(4) i fondamenti biblici della dottrina sociale della chiesa (s. barresi)

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I fondamenti biblici della Dottrina Sociale della Chiesa ARCIDIOCESI DI CROTONE – S. SEVERINA SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICO MINISTERIALE «UNUS MAGISTER> ANNO SECONDO CORSO DI ETICA SOCIALE, ECONOMIA E POLITICA a cura del Prof. Salvatore Barresi Lezione 4 1

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I fondamenti biblici

della Dottrina Sociale

della Chiesa

ARCIDIOCESI DI CROTONE – S. SEVERINA

SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICO MINISTERIALE

«UNUS MAGISTER>

ANNO SECONDO

CORSO DI ETICA SOCIALE, ECONOMIA E POLITICA

a cura del Prof. Salvatore Barresi

Lezione 4

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Lezione 4

Il nucleo centrale della Dottrina Sociale della Chiesa è costituito da alcune verità di antropologia ed etica cristiana che corrispondono all'immagine rivelata dell'uomo e della sua vocazione terrena e insieme trascendente. (cfr. Sollicitudo Rei Socialis, 41)

"La rivelazione cristiana ci guida ad un approfondimento delle leggi che regolano la vita sociale"(Gaudiumet Spes, 23)

"Tutto deve essere finalizzato a obiettivi coerenti con la dignità e la vocazione dell'uomo, rivelate pienamente solo dalla Parola di Dio"(La verità vi farà liberi, p.520)

1. L'Antico Testamento

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Riferimenti fondamentali per una antropologia cristiana

L'uomo immagine di Dio:

Genesi 1,26-30: Creazione dell'uomo a immagine di Dio, suo rapporto con la creazione e vocazione al rapporto interpersonale con Dio e con gli altri.

Salmi 8,6-9: "Eppure hai fatto [l'uomo] poco meno degli angeli, di gloria e di onore l'hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare"

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Il peccato:Il peccato porta disordine, oppressione e violenza

- nella famiglia:Genesi 3,16: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà"

Genesi 4,3-16(Caino ed Abele)- nella città:Genesi 11,1-9(La torre di Babele)- nella nazione:Amos 8,4-7(frodi e truffa minano la vita sociale)- nei rapporti tra i popoli:Esodo 1,8-22: "Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. E disse al suo popolo:"Ecco che il popolo dei figli di Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi..."

Corrompe la convivenza tra gli uomini:Sapienza 14,22-27: "Non bastò loro sbagliare circa la conoscenza di Dio; essi [...] non conservano più pure né vita né nozze e uno uccide l'altro a tradimento o l'affligge con l'adulterio..."Rende mostruoso il potere politico:Daniele 7,2-8(Le quattro bestie)

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DIO È LIBERATORE DEGLI OPPRESSI

Dio protegge i poveri, gli stranieri, gli orfani, le vedove, vuole la giustizia e la solidarietà:- Esodo 23,1-9 ( …. Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia ….)- Esodo 22,21-28 ( …. Non maltratterai lo straniero e non l'opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto. ….)- Deuteronomio 24,5-22 (…. Un uomo sposato da poco non andrà alla guerra e non gli sarà imposto alcun incarico ….)

DIO CHIEDE AI CREDENTI DI NON SEPARARE LA PRATICA RELIGIOSA DALL'IMPEGNO SOCIALE

Amos 5,22-24: "Io detesto, respingo le vostre feste e non gradisco le vostre riunioni [...] Lontano da me il frastuono dei tuoi canti: il suono delle tue arpe non posso sentirlo! Piuttosto scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne"Isaia 58,6-7: "Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catena inique, togliere i legami dal giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire chi è nudo?"

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2. Il Nuovo Testamento

"La dottrina sociale della Chiesa trova la sua sorgente nella Sacra Scrittura, a cominciare dal libro della Genesi e, in particolare, nel Vangelo e negli scritti apostolici."(Laborem exercens, n°3)

I temi principali presenti nella Scrittura che sono fondamento per la DSC sono quelli della antropologia cristiana, e in particolare: dignità e rispetto della persona, essenzialità delle dimensioni non solo fisiche e culturali nello sviluppo della persona, ma anche spirituali e religiose, costitutiva socialità dell'essere umano, sacralità e rispetto della coscienza.

Questi temi sono presenti in tutto il Nuovo Testamento, con maggior precisione e chiarezza rispetto all'A.T., nel quale taluni valori sono offuscati da una vita sociale e morale non ancora pienamente radicata sui valori evangelici.Possiamo distinguere gli insegnamenti che sono espliciti nella predicazione di Gesù e degli apostoli da ciò che invece è deducibile dalla loro prassi.

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Parlare dei fondamenti antropologici della DottrinaSociale della Chiesa (DSC) significa cercare di delinearela visione dell’uomo che sta alla base di tutte leaffermazioni contenute a vario titolo nei documenti delpensiero sociale della chiesa.

