5 - Capitolo 5 Il Pret a Porter

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    V. IL PRET-A-PORTER

    V.1. LA RIVOLUZIONE GIOVANILE

    Nel corso degli anni Sessanta i giovani,alla continua ricerca di forme di evasione e dotati perla prima volta di un reddito da spendere e di tempo libero, hanno raggiunto legemonia nel campo

    socio-culturale e dei costumi entrando in scena come i veri protagonisti della vita pubblica e

    rappresentando cos il modello di riferimento ideale dellintera cultura del consumo, avendo la

    geniale intuizione di sfruttare il ruolo comunicativo dei mass media. I nuovi valori proposti, ovvero

    il dinamismo e la libert, hanno fatto apparire obsoleta la tradizionale concezione di eleganza

    dellalta moda, mentre labito, da segno di distinzione sociale, si trasforma in uno strumento per

    soddisfare il proprio bisogno di ludicit e, ancor pi, di seduzione : comincia cos ad imperversare

    la presenza di colori vivaci, stampe floreali, accostamenti audaci, capelli pi lunghi, trucco marcato,

    gioielli di plastica, camicie trasparenti, scarpe con la zeppa, minigonne e collant di ogni colore.

    Il rapporto fisico fra il fotografo e la modella Verushka nel film Blow Up (1966),

    ambientato nella Londra capitale del movimento giovanile, rappresenta molto bene lenergia

    esplosiva espressa dalla nuova cultura giovanile alla ricerca della pi completa liberazione del

    corpo e della sessualit, dando vita al nuovo modello di vestire informale : il casual.

    Figura 1

    La rivoluzione giovanile degli anni Sessanta ha potuto verificarsi grazie alleffetto di

    ridistribuzione dei beni allinterno della popolazione che ha prodotto un incremento delle risorse

    disponibili da parte delle classi medie, e per effetto dellestensione dello studio universitario che ha

    innalzato il livello del gusto. Una nuova fascia medio-borghese arrivata alla soglia del benessere,

    comincia a reclamare una moda veramente democratica rifiutando il lusso e lostentazione propridellalta moda. In Italia, lirruzione dello stile giovanile arriva con qualche anno di ritardo ed i primi

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    a modificare la propria immagine sono stati proprio i ragazzi e le ragazze appartenenti ai ceti meno

    abbienti poich questi erano pressoch privi di un solido retroterra culturale e di una rigida

    educazione, pertanto si lasciano ammaliare dai modelli di abbigliamento innovativo, decisamente

    pop.

    V.2. NASCITA DEL PRET-A-PORTER

    La risposta del sistema della moda allesigenza giovanile di un abbigliamento pi libero e

    democratico, il Prt--Porter che nasce in Francia con lintento di produrre degli abiti gi

    confezionati e dai prezzi accessibili, ma innovativi sul piano stilistico e ben curati per quanto

    riguarda le caratteristiche tecniche.

    Negli anni Sessanta ilPrt--Portersi dato unidentit specifica e persino trasgressiva, nata cos una nuova generazione di creatori di moda: Daniel Hecher, Jean Chacharel, Mary Quant

    ecc. il primo couturier ad entrare in questo settore stato Pierre Cardin, seguito subito da Yves

    Saint-Laurent, allievo di Dior, il primo a proporre per la donna, abiti tipicamente maschili come lo

    smoking, la giacca sahariana e limpermeabile. Lo stile dei creatori di moda di quegli anni

    abbandona le linee curve proponendo linee dritte che alludevano ai veicoli delle conquiste spaziali

    che dominavano limmaginario.tra i giovani, Andr Courrges ha suscitato scalpore per il suo stile

    corto e geometrico, liberando la donna dai tacchi alti, dal reggiseno e dagli abiti stretti e perfezionala minigonna inventata da Mary Quant nel 1961 a Londra.

