA a far parte del Comitato Ospedale-Territorio senza dolore, costituito con delibera n. 2785 del 12.9.2013 successivamente modificata con altro atto deliberativo. Come previsto dal PAI 2014 e dalla programmazione aziendale conseguente, sono attualmente in corso da parte dell’Asp di Catania azioni volte al Management del dolore all’interno delle strutture aziendali condotte in sinergia tra il Comitato Ospedale- Territorio senza Dolore dell’Asp, il Referente “Cure palliative e Terapia del dolore per il PSN, dott. Vittorio Di Geronimo e il Direttore della U.O.C. Anziani e Cure Domiciliari, dott.ssa Maria di Franco. Va anche segnalato che, a seguito dei pregressi incontri avvenuti tra il Direttore Generale dell’ARNAS Garibaldi di Catania, il Responsabile dell’Hospice presso l’ARNAS Garibaldi, il Direttore della U.O.C Anziani e Cure Domiciliari dell’Asp di Catania ed il Referente della terapia del dolore e delle cure palliative per il PSN, l’Asp ha trasmesso all’ARNAS Garibaldi il

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documento “Protocollo operativo Hospice P.O. Garibaldi Nesima-Asp di Catania (Rete Cure Palliative)”. Nel corso poi dell’anno 2014 l’Azienda ha adottato la Carta dei servizi delle cure domiciliari e delle cure palliative domiciliari, pubblicata sul sito aziendale. Il documento, finalizzato all’assistenza di coloro che sono affetti da patologie cronico degenerative e/o terminali è stato ora aggiornato e sull’aggiornamento il comitato consultivo con nota n. 150 del 7.12.2015 ha espresso parere favorevole. Poiché nel corso dell’anno non è stato possibile svolgere la programmata indagine riguardante lo stato di applicazione della legge sul dolore (l.38/2010), si fa riserva di effettuarla nel corrente anno 2016 e darne pertanto notizia nella relazione annuale 2016.

Chiusura O.P.G. – Ospedali Psichiatrici Giudiziari La normativa vigente aveva previsto che dall’1.4.2014 le misure di sicurezza non potevano essere più eseguite all’interno degli attuali OPG e pertanto le persone ivi ricoverate avrebbero dovuto essere dimesse e trovare posto in strutture regionali sanitarie con 80 posti per le provincie di Catania, Caltanissetta e Messina oltre un certo numero di REMS (Residenze per l’Esecuzione della Misura di Sicurezza a valenza sanitaria) con al massimo 20 p. l. Questo programma per la regione Sicilia ed altre Regioni, pare che non sia stato possibile realizzare. Nella IV Relazione presentata dal Governo al Parlamento sullo stato di attuazione dei programmi relativi al superamento degli OPG è emerso che diverse regioni sono ancora inadempienti. Solo Napoli-Secondigliano è stato effettivamente chiuso. Gli altri OPG (Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino, Aversa e Barcellona Pozzo di Gotto), pur con un numero ridotto di persone internate, sono ancora aperti. Quello di Castiglione delle Stiviere, addirittura, ha solo cambiato targa “trasformandosi” da OPG in REMS con oltre 200 internati. A chiusura di questa relazione apprendiamo con piacere che come da tanti auspicato in data 19.2.2016 Il Consiglio dei Ministri, dopo mesi di sterile attesa, ha nominato il Commissario unico per il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG). Una buona notizia; il Commissario si chiama Franco Corleone, già Garante dei diritti dei detenuti e delle persone prive della libertà, ed è chiamato a intervenire per garantire a ogni internato la dimissione, così da poter chiudere gli OPG ancora attivi.

Servizi psichiatrici Questo Comitato non si stancherà mai di richiamare l’attenzione su una necessaria e seria programmazione dei servizi psichiatrici, costituendo una vera emergenza sociale la schizofrenia, il disturbo bipolare, la depressione maggiore, ecc. Sull’argomento si richiama la relazione 2013 e 2014 perché le carenze che i cittadini segnalano abbiano ad essere eliminate. Si richiama poi l’attenzione su quanto previsto dal Progetto strategico per la salute mentale, approvato con D.A. del 27.4.2012 pubblicato sulla

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GURS n. 24 del 15.6.2012, in fase di lenta attuazione. Ad oggi non risulta infatti approvato il Piano di Azione Locale (PAL) previsto dal piano strategico. Tra le tante criticità rappresentate dai cittadini va evidenziata la difficoltà, sicuramente per insufficienza del personale, che tante famiglie incontrano nell’avere la pronta disponibilità di operatori sanitari per prestazioni a domicilio. Preoccupazioni poi manifestano talune famiglie per dimissioni non condivise di pazienti in cura da moltissimi anni in strutture assistenziali, sdradicandoli dal loro habitat clinico e comunitario. Particolare interesse ha suscitato l’incontro avuto tra il Comitato consultivo ed alcune Associazioni di familiari con disturbi mentali durante il quale sono stati presenti il Direttore sanitario dell’Azienda, il responsabile del Dipartimento di salute mentale. Relatori dell’incontro sono stati il dott. Giuseppe Bongiorno già Primario del DSM ex USL n. 36 - Catania ed il dott. Giuseppe Greco Segretario Regionale di Cittadinanzattiva; quest’ultimo, peraltro componente del Comitato regionale di bioetica, si è soffermato sulla fragilità dei pazienti e loro familiari costretti a convivere con una grave patologia cronica. Il tema affrontava la contenzione, una pratica che solleva problemi e riserve dal punto di vista etico e giuridico ed che ha dato luogo a prese di posizione di organismi internazionali e dello stesso Comitato nazionale di bioetica nel parere espresso il 23.4.2015 su “La contenzione: problemi bioetici”. A conclusione dell’incontro è stata indirizzata nota all’Assessorato Regionale della salute e all’Azienda nella quale sono stati formulate le seguenti proposte; - monitoraggio del fenomeno contenzione attraverso un registro che riporti almeno il numero di contenzioni, le contenzioni notturne, la loro durata; - formazione ed addestramento del personale contro le criticità; - fissazione di nuovi standard di struttura e verifica della capacità di gestire la crisi; - di limitazioni al contenimento e all’isolamento come fattori di valutazione qualitativa per i servizi psichiatrici e le strutture da accreditare; - emanazione infine, da parte delle competenti autorità sanitarie, di Linee guida mirate alla limitazione o abolizione delle pratiche di contenzione per la salvaguardia dei diritti e della dignità del paziente psichiatrico.

Demenze senili Sono circa 1,2 milioni i malati di Alzheimer in Italia e circa 46 milioni nel mondo; ogni 3 secondi nel mondo una persona si ammala di demenza e 6 malati su 10 hanno il morbo di Alzheimer. Le stime prevedono che nel mondo nel 2030 i malati saranno 74,7 milioni e nel 2050, 131,5. Nel nostro Paese secondo le stime, le persone con demenza saranno ben 1,6 milioni nel 2030 e 2,2 milioni nel 2050. Una popolazione in crescendo, oggi con tutele scarse e in certe Regioni inesistenti. Anche per il pressing del Terzo

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settore è stato varato il Piano sanitario nazionale per le demenze che doveva essere un primo passo decisivo per la creazione di una rete di servizi per questi gravi pazienti. Il Piano è stato approvato nel novembre 2014 dalla Conferenza Stato Regioni dotandolo di una serie di obbiettivi e strategie tra cui “il modello della gestione integrata” la continuità ed omogeneità dell’assistenza, la rilevazione epidemiologica, la programmazione, la gestione efficace ed efficiente della malattia. Il piano però è nato privo di finanziamenti per cui stenta a partire. Peraltro alcune regioni non l’hanno ancora recepito, e scarso è l’interesse da parte di talune regioni nella partecipazione a tavoli di studio e di elaborazione dei PCAD (Percorsi Clinico Assistenziale delle Demenze). Una esperienza di percorso è stata adottata al Gemelli di Roma (presso cui possono attingersi informazione all’indirizzo di posta elettronica [email protected]) dedicato a fornire ai soggetti con sospetto di demenza un rapido inquadramento attraverso un accesso preferenziale alle prime visite neuropsicogeriatriche che vengono svolte presso il Poliambulatorio del Centro di Medicina per l’Invecchiamento – CeMI del Gemelli. Il PCAD è un modello assistenziale e come tale replicabile ed auspicabile anche in altre realtà ospedaliere. Ed in Sicilia a che punto siamo? In verità poche ed insufficienti sono le strutture di assistenza e scarsa è poi l’attenzione ai servizi di supporto alle famiglie che necessitano pure loro di essere prese in carico. Occorre fare di più senza trascurare il futuro.

Servizio di ristorazione ospedaliera ed assistenziale La Carta dei servizi della ristorazione doveva essere presentata nel corso dell’anno 2014; non è stato fatto. Sono stati indicati ritardi intervenuti nelle gare per gli appalti ed altre difficoltà burocratiche che hanno impedito la realizzazione dell’evento. La bozza di Carta, inviata al Presidente del Comitato consultivo, ai responsabili delle Direzioni sanitarie dei PP.OO. dell’Azienda e ad altri capi servizi, non risulta ad oggi approvata, stampata e diffusa nei Presidi ospedalieri. Si sconoscono le reali difficoltà su cui il Comitato desidera conoscere le cause. In questa sede non può che ribadirsi la necessità che ci sia una carta della ristorazione elemento fondamentale per una buona qualità del servizio. Resta invece, tuttora scoperta, in seno alle Commissioni di vigilanza per il vitto negli ospedali di Bronte e Militello la presenza di un rappresentante del TDM, sulla cui opportunità Cittadinanzattiva ritiene richiamare l’attenzione anche di associazioni preferibilmente locali disposte a svolgere il delicato ruolo di tutela alimentare nei PP.OO. di cui trattasi.

