40° Anniversario - IILA · Presentazione José Roberto Andino Salazar 007 Introduzione Paolo Bruni...

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1966 – 2006

40° Anniversariodella fondazione

iilaIstituto italo-latino americano / Instituto ítalo-latino americano / Instituto italo-latino americano / Institut italo-latino americain

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40° anniversario della fondazione

Istituto Italo-Latino AmericanoPiazza Benedetto Cairoli, 3 – 00186 RomaTel. (+39) 06 / 68492.1; Fax (+39) 06 / [email protected]://www.iila.org

© IILA, Roma febbraio 2007

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Il complesso edilizio di palazzo Santacroce, sede dell’Istituto Italo-Latino Ame-ricano, è stato costruito da Onofrio Santacroce nel secolo XVI, nel cuore diRoma rinascimentale. Nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni.

Importanti artisti hanno decorato i soffitti delle gallerie e delle sale interne incui si realizzano le molteplici attività dell’Istituto. Le esposizioni sono ospitatenegli spazi delle antiche scuderie.

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Il portone di Palazzo Santacroce,ingresso dell’IILA, in piazza BenedettoCairoli.

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PresentazioneJosé Roberto Andino Salazar 007

IntroduzionePaolo Bruni 009

Messaggi dei Capi di Stato dei Paesi membriGiorgio Napolitano 015Néstor Kirchner 016Evo Morales Ayma 017Luiz Inácio Lula da Silva 018Michelle Bachelet 019Álvaro Uribe Vélez 020Óscar Arias Sánchez 021Elías Antonio Saca 023Óscar Berger Perdomo 025José Manuel Zelaya Rosales 028Felipe Calderón Hinojosa 029Martín Torrijos Espino 030Alan García Pérez 031Tabaré Vázquez 032

Cerimonia del 40° AnniversarioRomano Prodi 035Paolo Bruni 039José Roberto Andino Salazar 040Cesare Mirabelli 041Giulio Andreotti 043Massimo D’Alema 044Carlos Fuentes 048Giorgio Napolitano 055Gabriel Valdés Subercaseaux 056Norman Caldera Cardenal 060Trinidad Jiménez García-Herrera 062

Enrique V. Iglesias 065José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra 067Manuel Hernández Gutiérrez 071Donato Di Santo 072

Dichiarazione del Consiglio dei Delegati 080

Scambio di lettere tra il Governo italiano e l’IILA 084

Convenzione Internazionale per la costituzionedell’IILA 094Convenio Internacional para la constitucióndel IILA 101

Organi e Struttura 109

Aree di attività 113

Visite di Capi di Stato,Vice Presidenti della Repubblica,Ministri degli Esteri ed altre Autorità (1967/2006) 129

Principali accordi sottoscritti dall’IILA 135

Pubblicazioni (1966/2006) 137

Presidenti, Vice Presidenti, Segretari Generali,Segretari Culturali, Socio Economici eTecnico Scientifici (1967/2006) 159

Versione digitalizzata della cerimonia del 40°Anniversario (Dvd) 171

Indice

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El 40º aniversario de la fundación del InstitutoÍtalo-Latino Americano nos ofrece un motivo de satis-facción y de confirmación a la vez. La satisfacciónsurge de la constatación de que el IILA ha rebasadocon éxito la línea del siglo pasado y se presenta enel tercer milenio en el panorama de los OrganismosInternacionales con las mejores condiciones paracontinuar una acción importante, fundamental y fér-til, dispuesto a recoger los retos más urgentes del pre-sente y del futuro, arropado por un bagaje muy ricoen experiencias y competencias.

El motivo de la confirmación está relacionadocon lo que hoy se puede considerar como una acerta-da intuición. Cuando en 1965 el entonces ministro deRelaciones Exteriores italiano, Senador Amintore Fan-fani, propuso la creación de un organismo a travésdel cual se institucionalizara la colaboración entreItalia y las repúblicas de América Latina, lo que esta-ba haciendo era por un lado asentar las bases parauna cooperación interregional nueva y más continuati-va, estimulada por una historia y por una cultura co-munes, y por otro crear para una Italia que se habíaintegrado plenamente en el contexto europeo, un rolde eje vertebrador entre la propia Europa y “nuestraAmérica”, al objeto de perfeccionar y hacer más ren-tables las relaciones entre Europa y América Latina.

El saldo que hoy podemos presentar es sin dudaalguna positivo. Los principios inspiradores siguensiendo válidos y todavía actuales. Sin embargo, si seconsideran los cambios políticos, tecnológicos y eco-nómicos que de forma a menudo vertiginosa se hanido sucediendo en las últimas décadas, creemos queha llegado el momento de que el convenio constituti-vo de 1966 sea sometido a una nueva lectura. Lacaída de los muros y de las ideologías, los nuevosescenarios geopolíticos, el cambio sustancial de lasgrandes alianzas militares, el nacimiento de nuevosestados nacionales, el fin de antiguos enfrentamien-tos, junto con los procesos galopantes de la globali-zación, son todos signos de una reorganización pla-netaria en constante evolución sobre la que se estáconstruyendo convulsivamente un nuevo orden mun-dial, no siempre justo y no siempre solidario, dondecohabitan por un lado ricas y potentes realidadeseconómicas y tecnológicas que hasta hace muypocos años eran inimaginables, y por otro situacio-nes de malestar en muchas zonas del mundo. En estecontexto los Organismos intergubernamentales, delos que el IILA representa una de las realidades másacertadas, podrían revelarse herramientas extraordi-nariamente eficientes y constructivas. De hecho en elfuturo próximo, a través del IILA Italia podría repre-

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Presentación

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sentar un importante rol vertebrador entre los paísesde la Unión Europea, que son cada vez más nume-rosos, y los países del continente latinoamericano,favoreciendo así una mejora en las relaciones entrelas dos regiones.

A lo largo de estos cuarenta años, en el estrictocumplimiento de sus funciones institucionales, el IILAha trabajado mucho en la línea indicada, favore-ciendo acuerdos de cooperación, colaboración y tra-bajo común entre instituciones académicas, económi-cas y financieras italianas y latinoamericanas y orga-nizando fructíferos encuentros entre operadorespúblicos y privados de la economía, del arte, de laciencia y de la tecnología de Europa y de AméricaLatina. Un trabajo hecho con empeño, que ha dado

sus buenos resultados y en cuya estela ahora sepuede seguir construyendo, respaldados por el cúmu-lo de experiencias adquiridas.

Éste es el deseo que quiero expresar en nombrede los Delegados de los 21 países miembros del IILA,con el auspicio de que las actividades del Instituto,basadas en la acertada idea de Amintore Fanfani,sigan proliferando y gocen de un impulso cada vezmayor, en el marco de la profunda y sólida amistadque une Italia a América Latina.

José Roberto Andino SalazarEmbajador de El Salvador

Presidente del IILA

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La ricorrenza del 40º anniversario della fonda-zione dell’IILA invita, attraverso questa pubblicazio-ne, a ripercorrere in grande sintesi l’opera svolta, maanche a guardare al futuro dell’Organizzazione.

La tela di fondo che portò alla creazione del-l’Istituto Italo-Latino Americano rimane vitale e pienadi significato. I ventuno Paesi che dettero vita all’IILAvollero creare uno strumento di collaborazione e diconoscenza imperniato sui vincoli profondi della sto-ria, della cultura, delle umane interrelazioni che dasecoli uniscono America Latina e Italia. Essi presero,con visione originale e proiettata verso il futuro, ladecisione di far nascere un’organizzazione interre-gionale di collaborazione proprio negli anni di piùdinamica costruzione delle istituzioni europee. Fu ungesto di apertura e di dialogo; l’espressione dellavolontà di creare un rapporto organico dell’Europacon l’America Latina attraverso uno dei principaliPaesi fondatori della CEE. Corollario di quella visio-ne e di quella scelta di fondo fu il disegno di un’or-ganizzazione non settoriale, bensì aperta a temi eattività di collaborazione suscettibili di evolversi alpasso dei mutamenti della realtà internazionale. Lastoria dei primi quarant’anni dell’IILA è segnata daquesta capacità di evoluzione e di adattamento almutare delle relazioni internazionali e di sensibilità

verso domande di dialogo con l’Italia e con l’Europadei Paesi latino americani. Come conseguenza ilcampo di attività dell’IILA nel corso degli anni mutae si amplia sulla base di nuovi impulsi e di nuove prio-rità degli Stati membri.

Accanto alle caratteristiche iniziali di centro diconoscenza e documentazione e di luogo di incontroe dibattito, che pur giustamente rimangono priorita-rie, l’IILA sviluppa negli anni una consolidata azionea favore della conoscenza del patrimonio culturaledell’America Latina e di promozione e di presenta-zione in Italia ed in Europa delle espressioni contem-poranee della creatività e dell’arte dei suoi Paesi. Ilsuo ruolo nel portare all’attenzione della Biennale diVenezia e di altre prestigiose occasioni di incontrol’arte e l’architettura latino americane, è ormai uncapitale che vanta vari decenni di continua crescita.

Su altri versanti, quello dei rapporti economici edella collaborazione scientifica e tecnologica, pocoa poco si sviluppa un’azione programmatica nonduplicativa di quella svolta dalle istituzioni nazionalibensì sovente innovativa negli strumenti e nelle for-mule. Da ultimo, in anni più recenti, l’IILA, con ilsostegno della Cooperazione italiana, ha intessutoun dinamico rapporto di cooperazione con i Paesilatino americani in aree innovative e di grande inte-

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Introduzione

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resse, quali la protezione e valorizzazione dei beniculturali, lo sviluppo delle risorse umane ed il ruolosociale delle piccole e medie imprese.

In altra parte della pubblicazione vengono pre-sentate in modo sintetico le principali iniziative nellevarie aree di attività dell’Organizzazione. Ad essa sirinvia perché nell’economia di una breve introduzio-ne giova piuttosto fermare lo sguardo su compiti epriorità per il futuro: compiti e priorità che non pos-sono essere disgiunti dal nuovo panorama di crescitaeconomica, sociale e culturale che contraddistingue iPaesi dell’America Latina negli anni a cavallo delnuovo millennio.

Gli ultimi anni sembrano infatti segnare per lamaggior parte dell’America Latina l’abbandono del-le scorciatoie utopistiche, la fine dell’idolatria di pa-radigmi importati, siano essi vetero-marxisti o neoliberali, a favore di una presa di coscienza pragma-tica e positiva sul come affrontare le sfide della cre-scita e dell’equità sociale. Si mettono da parte i sognidi soluzioni miracolose ma impossibili a favore di unosviluppo possibile e socialmente più giusto. Al tempostesso economia e società dei Paesi latino americani,che in molti casi erano rimaste per lungo tempo iso-late e protezioniste, partecipano sempre più con cre-scente dinamismo alle aperture positive dell’econo-

mia, del commercio e della informazione mondiali.Questa America Latina in movimento verso il

futuro poco la si conosce in Europa e in Italia. Conti-nuano a prevalere gli stereotipi del passato. Ecco unruolo centrale per il futuro lavoro dell’IILA, che potràaffiancarsi anche all’opera già iniziata in tal sensodalla nuova importante realtà costituita dai Rappre-sentanti delle collettività italiane in America Latina,eletti nel Parlamento italiano. Spiegare e far cono-scere l’America Latina di oggi, proiettata verso il futu-ro, significherà anche far comprendere meglio lepositive potenzialità della crescente dimensione del-l’emigrazione latino americana in Italia.

Promuovere la conoscenza degli sviluppi politici,economici, sociali e culturali dei Paesi dell’AmericaLatina è d’altronde propedeutico ad un ruolo ancorapiù significativo per l’IILA del futuro: quello di contri-buire a facilitare rapporti e intese che diano sostan-za alle opportunità di collaborazione che una insuf-ficiente attenzione italiana ed europea verso i positi-vi processi in atto in America Latina non ha finorapermesso di cogliere appieno. Sono molti infatti isegnali che indicano come l’Italia e l’Europa inten-dano correggere un eccesso di strabismo verso Estche, per pur comprensibili ragioni storiche, ha segna-to gli ultimi tre lustri della politica del vecchio Conti-

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nente, e siano ora desiderose di rafforzare concre-tamente il dialogo con quell’altro grande Occidenteche è l’America Latina.

È importante notare che su queste nuove oppor-tunità di collaborazione cresce una sempre più forteconvergenza dell’Italia, Paese ospite dell’IILA, e ditutti i suoi altri Paesi membri. Dunque un programmaambizioso per il futuro. Ma che rischierebbe di rima-nere irrealistico se l’IILA non riprendesse in pieno enon facesse tesoro del messaggio dei suoi fondatori:quello di operare come uno strumento di dialogo edi collaborazione non solo tra Italia e AmericaLatina, ma anche attraverso l’Italia, tra tuttal’Europa, oggi con ventisette Paesi, e l’AmericaLatina. L’intuizione di Amintore Fanfani e dei leadersdell’America Latina che vollero creare l’IILA come

ponte tra Europa e America Latina è ancora più pre-gnante oggi che quarant’anni fa. Ecco perchél’Istituto Italo-Latino Americano, come ha già iniziatoa fare, dovrà sempre più impegnarsi assieme alle isti-tuzioni di altri Paesi europei e dell’America Latinanello sviluppare e rendere davvero concreto queldialogo euro-latino americano che ha trovato neitemi dell’integrazione e della coesione sociale, oltreche nei rapporti economici e culturali, il cuore delfuturo delle relazioni transatlantiche.

Paolo BruniAmbasciatore d’Italia

Segretario Generale dell’IILA

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Messaggi dei Capi di Statodei Paesi membri

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Giorgio Napolitano

Presidente dellaREPUBBLICA ITALIANA

Italia e America Latina sono unite da un vincolo antico e del tutto specia-le: lo dimostra la stessa geografia del Continente, che rende ancora oggiomaggio a grandi navigatori come Colombo e Vespucci.

Nel corso del tempo, i legami fra il Subcontinente latinoamericano el’Italia si sono irrobustiti e arricchiti, grazie sia alla generosa accoglienza riser-vata a quanti dall’Italia attraversarono l’Atlantico in cerca di un futuro miglio-re, sia all’apporto morale e ideale che il nostro Paese ha saputo fornire al pro-cesso di costruzione delle identità nazionale nella Regione, attraverso le ideee l’esempio di figure come Garibaldi e Mazzini.

Oggi, le relazioni fra l’Italia e l’America Latina continuano a fiorire, svi-luppandosi sulla base di una sensibilità e di una cultura in larga parte comu-ni. L’anelito all’integrazione regionale, grande lascito ideale di figure comeSimón Bolívar e José de San Martín, spinge oggi il Subcontinente su un cam-mino che l’Europa ha già percorso e favorisce la cooperazione tra l’AmericaLatina e l’Unione Europea.

In tale contesto, l’Istituto Italo-Latino Americano ha costituito, nei suoi qua-rant’anni di storia, uno strumento prezioso al servizio della conoscenza reci-proca e del dialogo fra i Paesi membri, promuovendone e favorendone inmodo esemplare la collaborazione in campo culturale, scientifico, economicoe sociale.

Sono certo che l’Istituto saprà costantemente adeguarsi alle sfide che ilnuovo millennio ci lancia, conservando i propri caratteri fondamentali e altempo stesso rinnovandosi così da mantenere il proprio ruolo di ponte fra idue Continenti.

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Néstor Kirchner

Presidente de laREPÚBLICA ARGENTINA

Celebrar los 40 años de existencia del Instituto Ítalo-Latino Americanoequivale a rendir homenaje a la persistencia de una idea noble y a una prác-tica efectiva de cooperación entre naciones que comparten los valores de lacultura latina. A lo largo de estas cuatro décadas, este prestigioso organismoactuó como un valioso catalizador de emprendimientos conjuntos que contri-buyeron a cimentar las relaciones de amistad entre sus miembros.

En el horizonte de un mundo sometido a fuertes desavenencias políticas,tensiones económicas, desarreglos ecológicos y tragedias poblacionales, losesfuerzos en materia de integración y acción conjunta de los gobiernos, enpro del afianzamiento de una cultura solidaria y responsablemente coopera-tiva, debe ser sostenido y saludado.

El IILA ha desarrollado una activa gestión en la promoción y preservacióndel patrimonio cultural, cientifico y tecnológico de los países miembros, en lainvestigación y desarrollo de tecnologías aptas para la explotación sustenta-ble de sus recursos, en la formación y el entrenamiento de sus valiosos profe-sionales y técnicos, en la cooperación para el desarrollo de proyectos deimportancia económica y social, en la discusión y divulgación de experienciasy en el diseño de estrategias innovadoras para enfrentar los desafíos de unpresente acuciante y alentar la esperanza de un futuro mejor.

En esta búsqueda, que es la de un mundo que procure un crecimiento conequidad e inclusión social, respeto por los derechos humanos universales ydedicación preferente a los problemas que afectan a los menos favorecidos,el Gobierno argentino celebra la obra del IILA y renueva su confianza en queseguirá sumando su valiosa contribución a tan extenso compromiso.

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Evo Morales Ayma

Presidente de laREPÚBLICA DE BOLIVIA

Al conmemorarse el 40° aniversario del Instituto Ítalo-Latino Americano(IILA), envío a nombre del Gobierno de Bolivia, junto a sus movimientos socia-les, nuestro saludo cordial y el deseo de éxito en sus actividades.

Desde Bolivia, donde estamos en el proceso de construir una RevoluciónDemocrática y Cultural, les expresamos que 40 años de vida son 40 años dehistoria; en ese sentido, destacamos que la labor que realizan con programasde cooperación a nivel internacional son de beneficio mutuo para su institu-ción y varios países del continente y el mundo.

Al saludar este 40° aniversario de creación del IILA, formulamos votospara que la relación europea-latinoamericana se fortalezca cada día más, enbeneficio de nuestros pueblos.

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Luiz Inácio Lula da Silva

Presidente daREPÚBLICA FEDERATIVA DO BRASIL

É para mim motivo de grande satisfação saudar o Instituto Ítalo-LatinoAmericano, por ocasião das comemorações do seu 40° Aniversário.

O IILA tem contribuído de forma significativa para aprofundar o co-nhecimento recíproco e estreitar os laços de amizade e de cooperaçãoentre a América Latina e a Itália.

Congratulo todos os participantes e colaboradores do Instituto pelotrabalho realizado ao longo das últimas quatro décadas e manifesto meudesejo de que o Instituto continue a cumprir o papel de foro da aproxi-mação e aprimoramento das relações ítalo-latino-americanas.

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Michelle Bachelet

Presidenta de laREPÚBLICA DE CHILE

Con motivo de las celebraciones del cuadragésimo aniversario de la fun-dación del Instituto Ítalo-Latino Americano, IILA, me es muy grato hacer llegara usted y, por su intermedio, a todos los integrantes de esa prestigiosa insti-tución, los mayores deseos de bienestar.

Desde sus inicios, el Instituto Ítalo-Latino Americano se ha constituido enun valioso instrumento de acercamiento entre el continente latinoamericano eItalia, como asimismo, con toda la Unión Europea, beneficiando el desarrolloy profundización de los estrechos vínculos que existen actualmente entreambas regiones y, en particular, con cada uno de los países que las integran.

En efecto, el IILA ha contribuido en diversos ámbitos del quehacer a laregión latinoamericana, tales como los temas sociales, económicos, científicosy técnicos, así como en el campo de la cooperación al desarrollo, y que hacontado con la valiosa colaboración del Ministerio de Asuntos Exteriores deItalia.

Del mismo modo, el campo de la cultura se ha visto influenciado y favo-recido por la labor del Instituto, cuya gestión ha ayudado a dar a conocer, enel contexto europeo, la realidad latinoamericana.

Por esta razón y con motivo de esta celebración, permítame hacer llegar,a través suyo, a todos los miembros del IILA, mis sentimientos de mayor con-sideración, así como votos de prosperidad presente y futura.

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Álvaro Uribe Vélez

Presidente de laREPÚBLICA DE COLOMBIA

Tengo el honor de dirigirme a Vuestra Excelencia con el fin de expresaren nombre del pueblo colombiano y en el mío, nuestras más sinceras felici-taciones con ocasión de la conmemoración del 40° aniversario de la fun-dación del Instituto Ítalo-Latino Americano IILA, extensiva a su grupo decolaboradores.

Al remembrar al momento en que la histórica proyección de Italia haciaAmérica Latina y la voluntad de nuestros pueblos hicieron posible la crea-ción de este organismo, registramos con profunda complacencia la fructífe-ra labor que el IILA, cordial vocero de los intereses latinoamericanos, hadesarrollado mediante la constante y acertada ejecución de los objetivos decooperación concertados desde su inicio.

Permítame resaltar la importancia que el Instituto ha tenido paraColombia. He tenido la grata oportunidad de ser huésped del IILA; conconocimiento proprio puedo hablar de sus bondades.

Al manifestar la entera disposición de mi Gobierno de continuar acom-pañando las labores del Instituto, así como la de afianzar, aún más, loslazos que unen a nuestros pueblos, me valgo de la oportunidad para reite-rar a Vuestra Excelencia las seguridades de mi más alta y distinguida consi-deración.

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Óscar Arias Sánchez

Presidente de laREPÚBLICA DE COSTA RICA

Las raíces de la relación entre Italia y las naciones latinoamericanas seadentran en lo hondo de nuestro suelo histórico. Así como en la famosaleyenda Rómulo y Remo sobreviven por la ayuda benefactora de una loba,así también nuestras naciones latinoamericanas pasaron sus primeros añosde vida independiente nutriéndose del cálido abrigo de las naciones deEuropa. Y, como en la leyenda, las enormes diferencias entre nosotros y lospaíses europeos, no fueron obstáculo para crear una relación de mutua asis-tencia, de enriquecimiento recíproco.

América Latina fue forjada al calor de múltiples influencias. En ningúnlugar como en nuestras naciones se sintió el influjo de la diversidad.Nuestra identidad es, por ello, una gama de contrastes. Figuras tan latino-americanas como el gaucho argentino son símbolos del enorme intercambiocultural entre el continente americano y el europeo.

El fortalecimiento de nuestras relaciones es, entonces, no sólo un actopolíticamente indicado, sino históricamente inevitable. Los vínculos humanosno conocen distancias ni obstáculos; a través del océano que nos separa,Latinoamérica llega hasta Italia, e Italia llega a Latinoamérica. NuestraAmérica es latina en el más amplio de los sentidos, por eso mira a Italia conojos fraternales.

El Instituto Ítalo-Latino Americano no es sino una expresión de la latinidadde nuestras naciones. En el seno de este instituto, hemos evidenciado nuestrasintonía con Roma, con esta Italia magnífica de la que César hizo capital deOccidente, y Pedro, corazón de la Iglesia Universal, y que no es extraña aAmérica. Petrarca inspira nuestras letras; Miguel Ángel capturó nuestra ima-ginación; Verdi llegó a nosotros con voz renovada al fundirse su música conlos raudales del trópico; Garibaldi nos hizo entonar un canto de libertad.

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La suprema aspiración de mi patria es ver la gloria de la paz irradiarsu luz por todo el planeta; mi pueblo quiere que la majestad de la ley pre-valezca sobre el imperio de la fuerza. Este sueño no es una quimera inal-canzable, sino un compromiso que nos acerca cada día más a la unidad dela familia humana. Costa Rica es arca abierta de paz para todo aquel quequiera disfrutar de la vida. Italia recibe nuestra paz y, a su vez, compartecon nosotros su inacabable fuente de cultura e historia. Nuestro intercambioconstante, nos convierte en naciones cada vez más enriquecidas, en térmi-nos económicos, culturales y morales.

Estoy convencido de que en la cooperación internacional descansa elprogreso de las naciones de este mundo, tan profundamente interconecta-do. La vinculación de nuestros esfuerzos y la hermandad de nuestros países,permitirán a nuestros habitantes encontrar, finalmente, las condiciones queles permitan una mejor calidad de vida. Lo mejor de Italia, lo mejor deCosta Rica, lo mejor de todas las naciones del planeta, eso es lo que hacefalta para construir un mundo superior al que nos ha sido heredado.

Por eso celebro este aniversario y celebro la existencia y apoyo delInstituto Ítalo-Latino Americano. Espero que este aniversario no sea sino unaconfirmación de los ideales que dieron origen a esta gran institución: la ideade que nuestra hermandad es uno de los requisitos fundamentales del pro-greso económico y ético de nuestros pueblos.

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Elías Antonio Saca

Presidente de laREPÚBLICA DE EL SALVADOR

En el marco de esta celebración, es oportuno saludar y felicitar en nom-bre del Pueblo y Gobierno de El Salvador, a las altas autoridades y alConsejo de Delegados del Instituto Ítalo-Latino Americano (IILA), por celebraren esta fecha sus cuarenta años de fundación.

Nuestro país ha dado seguimiento a las actividades que ha realizado elInstituto Ítalo-Latino Americano desde su creación en 1966, en su misión deasociar estratégicamente a la República Italiana con los países de AméricaLatina y ha considerado importantes todas las iniciativas y actividades decooperación en los sectores cultural, técnico, científico y socioeconómico.Además, los seminarios, conferencias y exposiciones han sido eventos propi-cios para conocer y construir sobre la base de las experiencias compartidas,los lazos de amistad entre los países que lo conforman.

Consideramos que el papel del IILA, en su calidad de organismo inter-nacional e intergubernamental, ha sido dinámico y preponderante, al apor-tar a nuestros países, múltiples beneficios a favor de los más elevados valo-res.

Para nuestro país es motivo de honra que desde el mes de octubre, elEmbajador de El Salvador, José Roberto Andino, ostente la presidencia delIILA. Esto demuestra la importancia estratégica que conferimos al Instituto,de tal forma que a través de su gestión procuraremos intensificar aún más losobjetivos propuestos para los próximos años.

Aprovecho esta ocasión para agradecer al IILA y a los gobiernos que loconforman, la implementación de todos los programas que han sido ejecuta-dos en apoyo a la gestión de El Salvador, para concientizar a los países derenta media baja, que si bien mantienen un pago responsable de su deudaexterna y un cierto nivel de crecimiento económico, no deben ser excluidos

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de la cooperación para proyectos de desarrollo, a fin de lograr los objetivosnacionales orientados al mejoramiento de su población, en todos sus ámbi-tos y niveles.

Asimismo, El Salvador comparte la visión de la que a través del IILA, lasrelaciones entre la República Italiana y los países latinoamericanos puedenfortalecerse, por lo que estima que la correcta identificación de objetivos yejecución de sus planes anuales, dependerá el éxito de los proyectos empren-didos.

Finalmente, reitero las más sinceras felicitaciones y les auguro más éxi-tos en sus labores.

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Óscar Berger Perdomo

Presidente de laREPÚBLICA DE GUATEMALA

El legado de Italia es uno de los componentes fundamentales en la for-mación y desarrollo de los países de Latinoamérica y del Caribe. Si nos remon-tamos a los orígenes de las diversas culturas que integran la nación italiana,encontramos entre ellas a Roma, cuyo dinamismo, disciplina y sentido prácti-co la llevó de ser una ciudad de campesinos-soldados hasta convertirse encabeza de un formidable imperio. Y aquel inmenso poderío nos trae a lamente, por una parte, la elaboración del Derecho Romano, base de nuestroquehacer jurídico, y, por otra, nos recuerda un muy valioso conjunto de obrasliterarias y unas lecciones de urbanismo y arquitectura cuya influencia se haproyectado a lo largo de los siglos. Más adelante en el reloj de la Historia, elnombre de Italia nos evoca obras imperecederas de la literatura y de diver-sas artes, cuyos autores son patrimonio de la Humanidad.

Pasadas varias centurias, en el siglo diecinueve, Italia nos brinda una lec-ción integradora de diversas etnias, al constituirse como nación en un proce-so que supo respetar la índole de las diversas regiones y lenguas en el senode un proyecto de convivencia que, con el paso del tiempo, se convirtió enviva lección de democracia.

Guatemala tiene especiales deudas con Italia. Si recorremos nuestrasurbes, encontraremos el nombre de ilustres urbanistas y arquitectos; si exami-namos nuestras artes plásticas, hallaremos a descendientes de italianos con-vertidos en maestros de primer orden; si abrimos las páginas de nuestra his-toria literaria veremos en ella a relevantes escritores de primer orden venidosde Italia o nacidos de emigrantes italianos, y detectaremos influencias degrandes autores y de sobresalientes movimientos literarios surgidos en aquelgran país; si repasamos la trayectoria de nuestro Ejército, podremos ver losnombres de distinguidos oficiales y jefes que han recibido formación avanza-

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da en Italia. Y si examinamos nuestra historia política, una y otra vez asoma-rán estudiosos y dirigentes políticos forjados en el seno de Italia.

Así pues, tenemos sobrados motivos para sentirnos felices de que existael Instituto Ítalo-Latino Americano, en cuyo seno se trasvasan los aportes demutua y afortunada colaboración. Y nos regocija el hecho de que, el 1 de juliode 2006, el Instituto Ítalo-Latino Americano haya arribado a sus primeros cua-renta años de existencia. Una existencia fructífera que ha brindado generososfrutos a los veintiún países que tenemos el honor de integrar este organismointernacional cuyo fin primordial consiste en fomentar la mutua colaboracióncultural, socioeconómica y científica entre Italia, el continente europeo yLatinoamérica.

En el caso particular de Guatemala, el historial del IILA ofrece un saldopor demás positivo para nuestro país, que se ha beneficiado con seminariosinternacionales, programas de cooperación técnico-científica y eventos cultura-les. En cuanto a las actividades realizadas en Guatemala, los frutos han sido ysiguen siendo de enorme provecho para este país. Respecto a las actividadesrealizadas en Italia, ellas han servido como tribuna de primera categoría paraproyectar las riquezas culturales de Guatemala, para discutir con altura aca-démica nuestros problemas; para diseñar proyectos concretos de beneficiopara nuestro país; para estimular el comercio y la inversión entre Italia yGuatemala. Y en todos los casos, estos eventos han generado valiosos docu-mentos cuyo contenido ha servido para iluminar el horizonte de la patria, loscuales están disponibles en diversos lugares del mundo y, por supuesto, en laBiblioteca y el Centro de Documentación del Instituto, que son dos de los sitiosde acopio documental sobre Latinoamérica más importantes del mundo.

Por otra parte, vemos con simpatía y gratitud la preocupación del IILA

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por identificar opciones de intercambio, colaboración recíproca y accióncomún con Italia, con los otros países que integran el IILA o con naciones euro-peas. De esa preocupación han emergido, por ejemplo, valiosas becas deestudio que conciudadanos nuestros han aprovechado.

Así pues, considero motivo de honra saludar con júbilo y gratitud estoscuarenta años de existencia del IILA, y lo hago en nombre de mi país y en elmío propio, como admirador que soy de la cultura italiana y como fervorosocreyente en la cooperación internacional.

Debo aprovechar esta ocasión para manifestar que mi país está dispues-to a proseguir e intensificar su participación en el Instituto Ítalo-Latino Ame-ricano, con la certeza de que, como herederos de la cultura latina, tenemosmucho que decir y hacer en el contexto de este nuevo siglo y en el seno de unmundo donde la globalización nos acerca cada día más. Las fronteras entreItalia y Guatemala de hecho no existen, y así como mi país recibe complacidolos beneficios derivados de su pertenencia al IILA, aquella gran nación euro-pea nos abre generosamente las puertas para proyectarnos en el seno de unpaís que es corazón de la Unión Europea. Este afortunado intercambio cuen-ta con una institución modelo: el Instituto Ítalo-Latino Americano, cuya exis-tencia nos regocija y al que deseamos una larga y aún más próspera existen-cia.

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José Manuel Zelaya Rosales

Presidente de laREPÚBLICA DE HONDURAS

Desde la época del Renacimiento en que fuera construido este hermosoPalacio Santacroce-Pasolini, ha sido testigo de muchos y variados aconteci-mientos, en la actualidad como sede del Instituto Ítalo-Latino Americano nosólo es parte de su patrimonio histórico, sino es el sitio emblemático que encar-na el entendimiento entre Italia y América Latina.

Conocer el alcance de los vínculos que nos unen a los latinoamericanoscon Italia, es hoy una necesidad, muy similar a la que vivieron quienes hacecuarenta años visualizaron las ventajas que significaría contar con un organis-mo que se dedicara al estudio y al análisis de cómo potenciar una relación debeneficio mutuo entre las naciones que somos parte de la cultura latina. Porello, en nombre del Pueblo Hondureño, de mi Gobierno y de manera perso-nal, felicitamos al Instituto Ítalo-Latino Americano en el cuarenta aniversario dela suscripción de su Convenio Constitutivo.

