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1. Il duale: annotazioni di storia della lingua In greco accanto all’opposizione singolare-plurale sopravvive il numero duale, specifico per individuare il rapporto di coppia. Nelle lingue indoeuropee il duale scompare già in età antica: alcune sopravvivenze riscontriamo nel latino (duo, ambo), mentre nelle lingue moderne - sorprendentemente - sopravvive nel lituano e nello sloveno. originariamente designa ciò che è doppio per natura (o che tale viene considerato): ὄσσε, ὀφθαλμώ «occhi» (ma è più frequente ὀφθαλμοί), μηρώ «cosce», χεῖρε «mani» (ma è più usuale χεῖρες): quando indica ciò che è doppio per natura, il numerale δύο (o anche δύω) è superfluo; unito con il numerale δύο indica normalmente una coppia occasionale (che può anche essere espressa al plurale): δύο λέοντε («due leoni»), δύο κήρυκε («due araldi»), ecc.; ï si tratta comunque di indicazioni generali, non perentorie: cfr. Euripide, Ifigenia fra i Tauri 310 τοῖν ξένοιν «dei due stranieri» (non c’è il numerale δύο, nonostante si tratti di coppia occasionale), Senofonte, Elleniche VI 4,17 ταῖν ὑπολοίποιν μοίραιν «le due parti (dell’esercito) che rimangono», Andocide, I misteri 113, 6, ὑπ᾽ αὐτοῖν φημι τοῖν θεοῖν σεσῷσθαι, ecc.; ï nel verbo: la prima persona («noi due») scompare molto presto e confluisce nel plurale; la 2^ e la 3^ persona già in Omero sono usate in modo raro e desultorio (spesso il duale è sostituito e intercalato al plurale). Scompare nella koiné. Lezione 38 - 04.02.2015 Roberto Rossi grecoantico.it © 2015 1

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1. Il duale: annotazioni di storia della lingua In greco accanto all’opposizione singolare-plurale sopravvive il numero duale, specifico per

individuare il rapporto di coppia. Nelle lingue indoeuropee il duale scompare già in età antica: alcune sopravvivenze riscontriamo nel latino (duo, ambo), mentre nelle lingue moderne - sorprendentemente - sopravvive nel lituano e nello sloveno.

• originariamente designa ciò che è doppio per natura (o che tale viene considerato): ὄσσε, ὀφθαλμώ «occhi» (ma è più frequente ὀφθαλμοί), μηρώ «cosce», χεῖρε «mani» (ma è più usuale χεῖρες): quando indica ciò che è doppio per natura, il numerale δύο (o anche δύω) è superfluo;

• unito con il numerale δύο indica normalmente una coppia occasionale (che può anche essere espressa al plurale): δύο λέοντε («due leoni»), δύο κήρυκε («due araldi»), ecc.;

ï si tratta comunque di indicazioni generali, non perentorie: cfr. Euripide, Ifigenia fra i Tauri 310 τοῖν ξένοιν «dei due stranieri» (non c’è il numerale δύο, nonostante si tratti di coppia occasionale), Senofonte, Elleniche VI 4,17 ταῖν ὑπολοίποιν μοίραιν «le due parti (dell’esercito) che rimangono», Andocide, I misteri 113, 6, ὑπ᾽ αὐτοῖν φημι τοῖν θεοῖν σεσῷσθαι, ecc.;

ï nel verbo: la prima persona («noi due») scompare molto presto e confluisce nel plurale; la 2^ e la 3^ persona già in Omero sono usate in modo raro e desultorio (spesso il duale è sostituito e intercalato al plurale). Scompare nella koiné.

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Esempi dell’uso incoerente del duale in Omero:• Iliade X 305 δώσω γὰρ δίφρον τε δύω τ᾽ ἐριαύχενας ἵππους «darò infatti un

cocchio e due cavalli dalla folta criniera» (numerale δύο con l’accusativo plurale ἐριαύχενας ἵππους);

• Iliade XIII 499 δύο ἄνδρες ἀρήϊοι «due eroi bellicosi» (δύο con il nominativo plurale);

• Odissea ΙΙ 11 ἅμα τῷ δύω κύνες ἀργοὶ ἕποντο «insieme a lui seguivano due splendidi cani».