Servizio religioso delle Confessioni non cattoliche Nella Relazione 2014 è stato evidenziato che a quella data non risulta sottoscritta, in attuazione della Direttiva regionale n. 73536 del 8.10.2012, il Protocollo di intesa con

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i rappresentanti di confessioni religiose non cattoliche presenti sul territorio dell’ASP, per l’attivazione del servizio religioso per i degenti non cattolici ricoverati nei reparti ospedalieri dell’ASP. Non sono state evidenziate ragioni di alcun genere che possano giustificare le difficoltà della mancata sottoscrizione del Protocollo di cui trattasi.

Uffici Relazione con il Pubblico Per gli uffici Relazione con il Pubblico si richiama quanto evidenziato nella Relazione 2014. In merito va sottolineato che da parte dell’azienda venga meglio curato il settore rendendo quanto più punti di informazione possibili per alleggerire la solitudine del cittadino nella ricerca dei servizi ed, ove il caso, consentire agli stessi di formulare proposte migliorative e/o segnalazioni su eventuali irregolarità e carenze dei servizi stessi. Utile al riguardo potrebbe appalesarsi la modifica del protocollo di intesa operata con la delibera n. 99 del 22.1.2016 in ordine ai seguenti nuovi compiti che le associazioni di volontariato possono svolgere nelle strutture aziendali relative a informazione, orientamento ed accoglienza dell’utenza afferente i punti di accesso ed i servizi territoriali dell’azienda. Sicuramente se ci saranno Associazioni di volontariato disponibili a tali compiti, i cittadini potrebbero soffrire di meno quella solitudine e carenza di informazioni che tante volte lamentano.

Sportello informativo e segnalazione Presso l’Azienda Asp di Catania da anni è operativo uno sportello di informazione sui diritti degli utenti e di raccolta di segnalazioni che poi vengono inviate al Pit Salute Nazionale di Cittadinanzattiva. Lo sportello opera tre volte la settimana a mezzo volontari del Tribunale per i diritti del malato. Un servizio altamente sociale perché a parte la vicinanza che dimostra verso i malati e loro familiari, fornisce utili strumenti per far valere i diritti previsti dalla legge; dal 3 marzo 2015 e per circa quattro mesi ha operato negli stessi locali che ospitano lo sportello del TDM e per una volta la settimana lo sportello del CCA. È bene che l’attività riprenda al più presto per fornire agli utenti l’importante servizio di informazione e di raccolta segnalazioni. 2. PREVENZIONE ED EDUCAZIONE SANITARIA

(art. 2 lett. c, g. del D.A. 15.04.2010) Prevenzione ed educazione alla salute Da sempre il Comitato consultivo ha sottolineato l’importanza della prevenzione ed educazione alla salute, trattandosi di punti focali di ogni politica diretta a conseguire gli obiettivi di sanità pubblica. Ed in effetti la prevenzione è uno dei tre obbiettivi del SSN che il nostro Paese da circa 60 anni ha purtroppo trascurato privilegiando ed incentivando la cultura ospedalocentrica, con il risultato di dover chiudere tanti piccoli

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ospedali, come oggi sta succedendo. È l’effetto di una politica, senza programmazione e campanilistica che ha creato grossi problemi di sostenibilità al Paese, aggravati dalla attuale crisi economica e finanziaria. Ciò premesso, nel richiamare quanto rappresentato nella precedente relazione 2014, nella circolare n. 1280 del 16.3.2011 avente per oggetto “Linee guida sull’attività e sull’assetto organizzativo delle unità operative di educazione alla salute nella Regione siciliana” e nel Decreto 20.2.2012 (Gurs. n.11 del 16.3.2012) che “approva le Linee guida per la organizzazione delle unità operative per l’educazione e la promozione della salute ed attivazione dei piani aziendali per l’educazione e la promozione della salute”, pur con i limiti di risorse disponibili, l’Azienda Asp ha mostrato attenzione al tema con la delibera n. 2201 del 22.7.2015, con la quale è stato approvato il piano aziendale per l’educazione e promozione della salute per l’anno 2015. Sottoposto all’esame del comitato consultivo nella seduta del 22.10.2015 è stato espresso parere favorevole sulla delibera e sugli allegati contenenti indicazioni su vari progetti di educazione alla salute. I programmi riguardano: campagne ed interventi specifici di prevenzione degli incidenti stradali; interventi mirati per la popolazione anziana di prevenzione degli incidenti domestici; interventi mirati per la sicurezza delle abitazioni per la prevenzione degli incidenti domestici; Peer education su malattie sessualmente trasmesse; Peer education su alcolismo in collaborazione con il dipartimento delle Dipendenze patologiche.

Gioco d’azzardo patologico (G.A.P.) Si richiama, ad integrazione, quanto evidenziato nella relazione 2014, ricordando per completezza che nella legge di stabilità (legge n. 208 del 2015), che inizialmente era incentrata solo su una revisione del prelievo fiscale e sulle nuove concessioni per le sale gioco, sono state poi introdotte norme per sanzionare l’impiego dei c.d. totem (apparecchi che permettono di collegarsi con piattaforme per il gioco on line) ed avviare un processo di contenimento del numero delle slot machine. Sono state poi approvate anche disposizioni limitative della pubblicità, con riferimento sia agli orari in cui sono vietati i messaggi pubblicitari nelle tv generaliste) sia ai contenuti dei messaggi stessi. In merito si sottolinea la necessità, che soprattutto da parte delle istituzioni regionali, si intervenga con apposita normativa intesa a: a) limitare l’apertura di nuove case da gioco; b) a fissare distanze minime (talune regioni hanno previsto 300 metri dai luoghi

ritenuti sensibili; c) porre limitazioni alla pubblicità del gioco di azzardo; d) promuovere incentivi e disincentivi riducendo l’IRAP per gli esercizi che effettuano

la distallazione delle attrezzature da gioco interessate;

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e) istituire un Osservatorio sul gioco d’azzardo raccomandando l’indizione di giornate dedicate al tema del contrasto alla diffusione del gioco di azzardo nelle scuole e nelle università.

Poiché è in corso dibattito parlamentare sull’argomento, è auspicabile che da esso emerga un orientamento volto a recepire, in una organica disciplina nazionale le esperienze più interessanti realizzate a livello regionale e locale.

Prevenzione della thalassemia Nel sottolineare quanto evidenziato nella relazione 2014, si fa carico al Dipartimento perché opportunamente vengano promosse d’intesa con le Associazioni dei malati thalassemici, campagne di informazione finalizzate alla prevenzione della malattia.

Lotta al tabagismo Si richiamano la iniziative proposte nella relazione 2013e 2014 in quanto nulla o poco risulta essere stato fatto in merito. Malgrado l’interesse mostrato dal Governo con la lotta al tabagismo più fiscale che di merito, siamo convinti che, accanto ad una martellante pubblicità circa i danni da fumo, vanno potenziati i centri per il trattamento del tabagismo, definiti anche “ambulatori per smettere di fumare”, promuovendo opportunamente percorsi formativi per i medici, per i pediatri di base e gli altri operatori, per contribuire a cambiare credenze errate degli utenti ed insegnare loro buone pratiche comportamentali ed educative efficaci. 3. FUNZIONALITÀ DEI SERVIZI AZIENDALI

(art. 2 lett. d, m, del D.A. 15.04.201) Non ci stanchiamo di ripetere che la funzionalità dei servizi sanitari è la prima cosa che colpisce i cittadini sin dal primo impatto con le strutture di cui hanno bisogno e pertanto aumentarne l’efficienza e l’efficacia significa rendere servizi adeguati, con gradimento e soddisfazione dell’utente.

U. O. Territoriali integrate per la presa in carico del disabile Ancora nessun riscontro è stato dato a quanto rappresentato dal Responsabile dell’Associazione Coordinamento H Onlus con nota n. 20 del 3.1.2014 indirizzata all’Assessore alla Salute, all’ASP 3 e tra gli altri al Comitato, in merito all’equipe multidisciplinare che l’Asp di Catania ha deliberato con atto n. 36714 del 4.12.2013, che prevede una composizione di figure professionali non corrispondente agli obbiettivi di presa in carico globale della persona con disabilità. Con il presente documento pertanto si sollecita nuovamente riscontro, ritenendo la materia di rilevante interesse per quanto afferisce alla qualità dei servizi. Nell’occasione è doveroso rappresentare che i problemi che riguardano la disabilità non possono ridursi all’unità

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essendo vasti e complessi anche in presenza di risorse scarse. Peraltro non pare che in Sicilia sia stata data attuazione al DPR 4.10.2013 relativamente al programma di azione biennale per la promozione e l’integrazione delle persone con disabilità in attuazione della legislazione nazionale e internazionale, né che sia stata avviata alcuna iniziativa concreta per la costituzione di un Dipartimento della Disabilità.