El Instituto Ítalo-Latino Americano ha trascendido más allá del mero enten-dimiento entre italianos y latinoamericanos deseosos de intercambiar conoci-mientos científicos y técnicos, de expresar el arte y la cultura de nuestros pue-blos, y construir nuevas vías para la cooperación, hoy es además una puertaabierta para la comprensión entre Europa y América Latina.

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Felipe Calderón Hinojosa

Presidente de losESTADOS UNIDOS MEXICANOS

En ocasión del cuadragésimo aniversario de la creación del Instituto Ítalo-Latino Americano (IILA) me honro en manifestar, en nombre del pueblo y delgobierno de México, mi más sincera felicitación al Instituto, foro privilegiadopara las relaciones de amistad entre América Latina e Italia.

A lo largo de las cuatro décadas de su existencia, el Instituto ha impulsa-do positivamente el espíritu de cooperación italo-latinoamericana en los ámbi-tos económico, social, cultural y científico, lo que ha contribuido a la promo-ción del desarrollo regional.

La misión que inspiró la creación del IILA, cuando los entonces CancilleresAntonio Carrillo Flores de México y Amintore Fanfani de Italia tuvieron la ini-ciativa de tender puentes, ha permitido afianzar la colaboración entreAmérica Latina, la cual se hace cada vez más necesaria en un mundo crecien-temente globalizado e interdependiente. Por ello, México continuará com-prometido con las labores del Instituto.

A la vez que expreso a usted, señor Presidente, las seguridades de mimás alta consideración, le agradeceré transmitir al Secretario General y alConsejo de Delegados mis votos más sinceros porque el IILA pueda continuardesempeñando su noble misión a favor de un espíritu de concordia y coope-ración entre América Latina e Italia.

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Martín Torrijos Espino

Presidente de laREPÚBLICA DE PANAMÁ

En nombre del Pueblo y Gobierno de la República de Panamá me com-place enviar un mensaje de felicitación con motivo del conmemorarse el XLAniversario de la firma del Convenio Internacional para la Constitución delInstituto Ítalo-Latino Americano IILA, oportunidad que encuentro propicia pararesaltar los logros alcanzados, en las diversas actividades de cooperación de-sarrolladas en los ámbitos socioeconómicos, técnico-científicos y culturales afavor del mejoramiento y competividad de todos sus Estados Miembros.

Expresamos asimismo nuestro reconocimiento y satisfacción por la esfor-zada y eficaz labor para fortalecer el acercamiento y lazos de amistad en lasrelaciones de América Latina con la República Italiana.

En el marco de esta nueva era de integración, recibimos con beneplácitoesta celebración, augurando el mayor de los éxitos en los nuevos desafíospara el crecimiento, la paz y el bienestar de todas nuestras poblaciones.

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Alan García Pérez

Presidente de laREPÚBLICA DEL PERÚ

Me complace dirigirme a Vuestra Excelencia para hacerle llegar en nom-bre del Gobierno y pueblo peruanos las más cordiales felicitaciones con oca-sión de celebrarse el XL Aniversario del Instituto Ítalo-Latino Americano (IILA).

Es ésta una ocasión propicia para expresar también el reconocimiento delPerú por los constructivos esfuerzos realizados por el IILA para el fortaleci-miento de los vínculos de América Latina con Italia y Europa.

Desde su creación en 1966, el Instituto ha contribuido permanentementea renovar el compromiso de sus miembros para progresar, con espíritu de coo-peración y diálogo, en la consecución de los fines que motivaron su fundación.En su cuadragésimo aniversario, me complace ponderar los muchos y valiososlogros alcanzados por el IILA.

En el convencimiento que el Instituto proseguirá promoviendo la asocia-ción de América Latina, Italia y Europa, le hago llegar mis mejores auguriospara el futuro de nuestra apreciada y respetada Institución.

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Tabaré Vázquez

Presidente de laREPÚBLICA ORIENTAL DEL URUGUAY

Al cumplirse el cuadragésimo aniversario de la creación del IILA hacemosllegar a ustedes nuestro cálido saludo junto a nuestros mejores augurios paralos próximos años.

Sabemos que el Instituto Ítalo-Latino Americano desarrolla una extraordi-naria actividad de difusión científica y cultural relacionada con nuestraAmérica Latina, la que contribuye a fortalecer los vínculos entre nuestros paí-ses, a la vez que profundiza el conocimiento y la comprensión recíproca entrenuestros pueblos.

Conocemos también la actitud abierta y generosa que singulariza a vues-tro Instituto, que ha permitido a nuestro país llevar a cabo innumerables mani-festaciones y exhibiciones de la cultura y la ciencia uruguayas. Por todo elloles estamos muy agradecidos.

Es nuestros deseo, además, ratificar en esta oportunidad el compromisode Uruguay con el IILA y nuestra mejor disposición para apoyar y enriquecersu señalada trayectoria.

Reiterando las expresiones de nuestra mayor consideración y estima lessaluda cordialmente.

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Cerimonia del40° ANNIVERSARIO

Roma, 11 dicembre 2006

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Nel corso di quarant’anni di operosa ed intensaesistenza l’Istituto Italo-Latino Americano ha contri-buito a mantenere viva e rafforzare la collaborazio-ne tra il continente latino americano ed il nostro Pae-se. Tale patrimonio di contatti ed esperienze condivi-se – che trova origine e radice nella condivisione divalori che legano l’Italia ai popoli latino americani –risulta prezioso in questa fase di rinnovato dinamismonei rapporti tra l’Italia ed il Continente.

Il Governo che ho l’onore di presiedere ha infat-ti deciso di ridare priorità alle relazioni con l’Ameri-ca Latina, continente che vive una rinnovata stagionepolitica cui l’Italia guarda con attenzione.

Lo sviluppo sociale, la crescita economica, lacentralità della persona umana, il recupero di culturelocali sono tra gli elementi più qualificanti di tale mo-mento storico. Stagione che, ove associata a politicheeconomiche responsabili, potrà contribuire ad un piùstrutturale miglioramento del tenore di vita dei popo-

li latino americani ed una più equa ripartizione delbenessere. Questa, insieme a quella della lotta allacorruzione, è forse la principale sfida che attende laleadership latino americana.

Per assecondare e promuovere tali processi,l’Italia intende valorizzare tutte le risorse disponibili.Da quelle bilaterali, che prevedono un rilancio dellevisite ad alto livello ed un utilizzo sempre più ampiodel nuovo “ponte” costituito dai parlamentari italianieletti nella regione, a quelle multilaterali.

Penso ai rapporti tra Unione Europea e AmericaLatina, all’Organizzazione degli Stati americani, allevarie forme di integrazione regionale, agli strumentifinanziari quali la Banca Interamericana di Sviluppo.Ma anche e in particolare all’Istituto Italo-LatinoAmericano cui il Governo italiano è intenzionato adaffidare un ruolo sempre più importante in questoprocesso di rilancio e rafforzamento dei rapporti conil Continente.

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Messaggio di

ROMANO PRODI

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

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1. Da sinistra: il Segretario Generale dell’IILA, Paolo Bruni, il Presidente della RepubblicaItaliana, Giorgio Napolitano e il Presidente dell’IILA e Ambasciatore di El Salvador, JoséRoberto Andino Salazar.

2. Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.Da destra: l’Ambasciatore di Argentina, Victorio Taccetti, l’Ambasciatore dell’Ecuador,Emilio R. Izquierdo Miño, l’Ambasciatore del Messico, Rafael Tovar y de Teresa e l’Amba-sciatore di Costa Rica, Manuel Hernández Gutiérrez.

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3. Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.Da destra: il Vice Presidente dell’IILA e Delegato d’Italia, Sottosegretario diStato agli Esteri Donato Di Santo, l’Ambasciatore del Cile, Gabriel ValdésSubercaseaux, l’Ambasciatore di Cuba, Rodney López Clemente e l’Ambascia-tore dell’Uruguay, Ramón Carlos Abín de María.4. Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, il Presidentedell’IILA e Ambasciatore di El Salvador, José Roberto Andino Salazar.Da destra: il Vice Presidente dell’IILA e Ambasciatore di Haiti, Yvon Simeon,l’Ambasciatore della Repubblica Dominicana, Ana Silvia Reynoso de Abud,l’Ambasciatore del Guatemala, Francisco E. Bonifaz Rodríguez e il VicePresidente dell’IILA e Ambasciatore del Paraguay, Jorge Figueredo Fratta.

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7. Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, il Presidente dell’IILA e Am-basciatore di El Salvador, José Roberto Andino Salazar.Da destra: l’Incaricato d’Affari a.i. di Colombia, Ministro Consigliere Francisco J. CoyGranados, l’Incaricato d’Affari a.i. del Nicaragua, Amelia Silva Cabrera e l’Incaricatod’Affari a.i. del Brasile, Ministro Consigliere Raúl de Taunay.8. Da destra: Il Ministro degli Affari Esteri d’Italia, Massimo D’Alema, Il Presidente dellaRepubblica Italiana, Giorgio Napolitano, il Presidente dell’IILA e Ambasciatore di ElSalvador, José Roberto Andino Salazar, il Maestro Carlos Fuentes e Donna MariapiaFanfani.

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5. Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.Da destra: l’Incaricato d’Affari a.i. del Brasile, Ministro Consigliere Raúl deTaunay, l’Incaricato d’Affari a.i. di Panama, Signora Luisa Nero dePisanelli e l’Incaricato d’Affari a.i. della Repubblica Bolivariana delVenezuela, Ministro Consigliere Adriana Gottberg de Chaves.6. Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, il Presidentedell’IILA e Ambasciatore di El Salvador, José Roberto Andino Salazar.Da destra: l’Incaricato d’Affari a.i. del Perù, Ministro Roberto Seminario,l’Incaricato d’Affari a.i. di Bolivia, Consigliere María Isabel Cadima Paz,l’Ambasciatore di Honduras, Roberto Ochoa Madrid ed il Vice Presidentedell’IILA e Delegato d’Italia, Sottosegretario di Stato agli Esteri Donato DiSanto.

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9. Intervento del Vice Presidente dell’IILA, Sottosegretario di Stato agli AffariEsteri, Donato Di Santo. Da destra: L’Ambasciatore di Costa Rica, ManuelHernández Gutiérrez, l’Ambasciatore del Cile, Gabriel Valdés Subercaseaux, laSegretaria di Stato per Iberoamerica, Trinidad Jiménez García-Herrera, il Mini-stro degli Affari Esteri del Nicaragua, Norman Caldera Cardenal, il SegretarioGenerale Segreteria Iberoamericana, Enrique Iglesias, e il Segretario Generaledell’IILA, Paolo Bruni.10. Intervento del Ministro degli Affari Esteri del Nicaragua, Norman CalderaCardenal. Da destra: il Segretario Generale Segreteria Iberoamericana,Enrique Iglesias, il Presidente dell’Assemblea Parlamentare Europa AmericaLatina (EUROLAT), José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra e il Segretario Ge-nerale dell’IILA, Paolo Bruni.

11. Sala degli Specchi, celebrazione del 40° Anniversario dell’IILA.12. Intervento del Senatore Giulio Andreotti. Da destra: il Presidente della FondazioneAmintore Fanfani, Cesare Mirabelli, il Maestro Carlos Fuentes, il Presidente dell’IILA eAmbasciatore di El Salvador, José Roberto Andino Salazar, il Ministro degli Affari Esterid’Italia, Massimo D’Alema ed il Segretario Generale dell’IILA, Paolo Bruni.

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PAOLO BRUNI

SEGRETARIO GENERALE dell’IILA

Ho l’onore di dichiarare aperta l’odierna riunio-ne per la celebrazione del 40º Anniversario dellafondazione dell’Istituto Italo-Latino Americano, allapresenza del Signor Presidente della Repubblica,Giorgio Napolitano.

Questa occasione vuole essere un momento diriflessione sul ruolo svolto dall’IILA, Organizzazioneinternazionale al servizio della cooperazione tra iPaesi dell’America Latina e l’Italia. Essa vuole ancheessere un omaggio alla lungimiranza delle persona-lità – il nostro pensiero va ad Amintore Fanfani – edei Governi che quarant’anni fa dettero vita a unostrumento nuovo e originale nel panorama dellacooperazione internazionale. L’augurio è che essaproduca anche indicazioni per il futuro, in una fase

storica in cui Italia, Europa e America Latina devonoapprofondire il loro dialogo e sviluppare una visionecomune di fronte alle sfide e alle opportunità dellamondializzazione. L’Istituto Italo-Latino Americano èin proposito onorato per i messaggi di riconoscimen-to e di stimolo che tanti Capi di Stato dei Paesi mem-bri hanno voluto inviare all’Organizzazione per ilsuo 40° anniversario. Essi saranno raccolti, con gliinterventi odierni, in una pubblicazione commemo-rativa dell’anniversario.

Nel ringraziare gli oratori invitati e le autoritàpresenti che onorano oggi la sede dell’Istituto Italo-Latino Americano, invito il Presidente dell’IILA,Ambasciatore José Roberto Andino Salazar a svol-gere il suo indirizzo di apertura dei lavori.

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Signor Presidente, è con profonda soddisfazio-ne che Le porgo il saluto di benvenuto a questo even-to. La Sua prestigiosa presenza oggi in questa sederappresenta insieme un grande onore e un ambìtoriconoscimento per una Organizzazione internazio-nale che nei suoi ininterrotti quarat’anni di attività hasvolto, attraverso l’Italia, un’azione intensa ed estre-mamente positiva nello sviluppo e nel consolidamen-to dei rapporti euro-latinoamericani.

Oggi possiamo dire che l’intuizione del com-pianto Senatore Amintore Fanfani quando nel lonta-no 1965 si propose di attivare colloqui interconti-nentali fra gli Stati dell’America centro-meridionale egli stati dell’Europa, fu felice e non avara di risultati.Grazie alla sua passione e al suo impegno, ben pre-sto a Roma si credette con convinzione di poter pro-cedere nelle fasi preparatorie di una istituzione inter-nazionale in grado di estendere relazioni, fino aquel momento solo bilaterali, a tutti i Paesi latino-americani.

Fu così che nel 1966, con la firma di una con-venzione internazionale, l’Italia e venti Paesi dell’A-merica Latina affidarono ufficialmente all’IstitutoItalo-Latino Americano con sede in Roma il compitodi attuare l’impegnativo programma istitutivo. Eranata sulle sponde del Tevere una piccola ONU di

tutte le repubbliche latino-americane e l’Italia.Nei quarant’anni trascorsi enorme è stata la

quantità di eventi, incontri, innovazioni, rivoluzioniche si sono verificati nel mondo. Da essi è affioratal’esigenza di intensificare la cooperazione tra tutti ipopoli al fine di garantire progressi veri e tangibili inogni Paese. L’intuizione di superare i limiti bilaterali,coinvolgendo tutti i Paesi di un continente in un rap-porto con l’Italia e attraverso l’Italia con l’Europa, siè dunque dimostrata geniale e anticipatrice dellesfide del futuro.

Da quel momento, notevole è stato l’impegnodell’IILA nel promuovere la partecipazione diGoverni, istituzioni, società civili alle sue attività. E seoggi le relazioni fra i nostri Paesi dell’America Latinacon l’Italia e l’Europa sono più forti e consolidate dauno spirito di accentuata solidarietà e comprensione,molto si deve all’azione svolta dall’IILA. Certo, nuovee importanti sfide ci attendono. Ma la Sua presenzaoggi in questa sede è la conferma che è stato fatto unbuon lavoro, nonostante le immancabili difficoltà, eche si guarda con fiducia all’avvenire.

Per questo La ringrazio, Signor Presidente, conprofonda riconoscenza, anche a nome degli Amba-sciatori dei venti Paesi latino-americani membridell’IILA.

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JOSÉ ROBERTO ANDINO SALAZAR

PRESIDENTE dell’IILA

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CESARE MIRABELLI

PRESIDENTE della FONDAZIONE AMINTORE FANFANI

Ricordare Amintore Fanfani, nel contesto dellecelebrazioni per il quarantesimo anniversario dallaentrata in vigore della Convenzione che ha dato vitaall’IILA (11 dicembre 1966), non risponde solo adun dovere e alla sollecitazione della memoria daparte della Fondazione che a lui si intitola.

Costituisce, piuttosto, la occasione per ricorda-re come le finalità e la creazione di questo Istituto,promosso e realizzato per ideazione ed impulso diAmintore Fanfani, rechino appieno l’impronta dellasua impostazione culturale e politica, e manifestinola sua straordinaria capacità di realizzare progettiambiziosi, pur in un difficile contesto internazionale.

Le finalità dell’Istituto manifestano l’impegno diFanfani nel perseguire concretamente la solidarietàe la cooperazione internazionale, e la sua conce-zione non retorica della comunanza culturale, socia-le, scientifica, prima ancora che di interessi econo-mici, che lega l’Italia ed i Paesi dell’America Latina.Lo sbocco multilaterale ed istituzionale di questolegame è l’IILA, considerato “una piccola ONU ditutte le repubbliche latino-americane e l’Italia”, edestinato ad aprire la via “a più approfondite edefficaci relazioni culturali, politiche ed economichetra l’America latina e l’Europa”.

L’Istituto Italo-Latino Americano è un esempio

evidente della capacità di realizzazione di AmintoreFanfani. “Immaginato nel ’65 a Città del Messico –lo ricorda egli stesso – fu realizzato nel ’66 aRoma”.

La Convenzione che istituisce questo Organi-smo internazionale, firmata il 1° giugno 1966, èentrata in vigore dopo appena sei mesi, con la rati-fica degli Stati membri. Segno di quale cura fossestata in precedenza riposta nella molteplicità deirapporti bilaterali, di quanto fossero avvertite ecomuni le finalità che il nuovo Istituto era chiamatoa perseguire, e, non da ultimo di quale prestigio edautorevolezza godesse chi se ne era fatto promoto-re.

La Fondazione Fanfani non intende custodiresolamente il ricordo di questa personalità eccezio-nale, che ha profondamente segnato la vita politicanazionale ed internazionale, sino ad essere l’unicoitaliano chiamato a presiedere l’Assemblea genera-le delle Nazioni Unite. Intende piuttosto coltivarne leidee, suscitare l’approfondimento dei principi chehanno ispirato le sue scelte, comprenderne la porta-ta ancor oggi.

Per questa sua missione non può che seguirecon partecipe interesse l’attività dell’Istituto Italo-Latino Americano, sino a condividerne, nella mode-

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stia delle sue forze, ma con la ricchezza del lascitoideale che custodisca, lo spirito e le finalità. Ne èsimbolica testimonianza la borsa di studio che laFondazione ha destinato quest’anno ad un giovanestudioso dell’Università di La Paz, perché completi la

sua tesi di Master sulle basi romanistiche della unifi-cazione del diritto e del diritto dell’integrazione,presso il Centro di studi latino americani dell’Univer-sità di Roma – Tor Vergata, che da tempo attiva-mente collabora con l’IILA.

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Tra le non poche brillanti iniziative ideate emesse in campo dal Presidente Fanfani, l’IstitutoItalo-Latino Americano ha un rilievo di notevolespicco, perché colmò una lacuna nel rapporto conl’America Latina che tutti denunciavano e deplora-vano senza individuare mezzi efficaci per porvirimedio.

Nel corso della storia dell’Istituto si sono an-che avuti momenti di straordinario rilievo con lapresenza di personalità illustri debitamente onora-te. Ma non meno importante è il lavoro quotidiano,fatto con una serie di incontri, di attivazioni, disostegni con una tessitura ormai più che consolida-

ta di rapporti e di conoscenze. Più volte ho avutomodo di prendervi parte e ammiro sempre la pro-fondità e il valore degli incontri.

Non posso dimenticare in materia l’impressio-ne che ebbi a Parigi durante il Trattato di Pace.All’On. De Gasperi, unico invitato italiano ammes-so a perorare la nostra causa, uno solo tra i dele-gati dei vincitori si alzò e venne a dargli la mano.Era il rappresentante del Brasile.

I decenni trascorsi non mi hanno certo fattocancellare l’impressione di quel giorno. Neimomenti più difficili sono le radici comuni che fannotesto.

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GIULIO ANDREOTTI

SENATORE a vita

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Sono molto lieto di poter intervenire alla cele-brazione di questo quarantesimo anno di vita dell’Isti-tuto Italo-Latino Americano.

Una celebrazione densa di significati come lo èquest’Istituto che ha la finalità meritoria di promuove-re rapporti sempre più stretti tra l’Italia e i Paesi del-l’America Latina. Paesi ai quali l’Italia si sente legatada vincoli del tutto particolari, sul piano politico eco-nomico culturale e storico, ma anche affettivo, in virtùdella presenza di milioni di discendenti di Italiani chehanno caratterizzato le relazioni tra il nostro Paese eil subcontinente latino americano.

L’Italia intende adoperarsi per valorizzare mag-giormente la specialità di questi rapporti, sul piano siabilaterale che dei rapporti tra il subcontinente el’Unione Europea che costituisce la dimensione pri-maria in cui si esprime la politica estera dell’Italia cosìcome quella dei nostri partners europei.

Sapete bene quanto l’attuale governo italianotenga ad adoperarsi in questa direzione. Sin dal mo-mento in cui il Presidente Prodi ha illustrato al Parla-mento le linee programmatiche dell’esecutivo, e comeho avuto modo di sottolineare io stesso in più occa-sioni, abbiamo indicato nell’intensificazione dei rap-porti con i Paesi dell’America Latina ed i Caraibi unobiettivo qualificante e prioritario della nostra politica

estera. Ciò significa anche che intendiamo operareaffinché l’Italia si affermi come punto di riferimento inEuropa, attento e aperto alle istanze dell’AmericaLatina.

Questo rilancio dell’attenzione dell’Italia versol’area si inserisce in un momento di particolare rile-vanza per il subcontinente. L’America Latina sta viven-do in questi mesi una stagione di trasformazioni e dinovità di sicuro interesse. Un dinamismo che trovaespressione immediata nel tasso di crescita registratodalle economie della regione a superamento di unadifficile fase di stagnazione; ma anche sul piano poli-tico, nel fitto calendario di consultazioni elettoralitenutesi negli ultimi mesi.

Il ritrovato dinamismo dell’economia offre allaclasse dirigente latino americana, quella che vieneconsolidandosi per la forza della democrazia, un’op-portunità che è al tempo stesso una sfida. Quella ditradurre la crescita economica in condizioni di benes-sere diffuse a vantaggio di tutti gli strati sociali dellapopolazione.

Non ci si può nascondere la difficoltà del perse-guimento di questo obiettivo. Del resto la storia delsubcontinente latino americano è intessuta di occasio-ni in parte mancate e di promesse non completamen-te mantenute. E non solo, come per egoismo di como-

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MASSIMO D’ALEMA

VICE PRESIDENTE del CONSIGLIO DEI MINISTRI e MINISTRO degli AFFARI ESTERI

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do siamo sovente propensi a credere in questa partedel mondo, per responsabilità e inadeguatezze diclassi dirigenti e popolazioni locali; ma anche a causadelle negligenze, delle contraddizioni se non a voltedel concorso attivo e primario delle politiche che han-no spesso avuto origine nei Paesi più grandi e svilup-pati.

Anche per questo non possiamo non sentire unobbligo di solidarietà nei riguardi dei Paesi dell’Ame-rica Latina. Non può non sentirlo l’Italia, che è ingrado di offrire un contributo speciale in ragione dellaspecialità delle risorse su cui esso può far leva. Risorsemateriali la cui testimonianza più immediata è datadalla presenza di una vasta comunità di italiani emi-grati in America Latina, che si sono integrati ed amal-gamati appieno nelle società che li hanno accoltisenza per questo recidere il legame vitale con il Pae-se dei loro avi, come testimonia la presenza nelParlamento italiano di rappresentanti eletti diretta-mente da quelle comunità.

Una risorsa alla quale corrisponde specularmen-te quella delle comunità di cittadini latino americaniche hanno fatto dell’Italia la loro patria d’elezione eche offrono un contributo prezioso al progresso delnostro Paese; un contributo non di rado eroico, comeci rammenta il tragico esempio di Irina Noelia Pala-

cios Cruz, la cittadina honduregna che lo scorso ago-sto sacrificò la propria vita nelle acque dell’Argenta-rio per salvare quella della bambina che era stata affi-data alle sue cure di baby sitter.

Nel rendere più intenso e reciprocamente profi-cuo il dialogo con i Paesi dell’America Latina l’Italiapuò valersi anche di una risorsa immateriale non me-no importante: una predisposizione in un Paese co-smopolita come il nostro se non addirittura congenita,sicuramente storicamente consolidata al dialogo ed alconfronto costruttivo con l’”altro”. Per descrivere conaltre parole questa che è sicuramente una nostragrande qualità prenderei a prestito, invertendone itermini, quello che Carlos Fuentes ebbe a dire degliStati Uniti: quello che sappiamo fare peggio, è capirenoi stessi; quello che sappiamo fare meglio, è capiregli altri.

Nella cornice che ho descritto, e per i motivi cheho appena illustrato si tratta di una cornice partico-larmente propizia, il salto di qualità che intendiamofar compiere ai nostri rapporti con i Paesi dell’Ameri-ca Latina non deve essere circoscritto alla dimensionedei buoni propositi, ma può e deve tradursi in iniziati-ve concrete.

La concretezza che auspico ha trovato innanzi-tutto espressione nella intensificazione degli incontri

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politici e istituzionali che hanno avuto luogo qui aRoma, così come nella realizzazione delle numerosevisite che il Sottosegretario Di Santo ha effettuatonella regione. Io stesso mi recherò tra la fine di dicem-bre ed i primi di gennaio in Cile, in Brasile ed in Perù.Per il 2007 sono previste altre importanti missioni neiPaesi dell’area.

L’agenda del nostro dialogo con questi Paesi èvasta; i suoi obiettivi sono ambiziosi, e coerenti con lavocazione profonda e più nobile della politica esteraitaliana: la diffusione di una cultura della libertà e deldialogo tra i popoli; la stabilizzazione ed il consolida-mento dei processi di democratizzazione e di pace;politiche sociali pubbliche e di lotta alla povertà e allemalattie; la tutela dell’ambiente, la lotta al terrorismo,alla proliferazione, al narcotraffico ed alla criminalitàorganizzata, compreso il traffico di esseri umani, ed ilsostegno ai processi di integrazione regionale.

Fra gli strumenti a nostra disposizione per rag-giungere questi obiettivi, una posizione preminentespetta all’Istituto Italo-Latino Americano. La creazionenel 1966 di questo organismo internazionale ha per-messo che i nostri legami potessero intensificarsi nonsolo attraverso una accentuazione di quel comunesenso di “fratellanza” che da sempre ci accomuna.

L’IILA ha infatti svolto sino ad oggi numerosissime

ed importanti attività non solo di studio e di ricerca,ma anche riguardanti iniziative concrete di collabo-razione in tutti i settori di intervento (culturale, socio-economico, tecnico-scientifico, della cooperazioneallo sviluppo), con effetti estremamente positivi pertutta l’area latino americana e caraibica. Penso, adesempio, ai numerosi progetti di cooperazione allosviluppo che l’Istituto realizza, anche con l’appoggiodel nostro Paese, a sostegno di alcune realtà locali.

L’IILA svolge dunque un ruolo importante e meri-tevole di apprezzamento. Un ruolo che può esserepotenziato ulteriormente. Penso innanzitutto ad untema che, come Italia, ci sta particolarmente a cuore:il rapporto tra America Latina e Unione Europea e imeccanismi di integrazione regionale.

Sono persuaso che una lobby latino americananell’Unione Europea sia un obiettivo che ci possaaccomunare senza intenti di competizione ad altrigrandi Paesi come la Spagna e il Portogallo, che van-tano storicamente solidi rapporti con l’America Latina.L’Italia è inoltre convinta che solo l’approfondimentodei processi di integrazione, di pari passo con il raf-forzamento dei rapporti tra l’America Latina el’Unione Europea, possa fornire risposte efficaci allesfide economico-sociali che il subcontinente ha dinan-zi a sé.

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L’Italia ha sempre svolto un ruolo di primo pianoper il consolidamento di relazioni strategiche tra l’UEed i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, favo-rendo in particolare i negoziati di associazionedell’UE con i vari raggruppamenti regionali latinoamericani (Mercosur, Comunità Andina, AmericaCentrale e Cariforum). Anche in tale contesto, nesono certo, l’IILA potrebbe apportare un contributodi sicura utilità.

Sono poi dell’avviso che l’IILA potrebbe appor-tare un contributo efficace – oltre che nei settori del-l’ambiente, dello sviluppo sostenibile, della tutela delpatrimonio archeologico ed artistico – anche nellalotta alla povertà ed agli squilibri socio-economici;non solo con iniziative di studio e di cooperazione,ma anche con programmi di formazione.

Vorrei concludere ponendo l’accento sull’impor-

tanza che riveste per noi la giornata odierna. Quelladi oggi può essere infatti una giornata importante,non solo dal punto di vista celebrativo, se questonostro incontro, e le riflessioni, i suggerimenti e leproposte che ne emergeranno, consentirà di elabo-rare una articolata strategia di azione futura, tale daaccrescere ancora di più il ruolo ed il profilo del-l’IILA.

Sarà questo il modo migliore di rendere omag-gio alla realtà di questo prestigioso Istituto ed allalungimirante visione politica del suo fondatore,Amintore Fanfani, che desidero ricordare anchecome uno dei maggiori interpreti della politica este-ra italiana del dopoguerra. Una politica esteraautenticamente italiana, non di questa o quella par-te, che vede nella relazione con l’America Latinauno dei suoi capisaldi intramontabili.

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¿Ausencia? ¿Indiferencia? ¿Lejanía? ¿Olvido?Cuando se invocan estas palabras para describir larelación de Italia y la América Latina me siento movi-do a recordar que un genovés fue el primer europeoen poner pie en el hemisferio occidental; que un flo-rentino, entre “multitud de pájaros” y sintiéndose enel paraíso terrenal, le dio su nombre a América; queun veneciano exploró el Río de La Plata y el Paranáhasta las alturas del Paraguay; y que otro florentino,éste del Val di Greve, exploró las costas del Brasil.Pues si Rodrigo de Triana, vigía de La Pinta, fue el pri-mero en gritar ¡tierra!, fue Cristobal Colón, CristoforoColombo, quien antes que ver tierra vio lumbre en elterritorio americano: vio fuego. Y si Amerigo Vespuc-ci, Américo Vespucio, publicó el primer gran mapadel Nuevo Mundo, Mundus Novus, en 1507, tuvieronrazón sus contemporáneos al decir que el continentedebía llamarse América en honor suyo y porque latierra de América, igual que Asia y Europa, resumesu pródiga naturaleza en un nombre de mujer.

Y es que los primeros italianos de América nosólo descubrieron, también describieron un nuevomundo de la imaginación, es decir de la posibilidadhumana. Saber y entender las grandes y admirablescosas que Dios nos ha concedido, ver y sentir, escri-bió en su diario “El Caballero de Vicenza”, Antonio

Pigafetta, al tocar las costas de Brasil y Patagonia enel primer viaje alrededor del mundo. Colón el geno-vés, Vespucio el florentino, Verrazzano el toscano,Caboto el veneciano, Pigafetta el vicentino; no esposible separar el descubrimiento de América, perotampoco la imaginación del Nuevo Mundo, resueltosambos – descubrimiento e imaginación – en encuen-tro de civilizaciones, sin la voluntad de Italia, lamemoria de Italia, el nombre de Italia. Que esta her-mandad de las culturas no se limita a una época, nise resume en una gesta lo demuestran las vastas yconstantes influencias de Italia en España y enIberoamerica. Sin Italia nuestra historia está incom-pleta, y nuestra cultura privada de una continuidadque va de la transformación de la poesía en español,por la lección de Petrarca transmitida a nuestra len-gua por Garcilaso de la Vega, y de la temporadaromana de Diego de Velázquez, tres años en los queel grandísimo pintor español descubre quién esVelázquez y cuánto le debe la pintura española a laitaliana. Tradición perdurable si consignamos la lec-ción de Paolo Uccello en el muralismo épico deDiego Rivera o la hermandad de David AlfaroSiqueiros con el futurismo de Boccioni y Carrà.

Es decir, Italia nos enseña a ver. Desde la auda-cia de Piero della Francesca, que enseña al Nuevo

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CARLOS FUENTES

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Mundo del descubrimiento renacentista a mirar fueradel espacio frontal icónico del Medio Evo hasta lamirada de Antonioni (soledad en llamas) y la deRossellini (llamarada de la historia).

