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4.1 La selvicoltura Con selvicoltura si intende un complesso di tecniche, fondate su basi scientifiche, relative all’utilizzazione delle risorse forestali che l’uo- mo ha elaborato ed applica al fine di conse- guire una produzione che soddisfi le sue necessità, garantendo nel contempo la con- servazione degli equilibri dell’ecosistema fore- stale. L’obiettivo dell’attività selvicolturale è definito in base alla funzione o al complesso di funzioni che il bosco è chiamato a svolge- re. Ogni intervento selvicolturale, per raggiun- gere tale obiettivo, deve essere inquadrato in una prospettiva temporale di gestione del bosco. È perciò auspicabile, ogni qualvolta ve ne sia la possibilità, allestire una pianificazione sul medio termine delle attività selvicolturali (piano di gestione). La gestione del bosco consiste nel seguire e, se necessario, indirizzare con appropriati interventi la sua evoluzione, mirando a soddi- sfare nel tempo le esigenze dell’uomo. Gestire il bosco non significa necessariamente tagliare alberi. A questo proposito è opportu- no ricordare che una riserva forestale, dove il bosco è lasciato alla sua evoluzione natura- le, può essere considerata a pieno titolo una particolare forma di gestione. 12 Gestione del bosco 4. Tipo di gestione Effetti Attività della Sezione forestale Riserva forestale Gestione attiva Evoluzione naturale (temporanea) Rinuncia ad ogni tipo di utilizzazione legnosa per un periodo di almeno 50 anni Azioni selvicolturali, ripetute ad intervalli di tempo più o meno regolari, che plasmano la struttura del bosco Il bosco è attualmente lasciato all’evoluzione naturale, tenendo presente che in futuro potrebbe rendersi necessaria o opportuna una sua gestione attiva Sorveglianza e monitoraggio Definizione dell’intervento più appropriato, nel rispetto dei principi della selvicoltura naturalistica, delle funzioni svolte dal bosco e delle esigenze del proprietario Sorveglianza del bosco lasciato all’evoluzione naturale; in caso di necessità sono prese misure per garantire la sua capacità di autoregolazione Riserva forestale: evoluzione naturale sul lungo termine Evoluzione naturale (temporanea) Gestione attiva: interventi selvicolturali

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4.1 La selvicolturaCon selvicoltura si intende un complesso ditecniche, fondate su basi scientifiche, relativeall’utilizzazione delle risorse forestali che l’uo-mo ha elaborato ed applica al fine di conse-guire una produzione che soddisfi le suenecessità, garantendo nel contempo la con-servazione degli equilibri dell’ecosistema fore-stale. L’obiettivo dell’attività selvicolturale èdefinito in base alla funzione o al complessodi funzioni che il bosco è chiamato a svolge-re. Ogni intervento selvicolturale, per raggiun-gere tale obiettivo, deve essere inquadrato in una prospettiva temporale di gestione delbosco. È perciò auspicabile, ogni qualvolta ve

ne sia la possibilità, allestire una pianificazionesul medio termine delle attività selvicolturali(piano di gestione).

La gestione del bosco consiste nel seguire e,se necessario, indirizzare con appropriatiinterventi la sua evoluzione, mirando a soddi-sfare nel tempo le esigenze dell’uomo. Gesti re il bosco non significa necessariamentetagliare alberi. A questo proposito è opportu-no ricordare che una riserva forestale, dove il bosco è lasciato alla sua evoluzione natura-le, può essere considerata a pieno titolo unaparticolare forma di gestione.

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Gestionedel bosco

4.

Tipo di gestione Effetti Attività della Sezione forestale

Riserva forestale

Gestione attiva

Evoluzione naturale (temporanea)

Rinuncia ad ogni tipo di utilizzazione legnosa per unperiodo di almeno 50 anni

Azioni selvicolturali, ripetute ad intervalli di tempo più omeno regolari, che plasmano la struttura del bosco

Il bosco è attualmente lasciato all’evoluzione naturale,tenendo presente che in futuro potrebbe rendersinecessaria o opportuna una sua gestione attiva

Sorveglianza e monitoraggio

Definizione dell’intervento più appropriato, nelrispetto dei principi della selvicoltura naturalistica,delle funzioni svolte dal bosco e delle esigenze delproprietario

Sorveglianza del bosco lasciato all’evoluzionenaturale; in caso di necessità sono prese misureper garantire la sua capacità di autoregolazione

Riserva forestale:evoluzione naturale sul lungo termine

Evoluzione naturale (temporanea)

Gestione attiva:interventi selvicolturali

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Con l’adozione della “Legge federale sullapolizia forestale”, a partire dal 1902 furonoapplicati anche in Ticino i principi dellagestione sostenibile del bosco. Inizialmente lasostenibilità (tradizionalmente denominata“continuità”) consisteva nel limitare al soloutilizzo dell’accrescimento legnoso i prelievidi legname, in modo da non compromette-re l’utilizzo del capitale legnoso (provvigione)da parte delle generazioni successive. In seguito, il concetto di sostenibilità si èampliato, inglobando anche le componentiecologiche e sociali della gestione forestale. Oggi il bosco è gestito secondo i principidella selvicoltura naturalistica, che tieneconto dei parametri del bosco naturale perquel che concerne la scelta delle specie,l’intensità degli interventi ed il rispetto dellepeculiarità ecologiche degli ecosistemi fore-stali. Per garantire una corretta applicazionedi questi criteri, negli ultimi anni il Cantoneha intrapreso importanti studi volti a conoscere i processi naturali che caratteriz-zano l’evoluzione delle diverse tipologie dibosco.