A.I.Stom. Sicilia: un ambulatorio per stomizzati L’A.I.Stom. Sicilia, Onlus, sorta nel 2003 come affiliata dell’A.I.Stom Nazionale che aderisce alla F.A.V.O. (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), grazie al volontariato svolto da persone stomizzate e da infermieri enterostomisti svolge attività di supporto per migliorare la qualità di vita alle persone colpite da quel tumore. In Sicilia gli stomizzati sono circa 5.000, di cui 2.000 circa nella sola provincia di Catania, ai quali si aggiungono ogni anno 250 nuovi casi. Sia i controlli periodici di follow-up che le visite ai nuovi pazienti con stomia vengono eseguiti spesso, e talvolta quasi esclusivamente, fuori dal normale orario di servizio, presso ambulatorio attivato nel reparto di Chirurgia Oncologica dell’Ospedale Garibaldi Nesima in virtù del volontariato svolto da infermieri enterostomisti. Una situazione questa precaria e certamente non degna di un Ssn classificato al 2° posto nella OMS. Il numero degli stomizzati è in crescita per cui è bene che venga attivato in ciascuna delle tre Aziende ospedaliere almeno un ambulatorio ed un quarto presso il P.O. ospedaliero di Caltagirone, anche in relazione al D.G.R. n 15 - 11497 avente ad oggetto le Linee Guida Regionali di assistenza al portatore di stomie. La riabilitazione è parte integrante dell’assistenza sanitaria dei cittadini svolta in centri di riabilitazione nei quali operano medici specializzati nel settore e infermieri stoma-terapisti. Tali Centri, peraltro, già istituiti in molte Regioni italiane quali Piemonte, Veneto, Umbria, Molise, Abruzzo e Calabria attendono di essere istituiti in Sicilia ove peraltro è stata adottata mozione approvata nella seduta n.61 dall’A.R.S. dell’11 aprile 2007 n. 175, concernente l’istituzione di apposite strutture per i soggetti con incontinenza di varia origine, portatori di stomie per patologie di diversa natura, ecc. Queste cose sono state evidenziate nella relazione 2014 che qui si richiama per intero, mentre si raccomanda che il SSR si faccia carico del sostegno psicologico e di alimentazione clinica spesso necessario per questa tipologia di malati, in atto carente; per cui in caso di necessità occorre essere seguiti privatamente con costi notevoli e con il rischio di finire anche nelle mani sbagliate.

Invalidità civile Buona la situazione per quanto concerne i tempi per le visite degli invalidi risultando contenuti e al di sotto dei termini fissati dalla normativa vigente (giorni 90). L’utente che inoltra telematicamente la domanda ai sensi della legge 102/2009 viene visitato in

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media entro 30-40 giorni. Diversamente si deve dire per i tempi di erogazione dei benefici economici da parte dell’INPS, anche se molto migliorati rispetto al passato; sul piano giudiziario sono piuttosto lunghi i tempi per la definizione dei procedimenti. Non sempre poi le Commissioni sanitarie tengono presente il Decreto ministeriale del 2.8.2007 che individua le patologie esenti da revisione e pertanto non è raro che gli invalidi vengano sottoposti a ripetute visite, superflue ed onerose per gli invalidi e per il Ssn. Va poi scoraggiata la pratica della visita dei malati intrasportabili in autoambulanza o in macchina, perché non deontologicamente corretta. Il soggetto intrasportabile su certificato medico che attesti tale intrasportabilità, non può che essere visitato a domicilio. Sul punto va richiamata nuovamente l’attenzione dei medici curanti i quali, dovendo rilasciare il certificato modello D (domiciliare), sono meglio di ogni altro nelle condizioni di dare le necessarie istruzioni sul buon uso della richiesta di visita a casa. Va infine rilevato un certo rigore, non sappiamo fino a che punto giustificato, con cui la Commissione di verifica procede agli accertamenti facendo aumentare il contenzioso giudiziario.

Liste di attesa L’esigenza del contenimento delle liste di attesa per prestazioni sanitarie è ancora un’emergenza in Sicilia e nella nostra Provincia e pertanto è molto sentita la necessità che la problematica trovi soluzione adeguata e tempestiva. La crisi economica e la crescente povertà, specialmente degli strati sociali più deboli, sta cambiando anche i comportamenti dei cittadini i quali, stretti dal bisogno, risparmiano sulla salute, con riflessi quindi sulle stesse liste di attesa, appena meno piene rispetto al passato. E’ comunque deprecabile il comportamento delle istituzioni del tutto indifferenti alla problematica, tant’è che non sono state messe in campo le strategie necessarie per combattere le liste di attesa utilizzando apparecchiature e risorse umane oltre il normale orario di ufficio, magari sino alle ore 24. A Catania, come in altre zone del territorio regionale occorrono tempi lunghi per taluni accertamenti che peraltro ora si rendono ancora più difficile da prescrivere in relazione al D.M. 9.12.2015 che individua le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell’ambito del D.M 22.7.201996. Che aspetta la Regione Sicilia ad autorizzare le Aziende sanitarie al prolungamento dell’orario degli accertamenti strumentali (tac, RM, ecc…)? Nel corso del corrente anno di riferimento il Comitato consultivo ha svolto una dettagliata indagine delle cui azioni di miglioramento ha informato la Regione, l’Azienda sanitaria ed il Presidente della Conferenza dei Comitati consultivi. Di essa si riporta stralcio in allegato alla presente Relazione limitatamente alla parte propositiva

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Centro unico di prenotazione Anche il Centro unico di prenotazione è rimasto lettera morta ed in sostituzione non risultano adottate soluzioni gestionali diverse; da qualche anno è possibile telefonare anche da cellulare con il costo, purtroppo, a carico dell’utente. Del Centro unico di prenotazione si è parlato diffusamente nella Relazione di indagine sulle liste di attesa.

Holter pressori e defibrillatori Per gli holter si richiama quanto evidenziato nelle Relazioni precedenti anche se non risulta pervenuto sull’argomento riscontro né segnalazioni critiche. Per quanto concerne i defibrillatori ci sentiamo di proporre una mappatura di localizzazione tanto utile in caso di necessità di uso. E’ a tutti noto, infatti, come un defibrillatore possa salvare la vita di una persona che a causa di un malore può averne bisogno prima dell’arrivo dell’autoambulanza. In Europa muoiono ogni giorno, per arresto cardiaco, l’equivalente dei passeggeri di due aerei jumbo, ogni anno 700.000 persone. Nove minuti è il tempo limite per portare soccorso con defibrillatore. In Verbania è nata l’idea di mappare i defibrillatori presenti nel territorio e di applicare il DaeDove l’app gratuita, per Android e iOS sviluppata da due volontari della pubblica Assistenza Squadra nautica di Salvamento Anpas di quella città. In poco più di due mesi è nata DaeDove dove Dae sta ad indicare Defibrillatore Automatico Esterno. Presto DaeDove sarà migliorato con una versione multilingue e appositi video tutorial. L’innovazione che è nata da bisogni legati alla vita delle persone può essere esportata anche in altri comuni d’Italia e potrà aiutare a salvare più vite umane. Perché non si pensa ad una iniziativa del genere? Non credo ci siano costi importanti.

Ausili e protesi Nell’ambito della tutela delle persone con disabilità il Comitato ritiene ribadire che vengano assunte adeguate iniziative per il miglioramento del servizio di fornitura di ausili (pannoloni, traverse, cateteri ecc), al momento carente sotto l’aspetto quantitativo e dei tempi di consegna e di qualità. Manca una adeguata valutazione delle necessità dell’utenza costretta talvolta a rifornirsi a pagamento presso le farmacie private. A volte succede pure che a pazienti, ai quali è stato prescritto dallo specialista dell’Asl un numero determinato di ausili, gli uffici amministrativi ne erogano un quantitativo minore. Va sottolineata anche l’opportunità di una maggiore semplificazione in materia di forniture di ausili e protesi di serie: come bastoni, stampelle, materiali antidecubito, oggetti monouso, ecc. per i quali potrebbe essere sufficiente la prescrizione del medico di famiglia (e quindi non più quella dello specialista evitando in tal modo code agli sportelli dell’ASP) e l’autocertificazione del diritto per invalidità accertata. Queste cose sono state già evidenziate nella relazione 2014. Si potranno così semplificare e agevolare i controlli per scovare i furbi che non

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ne hanno diritto. Questa esperienza è presente in Toscana presso cui possono essere assunte informazioni.

Sensibilità chimica multipla Riscontriamo che ben poco si sta facendo per combattere e prevenire la malattia denominata sensibilità chimica multipla (MCS) definita nelle Linee Guida regionali “come un disturbo cronico caratterizzato da sintomi ricorrenti, a carico di più organi ed apparati che insorgono in seguito all’esposizione a sostanze chimiche, anche non correlate chimicamente, a concentrazioni molto inferiori a quelle generalmente tollerate dalla popolazione”. Trattasi di una patologia complessa e rara su cui nulla si sta investendo in merito malgrado gli impegni profusi dai malati tramite le relative Associazioni. Le istituzioni sono assenti e pare che il problema non li sfiori neanche un po’. In particolare non trovano riscontro presidi, ambulatoriali (Centri diagnostico di riferimento) che sicuramente possono aiutare a curarsi tanti pazienti, che non sanno di essere affetti da MCS. Manca altresì attenzione alla formazione da parte dei medici ospedalieri e di base ed una adeguata sensibilizzazione che potrebbe anche avvenire nei PTA con specifici manifesti. Intanto l’Associazione ADAS onlus, dopo cinque anni di attività e di impegno profuso nell'assistenza ai malati ambientali ed alle loro famiglie, ha fondato la testata giornalistica on line ilpapaverorossoweb per aiutare a riflettere sui grandi temi di ambiente e salute. Davanti a numeroso pubblico nella mattinata del 23.11.2015 il Presidente dell’ADAS ha presentato il nuovo giornale con la redazione costituita da giornalisti e corrispondenti i quali sapranno rafforzare la comunicazione nel settore per raggiungere più facilmente tutti coloro che sono affetti da patologie ambientali, i loro familiari e quanti desiderano impegnarsi per un ambiente libero da fattori di rischio per la salute. Perché, ilpapaverorossoweb? Perché, spiega la Presidente, il papavero rosso è il simbolo dell'Associazione, è un fiore bello e delicato che nasce spontaneo nei prati, ma che rischia l'estinzione a causa dei diserbanti; emblema di un'umanità resa fragile che rischia di essere travolta dai veleni cui è esposta ogni giorno, spesso inconsapevolmente.