Así, Italia nos aproxima al corazón de la rela-ción entre las culturas en un mundo cada día máscomunicado, pero también más complejo. ¿Da cuen-ta la comunicación de la complejidad? Rara vez. Lacomunicación moderna tiende a simplificar, la letracede el sitio a la vista, la vista se acomoda sin reac-ción crítica a lo que el mercado del entretenimiento leofrece y corremos el riesgo de quedarnos ciegos sindarnos cuenta de que antes nos quedamos mudos.Italia nos enseña a ver. Por eso evoco hoy una tradi-ción visual de Giotto en un mundo que tiende a sepa-rarnos, pero vencer las fuerzas centrífugas delmundo moderno y sus tentaciones sustitutas (existeporque lo vi) exige regresar a la noción del lengua-je, o más bien los lenguajes. Los lenguajes comotransmisión y comunicación en profundidad de per-cepciones e inteligencias compartidas sin sacrificio deninguna de las partes. Postulemos la unidad, la comu-nidad que nos une a italianos y latinoamericanoscomo un hecho de permanencia y progreso de lavida social, intelectual, política y económica en lacual cada elemento configura una realidad histórica

compuesta de memoria, actualidad y deseo. Somosdistintos a fin de enriquecer las similitudes. Nos enten-demos a nosotros mismos a fin de entender al mundo.Nuestra personalidad no puede ni debe ser exclu-yente. Lo que damos y lo que recibimos nos formancomo seres solidarios con nuestra propia humanidad.

La América Latina e Italia forman parte de la co-munidad internacional y no pueden separarse de susobligaciones internacionalistas, pero para cumplirlasdeben ubicarse en la historia. Un concepto que ledebemos al gran filósofo del Nápoles españolGianbattista Vico y su idea revolucionaria de la histo-ria como creación humana cuya primera manifesta-ción es el lenguaje.

¿Quiénes somos?; ¿Dónde estamos? El extremooccidente, así nombró a la América Latina el histo-riador y diplomático francés Alain Rouquiè despuésde que el también diplomático e historiador mexica-no Daniel Cosío Villegas hablase en un libro célebrede los extremos de América. ¿Y qué significa lo extre-mo? “Lo más avanzado en cualquier dirección” diceel diccionario Oxford de la lengua inglesa. Y aúnmás preciso y generoso nuestro diccionario de laReal Academia Española “da a la palabra “la doblevirtud de ser no sólo fin sino también principio”. Siaplicamos estas definiciones a los enunciados de

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Rouquié y Cosío Villegas podemos pensar que si laAmérica Latina es extremo de Europa, Europa a suvez es extremo de la América Latina. ¿Por qué?Porque del encuentro de los mundos europeo eindígena a partir de 1492, así como del arribo de lanegritud a América poco más tarde, nació unacorriente de reconocimientos e influencias mutuosque fluye del Mediterráneo al Caribe, trayendo anuestras costas las civilizaciones del sur de Europapero llevando de regreso al Mediterráneo las civili-zaciones del centro y sur de América. Un boleto deida y vuelta.

¿Choque de civilizaciones?; ¿Encuentro catastró-fico? No, nos dice María Zambrano, filósofa del exi-lio español, que creó su propia república aquí enRoma. No si del choque nace algo que lo trasciende.Y del choque de las civilizaciones antiguas deAmérica y las civilizaciones de la Europa meridionalnacimos todos nosotros. Mayoritariamente hablamosespañol y portugués, mayoritariamente somos mesti-zos, y hasta cuando somos ateos somos católicos.Esta confluencia se debe en gran medida a que laprincipal potencia colonial del sur de Europa, en elcentro-sur de América fue España, acaso la naciónmás multicultural del llamado Viejo Continente:España fenicia, cartaginesa, griega y latina, celta e

ibera, goda, árabe y judía. Es decir que de Méxicoa Chile y Argentina somos herederos de una Europamulticultural que al unirse a Indoamérica y Afroamé-rica le dio al occidente una nueva frontera pluralista.En efecto un extremo de reconocimientos, un espejomayor en la galería de identidades portadas porEuropa y África al Nuevo Mundo.

Nuevo Mundo. ¿Cómo nos instalamos en elmundo? Esta pregunta que cada uno se hace indivi-dualmente es asimismo una cuestión colectiva.Reunidos aquí europeos y latinoamericanos, supera-dos por una parte los lastres del eurocentrismo y porla otra las estrecheces del nacionalismo latinoameri-cano, nos reconocemos en la sabiduría latina deTerencio (nada humano me es ajeno), y en la sabi-duría latinoamericana de Alfonso Reyes (seamosgenerosamente universales para ser provechosamen-te nacionales). La cuestión de la identidad ha desve-lado a europeos y a latinoamericanos. A nosotrosporque desde que alcanzamos la independencia aprincipios del siglo XIX, hasta que llegamos a la inter-dependencia a fines del siglo XX, nos hemos cuestio-nado acerca de la identidad latinoamericana y nues-tra inserción identitaria en la modernidad.

El debate no fue estéril. Nos permitió asumirnuestra herencia pluricultural. Descendemos de las

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culturas española, europea, indígena y africanaspara identificarnos como mestizos; como mestizos enun mundo de trasiegos tales, de migración laboral,flujos productivos y alcances de la comunicación quela multiculturalidad mestiza se ha vuelto sinónimo dela modernidad, simplemente de la modernidad tananhelada por los latinoamericanos. No hay moderni-dad sin nosotros, es más, el mestizaje íberoamerica-no fue no sólo el presagio sino la actualización de loque significa ser moderno: encuentro de culturas,vitalidad del presente, gracias a la memoria del pasa-do y a la esperanza del futuro, pues Europa a su vezha perdido su ubris ancestral, golpeada por loshorrores históricos de dos guerras mundiales, el holo-causto, los totalitarismos y el ocaso de los imperioscoloniales. La experiencia del mal llevó Europa areforzar, a renovar las fuentes del bien en el espíritude la cooperación, que nacida modestamente en1950, es hoy una dinámica comunidad.

Hoy la nueva Europa, la nueva – subrayo –pone, o debería poner por delante los temas delmedio ambiente y los derechos humanos, la prevalen-cia del derecho internacional y el vigor de los lazosmultilaterales y de cooperación. Que esta vocacióncreadora de la nueva Europa sufra excepciones tanterribles, para mencionar una sola, como el genoci-

dio en la antigua Yugoslavia, sólo sirve para alertar,para que nadie se duerma en sus laureles y para quelos europeos afirmen por encima de toda contingen-cia que en la hora actual Europa sólo puede, sólodebe ser lo mejor que Europa le ha prometido almundo en nombre de Europa. ¿Es Latinoaméricaparte de lo mejor que Europa le promete al mundo?Por supuesto, desde luego, si afirmamos que la rela-ción Europa-América Latina es, o puede llegar a ser,uno de los ejes principales del desarrollo económicoy la defensa del derecho en el mundo actual. Somossocios ideales pero también naturales.

He aquí uno de los campos de cooperación másfértiles entre Europa y Latinoamérica: la defensa yconstrucción de un orden internacional basado enderecho, lo cual excluye el unilateralismo que puedeganar la guerra y perder la paz. La paz sólo la ase-gura la cooperación internacional y no puede, ensegundo lugar, llevarse bien el unilateralismo y el pro-ceso globalizador que por su naturaleza misma impli-ca relaciones y acuerdos multilaterales. Lo ha dichocon energía Massimo D’Alema en una memorableconferencia en Montevideo. Lo cito: La interdepen-dencia requiere un orden, instituciones, un cuadro denormas. Ni Europa ni la América Latina pueden serordenadas como si fuesen el Pacto de Varsovia.

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Europa y la América Latina están unidas en el recha-zo de toda política internacional de intimidación yfavorecen en beneficio, así de los fuertes como de losdébiles, los procesos del consenso. Si actuamos sinderecho engañamos a los demás, y algo peor: nosengañamos a nosotros mismos. Recordemos la sabi-duría europea de Pascal cuando nos advierte: Nopudiendo ser que lo justo sea fuerte hagamos que lofuerte sea justo. Sí, la historia contiene una preguntapara cada ser humano y para cada época: ¿cómonos instalamos en el mundo? Sólo podemos aproxi-mar una respuesta si antes comprendemos que hayun mundo creado por el ser humano, pero tambiénun mundo creador del ser humano. Para un escritorel problema se aparece en cada línea. Escribiendoen el presente no podemos evadirnos de la memoria,que es el pasado, ni del deseo, que es el futuro. Elescritor resuelve hasta cierto punto el problema pres-tándole al lenguaje el poder de constituir un mundo.Nombrar significa dotarnos de memoria, límite yapertura. Ello nos demuestra dos cosas. Una, que elpasado jamás está concluido en la medida en que elpasado también tuvo presente e imaginó futuro. Laotra, que el futuro no concluye nunca porque es hori-zonte. Habría que perder la voluntad para concluir lahistoria, y por más dolorosa que sea la historia,

advirtió Nietzsche, más doloroso aún sería no tenerhistoria.

Hoy siento que los latinoamericanos sabemosquiénes somos. Nuestra identidad cultural queda con-firmada localmente pero alcanza conocimiento uni-versal, como lo comprueban desde luego Borges,Neruda y García Márquez o en la gran exposicióninstalada aquí en el IILA: Mata, Lam, Pedro Coronel,Fernando De Szyszlo, Cecilia Paredes. Pero tambiénsomos parte integrante de una cultura compartidaque Felipe González define diciendo que cuando unescritor o artista del orbe hispánico es premiado,todos los íberoamericanos lo consideramos nuestro,sin consideración de nacionalidad. Pasamos de laidentidad a la diversidad y esta búsqueda de la diver-sidad nos liga al mundo, a los Estados Unidos deAmérica mucho, al Oriente menos y en el virtuosomedio, Europa. No quiero decir que debamos acer-carnos a Europa sólo porque en ella vemos un con-trapeso a la influencia norteamericana. Ello sería olvi-dar, y acaso negar y renegar, que no hay cultura conorigen adánico o venusino. Ni Europa ni Latinoamé-rica son creaciones ab nihilo, a partir de la nada.Cada cual – lo repito – es portadora de culturasanteriores que siguen siendo contemporáneas si ennuestro presente, les acordamos el justo valor de la

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tradición. No hay pues monogenealogías culturales.Somos, como acaba de decirlo Massimo D’Alema,un grupo de naciones abocadas a la cooperación. Lapresencia y comunicación de las culturas equivale ala posibilidad de diversificarlas y de enriquecerlas.Ahora bien, ¿cómo se proyecta cuando llevo dichoen la realidad política de la relación Europa-AméricaLatina? Primero recordándonos que ni la democraciani el derecho son dados. Reclaman el ejercicio de lalibertad a sabiendas de que la libertad plena nuncaes asequible por el simple hecho de que existe lamuerte. La libertad es entonces la lucha por la liber-tad. El progreso no siempre progresa y el ser huma-no debe conservar un sagrado espacio de resistenciapara el fracaso. Nothing succeeds like success exceptsometimes failure: eso lo sabía William Faulkner,pero gongorino y barroco, Faulkner, podría ser –quizá lo es – un novelista latinoamericano. Y lo sabíadesde luego el poeta italiano más universal despuésde Dante y Petrarca, y tan amado como Dante yPetrarca por sus lectores del Nuevo Mundo, elgenial, atribulado, torturado y admirable poeta deRecanati Giacomo Leopardi, el poeta del solar y deldolor, el gran poeta del firmamento donde nos diceve tantas estrellas que hay poco daño si una cae ymiles permanecen. Y añade Leopardi viajando al

lado de la luna, “pero sólo hay una luna y nadie laha visto caer salvo en un sueño”. Leopardi ve la lunasobre Roma como nosotros anoche y esta noche yrecuerda las palabras de Winkleman: Dios me debíaRoma.

Hoy estamos en Roma, sede de un imperio anti-guo. Yo vengo de México, donde el imperio aztecaduró dos siglos... mil años... doscientos años. Nohay imperio eterno. Los centros se desplazan perolas culturas permanecen. Por ello digo, en segundotérmino, que no vivimos un conflicto de civilizacio-nes, sino acaso un conflicto de obligaciones. Las dis-paridades globales dentro y fuera del mundo de-sarrollado, entre gastos bélicos y gastos educativos,entre consumos suntuarios y requerimientos médicos,entre la pobreza de muchos y la riqueza de pocos,abre una agenda internacional para salvar al sigloXXI del desastre. En esa agenda Europa y Latino-américa poseen obligaciones propias y comparti-das, obligaciones de la gobernanza local pero tam-bién obligaciones de la solidaridad internacional.Necesitamos, como lo pidió Massimo D’Alema enArgentina: Un nuevo ordenamiento económico ypolítico internacional. Dentro de dicho ordenamien-to un capítulo esencial de la solidaridad concierne altrabajo migratorio. En el mundo global hay tres velo-

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cidades: los movimientos de capital gozan de liber-tad absoluta, el dinero no tiene fronteras; el comer-cio tiene algunas fronteras; el trabajo tiene muchísi-mos obstáculos. Reafirmemos que aquí la migraciónno es un crimen, que los Estados no pueden crimi-nalizar el trabajo y que un trabajador es siempre unportador de obligaciones, pero también de dere-chos. No puede haber mercado global con déficitsocial. No es tolerable un mercado global sin opor-tunidades civiles y sociales, pero tampoco es tolera-ble un mercado local que por deficiencias de inver-sión, previsión, educación y justicia no retiene a supropia mano de obra. Latinoamérica requiere demo-cracia con justicia, con justicia social y economíasequitativas, escudos contra la creciente violencia demuchas zonas, de muchos países de nuestro conti-nente. Y tercero, que europeos y latinoamericanosdebemos actuar y aunar voluntades políticas para

eliminar la barbarie del ataque preventivo y rein-ventar los procesos de la diplomacia, la negocia-ción, la contención y el uso de la fuerza sólo comorecurso final y consensuado. Rechazar el unilatera-lismo, reforzar el multilateralismo.

Señoras y señores, señor Presidente: En un elo-cuente discurso ante la Asamblea Nacional france-sa, el entonces Presidente del Brasil, Fernando Hen-rique Cardoso, resumió las obligaciones comparti-das de Latinoamérica y Europa. La política, dijo, noes el arte de lo posible, es el arte de hacer posiblelo necesario. Hagamos posible lo necesario a partirde la conciencia clara propiciada por el InstitutoÍtalo-Latino Americano. El mundo requiere la uniónde lo mejor de Europa y lo mejor de la AméricaLatina. Démosle al mundo lo que nos hemos prome-tido a nosotros mismos.

Muchas gracias.

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Le brevi parole di saluto che non posso far man-care e che desidero rivolgervi – a conclusione di que-sta cerimonia ricca di eloquenti e significativi contri-buti, culminati nella magnifica lezione del MaestroCarlos Fuentes – vogliono essere solo testimonianzae conferma di un antico apprezzamento personaleper l’attività di questo Istituto, anche in ricordo delrapporto di amichevole stima che mi legò al suo idea-tore Amintore Fanfani nella comune partecipazionealla vita politica e parlamentare.

Sono, inoltre, lieto di ricordare l’apporto chevenne, per l’avvio e lo sviluppo di quella iniziativa, daamici latino americani come Sua Eccellenza GabrielValdés, già Ministro degli Esteri del Cile e oggi gra-ditissimo rappresentante in Italia di quel Paese amico,protagonista in questi anni di una forte e compiutarinascita democratica. Le radici storiche e gli elemen-

ti costitutivi dell’attenzione e dell’impegno di solida-rietà dell’Italia verso l’America Latina sono stati benrichiamati dal Sen. Andreotti e dal Ministro D’Alema.

A me non resta che associarmi nel modo più ca-loroso all’espressione del nostro sentimento di vici-nanza umana e culturale ai tanti italiani che vivonooperosamente in quei paesi. E mi piace sottolinearecome quella di cui parliamo sia stata nei decenni – ilquarantennale dell’ILA, rappresenta una solenneoccasione per ribadirlo – una dimensione importan-te e particolarmente condivisa della politica esteraitaliana. Tale essa può e deve risultare concretamen-te oggi, e sono certo che l’Istituto Italo-LatinoAmericano saprà far sentire il suo stimolo concorren-do alla più puntuale ed efficace definizione dell’im-pegno del nostro paese, anche e sempre di più inseno all’Unione Europea.

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GIORGIO NAPOLITANO

PRESIDENTE della REPUBBLICA ITALIANA

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Agradezco muy sinceramente la gentileza de losembajadores Miembros del Consejo que me hanautorizado a usar la palabra en este solemneAniversario de nuestro Instituto. Lo acepto no porméritos que no tengo, sino por haber sido, comoMinistro de Relaciones Exteriores de Chile, el primeroque firmó este tratado en 1966.

A principio de julio de 1965, me correspondióacompañar como Ministro al recién elegido Presi-dente de Chile, Eduardo Frei Montalva, en un viajeoficial a Roma invitado por el Presidente GiuseppeSaragat. En esa ocasión conocí al Ministro AmintoreFanfani, iniciando con él una amistad muy íntima queconsideré un privilegio y una fuente de inspiracióninestimable. Ya en esa ocasión nos dijo que le preocu-paban intensamente las relaciones de Italia conIberoamérica que se habían suspendido de hechodurante la guerra y que después no interesaron en eldifícil esfuerzo de reconstrucción que Italia había rea-lizado. En su visión, nuestra América era una crea-ción de la cultura greco latina donde Italia había teni-do una participación decisiva. Dos meses después, enseptiembre de 1965, el Ministro Fanfani llegaba aSantiago, acompañando al Presidente Saragat en visi-ta de Estado. Con su natural creatividad, que derro-taba toda objeción, había redactado el proyecto que

creaba un Instituto que daba personalidad jurídicainternacional y permanencia a una relación especialentre Italia y nuestros pueblos. Con escasísimas modi-ficaciones, el proyecto quedó aprobado y en unasolemne ceremonia era firmado por él y por mí enpresencia de los Presidentes. Los discursos fijaron laintención y el alcance del proyecto. El año siguienteeste proyecto fue aprobado unánimemente por la Cá-mara de Diputados y posteriormente por el Senadode Chile, de manera que el tratado fue ley de laRepública en el mismo mes en que el Parlamento ita-liano lo ratificara, todo ello en el año 1966.

Cuando el Presidente Frei Montalva asumió congran mayoría popular la presidencia de Chile, expu-so en un notable acto público realizado en la plazadel Campidoglio su visión de una América Latina uni-da como Europa. Teníamos la esperanza de imitar aEuropa, que después de guerras monstruosas y deconflictos milenarios encontraba en la paz su unidad.En los años 60, en América Latina, formada por pue-blos hermanos, buscamos la unidad en reuniones polí-ticas permanentes, proceso que comenzó con el tra-tado de Montevideo de 1965, ciudad que reunía alos Cancilleres, al menos tres veces al año. No se pro-ducía entonces la seguidilla de cumbres medio vacíasy de escaso seguimiento. Esa visión integradora fue la

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GABRIEL VALDÉS SUBERCASEAUX

EMBAJADOR de CHILE

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que acogió con entusiasmo a este Instituto. La pesaday larga noche de dictadura que afectó a tantos denuestros países apagó esta visión y al recuperar lademocracia, ésta ha debido hacer frente a necesida-des exigentes en justicia y libertad.

Lo que en este discurso expreso es mi personalopinión y no compromete a mi Gobierno.

Señor Presidente: el Instituto ha tenido una vidalarga canalizando múltiples iniciativas particularmen-te en el campo cultural donde Italia, por miles deaños, ha ofrecido al mundo la profundidad de su espí-ritu, la humanidad de su gente y la capacidad parala creación espiritual, artística y material superior,que a través de la belleza lleva a lo perfecto. Sólo enItalia emergen, simultáneamente un Santo como Pa-dre Pio, un genio del estilo como Armani, un cantan-te como Pavarotti y un creador de la mecánica comoEnzo Ferrari.

Este Instituto tenía que estar, naturalmente, em-plazado en Roma. Todos los caminos conducen aRoma. Por ello, aquí se firmó el Tratado de la UnidadEuropea, la más extraordinaria y exitosa operaciónpolítica democrática, jamás antes realizada en la his-toria. Después de siete años de negociaciones, queme tocó presidir, mi país se ha incorporado a realizarun Tratado muy amplio de exitoso ejercicio. Ojalá

todo nuestro continente pudiera incorporarse a estaUnión. Pero aquí, por lo menos, estamos todos unidos.

Queridos amigos: al finalizar mi larga vida públi-ca nacional e internacional veo acrecentado mi amory mi respeto por todo nuestros pueblos, porque co-nozco su historia y sus vivencias, sus intelectuales, susproblemas y sus culturas particulares y aprecio los va-lores que nos unen. Tal vez nuestra geografía inmen-sa que Pablo Neruda describe con emoción en Las Al-turas de Machu-Pichu, nos ha mantenido físicamenteseparados pero el llamado a la unidad se hace cadavez más indispensable como razón de supervivencia,pues la emergencia de los grandes pueblos de Euro-pa unida, de China y de India con los Estados Unidosde América construyen la historia por encima de nues-tras cabezas. Sin unidad pasamos a tener una vidacada vez más refleja, dependiente y por ello ina-ceptable. Me preocupan intensamente los intentos deseparar nuestra América entre sur y norte, entre pue-blos del Pacífico y los del Atlántico, entre grandes ypequeños.

Los grandes poderes se alejan de nuestro mun-do, y sólo nos piden materias primas porque por faltade decisión política para lograr los mínimos acuerdosentre hermanos que nos permitan solucionar laaguda crísis energética, crear sistemas jurídicos ade-

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cuados para la solución de problemas que se presen-tan, reconocer equilibrios económicos que se produ-cen en nuestras relaciones, realizar con rapidez inver-siones que penetren el corazón de nuestro continen-te, aún desconocido. Penoso es comprobar como,para importantes centros europeos que prepararondebidamente la última conferencia europea- america-na de Viena, ésta fue considerada un fracaso, porqueno actuamos ni unidos ni nos preparamos para expo-ner en conjunto nuestros intereses colectivos.

Discúlpenme la franqueza de estas palabras pe-ro me resisto a aceptar esta realidad. No es el IILA elque puede resolver todos estos problemas, pero sí esel único lugar de encuentro propio donde deberíamosintentar explorar caminos de búsqueda de unidadmás allá de lo extrictamente cultural que debe siem-pre estar presente en esta institución. Tal vez nos fal-tan encuentros de pensadores para buscar la unidadrespetando nuestra diversidad. El Ministro D’Alema yCarlos Fuentes esta mañana con profundidad hanabierto horizontes. Tengo siempre esperanza, porquecreo que Italia puede ser nuestro principal aliado enEuropa.

Debemos agradecer la generosidad italiana enla creación del Instituto, en sus esfuerzos exitosos pa-ra mantenerlo vivo, el palacio que nos cobija, las con-

tribuciones que nos han hecho de todo orden y parti-cularmente al gobierno actual que ha renovado supresencia destacando políticos y diplomáticos delmás alto nivel para cooperar a nuestra labor y otor-garnos los apoyos que permiten volar más alto ennuestras ambiciones.

Italia sabe como ningún otro pueblo, que la his-toria se hace a través de visiones intelectuales de espí-ritu constructivo. Para crear con fundamentos sólidos,la obra común debe inspirarse en una visión huma-nista de la historia, porque el derecho, el respeto a lacreatividad intelectual, la cultura compartida, la justi-cia social y la búsqueda de la belleza como mediopara alcanzar la verdad son valores permanentes ysuperiores que derrotan los egoísmos, las ambicionesde poder y la fuerza. Por ello este Instituto nos abrela mejor puerta para volver a abrazarnos con Europaa través de valores culturales comunes en sus másvariadas expresiones y encontrar soluciones imagina-tivas para conjugar culturas y tecnologías, desarrollocientífico, capacidad energética y de desarrollo indus-trial, de urbanización y de intercambio activo con lasgrandes potencias.

No podemos quedarnos sólo en el campo artís-tico donde América Latina tiene fuerza y creatividad,y en la defensa de nuestra cultura, sino que debemos

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exponer el pensamiento de grandes intelectuales queson los hombres más libres y más confiables, y a tra-vés de ellos abordar aquel campo de la política inter-nacional donde nuestro espacio, en mi modesta opi-nión, debe incorporarse en una creciente unidad aEuropa que lleva en sí nuestros valores, el respetoefectivo de lo derechos humanos y la esencia de lavida democrática basada en la justicia y la libertad.

Antes de terminar, permítanme incorporarmetambién al homenaje a Amintore Fanfani inspirador yfundador de este Instituto. Tuve el privilegio de cono-cerlo familiar y personalmente, escuchar su pensa-miento, sentir su afecto, su generosidad, saborear lacomida por él preparada y saber cual era su mejorvino, ver sus pinturas, cultivarme con su notable librosobre el calvinismo y su influencia en la formación delcapitalismo, su conocimento de la poesía y su visióngenerosa, audaz y democrática del mundo.

Debió presidir esta gran Nación. Me pareciósiempre la resurrección de un gran hombre del Rena-cimiento que compartía en los campos toscanos conMiguel Ángel, la altura y arquitectura de los edificios,los personajes de la pintura con Raffaello, discutíacon fuerza con Machiavelli y fácilmente lograría laadmiración de los Medici porque sabía más que ellos.Gozaba intensamente de la vida. Era un genio políti-

co que brilló con luz propria en un mundo de diri-gentes políticos italianos donde la inteligencia, lahabilidad y la formación intelectual era compartidapor muchos. Agradezco a Dios de haber gozado deesta amistad que tanto me enseñó.

En Naciones Unidas presidió la Asamblea Gene-ral, y en ella fue invitado el Papa Paolo VI. Fanfanipresidía con gran altura en el podio, cuando el Papaentró y se sentó algunos metros más abajo.

Entonces el Presidente Fanfani dijo, “Su Santidadel Papa Paolo VI tiene la palabra”. Nadie en la histo-ria, en dos mil años, había presidido al Papa y pedi-do que hablara. Al término de la sesión lo felicité porello. Fanfani me contestó, con los ojos brillantes defelicidad: ”A Napoleone sarebbe piaciuto”.

En el diario Il Messaggero del 17 de febrero de1982, Pietro Calabrese dijo respecto de AmintoreFanfani: ”Homo mitologicus” lo llama, “potentissimo,padrone del Paese, un quarto di De Gaulle, un quar-to di Mussolini, un quarto di Napoleone ed un quar-to di Strauss. Insomma: un maestro”. E ancora: “affa-bile, generoso, fedele all’amicizia ed agli affetti, alle-gro, pronto al dialogo, con la battuta facile, gran par-latore, pittore di talento, economista di valore, malin-conico e perfino romantico. Insomma un angelo”.

Muchas gracias.

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Siamo qui riuniti per celebrare il 40º anniver-sario della fondazione dell’Istituto Italo-LatinoAmericano, creato dal grande statista e politico ita-liano Amintore Fanfani, ricorrenza che precede diun anno il centenario della nascita del più grandestatista italiano, l’eroe dei due mondi GiuseppeGaribaldi che, come ho già detto in occasione del-la mia visita all’IILA della settimana scorsa, è statoil primo cooperante italiano in Nicaragua. Con ilsuo contributo egli ha favorito il miglioramento e losviluppo dell’artigianato e della nostra industria delcuoio, in particolare nella città di Masaya.

Deseo en esta oportunidad brindar mi testimo-nio personal de las múltiples y tangibles iniciativasque Nicaragua ha realizado con el IILA, las colabo-raciones en el campo de las artes plásticas y la lite-ratura, en el área económica a través de reunionesinternacionales dedicadas a la promoción de secto-res fundamentales para el desarrollo de nuestrosPaíses como son el turismo, el intercambio de herra-mientas para fortalecer la capacitación de empre-sas, la formación profesional en los sectores de laartesanía, la transferencia de la metodología didác-tica empresarial a través del modelo italiano de losdistritos industriales, el modelo modenense o deReggio Emilia, culminando con la cooperación en

los sectores sanitario y nutricional. En todos estosaños mi país ha querido dejar una señal de aprecioy admiración por el trabajo que lleva a cabo esteInstituto y el que a través de numerosas visitas dejefes de Estado, Ministros y altas personalidades sehan efectuado a esta importante organización.

Ésta es, incluyendo la semana pasada, mi ter-cera visita al IILA. La primera fue hace treinta añoscomo director del Organismo de Promoción deExportaciones de Nicaragua junto con el directordel centro de comercio internacional UNCTAD-OMC. La segunda ya como canciller de Nicaraguapara participar en la reunión previa a la firma delacuerdo de la concertación política y de coopera-ción entre Centroamérica y la Unión Europea, quese constituye en las dos terceras partes de un trí-pode que se completará con la negociación y firmade un acuerdo de asociación Centroamérica-UniónEuropea, que si Dios lo permite y todo sale bien seconcluirá antes de la reunión en Santo Domingoentre Europa y América Latina.

En esta tercera visita les comparto mi más sin-cero deseo de que el espíritu entusiasta de esteorganismo, en el que participamos con cariño yesperanza los 21 Países de Ítalo-América, sirvapara continuar estrechando los fuertes lazos que

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NORMAN CALDERA CARDENAL

MINISTRO de RELACIONES EXTERIORES de NICARAGUA

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existen entre las dos regiones y formulamos votospara que su trayectoria presente y futura se ilumi-ne aún más con una acción concertada para elbien de las relaciones de nuestros Estados y un

mejor porvenir para nuestros ciudadanos máspobres, lo que al fin y al cabo es el objetivo y lameta de todo Gobierno.

Muchas gracias.

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Permítanme en primer lugar agradecerles muysinceramente esta invitación para participar en lacelebración del 40º aniversario del Instituto Ítalo-Latino Americano y, en particular, quisiera agrade-cerle la invitación al Subsecretario Donato Di Santo,viejo amigo mío que ya llevamos compartidas muchasexperiencias, muchas vivencias comunes en AméricaLatina.

Es para mí un honor intervenir hoy aquí paracompartir y poner en común nuestras visiones sobre elpresente y el futuro de la cooperación y la relaciónentre Europa y América Latina. Me van a permitir queles hable en mi condición de política española.

Llegué por primera vez a América Latina hace 21años; llegué a Chile. Era el Chile de Pinochet. Era eseChile oscuro. Era el mes de julio. Allí era invierno. Erael Chile de la dictadura. Era 1985 y allí acompañé amuchos de mis compañeros socialistas chilenos quetrabajaban, que vivían y que sobre todo luchaban.Hoy, afortunadamente, han cerrado una etapa, unapágina de su vida. Chile, que empezó de maneraejemplar hace muchos años la andadura de la demo-cracia hoy está plenamente incorporado y de formadefinitiva a ese espacio democrático que es la grancomunidad iberoamericana.

Desde entonces, desde mi primera visita me sentí

vinculada emocional y personalmente al conjunto deAmérica Latina. Allí aprendí todo lo que sé. Aprendíque no se puede conocer España ni entender nuestraesencia como país sin América Latina porque partede nuestra alma, de nuestro ser como país reside enAmérica Latina. Aprendí de sus escritores, de sus polí-ticos, de su gente, de su cultura.

Por tanto Iberoamérica no puede ser ni es algoajeno para España. Tenemos una larga historiacomún que empezó hace más de 500 años.Compartimos cultura, pero sobre todo compartimosuna lengua que nos da una potente seña de identi-dad. En definitiva, conformamos una comunidad devivencia, de experiencias vitales de la que participanmillones de españoles y de latinoamericanos que a lolargo de la vida y a lo largo de la historia han idoabriendo caminos. Caminos que son de ida y vuelta yque son fruto del enriquecimiento mutuo. Y lo siguenabriendo y lo seguimos abriendo en un fecundo inter-cambio permanente de conocimientos, pero tambiénde afectos.

La España democrática, la España que se incor-pora a la Unión Europea en 1985, tenía de algúnmodo una deuda con América Latina. América Latinanos acogió a los españoles después de la guerra civil,México de manera particular. Allí hubo un gobierno,

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TRINIDAD JIMÉNEZ GARCÍA-HERRERA

SECRETARIA DE ESTADO para IBEROAMÉRICA (España)

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el gobierno del exilio de la República, y allí nos die-ron casa, cobijo, trabajo, afecto y sobre todo digni-dad.

