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PAGINA 18 — Mercoledì 22 Febbraio 2006 - N. 7 IL SOLE-24 ORE SUD PROFESSIONI E LAVORO C + M + B + Y + S ussidiarietà, bilateralità, effettività. Tre parole che sintetizzano i caratteri dell’accordo intercon- federale firmato il 14 febbraio scorso da Cgil, Cisl, Uil, Confartigianato, Cna, Casartigiano, Claai e con il quale le parti danno applicazione a intese e direttive stabilite nel settore quasi due anni fa. Sussidiarietà. L’intesa conferma un sistema contrat- tuale strutturato su due livelli — nazionale e regionale — ma ridisegna ruoli e ambiti contrattuali. Equilibrato- re quello nazionale, acquisitivo quello territoriale. La contrattazione di secondo livello non è più, quindi, semplicemente applicativa e integrativa di quella nazio- nale ma gode di un suo ambito di intervento esclusivo, benché residuale. In particolare la contrattazione territo- riale potrà regolamentare tutte le materie che non sono di competenza del livello nazionale: i diritti sindacali e i principi generali del rapporto di lavoro sono attribuiti a quest’ultimo. Concorrente è invece la competenza in materia di orario di lavoro: al livello nazionale è demandata la regolamentazione generale del tempo di lavoro, mentre a quello regionale quella specifica. L’ac- cordo interconfederale conferma la durata quadrienna- le dei contratti — ad ec- cezione di quello inter- confederale nazionale per il quale non è previ- sto un termine — senza distinzione tra parte nor- mativa ed economica. Bilateralità. Le parti rilanciano il sistema del- la bilateralità, dando una nuova definizione degli interventi, delle presta- zioni, a carico degli Enti bilaterali regionali e con- cordando l’attivazione della consulta degli Enti bilaterali regionali per- ché sia massima la fun- zionalità di queste strut- ture. Il principio della bi- lateralità, come testimo- niano il settore artigiano e quello edile, è cardine di un modello di relazioni industriali di tipo partecipativo che finora ha prodotto importanti risultati anche all’interno di un sistema di relazioni industriali conflittuale e non omogeneo come quello italiano (vedi Bollettino Adapt n.10/2006 in www.csmb.unimo.it). Uno di questi risultati è il mag- gior controllo, ad opera delle parti sociali, del rispetto della disciplina in materia di lavoro, innalzando così il tasso di effettività delle regolamentazioni in materia. Effettività. Oltre al controllo l’effettività è legata alla vicinanza delle norme alle situazioni da regolare. In questo senso, un ruolo decisivo è perseguito attra- verso il decentramento contrattuale. In particolare, al contratto regionale, baricentro del sistema contrattuale artigiano, è attribuito il compito di riequilibrare gli scompensi nelle diverse realtà territoriali, e di tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni attraverso il recupero dello scarto tra inflazione reale e programma- ta o — in mancanza di politica dei redditi — concorda- ta tra le parti. Il contratto regionale, in presenza di uno squilibrio economico tra le diverse aree della penisola, costituisce quindi una opportunità di sviluppo per i territori più deboli dove, attraverso la concertazione, le parti possono costruire dei contratti collettivi su misu- ra delle capacità, delle potenzialità e delle ambizioni del contesto economico. LUIGI DEGAN L a contrattazione regionale è una sfida per il sindacato. I rappre- sentanti di Cgil, Cisl e Uil dan- no un giudizio positivo dell’accordo siglato a Roma con le associazioni degli artigiani. Ma chiariscono: «Non basta questo a restituire competitività. Occorrono investimenti e provvedi- menti importanti per rilanciare il Sud». «La contrattazione regionale per le aziende artigiane — sottolinea Paolo Mezzio, segretario regionale Cisl Sici- lia — è sicuramente più coerente alle necessità sia degli imprenditori che dei lavoratori». L’esponente della Cisl non crede «che al Sud si sigleranno accordi per salari inferiori al Nord». Tantomeno Mezzio giudica l’intesa si- glata a Roma come un primo passo per far guadagnare competitività al Mezzo- giorno. «Serve altro: incentivi alle pic- cole e medie imprese artigiane e soprat- tutto — dice Mezzio — finanziare e realizzare una rete infrastrutturale all’avanguardia». Per Domenico Pantaleo, «l’accor- do permette di accelerare la sigla del rinnovo dei contratti in un comparto decisivo per il Mezzogiorno. È necessario legare gli incrementi di pro- duttività alla riqualificazio- ne del settore che implica processi di formazione per lavoratori