Malattie rare Sul tema si ribadisce quanto descritto nella relazione 2014 e precisamente: “Le malattie rare sono un ampio gruppo di affezioni (5-6 mila), definite tali dalla bassa prevalenza nella popolazione. A livello europeo, in base alle indicazioni del "Programma d'azione comunitario sulle malattie rare 1999-2003", si definisce "rara" una malattia che colpisce non più di 5 pazienti su 10.000 abitanti. Le malattie rare sono poco conosciute e spesso prive di terapia specifica, e il Servizio sanitario nazionale prevede particolari forme di tutela per le persone che ne sono affette. Il Decreto ministeriale n. 279 del 18 maggio 2001 prevede l'istituzione di una Rete nazionale

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dedicata alle malattie rare, mediante la quale sviluppare azioni di prevenzione, attivare la sorveglianza, migliorare gli interventi volti alla diagnosi e alla terapia, e promuovere l'informazione e la formazione. La rete è costituita da presidi accreditati, individuati dalle Regioni quali centri abilitati ad erogare prestazioni finalizzate alla diagnosi ed al trattamento delle malattie rare, secondo protocolli clinici concordati. La sorveglianza è centralizzata attraverso l'istituzione del Registro nazionale delle malattie rare presso l'Istituto Superiore di Sanità, cui partecipano le singole regioni, al fine di ottenere a livello nazionale un quadro complessivo della diffusione delle malattie rare e della loro distribuzione sul territorio e migliorare la conoscenza riguardo a cause e fattori di rischio ad esse associati. In Sicilia con il D.A. 0781 del 29.04.2011 è stato istituito il Registro Regionale delle Malattie Rare, del cui coordinamento e gestione è stato incaricato il Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico. Con tale Decreto sono stati indicati i Centri di riferimento presenti anche nei P.O. del capoluogo per lo studio e la cura di patologie metaboliche, reumatiche, delle ghiandole endocrine ecc. È poi fondamentale uno stretto e adeguato collegamento tra i vari Centri di riferimento anche per promuovere un migliore sistema di sorveglianza. Perciò è essenziale sviluppare azioni di formazione a livello di medici di base, oggi piuttosto scarse, miranti a ottenere informazioni epidemiologiche utili per definire le dimensioni del fenomeno, per supportare la ricerca clinica e promuovere il confronto tra operatori sanitari per la definizione di criteri diagnostici. Va infine segnalata l’importanza della rilevazione e sorveglianza sulle malattie rare di cui è bene parlare anche perché persegue finalità di sanità pubblica e di interesse degli utenti. Tali finalità sono: 1. registrazione dei casi di Malattie Rare rilevati sul territorio da parte delle strutture appartenenti alla Rete Malattie Rare (Presidi di Rete); 2. certificazione della Malattia Rara e del diritto all'esenzione; 3. condivisione delle informazioni clinico-diagnostiche da parte dei Medici dei Presidi di Rete al fine di garantire un adeguato percorso diagnostico-terapeutico al paziente; 4. esecuzione di analisi statistiche ed epidemiologiche. Il 29.2.2016 è stata celebrata la IX Giornata delle malattie rare che ha avuto come slogan “unitevi a noi per far sentire la voce delle malattie rare”. Una chiamata all’azione per la definizione di un obiettivo alto e solenne in cui pazienti, familiari, rappresentanti di pazienti si possono riconoscere.

Malattie reumatiche Il Tavolo istituito per le malattie reumatiche ha completato nel 2014 i propri lavori assegnando i pochi fondi disponibili per l’aumento delle ore degli specialisti ambulatoriali dei Distretti di Bronte, Palagonia e Caltagirone. Si tratta di poche risorse che vanno opportunamente aumentate e rese ordinarie anche per gli anni successivi e

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con riferimento ad altri Comuni della Provincia. D’altra parte considerato il crescente numero di malattie reumatiche, oggi al secondo posto dopo le malattie cardiovascolari e che coinvolgono circa il 10% della popolazione, (patologie croniche ad evoluzione invalidante e che possono colpire a qualsiasi età) è necessario che a cura dell’Asp vengano strutturati dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) a livello territoriale. La diagnosi precoce di tali malattie è fondamentale per una prognosi migliore e per evitare gravi danni fisici ai malati Da ciò discende la necessità di aumentare la copertura degli ambulatori territoriali, estendendola ai paesi che ne sono sprovvisti; inserire pediatri reumatologi; attrezzare i PTA con possibilità di test clinici e strumentali specifici; incrementare la fisioterapia riabilitativa. E’ auspicabile che l’Asp di Catania svolga in merito il ruolo di capofila nei processi sopra indicati. Si raccomanda infine all’Assessorato che la rete regionale delle malattie reumatiche sia degli adulti che dei bambini venga sempre più potenziata, avvalendosi anche di più stringente collaborazione ed interlocuzione con le Associazioni di malati.

Accesso facilitato ai disabili Si ribadisce quanto evidenziato nelle relazioni 2013 e 2014. Al riguardo si attenziona la necessità che, ai disabili riconosciuti con handicap grave (art. 3 comma 3 legge 104/92), nelle visite ed accertamenti, venga data priorità assoluta rispetto ad altri utenti, esibendo la dichiarazione ex legge 104/92 (o altro pass.) per accedere così ai servizi senza affrontare lunghe attese pregiudizievoli per la loro salute. L’iniziativa, che è espressione alta di solidarietà, può trovare seguito diramando apposita circolare a tutti i servizi ambulatoriali dei distretti e degli ospedali. La pratica della precedenza o priorità non è nuova nell’Amministrazione pubblica o privata, anche se spesso avviene col consenso degli utenti presenti. Ai soggetti con handicap grave deve riconoscersi il diritto alla precedenza, sia perché ciò, come anzidetto, è di valore civico e morale elevato, sia perché è nell’interesse dell’Azienda l’ordinato svolgimento dell’attività nei suoi locali, che potrebbe invece essere compromesso da stati di agitazione da parte di disabili. Sull’argomento è stata inviata (16.12.2013) nota all’Azienda per l’applicazione del principio nei confronti dei minori. Infine l’apposito servizio H nell’ambito della unità operativa competente sia in grado di fornire adeguate indicazioni per la soluzione di delicati problemi relativi a prestazioni che i disabili, per la loro minorazione fisica o psichica, devono affrontare ma che rifiutano. Si fornirebbe in tal modo ai familiari una gradita collaborazione e la soddisfazione del diritto alla salute dei propri cari.

Soccorso e allertamento delle persone con disabilità: Indagine conoscitiva Come evidenziato nella relazione 2013 e 2014 è noto l’impegno del Dipartimento della Protezione Civile del nostro Paese per migliorare il soccorso in emergenza in genere e

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delle persone con disabilità. Quest’ultima tematica è più che mai attuale e materia di attenzione da parte di questo Comitato, al cui interno sono presenti diverse realtà associative di familiari e persone con disabilità che si intendono tutelare e proteggere. Sull’argomento non mancano proficue iniziative, tra cui il Protocollo d’intesa tra il Dipartimento e Fiaba (Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche) contenente reciproci impegni per adeguare modelli e strumenti operativi del sistema di protezione civile alle esigenze delle persone, così da migliorare l’efficienza dell’attività di soccorso e di assistenza. In caso di catastrofi naturali ed umane le persone con disabilità sono le prime a patire le terribili conseguenze delle emergenze spesso con la morte, per la mancanza di attenzione alla loro condizione, anche perché esse rappresentano le più escluse fra gli esclusi, le più discriminate tra i discriminati. Tutto questo a fronte di tantissime norme nazionali ed internazionali di riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità che è bene applicare ed implementare. Una indagine è stata avviata dal Comitato consultivo il 9.12.2013 e 1.4.2014 presso i Comuni della Provincia di Catania per conoscere lo stato delle misure e provvedimenti atti a garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di catastrofi e disastri naturali. In particolare è stato chiesto: - se è stato fatto un censimento delle persone con disabilità ai fini della stesura dei piani di emergenza di protezione civile e se i dati vengono regolarmente aggiornati; - se nei piani di emergenza sono stati sviluppati sistemi di allertamento per le persone con disabilità; -se sono stati organizzati corsi di formazione/informazione ed esercitazione sulla tematica della disabilità. I risultati dell’indagine sono purtroppo deludenti perché solo pochissimi comuni hanno risposto. Ci dispiace constatare questo scarso interesse delle Amministrazioni, il cui unico risultato è quello di lasciare la persona con disabilità sola con la sua malattia. 4. QUALITÀ

(art. 2 lett. h, i, l del D.A. 15.04.2010) Piano Qualità Il settore è tra quelli di fondamentale importanza per l’Azienda sanitaria e non può mai essere trascurato perché ha implicazioni sulla qualità delle cure e sulla soddisfazione dell’utente dal punto di vista della qualità percepita. Sul tema della qualità peraltro il Comitato è chiamato a confrontarsi con l’Azienda essendo questa una componente fondamentale delle competenze previste dall’art. 2 del D.A. 15.4.2010. Al riguardo si richiama il parere già espresso sul piano triennale Qualità 2015-2017.