México, Argentina y todos los países de AméricaLatina de alguna u otra manera han acogido siemprea los españoles y ese intercambio permanente hahecho posible que hoy hayamos forjado esa red tantupida de relaciones, conocimientos y también devalores e intereses.

En esa deuda que los españoles queríamos sal-dar, que aún no lo hemos podido hacer de formacompleta como nos hubiera gustado, con AméricaLatina, decidimos que nuestra entrada en la UniónEuropea supusiera reforzar los vínculos entre ambasregiones. Se iniciaron en ese momento los acuerdos,las relaciones entre la Unión Europea y el Mercosur,entre la Unión Europea y la Comunidad Andina deNaciones, entre la Unión Europea y el conjunto inte-grado de Centroamérica; también los acuerdos con-cluidos con México, los acuerdos concluidos conChile, pero la verdad es que tengo la sensación deque aún nos queda mucho por hacer, mucho porhacer.

Estoy convencida de que la Unión Europea, aun-que ha tenido un compromiso fuerte y España ha que-rido siempre impulsarlo, aún no ha sido lo suficiente-

mente generosa a la hora de establecer esos vínculosy esos lazos que son tan importantes. Formamos unacomunidad poderosa, poderosísima, de valores, deprincipios, de culturas, con un potencial extraordina-rio de futuro, pero todavía quizás no somos conscien-tes de lo que podemos hacer juntos en el escenariointernacional.

En este mundo globalizado donde efectivamentenada nos es ajeno, el potencial de las relacionescrece cada día más a una velocidad vertiginosa y sino somos capaces de ordenar ese potencial de rela-ciones estaremos perdiendo oportunidades y posibili-dades de futuro.

América Latina ha cambiado mucho. En sólo esteaño se han producido ya 13 procesos electorales. LaAmérica Latina de hoy está caracterizada por la cele-bración normalizada de procesos democráticos, porla estabilidad política y por cierta estabilidad econó-mica. Elementos suficientes para que se den las con-diciones por las que América Latina pueda competiren condiciones de igualdad en el escenario interna-cional como cualquier otra región del mundo.

El conjunto iberoamericano junto al conjuntoeuropeo son fundamentales en este espacio globali-zado y en este nuevo orden multilateral. Podemos ser-vir de contrapoder, pero sobre todo podemos apostar

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y apoyar la solución pacífica de conflictos. Podemosapostar por la solidaridad, por resolver los grandesretos, podemos hacer tantas cosas juntos que todavíano somos conscientes de lo que en un futuro podre-mos y seremos capaces de hacer.

Por todo eso para mí, como política española,me parece especialmente interesante e importanteparticipar en la celebración de este 40º aniversariodel Instituto Italo-Latino Americano. Italia es un paíscon un fuerte compromiso con América Latina, conuna arraigada historia con América Latina y con unaprofunda vinculación con España. Somos dos paísesque en el conjunto de la Unión Europea estamos enunas condiciones óptimas para trabajar juntos de ma-nera coordinada por el continente latinoamericano.

Por esa razón, insisto, me satisface tanto estar eneste acto. El gobierno italiano, mi amigo Donato en-tiende la importancia del momento en que vive Amé-rica Latina, y dado los importantes vínculos de Italiacon aquella zona del mundo, también quiere aportar

su esfuerzo para contribuir a su desarrollo socioeco-nómico y al fortalecimiento de sus instituciones.

A pesar de los interrogantes, de las incertidum-bres, creo sinceramente que nunca hasta hoy ha habi-do tantas posibilidades para América Latina. Estamosprotagonizando el inicio de una nueva era que nosbrinda un marco nuevo para los intercambios, lascomunicaciones y el conocimiento, sobre todo elconocimiento.

La globalización de la información, de la econo-mía, sí maestro Fuentes, la globalización también delos movimientos de capital y de los seres humanos quetendrán que ser una realidad, transforman el mundoen un espacio no ya solamente de lugares, sino sobretodo de flujos. Y en ello se juega la partida de estesiglo que habitamos. Tenemos una gran oportunidadante nosotros, la histórica responsabilidad de gestio-nar bien estos flujos para que nos acerquen y no nosseparen.

Muchas gracias.

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Innanzitutto vorrei ringraziare per avermi invitatoqui oggi a celebrare i quarant’anni di vita dell’IstitutoItalo-Latino Americano. Vorrei inoltre associarmi alleparole pronunciate dall’amico Gabriel sulla figura diAmintore Fanfani. Non ho avuto occasione di averecon il Senatore Fanfani lo stesso rapporto di amiciziache ha avuto lui, però lo conobbi quando l’Istitutocominciava la sua attività e ne ho potuto apprezzarel’impegno verso l’America Latina, l’amore, la cono-scenza politica e sociale. A lui dobbiamo in fondo lacreazione di questo Istituto ed è per questo che vorreiassociarmi alle sue parole.

Tengo tres motivos muy especiales para saludareste acontecimiento que nos convoca hoy aquí. Unoes de orden personal. Desde el inicio de este Institutohe estado de alguna manera vinculado a él. Lo estuvedesde mi país, desde las Naciones Unidas, desde elBanco Interamericano, y debo decir que siempre heapreciado mucho la contribución del IILA al desarro-llo de las relaciones de América Latina con Italia y conEuropa. Los primeros debates sobre América Latina,sobre los alcances de la relación entre Iberoamérica yla Unión Europea, se celebraron en este Instituto. Yoparticipé en varios de ellos y tuve así la oportunidadde empezar a discutir, junto con otros colegas, sobrelos desafíos y las oportunidades que ofrecía a Améri-

ca Latina su asociación creciente con Europa. Por lotanto, estoy muy agradecido por el apoyo que nosbrindó el Instituto para desarrollar este tipo de deba-te que aún persiste, quizás más vivo que nunca, ennuestro horizonte económico, social y político.

En segundo lugar, me siento también muy cerca-no a este país por mi condición de uruguayo. Italiacontribuyó de manera decisiva a la formación denuestra sociedad política y económica. Hombres ymujeres italianos llegados en el siglo XIX enriquecie-ron con su presencia nuestro Uruguay español y crio-llo y entraron a formar parte de la base misma denuestra sociedad. Ellos nos aportaron capacidad detrabajo, valores, y nutrieron nuestro tejido profesionalcon arquitectos, jurisconsultos, artistas. Puedo asegu-rarles que la presencia italiana en mi país es muy fuer-te y que resulta muy difícil referirse al Uruguay de hoysi no hablamos de lo que significó la contribución deItalia. Por lo tanto, no debe extrañar que me sea sin-gularmente grato estar hoy aquí.

Quisiera referirme, por último, a la tercera di-mensión de mi saludo, que es la de compartir esteacto con ustedes en mi condición de Secretario Ge-neral de la comunidad iberoamericana de naciones.Nuestra comunidad comenzó a forjarse hace más de500 años, lentamente, con encuentros y desencuen-

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ENRIQUE V. IGLESIAS

SECRETARIO GENERAL de la SECRETARÍA IBEROAMERICANA – SEGIB

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tros – como ha sucedido siempre en la historia –, y hadesembocado en lo que es hoy: una realidad viva de600 millones de personas que, pese a las dificultades,están construyendo su futuro a partir de las grandesconfluencias que nos deparó la historia: el encuentrode las culturas europeas con las culturas originarias,las aportaciones de África y las contribuciones muyparticulares de países como Italia, como recordabamuy bien hoy el maestro Carlos Fuentes. Así se fueroncreando el hombre y la mujer iberoamericanos, queno son ni europeos, ni indígenas, ni africanos. Son fun-damentalmente mestizos. Pero, en esencia, iberoame-ricanos, que tienen que construirse, y que se estánconstruyendo, a sí mismos.

Yo pienso que, como bien señalaba hoy TrinidadJiménez, países como España, Portugal e Italia pue-den contribuir de modo muy significativo a ese proce-so, apoyando la formación y el desarrollo económico,social y político de esa Iberoamérica, de esaLatinoamérica, con la que están tan íntimamente liga-dos. Construirnos implica, en primer lugar, mirarnoshacia dentro y preguntarnos qué podemos hacer conesa colaboración para reforzar nuestro desarrolloeconómico y social y consolidar nuestras democra-cias. Pero también significa mirar hacia fuera. En esesentido, he recibido con mucho entusiasmo la siempre

profunda reflexión de Carlos Fuentes. En el mundo enque vivimos hoy, donde avanza a toda máquina laglobalización, el gran compromiso por la solidaridades una obligación que nos debe comprometer atodos. Pero ese compromiso sólo puede llevarse acabo con un multilateralismo efectivo, y hoy ese multi-lateralismo se encuentra en crisis. Las tentaciones uni-laterales están presentes y amenazan la concreciónde ese hermoso ideal que supone trabajar juntos porun mundo mejor. A mi juicio, sería muy útil en estacoyuntura que la cultura iberoamericana y latinoame-ricana aportara al mundo sus valores, aquellos valo-res que nos han permitido ser amantes de la paz, dela libertad, de la justicia, de la defensa de los dere-chos humanos, de la colaboración entre países. Pocasregiones en el mundo tienen, a pesar de sus proble-mas, una vocación de colaboración como la que exhi-be hoy América Latina.

Quiero en ese sentido decirles que, como res-ponsable de la Secretaría Iberoamericana, recibo congran satisfacción el mensaje de Trinidad Jiménez deque podemos hacer cosas juntos. Estoy convencido deque el trabajo entre el IILA y nuestra Secretaría seríamuy fructífero y, ciertamente, espero que avancemospor ese camino de colaboración.

Grazie.

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È per me un onore essere con voi oggi per cele-brare il 40º anniversario della fondazione dell’IstitutoItalo-Latino Americano. In qualità di parlamentareeuropeo e Presidente dell’Assemblea ParlamentareEUROLAT, permettetemi di esprimere tutto il mioapprezzamento e compiacimento per le attività con-cretamente svolte dall’Istituto Italo-Latino Americanonell’approfondimento di tematiche di grande interes-se e attualità nel contesto delle relazioni dell’AmericaLatina con l’Italia e con l’Unione Europea.

Dopo questa breve introduzione quisierahablar como parlamentario europeo que se expre-sa hoy también con voz española y quisiera decir-les que con la celebración hoy de estos cuarentaaños hay un nuevo período que se abre. Y al iniciode una nueva etapa es inevitable, aunque sea bre-vemente, que volvamos la vista atrás, que explore-mos cómo han ido nuestras relaciones, nuestrosobjetivos, los que nos trazamos en años anteriores.Viene de inmediato a nuestra mente cómo hemosaprovechado el tiempo, qué partido le hemos saca-do. El tiempo es como las fábulas de Esopo, lomejor y lo peor de la vida, y creo sinceramente quetanto en lo que se refiere a las relaciones entreItalia y América Latina como en lo relativo al refor-zamiento de los vínculos en nuestros dos continen-

tes, se han producido en los últimos años avancessustanciales.

La consolidación del diálogo político-ministerialde San José – y aquí hay actores que lo han repre-sentado de forma muy notable, como el MinistroCaldera –; la institucionalización del diálogo políticoentre la Unión Europea y el Grupo de Río aquí enRoma bajo presidencia italiana de la Unión, endiciembre del año 1990; los acuerdos de tercerageneración con la cláusula democrática tras la tomade posesión del Presidente Aylwin en Chile; la supe-ración por arriba del diálogo político-ministerial conlos mecanismos de las cumbres, Río de Janeiro en el99, Madrid en 2002, Guadalajara en 2004 y Vienaen 2006 y los acuerdos de 4ª generación a los quese acaba de referir Gabriel Valdés, de México yChile, que constituyen lo más granado de los instru-mentos que tiene la Unión Europea en sus relacionescon los países de América Latina. Pero con ser todosestos hechos, importantes, ustedes saben que la rea-lidad, o la comprensión de la realidad, como decíahace un momento Carlos Fuentes, de cualquier reali-dad, no se consigue simplemente narrando y evo-cando el pretérito. Que si no tenemos ante nuestrosojos el horizonte de nuestras posibilidades y denuestras ambiciones no nos es posible ni entender

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JOSÉ IGNACIO SALAFRANCA SÁNCHEZ-NEYRA

PRESIDENTE de la ASAMBLEA PARLAMENTARIA EUROPA-AMÉRICA LATINA (EUROLAT)

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la realidad actual, ni siquiera comprender el pasa-do.

Hoy la Unión Europea se presenta ante elmundo no como una Europa egoísta, sino comouna Europa solidaria, pero tiene el norte de susambiciones centrado en sus proyectos globalesde consolidación. Y en el diseño del futuro quequeremos construir, la movilización de la volun-tad política es condición necesaria pero no sufi-ciente. Las circunstancias también cuentan y aun-que la circunstancia sea transitoria, sea coyuntu-ral o sea temporal, mientras existe nos condicio-na y nos limita. Y la Unión Europea se encuentrahoy viviendo su particular circunstancia. Afrontaeste nuevo milenio interrogándose acerca de símisma y de su papel en el mundo, debatiendo enprimer lugar sobre su propia naturaleza con unapasionante debate sobre el futuro de Europaplasmado en el proyecto de Constitución Euro-pea y que tiene el propósito de que el viejo conti-nente no se convierta en un continente viejo.

En segundo lugar Europa, tras las últimasampliaciones que se van a producir, está inmersaen una profunda reflexión sobre los límites geográ-ficos de nuestro proyecto político. No me gustaríaque pensasen nuestros amigos latinoamericanos

que, como en el mito de Narciso – y lo comentabael Presidente Napolitano muchas veces en su con-dición de parlamentario europeo y Presidente de laComisión de asuntos constitucionales – la UniónEuropea está ensimismada en la contemplación desus propios problemas o, como han dicho algunos,en una fase de introspección o de siesta institucio-nal. Por eso comprendemos muy bien también queLatinoamérica vive su propia y particular circun-stancia. De la misma manera que nosotros en laUnión Europea hemos manifestado nuestro deseode afirmar nuestra personalidad como agentes acti-vos del acontecer político y económico internacio-nal, somos conscientes de que ustedes en AméricaLatina están buscando también vías para superarlas limitaciones internas y externas a las posibilida-des de su desarrollo económico y social. Porque locierto es que en los últimos años se han producidocambios en nuestras dos regiones, en los que sedan coincidencias que en algunos casos puedenobedecer a una lógica común: la lógica de quererdar contenido pleno a las aspiraciones de paz y derechazo a la violencia en nuestros pueblos; la lógi-ca de querer una transformación de la economía yde la sociedad que conduzcan a unos resultadosque beneficien a amplias mayorías; la lógica de

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querer dejar atrás años de estancamiento y de fal-ta de libertad; la lógica de querer empujar haciaadelante una historia que la hacen los hombres díaa día para ir forjando su propio destino. De ahí lanecesidad de un diálogo que debe revitalizarsecomo se ha hecho en los últimos años, entre otrasmuchas cosas gracias a la contribución del InstitutoÍtalo-Latino Americano. Pero señor Presidente,Señoras y Señores: el apoyo a la paz, a la com-prensión, a la concordia y a la reconciliación, es unapolítica honrosa. La Unión Europea ha venido pres-tando su apoyo en América Latina y también en otraslatitudes, y ahora que esos valores parece que seconsolidan suena la hora del desarrollo. Pero contoda la experiencia que hemos acumulado enEuropa, y Gabriel Valdés recordaba hace unmomento que el próximo año se va a celebrar el 50°aniversario de la firma del Tratado de Roma, creoque podemos afirmar que sin integración hoy eldesarrollo será más difícil o casi imposible. Hoy elunilateralismo, incluso el de los más prósperos o elde los más poderosos, es en mi opinión un sueñocompletamente imposible. No quiere decir esto quenosotros desconozcamos las dificultades con las quetropieza esta vieja aspiración latinoamericana. Todolo contrario. Conocemos muy bien los obstáculos que

dificultan este proceso y estamos convencidos de quetanto los éxitos como los fracasos de la UniónEuropea, pueden ser experiencias instructivas parala integración en América Latina, a pesar de las dife-rencias que pueda haber entre los dos esquemas ylas distintas circunstancias políticas, económicas ysociales en que están llamados a desenvolverse. Niquiere decir tampoco que desconozcamos, comodecía un gran poeta irlandés, que demasiados sacri-ficios durante demasiado tiempo pueden tornar enpiedra el corazón de los hombres. Significa simple-mente que la vieja máxima del Imperio romano, deque la unión hace la fuerza, es el fundamento últimode los éxitos de la Unión Europea y puede tambiénser el fundamento de los éxitos de América Latina.De ahí la necesidad de superar uno de los grandesretos históricos de nuestro tiempo, común a euro-peos y latinoamericanos: el de cómo hacer compa-tible, con prudencia y con tino, la unidad con ladiversidad, el de cómo conformar nuestros respec-tivos proyectos de integración como una orquestabien afinada, o bien temperada, como decíaMozart. Y para ello es importante contar con unaAmérica Latina, con una Europa, que vuelvan atomar posesión de sí mismas en su unidad llena dediversidades, pero que sobre la base de sus raíces

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comunes tienen que descubrir el amplio abanico desus trayectorias posibles, las múltiples posibilidadesque su proyecto comporta, afirmándose desde lapaz, la libertad, la solidaridad y respondiendo a lavieja exigencia del conocimiento de sí mismas.

Decía Constant que el hombre escapa de supasado olvidándolo rápidamente y piensa que poseeel futuro porque no lo conoce. Hoy es difícil escapardel pasado, y el futuro ya no se puede presentarcomo una ecuación igual a cuatro veces el pasado oa dos veces el presente. El futuro al final es siemprediferente de como lo habíamos imaginado, pero aun-que no sea un derecho adquirido, aunque tengamosque conquistarlo, podemos influenciarlo para bien opara mal. Se es no solamente lo que se vive en unmomento sino lo que se ha sido y sobre todo lo quese quiere ser. Vivir, o mejor dicho, vivir coherente-mente consiste en apostar y mantener la apuesta. Ylas claves de esa apuesta son dos: o empeñarse enrealizar nuestros mejores sueños de una Europaunida, de una América Latina unida o tener queaprender a vivir con nuestras peores frustraciones.Pero esta tarea hay que hacerla con pragmatismo,sin perder de vista el ideal pero concentrándonostambién en lo posible, pues muchas veces tendemos

a construir modelos sin refrendo de lo empírico y delo real. En política lo que no es posible es falso. Unpaso. Un solo paso. Dicen que el viaje de mil millasempieza con un solo paso. Y no construye una cate-dral o una iglesia – en esta maravillosa ciudad deRoma tenemos miles de ejemplos – más que el quepone unas cuantas piedras cada día.

Señor presidente, lo que se hunde y fracasa sesuele producir casi siempre en medio de un granestrépito. Lo que se construye y crece con prudencia,con tacto, poco a poco, se hace en silencio, discreta-mente. Y es a este trabajo discreto, abnegado, delInstituto Ítalo-Latino Americano al que el ParlamentoEuropeo quiere hoy en este acto rendir tributo deadmiración, de respeto y de afecto, y quiere almismo tiempo expresar también sus mejores deseospara esta nueva etapa que se abre sabiendo que hoyEuropa está en fase constituyente y que la historianos dirá cuál es su diseño definitivo. Pero lo que sípodemos afirmar es que esta nueva Europa que esta-mos construyendo sabrá, como ha sabido el InstitutoÍtalo-Latino Americano en estos últimos cuarentaaños, hacer honor a sus viejos compromisos con susviejos amigos de América Latina.

Muchas gracias.

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Me encuentro hoy aquí en nombre de los paísesde América Latina y el Caribe, para felicitarnos porla magnífica iniciativa del Excelentísimo Señor Amin-tore Fanfani de fundar el Instituto Ítalo-Latino America-no, instrumento ideal en la profundización de las rela-ciones entre Italia y América Latina y esencial en nues-tros vínculos con Europa.

Me he referido a Europa, porque el Instituto nosolo es la herramienta idónea a ampliar la coopera-ción entre Italia y los países miembros del IILA, sinotambién, en el ámbito más amplio, promover lasrelaciones entre América Latina y la Unión Europea.

Amintore Fanfani tuvo la idea visionaria de fun-dar el Instituto, que hoy complacidos vemos conver-tido en un Organismo Internacional, de una poten-cialidad insospechada y una amplia participación enla escena internacional.

El Instituto ha mantenido a lo largo de su exis-tencia una historia de cooperación amplísima, en to-dos campos, tanto en el desarrollo, como en el for-talecimiento institucional, con gran provecho paranuestros países y nos congratulamos que esa ampliagama de cooperación, hoy tenga proyectos relativosal medio ambiente. Estos proyectos no solo benefi-

cian a nuestros países, sino a la humanidad entera yson pilares para la conservación de la paz. La pazva unida en un solo valor a la sostenibilidad.

Podemos entender este estrecho vínculo entrepaz y sostenibilidad, cuando pensamos en los millo-nes de dólares que cada año se invierten en la com-pra de armamentos, un negocio para algunos, sinó-nimo de pobreza para otros, que alimentan guerrasque provocan efectos catastróficos en el medioambiente además de la perdida de vidas humanas.El costo en la compra de armas, incide en los índicesde pobreza y repercute en la educación para lapaz.

Pero no sólo la guerra es el mayor depredadordel medio ambiente en el planeta, sino que la pro-ducción de armas lo contamina en tiempo de paz.

En términos generales la cooperación es unapoyo para la paz, porque trata de corregir los ele-mentos que lo distorsionan.

Hoy nos felicitamos de contar con instituciones,que como este instituto con tanta mística en sus fun-cionarios, colabora todo los días en la construcciónde un mundo mejor entre los dos extremos del Atlán-tico.

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MANUEL HERNÁNDEZ GUTIÉRREZ

DECANO de los EMBAJADORES de los PAÍSES DE AMÉRICA LATINA y CARIBE

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L’intuizione del Presidente Fanfani di costituirel’Istituto Italo-Latino Americano si è dimostrata unascelta non solo giusta ma, anche e soprattutto, lungi-mirante. Se oggi abbiamo celebrato, con solennità epassione, alla presenza del Presidente della Repubbli-ca Giorgio Napoletano, i quarant’anni dell’IILA nonè certo per parlare del passato bensì per guardare alfuturo già attraverso la costruzione di un presente incui le relazioni tra l’Italia e il subcontinente siano sem-pre più strette e funzionali.

Abbiamo ricevuto in “eredità” uno strumentostraordinario – e forse in alcune fasi della sua lungastoria non adeguatamente valorizzato nel suo poten-ziale – per affrontare il futuro nei rapporti con l’Ame-rica Latina ed i Caraibi. Uno strumento pienamentevivo ed attivo che, se ben impiegato – richiamandoci,pur sapendo di non poterlo eguagliare, allo stile e edalla vocazione istituzionale che ne caratterizzò l’i-deatore – potrà rappresentare un formidabile contri-buto alla ricostruzione di un solido, proficuo e costrut-tivo rapporto dell’Italia e degli italiani con i paesi, icontesti e le culture dell’America Latina e Caraibi.

È uno strumento, dicevamo, versatile ma che esi-bisce una traccia significativa e precorritrice: l’IILA èItalo-Latino Americano, non Italo-Americano come pu-re, a buon diritto, avrebbe potuto essere battezzato.

L’attributo originale della “latinità” sta a sottoli-neare che non ci riteniamo certo gli unici titolari di rap-porti con realtà – penso, ad esempio, ai paesi del-l’attuale “Mercosud a cinque”– che pur profonda-mente influenzate dall’italianità (nella cultura, nell’ar-chitettura, nell’alimentazione, nello stile di vita), nonpossono certo essere comprese senza valorizzarel’apporto della fondamentale radice latina-mediterra-nea. È su questa base comune che il contributo iberi-co è stato fondante, controverso e determinante, tantonella fase complessa e tragica della conquista e dellacolonizzazione quanto nella recentissima fase di risco-perta e di costruzione, dopo il pieno affermarsi deglistati-nazione, di sviluppo, modernità e progresso,ancorato ai due grandi idiomi, spagnolo e portoghe-se, ed alla dinamica capacità di un grande paesecome la Spagna di stimolare nuove iniziative di cre-scita. Ringrazio, a questo proposito per il suo inter-vento, la Segretario di Stato per Iberoamérica delgoverno spagnolo, Trinidad Jiménez, l’amica Trini:una persona che ha un vissuto intrecciato con le vicen-de latinoamericane, che conosce bene quei paesi edalla quale mi lega stima ed affetto.

Anche la latinità, da sola, fuori dalle mitologieche talora occultano la storia, risolve solo una partedei problemi del rapporto con realtà che sono sempre

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DONATO DI SANTO

SOTTOSEGRETARIO di STATO agli AFFARI ESTERI per i PAESI DELL’AMERICA LATINA e CARAIBI

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e comunque mestize, concetto che tanto fastidio hadato – e forse ancora dà – a coloro che si ostinano anon ammettere che la realtà precipua e vitale delmondo, del movimento della storia e dei popoli, è ilmeticciato. In questo l’America “latina” è maestrastraordinaria, laboratorio precoce, incomprensibile osoltanto “esotico” se ignorassimo il fondamentaleapporto delle culture e dei popoli africani e se nonconsiderassimo la straordinaria ricchezza dei popoli eculture originarie. Sotto la coltre di cenere di oltrecinquecento anni la brace continua a covare ed aregalarci immagini riflesse in specchi ancora interrati.

Le tante ironie e battute che ci ricordano da“dove” discendevano gli argentini o gli uruguayaniriaffermano, con un sorriso, il carattere pacifico ebonario, fors’anche subalterno, della nostra ricoloniz-zazione. Come ebbe a segnalare Giolitti quelloavrebbe potuto essere il nostro impero, … senza impe-rialismo.

“Quando gli albanesi eravamo noi” (come titolaun libro bello e amaro di Gian Antonio Stella) …abbiamo saputo, con umiltà e carattere, pur non prividi contraddizioni, fonderci con realtà tanto ospitaliquanto sconosciute. Una ricolonizzazione in cui an-che noi ci affrancavamo, in cui paradossalmente pote-vamo imbastire alleanze e solidarietà con le popola-

zioni locali… Ed è un vero peccato che, come ci ricor-da Ludovico Incisa di Camerana, pur abbondando glistudiosi della materia, nelle università italiane manchi-no cattedre specifiche di storia dell’emigrazione.

L’estremo Occidente, già menzionato dal Mae-stro Carlos Fuentes, il nuovo mondo, dopo esserestato per tanto tempo sognato, perseguito e rincorso,nella strenua ricerca di alternative di sussistenza perun affamato mondo contadino, oppure nell’innamo-ramento politico-letterario di luoghi reali e personaggimeravigliosi che, in assenza dei pacchetti turistici cheoggi ci avvicinano, forse troppo, ad ogni possibileMacondo, lasciavano spazio e libertà all’immagina-zione. Questa frontiera è andata via via sfuggendo alnostro raggio d’azione. Raggio sempre più lungo chi-lometricamente e sempre più breve culturalmente, chedescrive una circonferenza tendenzialmente asfitticain quanto a perimetro della curiosità intellettuale.

Forse l’ultima grande e drammatica stagione d’in-contro è stata quella appunto tragica ma oltremodointensa dell’accoglienza che milioni di italiani hannodato ai tanti esiliati cileni, uruguayani, brasiliani,argentini, haitiani, in fuga da violenze indicibili e daregimi dittatoriali come quello di Pinochet, … torturatinel corpo e nello spirito, proprio e della nazione, cheritrovavano nelle sedi dei sindacati, dei partiti, delle

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associazioni, nelle parrocchie, nelle case delle fami-glie italiane degli anni ‘70-’80 una solidarietà inedita.Quando ancora il televisore aveva il trasformatore,nello spazio temporale tra la sua accensione e quella– lenta e incerta – dello schermo c’era tutto il tempoper parlare di ciò che succedeva nei loro martoriatipaesi e di sognare altri futuri di libertà.

Una testimone di questa vicinissima eppur – for-tunatamente – lontana stagione è Lita Boitano, insie-me a Estela Carlotto ed alle altre abuelas e madres,prescelte dal caso per ricordarci, ad ogni udienza diun processo in cui il governo italiano ha deciso dicostituirsi parte civile, che la memoria con le sue cica-trici indelebili non va in prescrizione ed è indispensa-bile per costruire il futuro.

Arriviamo ad oggi. Ed è adesso che il nuovoincontro si sta realizzando, attraverso l’immigrazioneeconomica, sempre più numerosa, dal Perù, dallaRepubblica Dominicana, dall’Ecuador, dal Brasile,dalla Bolivia … Persino dall’Honduras, che ci ha rega-lato il sacrificio estremo di Iris Noelia Palacio Cruz, lagiovane che per salvare la bambina italiana che accu-diva ha sacrificato la propria vita.

C’è una Italia in America Latina e c’è una Ameri-ca Latina in Italia. E non si tratta di retorica.Dobbiamo esserne consapevoli ed incorporare questa

consapevolezza nel nostro progetto di grande rilan-cio delle relazioni tra le due sponde dell’Atlantico.

Questo rilancio, quantitativo e qualitativo, va pro-mosso innanzitutto valorizzando i grandi, veri punti diforza dell’Italia nel mondo globalizzato: il patrimoniostorico, artistico e culturale insieme al gusto e all’ali-mentazione. Questi capisaldi, sommati alla piccola emedia impresa – altra specificità che ci contraddistin-gue come sistema paese –, possono diventare lenostre frontiere avanzate non solo di riavvicinamentoma di sempre maggiore integrazione e sinergia con ipaesi dell’America Latina e Caraibi. Anche grazie allacandidatura di Milano che speriamo possa ospitarel’Esposizione universale 2015.

Attraverso le politiche di governo dobbiamosaper costruire politiche di stato in America Latina. Sa-per interpretare l’attuale situazione (con un Presidentedel Consiglio fortemente impegnato su queste temati-che e con un Ministro degli Esteri che le conosce e leconsidera prioritarie), significa agire con consapevo-lezza e impegno affinché ciò che si costruisce non durilo “spazio di un governo” bensì, con un richiamo do-veroso e rispettoso ai lungimiranti fondatori dell’IILA,diventi patrimonio comune e stabile del nostro paese.In tutte le sue articolazioni nazionali, regionali e loca-li. Saremo all’altezza della eredità ricevuta in questi

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quarant’anni di IILA se sapremo proiettare, come sta-to, non solo come governo, nuove politiche di coope-razione, scambio e valorizzazione dei tanti vincoli,affinità e vocazioni che legano Italia e Latino-Ameri-ca. Circolano già idee con un forte contenuto simboli-co. Ad esempio, come ha proposto l’AmbasciatoreBruni, Segretario generale dell’IILA, intervenendo adun recente convegno del CeSPI sulle politiche cultura-li verso l’America Latina e Caraibi, fare del 12 ottobrela giornata dell’incontro dell’Italia con le culture lati-noamericane. Oppure un’altra idea, proporre ai Pre-sidenti delle Regioni e ai sindaci delle città italiane difare del 2 giugno una scadenza in cui essere presentipersonalmente nei paesi dell’America Latina. Si tratte-rebbe di atti simbolici che attesterebbero tuttavia unarinnovata e sempre più viva volontà di scambio e dicollaborazione, alimentata da uno strumento efficacecome l’Istituto di cui oggi celebriamo il quarantesimoanniversario.

Qualcosa, sul piano strettamente politico, abbia-mo iniziato a farla. Per esempio, la decisione saggiae lungimirante del nostro governo (insieme ad alcunialtri paesi latinoamericani) di astenersi nelle votazioniper il seggio non permanente latinoamericano per ilConsiglio di Sicurezza dell’ONU, ha evidenziato lapiena legittimità di entrambi i paesi candidati (Guate-

mala e Venezuela), ha permesso di evitare una spac-catura negativa e dalle imprevedibili conseguenzeall’interno del subcontinente, ha favorito la scelta con-sensuale di un terzo candidato, Panama, eletto in for-ma plebiscitaria. Posso dire che anche i nostri alleatistatunitensi, nell’incontro che ho recentemente avuto aWashington con l’Assistente Segretario di StatoShannon, hanno riconosciuto la linearità del nostroatteggiamento. In questi sei mesi di attività comeSottosegretario per l’America Latina e Caraibi hopotuto verificare direttamente le grandi professionali-tà e competenze di innumerevoli funzionari sia pressola Farnesina che nelle nostre Rappresentanze, a par-tire da quelli della Direzione generale per i paesi delleAmeriche, e le enormi potenzialità che hanno il nostroPaese e la nostra politica estera di rilancio dell’inizia-tiva verso il subcontinente.