    Con il successo del Prt--Porter, lalta moda ha perso terreno rispetto alle dinamiche

    evolutive della moda, incominciando a codificare, aggiungendo il suo prestigio, ci che veniva gi

    utilizzato massicciamente, per esempio, ha accolto i pantaloni per le donne, quando queste li

    avevano gi adottati in massa ; anche oggi, lalta moda non propone abiti allultima moda, ma mira

    ad unimmagine di eternit e il suo obiettivo promuovere le linee di Prt--Portere di cosmetici,

    poich il mercato mondiale di abiti di alta moda costituito dalla vendita di soli 3.000 capi lanno.

    V.3. LA MODA MADE IN ITALY

    Durante gli anni Settanta le persone hanno trascurato il proprio corpo in favore della

    maggiore attenzione ai valori diffusi dalla grande ondata di proteste sociali e culturali originatesi nel

    Sessantotto, e dei problemi scaturiti da una grave crisi economica. Lo stilista cerca di individuare le

    nuove tendenze nella societ, nelle avanguardie artistiche, nelle trib urbane giovanili o nelle

    sempre pi presenti culture etniche, le riordina entro immagini codificate e le riporta sotto ilcontrollo dellindustria alla quale legato da un contratto di tipo professionale, e negli anni Ottanta

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    il Prt--Porter italiano raggiunge il successo grazie anche al legame istauratosi con lindustria

    tessile e ci ha dato un contributo decisivo allo sviluppo del settore tessile italiano : Como, Carpi,

    Prato, Biella ed altri distretti si sono saputi coordinare perfettamente al fine di offrire prodotti di

    livelli particolarmente elevati.

    I motivi del successo del modello industriale del vestire italiano si individuano soprattutto

    nella sua capacit di riconoscere e raggruppare il senso di delusione apparso in molte persone

    diverse fra loro, dato dal superamento dei valori politici degli anni Sessanta e Settanta,

    trasformando gli ideali di cambiamento della societ in ideali pi modesti relativi alla

    trasformazione dellimmagine personale attraverso labbigliamento. Bisogna inoltre considerare

    che, parallelamente, la societ stava mutando e si faceva spazio una nuova classe media: i giovani

    professionisti urbani del terziario avanzato che ricercavano qualit e distinzione nel vestire, pertantole griffe delPrt--Porteradottano una logica fortemente personalistica, il cui emblema diviene la

    firma infatti lo stilista, fornendo una sua inequivocabile identificazione, diventa una guida per la

    scelta del capo dabbigliamento. questo il fattore da considerare come la chiave di volta del

    sistema della moda che ha permesso a molti stilisti italiani di raggiungere il successo negli anni

    Ottanta.

    V.4. ELIO FIORUCCI

    Nel 1967 apre a Milano, in corso Vittorio Emanuele, il suo primo negozio, una sorta di

    bazaar che offriva ai giovani di tutto: scarpe, abiti, calze e accessori a prezzi stracciati. I suoi jeans

    rappresentano una vera reinvenzione di questo capo dabbigliamento : curati, ben tagliati, rifiniti e

    realizzati in denim, sono diventati famosi proprio per la loro elevata vestibilit, ed i suoi, possono

    essere considerati i primi jeans griffati. Fiorucci stato anche il pioniere dellutilizzo dello spazio

    vuoto sul fronte delle T-shirt come una pagina da riempire per lanciare messaggi di ogni genere.

    V.5. VALENTINO

    Apre nel 1959 il suo primo atelier di alta moda in Via dei Condotti a Roma. Valentino

    Garavani ha presentato nelle sue collezioni una donna elegante e romantica, una costante nelle sue

    creazioni lutilizzo di quella particolare sfumatura di rosso che ha preso il suo nome, ma

    Valentino soprattutto maestro nella cura dei dettagli.

    V.6. ALBINI

    Walter Albini crea la sua prima collezione nel 1963 ed il primo stilista italiano ad avviare

    un rapporto di collaborazione stabile con unindustria. Aveva uno stile sofisticato e pieno di

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    riferimenti alle avanguardie artistiche degli anni venti e trenta, ma era anche in grado di proporre

    tanti stili diversi quante le aziende con le quali collaborava.