e imprese. La contrattazione deve sostene- re il processo di crescita dell’artigiano». Il leader pu- gliese della Cgil ritiene che «la contrat- tazione regionale può aiutare anche a combattere il lavoro nero, che è una delle piaghe più dolorose per il Sud, soprattutto per i tanti artigiani che inve- ce lavorano nella legalità». Ed è per questo che Pantaleo non si dice preoc- cupato dal rischio che la contrattazio- ne regionale possa tradursi in salari più bassi al Sud. «Già oggi — dice — i lavoratori del Mezzogior- no guadagnano meno, per- ché qui è già un gran risulta- to ottenere il rispetto dei contratti nazionali, mentre al Nord è molto più frequen- te il ricorso a intese azienda- li che garantiscono integra- zioni ai salari minimi». Il segretario della Cgil preci- sa però che «l’accordo ro- mano non si traduce in un federalismo contrattuale. Tutti infatti sono tenuti a rispettare i salari minimi stabiliti a li- vello nazionale». «Il dato positivo dell’accordo sui contratti per gli artigiani — aggiunge Aldo Pugliese, segretario della Uil Pu- glia — è che aumenta la bilateralità e la concertazione. E per una volta si vara un accordo che serve alla politica dei redditi». Pugliese giudica credibile «l’ipotesi che al Sud si sigleranno con- tratti che prevedono salari inferiori ri- spetto al Nord: del resto la realtà — dice — è che le aziende del Nord producono una ricchezza maggiore». E Michele Gravano, segretario re- gionale Cgil Campania, esclude co- me tutti i suoi colleghi che l’accordo «possa essere un primo passo per l’istituzioni delle gabbie salariali». E rifiuta la possibilità di siglare accordi al Sud per salari più bassi. «Ci batte- remo — annuncia — affinché questo non accada». U na svolta necessaria. È questo il giudizio delle associazioni de- gli artigiani sull’accordo si- glato nei giorni scorsi a Ro- ma in cui si prevede, tra le altre cose, la stipula di con- tratti tra imprese artigiane e lavoratori su base regionale. Confartigiana- to, Claai, Cna e Casartigiani che rappresen- tano le 295.751 im- prese artigia- ne registrate alle Camere di commercio del Mezzo- giorno nel 2005 giudicano positivamente la svolta fede- ralista sul fronte della con- trattazione. L’accordo sigla- to tra le parti nei giorni scor- si disegna un modello di contrattazione articolato su due livelli anche per la parte economica, la tutela e la va- lorizzazione delle retribuzio- ni. Ma è certamente innova- tivo il principio introdotto secondo cui alla contratta- zione di secondo livello (cioè su base regionale) «spetta il compito — si leg- ge nell’intesa — di ridistri- buire la produttività del lavo- ro sulla base di parametri concordati tra le parti a livel- lo regionale, nonché di inte- grare la tutela del potere di acquisto delle retribuzioni, in caso di scostamento tra l’inflazione presa a riferi- mento e l’inflazione reale all’epoca degli accordi re- gionali». Il primo passo, dunque, è stato fatto: in via sperimentale gli accordi «fe- deralisti» possono già esse- re avviati. Per la verifica bi- sognerà aspettare il 30 set- tembre del 2008 quando le parti (sindacati e artigiani) si incontreranno di nuovo definire la riconferma dell’accordo. «In realtà — spiega Mi- chele Turturro, dirigente di Confartigianato Puglia — si è data attuazione all’accor- do interconfederale del 17 marzo 2004. È un passo avanti molto atteso dalle im- prese perché il livello di con- trattazione regionale acqui- sta valore pur senza sovrap- porsi agli accordi nazionali. Con questo accordo è possi- bile siglare i contratti tenen- do conto della produttività delle imprese di ogni singo- la regione. Avremo inoltre modo di garantire alle retri- buzioni di non perdere pote- re di acquisto negli anni». Alessandro Limatola, segretario generale Claai Campania, sposa le valuta- zioni di Confartigianato. «L’accordo — sostiene — permette di stipulare intese più aderenti al contesto eco- nomico locale». Nessuno vuole però che si parli di gabbie salariali. «Il succes- so dell’accordo sui contrat- ti regionali — continua Li- matola — dipende dalla ca- pacità che avremo noi e il sindacato di trovare intese. È urgente far decollare i ta- voli bilaterali: gli enti sono stati costituiti, faticano pe- rò a essere riconosciuti co- me strumenti validi». «La verità — precisa Fa- brizio Luongo, segretario campano di Casartigiani — è che questa intesa produrrà frutti solo dopo che entrerà in funzione il Consiglio re- gionale dell'economia e del lavoro (Crel), previsto nello statuto del Consiglio regio- nale campano ma che non