In tutti i paesi latinoamericani e caraibici che hovisitato in questi primi mesi (Antigua e Barbuda,Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, CostaRica, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua,Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay) ho riscontra-to in tutti gli interlocutori – governativi, politici, dellasocietà civile, delle istituzioni – una “domanda” diItalia cui dobbiamo saper dare concrete risposte.

Quindi, se c’è – da tempo – la “domanda”, se ci

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sono le risorse umane ed intellettuali: cosa è manca-to? È mancata, oltre alle risorse finanziarie – ma que-sto è un nodo che riguarda complessivamente ilMinistero degli esteri –, la volontà politica di com-prendere e di rispondere a questa domanda. Per darerisposte bisogna, prima, comprendere la domanda:credo che questo passaggio sia stato carente.

Cosa propongo, cosa mi propongo: dare corpo(e magari anche un po’ d’anima) alla fiducia di cui ilPresidente del Consiglio ed il Ministro degli Esteri mihanno onorato chiamandomi a ricoprire questo inca-rico. Mettere al servizio del mio paese venticinqueanni di appassionata attività politica e di ricerca sulletematiche del rapporto con l’America Latina. A questoproposito ringrazio Massimo D’Alema per le paroleaffettuose che mi ha rivolto e che accolgo come inci-tamento a fare ancora meglio il mio lavoro.

Farlo con l’aiuto impagabile della mia segreteria,politica e tecnica, di tutta la struttura del Ministerodegli esteri, dell’Istituto Italo-Latino Americano, delleAmbasciate d’Italia nei paesi latinoamericani e carai-bici, così come di quelle nei paesi europei e presso lestrutture comunitarie europee, delle Nazioni Unite edelle sue articolazioni, e degli organismi comel’Organizzazione degli Stati Americani.

Farlo con l’apporto intelligente e competente di

tanti esperti, intellettuali, accademici, conoscitori diqueste tematiche che, intuendo il possibile cambio difase, hanno mostrato di crederci e si sono messi gene-rosamente a disposizione di questa realizzazione. Inparticolare voglio ricordare l’apporto del Direttoredel CeSPI, José Luis Rhi-Sausi, al quale ho chiesto diessere mio consigliere in questa opera di rilancio e dicostruzione e che mi ha offerto la possibilità – in trespecifici e densi seminari – di raccogliere preziosi con-tributi e proposte da parte delle centinaia di qualifica-te persone che vi hanno partecipato.

Farlo con la stretta sinergia e collaborazione chehanno dimostrato di volermi dare, e di questo li rin-grazio particolarmente, il Vice Ministro Danieli perquanto riguarda la presenza delle comunità italiane inSud America, e la Vice Ministra Sentinelli in relazionealla cruciale strategia di cooperazione allo sviluppocon alcuni paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Laloro sensibilità e attenzione potrà apportare moltissi-mo al nostro lavoro di ricostruzione e rilancio.

Farlo, infine, con una stretta collaborazione conquell’Italia delle cento città, delle venti Regioni e dellemille attività di cooperazione, di ricerca e di studio chelegano, in una miriade di nodi virtuosi, la complessasocietà civile italiana alle realtà latinoamericane.L’aver accompagnato, nel pieno rispetto della reci-

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proca autonomia, la delegazione di sei Regioni italia-ne, guidata dalla Presidente del Piemonte MercedesBresso, e di tanti enti locali che nel luglio scorso si è re-cata in Brasile corrisponde a questa volontà di fondo.Come pure la decisione di effettuare un giorno almese una permanenza a Milano, città e regione for-temente impegnate sul versante internazionale a par-tire dall’America Latina: sono alla quarta, utilissimapermanenza e ringrazio, a questo proposito per l’aiu-to fornitomi, l’amico Gilberto Bonalumi e la sua Rial.

In questi primi sei mesi abbiamo posto le basi: il2007 sarà l’anno decisivo per dare le risposte alledomande che ci vengono rivolte e per impostare unavera e propria strategia di politica estera versol’America Latina e Caraibi. Sarà l’anno di un forte erinnovato impegno da parte dell’IILA, che darà aquesta strategia un contributo determinante. Saràl’anno della terza Conferenza nazionale Italia-America Latina e Caraibi. Un evento che, facendotesoro delle due precedenti edizioni, sappia parlaredi economia, commercio, finanze, ma anche di socie-tà, di piccola e media impresa, di cultura, di politica,di cooperazione. Sappia farlo coinvolgendo la Farne-sina e i massimi livelli istituzionali, le università, i centridi ricerca, le città, le Regioni, la società civile nelle suetante articolazioni. Sarà l’anno di una forte caratte-

rizzazione europea del nostro lavoro, in stretto con-tatto con la Commissione europea e con le strutturecomunitarie, così come discusso con la CommissarioBenita Ferrero Waldner nel corso di vari ed importantiincontri nei quali è stato evidenziato l’originale appor-to che l’Italia può dare sull’asse di fondo che l’UnioneEuropea ha tracciato nei rapporti con l’AmericaLatina: quello della coesione sociale. Stessa sintoniaho potuto registrare nell’incontro con il Presidentedell’Assemblea Parlamentare Europa-America Latina(EUROLAT) José Ignacio Salafranca, che ringrazioper l’intervento a questo nostro evento. Sarà l’anno diuno stretto raccordo con le assemblee legislative diCamera e Senato, già avviato con due audizioni, dame richieste, nelle quali ho esposto alle rispettiveCommissioni esteri le linee di politica estera versol’America Latina, ricevendo importanti contributi diriflessione e proposta di cui ringrazio i deputati ed isenatori intervenuti e, con speciale riconoscenza,quelli fra essi eletti nelle circoscrizioni latinoamerica-ne. Sarà l’anno della costruzione di una stretta colla-borazione con quei paesi europei per vocazione “vici-ni” all’America Latina, quali Spagna, Portogallo, Fran-cia, e con i paesi presidenti di turno dell’Unione. Inparticolare con la Spagna, sede del SegretariatoIberoamericano, che speriamo possa attivamente col-

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laborare con l’IILA. Del resto la presenza qui oggi diEnrique Iglesias e di Trinidad Jiménez è la prova piùconcreta di questa collaborazione. Colgo l’occasioneper ringraziarli, e per ringraziare il governo urugua-yano, per averci invitato al XVI vertice Iberoamerica-no, tenutosi poche settimane fa a Montevideo. Auspi-chiamo che questo invito possa confermarsi anche ilprossimo anno, a Santiago del Cile, in occasione delXVII vertice. Sarà l’anno necessario per completare laripresa di presenza politica diretta del governo italia-no nei paesi dove non è stato ancora possibile recarcicome Cuba, El Salvador, Haiti, Panama, Paraguay,Venezuela, gli altri paesi dell’area caraibica e l’Ecua-dor dove mi recherò a gennaio, in occasione dell’in-sediamento del nuovo Presidente Correa. Sarà l’annodella preparazione della presenza dell’Italia al verti-ce Euro-Latino Americano (UE-LAC), che si terrà nel2008 a Lima. Vogliamo giungere a quel decisivo ap-puntamento con idee, progetti, strumenti finanziari dicofinanziamento per interventi nel campo della picco-la e media impresa (ne ho iniziato a parlare, nella suasede di Washington, con il Presidente del Banco Inter-americano de Desarrollo, Moreno, ricevendone undeciso impulso positivo; ne parlerò prossimamentecon il Presidente della Corporación Andina de Fomen-to, García, e con le altre istituzioni finanziarie subre-

gionali quali la BCIE ed altre). Vogliamo giungere aquell’appuntamento caratterizzando la nostra presen-za, di paese fondatore della Comunità europea, conproposte e pratiche che favoriscano l’avvicinamentotra Europa e America Latina e Caraibi e che agevoli-no il raggiungimento almeno di alcuni di quegli accor-di biregionali che potrebbero essere vicini alla loromaturazione, tra quelli con i paesi centroamericani,con il Mercosud, con i paesi caraibici, con i paesiandini. In questo lavoro preparatorio un ruolo fonda-mentale lo avrà l’IILA, lo avranno agenzie interna-zionali dove l’Italia partecipa attivamente, come laCEPAL e l’Unione Latina, lo avrà complessivamente, intutte le sue articolazioni, il Ministero degli Esteri.

Come vedete, cari amici latinoamericani, europeied italiani, abbiamo molto da fare e da costruire. L’II-LA, pertanto, ha tutte le condizioni per svolgere unruolo centrale in questo lavoro. Un ruolo all’altezzadella sua storia.

Permettetemi infine di ringraziare tutti gli opera-tori dell’IILA per l’impegno profuso nell’organizza-zione di questa splendida e riuscitissima giornata, inprimo luogo – e cito lei per tutti – la Direttrice dell’IILASimonetta Nannerini vero motore, ma con garbo ediscrezione, di tutto il lavoro che è servito a renderememorabile questa celebrazione.

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Dichiarazione del Consiglio dei Delegati

approvata nel corso della Sessione del 16 novembre 2006

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I Delegati dei Paesi membri dell’IILA, riuniti inSessione Straordinaria in occasione del quarantesi-mo anniversario della firma della ConvenzioneInternazionale costitutiva dell’Istituto Italo-LatinoAmericano.

CCOONNSSTTAATTAANNOO che l’IILA, in quarant’anni diattività, ha mantenuto fede ai principi indicati nellaConvenzione del 1966, ha sviluppato progressiva-mente i programmi generali e, grazie alla volontàconcorde degli Stati membri, ha diversificato le pro-prie attività per adeguarle ai grandi mutamenti so-pravvenuti nello scenario mondiale, assolvendo pie-namente le finalità per le quali è stato creato sullabase dell’intuizione lungimirante del PresidenteAmintore Fanfani.

RRIICCOONNOOSSCCOONNOO che l’appoggio permanentericevuto dal Governo Italiano e in particolare dalMinistero degli Affari Esteri ha permesso all’IILA didotarsi delle risorse necessarie alla realizzazione diiniziative che hanno arrecato reali apporti allo svilup-po dei Paesi membri.

CCOONNSSIIDDEERRAANNOO che i legami esistenti tra l’Italiae le Nazioni dell’America Latina, sempre continui eprofondi in quanto fondati sulle stesse tradizioni esugli stessi valori, non possono non arricchirsi attra-verso una più capillare collaborazione, rafforzando

la capacità dell’Istituto di rispondere alle sfide e alledinamiche del mondo contemporaneo.

PPRREENNDDOONNOO AATTTTOO dell’appoggio fornito dal-l’IILA alle iniziative culturali e artistiche latinoamerica-ne e si ripromettono di cooperare alla loro intensifi-cazione in Italia e/o nei Paesi d’origine anche in col-legamento con l’UNESCO.

RRIIAAFFFFEERRMMAANNOO l’importanza del Centro di Studie della sua Biblioteca specializzata sulla storia delleistituzioni dei Paesi dell’America Latina – una dellemaggiori in Europa – e auspicano un accresciutoruolo del Centro in collegamento anche con altre ana-loghe istituzioni.

CCOOMMUUNNIICCAANNOO di conseguenza che non man-cheranno di individuare e segnalare gli enti locali, leuniversità e i centri di studio interessati a prenderecontatto con le controparti latinoamericane.

SSOOTTTTOOLLIINNEEAANNOO con soddisfazione le sempremaggiori dimensioni delle iniziative prese dall’IILAnel Continente latinoamericano, iniziative che, con-cordate con i Paesi membri interessati, hanno affron-tato e approfondito problemi d’attualità e di partico-lare interesse per i singoli Stati o gruppi di Stati conla collaborazione delle comunità regionali e subre-gionali.

AAUUSSPPIICCAANNOO che si renda sempre più organico

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l’intervento dell’IILA nell’ambito della cooperazioneallo sviluppo e dei suoi risvolti tecnici e finanziari, siasul piano bilaterale sia sul piano multilaterale, a parti-re dalla collaborazione già avviata con l’UNIONEEUROPEA, dalle intese già stabilite con istituzioni del-la cooperazione internazionale, come il BID, l’OSA,l’UNIDO, la CAF, il SELA, la CEPAL, da stabilire conla FAO, con la Segreteria Ibero-Americana e con leNazioni Unite – acquisendo in quest’ultimo caso lostatus di organismo consultivo – e da allargare adaltri Organismi attivi nella cooperazione con l’Ameri-ca Latina.

RRAACCCCOOMMAANNDDAANNOO che l’IILA venga consultatosulle tematiche attinenti all’emigrazione provenientedai Paesi dell’America Latina ricordando la sua aper-tura all’emigrazione italiana e il forte legame che si ècreato con la partecipazione degli italiani allo svilup-po delle Nazioni latinoamericane. Un ulteriore fatto-re estremamente positivo in tale quadro è la presen-za dei rappresentanti delle collettività italiane del-l’America Latina nel Parlamento italiano.

VVAALLUUTTAANNOO positivamente le attività sviluppatedall’IILA a favore della Cooperazione nei settori eco-nomico e sociale, scientifico e culturale. In tale qua-dro sottolineano l’importanza delle iniziative di for-mazione e riservano un apprezzamento particolare

ai corsi di aggiornamento sugli affari europei per gio-vani diplomatici latinoamericani, svolti negli ultimi dueanni, augurando che si proceda anche in futuro suqueste iniziative.

IINNCCOORRAAGGGGIIAANNOO l’IILA a creare sinergie ealleanze con altre istituzioni europee per promuove-re congiuntamente la cooperazione euro-latinoameri-cana nei settori dell’economia, dell’industria, dellacultura e del progresso sociale.

IINNCCOORRAAGGGGIIAANNOO altresì l’IILA a facilitare imembri del Consiglio dei Delegati nell’acquisizione dimeccanismi di comunicazione con le Amministrazioniregionali italiane allo scopo di coordinare le loro atti-vità di cooperazione nei Paesi membri.

RRIICCOONNOOSSCCOONNOO l’importante ruolo svoltodall’IILA nella promozione dell’integrazione regiona-le latinoamericana che auspicano possa rafforzarsifavorendo allo stesso tempo il dialogo con l’Europa.

SSII AAUUGGUURRAANNOO che le autorità italiane cosìcome quelle di tutti i Paesi membri si impegnino affin-chè l’IILA, questo straordinario strumento di coopera-zione internazionale, unico nella sua funzione e nellasua configurazione operativa, possa continuare conprogressi costanti a svolgere ed ampliare la sua atti-vità al servizio di una collaborazione sempre piùintensa fra i Paesi dell’America Latina e l’Italia.

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Scambio di lettere

tra il Governo Italianoe l’Istituto Italo-Latino Americano

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Convenzione Internazionaleper la costituzione dell’Istituto Italo-Latino Americano

Convenio Internacionalpara la constitución del Instituto Ítalo-Latino Americano

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Nel 1966 per inziativa dell’allora Ministro degli Affari Esteri italiano, On. AmintoreFanfani, si firmava a Roma la Convenzione internazionale per la costituzionedell’Istituito Italo-Latino Americano. L’anno successivo alla presenza del Presidentedel Consiglio dei Ministri, On. Aldo Moro, il Ministro degli Affari Esteri, On.Amintore Fanfani – che nel 1966 aveva presieduto l’Assemblea Generale delleNazioni Unite – consegnava ai Delegati dei Paesi membri la sede che il Governoitaliano metteva a disposizione dell’Organizzazione internazionale che riunisce leRepubbliche latino americane e l’Italia.

Nelle foto: 1 giugno 1967, il Presidente della Repubblica Italiana GiuseppeSaragat, il Presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro ed il Ministro degliAffari Esteri Amintore Fanfani alla consegna dei locali dell’IILA ai Delegati latinoamericani.

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I GOVERNI della REPUBBLICA ITALIANA e delleREPUBBLICHE LATINO AMERICANE di Argentina,Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba,Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras,Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù,Repubblica Dominicana, Uruguay e Venezuela

RICORDANDO la comunanza del loro retaggio edei loro interessi di ordine culturale, scientifico, eco-nomico, tecnico e sociale;

CONSTATANDO, nel pieno rispetto dell’indipen-denza di ciascun Paese, l’opportunità di stimolare ecoordinare i singoli contributi al progresso comune;

RICONOSCENDO il mutuo beneficio che essi trar-rebbero dalla creazione di una istituzione volta apromuovere la loro cooperazione culturale, scienti-fica, economica, tecnica e sociale;

HANNO DECISO di fondare in Roma un Organi-smo internazionale, denominato Istituto Italo-LatinoAmericano, che risponda a tali premesse e, a talfine, hanno convenuto quanto segue:

AArrttiiccoolloo 11MMeemmbbrrii ee ssccooppii ddeellll’’IIssttiittuuttoo

1. È costituito in Roma l’Istituto Italo-Latino America-no, del quale sono membri l’Italia ed i Paesi latino-americani dopo che abbiano ratificato la presenteConvenzione.

2. Gli scopi dell’Istituto sono i seguenti:a) sviluppare e coordinare la ricerca e la docu-

mentazione sui problemi, le realizzazioni e leprospettive dei Paesi membri nel campo cultura-le, scientifico, economico, tecnico e sociale;

b) diffondere nei Paesi membri i risultati di dettaricerca e la documentazione relativa;

c) individuare, anche alla luce di detti risultati, lepossibilità concrete di scambio, assistenza reci-proca e azione comune o concertata nel campoculturale, scientifico, economico, tecnico e socia-le, ai fini dell’azione di cui al paragrafo 3 del-l’articolo 5 della presente Convenzione.

AArrttiiccoolloo 22AAttttiivviittàà ddeellll’’IIssttiittuuttoo

Nel perseguire gli scopi indicati nell’articolo prece-dente, l’Istituto:

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a) organizzerà, nella propria sede, un centro di studie documentazione ed una biblioteca specializzatasulla storia, le istituzioni ed i problemi latino-ameri-cani e sulle relazioni italo-latino americane;

b) promuoverà, con i propri mezzi od in collabora-zione con le competenti Amministrazioni degli Statimembri, lo scambio di artisti, letterati, scienziati,operatori economici, tecnici e dirigenti sociali ed inparticolare:I) inviterà, accogliendoli eventualmente nella

propria sede, persone delle dette categorieche siano cittadini di Paesi membri e che inten-dano svolgere attività di studio o di ricerca;

II) fornirà assistenza a cittadini italiani o di altriStati membri, che si rechino per gli stessi fininei Paesi dell’America Latina;

III) assisterà moralmente e materialmente i borsistidei Paesi membri che compiano studi specia-lizzati in Italia sotto gli auspici dell’Istituto o nelquadro dei normali scambi culturali;

c) curerà la pubblicazione, direttamente o sotto i pro-pri auspici, di studi e documenti concernenti lematerie menzionate all’articolo 1;

d) favorirà incontri e lo scambio di dati, idee ed espe-rienze fra artisti, letterati, scienziati, operatori eco-nomici, tecnici e dirigenti sociali dei Paesi membri;

e) promuoverà, secondo opportuni criteri di avvicen-damento per temi e Paesi: congressi, convegni, sim-posi, esposizioni e altre manifestazioni di carattereculturale, scientifico, economico, tecnico e sociale;

f) svolgerà e promuoverà ogni altra attività o iniziati-va idonea ad assicurare il conseguimento degliscopi indicati nell’articolo 1.

AArrttiiccoolloo 33OOrrggaannii

Sono organi dell’Istituto: il Presidente; il Consiglio deiDelegati; il Comitato Esecutivo, composto, oltre chedal Presidente dell’Istituto, dai tre Vice Presidenti.

AArrttiiccoolloo 44IIll CCoonnssiigglliioo ddeeii DDeelleeggaattii eedd iill PPrreessiiddeennttee

1. Il Consiglio dei Delegati è composto di un Delegatoper ciascuno degli Stati membri.

2. Ogni Stato rappresentato nel Consiglio ha dirittoad un voto.

3. Il Presidente dell’Istituto ed i tre Vice Presidentisono eletti dal Consiglio dei Delegati fra i membridel Consiglio stesso per la durata di due anni.In caso di assenza o di impedimento del Presiden-

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te, i Vice Presidenti lo sostituiranno secondo l‘ordi-ne alfabetico dei Paesi e ciascuno per un periododi otto mesi.

4. Il Presidente dell’Istituto rappresenta l’Ente; convo-ca e dirige le riunioni del Consiglio dei Delegati edel Comitato Esecutivo.

5. Il Consiglio dei Delegati si riunisce in sessione ordi-naria per lo meno due volte all’anno; si riunisce insessione straordinaria nei casi previsti dal suoRegolamento ed inoltre su iniziativa del Presidenteo su proposta di un terzo dei membri del Consigliostesso.

6. Le deliberazioni del Consiglio dei Delegati sonovalide quando è presente la metà più uno dei suoimembri.Le deliberazioni su questioni di sostanza, messeall’ordine del giorno con un preavviso di almenoun mese, sono prese a maggioranza di due terzidei presenti. Quelle su questioni di procedura sonoprese a maggioranza semplice; in caso di paritàprevale il voto del Presidente.

AArrttiiccoolloo 55AAttttrriibbuuzziioonnii ddeell CCoonnssiigglliioo ddeeii DDeelleeggaattii

1. Il Consiglio dei Delegati è l’organo che dirige

l’Istituto nelle sue attività, alla luce della presenteConvenzione e mediante piani organici e periodicidi lavoro idonei a consentire a tutti gli Stati membril’effettiva partecipazione all’attività dell’Istituto edai benefici che se ne attendono nel quadro degliscopi indicati all’articolo 1.

2. Il Consiglio dei Delegati adotta le seguenti decisio-ni:a) elegge il Presidente ed i Vice Presidenti;b) nomina il Segretario;c) adotta il suo Regolamento;d) impartisce le direttive al Segretario in merito al

perseguimento delle finalità dell’Istituto, ai pro-grammi di attività ed alla gestione del patrimo-nio sociale;

e) approva i bilanci;f) approva i rapporti semestrali del Segretario sul-

l’attività dell’Istituto;g) stabilisce i criteri statistici per determinare i con-

tributi degli Stati membri, secondo il par. 1 a)dell’articolo 9;

h) autorizza il Presidente ad accettare legati,donazioni e sovvenzioni;

i) prende qualsiasi altra decisione sulle materiemenzionate nella presente Convenzione.

3. Il Consiglio dei Delegati formula proposte, voti e

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raccomandazioni all’indirizzo dei Governi degliStati membri, attraverso i competenti tramiti diplo-matici, su ogni questione rientrante nelle finalità eattività dell’Istituto, ai sensi degli articoli 1 e 2 dellapresente Convenzione, e, in particolare, in meritoalle possibilità di scambio, di assistenza reciprocaod azione concertata o comune di cui al par. 2 c)dell’articolo 1.

AArrttiiccoolloo 66IIll CCoommiittaattoo EEsseeccuuttiivvoo

Il Comitato Esecutivo, la cui composizione è indicataall’articolo 3, delibera sulle questioni ad esso devolu-te dal Regolamento del Consiglio dei Delegati.

AArrttiiccoolloo 77IIll SSeeggrreettaarriiaattoo

1. Il Segretariato è composto dal Segretario e da treVice Segretari.

2. Il Segretario è nominato dal Consiglio dei Delega-ti, dura in carica per un periodo di tre anni e puòessere confermato per altro periodo. In questamateria il Consiglio dei Delegati decide a maggio-ranza dei due terzi.

3. Su proposta del Segretario, il Consiglio dei Dele-gati nomina, per un periodo di due anni, tre ViceSegretari di nazionalità diversa tra loro e da quel-la del Segretario, con il compito di coadiuvare que-st’ultimo nell’espletamento delle sue funzioni;

4. Il personale direttivo necessario per il funziona-mento dell’Istituto è selezionato tenendo conto inprimo luogo della capacità e, sempre che sia pos-sibile, del criterio di una ripartizione equitativa fragli Stati membri.

AArrttiiccoolloo 88FFuunnzziioonnii ddeell SSeeggrreettaarriioo

1. Il Segretario, capo del Segretariato e responsabiledel suo funzionamento ed operato, cura e coordi-na l’attività dell’Istituto, sotto la direzione delPresidente ed alla luce della presente Convenzio-ne, secondo le decisioni e le proposte del Consigliodei Delegati e le norme del Regolamento; esercitainfine le funzioni che il Presidente, il Consiglio deiDelegati ed il Comitato Esecutivo gli affidano.

2. Il Segretario partecipa, senza diritto di voto, alleriunioni del Consiglio dei Delegati e del ComitatoEsecutivo e sottopone rapporti semestrali sull’attivi-tà dell’Istituto al Consiglio dei Delegati.

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AArrttiiccoolloo 99EEnnttrraattee ddeellll’’IIssttiittuuttoo

1. L’Istituto è finanziato:a) con la quota annua obbligatoria degli Stati

membri, nella misura, per ciascuno Stato, di unalira italiana per ogni cinque abitanti;

b) con una quota speciale annua versata dal-l’Italia, che per ciascuno dei primi due anni,1967 e 1968, sarà di 250 milioni di Lire italia-ne;

c) con donazioni, legati o sovvenzioni accettati dalPresidente dell’Istituto, previa autorizzazionedel Consiglio dei Delegati.

2. Il versamento dei contributi da parte di ciascunoStato verrà effettuato entro il primo trimestre del-l’anno al quale si riferisce la quota.

3. Lo Stato membro in arretrato per due anni conse-cutivi nel pàgamento dei contributi annui perdediritto al voto nel Consiglio dei Delegati.

AArrttiiccoolloo 1100SSeeddee

1. L’Istituto ha sede in Roma.2. Il Governo della Repubblica Italiana metterà gra-

tuitamente a disposizione dell’Istituto i locali indi-spensabili al suo funzionamento e cioè uffici, saledi rappresentanza, per convegni ed esposizioni,biblioteca, foresteria, e ne assumerà a proprio cari-co la manutenzione.

3. Il Governo della Repubblica Italiana metterà a di-sposizione dell’Istituto ed alle sue dipendenze im-piegati subalterni e di servizio sino ad un massimodi venti persone.

4. Le Alte Parti Contraenti potranno contribuireall’ampliamento del fondo libri e documenti dellabiblioteca dell’Istituto nonché all’abbellimentodella sede con mobili ed opere d’arte.

AArrttiiccoolloo 1111PPeerrssoonnaalliittàà ggiiuurriiddiiccaa

L’Istituto godrà della personalità giuridica.

AArrttiiccoolloo 1122EEmmeennddaammeennttii

1. Le proposte di emendamento alla presenteConvenzione saranno comunicate al Presidente eda questi, attraverso i tramiti diplomatici compe-tenti, agli Stati membri, quattro mesi prima della

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sessione del Consiglio dei Delegati nel cui ordinedel giorno dovranno essere inscritte.

2. Gli emendamenti votati dal Consiglio dei Delegati,a maggioranza dei due terzi dei presenti, entre-ranno in vigore quando siano stati approvati dadue terzi degli Stati membri; ciascun Governocomunicherà per iscritto la sua approvazione alGoverno italiano, che la porterà a conoscenzadegli altri Stati membri e del Presidente dell’Istituto.

AArrttiiccoolloo 1133EEnnttrraattaa iinn vviiggoorree

La presente Convenzione entrerà in vigore quindicigiorni dopo il deposito delle ratifiche, presso il Gover-no della Repubblica Italiana, da parte di almeno seidelle Alte Parti Contraenti oltre l’Italia.Per le Parti che effettueranno il deposito successiva-mente, la Convenzione entrerà in vigore quindici gior-ni dopo il deposito stesso.

AArrttiiccoolloo 1144RReellaazziioonnee ccoonn aallttrrii AAccccoorrddii

La presente Convenzione non limiterà i reciproci bene-fici che discendono dagli Accordi stipulati dai Paesi

membri tra loro o con altri.

AArrttiiccoolloo 1155DDuurraattaa

1. La presente Convenzione resterà in vigore per diecianni. Ciascuna delle Alte Parti Contraenti potràdenunciarla con preavviso di un anno, per mezzodi notifica scritta al Governo della Repubblica Ita-liana che la porterà a conoscenza degli altri Paesimembri e del Presidente dell’Istituto.

2. Allo scadere dei dieci anni, la presente Convenzio-ne si intenderà automaticamente rinnovata per unaltro periodo decennale, per tutti gli Stati che nonabbiano notificato la volontà di ritirarsi dall’Istitutoal Governo della Repubblica Italiana e, per suotramite, alle Alte Parti Contraenti e al Presidentedell’Istituto, almeno sei mesi prima della scadenzadel termine.

AArrttiiccoolloo 1166TTeessttii

I testi della presente Convenzione, nelle lingue italia-na, spagnola, portoghese e francese, sono ugual-mente autentici.

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IN FEDE DI CHE, i Plenipotenziari sottoscritti, avendodepositato i Pieni Poteri, trovati in buona e debitaforma, sottoscrivono la presente Convenzione a nomedei rispettivi Governi.

FATTO a Roma, il primo giugno mille novecento ses-santasei, in unico esemplare che sarà depositatonegli Archivi del Governo della Repubblica Italiana,che ne rimetterà copia certificata conforme a ciascu-no dei Governi degli altri Stati firmatari.

Per l’Argentina: Luis M. DEFFERRARIPer la Bolivia: E. KEMPFFPer il Brasile: F. D’ALAMO LOUSADAPer il Cile: Óscar PINOCHETPer la Colombia: Juan LOZANO y LOZANOPer il Costa Rica: Mario ECHANDI JIMENEZPer Cuba: SUBIRANAPer l’Ecuador: Salvador LARAPer El Salvador: Roberto QUIROZPer il Guatemala: R. AZURDIA PAIZPer Haiti: J. DUVIGNEAUDPer l’Honduras: Eugenio MATUTEPer l’Italia: Amintore FANFANIPer il Messico: Rafael FUENTES

Per il Nicaragua: Alfonso ORTEGAPer il Panama: Alicia B. de GHITISPer il Paraguay: Silvio LOFRUSCIOPer il Perù C. MIRO-QUESADA LAOSPer la Repubblica Dominicana:

Eduardo READ BARRERASPer l’Uruguay: Julio PONSPer il Venezuela: Antonio BRICEÑO LINARES

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Los GOBIERNOS de la REPÚBLICA ITALIANA y delas REPÚBLICAS LATINOAMERICANAS deArgentina, Bolivia, Brasil, Chile, Colombia, CostaRica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haití,Honduras, México, Nicaragua, Panamá, Paraguay,Perú, República Dominicana, Uruguay y Venezuela,

TENIENDO PRESENTE sus tradiciones e interesescomunes en el orden cultural, científico, económico,técnico y social;

COMPROBANDO la conveniencia de estimular ycoordinar la contribución que sus Países puedenaportar al progreso común, salvaguardando la sobe-ranía de cada uno de ellos;

RECONOCIENDO el beneficio mutuo que obtendrí-an mediante la creación de una institución para pro-mover su colaboración cultural, científica, económi-ca, técnica y social;

HAN DECIDIDO fundar en Roma un Organismointernacional, denominado Instituto Ítalo-LatinoAmericano, que cumpla tales propósitos y, con esefin, han resuelto lo siguiente:

AArrttííccuulloo 11MMiieemmbbrrooss yy ffiinnaalliiddaaddeess ddeell IInnssttiittuuttoo

1. Queda constituido en Roma el Instituto Ítalo-LatinoAmericano, del cual son miembros Italia y los Paíseslatinoamericanos después de que hayan ratificado elpresente Convenio.2. Las finalidades del Instituto son las siguientes:

a) desarrollar y coordinar la investigación y ladocumentación relativas a los problemas, lasrealizaciones y perspectivas de los Países miem-bros en el orden cultural, científico, económico,técnico y social;b) divulgar en los Países miembros los resulta-dos de estas investigaciones y la documenta-ción relativa;c) individuar, a la luz de dichos resultados, lasposibilidades concretas de intercambio, de asis-tencia recíproca y acción común o concertadaen los sectores cultural, científico, económico,técnico y social, en cumplimiento de lo dispues-to en el párrafo 3 del artículo 5 del actualConvenio.