    V.7. KRIZIA

    Mariuccia Mandelli crea nel 1954 la griffe Krizia, nome preso in prestito dai Dialoghi di

    Platone. Krizia si impone grazie soprattutto alla maglieria decorata da animali ed ispirata al mondo

    dellarte (Magritte, Klimt, Fontana). Molti dei suoi abiti si caratterizzano per i volumi strutturati e

    per la capacit di dare vita attraverso il pliss a geometrie complesse ed evocative.

    V.8. MISSONI

    Ottavio e Rosita Missoni creano, nel 1953, la loro azienda che ancora oggi ha un carattere

    familiare. Uno degli elementi caratterizzanti dello stile Missoni il cosiddetto put-together : una

    sovrapposizione di punti e fantasie apparentemente casuale, ma attentamente progettata nel

    dettaglio mescolando disegni a zig-zag, a righe, fiammanti e ondulati, impiegando, inoltre, colori

    inconsueti come il tamarindo, il pervinca, locra e il glicine.

    V.9. FENDI

    Le cinque sorelle Fendi, eredi del laboratorio di pellicceria e pelletteria creato nel 1925 a

    Roma dai genitori, hanno rivoluzionato negli anni Sessanta limmagine della pelliccia,

    sdrammatizzandola e trasformandola da capo pesante, a prezioso indumento alla moda. Si sono

    avvalse della collaborazione di vari stilisti di gran prestigio come Karl Lagerfeld che ha ideato per

    loro il logo con la doppia F in nero, su sfondo fango. Nel 1997 nata la Baguette, una borsa con

    una piccola tracolla da portare sotto il braccio, che ha avuto un enorme successo.

    V.10. VERSACE

    Gianni Versace fonda la sua griffe nel 1977 con i fratelli Santo e Donatella ; una testa diMedusa contrassegna le sue creazioni nelle quali venivano fuse modernit e tradizione, con uno

    stile deciso e aggressivo riuscendo a mescolare senza problemi metallo e plastica, con seta e

    Swarovsky, senza mai cadere nella volgarit. Versace ha soprattutto intuito che per comunicare al

    meglio la sua immagine, bisognava affidarsi ai migliori fotografi, e far sfilare le modelle da essi

    preferite, creando cos la figura della top model, attribuendo alle modelle una notoriet che prima

    non avevano.

    V.11. FERR

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    Gianfranco Ferr presenta nel 1978 la sua prima collezione, affermandosi con una linea

    imponente e decisa. La sua formazione come architetto infatti lo spinge verso una progettazione

    architettonica dellabito, linee decise, colori forti e nitidi. Tra i Leitmotive di Ferr , oltre alla

    purezza delle linee e allamore per lOriente, c la camicia bianca che lo stilista ha trasformato da

    indumento base del guardaroba maschile, a strumento di seduzione femminile.

    V.12. MOSCHINO

    Franco Moschino presenta la sua prima collezione nel 1983 alla Fiera di Milano. Si impone

    subito con uno stile ironico e dissacrante che nella moda italiana ha rappresentato qualcosa di

    assolutamente unico. Nel suo lavoro ha costantemente rivisitato la moda del Novecento, ad esempio

    realizzando il celebre tailleur di Chanel con tessuti sui quali erano state stampate pagine di

    quotidiano o con girandole al posto dei bottoni, e ha impiegato i vestiti come lavagne su cui

    scrivere messaggi provocatori spesso anti-moda.

    V.13. DOLCE & GABBANA

    Domenico Dolce e Stefano Gabbane presentano la loro prima collezione femminile a Milano

    nel 1985 contrapponendo limmagine di una donna mediterranea, ispirata alle figure del cinema

    neorealista, a quella che imperava in quegli anni della donna manager, facendo ricorso anche al

    barocco siciliano e alle componenti erotiche dell abbigliamento femminile: sottovesti, reggiseno e

    corsetti esibiti sfrontatamente.