esiste». «Siamo favorevoli — dice Mario Filippello, segretario regionale Cna Si- cilia — a tutti gli accordi che puntano al federalismo contrattuale. Non è solo un problema di vantaggio eco- nomico per il Sud rispetto al Nord. L'intesa riguarda il si- stema delle imprese e il mondo del lavoro nel suo complesso. Certo il Mezzo- giorno con questa intesa gua- dagna competitività. Ma non basta. Ora bisogna esse- re ancora più decisi a vara- re norme che favoriscano il federalismo contrattuale». Michele Mar- chese, coordi- natore Casarti- giani Sicilia, è ancora più determinato: «La Sicilia è troppo grande. Non è possi- bile pensare di siglare con- tratti che valgano dovunque. Noi siamo favorevoli a inte- se su base provinciale. Non vorrei che l’accordo si rive- lasse poca cosa, e cioè che si riducesse tutto a una diffe- renza di contratti tra Nord e Sud di pochi centesimi». Identico il giudizio di An- tonio Gerardi, segretario provinciale di Confartigiana- to Potenza. «È il sistema nel suo complesso — dice Ge- rardi — che deve crescere. Per guadagnare competitivi- tà abbiamo presentato alla Giunta regionale della Basi- licata una legge per l’appren- distato professionalizzante. Anche in questo caso ci sia- mo mossi in accordo con il sindacato. È così che il terri- torio cresce». Gli artigiani chiedono che si spinga l’ac- celeratore sul decentramen- to. «L’accordo siglato a Ro- ma — sostiene Silvio Guer- rieri, segretario Claai Cala- bria — è positivo solo a condizione che venga appli- cato subito». Guerrieri ha meno timore di parlare di salari differenziati tra Nord e Sud. «È da salutare con favore — precisa — tutto ciò che può far crescere la competitività delle imprese e bloccare l’emigrazione di tanti nostri giovani. Per quanto mi riguarda io sono favorevole anche a trattati- ve aziendali». A CURA DI GUIDO POCOBELLI RAGOSTA NAZIONALE 1 Il contratto si fonda su due livelli di confronto tra i rappresentanti delle imprese artigiane e i sindacati: uno nazionale e l’altro regionale. Ambedue i tipi di contratti restano in vigore quattro anni 1 Il contratto stipulato a livello nazionale tratta a titolo esclusivo le regole (luoghi, tempi, modalità delle trattative), diritti sindacali, inquadramento, salario nazionale, orario di lavoro 1 Il contratto regionale ha il compito di integrare la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori in caso di scostamento tra l’inflazione presa a riferimento e l’inflazione reale nel primo biennio di applicazione CENTRO STUDI MARCO BIAGI a cura di ADAPT 1 Nell’intesa siglata nei giorni scorsi le parti hanno convenuto di istituire entro marzo due commissioni: una si occuperà di razionalizzare l’attuale Ccnl, l’altra di rivedere l’inquadramento e il sistema classificatorio 1 L’accordo firmato nei giorni scorsi ha, per il momento, valore sperimentale. Le parti hanno convenuto di reincontrarsi entro il 30 settembre 2008 per definire o meno la riconferma dell’intesa sulla contrattazione La Cna: «Così il Mezzogiorno guadagna competitività» Il giudizio dei sindacati 1 Rilanciato il ruolo degli Enti bilaterali composti da sindacati e imprese. Le parti giudicano positiva l’esperienza fin qui maturata degli Enti ma hanno deciso di ridefinire alcuni parametri come quello del sostegno al reddito DOPPIO LIVELLO ENTI BILATERALI Mezzio (Cisl): «Investimenti per rilanciare l’economia» REGIONALE Casartigiani: «Introdurre anche accordi provinciali» COMMISSIONI Nuove regole. Nell’artigianato due livelli di contrattazione: nazionale e regionale SUD 1 Giudizi favorevoli sul nuovo modello contrattuale dai rappresentanti delle 295mila imprese meridionali Artigiani, piace la svolta federalista La parte economica sarà definita anche su base regionale - Fase sperimentale: la verifica prevista nel settembre 2008 Y La sussidiarietà. È il principio alla base del federalismo contrattuale. Gli accordi regionali non hanno più un valore residuale ma integrano il contratto nazionale. Y Bilateralità. Ridefinito il sistema degli interventi degli Enti bilaterali, composti da rappresentanti di imprese e lavoratori. Y Effettività. Il contratto regionale deve riequilibrare gli scompensi nelle diverse realtà territoriali e tutelare il potere di acquisto delle retribuzioni. «Intesa positiva ma da sola non basta» (Corbis) La sussidiarietà principio cardine SPERIMENTAZIONE CASERTA SUD VENDESI CAPANNONI MQ. 6.750 + UFFICI MQ. 642 SU AREA DI 16.000 MQ. PARZIALMENTE LOCATI. TRATTATIVA RISERVATA AVV. ALINEI 333 7450405 ORE 15 - 19 Sotto la lente I principi giuridici del nuovo contratto

