4 2 gesso - SEI Editrice · sarticolare tipo di malta ottenuta aggiungendo collanti, even- tuali...

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1 Il gesso è il prodotto risultante dalla cottura e dalla macina- zione della pietra da gesso ed è costituito da una polvere bianca e untuosa, che al tatto dà una sensazione di umido. Al momento dell’impiego, il gesso riassorbe rapidamente l’acqua con la quale viene mescolato e si indurisce, iniziando la presa in pochi minuti e completandola in meno di un’ora (salvo alcuni tipi che hanno un tempo di presa più lungo e sono utilizzati per impieghi particolari). Al termine del pro- cesso di presa, il gesso ha riacquistato il grado di idratazione iniziale reintegrando l’acqua persa durante la cottura. A presa completata l’impasto di gesso presenta un aumento di volume rispetto alla sua massa iniziale, che risulta vantag- gioso tanto nell’esecuzione di intonaci e rasature, perché com- pensa le eventuali fessurazioni dovute a ritiri delle malte di sottofondo, quanto nel confezionamento di oggetti per stam- paggio in serie, perché favorisce la perfetta aderenza alle pa- reti dello stampo e di conseguenza la fedele riproduzione di matrici anche molto complesse. Tipi di gesso I principali tipi di gesso impiegati in edilizia sono il gesso da muro, il gesso per manufatti, il gesso per intonaco e il gesso per sottofondi. Gesso da muro (o a rapida presa). Si usa in tutte quelle ope- razioni che richiedono una rapida presa e non esigono grandi resistenze meccaniche: per esempio, per fissare i tubi protet- tivi e le cassette di derivazione degli impianti elettrici nelle tracce delle murature. Viene anche usato dai modellisti, che lo colano sotto forma di pasta allo stato fluido appena addensato sugli oggetti da ri- produrre, in modo da ottenerne la matrice. Gesso per manufatti. Viene impiegato nella produzione di pannelli per controsoffitti, di lastre di gesso rivestito (o car- tongesso) e di blocchi per tramezzi. Gesso per intonaco (o scagliola). Ha caratteristiche migliori del gesso da muro e tempi di presa più lunghi, che ne facili- tano l’impiego per intonaci e stucchi. La scagliola e il gesso da muro sono normalmente venduti in sacchi da 25 kg, in sacconi big-bags oppure sfusi in cisterne e in cantiere devono essere ovviamente protetti dall’umidità prima del loro impiego. Gesso per sottofondi (anidrite). Ha tempi di presa piutto- sto lunghi e viene utilizzato per realizzare i sottofondi dei pa- vimenti in materiale plastico. Tipi di gesso 4 I leganti 4.2 Il gesso © SEI - 2012 Pietra da gesso roccia sedimentaria di deposito chimico molto diffusa in natu- ra, costituita essenzialmente di solfato di calcio diidrato (CaSO 4 2H 2 O). Se, sottoposta a cottura a determinate tempe- rature (130-170 °C, 170-250 °C o anche superiori a 900 °C per gessi particolari) perde l’acqua che contiene e si trasforma in sol- fato di calcio emidrato (CaSO 4 1/2 H 2 O) o in anidrite (CaSO 4 ). Matrice forma entro la quale vengono riprodotti uno o più oggetti uguali. Stucco sarticolare tipo di malta ottenuta aggiungendo collanti, even- tuali pigmenti e altri additivi alla malta di gesso, al fine di ral- lentare la presa e migliorare la resistenza; viene impiegato so- prattutto per lavori di decorazione (cornici, rosoni ecc.). Igroscopicità attitudine di un materiale ad assorbire il vapore d’acqua dell’at- mosfera. Le origini del gesso Le prime notizie sul gesso risalgono al 300 a.C., a opera del greco Teofrasto che nei suoi scritti cita la selenite (pietra della luna), avvi- sando di non manipolarne l’impasto durante la presa, a causa del forte calore che sprigiona. Il gesso era però già conosciuto e impiegato dagli antichi egizi, da solo o mescolato con calce: esso è stato rinvenuto, tra l’altro, nella Piramide di Cheope (2500 a.C.), sotto forma di malta. I romani chiamarono questo materiale selenites o gypsum e lo usa- rono soprattutto per farne calchi o stucchi. L’architetto romano Vi- truvio, vissuto nel I secolo a.C., nella sua opera intitolata De Architectura, che costituisce uno dei più importanti documenti delle tecniche costruttive romane, distingue gli stucchi in opus marmo- ratum, a base di calce e polvere di marmo, e in opus albarium, a base di gesso. un po’ di storia Gli stucchi Per particolari lavori di decorazione (cornici, rosoni, ecc.) le malte di gesso vengono confezionate con l’aggiunta di collanti, di even- tuali pigmenti e di altri additivi, per rallentare la presa e miglio- rare la resistenza. Questa malte sono chiamate stucchi [fig. 1]. approfondimento Campioni di cornici e rosoni realizzati con malta di gesso (stucco). Fig. 1 Incompatibilità tra gesso e altri materiali Il gesso e le malte di gesso non devono mai essere posti a con- tatto con parti metalliche, poiché possono provocare aggressioni chimiche dannosissime. A causa della loro igroscopicità più o meno marcata, i prodotti a base di gesso tendono inoltre a rigon- fiarsi e a deteriorarsi se impiegati in ambienti umidi o all’esterno. approfondimento

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Il gesso è il prodotto risultante dalla cottura e dalla macina-zione della pietra da gesso ed è costituito da una polverebianca e untuosa, che al tatto dà una sensazione di umido.Al momento dell’impiego, il gesso riassorbe rapidamentel’acqua con la quale viene mescolato e si indurisce, iniziandola presa in pochi minuti e completandola in meno di un’ora(salvo alcuni tipi che hanno un tempo di presa più lungo esono utilizzati per impieghi particolari). Al termine del pro-cesso di presa, il gesso ha riacquistato il grado di idratazioneiniziale reintegrando l’acqua persa durante la cottura.