AArrttííccuulloo 22AAccttiivviiddaaddeess ddeell IInnssttiittuuttoo

Para el cumplimiento de los fines indicados en el artí-

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culo anterior, el Instituto:a) organizará, en su propia sede, un centro de estu-dios y de documentación y una biblioteca especiali-zada sobre la historia, las instituciones, los proble-mas latinoamericanos y las relaciones ítalo-latino-americanas;b) promoverá, con sus propios medios o en colabo-ración con las administraciones competentes de losEstados miembros, el intercambio de artistas, hom-bres de letras, de ciencia, de negocios, técnicos, diri-gentes sociales y particularmente:

I. invitará, dándoles eventualmente acogida ensu propia sede, a las personas de dichas cate-gorías que sean ciudadanos de Países miem-bros y que se propongan desarrollar activida-des de estudio y de investigación;II. suministrará asistencia a ciudadanos italia-nos o de otros Países miembros, que se dirijancon los mismos fines a Países de AméricaLatina;III. asistirá moral y materialmente a los beca-rios de los Países miembros que realicen estu-dios especializados en Italia, baio los auspiciosdel Instituto o en el marco de los normales inter-cambios culturales;

c) atenderá a la publicación, directa o bajo sus pro-

pios auspicios, de estudios y documentos relativos alos temas mencionados en el artículo 1;d) favorecerá la celebración de reuniones y el inter-cambio de datos, ideas y conocimientos entre artistasy hombres de letras, de ciencia, de negocios, técni-cos y dirigentes sociales de los Países miembros;e) promoverá, según criterios oportunos de rotaciónpor temas y por Países: congresos, reuniones, simpo-sios, exposiciones y otras manifestaciones de carác-ter cultural, científico, económico, técnico y social;f) llevará a cabo y promoverá cualquier otro tipo deactividad o iniciativa adecuada a asegurar el cum-plimiento de los fines indicados en el artículo 1.

AArrttííccuulloo 33OOrrggaannooss

Son órganos del Instituto: el Presidente; el Consejode Delegados; el Comité Ejecutivo, compuesto por elPresidente del Instituto y los tres Vice Presidentes.

AArrttííccuulloo 44EEll CCoonnsseejjoo ddee DDeelleeggaaddooss yy eell PPrreessiiddeennttee

1. El Consejo de Delegados se compone de unDelegado por cada País miembro.2. Cada Estado representado en el Consejo tienederecho a un voto.

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3. El Presidente del Instituto y los tres Vice Presidentesson elegidos por el Consejo de Delegados entre susmiembros por dos años de duración. En caso deausencia o de impedimento del Presidente, los tresVice Presidentes le substituirán, según el orden alfa-bético de los Países y cada uno por la duración deocho meses.4. El Presidente del Instituto representa la Entidad;convoca y dirige las reuniones del Consejo deDelegados y del Comité Ejecutivo.5. El Consejo de Delegados se reúne en sesión ordi-naria por lo menos dos veces por año; se reúne ensesión extraordinaria en los casos establecidos porsu Reglamento y además por la iniciativa delPresidente o a solicitud de un tercio de los miembrosdel Consejo mismo.6. Las deliberaciones del Consejo de Delegados sonválidas cuando esté presente la mitad más uno de susmiembros.

Las deliberaciones sobre asuntos de sustancia, pues-tas al orden del día cuanto menos con previo avisode un mes, se deciden por mayoría de las dos terce-ras partes de los presentes. Las deliberaciones sobreasuntos de trámite se deciden por mayoría simple; encaso de paridad prevalece el voto del Presidente.

AArrttííccuulloo 55PPooddeerreess ddeell CCoonnsseejjoo ddee DDeelleeggaaddooss

1. El Consejo de Delegados es el órgano que dirigeel Instituto en sus actividades, conforme al presenteConvenio y por medio de programas orgánicos yperiódicos de trabajo, aptos a consentir a todos losEstados miembros la participación efectiva en la acti-vidad del Instituto y en los beneficios que se preten-de alcanzar para lograr los fines indicados en el artí-culo 1.2. El Consejo de Delegados adopta las siguientesdecisiones:

a) elige el Presidente y los Vice Presidentes;b) nombra el Secretario;c) adopta su Reglamento;d) da las instrucciones al Secretario acercadel cumplimiento de las finalidades delInstituto, de los programas de actividades yde la gestión del capital social;e) aprueba los presupuestos;f) aprueba los informes semestrales delSecretario sobre las actividades del Instituto;g) fija los criterios estadísticos para las contri-buciones de los Estados miembros conformeal párrafo 1 a) del artículo 9;h) autoriza al Presidente a aceptar legados,

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donaciones y subvenciones;i) adopta cualquier otra decisión en las mate-rias mencionadas en el presente Convenio.

3. El Consejo de Delegados formula proposiciones,votos y recomendaciones dirigidas a los Gobiernosde los Estados miembros, mediante los trámites diplo-máticos apropiados, sobre cualquier tema relativo alas finalidades y actividades del Instituto, en relacióna los artículos 1 y 2 del presente Convenio, y parti-cularmente respecto de las posibilidades de inter-cambio, asistencia recíproca o acción concertada ocomún, según los términos del párrafo 2 c) del artí-culo 1.

AArrttííccuulloo 66EEll CCoommiittéé EEjjeeccuuttiivvoo

El Comité Ejecutivo, integrado según lo dispuesto enel artículo 3, delibera sobre los temas que le compe-ten según el Reglamento del Consejo de Delegados.

AArrttííccuulloo 77EEll SSeeccrreettaarriiaaddoo

1. El Secretariado está compuesto por el Secretarioy tres Vice Secretarios.2. El Secretario es nombrado por el Conselo deDelegados, ocupa el cargo por un período de tres

años y puede ser confirmado por otro período.Sobre esta materia el Consejo de Delegados decidepor mayoría de dos tercios.3. A propuesta del Secretario, el Consejo de Delega-dos nombra, por un período de dos años, tres ViceSecretarios de nacionalidades distintas entre sí y dela del Secretario, con la tarea de asistir a este últimoen el cumplimiento de sus funciones.4. El personal de jerarquía necesario para el funcio-namiento del Instituto será seleccionado teniendo encuenta en primer lugar la capacidad y, siempre quesea posible, una distribución equitativa entre losEstados miembros.

AArrttííccuulloo 88FFuunncciioonneess ddeell SSeeccrreettaarriioo

1. El Secretario, jefe del Secretariado y responsablede su funcionamiento y acción, asesora y coordina laactividad del Instituto, bajo la dirección delPresidente y conforme al presente Convenio, segúnlas decisiones y proposiciones del Consejo de Dele-gados y las normas del Reglamento; desempeña lasdemás funciones que el Presidente, el Consejo deDelegados y el Comité Ejecutivo le encomienden.2. El Secretario participa, sin derecho a voto, a lasreuniones del Consejo de Delegados y del Comité

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Ejecutivo y somete informes semestrales sobre lasactividades del Instituto al Consejo de Delegados.

AArrttííccuulloo 99IInnggrreessooss ddeell IInnssttiittuuttoo

1. El Instituto es financiado:a) por la cuota anual obligatoria de losEstados miembros, en la proporción, paracada Estado, de una lira italiana por cadacinco habitantes;b) por una cuota especial anual entregada porItalia, la cual consistirá por cada uno de losdos primeros años, 1967 y 1968, en 250 millo-nes de Liras italianas;c) por las donaciones, legados o subvencionesaceptados por el Presidente del Instituto, pre-via autorización del Consejo de Delegados.

2. El pago de las contribuciones por parte de cadaEstado será efectuado dentro del primer trimestre delaño al que se refiere la cuota.3. El Estado miembro que sea remiso por dos añosconsecutivos en el pago de sus contribuciones anua-les pierde el derecho al voto en el Consejo deDelegados.

AArrttííccuulloo 1100SSeeddee

1. La sede del Instituto es en Roma.2. El Gobierno de la República Italiana pondrá gra-tuitamente a disposición del Instituto los locales nece-sarios para su funcionamiento, es decir: oficinas,salas de recepción, biblioteca, salones de conferen-cias, de exposiciones, alojamientos, y tendrá a sucargo su conservación.3. El Gobierno de la República Italiana pondrá a dis-posición del Instituto los empleados subalternos y deservicio hasta un máximo de veinte personas.4. Las Altas Partes Contratantes podrán contribuir ala ampliación del fondo de libros y documentos de labiblioteca del Instituto y al embellecimiento de lasede con muebles y obras de arte.

AArrttííccuulloo 1111PPeerrssoonneerrííaa jjuurrííddiiccaa

El Instituto tendrá personería juridica.

AArrttííccuulloo 1122EEnnmmiieennddaass

1. Las propuestas de enmiendas al presente Conve-nio serán comunicadas al Presidente y por éste,mediante los trámites diplomáticos apropiados, a los

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Estados miembros, cuatro meses antes de la sesióndel Consejo de Delegados en cuya orden del diadeberán ser inscritas.2. Las enmiendas votadas por el Consejo de Delega-dos, por una mayoría de las dos terceras partes delos presentes, entrarán en vigor cuando sean apro-badas por los dos tercios de los Estados miembros.Cada Gobierno comunicará por escrito su aproba-ción al Gobierno de la República Italiana, que lapondrá en conocimiento de los demás Estados miem-bros y del Presidente del Instituto.

AArrttííccuulloo 1133EEnnttrraaddaa eenn vviiggoorr

El presente Convenio entrará en vigor quince díasdespués del depósito de las ratificaciones ante elGobierno de la República Italiana por parte de almenos seis de las Altas Partes Contratantes, ademásde Italia.Para las Partes que efectuarán el depósito posterior-mente, el Convenio entrará en vigor quince días des-pués de dicho depósito.

AArrttííccuulloo 1144RReellaacciioonneess ccoonn oottrrooss AAccuueerrddooss

El presente Convenio no limitará los beneficios recí-

procos que se deriven de los Acuerdos estipuladospor los Países miembros entre sí o con otros Países.

AArrttííccuulloo 1155DDuurraacciióónn

1. El presente Convenio permanecerá en vigordurante diez años. Cada una de las Altas PartesContratantes podrá denunciar el mismo con previoaviso de un año, por medio de notificación escrita alGobierno de la República Italiana, que la pondrá enconocimiento de los demás Estados miembros y delPresidente del Instituto. Transcurridos los diez años,este Convenio quedará automáticamente renovadopor otro período de diez años, para todos losEstados que no hayan notificado su voluntad de reti-rarse del Instituto al Gobierno de la RepúblicaItaliana y, por su conducto, a las Altas PartesContratantes y al Presidente del Instituto, por lomenos seis meses antes del vencimiento del plazo.

AArrttííccuulloo 1166Textos

Los textos del presente Convenio, en idioma español,portugués, francés e italiano, son igualmente auténti-cos.

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EN FE DE LO CUAL, los infrascritos Plenipotenciarios,habiendo depositado sus Plenos Poderes, encontra-dos en buena y debida forma, suscriben el presenteConvenio en nombre de sus respectivos Gobiernos.

HECHO en Roma, el primer día del mes de Junio demil novecientos sesenta y seis, en único ejemplar queserá depositado en los Archivos del Gobierno de laRepública Italiana, la cual remitirá una copia certifi-cada a cada uno de los Gobiernos de los demásEstados signatarios.

Por la Argentina: Luis M. DEFFERRARIPor Bolivia: E. KEMPFFPor el Brasil: F. D’ALAMO LOUSADAPor Chile: Óscar PINOCHETPor Colombia: Juan LOZANO y LOZANOPor Costa Rica: Mario ECHANDI JIMENEZPor Cuba: SUBIRANAPor Ecuador: Salvador LARAPor El Salvador: Roberto QUIROZPor Guatemala: R. AZURDIA PAIZPor Haití: J. DUVIGNEAUDPor Honduras: Eugenio MATUTEPor Italia: Amintore FANFANI

Por México: Rafael FUENTESPor Nícaragua: Alfonso ORTEGAPor Panamá: Alicia B. de GHITISPor el Paraguay: Silvio LOFRUSCIOPor el Perú C. MIRO-QUESADA LAOSPor la República Dominicana:

Eduardo READ BARRERASPor el Uruguay: Julio PONSPor Venezuela: Antonio BRICEÑO LINARES

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DATA DEL DEPOSITO degli STRUMENTI DI RATIFICAdei Paesi membri dell’Istituto Italo-Latino Americano

e DATA DELL’ENTRATA IN VIGORE della CONVENZIONEper ogni stato a norma dell’articolo 13

BOLIVIA

BRASILE

ITALIA

ECUADOR

PARAGUAY

REP. DOMINICANA

COSTA RICA

PERÙ

EL SALVADOR

CILE

HONDURAS

VENEZUELA

MESSICO

URUGUAY

GUATEMALA

CUBA

ARGENTINA

PANAMA

NICARAGUA

COLOMBIA

HAITI

13 Agosto 196610 Settembre 196612 Ottobre 196616 Novembre 196617 Novembre 196626 Novembre 196628 Novembre 196629 Novembre 196615 Dicembre 196615 Dicembre 196619 Dicembre 196616 Dicembre 196619 Dicembre 196610 Gennaio196712 Gennaio196712 Gennaio196719 Marzo 196723 Maggio 196729 Maggio 196731 Maggio 196725 Febbraio 1969

11 Dicembre 196611 Dicembre 196611 Dicembre 196611 Dicembre 196611 Dicembre 196611 Dicembre 196611 Dicembre 196614 Dicembre 196620 Dicembre 196620 Dicembre 196624 Dicembre 196631 Dicembre 196613 Gennaio 196725 Gennaio 196727 Gennaio 196717 Marzo 196724 Marzo 196717 Giugno 196713 Giugno 196715 Giugno 196712 Marzo 1969

SSttaattoo DDeeppoossiittoo ssttrruummeennttoo EEnnttrraattaa iinn vviiggoorree

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Organi e Struttura

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PRESIDENTEJOSÉ ROBERTO ANDINO SALAZAR Ambasciatore(El Salvador)

VICEPRESIDENTIYVON SIMEON Ambasciatore (Haiti)

DONATO DI SANTO Sottosegretario agli Affari Esteri(Italia)

JORGE FIGUEREDO FRATTA Ambasciatore (Paraguay)

CONSIGLIO DEI DELEGATIVICTORIO MARÍA JOSÉ TACCETTI AmbasciatoreDelegato di Argentina

MARÍA ISABEL CADIMA PAZ Incaricato d’AffariDelegato di Bolivia

ADHEMAR GABRIEL BAHADIAN AmbasciatoreDelegato del Brasile

GABRIEL VALDÉS AmbasciatoreDelegato del Cile

SABAS PRETELT DE LA VEGA AmbasciatoreDelegato di Colombia

MANUEL HERNÁNDEZ GUTIÉRREZ AmbasciatoreDelegato del Costa Rica

RODNEY ALEJANDRO LÓPEZ CLEMENTE AmbasciatoreDelegato di Cuba

EMILIO IZQUIERDO MIÑO AmbasciatoreDelegato dell’Ecuador

JOSÉ ROBERTO ANDINO SALAZAR AmbasciatoreDelegato di El Salvador

FRANCISCO EDUARDO BONIFAZ RODRÍGUEZ AmbasciatoreDelegato del Guatemala

YVON SIMEON AmbasciatoreDelegato di Haiti

ROBERTO OCHOA MADRID AmbasciatoreDelegato di Honduras

DONATO DI SANTO Sottosegretario agli Affari EsteriDelegato d’Italia

RAFAEL TOVAR Y DE TERESA AmbasciatoreDelegato del Messico

PIERO COEN MONTEALEGRE AmbasciatoreDelegato del Nicaragua

EUDORO JAÉN ESQUIVEL AmbasciatoreDelegato del Panama

JORGE FIGUEREDO FRATTA AmbasciatoreDelegato del Paraguay

ROBERTO SEMINARIO Incaricato d’AffariDelegato del Perù

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ANA SILVIA REYNOSO DE ABUD AmbasciatoreDelegato della Repubblica Dominicana

RAMÓN CARLOS ABÍN DE MARÍA AmbasciatoreDelegato dell’Uruguay

ADRIANA GOTTBERG DE CHAVES Incaricato d’Affari a.i.Delegato della Repubblica Bolivarianadel Venezuela

SEGRETARIO GENERALEPAOLO BRUNI Ambasciatore (Italia)

STRUTTURASIMONETTA CAVALIERI NANNERINIDirettore Generale

IRMA ARESTIZÁBAL (Argentina)Segretario Culturale

ALESSANDRA PININI D’OLIVA BONANNICoordinatore Segreteria Culturale

GUSTAVO ARTETA VILLAVICENCIO (Ecuador)Segretario Socio-Economico

GIANFRANCA FIRMANICoordinatore Segreteria Socio-Economica

VÍCTOR ALFONSO MALDONADO MOROLEÓN (Messico)Segretario Tecnico-Scientifico

EUGENIA CIVARDI FEDELICapo Servizio Cooperazione allo Sviluppo

RICCARDO CAMPADirettore Centro Studi, Documentazione eBiblioteca

TRIBUNALE AMMINISTRATIVOUMBERTO LEANZAFRANCESCO MEZZALAMAMÓNICA LIS RESTAINOEDUARDO ROZO ACUÑAERSILIAGRAZIA SPATAFORAAUGUSTO SINAGRA Segretario

CONSULENTE GIURIDICOPIETRO ROMANO ORLANDO

COLLEGIO DEI SINDACIGIANCARLO COLATEI PresidenteGIUSEPPE GRAZZINIGIUSEPPE LUCA BOLOGNESE

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Aree di attività

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Nei suoi quarant’anni di attività, l’IILA ha opera-to al servizio della collaborazione fra l’Italia el’America Latina. A tal fine: – contribuisce all’approfondimento dei temi di mag-

gior interesse ed attualità nel contesto delle rela-zioni dell’America Latina con l’Italia e con l’UnioneEuropea;

– realizza numerosi progetti, sostenuti dal Ministerodegli Affari Esteri, nel settore della cooperazioneallo sviluppo che interessano i Paesi membri;

– attua iniziative volte alla promozione e intensifica-zione della collaborazione economica, sociale,scientifica, tecnologica e culturale fra l’Italia el’America Latina;

– organizza manifestazioni e svolge attività che illu-strano e promuovono la conoscenza della realtàdell’America Latina. In tal senso, oltre al contributoofferto per la realizzazione delle due ConferenzeItalia-America Latina svoltesi a Milano nel 2003 enel 2005, sta organizzando, in collaborazione conil Ministero degli Affari Esteri e con altri Enti, la IIIConferenza Nazionale Italia – America Latina, chesi terrà a Roma nel mese di ottobre 2007. La Con-ferenza sarà preceduta da una serie di incontri pre-paratori che avranno luogo in diverse città italiane;

– stimola iniziative di collaborazione fra l’Italia e i

Paesi latino americani, con particolare riferimentoalle esigenze delle piccole e medie imprese (PMI).A tal fine organizza: a) Fori-paese a cui partecipa-no rappresentanti del settore pubblico, imprendito-ri, accademici e specialisti: b) Incontri internaziona-li come quello realizzato a Trieste nel 2004 allavigilia dell’ingresso di dieci nuovi membri nell’Unio-ne Europea, con l’obiettivo di promuovere una ri-flessione sul significato politico, economico e cultu-rale di tale evento per i Paesi dell’America Latina;

– costituisce un’importante fonte d’informazione sul-l’America Latina grazie al Centro Studi e Documen-tazione e al rilevante patrimonio librario della Bi-blioteca;

– promuove la formazione di alto livello dei giovanifunzionari diplomatici latino americani mediantecorsi di specializzazione in affari europei ed inter-nazionali realizzati in collaborazione con prestigio-si atenei e centri di formazione (Università degli Stu-di di Trieste, Università degli Studi di Bari, CentroInternazionale di Formazione dell’OIL di Torino).

Nello svolgimento di queste attività l’IILA colla-bora con organismi intergovernativi, istituzioni ed entispecializzati che si occupano dell’America Latina:Commissione Europea, Unesco, Banca Interamerica-

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na di Sviluppo, Organizzazione degli Stati America-ni, Associazione Latinoamericana di Integrazione,Unione Latina, Sistema Economico Latinoamericano,Segreteria Generale Iberoamericana etc.

CULTURALE

L’IILA ha imperniato la propria attività culturalesulla valorizzazione e la diffusione della cultura lati-noamericana. In quest’ottica sono state poste in attonumerose iniziative, in collaborazione con l’UnioneLatina, la Casa de América di Madrid, la FondazioneCasa America di Genova, la Casa dell’Architettura,università italiane e latino americane.

MostreSono state presentate panoramiche sugli orizzon-

ti dell’arte contemporanea, mantenendo vivi i codiciespressivi tradizionali. Le numerose mostre realizzatenegli spazi espositivi dell’IILA hanno ripercorso letappe dello sviluppo dell’arte latino americana: dal-l’età precolombiana al barocco fino alle avanguardiecontemporanee e alla videoarte, con un’attenzioneparticolare al legame artistico-culturale fra l’Italia el’America Latina.

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In occasione del 40° anniversario della sua fon-dazione l’IILA ha voluto rendere omaggio al suoFondatore, il senatore Amintore Fanfani, iniziando lecelebrazioni con un’esposizione dedicata alla suaopera antologica promossa dall’Associazione Sem-pre Insieme per la Pace per diffondere un aspettopoco conosciuto, ma non per questo marginale, deltalento di questa grande personalità.

Fin dal 1972, l’IILA non ha mancato l’appunta-mento con la Biennale di Venezia, di arte e di archi-tettura. Il Padiglione dell’IILA si è rivelato una finestraaperta sul mondo per promuovere l’espressione arti-stica e architettonica dell’America Latina, soprattuttoper quei paesi che, non possedendo un proprio padi-glione, non avrebbero la possibilità di partecipare aquesta prestigiosa manifestazione.

Incontri, Conferenze, Seminari(letteratura, storia, antropologia, archeologia, arte, archi-tettura, fotografia)

Nel corso degli anni l’IILA si è impegnato per mo-strare al pubblico italiano una panoramica trasversa-le dell’universo culturale latino americano dall’epocaprecolombiana ai giorni nostri.

Le iniziative svolte hanno spaziato dalla letteratu-ra alla storia, dall’antropologia alla storia dell’arte,

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dall’architettura alla fotografia, dal cinema agli incon-tri con gli scrittori.

Le manifestazioni dedicate alla letteratura latinoamericana hanno riguardato l’opera individuale discrittori noti e meno noti. Grazie alla collaborazionedi un gran numero di autori, esperti, ricercatori, pro-fessori universitari, editori, l’IILA ha organizzato gior-nate di studio dedicate alla produzione letteraria dialcuni Paesi latino americani, a correnti poetiche, alleinfluenze della letteratura sulla società, agli aspetti let-terari legati alla traduzione.

CinemaL’IILA ha dato adeguato spazio alla proiezione

di opere latino americane nell’intento di offrire un’oc-

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casione di confronto. Attraverso la realizzazione dirassegne e monografie dedicate a paesi, registi affer-mati, avanguardie, documentari sulla storia e sulla na-tura, è stata offerta al pubblico la possibilità di ap-prezzare la produzione cinematografica latinoameri-cana anche al di fuori degli abituali circuiti di distribu-zione.

L’IILA ha collaborato fin dalla sua nascita con isti-tuzioni e manifestazioni, come il Festival del CinemaLatino Americano di Trieste, la Casa del Cinema diRoma e la Fondazione Cinema per Roma, organizza-trice di Cinema – Festa Internazionale di Roma, checontribuiscono a rafforzare i rapporti tra l’Italia el’America Latina in questo ambito.

MusicaIn campo musicale l’IILA si è attivato per diffon-

dere le realtà musicali latinoamericane e italiane. Inuna serie di concerti e rassegne sono stati presentatinumerosi solisti e gruppi musicali, spaziando dallamusica classica a quella popolare e folklorica. Si sonosvolti incontri con interpreti di fama internazionale edè stato prodotto materiale audio, come per esempiola riedizione in formato digitale del LP realizzato inoccasione del concerto tenuto all’IILA nel 1974 dal-l’allora semisconosciuto Astor Piazzolla.

Oltre alle attività svolte nella propria sede, l’IILA col-labora, nei diversi ambiti della promozione culturale,con associazioni e istituzioni per la realizzazione diimportanti iniziative (festival, esposizioni, concerti,convegni, spettacoli teatrali) volte a sensibilizzare e amentenere vivo l’interesse per il panorama culturaledell’America Latina.

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ECONOMICO-SOCIALE

Fin dalla sua fondazione l’IILA si è adoperato perrafforzare le relazioni tra l’Italia, l’Europa e i Paesilatino americani nel settore economico e sociale.

Particolare attenzione è stata rivolta alla promo-zione degli investimenti e della collaborazione tra PMIitaliane e latino americane con positive ricadute per isistemi economici dei Paesi interessati.

Sono stati organizzati numerosi incontri operativitra il mondo produttivo italiano e latino americano.

È stata data assistenza a missioni economiche edimprenditoriali nei due sensi. Sono state elaborate ediffuse in Italia e in America Latina pubblicazioni spe-cializzate rivolte ai diversi settori produttivi.

Negli ultimi anni è stato sperimentato consuccesso il confronto tra il Sistema Italia e i Sistemi

Paese degli Stati latino americani (Cile, Colombia)con il coinvolgimento dei Governi, dei Parlamenti,delle Regioni e del mondo imprenditoriale, scientifi-co e accademico.

Tenuto conto delle nuove sfide del XXI secolo,è stato promosso in diversi Paesi latino americani(Argentina, Brasile, Ecuador, Perù) un proficuo con-fronto fra opinionisti italiani e latino americani suigrandi temi della globalizzazione, integrazioneregionale e subregionale, sviluppo, coesione socia-le, fenomeni migratori.

Anche la questione indigena è stata oggetto distudio e ricerca mediante la realizzazione di semi-nari multidisciplinari di confronto tra esperti italianied esperti dei Paesi latino americani delle subregio-ni (Comunità Andina, Mercosud, e nel prossimofuturo Centro America, Messico e Caraibi).

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In occasione della costituzione del Comitato Na-zionale Italiano, incaricato di preparare e coordina-re le iniziative dell’Anno Internazionale delMicrocredito proclamato dalle Nazioni Unite, l’IILA:

a) è stato chiamato a far parte del Comitato inrappresentanza delle organizzazioni internazionali;

b) ha partecipato ai gruppi di lavoro “riflessio-ni sul microcredito” e “iniziative”;

c) ha firmato accordi di collaborazione conalcune istituzioni specializzate e realizzato una ricer-ca che consenta di definire l’architettura finanziariaottimale per le iniziative di microcredito attivabili.

Assai efficace è risultata la collaborazione conle Regioni italiane e gli altri Enti locali italiani e latinoamericani. Da segnalare in particolare il progetto“Apprendere dall’esperienza: interscambio tra le am-ministrazioni locali italiane e latinoamericane” per

promuovere il confronto tra amministratori locali inte-ressati ad internazionalizzare l’economia dei rispetti-vi territori (Emilia Romagna – Paesi dell’Istmo Cen-troamericano; Provincia Autonoma di Trento – Statodi Santa Caterina del Brasile; Emilia Romagna – Co-muni del Cono Sud).

Di notevole rilievo è risultata altresì la collabo-razione con la Commissione Europea attraverso larealizzazione di progetti specifici quali l’identifica-zione nei 6 paesi dell’Istmo Centroamericano degliEurocentri di Cooperazione Imprenditoriale previstidal Programma AL-Invest nonché lo studio “Analisicomparata delle legislazioni e delle azioni contro ilriciclaggio di danaro proveniente da attività illecitein cinque Paesi dell’America Latina” in collaborazio-ne con l’Università di Roma Tor Vergata e le istitu-zioni accademiche dei Paesi interessati.

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TECNICO-SCIENTIFICA

La programmazione delle attività scientifiche etecnologiche si è adeguata alle priorità che nel corsodel tempo apparivano appropriate alle esigenze lati-noamericane. Sono stati promossi seminari, congres-si, simposi ed altre manifestazioni di carattere scienti-fico e tecnologico, secondo criteri opportuni di rota-zione per tema e per paese.

L’attenzione è stata in particolare focalizzata suiseguenti temi:

AmbienteL’idrogeno come fonte energetica alternativa ai

combustibili tradizionali; il fenomeno del Niño e isuoi effetti sulla meteorologia mondiale; oceanogra-fia e azioni preventive contro le catastrofi naturali;politiche di formazione in scienze del mare; cambioclimatico ed azioni per prevenirlo; recupero dell’ha-bitat in America Latina; programmi di partnershipper lo sviluppo dei servizi pubblici; valorizzazionedell’ambiente; gestione delle risorse idriche; risorsenaturali non rinnovabili dell’America Latina.

Formazione delle risorse umaneProgrammi di collaborazione accademica per

l’invio di esperti italiani presso le università e centri la-tino americani per svolgere attività di ricerca e di do-cenza per periodi di uno/due anni.

Sono stati organizzati corsi di studio e aggior-namento in: geotermia (Università di Pisa); cristallo-grafia (Centro di Eccellenza E. Majorana di Erice);risorse idriche (Politecnico di Milano).

Sono state concesse borse di studio per corsi dispecializzazione in università italiane per laureati lati-no americani.

GeologiaPrevenzione e mitigazione dei rischi naturali; ri-

schi geologici nella regione andina; utilizzo dell’e-nergia geotermica in America Latina.

Scienze medicheL’alimentazione ed il problema proteico in Ame-

rica Latina; congressi annuali di Etnomedicina in col-laborazione con la SILAE (Società Italo Latinoameri-cana di Etnomedicina) per la ricerca e l’aggiorna-mento sulle piante medicinali dell’America Latina.

UrbanisticaPianificazione di aree urbane in Centro America;

habitat in America Latina.

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COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

Con l’appoggio del Ministero degli Affari Esteriitaliano (MAE), l’IILA dà vita a programmi risponden-ti alle priorità delineate nei piani di sviluppo dei suoiPaesi membri in settori d’eccellenza per l’Italia.

L’esperienza e il successo ottenuti dai progetti“pilota” hanno consentito di aumentare nel corso de-gli anni i settori d’intervento e di realizzare program-mi sempre più ampi: a) su scala regionale come i corsidi specializzazione riservati a giovani ingegneri latinoamericani su temi di idrogeologia o borse di studio inistituti di ricerca e/o università italiane nei settori agro-alimentare, veterinario e sanitario; b) su scala subre-gionale, come la “Rete Regionale Andina di Sericol-tura, RRAS” o i progetti di conservazione, valorizza-

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SpazioMeteorologia spaziale, un nuovo tema di ricer-

ca per la cooperazione scientifica e tecnologica traItalia ed i Paesi dell’America Latina; cooperazionespaziale italo-argentina.

Scienze esatteCalcolo matematico precolombiano.

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11.. Corso di Restauro della Ceramica Archeologica, São Miguel das Missões. RioGrande do Sul – Brasile, 2005.22.. Corso di formazione su Conservazione e restauro di terracotta precolombiana eceramica invetriata, Cuenca, Ecuador.

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zione e tutela del patrimonio culturale riservati soprat-tutto ai Paesi del Mercosud. In tal modo, attraversol’IILA, è stata garantita negli anni la presenza dellacooperazione italiana in tutti i Paesi membri.

Le attività di cooperazione si sono concentratenelle seguenti aree di intervento:

Artigianato e recupero degli antichi mestieri:attività di formazione di risorse umane prevalente-mente nel settore delle piccole imprese artigianaliattraverso corsi teorico-pratici nei quali sia prevalentel’aspetto tecnico, organizzativo e gestionale. Permezzo di tali corsi si intende coniugare il recuperodella cultura e delle tradizioni locali con le esigenzequalitative e le nuove tendenze del mercato interna-zionale.

Valorizzazione e tutela del patrimonio come ri-sorsa di sviluppo: essendo stato riconosciuto a livellointernazionale il primato dell’esperienza italiana nel-la gestione del suo imponente patrimonio, il Governoitaliano, attraverso la Direzione Generale per la Coo-perazione allo Sviluppo del MAE, ha sottoscritto nelsettembre del 2000 con l’IILA un Accordo per la co-stituzione di un Trust Fund ad hoc per la promozionedei rapporti in questo campo tra l’Italia e i Paesi lati-no americani. Questo ha permesso il trasferimento di

conoscenze e tecnologie grazie ad iniziative a livelloregionale, per la tutela del patrimonio culturale, laconservazione, gestione e valorizzazione dei beni,l’organizzazione museale, la catalogazione e re-stauro, le scuole/cantiere, forum e workshop sullarivitalizzazione urbana dei centri storici.

Supporto all’organizzazione delle imprese: par-ticolare attenzione è stata dedicata alle Piccole e Me-die Imprese (PMI) attraverso iniziative di formazioneaventi l’obiettivo di: a) rafforzare le capacità di pro-grammazione, gestione e commercializzazione; b)migliorare le opportunità di crescita e di rafforza-mento delle piccole imprese artigiane, contadine eimprenditoriali; c) garantire la sopravvivenza delleimprese nel tessuto economico locale; d) crearenuove opportunità di lavoro.