Un caso speciale, compreso nel concettodi selvicoltura naturalistica, riguarda il boscodi castagno che è la formazione forestalepiù diffusa nel nostro Cantone. Le sue tipi-che forme tradizionali di gestione, che sonoil bosco ceduo e la selva castanile, costi tui -scono un patrimonio culturale da preserva-re e promuovere. Per quel che concerne la ceduazione giova ricordare che questaforma di taglio, volta tra l’altro a garantire la continuità del castagno, è caratterizzata da turni corti e da aperture che possonoraggiungere i 2 ha (vedi anche il Rap portoesplicativo del DATEC sulla revisione dellaLFo del 4 luglio 2005).

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L’attenzione agli equilibri naturali è partico-larmente importante nel bosco di prote-zione. Quale ausilio per le scelte selvicol-turali in questo particolare contesto, laConfederazione ha recentemente pubblica-to un manuale denominato “Continuità nelbosco di protezione e controllo dell’efficacia”(NaiS), che definisce le caratteristiche cheun bosco deve avere per poter espletareun’adeguata protezione e che contiene unamoderna procedura di analisi della situazionesul terreno e di valutazione delle diversepossibili scelte selvicolturali. Questo metodocostituisce lo standard svizzero per la selvi-coltura di montagna.

4.2 I proprietari, i beneficiariIn base all’articolo 22 LCFo la gestione delbosco spetta al proprietario. In particolarequando il bosco svolge una funzione di pro-tezione, il proprietario deve assicurare le cureminime che il Cantone, a nome della colletti-vità, può esigere. Tanti proprietari non hannotuttavia né i mezzi finanziari, né le risorseumane per assicurare la necessaria gestione;in tal caso, allorquando il bosco ha delle fun-zioni d’interesse pubblico, essi devono tollera-re gli interventi da parte di terzi. È comunqueun dato di fatto che la gestione del bosco a favore di tutta la popolazione non è più uncompito riservato esclusivamente ai proprie-tari. Per queste ragioni nell’ambito della piani-

ficazione locale e della gestione del proprioterritorio giurisdizionale, i Comuni, e piùgeneralmente i beneficiari, tengono in attentaconsiderazione le funzioni d’interesse genera-le svolte dal bosco e d’intesa con i proprietaripromuovono, dove necessario, gli interventidi gestione minima dell’area forestale. In questo contesto il Cantone sostiene dalprofilo tecnico e finanziario l’elaborazione dipiani di gestione.

4.3 Infrastrutture di allacciamentoe di trasportoL’attuazione degli interventi previsti dal pre-sente Piano richiede adeguate infrastrutturedi allacciamento e di trasporto: strade, piste,sentieri, piazzali di lavorazione e di depositodel legname e teleferiche. È importante ricor-dare che esse servono anche quale accessoalle opere di premunizione contro i pericolinaturali. Sulla base delle discussioni scaturitedalla revisione della Legge forestale federale,in futuro la Confederazione riconoscerà lanecessità di costruire nuove strade forestaliunicamente se saranno indispensabili alla curadel bosco di protezione, giustificabili dal puntodi vista dell’investimento e finanziariamentesostenibili. I principi della Confederazione,secondo cui la costruzione di nuove stradeforestali è legata alla gestione del bosco diprotezione, sono fondamentalmente condivisianche a livello cantonale. Non bisogna però

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forestali. Il deperimento delle foreste neglianni ‘80, come pure gli eventi catastroficidegli ultimi decenni nella Svizzera interna,quali gli uragani Vivian (1990) e Lothar(1999), insegnano che il ciclo di vita di unbosco può essere fortemente condizionatoda fattori esterni.Con “danni alle foreste” si intendono glieffetti di influssi di natura biotica e abioticache minacciano la vitalità e, di conseguenza,la stabilità del bosco. Di riflesso, per “prote-zione del bosco” si intendono le attivitàmiranti a rilevare, studiare, prevenire e, dovepossibile, evitare danni al patrimonio forestale.

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dimenticare che il nostro Cantone si trova inuna situazione sfavorevole per quel cheriguarda le strade e le piste forestali in quantola densità d’allacciamento è di soli 7.6 ml/ha,mentre la media svizzera è di 26.2 ml/ha.Questo fatto, dovuto essenzialmente alla diffi-cile topografia e ai costi elevati di costruzione,giustifica almeno parzialmente la necessità di realizzare anche in futuro infrastrutture chepermettano un’efficace ed economica produ-zione di legname con l’impiego di macchinarimoderni. Tutto ciò si integra coerentementecon la promozione dell’energia del legno, cheil Cantone sta attuando dal 2002.