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PAGINA 18 — Mercoledì 22 Febbraio 2006 - N. 7 IL SOLE-24 ORE SUDPROFESSIONI E LAVORO

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Sussidiarietà, bilateralità, effettività. Tre paroleche sintetizzano i caratteri dell’accordo intercon-federale firmato il 14 febbraio scorso da Cgil,

Cisl, Uil, Confartigianato, Cna, Casartigiano, Claai econ il quale le parti danno applicazione a intese edirettive stabilite nel settore quasi due anni fa.

Sussidiarietà. L’intesa conferma un sistema contrat-tuale strutturato su due livelli — nazionale e regionale— ma ridisegna ruoli e ambiti contrattuali. Equilibrato-re quello nazionale, acquisitivo quello territoriale. Lacontrattazione di secondo livello non è più, quindi,semplicemente applicativa e integrativa di quella nazio-nale ma gode di un suo ambito di intervento esclusivo,benché residuale. In particolare la contrattazione territo-riale potrà regolamentare tutte le materie che non sonodi competenza del livello nazionale: i diritti sindacali ei principi generali del rapporto di lavoro sono attribuitia quest’ultimo. Concorrente è invece la competenza inmateria di orario di lavoro: al livello nazionale èdemandata la regolamentazione generale del tempo dilavoro, mentre a quello regionale quella specifica. L’ac-cordo interconfederale conferma la durata quadrienna-

le dei contratti — ad ec-cezione di quello inter-confederale nazionaleper il quale non è previ-sto un termine — senzadistinzione tra parte nor-mativa ed economica.

Bilateralità. Le partirilanciano il sistema del-la bilateralità, dando unanuova definizione degliinterventi, delle presta-zioni, a carico degli Entibilaterali regionali e con-cordando l’attivazionedella consulta degli Entibilaterali regionali per-ché sia massima la fun-zionalità di queste strut-ture. Il principio della bi-lateralità, come testimo-niano il settore artigiano

e quello edile, è cardine di un modello di relazioniindustriali di tipo partecipativo che finora ha prodottoimportanti risultati anche all’interno di un sistema direlazioni industriali conflittuale e non omogeneo comequello italiano (vedi Bollettino Adapt n.10/2006 inwww.csmb.unimo.it). Uno di questi risultati è il mag-gior controllo, ad opera delle parti sociali, del rispettodella disciplina in materia di lavoro, innalzando così iltasso di effettività delle regolamentazioni in materia.