Programmi di collaborazione accademica eborse di studio: attraverso la promozione di accorditra università italiane e latino americane su tematichespecifiche.

Per le borse di studio l’IILA sviluppa permanen-temente un programma destinato a tutti i Paesi mem-bri per realizzare – in università o istituti di ricerca ita-liani – “stages” post-universitari di ricerca e/o spe-cializzazione nei settori considerati prioritari dallacooperazione italiana e dai Paesi di provenienza

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(agro-alimentare, ambiente, patrimonio culturale,sanità).

In ogni progetto di formazione l’IILA prevede –ove possibile e in collaborazione con le istituzionipartners italiane – l’assegnazione di borse per stagesin Italia ai migliori partecipanti di ogni corso. Nei pro-getti di cooperazione che realizza in America Latina,l’IILA favorisce attività di tutoraggio da parte diesperti italiani e l’inserimento nel mondo produttivo digiovani latino americani formati in Italia o sul posto.

33

33.. Progetto “Creazione di una Rete Regionale Andina di Sericoltura (RRAS)”,Paesi andini.

CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE.BIBLIOTECA

Presso l’IILA si è costituito il Centro Studi e Docu-mentazione e si è realizzata la Biblioteca specializza-ta nel settore delle relazioni fra l’Italia e l’emisfero lati-no americano.

Il Centro Studi e Documentazione è impegnatonella delineazione dei fenomeni culturali che interagi-scono nell’area latino americana e fra questa e l’Italianella sua rifrazione europea. Alle testimonianze, chenegli ultimi cinque secoli contraddistinguono la dinami-ca istituzionale dell’emisfero americano, fanno riscon-tro le vicende europee interagenti e fra loro integran-ti i vari settori disciplinari. Il consolidato rapporto esi-stente fra le due sponde dell’Atlantico consente di evi-denziare documentariamente il percorso dei contribu-ti conoscitivi che, complementandosi, configurano unalinea di tendenza alla quale far riferimento nelle acci-dentate vicende della storia moderna e contempora-nea. Le pubblicazioni curate dal Centro Studi e Docu-mentazione rispondono alle esigenze dell’aggiorna-mento metodologico e concettuale, nell’intento di assi-curare un corredo argomentativo alle istituzioni ope-ranti nello scenario internazionale.

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La Biblioteca, dotata di un patrimonio librario dioltre 90 mila volumi, è collegata con le bibliotechespecializzate del settore a livello nazionale e interna-zionale. Essa è sede dell’elaborazione di tesi di laureao di ricerca specialistica da parte degli studiosi che,preventivamente all’utilizzo dei testi, possono accede-re al catalogo on-line e predisporre uno schema diprogramma operativo, realizzabile anche mediante ilprestito interbibliotecario. La Biblioteca, oltre ad ag-

giornare il suo potenziale cognitivo con l’acquisto del-le novità librarie, dispone di un corpus antiquario di te-sti antichi e di edizioni particolarmente significative,sia sotto il profilo iconografico, sia sotto il profilo con-tenutistico.

L’Emeroteca è un essenziale compendio delle rivi-ste letterarie, giuridiche, economiche e scientifiche,pubblicate dai centri di ricerca universitari e dalleOrganizzazioni Internazionali.

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Visite

di Capi di Stato, Vice Presidenti della Repubblica,Ministri degli Esteri ed altre Autorità

1967 – 2006

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1 giugno 1967Presidente della Repubblica Italiana,GIUSEPPE SARAGAT

3 agosto 1971Presidente della Repubblica di Panama,DEMETRIO B. LAKAS

12 luglio 1973Presidente della Repubblica Italiana,GIOVANNI LEONE

9 febbraio 1974Presidente degli Stati Uniti Messicani,LUIS ECHEVERRÍA

14 novembre 1975Presidente della Repubblica Italiana,GIOVANNI LEONE

26 ottobre 1980Presidente della Repubblica Italiana,SANDRO PERTINI

6 marzo 1981Presidente della Repubblica Italiana,SANDRO PERTINI

11 giugno 1981Presidente della Repubblica del Venezuela,LUIS HERRERA CAMPINS

4 febbraio 1983Presidente della Repubblica Italiana,SANDRO PERTINI

1 ottobre 1985Presidente della Repubblica Orientale dell’Uruguay,JULIO MARÍA SANGUINETTI

10 giugno 1986Presidente Supplente della Repubblica Italiana,AMINTORE FANFANI

23 giugno 1986Presidente della Repubblica Italiana,FRANCESCO COSSIGA

17 ottobre 1986Presidente della Repubblica del Guatemala,VINICIO CERESO ARÉVALO

29 maggio 1987Presidente della Repubblica del Costa Rica,ÓSCAR ARIAS SÁNCHEZ

22 ottobre 1987Presidente della Repubblica di El Salvador,JOSÉ NAPOLEÓN DUARTE

11 dicembre 1987Presidente della Repubblica Argentina,RAÚL ALFONSÍN

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PRESIDENTI della REPUBBLICA

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30 gennaio 1988Presidente della Repubblica del Nicaragua,DANIEL ORTEGA SAAVEDRA

18 giugno 1988Presidente della Repubblica del Venezuela,JAIME LUSINCHI

27 aprile 1990Presidente della Repubblica di Bolivia,JAIME PAZ ZAMORA

4 giugno 1990Presidente della Repubblica del Venezuela,CARLOS ANDRÉS PÉREZ

22 marzo 1991Presidente della Repubblica di Honduras,RAFAEL LEONARDO CALLEJAS

19 aprile 1991Presidente della Repubblica del Cile,PATRICIO AYLWIN AZÓCAR

6 ottobre 1991Presidente della Repubblica del Nicaragua,VIOLETA CHAMORRO

25 ottobre 1991Presidente della Repubblica del Perù,ALBERTO FUJIMORI

12 dicembre 1991Presidente della Repubblica Federativa del Brasile,FERNANDO COLLOR DE MELLO

7 ottobre 1992Presidente della Repubblica Argentina,CARLOS SAÚL MENEM

12 ottobre 1992Presidente della Repubblica Italiana,OSCAR LUIGI SCALFARO

22 febbraio 1995Presidente della Repubblica del Paraguay,JUAN CARLOS WASMOSY

8 maggio 1995Presidente della Repubblica del Guatemala,RAMIRO DE LEÓN CARPIO

8 maggio 1995Presidente della Repubblica del Venezuela,RAFAEL CALDERA

16 novembre 2005Presidente della Repubblica di Honduras,CARLOS ROBERTO REINA IDIAQUEZ

11 aprile 1996Presidente della Repubblica di Panama,ERNESTO PÉREZ BALLADARES

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28 maggio 1996Presidente della Repubblica Orientale dell’Uruguay, JULIO MARÍA SANGUINETTI

28 maggio 1996Presidente della Repubblica Italiana,OSCAR LUIGI SCALFARO

18 novembre 1996Presidente della Repubblica di Haiti,RENÉ PREVAL

27 giugno 2000Presidente della Repubblica di Bolivia,HUGO BANZER

11 settembre 2000Presidente della Repubblica di Panama,MIREYA MOSCOSO

13 ottobre 2000Presidente della Repubblica dell’Ecuador,GUSTAVO NOBOA BEJARANO

12 aprile 2002Presidente della Repubblica del Nicaragua,ENRIQUE BOLAÑOS GEYER

15 aprile 2002Presidente della Repubblica del Costa Rica,MIGUEL ÁNGEL RODRÍGUEZ

4 dicembre 2002Presidente della Repubblica del Perù,ALEJANDRO TOLEDO

15 ottobre 2003Presidente della Repubblica Orientale dell’Uruguay,JORGE BALLE

11 febbraio 2004Presidente della Repubblica di Colombia,ÁLVARO URIBE VÉLEZ

5 aprile 2004Presidente della Repubblica del Costa Rica,ABEL PACHECO DE LA ESPRIELLA

18 ottobre 2004Presidente della Repubblica del Paraguay,NICANOR DUARTE FRUTOS

19 ottobre 2005Presidente della Repubblica Orientale dell’Uruguay,TABARÉ VÁZQUEZ

15 giugno 2006Presidente della Repubblica del Costa Rica,ÓSCAR ARIAS SÁNCHEZ

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5 aprile 1968Vice Presidente del Costa Rica,VIRGILIO CALVO SÁNCHEZ

6 marzo 1969Vice Presidente dell’Uruguay,ALBERTO ABDALA

8 marzo 1969Vice Presidente dell’Ecuador,JORGE ZAVALA DE BAQUERIZO

12 maggio 1969Segretario Generale dell’Organizzazione degli StatiAmericani (OSA), GALO PLAZA

3 luglio 1970Vice Presidente del Nicaragua,ALFONSO CALLEJAS DESHON

18 giugno 1974Vice Presidente di Argentina,MARÍA ESTELA MARTÍNEZ DE PERÓN

24 aprile 1978Vice Presidente del Guatemala,FANCISCO VILLAGRÁN KRAMER

29 giugno 1978Ministro degli Affari Esteri del Perù,JOSÉ DE LA PUENTE

24 ottobre 1983Vice Presidente del Costa Rica,ALBERTO FAIT

13 febbraio 1984Ministro degli Affari Esteri dell’Ecuador,LUIS VALENCIA RODRÍGUEZ

7 maggio 1985Ministro degli Affari Esteri dell’Uruguay,ENRIQUE IGLESIAS

25 novembre 1985Vice Presidente e Ministro degli Affari Esteri diEl Salvador, RODOLFO CASTILLO CLARAMONT

I semestre 1986Vice Presidente della Bolivia e Presidente delParlamento Andino, JULIO GARRET AILLÓN

5 febbraio 1987Ministro degli Affari Esteri del Costa Rica,RODRIGO MADRIGAL NIETO

14 maggio 1987Ministro degli Affari Esteri di El Salvador,RICARDO ACEVEDO PERALTA

9 luglio 1992Presidente del Senato della Repubblica Italiana,GIOVANNI SPADOLINI

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VICE PRESIDENTI della REPUBBLICA,MINISTRI degli AFFARI ESTERI ed ALTRE AUTORITÀ

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12 ottobre 1992Ministro degli Affari Esteri d’Italia,EMILIO COLOMBO

5 maggio 1994Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degliAffari Esteri del Perù, EFRAIM GOLDENBERG

19 luglio 1995Ministro degli Affari Esteri del Messico,JUAN ÁNGEL GURRÍA TREVIÑO

24 luglio 1996Ministro degli Affari Esteri d’Italia,LAMBERTO DINI

23 settembre 1997Presidente del Consiglio dei Ministri d’Italia,ROMANO PRODI

2 dicembre 1997Ministro degli Affari Esteri di Argentina,GUIDO DI TELLA

29 settembre 1998Vice Presidente del Consiglio di Stato di Cuba,CARLOS LAGE DÁVILA

17 gennaio 2000Ministro degli Affari Esteri di Cuba,FELIPE PÉREZ ROQUE

24 marzo 2000Ministro degli Affari Esteri del Messico,ROSARIO GREEN MACÍAS

19 marzo 2003Vice Presidente della Repubblica di Colombia,FRANCISCO SANTOS CALDERÓN

18 maggio 2004Ministro degli Affari Esteri di Honduras,ROSA BAUTISTA

11 ottobre 2004Ministro degli Affari Esteri del Perú,MANUEL RODRÍGUEZ CUADROS

17 febbraio 2005Presidente del Congresso della Repubblica del Perù,ANTERO FLÓREZ ARAOZ

19 maggio 2005Vice Ministro degli Affari Esteri di Colombia,CAMILO REYES RODRÍGUEZ

19 ottobre 2005Ministro degli Affari Esteri dell’Uruguay,REINALDO GARGANO OSTUNI

6 dicembre 2006Ministro degli Affari Esteri del Nicaragua,NORMAN CALDERA

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Principali accordi sottoscritti dall’IILA

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11. Scambio di note fra l’Istituto Italo-Latino America-no e il Ministero degli Affari Esteri della Repub-blica Italiana relativo alla cooperazione tecnicain America Latina; Roma, 19 settembre 1972.

12. Accordo di cooperazione tra l’Istituto Italo-LatinoAmericano e la Giunta dell’Accordo di Cartage-na; Lima, 22 marzo 1974.

13. Accordo di cooperazione tra la Segreteria Per-manente del Trattato Generale di IntegrazioneEconomica Centroamericana (SIECA) e l’IstitutoItalo-Latino Americano; Roma, 27 novembre1975.

14. Scambio di note fra l’Istituto Italo-Latino America-no e il Ministero degli Affari Esteri della Repub-blica Italiana relativo all’attuazione di program-mi di collaborazione; Roma, 3 giugno 1976.

15. Accordo di cooperazione tra l’OrganizzazioneLatinoamericana dell’Energia (OLADE) e l’IstitutoItalo-Latino Americano; Quito, 29 marzo 1978.

16. Scambio di note tra il Comitato Intergovernativoper le Migrazioni Europee (CIME) e l’IstitutoItalo-Latino Americano relativo a programmi con-giunti in America Latina; Roma, 26 luglio – 11settembre 1978.

17. Accordo di cooperazione tra l’Istituto Italo-LatinoAmericano e l’Associazione Latinoamericana di

Istituzioni Finanziarie per lo Sviluppo (ALIDE);Roma, 29 giugno 1981.

18. Accordo di cooperazione tra l’Associazione Lati-noamericana di Integrazione (ALADI) e l’IstitutoItalo-Latino Americano; Roma, 6 luglio 1983;Montevideo, 30 agosto 1983.

19. Accordo di cooperazione tra l’Organizzazionedelle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienzae la Cultura (UNESCO) e l’Istituto Italo-LatinoAmericano; Parigi, 23 novembre 1983.

10. Accordo tra l’Instituto de Cooperación Ibero-americana e l’Istituto Italo-Latino Americano;Roma, 27 gennaio 1984.

11. Accordo di cooperazione tra l’Istituto Italo-LatinoAmericano e il Fondo Finanziario per lo Sviluppodella Cuenca del Plata; Roma, 11 luglio 1986.

12. Scambio di Note tra IILA ed il Governo Italiano;Roma, 3 luglio 1991.

13. Scambio di lettere tra l’Istituto Italo-Latino Ameri-cano e la Commissione delle Comunità Europee;Bruxelles, 29 novembre 1991.

14. Accordo tra l’Unione Latina e l’Istituto Italo-LatinoAmericano; Roma, 23 ottobre 1995.

15. Accordo di cooperazione tra l’Istituto Italo-LatinoAmericano e la Casa de América; Madrid, 18giugno 1998.

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16. Accordo di collaborazione tra l’Istituto Italo-Latino Americano e l’Instituto Cervantes; Roma-Madrid, 23 novembre 1998.

17. Memorandum d’Intesa tra l’Istituto Italo-LatinoAmericano e il Sistema Económico Latinoameri-cano (SELA); Roma, 31 ottobre 2000.

18. Accordo di Cooperazione tra l’Istituto Italo-Lati-no Americano e la Secretaría General de laOrganización de los Estados Americanos (OEA);Roma, 5 luglio 2001 – Washington, 26 luglio2001.

19. Accordo di Cooperazione tra l’Istituto Italo-Latino Americano e la Banca Interamericana di

Sviluppo (BID); Washington, 10 ottobre 2001.20. Accordo di Cooperazione tra l’Istituto Italo-Latino

Americano e la Maison de l’Amérique Latine;Parigi-Roma, 30 settembre 2003.

21. Accordo Quadro di Cooperazione tra l’IstitutoItalo-Latino Americano e l’Istituto Agronomicoper l’Oltremare; Roma, 26 novembre 2004.

22. Accordo di Cooperazione tra l’Istituto Italo-Latino Americano e la Corporación Andina deFomento (CAF); Roma, 2 febbraio 2006.

23. Scambio di note fra l’Istituto Italo-Latino America-no e il Ministero degli Affari Esteri della Repub-blica Italiana; Roma, 21 dicembre 2006.

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Pubblicazioni1967 – 2006

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CULTURALI

– BURRI – CAGLI – FONTANA – GUTTUSO – MORENI– MORLOTTI.Sei pittori italiani dagli anni quaranta ad oggi. Roma, 28giugno – 26 luglio, 1967. Firenze, 1967

– MOSTRA GRAFICA LATINO-AMERICANA. Roma,1967

– CENTO ANNI DI PITTURA MESSICANA 1867 – 1967Roma, ottobre 1967

– HOMENAJE A MIGUEL ÁNGEL ASTURIAS PREMIONOBEL DE LITERATURA. Roma, 1968

– PITTURA CUBANA OGGI. Roma, 3 – 13 giugno 1968– ARTE ITALIANA CONTEMPORANEA. Roma, 1968– 24 PRESENZE. Roma, 26 marzo – 9 aprile 1969– UN POETA ESPAÑOL EN EL RIO DE LA PLATA,

RAFAEL ALBERTI. Conferencia. Roma, 1969– VISION 12. Roma, 30 maggio – 25 giugno 1969– ARTE MAYA DEL GUATEMALA. Roma, 3 ottobre – 30

dicembre 1969– PITTURA CONTEMPORANEA CENTROAMERICANA.

GUATEMALA–EL SALVADOR–HONDURAS–NICARA-GUA–COSTA RICA. Roma, settembre, 1969

– NINA BARR. Roma, 26 febbraio –13 marzo 1970– VISION 24. Roma, 19 maggio –15 giugno 1970– NAIFS DEL BRASILE – NAIFS DI HAITI. Festival dei Due

Mondi. Spoleto, 28 giugno – 12 luglio 1970– VICTOR CONTRERAS. Roma, 1970– LANGLOIS. Roma, 15 febbraio – 5 marzo 1971– JOSÉ ANTONIO PAREDES. Roma, 25 febbraio – 10

marzo 1971– BOURGUET. Roma, 16 marzo – 28 aprile 1971– ARTE MAYA DEL MESSICO. Roma, 20-30 aprile, 1971

– ESPACIO Y VIBRACIÓN Argentina. Roma, 13 – 31 deMayo 1971

– PITTURA BAROCCA POPOLARE DEL SUD AMERICA.XVI Festival dei Due Mondi. Spoleto, luglio 1971

– ÓSCAR ROJAS. Roma, 2 – 17 luglio 1971– ANTICHI ORI DI COLOMBIA. Roma, 15 ottobre – 15

dicembre 1971– LUCIO RANUCCI. Roma, 1972– L. FONTANA. Roma, 2 marzo –15 aprile, 1972– CONTRERAS BRUNET – EIELSON – LAM – ROCA

REY. XXXVI Biennale. Venezia, giugno ottobre 1972.– GRAFICA VENEZUELANA. Festival dei Due Mondi.

Spoleto, 21 giugno – 10 luglio 1972; Trento, 2 – 15 otto-bre 1972; Roma, 10 – 25 gennaio 1973.

– ARNO MANDELLO. Roma, 20 settembre – 10 ottobre1972

– TESORI DELL’ECUADOR. Roma, marzo-giugno, 1973– ORENSANZ. Roma, 6 – 20 giugno 1973– E. PRAMPOLINI. Roma, gennaio-febbraio 1974– TEATRO LATINO AMERICANO 10 atti unici di 8 autori

di avanguardia. Roma, 1974– ARGENTERIA DEL RÍO DE LA PLATA (XVIII e XIX sec.)

appartenente ai Musei Isaac Fernández Blanco e JoséHernández di Buenos Aires. Roma, giugno – novembre,1974.

– SIMPOSIUM INTERNAZIONALE SULLA PROBLEMATI-CA DELL’ATTUALE GRAFIA MUSICALE. Roma, 23 – 26ottobre 1972. Roma, dicembre, 1974

– LP1 IILA – CLN25033/B - ASTOR PIAZZOLLA. Fuga yMisterio/Contramilonga a la funerala / Allegro tanga-bile / Tocata rea / Tangata del Alba / Adiós nonino /Otoño porteño / Michelangelo 70 / Coral. Roma, 1975

– PERÙ PRECOLOMBIANO. Roma, 1975

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– ARTE PRECOLOMBIANA COSTA RICA / PANAMA.Roma, 1976

– LP2 IILA/33 - EL 25113/Stereo – ALDEMARO ROME-RO E LA SUA ONDA NUEVA. Ese mar es mío / Irene /Tonta gafa y boba / Tú y yo / Buenos deseos / El gavi-lán / D’improvviso / Ciò che conta / Così sei tu / La vitaè un’avventura / Mulattiera / La bugiarda. Roma, 1976

– LA LETTERATURA LATINOAMERICANA E LA SUA PRO-BLEMATICA EUROPEA. 26 – 28 ottobre 1976. Roma,(1978)

– VANGI. Roma, febbraio-marzo, 1978– GIORNATE CULTURALI DEL VENEZUELA. Roma, 27

giugno – 5 luglio, 1978– NAIFS CENTRO AMERICANI. Costa Rica / El Salvador

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141

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(Messico). Roma, marzo, 1991– FRANCISCO J. SMYTHE (Cile). Roma, maggio, 1991– ENRIQUEZ HERNANDEZ PEREZ (Venezuela). Roma,

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bre, 1992– JORGE ROSANO MÉXICO DE PAPEL (Messico). Roma,

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Roma, novembre, 1992– MIGUEL ÁNGEL GIGLIO (Cile). Roma, febbraio, 1993– MIGUEL BETANCOURT (Ecuador). Roma, febbraio,

1993– ANA PELLICER HULAMA LA PELOTA QUE REBOTA

(Messico). Roma, marzo, 1993– MARISA BOULLOSA. Roma, marzo, 1993– RICARDO CAVALLO (Argentina). Roma, aprile, 1993– MIMMO ROSELLI. Roma, aprile, 1993– FERNANDO MONTES (Bolivia). Roma, aprile, 1993– LE MANI DELLE AMERICHE . Roma, maggio, 1993– 8 ARTISTI COLOMBIANI. Roma, maggio, 1993– XLV BIENNALE. Venezia, giugno-ottobre 1993– ERNESTO LEÓN (Venezuela). Roma, giugno, 1993– MARCO ALANDIA E HUASCAR TABORGA (Bolivia).

Roma, settembre, 1993– PITTURA CILENA OGGI. Roma, febbraio, 1994– ELBA SOTO (Argentina). Roma, marzo, 1994– AGUEDA DICANCRO (Uruguay). Roma, maggio, 1994– FERNANDO LEAL AUDIRAC (Messico). Roma, settem-

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Roma, settembre, 1994– LEONARDO GERULEWICZ (Venezuela). Roma, novem-

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SENZA CONFINI. Roma, febbraio – marzo 1995

142

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– VENEZUELA: EL LUGAR DE LA SIMBOLOGÍA. Roma,maggio – giugno 1996

– ROLANDO PEÑA (Venezuela). Roma, maggio – giu-gno 1996

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– VILLA EL SALVADOR (LIMA-PERÙ). Mostra fotografica.Roma, luglio 1997

– MESÓTICA II / CENTROAMÉRICA: REGENERACIÓN.Roma, settembre – ottobre 1997

– DAMAS QUITEÑAS DI ADELA TOBAR EASTMAN /(Ecuador). Roma, settembre – ottobre 1997

– TAPICERÍAS Y OLEOS DE VIOLETA PARRA (Cile).Roma, ottobre 1997

– DESDE URUGUAY CON HUMOR. Roma, ottobre –novembre 1997

– ROBERTO UMPIERREZ (Uruguay). Roma, novembre1997

– GUATEMALA RAINBOW. Fotografie di GianniVecchiato. Roma, novembre 1997

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– RAICES DI AMALIA RONZONI (Argentina). Roma,dicembre 1997

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– VIAGGIO NELLA MEMORIA DI CLORINDO TESTA(Argentina). Roma, gennaio 1998

– TENDENZE CONTEMPORANEE DELL’ARTE PLASTICACUBANA. Roma, marzo 1997

– SCULTURE QUECHUAS DI PONCHO ARIAZ. Roma,

143

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(Argentina). Roma, gennaio 1998– MARTÍN CHAMBI: VITA QUOTIDIANA AL CUZCO

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– ABBIAMO CREATO PAESI E CITTÀ... Roma, settembre1998

– I CARAIBI PRIMA DI COLOMBO: LA CULTURA DELPOPOLO TAÍNO. Roma, ottobre 1998

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– VIAGGIO NELLA TUNICA VERDE DI PABLO NERUDA(Cile). Roma, febbraio 1999

– MONTEVIDEO: SEGNI PERSONALI DI RAMIRORODRÍGUEZ BARILARI. Roma, marzo 1999

– ECUADOR: PROPOSTE E PROSPETTIVE. Roma, marzo1999

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– COLORES DE ATACAMA (Cile). Roma, maggio 2000– SCENARI DI ASUNCIÓN DI MARIO FRANCO

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ottobre 2000– VIAGGIATORI E NATURALISTI ITALIANI. IMMAGINI

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RAZIONE E L’INTEGRAZIONE REGIONALE. Conferen-za e Dibattito. Roma, 10 giugno 1997

– CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI FIERISTICHE.Edizione 1996; 1997; 1998

– ACCORDI INTERUNIVERSITARI TRA ISTITUZIONI ITA-LIANE E LATINOAMERICANE, Edizione IILA, 1998 (Incorso di preparazione)

– GUIDA PER L’OPERATORE ECONOMICO ITALIANOIN AMERICA LATINA. Istituzioni pubbliche e private.Anni 1997, 1999

– CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI FIERISTICHELATINOAMERICANE. Anni 1996, 1997, 1998

– AMERICA LATINA: LE RIFORME DI SECONDA GENE-RAZIONE E L’INTEGRAZIONE REGIONALE. Conferen-za dibattito. Giugno 1997

– GUIDA PER L’OPERATORE ECONOMICO ITALIANOIN AMERICA LATINA. Profilo economico dei paesimembri dell’IILA, Anni 1997, 1998

- Paesi Andini- Paesi del Cono Sud- Messico, paesi del Centro America e dei CaraibiAppendice (Meccanismi di incentivazione delle rela-zioni economiche e commerciali con i paesi latinoame-ricani)

– LA RIFORMA DEI SISTEMI PENSIONISTICI IN AMERI-CA LATINA E IN ITALIA Sintesi del Seminario.Settembre 1997

– ACCORDI INTERUNIVERSITARI TRA ISTITUZIONI ITA-LIANE E LATINOAMERICANE. Edizione IILA, Aprile1998

– INTRODUZIONE AL CONVEGNO ITALO-LATINOAMERICANO “PROSPETTIVE DEL DIRITTO DEL MAREALL’ALBA DEL XXI SECOLO”. Novembre 1998

– AMERICA LATINA – DECENTRAMENTO AMMINI-STRATIVO E GLOBALIZZAZIONE. Incontri all’IILA conil Segretario Esecutivo della Commissione Economicaper l’America Latina delle Nazioni Unite, José AntonioOcampo. Dicembre 1998

– GUIDA PER IL MONDO ACCADEMICO E IMPRENDI-TORIALE ITALIANO. DOCENTI ED ESPERTI LATINOA-MERICANISTI DELL’AREA SOCIO-ECONOMICA.Marzo 1999

– PROSPETTIVE DEL DIRITTO DEL MARE ALL’ALBA DELXXI SECOLO. Relazioni del Convegno Italo-Latinoamericano. Marzo 1999

– ECUADOR E PERÙ: DALLA PACE ALLO SVILUPPO.Incontro all’IILA. Luglio 1999

– CUBA E L’ECONOMIA MONDIALE. Ottobre 1999– AMERICA LATINA. DALLA CRISI DEL DEBITO ALLE

SFIDE DEL MONDO GLOBALIZZATO. Dicembre 1999– GUIDA AGLI INVESTIMENTI ESTERI IN BOLIVIA.

149

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Giugno 2000– ATTI DELL’INCONTRO “AMERICA LATINA E ITALIA.