• Che cosa pensa la chiesa dell’uomo?• Come lo intende rispetto a se stesso, agli altri e almondo?• Qual è la sua natura e il suo posto nel mondo e nellasocietà?• Che cosa lo caratterizza e lo specifica?• Che cosa lo costituisce?• Qual è il suo valore• Quale è il suo destino e il suo fine ultimo?

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La predicazioneIl primo completamento di un precetto dell'A.T. èl'insegnamento di Gesù sull'amore al prossimonemicicompresi:• ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri

persecutori (Matteo 5,44) - (pensare anche alla paraboladel buon Samaritano)

San Paolo a sua volta dirà, portando alle estremeconseguenze l'insegnamento di Gesù:• Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né

libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi sieteuno in Cristo Gesù. (Gal 3,28)

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Di fronte ad un A.T. in cui traspare talvolta come la benedizione del Signore si manifestiin modo materiale, con ricchezza, prolificità, posizione importante all'interno dellacomunità, Gesù mette invece come segni di benedizione l'essere umili, poveri,perseguitati (Matteo cap.5), perché la dimensione spirituale dell'uomo è primaria rispettoa quella materiale:Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, eneanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo eil corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: nonseminano, né mietono, néammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse piùdi loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungereun'ora sola alla sua vita?E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: nonlavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria,vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domaniverrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevidunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Ditutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avetebisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi sarannodate in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sueinquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. (Mt 6,25-34)

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D'altra parte la tentazione spiritualista è rifiutata da Gesù, inserendol'interesse per le realtà terrene nella giusta scala di valori:Gli mandarono però alcuni farisei ed erodiani per coglierloin fallo neldiscorso. E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamoche seiveritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agliuomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o nodare iltributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?". Ma egli, conoscendo laloro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perchéio lo veda". Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Dichi è questaimmagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Gesù disse loro:"Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". (Mc12,13-17)

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Analogamente S. Paolo riconosce la legittimità dell'ordine civile:Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poichénon c'è autoritàse non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi sioppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che sioppongono si attireranno addosso la condanna. I governantiinfatti nonsono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi nonaver da temere l'autorità? Fà il bene e ne avrai lode, poiché essa è alservizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi,perché noninvano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per lagiustacondanna di chi opera il male. Perciò è necessario stare sottomessi, nonsolo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. Perquesto dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti aquesto compito sono funzionari di Dio. Rendete a ciascuno ciò che gli èdovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; achi il timore iltimore; a chi il rispetto il rispetto. (Rm 13,1-7)

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Il primato dell'obbedienza alla propria coscienza di frontealla comunità civile diverrà punto di partenza per latestimonianza dei primi cristiani:E, richiamatili, ordinarono loro di non parlareassolutamente né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietroe Giovanni replicarono: "Se sia giusto innanzi a Dioobbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi nonpossiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato".(Atti 4,18-20)

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LA PRASSI

Nella prassi e nella vita di Gesù abbiamo un rispetto e valorizzazionedei bambini, delle donne, degli stranieri che apre definitivamente laprospettiva sull'universalità della salvezza.

Per quel che riguarda la costitutiva dimensione sociale dell'essereumano possiamo certamente riferirci alla testimonianza della prima"comunità" che Gesù costituisce - quella degli apostoli - che vivemettendo in una cassa comune i propri beni, destinandone unaparte aipoveri:«…. alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gliavesse detto: Compra quello che ci occorre per la festa", oppure chedovesse dare qualche cosa ai poveri». (Gv 13,29)

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e poi alla prassi della chiesa primitiva che vive lacelebrazione della "frazione del pane" come momento dipreghiera, ma anche di condivisione con i fratelli più poveri:Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più unmangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quandopartecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e cosìuno ha fame, l'altro è ubriaco. (1 Cor 11,20-21)Quanto poi alla colletta in favore dei fratelli, fate anche voicome ho ordinato alle Chiese della Galazia. Ogni primogiorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che gli èriuscito di risparmiare, perché non si facciano le colletteproprio quando verrò io. (1 Cor 16,1-2)

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Questo stile di "farsi carico" del fratello non è realizzatosolo alivello di elemosina individuale, ma anche di interventoorganizzato e strutturato:In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorseun malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivanotrascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana.(Atti6,1)

Per quel che riguarda il rispetto della coscienza, Gesù dà unesempio insuperato di attenzione ai tempi di crescita del singolo:Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; chemi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto,và,vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nelcielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andòtriste; poiché aveva molte ricchezze. (Matteo 19,20-22)

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3. Il Nuovo Testamento

Il lavoro è l'attività umana svolta per produrre e scambiarebeni e per mettere a disposizione servizi economici.

Il lavoro è lo sforzo fisico e mentale dell'uomo rivolto aprodurre.

La Dottrina Sociale della Chiesa ritiene che il lavoro, comeproblema dell'uomo, si trovi al centro della"questionesociale" alla quale le encicliche sociali nel corso degli ultimi100 anni hanno dedicato costante attenzione.