Effettività. Oltre al controllo l’effettività è legataalla vicinanza delle norme alle situazioni da regolare.In questo senso, un ruolo decisivo è perseguito attra-verso il decentramento contrattuale. In particolare, alcontratto regionale, baricentro del sistema contrattualeartigiano, è attribuito il compito di riequilibrare gliscompensi nelle diverse realtà territoriali, e di tutelareil potere d’acquisto delle retribuzioni attraverso ilrecupero dello scarto tra inflazione reale e programma-ta o — in mancanza di politica dei redditi — concorda-ta tra le parti. Il contratto regionale, in presenza di unosquilibrio economico tra le diverse aree della penisola,costituisce quindi una opportunità di sviluppo per iterritori più deboli dove, attraverso la concertazione, leparti possono costruire dei contratti collettivi su misu-ra delle capacità, delle potenzialità e delle ambizionidel contesto economico.

LUIGI DEGAN

La contrattazione regionale è unasfida per il sindacato. I rappre-sentanti di Cgil, Cisl e Uil dan-

no un giudizio positivo dell’accordosiglato a Roma con le associazionidegli artigiani. Ma chiariscono: «Nonbasta questo a restituire competitività.Occorrono investimenti e provvedi-menti importanti per rilanciare il Sud».

«La contrattazione regionale per leaziende artigiane — sottolinea PaoloMezzio, segretario regionale Cisl Sici-lia — è sicuramente più coerente allenecessità sia degli imprenditori che deilavoratori». L’esponente della Cislnon crede «che al Sud si siglerannoaccordi per salari inferiori al Nord».Tantomeno Mezzio giudica l’intesa si-glata a Roma come un primo passo perfar guadagnare competitività al Mezzo-giorno. «Serve altro: incentivi alle pic-

cole e medie imprese artigiane e soprat-tutto — dice Mezzio — finanziare erealizzare una rete infrastrutturaleall’avanguardia».

Per Domenico Pantaleo, «l’accor-do permette di accelerare la sigla delrinnovo dei contratti in uncomparto decisivo per ilMezzogiorno. È necessariolegare gli incrementi di pro-duttività alla riqualificazio-ne del settore che implicaprocessi di formazione perlavoratori e imprese. Lacontrattazione deve sostene-re il processo di crescitadell’artigiano». Il leader pu-gliese della Cgil ritiene che «la contrat-tazione regionale può aiutare anche acombattere il lavoro nero, che è unadelle piaghe più dolorose per il Sud,

soprattutto per i tanti artigiani che inve-ce lavorano nella legalità». Ed è perquesto che Pantaleo non si dice preoc-cupato dal rischio che la contrattazio-ne regionale possa tradursi in salaripiù bassi al Sud. «Già oggi — dice —

i lavoratori del Mezzogior-no guadagnano meno, per-ché qui è già un gran risulta-to ottenere il rispetto deicontratti nazionali, mentreal Nord è molto più frequen-te il ricorso a intese azienda-li che garantiscono integra-zioni ai salari minimi». Ilsegretario della Cgil preci-sa però che «l’accordo ro-

mano non si traduce in un federalismocontrattuale. Tutti infatti sono tenuti arispettare i salari minimi stabiliti a li-vello nazionale».

«Il dato positivo dell’accordo suicontratti per gli artigiani — aggiungeAldo Pugliese, segretario della Uil Pu-glia — è che aumenta la bilateralità ela concertazione. E per una volta sivara un accordo che serve alla politicadei redditi». Pugliese giudica credibile«l’ipotesi che al Sud si sigleranno con-tratti che prevedono salari inferiori ri-spetto al Nord: del resto la realtà —dice — è che le aziende del Nordproducono una ricchezza maggiore».

E Michele Gravano, segretario re-gionale Cgil Campania, esclude co-me tutti i suoi colleghi che l’accordo«possa essere un primo passo perl’istituzioni delle gabbie salariali». Erifiuta la possibilità di siglare accordial Sud per salari più bassi. «Ci batte-remo — annuncia — affinché questonon accada».