2. Cronaca d’altri tempi: Il crollo del soffitto di una scuola (Erodoto, VI 27) Nella precarietà di informazioni di cui disponiamo sulla scuola nel mondo antico, la

testimonianza di Erodoto ci conferma che almeno all’inizio del V secolo a.C. esistevano scuole in cui si impartiva un insegnamento di tipo scolastico per la scrittura e la lettura. Non sappiamo nulla dei secolo precedenti, nei quali si può pensare a lezioni individuali impartite da insegnanti privati, a integrazione dei rudimenti insegnati dai genitori.

Il crollo del soffitto in una scuola di Chio (con le sue conseguenze disastrose) rientra, secondo Erodoto, fra i segni ammonitori di una catastrofe nazionale (la battaglia di Lade del 494 a.C. e la successiva distruzione di Mileto, a conclusione della rivolta della Ionia contro la Persia).

Note:• Τοῦτο δέ «d’altra parte»: il pronome dimostrativo (οὗτος, αὕτη, τοῦτο «questo») al neutro ha

valore avverbiale. Erodoto sta proponendo una serie di vicende luttuose che presagiscono la rovina per le città ioniche che avevano aderito alla rivolta contro i Persiani.

• τὸν αὐτόν χρόνον, «nello stesso tempo»: il pronome determinativo αὐτός, αὐτή, αὐτό quando è in posizione attributiva (fra articolo e sostantivo) ha il valore del latino idem, cioè indica uguaglianza.

• πρὸ τῆς ναυμαχίης (in attico: ναυμαχίας): l’evento succede poco prima della battaglia navale di Lade (isola prospiciente a Mileto e antico porto della città) del 494 a.C.

• παισί… διδασκομένοισι, «su dei bambini che apprendevano»: παισί è il dativo plurale di παῖς, παιδός (sostantivo in dentale della 3^ declinazione) e διδασκομένοισι (= διδασκομένοις) è il dativo plurale passivo del participio presente di διδάσκω «io insegno» (al passivo «io vengo istruito», quindi «io imparo»). Il dativo è retto dal ἐνέπεσε (aoristo del verbo ἐμπίπτω, «cado su»).

• γράμματα «le lettere dell’alfabeto»: si tratta quindi di una scuola “elementare”. Platone ci informa che sono tre i gradi dell’istruzione del cittadino ateniese del V secolo: γράμματα, μουσική (attività letteraria), γυμναστική (attività fisica).

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Τοῦτο δὲ ἐν τῇ πόλει τὸν αὐτὸν τοῦτον χρόνον, ὀλίγον πρὸ τῆς ναυμαχίης, παισὶ γράμματα διδασκομένοισι ἐνέπεσε ἡ στέγη, ὥστε ἀπ᾽ ἑκατὸν καὶ εἴκοσι παίδων εἷς μοῦνος ἀπέφυγε.

D’altro lato, nella città nello stesso tempo, poco prima della battaglia navale, su dei bambini che imparavano a leggere e scrivere cadde il soffitto, cosicché da centoventi bambini uno solo riuscì a salvarsi.

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3. La follia di un pugile: Cleomede di Astipalea fa crollare il tetto di una scuola (Pausania, VI 9, 6-7) Il crollo del soffitto di una scuola è attestato, intorno agli stessi anni in cui avvenne

l’episodio narrato da Erodoto, anche nell’isola di Astipalea, a opera di un pugile furioso per essere stato squalificato dai giudici (aveva ucciso il suo avversario, Icco di Epidauro).

Vaso di Duride con scene di lezione (Berlin, Staatlichen Museen) Ceramica attica a figure rosse di inizio V secolo a.C.

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(Κλεομέδης) ἀφῃρημένος τὴν νίκην ἔκφρων ἐγένετο ὑπὸ τῆς λύπης καὶ ἀνέστρεψε μὲν ἐς Ἀστυπάλαιαν, διδασκαλείῳ δ᾽ ἐπιστὰς ἐνταῦθα ὅσον ἑξήκοντα ἀριθμὸν παίδων ἀνατρέπει τὸν κίονα ὃς τὸν ὄροφον ἀνεῖχεν.