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Audit civico: Ricerca corrente 2012 Diversi Audit civici organizzati da Cittadinanzattiva d’intesa con l’Azienda e l’ Assessorato regionale alla salute sono stati effettuati nelle strutture sanitarie dell’Azienda nel corso del 2014. Essi hanno interessato i seguenti Presidi: PTA e ADI. I risultati degli audit anzidetti sono stati prodotti agli organi aziendali per le valutazioni e determinazioni di competenza. Nel corso del 2014 sono stati altresì presentati i risultati dell’Audit civico – Obbiettivo 3.2 – La valutazione della qualità delle strutture secondo la prospettiva del cittadino svolto negli anni decorsi con equipe miste, costituite da componenti del Comitato consultivo e da operatori aziendali ed interessanti tutti gli Ospedali dell’Asp. Sono stati anche predisposti i piani di miglioramento dei quali si attende conoscere i relativi riscontri.

Rischio clinico Si ribadisce quanto sottolineato nella Relazione 2014 sulla necessità che medici ed infermieri che nell’esercizio professionale commettono degli errori in perfetta buona fede denuncino, anche in forma anonima, i propri comportamenti utili ad evitare di ricadere in futuro nello stesso errore. Quella abitudine a non denunciare il personale sanitario fortunatamente da qualche tempo si sta abbandonando nella consapevolezza che l’errore è un fatto umano e che quindi va prevenuto con ogni mezzo; anzi dall’errore si può imparare. L’ASP ha attenzionato il problema, anche con opportuni corsi di formazione, invogliando il personale sanitario dei PP.OO. a comunicare tali eventi detti sentinella. Su tale politica occorre non stancarsi ad investire risorse in modo prioritario rispetto ad altri settori stante il carattere rilevante nel miglioramento della qualità e sicurezza del paziente. Gli eventi sentinella nel 2010 sono stati n. 6; nel 2011 n. 5; nel 2012 n. 5 e nel 2013 n. 15; nel 2014 n.35; nel 2015 n. 15. In questo ultimo anno c’è una tendenza decrescente le cui cause sarebbe opportuno conoscere. I numeri sono modesti e ci inducono a credere che in campo sanitario l’aspetto sanzionatorio è ancora dominante e che persistono concezioni che considerano il rischio uguale a zero. Sui casi suindicati è stata fatta analisi delle cause, il più delle volte dovute a carenze nel processo di comunicazione col paziente e con i familiari, mancanza di conoscenza e/o applicazione delle procedure esistenti e in rari casi il mancato rispetto dei percorsi diagnostico-terapeutici. L’esame della casistica ha poi indotto l’Azienda a promuovere incontri istruttivi col personale interessato. Va ricordato che a seguito del Decreto Assessoriale in data 5.10.2005 le Aziende sanitarie hanno costituito i Comitati per il rischio clinico, nei quali è anche rappresentata Cittadinanzattiva con propri esperti. Pare però che l’organismo in questione da alcuni anni, come in altre Aziende del Capoluogo, è rimasto inoperoso; al momento non si conoscono le cause di tale inattività, che appare opportuno conoscere.

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Customer satisfation I comitati consultivi sono strumenti organizzativi previlegiati per la rilevazione ed il miglioramento della qualità dei servizi da parte dei cittadini. Quali interlocutori dell’Azienda Asp rappresentano la voce dei cittadini all’interno dei servizi. Al riguardo il Comitato ha rilevato che poco si sta facendo nel campo della Customer satisfation. Nello scorso anno è stata però proposta indagine, da realizzare con questionari, sulla qualità percepita in tutti gli ambulatori e unità di ricovero delle dipendenti strutture aziendali. A compilazione avvenuta, i questionari stessi sono stati spediti all’Assessorato alla salute per l’ elaborazione e pubblicazione sul sito web dell’ Assessorato. Cosa che pare non essere stata effettuata, perdendosi quindi una occasione di valutazione del punto di vista civico in una materia tanto rilevante quale è la qualità percepita dagli utenti del Ssr. La customer satisfation sarà componente essenziale del progetto regionale relativo alla conduzione di una indagine della qualità dei servizi di ricovero, day hospital e ambulatorio, oggetto della direttiva n. 88279 del 18.11.2015 nella quale dovranno essere coinvolti i comitati consultivi nelle fasi operative. Ad oggi però non risulta pervenuta in merito alcuna richiesta di collaborazione.

Comitato Aziendale valutazione sinistri (CAVS) L’Azienda ha già deliberato con atto n. 3971 del 7.12.2012 la costituzione dell’organismo di valutazione dei sinistri, formato dal Direttore sanitario quale presidente, da tre componenti dell’U.O Servizi legali/Ufficio assicurazioni, da tre medici legali, un componente dell’Ufficio tecnico, uno del servizio Prevenzione e Protezione e dal Risk manager aziendale. Il Comitato dalla sua istituzione si è riunito regolarmente per la definizione dei sinistri, oggetto di eventuale risarcimento. Nel corso del 2014 e 2015 per un certo periodo l’attività è rimasta sospesa a causa degli avvicendamenti tra Commissari e Direttore generale, finalmente conclusi a 2015 avanzato con la nomina del dott. Giammanco Giuseppe a Direttore Generale. In relazione ai ritardi con nota Prot. n. 149 del 7.12.2015 è stato inoltrato dal Comitato sollecitazione alla Direzione Aziendale per la ripresa dell’attività. Si confida ora in una accelerazione dell’esame delle numerose pratiche per la riduzione dell’arretrato.

Pronto soccorso: Accoglienza e gestione dell’attesa Il Comitato sottolinea ancora il contributo che le Associazioni del volontariato possono dare per rendere più umano l’accesso e l’attesa nei PP.SS dei PP.OO di Acireale, Giarre, Caltagirone e Biancavilla, Bronte e Paternò; pertanto si insiste perché vengano superate le difficoltà, ove ancora presenti, per avviare la collaborazione di volontari analogamente, peraltro, a quanto avviene nei PP.SS degli Ospedali delle altre Aziende cittadine. Ciò ora dovrebbe essere più facilitato dalla modifica del Protocollo di intesa

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operata con la delibera n. 99 del 22.1.2016 in ordine a nuovi compiti che le associazioni di volontariato possono svolgere nelle strutture aziendali relative a informazione, orientamento ed accoglienza dell’utenza afferente i punti di accesso ed i servizi territoriali dell’azienda medesima. Si auspica in tal senso una vera svolta nell’accoglienza ai PP.SS. di tanti malati abbisognevoli non solo di assistenza ma anche di solidarietà ed umanità. Con l’occasione va ribadito quanto evidenziato nella Relazione 2014 nel mentre si richiama l’attenzione sulla grave situazione del Pronto soccorso dell’Ospedale di Acireale per il sovraffollamento che si è creato dal maggio 2015 dopo la chiusura del P.S. dell’Ospedale di Giarre. Il delicato lavoro di emergenza si è quasi raddoppiato con poco personale, poche barelle e uno o due OSA per turno; i 118 devono aspettare oltre 1 ora per potere sbarellare per mancanza di lettighe o barelle; una realtà amara che tanti utenti sono costretti a vivere con esperienze di vita che nulla hanno di umano e dignitoso. Ci sono malati gravi lasciati a dormire una notte in Osservazione in sedia a rotelle e familiari accompagnatori in una sedia normale.

Progetto umanizzazione sanitaria Questo Comitato ha avuto sempre consapevolezza della necessità ed importanza di promuovere nella nostra Azienda la cultura della relazione, comunicazione ed accoglienza ed a tal fine con interesse il Presidente ha partecipato all’incontro promosso dall’ Assessorato salute, svolto il 24.4.2015 presso l’aula Salomone del Policlinico di Palermo. In quella occasione, con qualificati interventi, sono state illustrate la Guida Relazione Medico - Paziente e la Guida al ricovero e fornite istruzioni per una adeguata diffusione tra gli operatori interessati. Al rientro il sottoscritto ritenendo propizia l’occasione per sensibilizzare quanti più operatori possibili sul tema, ha chiesto alle Direzioni mediche degli PP.OO. Aziendali di essere informato sulle date di consegna e diffusione delle Guide di cui trattasi ai rappresentanti del personale medico, infermieristico ed ai ricoverati. Conosciuto il programma una rappresentanza del Comitato (Benedetto Furnari, Salvatore Garraffo e Maria Ronsisvalle) hanno partecipato nel corso dell’anno 2015 alla illustrazione e diffusione degli opuscoli. La dott. ssa Fisicaro Emilia, Referente rischio clinico aziendale ha relazionato con competenza e professionalità sugli obbiettivi del progetto che sono quelli di migliorare la relazione tra il personale sanitario e i pazienti. In quelle occasioni sono stati evidenziati anche gli aspetti bioetici della Relazione e la necessità di attuare, in seno alle unità operative ambulatoriali e di ricovero, un programma di implementazione. Gli interventi sono stati stimolanti e quasi sempre seguiti da un breve dibattito, durante il quale mentre si è espressa piena condivisione delle Guide e dei loro contenuti, non è mancato di evidenziare difficoltà operative legate il più delle volte a lavori stressanti dovuti ad organici di personale sempre più