Una svolta necessaria.È questo il giudiziodelle associazioni de-

gli artigiani sull’accordo si-glato nei giorni scorsi a Ro-ma in cui si prevede, tra lealtre cose, la stipula di con-tratti tra imprese artigiane elavoratori su base regionale.Confartigiana-to, Claai, Cnae Casartigianiche rappresen-tano le295.751 im-prese artigia-ne registratealle Cameredi commerciodel Mezzo-giorno nel 2005 giudicanopositivamente la svolta fede-ralista sul fronte della con-trattazione. L’accordo sigla-to tra le parti nei giorni scor-si disegna un modello dicontrattazione articolato sudue livelli anche per la parteeconomica, la tutela e la va-lorizzazione delle retribuzio-ni. Ma è certamente innova-tivo il principio introdottosecondo cui alla contratta-zione di secondo livello(cioè su base regionale)«spetta il compito — si leg-ge nell’intesa — di ridistri-buire la produttività del lavo-ro sulla base di parametriconcordati tra le parti a livel-lo regionale, nonché di inte-grare la tutela del potere diacquisto delle retribuzioni,in caso di scostamento tral’inflazione presa a riferi-mento e l’inflazione realeall’epoca degli accordi re-gionali». Il primo passo,dunque, è stato fatto: in viasperimentale gli accordi «fe-deralisti» possono già esse-re avviati. Per la verifica bi-sognerà aspettare il 30 set-tembre del 2008 quando leparti (sindacati e artigiani)si incontreranno di nuovodefinire la riconfermadell’accordo.

«In realtà — spiega Mi-chele Turturro, dirigentedi Confartigianato Puglia —si è data attuazione all’accor-do interconfederale del 17marzo 2004. È un passoavanti molto atteso dalle im-prese perché il livello di con-trattazione regionale acqui-sta valore pur senza sovrap-

porsi agli accordi nazionali.Con questo accordo è possi-bile siglare i contratti tenen-do conto della produttivitàdelle imprese di ogni singo-la regione. Avremo inoltremodo di garantire alle retri-buzioni di non perdere pote-re di acquisto negli anni».

Alessandro Limatola,segretario generale ClaaiCampania, sposa le valuta-zioni di Confartigianato.«L’accordo — sostiene —permette di stipulare intesepiù aderenti al contesto eco-nomico locale». Nessunovuole però che si parli di

gabbie salariali. «Il succes-so dell’accordo sui contrat-ti regionali — continua Li-matola — dipende dalla ca-pacità che avremo noi e ilsindacato di trovare intese.È urgente far decollare i ta-voli bilaterali: gli enti sonostati costituiti, faticano pe-

rò a essere riconosciuti co-me strumenti validi».

«La verità — precisa Fa-brizio Luongo, segretariocampano di Casartigiani —è che questa intesa produrràfrutti solo dopo che entreràin funzione il Consiglio re-gionale dell'economia e del

lavoro (Crel), previsto nellostatuto del Consiglio regio-nale campano ma che nonesiste». «Siamo favorevoli— dice Mario Filippello,segretario regionale Cna Si-cilia — a tutti gli accordiche puntano al federalismocontrattuale. Non è solo un

problema di vantaggio eco-nomico per il Sud rispetto alNord. L'intesa riguarda il si-stema delle imprese e ilmondo del lavoro nel suocomplesso. Certo il Mezzo-giorno con questa intesa gua-dagna competitività. Manon basta. Ora bisogna esse-

re ancora piùdecisi a vara-re norme chefavoriscano ilfederal ismocontrattuale».Michele Mar-chese, coordi-natore Casarti-giani Sicilia,è ancora più

determinato: «La Sicilia ètroppo grande. Non è possi-bile pensare di siglare con-tratti che valgano dovunque.Noi siamo favorevoli a inte-se su base provinciale. Nonvorrei che l’accordo si rive-lasse poca cosa, e cioè chesi riducesse tutto a una diffe-renza di contratti tra Nord eSud di pochi centesimi».