A presa completata l’impasto di gesso presenta un aumentodi volume rispetto alla sua massa iniziale, che risulta vantag-gioso tanto nell’esecuzione di intonaci e rasature, perché com-pensa le eventuali fessurazioni dovute a ritiri delle malte disottofondo, quanto nel confezionamento di oggetti per stam-paggio in serie, perché favorisce la perfetta aderenza alle pa-reti dello stampo e di conseguenza la fedele riproduzione dimatrici anche molto complesse.

Tipi di gessoI principali tipi di gesso impiegati in edilizia sono il gesso damuro, il gesso per manufatti, il gesso per intonaco e il gessoper sottofondi.Gesso da muro (o a rapida presa). Si usa in tutte quelle ope-razioni che richiedono una rapida presa e non esigono grandiresistenze meccaniche: per esempio, per fissare i tubi protet-tivi e le cassette di derivazione degli impianti elettrici nelletracce delle murature.Viene anche usato dai modellisti, che lo colano sotto formadi pasta allo stato fluido appena addensato sugli oggetti da ri-produrre, in modo da ottenerne la matrice.

Gesso per manufatti. Viene impiegato nella produzione dipannelli per controsoffitti, di lastre di gesso rivestito (o car-tongesso) e di blocchi per tramezzi.

Gesso per intonaco (o scagliola). Ha caratteristiche miglioridel gesso da muro e tempi di presa più lunghi, che ne facili-tano l’impiego per intonaci e stucchi.La scagliola e il gesso da muro sono normalmente venduti insacchi da 25 kg, in sacconi big-bags oppure sfusi in cisternee in cantiere devono essere ovviamente protetti dall’umiditàprima del loro impiego.

Gesso per sottofondi (anidrite). Ha tempi di presa piutto-sto lunghi e viene utilizzato per realizzare i sottofondi dei pa-vimenti in materiale plastico.

Tipi di gesso4 I leganti 4.2 Il gesso

© SEI - 2012

Pietra da gessoroccia sedimentaria di deposito chimico molto diffusa in natu-ra, costituita essenzialmente di solfato di calcio diidrato(CaSO4 ⋅ 2H2O). Se, sottoposta a cottura a determinate tempe-rature (130-170 °C, 170-250 °C o anche superiori a 900 °C pergessi particolari) perde l’acqua che contiene e si trasforma in sol-fato di calcio emidrato (CaSO4 �1/2 H2O) o in anidrite (CaSO4).

Matriceforma entro la quale vengono riprodotti uno o più oggettiuguali.

Stuccosarticolare tipo di malta ottenuta aggiungendo collanti, even-tuali pigmenti e altri additivi alla malta di gesso, al fine di ral-lentare la presa e migliorare la resistenza; viene impiegato so-prattutto per lavori di decorazione (cornici, rosoni ecc.).

Igroscopicitàattitudine di un materiale ad assorbire il vapore d’acqua dell’at-mosfera.

Le origini del gessoLe prime notizie sul gesso risalgono al 300 a.C., a opera del grecoTeofrasto che nei suoi scritti cita la selenite (pietra della luna), avvi-sando di non manipolarne l’impasto durante la presa, a causa delforte calore che sprigiona. Il gesso era però già conosciuto e impiegato dagli antichi egizi, dasolo o mescolato con calce: esso è stato rinvenuto, tra l’altro, nellaPiramide di Cheope (2500 a.C.), sotto forma di malta.

I romani chiamarono questo materiale selenites o gypsum e lo usa-rono soprattutto per farne calchi o stucchi. L’architetto romano Vi-truvio, vissuto nel I secolo a.C., nella sua opera intitolata DeArchitectura, che costituisce uno dei più importanti documenti delletecniche costruttive romane, distingue gli stucchi in opus marmo-ratum, a base di calce e polvere di marmo, e in opus albarium, abase di gesso.

un po’ di storia

Gli stucchiPer particolari lavori di decorazione (cornici, rosoni, ecc.) le maltedi gesso vengono confezionate con l’aggiunta di collanti, di even-tuali pigmenti e di altri additivi, per rallentare la presa e miglio-rare la resistenza. Questa malte sono chiamate stucchi [fig. 1].

approfondimento

Campioni di cornici e rosoni realizzati con malta di gesso (stucco).Fig. 1

Incompatibilità tra gesso e altri materialiIl gesso e le malte di gesso non devono mai essere posti a con-tatto con parti metalliche, poiché possono provocare aggressionichimiche dannosissime. A causa della loro igroscopicità più omeno marcata, i prodotti a base di gesso tendono inoltre a rigon-fiarsi e a deteriorarsi se impiegati in ambienti umidi o all’esterno.

approfondimento