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ridotti. Durante gli incontri è sempre intervenuto il Presidente del Comitato consultivo che, nell’illustrare i compiti del Comitato ha segnalato quanto sta a cuore ai cittadini il buon rapporto medico paziente, evidenziato tra l’altro dallo stesso codice deontologico e dal riconoscimento della umanizzazione delle cure configurata come un vero e proprio diritto del paziente. In occasione di quegli incontri, il Presidente ha distribuito un volantino contenente una lettera indirizzata al personale medico ed infermieristico dei Presidi suindicati per l’attuazione della campagna informativa Abbiamo un sogno “Patient centered Medicine”.Infine, poiché il tema della relazione medico paziente è fondamentale nel rapporto tra personale sanitario e pazienti, il Comitato, consapevole della necessità della diffusione del progetto regionale, tramite il suo Presidente, ha inviato un articolo alla Rivista – Catania Medica - dell’Ordine dei Medici della Provincia di Catania, dal titolo “ La medicina centrata sul paziente : la relazione tra paziente e medico in ospedale pubblicato nel n. 6 del corrente anno. Questo Comitato, considerato che la buona relazione tra medico e paziente costituisce un valore per una sanità di qualità e peraltro può prevenire ogni forma di conflitto e di medicina difensiva, ritiene sottolineare che quel progetto da parte delle aziende sanitarie ed ospedaliere non deve essere vissuto come un adempimento burocratico bensì come impegno permanente e di responsabilità condivisa con i cittadini per operare insieme per un SSR migliore anche, ove necessario, con formazione continua.

Scuola di umanizzazione Si rinnova la proposta, nel quadro dell’umanizzazione dei servizi sanitari dell’Azienda, perché venga curata sempre meglio la formazione umana degli operatori attraverso una Scuola permanente. Nella consapevolezza della scarsità di risorse finanziarie, il Comitato nuovamente suggerisce, nelle more della istituzione di una vera e propria scuola, di avviare una iniziativa di collaborazione con la Scuola di Umanizzazione della medicina di Alba in provincia di Cuneo, che all’uopo ha verbalmente dichiarato la propria disponibilità. Per il Comitato rinnovato l’argomento scuola è di primaria importanza e per questo motivo l’ha inserito nel programma di attività. Anche per tali ragioni manifesta disponibilità per la più ampia collaborazione sul piano tecnico ed amministrativo anche al fine di promuovere eventuale Protocollo di intesa con la Struttura di Alba. 5. CARTA DEI DIRITTI E DEI DOVERI. RAPPORTI CON

L’URP (art. 2 lett. f, n, o del D.A. 15.04.2010) Carta dei diritti e dei doveri degli utenti del SSR: Campagna informativa. Sono stati stampati numerosi manifesti (circa 2700 copie) contenenti la” Carta dei diritti e dei doveri degli utenti del SSR” ed avviata la campagna informativa nell’Anno

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europeo dei cittadini, in coincidenza con il ventesimo anniversario della cittadinanza, introdotta con il Trattato di Maastricht. La presentazione è avvenuta in conferenza stampa nella mattinata del 17 giugno 2013 nei locali della Direzione aziendale con la partecipazione di numerose associazioni del volontariato e di emittenti Tv. La campagna continua perché rende i cittadini consapevoli sia dei diritti che dei doveri nei confronti del SSN, bene comune che in ogni modo occorre difendere; in questo frattempo si è allargato il panorama dei diritti con l’approvazione da parte del Comitato consultivo nella seduta del 20.10.2015 della Carta dei diritti del bambino e dell’adolescente in ospedale che presto sarà diffusa nelle unità operative ospedaliere di pediatria dell’Asp.

La Conferenza dei Comitati consultivi delle Aziende sanitarie della Regione Il 12 luglio 2011, in una gremita aula magna del Policlinico di Catania, alla presenza dei Presidenti dei Comitati Consultivi Aziendali dell’Isola, dei Direttori Generali delle Aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione e dell’Assessore regionale alla salute, è stato approvato il documento di istituzione della Conferenza e nominato il Presidente. Quel documento ha segnato la nascita della Conferenza, non prevista dalla legge 5/09, finalizzata fondamentalmente al coordinamento dei Comitati per l’esercizio delle attività improntate ai principi di omogeneità, trasparenza ed efficienza. La Conferenza, dopo qualche anno ha avuto riconoscimento regionale col Regolamento approvato con D.A. del 21.9.2012 n. 1874. La conferenza nella sua composizione si è rinnovata con assemblea elettiva svolta in Messina il 10.9.2015 nella sala formazione dell’Azienda Papardo-Piemonte. In quella occasione è stato confermato Presidente il dott. Pieremilio Vasta, Presidente del Comitato consultivo dell’Azienda ospedaliera Universitaria Vittorio Emanuele – Policlinico di Catania mentre Vice presidente è stata eletta Pensabene Tania, Presidente del Comitato consultivo dell’Azienda Ospedaliera Policlinico di Palermo. Nell’occasione è stata rappresentata e condivisa la necessità di un forte impegno di tutti i Presidenti nelle azioni che la Conferenza andrà ad intraprendere nel triennio dell’attività. Dal CCA Asp Catania, auguri sinceri ai nuovi eletti, alla Conferenza e ai Comitati consultivi.

Regolamento attività di volontariato nelle strutture sanitarie Il Comitato consultivo nella seduta del 4.12.2013 ha varato un regolamento per la disciplina delle attività di volontariato presso l’Azienda sanitaria provinciale. Il regolamento mirava a disciplinare i rapporti tra l’Asp e le organizzazioni di volontariato e di tutela che esplicano funzioni di servizio all’interno delle strutture dell’azienda stessa sulla base di quanto previsto dalla legge 11.8.1991 n. 266 e dalle leggi regionali 30.1.1991 n. 7 e 7.6.1994 n. 22. Il Regolamento non è stato recepito

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dall’Azienda, la quale invece ha ritenuto adottare con delibera n. 375/2014 modificata con delibera n. 99/2016 un Protocollo generale di Intesa per lo svolgimento delle attività di volontariato dentro le strutture aziendali. Potrebbe sembrare che sia la stessa cosa e che la differenza sia soltanto nel nomen juris. Non è così perché, a parte la considerazione della maggiore completezza di disciplina del regolamento, se l’Azienda lo avesse recepito, sarebbe stato più facile il percorso della adozione dei singoli Protocolli che le Associazioni avrebbero stipulato in ragione della loro specificità. In ogni caso resta il fatto che il Comitato non è stato sentito prima della approvazione della Delibera n. 375/2014 del Protocollo generale d’Intesa di cui sopra.

Carta dei servizi Si ribadisce quanto rappresentato nella relazione 2013 e 2014 sottolineandosi quanto segue: In merito alla Carta dei Servizi si è preso atto, con nota in data 24.9.2012, degli aggiornamenti dal 2003 al 2009 restando in attesa degli ulteriori aggiornamenti in relazione alle rilevanti modifiche organizzative introdotte dalla riforma sanitaria regionale – legge 5/2012. La soluzione proposta di disporre di una Carta dei servizi redatta nel rispetto del DPCM 19.5.1995 in formato elettronico da allocare sul sito aziendale, al momento, potrebbe soddisfare gli interessi dell’utenza, considerato il numero sempre più crescente dei cittadini che utilizzano le moderne tecnologie informatiche. Per la realizzazione del documento è fondamentale che tutti i servizi, i dipartimenti e le strutture sanitarie ed amministrative dell’ASP comunichino con tempestività all’URP aziendale le variazioni e gli standard qualitativi dei vari servizi.

Commissione mista Conciliativa La Commissione Mista Conciliativa prevista dal D.P.C.M. 19 maggio 1995 ("Schema generale di riferimento della Carta dei servizi pubblici sanitari") è un organismo di tutela di secondo livello, a composizione paritetica, presieduta da persona esterna all’Azienda Sanitaria che ha una funzione “super partes”. La finalità dell’organismo è quella di gestire e risolvere le controversie con procedure conciliative, al fine di giungere ad una decisione condivisa dalle parti, al di fuori di ogni altro mezzo amministrativo o giurisdizionale, attraverso l’accertamento dei fatti e l’individuazione delle cause che hanno limitato o negato il diritto alla prestazione sanitaria, al fine di contribuire al loro superamento. Quali i compiti della Commissione? Nei casi in cui l’utente si dichiari insoddisfatto della definizione del reclamo ed abbia comunicato la sua insoddisfazione entro 30 giorni dal ricevimento della risposta da parte del Direttore Generale, la questione viene deferita dall’URP alla Commissione Mista Conciliativa, alla quale entro 15 giorni dal ricevimento spetta la valutazione delle istanze dei cittadini che si dichiarano insoddisfatti della risposta ottenuta dal primo livello di tutela. La decisione della Commissione è comunicata per conoscenza entro 15 giorni

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dalla sua adozione al Direttore Generale competente che ne prende atto e all’URP che ne informa l’utente; si completa in tal modo il percorso di gestione della segnalazione. Queste semplici norme sono contenute nei Regolamenti di pubblica tutela che le Aziende hanno da tempo deliberato, come è il caso dell’Asp, che con atto n. 2921 del 28.11 2002 ha disciplinato l’organismo in questione, mai entrato in vigore per complesse interpretazioni che ora è il caso di chiarire. Si richiama pertanto l’attenzione dell’Azienda perché l’argomento venga posto al più presto in agenda per consentire ai cittadini di disporre di uno strumento di tutela previsto dalla legge. L’argomento è stato proposto nella relazione 2014 e lo si ripropone ora nella presente relazione perché trattasi di un istituto di ampia tutela per gli utenti.