Identico il giudizio di An-tonio Gerardi, segretarioprovinciale di Confartigiana-to Potenza. «È il sistema nelsuo complesso — dice Ge-rardi — che deve crescere.Per guadagnare competitivi-tà abbiamo presentato allaGiunta regionale della Basi-licata una legge per l’appren-distato professionalizzante.Anche in questo caso ci sia-mo mossi in accordo con ilsindacato. È così che il terri-torio cresce». Gli artigianichiedono che si spinga l’ac-celeratore sul decentramen-to. «L’accordo siglato a Ro-ma — sostiene Silvio Guer-rieri, segretario Claai Cala-bria — è positivo solo acondizione che venga appli-cato subito». Guerrieri hameno timore di parlare disalari differenziati tra Norde Sud. «È da salutare confavore — precisa — tuttociò che può far crescere lacompetitività delle impresee bloccare l’emigrazione ditanti nostri giovani. Perquanto mi riguarda io sonofavorevole anche a trattati-ve aziendali».

A CURA DIGUIDO POCOBELLI

RAGOSTA

NAZIONALE

1 Il contratto si fonda su due livelli diconfronto tra i rappresentanti delleimprese artigiane e i sindacati: unonazionale e l’altro regionale.Ambedue i tipi di contrattirestano in vigore quattro anni

1 Il contratto stipulato a livellonazionale tratta a titolo esclusivo leregole (luoghi, tempi, modalità delletrattative), diritti sindacali,inquadramento, salarionazionale, orario di lavoro

1 Il contratto regionale ha il compitodi integrare la tutela del potered’acquisto dei lavoratori in caso discostamento tra l’inflazione presa ariferimento e l’inflazione reale nelprimo biennio di applicazione

CENTRO STUDI MARCO BIAGI a cura di ADAPT

1 Nell’intesa siglata nei giorni scorsi le partihanno convenuto di istituire entro marzodue commissioni: una si occuperà dirazionalizzare l’attualeCcnl, l’altra di rivedere l’inquadramento e ilsistema classificatorio

1 L’accordo firmato nei giorni scorsi ha,per il momento, valore sperimentale. Leparti hanno convenuto di reincontrarsientro il 30 settembre 2008 per definire omeno la riconferma dell’intesa sullacontrattazione

La Cna: «Cosìil Mezzogiorno

guadagnacompetitività»

I l g i u d i z i o d e i s i n d a c a t i

1 Rilanciato il ruolo degli Enti bilateralicomposti da sindacati e imprese. Le partigiudicano positiva l’esperienza fin quimaturata degli Enti ma hanno deciso diridefinire alcuni parametri come quellodel sostegno al reddito

DOPPIO LIVELLO

ENTI BILATERALI

Mezzio (Cisl):«Investimentiper rilanciarel’economia»

REGIONALE

Casartigiani:«Introdurreanche accordiprovinciali»

COMMISSIONI

Nuove regole. Nell’artigianato due livellidi contrattazione: nazionale e regionale

SUD 1 Giudizi favorevoli sul nuovo modello contrattuale dai rappresentanti delle 295mila imprese meridionali

Artigiani, piace la svolta federalistaLa parte economica sarà definita anche su base regionale - Fase sperimentale: la verifica prevista nel settembre 2008

Y La sussidiarietà. È il principioalla base del federalismocontrattuale. Gli accordi regionalinon hanno più un valore residualema integrano il contrattonazionale.

Y Bilateralità. Ridefinito il sistemadegli interventi degli Enti bilaterali,composti da rappresentanti diimprese e lavoratori.

Y Effettività. Il contratto regionaledeve riequilibrare gli scompensinelle diverse realtà territoriali etutelare il potere di acquisto delleretribuzioni.

«Intesa positiva ma da sola non basta»

(Cor

bis)

La sussidiarietàprincipio cardine

SPERIMENTAZIONE

CASERTA SUDVENDESI

CAPANNONI MQ. 6.750 +UFFICI MQ. 642

SU AREA DI 16.000 MQ.PARZIALMENTE LOCATI.TRATTATIVA RISERVATAAVV. ALINEI 333 7450405

ORE 15 - 19

Sotto la lenteI principi giuridici del nuovo contratto