UNA ATTIVITÀ LEGISLATIVA MIRATA ALLE ESIGENZEDELLA SOCIETÀ: STRUMENTI DI GESTIONE E CON-TROLLO” (IILA, aprile 2002)

– “DA ROMA A ROMA“ DAL TRIBUNO DELLA PLEBE ALDIFENSORE DEL POPOLO. Incontro all’IILA, febbraio2002

– ARGENTINA-MARCHE: UNA ESPERIENZA – GIOVA-NI ARGENTINI NEL TESSUTO SOCIO-ECONOMICODELLA REGIONE MARCHE: FORMAZIONE PROFES-SIONALE E SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIALITÀ,2003

– PUBBLICAZIONE SUL PROGETTO “IMPARARE DALL’E-SPERIENZA: INTERSCAMBIO TRA LE AMMINISTRA-ZIONI LOCALI DEL BRASILE E DELLA PROVINCIAAUTONOMA DI TRENTO PER L’INTERNAZIONALIZ-ZAZIONE DEL TERRITORIO” (Trento, 20 maggio 2003)

– CORSO DI RELAZIONI INTERNAZIONALI PER DIPLO-MATICI LATINOAMERICANI (SETTEMBRE-DICEMBRE2003). SAGGI ELABORATI. 2003

– CONVEGNO “FAME ZERO” (IILA, 4 febbraio 2004) – CONVEGNO SU “LA GOVERNABILITÀ DEMOCRATI-

CA E IL RUOLO DEI PARTITI POLITICI” (Santiago delCile, 19 marzo 2004)

– ATTI DEL SEMINARIO “IDENTIDAD LINGÜÍSTICA DELOS PUEBLOS INDÍGENAS DE LA REGIÓN ANDINA”(Quito, luglio 2004)

– PYMES LATINOAMERICANAS, Giugno 2005– ATTI DEL MODULO DI COLLABORAZIONE ACCADE-

MICA DEL PRIMO FORUM DI COOPERAZIONE ITA-LIA-CILE (Santiago del Cile, gennaio 2005)

– “LE RELAZIONI INTERNAZIONALI NELL’ERA DELLA

GLOBALIZZAZIONE” Corsi di relazioni internazionali etecnica del negoziato per diplomatici latinoamericani(ottobre 2004 – marzo 2005). Saggi elaborati

– ATTI DEL SEMINARIO “LA GESTIONE DELLE RISORSEMARINE E LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE”(Santiago del Cile, marzo 2004)

– CORSO DI PERFEZIONAMENTO ED AGGIORNA-MENTO PROFESSIONALE IN AFFARI EUROPEI PERFUNZIONARI DIPLOMATICI LATINOAMERICANI.SAGGI ELABORATI. (febbraio – giugno 2005)

– ATTI DEL SEMINARIO “IDENTIDAD LINGÜÍSTICA DELOS PUEBLOS INDÍGENAS DE LA REGIÓN ANDINA”(Napoli, dicembre 2005)

TECNICO-SCIENTIFICHE

– PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA E SVILUPPO ECO-NOMICO E SOCIALE NEI PAESI DELL’AMERICA LATI-NA. Istituto Italo-Latino Americano – Istituto per la Coo-perazione Universitaria. L’Aquila, 1968

– AMÉRICA LATINA – EL FACTOR EDUCATIVO EN LAINTEGRACIÓN. Instituto Italo-Latino Americano –Instituto para la Cooperación Universitaria. L’Aquila,1969

– IL VOLONTARIATO NELLA COOPERAZIONE INTER-NAZIONALE. Perù. Programma di rafforzamento deiquadri docenti e amministrativi dell’Università di Piura.Roma, 1971

– SISTEMA DI TELEVISIONE EDUCATIVA VIA SATELLITE.Proposta Tecnica – Programma pilota. Roma, 1971

– PROPOSTA TECNICA RIASSUNTIVA PER UN SISTEMADI TELEVISIONE EDUCATIVA VIA SATELLITE – Pro-

150

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gramma Pilota. Roma, 1971– LAUREATI E DIPLOMATI RICHIESTI DA UNIVERSITÀ

ED ISTITUTI SCIENTIFICI LATINOAMERICANI- Bollettino n. 1 – marzo 1972- Bollettino n. 2 – dicembre 1972- Bollettino n. 3 – luglio 1973- Bollettino n. 4 – febbraio 1974- Bollettino n. 5 – febbraio 1976

– SEMINARIO INTERNAZIONALE SULLE MALATTIEPARASSITARIE DI IMPORTANZA SOCIALE IN AMERI-CA LATINA. Istituto Italo-Latino Americano in collabo-razione con l’Istituto Superiore di Sanità. Roma, 18-21ottobre 1971. Roma, 1972

– MISSIONE IN BOLIVIA DI ESPERTI IN IDROLOGIA –Relazione conclusiva. Istituto Italo-Latino Americano –Istituto di Idraulica e Costruzioni Idrauliche della Facoltàdi Ingegneria di Napoli. Roma, 1973

– SIMPOSIO INTERNACIONAL SOBRE LA PRO-TECCIÓN DEL MEDIO AMBIENTE Y LOS RECURSOSNATURALES. Instituto Italo-Latino Americano en colabo-ración con el Consejo de Ciencia y Tecnología –Auditorio de la Secretaría de Relaciones Exteriores –Ciudad de México, D.F., 4 – 28 abril de 1972. Roma,1973

– LE SAVANE NEOTROPICALI. Bibliografia sulla loro eco-logia vegetale e fitogeografia. Otto Huber. Istituto Italo-Latino Americano con la collaborazione dell’IstitutoBotanico dell’Università di Roma. Roma, 1974

– PERFIL ESQUEMATICO DEL CLIMA Y DE LA HIDROLO-GÍA DE BOLIVIA. Posibilidades de regulación de losríos del altiplano y de la faja subandina. Monografía.Rodolfo García Agreda B. – Rosa Viparelli de Zehen-der. Instituto Italo-Latino Americano e Instituto de Con-

strucciones Hidráulicas de la Universidad de Nápoles.Primera Parte. Texto. Roma, 1975. Segunda Parte.Figuras. Roma, 1975

– SEMINARIO INTERNAZIONALE SULLA VALUTAZIO-NE DELLE ZONE ARIDE E SEMIARIDE DELL’AMERICALATINA. Istituto Italo-Latino Americano – Organizzazio-ne delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricol-tura (FAO) – Consiglio Nazionale delle Ricerche(CNR). Roma, 1974

– SEMINARIO INTERNAZIONALE SULL’ALIMENTAZIO-NE E IL PROBLEMA PROTEICO IN AMERICA LATINA.Istituto Italo-Latino Americano – Organizzazione delleNazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO)– Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – IstitutoSuperiore di Sanità-Istituto Nazionale per la Nutrizione.Roma, 6-9 novembre 1973. Roma, 1975

– GUÍA A LA REALIZACIÓN AUDIOVISUAL PARA LAESCUELA. Roque Oppedisano. Roma, 1976

– CONTRIBUTO AD UNA BIBLIOGRAFIA RAGIONATASULLE RISORSE MINERARIE DELL’AMERICA LATINA.G. B. de’ Medici. Roma, 1975

– SIMPOSIO INTERNACIONAL SOBRE RECURSOSNATURALES NO RENOVABLES DE AMÉRICA LATI-NA. Instituto Italo-Latino Americano – UniversidadSimón Bolívar. Caracas, 1 – 6 de junio de 1975. Roma,1975

– SIMPOSIO INTERNACIONAL SOBRE LA ENERGÍAGEOTÉRMICA EN AMÉRICA LATINA. Instituto Italo-Latino Americano (IILA) – Instituto Nacional de Electri-ficación (INDE) con la colaboración de PNUD, ICAITI,OLADE, SIECA y la cooperación del Gobierno Italiano.Ciudad de Guatemala, 18 – 23 de octubre de 1976.Roma, 1977

151

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– SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULLA MEDICINAINDIGENA E POPOLARE DELL’AMERICA LATINAIstituto Italo-Latino americano (IILA) – Centro Italiano diStoria Ospitaliera (CISO). Roma, 12 – 16 dicembre1977. Roma, 1979

– DOCENTI E RICERCATORI RICHIESTI DA UNIVERSITÀE ISTITUTI SCIENTIFICI LATINO AMERICANI. Roma,aprile 1979

– SIMPOSIO SOBRE FUENTES ENERGÉTICAS RENOVA-BLES. Instituto Italo-Latino Americano (IILA) – Institutode Recursos Hidráulicos y Electrificación de Panamá(IRHE). Ciudad de Panamá, 20 – 24 de noviembre de1978. Roma, 1979

– SIMPOSIO INTERNACIONAL SOBRE EL CINE CIENTÍ-FICO. Primeras Jornadas Italo-Mexicanas. Ciudad deMéxico, 24 – 24 de marzo de 1980

– SIMPOSIO INTERNACIONAL SOBRE LA COOPERA-CIÓN ENTRE EUROPA Y AMÉRICA LATINA PARA LAUTILIZACIÓN DEL CARBÓN. Instituto Italo-Latino Ame-ricano – Ministerio de Minas y Energía de Colombia,bajo los auspicios de CEE, OLADE, PNUD, UNESCO ycon el Patrocinio del Ministerio de Asuntos Exteriores deItalia. Cartagena, 23 – 27 de noviembre de 1981.Roma, 1982

– CURSO INTERNACIONAL POST-UNIVERSITARIO ENGEOTERMIA – 1er SEMINARIO DE ACTUALIZACIÓN.Bogotá, 23-28 de enero de 1984. Roma, 1985

QUADERNI IILA – SERIE SCIENZA

- La Cuenca hidrográfica del Canal de Panamá. Geo-logía y morfología de la Cuenca del Río Boquerón,

Lago Alajuela, 1988.- La Cuenca hidrográfica Del Río Tuy (Norte Del

Venezuela). Introducción a la geología del sistemamontañoso del Caribe y análisis del riesgo ambientalen la subcuenca del Río Guare, 1990.

- El Valle de México. Consideraciones preliminaressobre los riesgos geológicos de la Cuenca deChalco, 1992.

- La Pederina. Estructura química, propiedades bioló-gicas y terapéuticas sobre las úlceras, 1992.

- Simposio Internacional sobre Riesgos Naturales e In-ducidos en los Grandes Centros Urbanos deAmérica Latina. Documento conclusivo, 1993.Edizione ridotta.

- Simposio Internacional sobre Riesgos Naturales eInducidos en los Grandes Centros Urbanos de Amé-rica Latina. Atti, 1993. Edizione completa.

- Il Colera, una malattia da debellare. Il colera oggi inAmerica Latina. Atti, 1995.

- La Quinoa, il grano delle Ande, 1997.- Lo Sciamano e le piante “intelligenti” dell’Amazzo-

nia, 1998.- La Maca “il Ginseng delle Ande” e altre radici e

tuberi andini, 1998.- Acqua Fonte di Vita. Atti, 1998.- Conferenza Internazionale “El Niño e i suoi effetti”.

Atti, 1999.- Il Guaraná degli Indios Sateré Mawé. Atti, 1999.- Encuentro Internacional sobre “Habitat en América

Latina”. Atti, 2001.– CALCOLO MATEMATICO PRECOLOMBIANO. Atti,

Bardi Editore, 2004– LA CIVILTÀ DELL’IDROGENO – Atti 2005

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– ENCUENTRO ITALO-CENTROAMERICANO SOBREPREVENCIÓN Y MITIGACIÓN DE RIESGOS NATURA-LES – Atti 2005

COOPERAZIONE

– ESTUDIO DE FACTIBILIDAD PARA LA CREACIÓN DELIN.I.CI.TE. Instituto de Investigación Científica y Tecnoló-gica – Instituto Italo-Latino Americano (IILA) – Istitutoper la Cooperazione Universitaria (ICU) – UniversidadNacional de San Agustín de Arequipa (UNSA).Programa de cooperación técnica ITALO-PERUANOcon el patrocinio del Ministerio de Asuntos Exteriores deItalia, promovido por la UNSA. Roma, 1981

– ESTUDIO DE LA HIDROLOGÍA DEL PERÚ. Convenio deCooperación Técnica. Instituto Italo-Latino Americano(IILA) - Servicio Nacional de Meteorología e Hidrología(SENAMHI), Universidad Nacional de Ingeniería (UNI),Lima. Bajo los auspicios del Gobierno de la Repúblicadel Perú, Ministerio de Asuntos Exteriores de Italia.- Volumen I: Prefacio (Metodologías). Pluviometría.

Lima – Perú. Dic. 1982;- Volumen II: Parte A: Escorrentías. Parte B: Curvas de

Posibilidad de Regulación. Por Ing. Rosa Viparelli,Ing. Vincenzo Napoli. Roma, 1983;

- Volumen III: Estudios de avenidas. Por Ing. RosaViparelli. Roma, 1983; 111, tablas – Anexos A – B– C Mapas

– LINEAMIENTOS GEOBOTÁNICO Y CARTOGRÁFICODE LA VEGETACIÓN DEL PIEDEMONTE ANDINOENTRE LOS 33ƒ 30° Y 34ƒ 40° DE LATITUD SUR.CARTA FITOSOCIOLÓGICA Y CARTA GEOBOTÁNI-

CA. Mendoza, Argentina– LA LUXACIÓN CONGENITA DE CADERA. PATOGE-

NESIS CLINICA, TRATAMIENTO. Por Pietro PaoloMilella. Publicación realizada con el aporte del Ministe-rio de Asuntos Exteriores de Italia, Departamento parala Cooperación al Desarrollo. Roma 1986

– EVALUACIÓN Y OPTIMIZACIÓN DEL USO DEL AGUAEN GRANDES REDES DE RIEGO. Instituto Italo-LatinoAmericano, Instituto Nacional de Ciencia y TécnicaHídricas, Centro Regional Andino-Mendoza, Argentina.Estudio realizado con el aporte del Ministerio deAsuntos Exteriores de Italia y del Banco Interamericanode Desarrollo. Roma, 1982

– MANUAL PARA EL DISEÑO DE DIQUES Y CORREC-CIÓN DE TORRENTES. Programa de cooperación IILA-INCYTH, bajo el patrocinio del Ministerio de AsuntosExteriores de Italia. Realizado por la AssociazioneItaliana di Idronomia – AIDI. Roma, 1983

– INVESTIGACIONES SOBRE EL MEJORAMIENTO GE-NÉTICO Y CULTURAL DE TRIGO DURO, GIRASOL,MAÍZ, FRIJOL, LUPINO Y HABA EN BOLIVIA. Roma,1987

– LA FORESTA TROPICALE E L’UOMO. Tavola Rotonda.Roma, 17 settembre 1981. Roma, 1982

– SIMPOSIO INTERNACIONAL MODERNAS ORIENTA-CIONES SOBRE LOS PROBLEMAS DE PLANIFICA-CIÓN Y ADMINISTRACIÓN DE LOS RECURSOSHIDRICOS. Quito, 14 – 18 de marzo de 1983.- Vol I. Roma, 1984- Vol II. Roma, 1984

– ESTUDIO DE FACTIBILIDAD DE LA CORRECCIÓN DELA CUENCA DEL DIVISADERO LARGO. Mendoza,Argentina, 1985

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Investigación desarrollada dentro del Convenio IILA-INCYTH. Trabajo ejecutado con el aporte del Ministeriode Asuntos Exteriores de Italia y del Banco Interameri-cano de Desarrollo-BID. Roma, 1985

– NUEVA DISCIPLINA DE LA COOPERACIÓN DE ITALIACON LOS PAÍSES EN VÍAS DE DESARROLLO. Ley26.2.87 – n. 49, 1987

QUADERNI IILA – SERIE COOPERAZIONE

1. Curso Internacional Post-universitario de Desarrolloy Gestión de Cuencas Hidrográficas. Ciclo Trienal1987-1988 - 1989. Informe Final. Roma 1989

2. PAVAN, M. Trastorno ecológico, hambre e insegu-ridad en el mundo. Quito, 1991

3. Curso de formación sobre las tecnologías emplea-das en la elaboración y acabado de joyas.Cuenca, 1995

4. Caracas: Memorias para el futuro. Tivoli, 19955. Centro Piloto de Agrozootecnia, Escuela Agrícola

de Itapaya de la Ciudad de los Niños.Cochabamba, 1995

6. Atti del Corso Sviluppo e Gestione dei Bacini Idro-grafici. Documentos del Curso Desarrollo y Gestiónde Cuencas Hidrográficas. Roma, 1996

7. Curso de formación sobre las tecnologías emplea-das en la elaboración y acabado de objetos depiel. Cuenca, 1996

8 Nove Lezioni: Roma, “le capitali” nel nuovo ruolometropolitano. Istituto Italo-Latino Americano “Pro-getto Italia” – Università degli Studi di Roma “LaSapienza”, Scuola di Specializzazione in Tecniche

Urbanistiche per le Aree Metropolitane. Roma1997

9. BALDESCHI, L.; TORAL A., L. Guía Metodológicade Marketing para Empresas Artesanas. Roma,1999

10. SORIA, S.; SALICE, G.; AVENDANO, F., GuíaPráctica de Sericultura. Roma, 2001

11. BALDESCHI, L. y OTROS, Guía Metodológicapara la Gestión de las Pequeñas Empresas y de lasEmpresas Artesanas en América Latina. Roma,2001

12. Atti delle Giornate di Studio “Analisi del rischioidrogeologico e misure di prevenzione dei rischinaturali in America Latina” - Actas de las Jornadasde Estudio “Análisis del riesgo hidrogeológico ymedidas de prevención de los riesgos naturales enAmérica Latina”. Roma, 2002

13. Curso de capacitación y transferencia de tecnolo-gía para la conservación de edificios de valor histó-rico-monumental. Roma, 2003

14. Forum sobre “La seda en los Países de la comuni-dad andina”. Roma, 2003

15. CURZEL, N. La Finca Integral Conservacionista:una Experiencia en Costa Rica. Roma, 2003

16. CECCARELLI, P; AVE, G.; BERVEJILLO, F., Estudiode prefactibilidad para la revitalización de laCiudad Vieja y del Centro de Montevideo. Roma,2003

17. Curso de Conservação, Gestão e Valorização dosBens Culturais, Ouro Preto – Brasil (Janeiro –Março 2002). Roma, 2003

18. Curso de Aperfeiçoamento Restauro de MadeiraEntalhada e Douramento, Belo Horizonte – Brasil

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(Outubro 2001 – Março 2002). Roma, 200319. Curso de Restauração da Cerámica Histórica, Artís-

tica e Arqueológica, Salvador da Bahia – Brasil(Agosto – Outubro 2002). Roma, 2003

20. Forum Internacional: La revitalización urbana enAmérica Latina y Europa. El caso de Montevideo –Montevideo, 10 – 12 de Diciembre de 2002. Atti(Roma, octubre 2003)

21. Curso y Mesa Redonda: CONSERVACIÓN,GESTIÓN Y VALORIZACIÓN DE LOS BIENESCULTURALES EN URUGUAY, EN EL MERCOSUR YEN CHILE. (Montevideo: 16 de Septiembre – 16 deOctubre de 2002) – Volumen I “El Curso” – Volu-men II “La Mesa Redonda” – Roma, octubre 2003

22. AMATO, P. Proyectar un Museo. Nociones funda-mentales, Montevideo (7 – 16 de abril de 2003).Roma, 2004

23. CRETARA, L. y OTROS. Breve Manual sobre lastécnicas del modelado en cera, repujado, cincela-do, fundición y esmaltado. Roma, 2004

24. CECILIA SANTINELLI – La Madera: historia de untrayecto artesanal entre Europa y Uruguay. CursoRegional de Formación para Restauración de laMadera; Montevideo, Uruguay: 16 de agosto – 5de noviembre de 2004. Roma, 2005

25. IL PATRIMONIO CULTURALE: RISORSA DI SVI-LUPPO ED INCONTRO DEI POPOLI ATTRAVERSOCONOSCENZA TUTELA E COMUNICAZIONENell’ambito delle “Giornate per la CooperazioneItaliana” organizzate dalla Direzione Generaleper la Cooperazione allo Sviluppo del Ministerodegli Affari Esteri. Roma, 2005

26. Patrimonio Cultural en los Países andinos: perspec-

tivas a nivel regional y de cooperación. Encuentroentre la cultura de los Países andinos v la tradiciónhumanista italiana. Actas. Cartagena de Indias,26-27-28 de abril de 2005, Roma 2005

27. La ciudad histórica como oportunidad. Recupera-ción urbana y nuevos modelos de desarrollo enAmérica Latina – Paolo Ceccarelli, Emanuela DeMenna (compiladores) – Roma 2006

28. ESCOLA-OBRA, MOINHO “COLOGNESE” DEILÓPOLIS, por Cecilia Santinelli – Curso de Artesa-nato e Restauro da Madeira; Curso de Gestão eValorização do Património Cultural da ImigraçãoItaliana. Ilópolis, 18 de Abril – 30 de Setembro de2005 – Roma 2006

29. A CERAMICA GUARANI E GUARANI MISSIO-NEIRA, aos cuidados de Cecilia Santinelli – Cursode Restauração da cerámica sul-americana SãoMiguel das Missões – RS – Brasil – 27 de Junho –23 de Setembro de 2005 – Roma 2006

30. Curso de Especialización sobre la Restauración delVidrio. Teoría de la Restauración. La Habana, Cu-ba 27 de Junio – 1 de Julio de 2005 – Roma 2006.

31. UNIVERSITÀ ITALIANE IN VENEZUELA, Caracas,28 e 29 novembre 2005. Roma, 2006

32. LA CULTURA MATERIAL DE LOS AYOREO Y EL AR-TE RUPESTRE DE BOLIVIA Y PARAGUAY, de Ga-briella Enrica Pia – Curso de capacitación de cata-logadores de bienes demo etno antropológicos enParaguay y Bolivia 2004 - 2005. Asunción 2006

33. Curso de Aperfeiçoamento em Restauro de Escultu-ra Policromada – Curso de Gestão e Valorizaçãodo Património Cultural, Angra do Reis – Brasil 21de agosto a 8 de setembro de 2006. Roma, 2006.

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CENTRO STUDI, DOCUMENTAZIONE EBIBLIOTECA

– POLITICA ESTERA DEL PERÙ. Juan Miguel Bákula.Roma, 1973

– TESORI DELL’ECUADOR. Discorsi del Presidentedell’IILA e del Delegato dell’Ecuador. Roma, 1973

– INCONTRO CON MIGUEL ÁNGEL ASTURIAS. MiguelÁngel Asturias, Alberto Cavallari, Sergio Pautasso.Roma, 1973

– GIORNATA DELL’AMERICA LATINA ALLA LI FIERA DIMILANO. Roma, 1973

– MESA REDONDA SOBRE EL DERECHO DEL MAR (Lazona economica). Instituto Italo-Latino Americano.Roma, 12-15 de mayo de 1975. Roma, 1978

– ISTITUTO ITALO-LATINO AMERICANO / DECIMOANNIVERSARIO, 1966-1976. Roma, 1976

– AGRICOLTURA E ALIMENTAZIONE PER IL TERZOMONDO. Antonio Pecoraro. Roma, 1979

– LA VISIONE E LA PRASSI - PROFILO IDEOLOGICO DIBOLIVAR. Riccardo Campa. Istituto Italo-LatinoAmericano – Comitato Internazionale di Studi sulla So-cietà Contemporanea. Roma, 1983

QUADERNI IILA

– Colloquio con Jorge Luis Borges. Roma, 12 ottobre1984. Roma, 1985

– Incontro con Ignacio de Loyola Brandao. Roma, 14novembre 1984. Roma, 1985

– America Latina. Scenari di sviluppo in un quadro diinterdipendenza. Milano, 22 aprile 1985. Roma,1985

– Visita all’IILA del Presidente della RepubblicaOrientale dell’Uruguay Julio María Sanguinetti.Roma, 1985

– Incontro con Ernesto Sábato. Roma, 1985– Marco Cerezo Arevalo. 1988. Roma, 1988– Incontro con Adolfo Bioy Casares: Premio Letterario

IILA, Ottava Edizione. Roma, 1987– Conferenza dell’On. Senatore Alberto Sánchez,

Vice Presidente della Repubblica del Perù. Roma,1987

– Conferenza dell’Ambasciatore Juan Domingo delCampo José Enrique Rondó: attualità del suo pen-siero. Roma, 1987

– Visita all’IILA del Presidente del Parlamento Euro-peo, Lord Plumb of Coleshill. Roma, 1987

– Visita all’IILA del Presidente della Repubblica di ElSalvador, Napoleón Duarte. Roma, 1988

– Visita all’IILA del Presidente della RepubblicaArgentina, Raúl Alfonsín. Roma, 1988

– Conferenza del Sen. Prof. Rafael Caldera, già Presi-dente della Repubblica del Venezuela: Gli studiattuali su Andrés Bello giurista e l’unificazione del Di-ritto latinoamericano in America Latina. Roma, 1988

– Visita all’IILA del Presidente della Repubblica delVenezuela Jaime Lusinchi. Roma, 1988

– Conferenza del Dott. Carpio Nicolle, Vice Presidentedella Repubblica del Guatemala: Parlamento Latino-americano. Roma, 1988

– Cerimonia celebrativa del Libertador José Artigas.Roma, 1988

– Visita e Conferenza di Marta Canessa Sanguinetti.Roma,1989

– Incontro con Carlos Fuentes – Premio Letterario IILA

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IX Edizione. Roma, 1989– Cerimonie celebrative dell’eroe nazionale di Cuba

José Martí. Roma, 1989– Visita all’IILA del Ministro degli Affari Esteri dell’Uru-

guay, Luis Barrios Tassano. Roma, 1990– DEPLIANTS IILA. Roma, 1988

Italiano, spagnolo, portoghese, francese.– CONVENZIONE INTERNAZIONALE ISTITUTIVA DEL-

L’ISTITUTO ITALO-LATINO AMERICANO. Roma, 1988(Ristampa)Testo in lingua italiana, spagnola, portoghese e france-se.

– ACCORDI INTERNAZIONALI VIGENTI PER L’ISTITUTOITALO-LATINO AMERICANO. Roma, 1989

– ISTITUTO ITALO-LATINO AMERICANO 1966/1991 –XXV Anniversario. Roma, 1991

– AMERICA LATINA 1492-1992. ESPOSIZIONE INTER-NAZIONALE SPECIALIZZATA CRISTOFORO COLOM-BO: LA NAVE E IL MARE Magazzini del Cotone. Geno-va, 15 maggio – 15 agosto 1992

– PRESENCIA DE AMÉRICA LATINA EN ITALIA 1991-1992. Roma, 1992

– RELACIONES ITALIANAS DE LA CONQUISTA DELPERÚ di Raúl Porra Barrenechea. In occasione del cen-tenario della nascita. Roma, 1997

– VISITA ALL’IILA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEIMINISTRI D’ITALIA, ON. ROMANO PRODI. Roma, 23settembre 1997

– COLLANA DELL’ISTITUTO ITALO-LATINO AMERICA-NO PUBBLICATA DALLA SOCIETÀ EDITRICE IL MULI-NO, BOLOGNA– M. E. Moyano: Perù, un cammino verso la speranza.

1997

– E. M. Smolensky e V. Vigeani-Jarach: Gli ebrei ita-liani in Argentina 1938-1948, 1998

– G. Bonfiglio: Dizionario storico-biografico degli ita-liani in Perù, 1998

– D. Manfredi: Alessandro Malaspina e Fabio AlaPonzone. Lettere dal Vecchio e Nuovo Mondo(1788-1803), 1999

– R. Campa, L’esilio, 2000– L. Guarnieri Calò Carducci, Dizionario storico-bio-

grafico degli italiani in Ecuador e in Bolivia, 2001– G. Piovene, In Argentina e Perù, a cura di Sandro

Gerbi, 2001– R. Campa, Le vestigia di Orfeo, 2003– A. Levi, America Latina: memorie e ritorni, 2004– R. Campa, Jorge Luis Borges, 2005– R. Campa, Della comprensione, 2005

– GUAMÁN POMA Y BLAS VALERA: TRADICIÓN ANDI-NA E HISTORIA COLONIAL Francesca Cantù (a curadi), Pellicani, Roma 2001

– IL PARAGUAY: LA STORIA, IL TERRITORIO, LA GENTE,Maria Gabriella Dionisi (a cura di), Pellicani, Roma2001

– ARCHITETTI E INGEGNERI ITALIANI. Luciano Patetta(a cura di), Pellicani, Roma 2002

– ARGENTINA PAESE DEI PARADOSSI. María Seoane,traduzione dallo spagnolo a cura di Riccardo Campa,Laterza, Roma-Bari 2004

– L’ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI AMERICANIDALLE ORIGINI AI GIORNI NOSTRI. Bruno Campanel-la – Raffaele Campanella Cacucci, Bari 2006.

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Presidenti – Vice Presidenti – Segretari GeneraliSegretari Culturali – Segretari Socio Economici

Segretari Tecnico Scientifici 1967 / 2006

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Antonio BRICEÑO LINARESAmbasciatore del Venezuela

Francisco RAMOS MEJÍAAmbasciatore dell’Argentina

Antonio ÁLVAREZ RESTREPOAmbasciatore della Colombia

Francisco MEDINA ASCENSIOAmbasciatore del Messico

Carlos VASSALLO ROJASAmbasciatore del Cile

Alejandro DEUSTUAAmbasciatore del Perù

Norberto TREVIÑO ZAPATAAmbasciatore del Messico

Froilán ÁLVAREZ YEPEZAmbasciatore del Venezuela

Humberto VIZCAÍNO LEAL Ambasciatore del Guatemala

Rolando J. GHISANIAmbasciatore dell’Argentina

Augusto GÓMEZ VILLANUEVAAmbasciatore del Messico

Carlos RESTREPO PIEDRAHITAAmbasciatore della Colombia

Luis C. ZARAK DE LA GUARDIAAmbasciatore del Panama

Óscar ACOSTA A.Ambasciatore dell’Honduras

Alfredo PINOARGOTE Ambasciatore dell’Ecuador

Luis C. CAMACHO LEYVAAmbasciatore della Colombia

Juan Domingo DEL CAMPOAmbasciatore dell’Uruguay

Franz ONDARZA LINARESAmbasciatore della Bolivia

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PRESIDENTI

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Julio César LUPINACCI Ambasciatore dell’Uruguay

Mario MOYA PALENCIAAmbasciatore del Messico

Ana María DEUSTUA Ambasciatore del Perù

Manuel HERNÁNDEZ GUTIÉRREZ Ambasciatore del Costa Rica

José GOÑIAmbasciatore del Cile

Emilio Rafael IZQUIERDO MIÑO Ambasciatore dell’Ecuador

José Roberto ANDINO SALAZAR Ambasciatore di El Salvador

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Francisco PINTOAmbasciatore del Cile

Carlos MIRÓ QUESADAAmbasciatore del Perú

Eugenio MATUTE CANIZALESAmbasciatore dell’Honduras

Jorge Luis ARRIOLAAmbasciatore del Guatemala

Gustavo PÉREZ CHIRIBOGAAmbasciatore dell’Ecuador

Antonio GÓMEZ ROBLEDOAmbasciatore del Messico

Antonio PECORAROS.E. il Senatore d’Italia

Francisco MEDINA ASCENSIOAmbasciatore del Messico

Pedro PADILLA TONOSAmbasciatore della Rep. Dominicana

Carlos VASSALLO ROJASAmbasciatore del Cile

Vasco A. AROSEMENAAmbasciatore del Panama

Guillermo PAZ LARÍNAmbasciatore di El Salvador

Mario GALBIATIAmbasciatore dell’Uruguay

Arturo H. MONTESAmbasciatore dell’Honduras

Carlos GALÁNAmbasciatore della Colombia

VIZCAÍNO LEALAmbasciatore del Guatemala

Rolando José GHISANIAmbasciatore dell’Argentina

Jaime CASTROAmbasciatore della Colombia

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VICE PRESIDENTI

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Dionisio FOIANINI BANZERAmbasciatore di Bolivia

Augusto GÓMEZ VILLANUEVAAmbasciatore del Messico

Óscar ACOSTA Ambasciatore dell’Honduras

Mateo MARQUES SERÉAmbasciatore dell’Uruguay

Alfredo PINOARGOTE Ambasciatore dell’Ecuador

Francisco Antonio PACHECOAmbasciatore del Costa Rica

Roque YODICE CODASAmbasciatore del Paraguay

Héctor M. LÓPEZ FUENTESAmbasciatore del Guatemala

Juan Domingo DEL CAMPOAmbasciatore dell’Uruguay

Luis Manuel PEÑALVERAmbasciatore del Venezuela

Arturo LÓPEZ LUNAAmbasciatore dell’Honduras

José Francisco SUCRE F.Ambasciatore del Venezuela

Franz ONDARZA LINARES Ambasciatore della Bolivia

Carlos Federico RUCKAUFAmbasciatore dell’Argentina

Fernando SESENNA OLIVEROAmbasciatore del Guatemala

Julio César LUPINACCIAmbasciatore dell’Uruguay

Mariano FERNÁNDEZ AMUNATEGUIAmbasciatore del Cile

Humberto CARRIÓN MCDONOUGHAmbasciatore del Nicaragua

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Jacinto JIJÓN CAAMAÑOAmbasciatore dell’Ecuador

Ismael PENEDO SOLÉAmbasciatore del Guatemala

Ana María DEUSTUA C.Ambasciatore del Perù

Ludovico INCISA DI CAMERANAAmbasciatore d’Italia

Mario RODRÍGUEZ MARTÍNEZAmbasciatore di Cuba

Óscar CABELLO SARUBBIAmbasciatore del Paraguay

Carlos MARTÍNEZ SIMAHANAmbasciatore della Colombia

Lilia ROMERO PEREIRAAmbasciatore del Paraguay

Enric’Angiolo FERRONI CARLIDelegato d’Italia

David BLANCO ZABALAAmbasciatore della Bolivia

María de los Ángeles FLOREZ PRIDAAmbasciatore di Cuba

Luca SIMONIDelegato d’Italia

Victorio TACCETTIAmbasciatore dell’Argentina

Rafael TOVAR Y DE TERESAAmbasciatore del Messico

Sottosegretario di StatoDonato DI SANTODelegato d’Italia

Yvon SIMEONAmbasciatore di Haiti

Jorge FIGUEREDO FRATTAAmbasciatore del Paraguay

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Ambasciatore d’ItaliaPio ARCHI

Ambasciatore d’ItaliaEnrico AILLAUD

Ambasciatore d’ItaliaCarlo PERRONE CAPANO

Ambasciatore d’ItaliaVincenzo TORNETTA

Ambasciatore d’ItaliaCarlo PERRONE CAPANO

Ambasciatore d’ItaliaPio PIGNATTI MORANO

Ambasciatore d’ItaliaMario MAGLIANO

Ambasciatore d’ItaliaRoberto FRANCESCHI

Ambasciatore d’ItaliaBernardino OSIO

Ambasciatore d’ItaliaLudovico INCISA DI CAMERANA

Ambasciatore d’ItaliaPaolo FAIOLA

Ambasciatore d’ItaliaPaolo BRUNI

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SEGRETARI GENERALI

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Maurilio MONTEIRO MENDES(Brasile)

Daniel CABALLERO Y LASTRES(Perù)

Federico BROOK(Argentina)

Carlos FERNÁNDEZ SASSAREGO(Perù)

Guillermo PUTZEYS ÁLVAREZ(Guatemala)

Federico BROOK(Argentina)

Fernando MACOTELA(Messico)

Louis Philippe DALEMBERT(Haiti)

Irma ARESTIZÁBAL(Argentina)

SEGRETARI CULTURALI

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Alfonso BARRERA VALVERDE(Ecuador)

Santiago Gerardo ANTUÑA(Uruguay)

Franz ONDARZA LINARES(Bolivia)

Luiz ROCHA NETO(Brasile)

José Daniel FALDINI(Argentina)

Victoria SORDO ARRIOCA(Messico)

Carmen LAFOSSE GIL(Perù)

Milton RONDÓ FILHO(Brasile)

Jaime ROJAS ELGUETA(Cile)

Hélan JAWORSKI CARDENAS(Perù)

Jaime ROJAS ELGUETA(Cile)

Gustavo ARTETA VILLAVICENCIO(Ecuador)

SEGRETARI SOCIO ECONOMICI

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Tito SUTER(Argentina)

Radiwal DA SILVA ALVES PEREIRA(Brasile)

Carlos DEL RÍO ESTRADA(Messico)

Carlos F. GUERRA HERNÁNDEZ(Colombia)

Tirso RÍOS CASTILLO(Messico)

Ronald CHAVES CÁRDENAS(Costa Rica)

Estevia CALDERÓN DE ANGELONI(Panamà)

Heliodoro CLAVERIE RODRÍGUEZ(Venezuela)

Fernando ORTIZ CRESPO(Ecuador)

Julio SAMPER VARGAS(Colombia)

Pedro Guillermo PAUL BELLO(Venezuela)

Víctor Alfonso MALDONADO MORELEÓN(Messico)

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SEGRETARI TECNICO SCIENTIFICI

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DVD

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Maria SpinaMassimo Valentini (Publifoto); Carlo Salvatori??????????????????????????????

Progetto graficoFotografieTipografia

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