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La centralità del lavoro emerge dalla Sacra Scrittura e, perquanto attiene al Nuovo Testamento, occorre considerare quanto segue:

"Il cristianesimo, ampliando alcuni aspetti già propri dell'AnticoTestamento, ha operato nel campo del lavoro una fondamentaletrasformazione di concettipartendo dall'intero contenuto delmessaggio evangelico, e soprattutto dal fatto che Colui, il qualeessendo Figlio di Dio è diventato simile a noi, dedicò la maggior partedegli anni della sua vita sulla terra al lavoro manuale, presso un bancodi carpentiere. Questa circostanza costituisce da sola il più eloquente"Vangelo del lavoro", che manifesta come il fondamento perdeterminare il valore del lavoro umano non sia prima di tuttoil generedi lavoro che si compie, ma il fatto che colui che lo esegue è unapersona"(Laborem Exercens, 6)

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Cristo l'uomo del lavoroLa verità del lavoro visto come partecipazione all'opera di Dio Creatore è statain modo particolare messa in risalto da Gesù Cristo, figlio del carpentiere:

"Infatti, Gesù non solo proclamava ma prima di tutto compivo con l'opera il"Vangelo" a lui affidato, la parola dell'eterna Sapienza. Perciò questo era pureil "Vangelo del lavoro", perché colui che lo proclamava, era egli stesso uomodel lavoro, del lavoro artigiano come Giuseppe di Nazareth. E anche se nellesue parole non troviamo uno speciale comando di lavorare - piuttosto, unavolta, il divieto di una eccessiva preoccupazione per il lavoro e l'esistenza -però al tempo stesso, l'eloquenza della vita di Cristo è inequivoca: egliappartiene al "mondo del lavoro", ha per il lavoro umano riconoscimento erispetto; si può dire di più: egli guarda con amore questo lavoro, le sue diversemanifestazioni, vedendo in ciascuna una linea particolare della somiglianzadell'uomo con Dio, Creatore e Padre."(Laborem Exercens, 26)

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Gesù nelle sue parabole sul Regno di Dio si richiamacostantemente al lavoro umano: al lavoro del pastore (Gv10,1-10), dell'agricoltore (Mc 12,1-12), del medico (Lc4,23), del seminatore (Mc 4,1-9), del padrone di casa (Mt13,52), del servo (Mt 24,45; Lc 12, 42-48),dell'amministratore (Lc 16,1-8), del pescatore (Mt 13,47-50), del mercante (Mt 13,45 s), dell'operaio (Mt 20, 1-16).

Parla pure dei diversi lavori delle donne (Mt 13,33; Lc 15,8s). Presenta l'apostolato a somiglianza del lavoro manualedei mietitori (Mt 9,37; Gv 4,35-38) o dei pescatori (Mt4,19). Inoltre si riferisce anche al lavoro degli studiosi (Mt13,52).

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L'insegnamento di Cristo sul lavoro, basato sull'esempio della propria vitadurante gli anni di Nazareth, trova un'eco particolarmente vivanell'insegnamento di S. Paolo:"Paolo si vantava di lavorare nel suo mestiere (probabilmente fabbricavatende), e grazie a ciò poteva pure come apostolo guadagnarsi da solo il pane(At 20,34 s). "Abbiamo lavorato con fatica e sforzo, notte e giorno, per nonessere di peso ad alcuno di voi" (At 20,34). Di qui derivano le sue istruzioni sultema del lavoro, che hanno carattere di esortazione e di comando: "A questi...ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio panelavorando in pace", così scrive ai Tessalonicesi (2 Ts 3,12). Infatti rilevando che"alcuni" vivono disordinatamente, senza far nulla, l'Apostolo nello stessocontesto non esita a dire: "Chi non vuol lavorare, neppure mangi". In un altropasso invece incoraggia: "Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per ilSignore e non per gli uomini, sapendo che quale ricompensa riceverete dalSignore l'eredità". Gli insegnamenti dell'Apostolo delle Genti hanno, come sivede, un'importanza chiave per la morale e la spiritualità del lavoro umano.Essi sono un importante complemento a questo grande, anche se discreto,Vangelo del lavoro, che troviamo nella vita di Cristo e nelle sue parabole, in ciòche Gesù "fece e insegnò""(Laborem Exercens, 26)

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Nuovo Adamo, Gesù Cristo permette all'umanità dicompiere la missione di dominare il mondo: salvandol'uomo, dona al lavoro il suo vero valore. Rende l'obbligodel lavoro più pressante fondandolo sulle esigenze concretedell'amore soprannaturale; rivelando la vocazione dei figlidi Dio, evidenzia la dignità dell'uomo e del lavoro che è alsuo servizio, stabilisce una gerarchia di valori chepermettono di giudicare e di comportarsi nell'ambito dellavoro (cfr.Vocabolario di Teologia Biblica, Xavier Léon-Dufour, voce "Lavoro").