Giornata della Trasparenza Trasparenza amministrativa, accessibilità, etica pubblica e prevenzione della corruzione: sono questi i temi della Giornata della Trasparenza che ai sensi della normativa contenuta nel D. Lgs 14.3.2013 n. 33 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni) ogni azienda pubblica, comprese quelle sanitarie, devono svolgere al fine di informare i cittadini sulle azioni intraprese per favorire lo sviluppo di una cultura amministrativa orientata all’accessibilità totale, alla integrità e alla legalità. Per quanto concerne la sanità la Giornata della trasparenza ha l’obiettivo principale di contribuire allo sviluppo di fiducia e rispetto nei confronti della Sanità Pubblica, garantendo l’efficienza dell’attività amministrativa, anche attraverso l’individuazione dei servizi di maggiore interesse per l’utenza, al fine di migliorarne l’offerta con un elevato standard di qualità. Nelle aziende sanitarie, la trasparenza e l’integrità concorrono ad attuare i principi costituzionali di eguaglianza, di imparzialità, buon andamento, responsabilità, efficacia ed efficienza nell'utilizzo di risorse pubbliche, concorrendo alla realizzazione di una amministrazione aperta, al servizio dei cittadini. Ogni Ente deve nominare al suo interno il Responsabile aziendale per la trasparenza il quale provvede all'aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l'integrità, all'interno del quale sono previste specifiche misure di monitoraggio sull'attuazione degli obblighi di trasparenza e ulteriori misure e iniziative di promozione della stessa. Secondo quanto previsto dall’art. 43 il Responsabile svolge stabilmente un'attività di controllo sull'adempimento da parte dell'amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l'aggiornamento delle informazioni pubblicate, nonché segnalando all'organo di indirizzo politico, all'Organismo Indipendente di Valutazione (OIV), all'Autorità nazionale anticorruzione e, nei casi più gravi, all'ufficio di disciplina i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione.

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Di particolare interesse è infine l’art. 10 del citato decreto legislativo nella parte in cui prevede (comma 6) che ogni amministrazione presenta il piano e la Relazione sulle performance di cui all’art. 10 comma 1, lett. a) e b) del D. 150/2009 alle Associazioni dei consumatori, e utenti, ai centri di ricerca e ad ogni altro osservatore qualificato nell’ambito di apposite giornate della trasparenza senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica. Non risulta che ad oggi le Aziende di questo capoluogo abbiano celebrato alcuna giornata in conformità alla normativa suindicata. Questo Comitato è fortemente interessato a che l’argomento trasparenza sia tema corrente ed attuale, per cui auspica che l’Azienda da sola o insieme alle altre dell’area metropolitana di Catania organizzino l’evento di cui trattasi.

Gionata europea dei diritti del malato La Giornata europea dei diritti del malato è una ricorrenza annuale fissata il 18 aprile di ogni anno, che, per iniziativa di Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del malato, viene celebrata in numerosi Paesi dell’Unione europea. Questa giornata viene ora organizzata in collaborazione con l’Azienda sanitaria Provinciale di Catania. Essa intende riaffermare il valore del diritto alla salute come valore di crescita morale, economica e sociale, nella consapevolezza, come scriveva Schopenhauer, che anche se la salute non è tutto, senza salute tutto è niente. La salute è un valore di estrema importanza che i cittadini devono difendere a denti stretti, un bene comune dal valore inestimabile, ma purtroppo in sofferenza perché sempre più affievolito quando addirittura esaurito per le fasce di utenti a bassissimo reddito. Fondamentale in queste occasioni è ricordare la Carta europea dei diritti del malato: diritto all’accesso, all’informazione, alla libera scelta, all’innovazione, al trattamento personalizzato, alla privacy e alla confidenzialità, alla sicurezza delle cure, ecc). Uno dei diritti tanto caro ai cittadini, implicito, naturale, sovrastante a tutti gli altri è quello della umanizzazione, riconosciuta dai più modalità essenziale di cura, per cui una terapia non resa umanizzata può essere non efficace. Stiamo parlando di umanizzazione, cioè di qualche cosa che pur non guarendo, fa stare meglio; di qualche cosa che calata all’interno del contesto sanitario, così pieno di paure, sofferenze, ansie, acquisisce un immenso valore. La mancata umanizzazione delle cure non deve essere confusa con la malasanità, comunemente intesa con quel mix di scandali ed errori da prima pagina dei giornali, sebbene dietro gli errori medici, presunti o accertati, si riscontra spesso mancanza di umanizzazione. Anche per questo non la si può accettare: la mancata umanizzazione è scambiare il nome di un paziente con il numero di un letto, è passare vicino al dolore di una persona e non accorgersi di quanto sta soffrendo, è dire la parola sbagliata nel momento sbagliato e soprattutto non fare quel gesto di attenzione che andrebbe fatto. Certo, quando si parla di umanizzazione delle cure il

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processo non interessa solo i comportamenti degli operatori sanitari (medici, infermieri, personale socio sanitario); interessa anche le strutture di ricovero e ambulatoriali, costruite con criteri lontani dalle esigenze del malato. Questo deve indurre i responsabili delle politiche sanitarie a non trascurare nella progettazione di considerare i bisogni umani dei pazienti, futuri ospiti. Noi dei Comitati consultivi, costituiti da tante Associazioni ed Organizzazioni dei cittadini, impegnati nella partecipazione alla gestione del servizio sanitario regionale e nella trasformazione dell’utenza in cittadinanza con un ruolo attivo di protagonista della propria salute, abbiamo un sogno: la medicina sia effettivamente centrata sul paziente per assicurare l’alleanza terapeutica e la migliore erogazione delle cure nella loro totalità e contesto. La Giornata vuole avviare la campagna Patient centered medicina, a cui si ispira il patto della salute 2014-2016 per un servizio sanitario sostenibile, oggetto di intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. In quel documento, nel rispetto della centralità della persona nella sua interezza fisica, psicologica e sociale, le regioni sono impegnate “ad attuare interventi di umanizzazione in ambito sanitario, che coinvolgono gli aspetti strutturali, organizzativi e relazionali dell’assistenza”. Nel sottolineare che l’umanizzazione della cure rientri negli ambiti prioritari di intervento, i Comitati consultivi chiedono di predisporre un programma annuale di umanizzazione delle cure, inteso a definire almeno un’attività progettuale in tema di formazione del personale ed una attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo, indirizzato prioritariamente alle seguenti aree assistenziali: area critica, pediatria, comunicazione, oncologia, assistenza domiciliare. Tale programma dovrà essere accompagnato da sistemi di monitoraggio in grado di misurare il grado di soddisfazione dei cittadini attraverso l’utilizzo sistematico e continuativo di strumenti di valutazione della qualità percepita.

Collegio di Direzione Si ripropone quanto evidenziato nella relazione 2014 del seguente tenore: “ In ogni azienda è costituito il Collegio di direzione, di cui il Direttore Generale si avvale per il governo delle attività cliniche, la programmazione e valutazione delle attività tecnico-sanitarie e di quelle ad alta integrazione sanitaria”. Il Collegio di direzione concorre alla formulazione dei programmi di formazione, delle soluzioni organizzative per l'attuazione dell’attività libero-professionale intramuraria e alla valutazione dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi clinici. Il Direttore Generale si avvale del Collegio di direzione per l'elaborazione del programma di attività dell'azienda, nonché per l'organizzazione e lo sviluppo dei servizi, anche in attuazione del modello dipartimentale e per l'utilizzazione delle risorse umane. La regione disciplina l'attività e

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la composizione del Collegio di direzione, prevedendo la partecipazione del direttore sanitario ed amministrativo, dei direttori di distretto, di dipartimento e di presidio (art. 17 D. Lgs. 229 del19.6.1999). Con D. A. del 21.9.2012 n. 1874 (art. 3) è stato previsto che i Presidenti dei Comitati consultivi partecipino ai Collegi di Direzione delle Aziende sanitarie in ordine alle coincidenti materie di competenza di cui all’art. 9, comma 8 della L. 5/2009 e Decreto di attuazione D.A. 15.4.2010 n. 1039. Il Comitato consultivo dell’ASP è stato costituito da oltre 3 anni ed il suo Presidente non è stato mai convocato. La causa? Un disguido, il Collegio non si è mai riunito o non si ha conoscenza dell’art.3?

Cabina di regia Si è verificato sovente nel triennio precedente di attività (2011-2014) e nel corso del 2015 che il CCA così come previsto dal D.A. 15.4.2010 abbia fatto proposte, a cui non è seguito riscontro. Sicuramente non per scarsa considerazione delle proposte quanto invece per mancanza di tempo e di una unità di personale responsabile che potesse farsi carico di acquisire e comunicare tale riscontro. Non si vuole onerare di ulteriori incombenze la Direzione aziendale di fornire, caso per caso, risposte alle proposte, ma riteniamo utile proporre che venga indicato un referente di fiducia che possa interloquire col Comitato e fornire risposte. Lasciare il Comitato nel limbo potrebbe essere frustante e demotivante, rendendo inutile l’organismo di partecipazione civica. In alternativa potrebbe anche crearsi un gruppo di lavoro paritetico o Cabina di regia, costituito da due componenti del Comitato ed altrettanti dell’azienda che periodicamente si incontrano per valutare la fattibilità delle proposte civiche. In questo senso pare che l’Azienda si stia movendo avendo voluto due nominativi con i quali costituire il gruppo di regia di cui trattasi.