Per tutte queste ragioni, in merito alla realiz-zazione ed il finanziamento delle infrastruttu-re forestali, sono enunciati i seguenti principipianificatori validi – in ordine di priorità –per tutta la durata del PFC:1. nuova costruzione di strade o piste forestali

nel bosco di protezione sulla base del concetto “strada base-teleferica” laddove gliinterventi selvicolturali, definiti secondo ilmetodo “NaiS”, esigono tale infrastruttura;

2. miglioramento e potenziamento dell’infra-struttura forestale riportata nel catastodelle strade forestali, con particolare riguar-do alla creazione di piazzali d’esbosco e dideposito del legname;

3. costruzione – attenendosi al concetto“strada base-teleferica” – di nuove strade opiste forestali per la produzione di materiaprima (funzione di produzione), laddovevi è un rapporto favorevole tra costidell’infrastruttura e quantità di legnameesboscato e venduto.

4.4 Danni alle foresteIl bosco, in generale, possiede un’elevatacapacità di autoregolazione in risposta allesollecitazioni esterne. Questa considerazio-ne non è però valida in assoluto né tantomeno generalizzabile a tutte le formazioni

Incendio sui monti di Lodrino (2003)

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La protezione del bosco si preoccupa quin-di che la vitalità di tutti gli ecosistemi fore-stali si mantenga ad un livello tale da noncompromettere le funzioni svolte dalbosco. Due sono le problematiche cheappaiono più acute al momento attuale:- gli incendi boschivi: il Ticino è la regione

della Svizzera più colpita dagli incendi,infatti il 90% della superficie bruciata sitrova al Sud delle Alpi (periodo di riferi-mento 1950-2000). I dati conosciutisugli incendi avvenuti a partire dal 1900sono archiviati in una banca dati gestitadalla sede di Bellinzona dell’Istitutofederale di ricerca per la foresta, la nevee il paesaggio (WSL). Dalla loro analisi è stato possibile rilevare un aumento

della frequenza degli incendi nell’imme-diato dopoguerra, principalmente aseguito del mutamento delle condizionisocio-economiche, che ha comportatol’abbandono dell’attività agricola ed il progressivo aumento della superficieboschiva. In seguito all’entrata in vigoredel Decreto esecutivo concernente il divieto dei fuochi all’aperto e il com-postaggio degli scarti vegetali del 1987,il numero di incendi boschivi ha regi-strato una netta diminuzione, ottenutaanche grazie a un’informazione regolaredella popolazione e all’attuazione dimisure di prevenzione. Negli ultimi annisi constata una tendenza all’aumentodegli incendi estivi, specialmente quelli

originati da fulmine secco. A partiredagli anni ottanta si è avuta anche unadiminuzione della superficie bruciata,grazie al miglioramento dell’organizza-zione e delle tecniche di intervento deicorpi pompieri;

- i danni causati dalla selvaggina alla rinno-vazione del bosco: regionalmente si assiste ad un’eccessiva concentrazione diungulati condizionata, tra l’altro, dallamancanza di grandi predatori; l’intensitàdei danni mette in forse la rinnovazionedel bosco laddove essa è più necessaria:in montagna, sui versanti dove il boscoha un’importante ruolo protettivo; nonda ultimo la composizione del bosconaturale è modificata rendendo l’ecosi-stema più fragile.

Le sollecitazioni a cui può essere esposto ilbosco sono solo parzialmente prevedibili.Tenendo conto degli eventi e dell’evoluzionedegli ultimi decenni, tra i più probabili futurifattori d’influenza, oltre a quelli citati in pre-cedenza, si segnalano:- l’effetto del carico di sostanze nocive,

con il relativo aumento delle concentra-zioni di ozono e nitrati, la progressivaacidificazione dei terreni (in parte già inatto). Gli effetti temuti, di riflesso, sono:ridotta stabilità in caso di tempeste, fra-gilità dell’apparato radicale;

- le conseguenze dei cambiamenti clima-tici dovuti al riscaldamento globale, conun probabile rischio accresciuto di eventiclimatici estremi: tempeste, precipitazionie periodi di siccità. Come conseguenzepossono essere ipotizzate: un’accresciutaincidenza di attacchi di insetti o di malat-tie, un aumento della frequenza e dell’in-tensità degli incendi boschivi, la progressi-va espansione delle neofite a scapitodelle specie autoctone oppure anchedelle modifiche nella composizione spe-cifica del bosco.

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Numero degli incendi (N)

Secondo i rendiconti annuali

Incendi estivi

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1960

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Fonte: Banca dati incendi WSL ©2007, Istituto di ricercaper la foresta, la neve e il paesaggio, Bellinzona.

(anno)

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Secondo i rendiconti annuali

Incendi estivi

Incendi invernali

Media mobile sui 9 anni

Superficie bruciata (ha)