(Cleomede), essendo stato privato della vittoria divenne folle per effetto del dolore e ritornò ad Astipalea, là, essendosi poi volto contro una scuola del numero di circa sessanta fanciulli, buttò giù la colonna che sosteneva il tetto.

Ἐμπεσόντος δὲ τοῦ ὀρόφου τοῖς παισί, καταλιθούμενος ὑπὸ τῶν ἀστῶν κατέφυγεν ἐς Ἀθηνᾶς ἱερόν.

Essendo il tetto caduto sui fanciulli, si rifugiò nel tempio di Atena, mentre i concittadini intendevano lapidarlo.

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4. La terza declinazione: Sostantivi con il tema in -σ- elidente

5. La declinazione di γένος, γένους:

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tema in -εσ- tema in -ασ- tema in -οσ-

Neutri Neutri

N.

G.

γένος γένους

N.

G.

γέρας γέρως

N.

G.

Maschili

N.

G.

Σωκράτης Σωκράτους

N.

G.

N.

G.

Femminile Femminili

N.

G.

τριήρης τριήρους

N.

G.

N.

G.

αἰδώς αἰδοῦς

radice + tema + desinenza

caduta σintervocalica contrazione

N.

G.

D.

A.

V.

γέν-εσ γέν-εσ-ος γέν-εσ-ι γέν-εσ γέν-εσ

tema con apofonia γέν-ε-ος γέν-ε-ι tema con apofonia tema con apofonia

γένος γένους γένει γένος γένος

N. A. V.

G. D.

γέν-εσ-ε γέν-εσ-οιν

γέν-ε-ε γεν-έ-οιν

γένει (γένη) γενοῖν

N.

G.

D.

A.

V.

γέν-εσ-α γέν-εσ-ων γέν-εσ-σι(ν) γέν-εσ-α γέν-εσ-α

γέν-ε-α γεν-έ-ων γέν-εσι(ν) γέν-ε-α γέν-ε-α

γένη γενῶν γένεσι(ν) γένη γένη

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6. La declinazione di Σωκράτης e τριήρης:

Note:• Al vocativo singolare i maschili presentano il tema puro con ritrazione dell’accento, tipica

dell’indoeuropeo.• L’accusativo singolare, oltre che la forma regolare -η (< *-εσα) presenta, per analogia con i maschili

della prima declinazione, anche la forma in -ην: oltre che Σωκράτη, si può trovare Σωκράτην (come στρατιώτην).

• Declinazione particolare presentano i nomi propri composti con κλεεσ- < *κλεϝεσ-, in cui la contrazione avviene solo fra la seconda ε e la desinenza: Σοφοκλέ-εσ-ος > Σοφοκλέ-ε-ος > Σοφοκλέους. All’accusativo abbiamo Σοφοκλέα, anziché la contrazione in -η, perché -εα è preceduto da altra ε (Σοφοκλέ-εσ-α > Σοφοκλέ-εα).

• L’unico femminile, τριήρης «triremi», era originariamente un aggettivo, normalmente concordato con ναῦς: ἡ ναῦς τριήρης «la nave a tre ordini di remi», poi semplicemente ἡ τριήρης, che viene recepito (e si afferma) come sostantivo.

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Μaschile(solo nomi propri)

Μaschile(con tema in -κλεεσ-)

Femminile(unico!)

N.

G.

D.

A.

V.

Σωκράτης Σωκράτους Σωκράτει Σωκράτη Σώκρατες

Σοφοκλῆς Σοφοκλέους Σοφοκλεῖ Σοφοκλέα Σοφόκλεις

τριήρης τριήρους τριήρει τριήρη (τριῆρες) mai attestato!

N. A. V.

G. D.

manca manca

manca manca

τριήρει τριήροιν

N.

G.

D.

A.

V.

manca manca manca manca manca

manca manca manca manca manca

τριήρεις τριήρων τριήρεσι(ν) τριήρεις τριήρεις