    V.14. GIORGIO ARMANI

    Inizia la sua carriera come vetrinista alla Rinascente , poi viene assunto nel 1964 come

    stilista alla Hitman lazienda di abbigliamento maschile appartenente a Nino Cerruti e questo

    periodo lavorativo di fondamentale importanza per la messa a fuoco dello stile Armani ; qui

    apprende la nuova realt delPrt--Porterche aveva trasformato gli abiti di alta moda in prodottiindustriali realizzati in serie progettati secondo le esigenze della produzione e quelle dellutente

    finale.

    Nellazienda Armani comincia a sperimentare sulla giacca maschile, al tempo ancora

    ingabbiata allinterno di rigidi schemi, e scopre che per liberarsi da tali schemi era assolutamente

    necessario lavorare sui tessuti, i dettagli e il gioco delle proporzioni, affermando in un intervista:

    mi sono impuntato sulla giacca perch trovavo che non valorizzava il corpo e non ne esaltava lasensualit. Io volevo che labito facesse pensare di pi al corpo. Ho cominciato a restringere le

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    giacche, a indicare il punto vita, ad allargare le spalle : cos la figura acquistava in slancio. Poi le ho

    sfoderate per dare maggiore scioltezza 1

    Figura 2

    Armani ha semplificato labito, eliminando elementi eccessivamente decorativi mirando

    innanzitutto alla vestibilit e alla praticit del capo ; cercando di superare la tradizionale rigidit del

    vestito dissacrando la giacca maschile, modificando le proporzioni, spostando i bottoni, abbassando

    i revers ed eliminando imbottiture, telette e infustature. Ha cominciato ad impiegare tessuti morbidi

    e leggeri tradizionalmente legati agli abiti femminili ed ha adottato colori eleganti, discreti : dei

    non-colori come il grigio chiaro e il beige avvicinando il suo ideale di giacca a quello di Chanel e

    dei Dandy inglesi.

    Nel 1975 presenta la sua prima giacca destrutturata per uomo : senza fodera e non stirata, in

    questo modo si aprono nuovi orizzonti per labbigliamento maschile che rifiuta lidentificazione con

    la divisa professionale della tradizione presentandosi cos in maniera attraente, sensuale, giovanile evagamente femminile.

    Armani realizza, negli anni Ottanta, un lavoro sulla giacca maschile, analogo a quello svolto

    da altri nellambito dellarchitettura di quei tempi: unoperazione di radicale destrutturazione dell

    opera darte tradizionale non pi considerata come qualcosa di unitario e definito. Intuisce che

    labbigliamento doveva adeguarsi alla nuova attenzione per il corpo che emergeva nella societ, ma

    soprattutto ai nuovi ruoli svolti dalluomo e dalla donna cercando di rendere pi forti le donne e di

    1(cit. in Brognara et al., 1990, pp. 122-3).

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    ingentilire gli uomini. Per quanto riguarda labbigliamento femminile Armani propone giacche

    morbide realizzate con spalle larghe in grado di creare un immagine di femminilit non ostentata,

    ed il suo stile viene accolto dalle cosiddette donne in carriera, emancipate figlie degli anni

    Settanta che avevano bisogno di un abbigliamento che attirasse gli uomini ma nel contempo li

    mettesse in soggezione. Come Chanel, Armani ha sempre ritenuto fondamentale il rapporto con il

    cinema, sia per leffetto promozionale, sia per gli stimoli che il lavoro di uno stilista pu riceverne

    lasciandosi influenzare fortemente dalle atmosfere un po torbide del cinema hollywoodiano degli

    anni Venti e Trenta.

    Figura 3

    La grande attenzione di Armani per le esigenze dellutente finale ha portato questo stilista a

    creare per primo una seconda linea : nel 1981 nasce Emporio Armani le collezioni erano dotate

    dello stesso livello di qualit stilistica della prima linea, seppure venduta ad un prezzo pi

    accessibile.