ALLEGATO Estratto della nota n. 148 del 7.12.2015 concernente indagine governo liste di attesa. Linee di azione: Sulla base dello stato normativo sopra rappresentato e dei ritardi peraltro realizzati per un piano di prenotazione interaziendale, questo Comitato intende contribuire con il presente studio per una soluzione il più possibile vicina e meno dispendiosa attraverso il seguente piano operativo, per l’attuazione del quale si suggeriscono le seguenti linee di azioni per un adeguato governo del fenomeno:

1. L’abbattimento delle liste di attesa sia previsto da disposizioni regionali ed inserito tra gli obiettivi assegnati ai Direttori generali delle Aziende, per cui il mancato

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raggiungimento di tali obbiettivi, magari in misura ridotta rispetto al 100% (e quindi prevedere almeno un 80%) costituisce grave inadempimento contrattuale e ne comporta la decadenza automatica. Quali tempi massimi vanno osservati quelli indicati a livello nazionale: Per le prestazioni ambulatoriali sono previsti i seguenti codici di priorità clinica: U - urgente | da erogarsi entro 72 ore dalla richiesta B - breve | da erogarsi entro 10 giorni dalla richiesta D - differibile | da erogarsi entro 30 giorni dalla richiesta per le visite ambulatoriali

ed entro 60 giorni per le prestazioni di diagnostica strumentale P - programmabile | da erogarsi entro 180 giorni dalla richiesta Per le prestazioni codificate come urgenti, per il rilevante impatto organizzativo occorrerà che la richiesta sia particolarmente motivata o docum-entata dai MMG/ PLS o da altro specialista. Per le prestazioni in regime di ricovero sono previsti i seguenti codici di priorità: A - entro 30 giorni B - entro 60 giorni C - entro 180 giorni D - entro 12 mesi Per le prestazioni, indicate nell’elenco sovra rappresentato, le Aziende sanitarie sono tenute a mettere in opera tutte le risorse e gli stru-menti, soprattutto organizzativi, per garantire il rispetto dei tempi massimi di attesa per esse individuato, secondo i diversi codici di priorità, ad almeno il 90% degli utenti richiedenti, presso le strutture erogatrici indicate dai Programmi attuativi aziendali. Ai fini della verifica del rispetto dei tempi d’attesa per le prestazioni ambulatoriali sono prese in considerazione solo le prime visite e le prime prestazioni diagnostico-terapeutiche, ovvero quelle che rappresentano il primo contatto del paziente con il sistema, relativamente al problema di salute posto, mentre sono escluse tutte le prestazioni di controllo e le prestazioni di screening. Per meglio gestire le prenotazioni delle attività di ricovero, secondo le classi di priorità qui indicate, e garantire la qualità del dato ai fini del relativo monitoraggio delle S.D.O., il PNGLA 2010 - 2012 indica come obbligatorio l’utilizzo delle Agende di Prenotazione dei Ricoveri nel formato e con le modalità previste nel documento prodotto dal Mattone “tempi d’attesa”: Linee guida per le agende di prenotazione dei ricoveri ospedalieri programmabili.

2. È fondamentale che le quattro aziende del Capoluogo, facendo proprio il punto di vista del cittadino, si siedano attorno ad un tavolo, dialoghino, interloquiscano, valutino, decidano segnalando interventi concreti ed urgenti da adottare. E’ necessario che il problema delle liste di attesa venga visto secondo una ottica

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interaziendale superando steccati e soprattutto interessi di categorie. Se il problema non viene visto in tale ottica le soluzioni saranno sempre parziali, inutili e pregiudizievoli per gli utenti i quali saranno costretti a rinunciare a curarsi, ad attivare una mobilità passiva con ingenti danni anche di immagine del SSR, certificando l’inadeguatezza del servizi pubblico e la sua fine. Perciò è importante, predisporre un Piano orga-nizzativo-operativo di riordino e rifunzionaliz-zazione della specialistica e della diagnostica ambulatoriale, pubblica e privata, finalizzato al ridisegno dell’offerta in una prospettiva di maggiore appropriatezza, efficienza e tempestività delle cure per intervenire sulla riduzione dei tempi d’attesa in particolare per le prestazioni critiche. A tal riguardo contributi di studio e ricerca può anche dare il Gruppo interaziendale per il governo delle liste di attesa e la stessa Gabina regionale di Regia.

3. Promuovere a cura delle stesse aziende un controllo stretto sul fenomeno attraverso una serie di indicatori e soprattutto con il monitoraggio costante dell’offerta, comprese azioni di rimodulazione che permettano di fronteggiare carenze e criticità riferite ad alcune prestazioni.

4. Laddove si registra una domanda forte e attese insostenibili, previa analisi del fenomeno, le Aziende abbiano le capacità di mettere in campo misure di compensazione.

5. Siano operative, da parte dei medici di famiglia, le classi di priorità, spiegandole ai cittadini ed informandoli che nulla di pregiudizievole hanno da temere da un contenuto ritardo alla soddisfazione alla loro richiesta. Questo tema deve essere centrale e va bandito il sistema di non indicare alcuna classe di priorità, segno di grave irresponsabilità professionale, come va anche bandita la pratica che il medico curante prescrive una prestazione e questa deve poi essere convalidata dallo specialista che la deve eseguire. In questi casi, se il Servizio pubblico intende controllare l’operatore, è bene prescrivere direttamente la prestazione.

6. Frenare l’utilizzo indiscriminato delle tecnologie diagnostiche e ridurre gli eccessi di medicalizzazione della società, favorendo l’introduzione nella pratica clinica solo di quelle tecnologie che, oltre ad essere supportate da concrete prove di efficacia, hanno un elevato value, senza trascurare una valutazione trasparente delle tecnologie per proteggere la salute delle persone: i dispositivi devono essere valutati criticamente, alla pari dei farmaci; i pazienti devono essere informati sulle incertezze che riguardano i rischi ed i benefici delle tecnologie, non solo sui vantaggi spesso ostentati dai media.

7. Nel sistema attuale va poi potenziato il fronte dell’offerta con il ricorso, in via temporanea, a prestazioni aggiuntive che vadano ad integrare l’attività istituzionale ove l’attesa superi il limite massimo.

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8. Attivazione di disponibilità dedicate ad utenti non esenti per erogare, in regime libero-professionale, prestazioni da parte dei professionisti con il pagamento di una tariffa equivalente alla compartecipazione prevista. Per questa tipologia di libera professione a tariffa calmierata, l’adesione dei singoli professionisti potrà essere volontaria, da definire con specifici accordi aziendali che ne prevedono l’erogazione anche nelle giornate di sabato e domenica.

9. Disporre il blocco immediato dell’attività libero-professionale nelle strutture pubbliche nel caso di superamento del rapporto tra attività libero professionale e istituzionale sulle prestazioni erogate e di sforamento dei tempi di attesa massimi già individuati dalla Regione.

10. Alleanza con il privato accreditato attraverso percorsi di tutela della priorità clinica per offrire all’utente la possibilità di avere la prestazione dal privato tutte le volte in cui nella struttura pubblica venga superato il tempo massimo di attesa.

11. Consentire al cittadino di disporre di infrastrutture di rete, (anche tramite la Rete Civica della Salute) sviluppando un sistema on line che permetta una serie di operazioni, quali il pagamento ticket, cancellare un appuntamento, avere facilitazioni di prenotazioni tramite i medici di famiglia, le farmacie ecc.

12. Lotta agli appuntamenti deserti sanzionando gli illeciti comportamenti degli utenti col pagamento del ticket per la prestazione non usufruita da chi ha prenotato e non ha disdettato l’appuntamento.

13. Per i ricoveri relativi ad interventi chirurgici istituire presso le Direzioni sanitarie un Registro nel quale il medico specialista prescrittore deve inserire una scheda con le informazioni relative alla procedura terapeutica, al codice di priorità; l’intervento sarà poi calendarizzato da un ufficio della Direzione sanitaria il quale provvederà ad inserire il paziente nella lista degli interventi. Analogo registro va istituito per i ricoveri relativamente ad accertamenti diagnostici e terapeutici delle branche di medicina.

Le azioni sopra indicate, non esaustive, sicuramente potranno migliorare la situazione generale in ordine al governo delle liste di attesa, e quanto meno potranno apportare ulteriori miglioramenti, specie se il sistema sarà sottoposto a verifica semestrale per i necessari aggiustamenti in modo da renderlo uniforme ed equo in tutte le Aziende. Diversamente la problematica si aggraverà sempre più con gravi effetti sulla salute dei cittadini, troppo spesso costretti a mettere mano al portafoglio, quando possono, per aggirare le attese troppo lunghe.

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Elogio della dignità

La dignità è premessa e condizione di eguaglianza

e al tempo stesso di diversità; è espressione e frutto di solidarietà

e fondamento e limite di libertà. Ragionare sulla dignità di fronte al terrorismo,

alla violenza e alla intolleranza, al negazionismo della Shoah,

alle degenerazioni dell’ economia finanziaria, allo sfruttamento dei più deboli,

alla corruzione, ai problemi drammatici del fine vita;

ricordare le radici della dignità nella tradizione cristiana ed europea e i loro frutti nelle carte costituzionali e nelle dichiarazioni sovranazionali

sui diritti umani: è un diritto ed un dovere per tutti,

per rivendicare e difendere la nostra umanità.

dal saggio Elogio della dignità di Giovanni Maria Flick Editrice vaticana