37 VS Gennaio - Febbraio 2010

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Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 L. 27/02/2004-N.46 a.1-c.2-CNS LE Fermiamo i cecchini dei volontari ATTUALITÀ Volontariato, cresce la fiducia PAG. 6 DOSSIER Diversamente cittadini PAG. 8-9 EDITORIALE di Luigi Russo Mensile delle Associazioni di Volontariato Gennaio-Febbraio 2010 - Anno V- n. 37 Sempre diverso e tuttavia eguale Orazio PAROLE CHE CONTANO Segue a Pag. 14 T erremoti e disastri natura- li, cecità della burocrazia, illegalità nell’ambito ambientale, privatizzazioni sel- vagge, depuratori che sputano veleni, centrali nucleari e a bio- masse, cementificatori del terri- torio, affaristi dei canili privati che speculano sulla vita degli animali per incassare i soldi dai comuni, carenza di sangue e di organi, e tanto altro ancora. I veri volontari salentini, 35.000 perso- ne che danno intelligenza e mani e sangue e organi per costruire come possono il Bene Comune e una società solidale, devono combattere ogni giorno contro i maledetti demoni “naturali” o dell’ignoranza e dell’egoismo, pagando di persona, rimettendoci di tasca propria, a volte anche soldi e salute. Ma quei demoni non sono i soli nemici dei volon- tari. C’è un esercito di cecchini, maligni o ingenui non si sa, che tentano di uccidere cinicamente ogni giorno quell’oggetto strano che è “il volontario”: facendo passare l’idea che i volontari non sono perfetti, che sbagliano, che in fondo in fondo ci guadagnano nelle cose che fanno, che intasca- no soldi, o che comunque le loro azioni non portano a reali cam- biamenti, oppure che sono pazzi. Insomma volontari “malandrini” o “inefficaci” o “folli”. La schiera di questi cecchini è ampia: ci sono sindaci, consi- gliati da legali che hanno letto qualche libro di diritto, che uti- lizzano le carte bollate e trasci- nano il volontario davanti al giu- dice per intimidirlo; ci sono finti giornalisti che fanno inchieste fantasiose (e non sanno neppure Un utile momento di sintesi e di programma- zione di nuovi percorsi di sviluppo. È all'inse- gna di questi due obiettivi che si svolge a Bari la seconda conferenza regionale delle politiche sociali, con un programma ricco di nomi e di contenuti. La Conferenza offre l’occasione di presentare e di discutere i principali risultati conseguiti nell’ultimo quinquennio, ma anche i laboratori attivati e i cantieri del cambiamen- to del welfare pugliese che sono ancora aperti. L’obiettivo è quello di discutere sullo stato di attuazione del sistema integrato d'interventi e servizi sociali sul territorio regionale: un even- to di rilievo che intende configurarsi come punto di arrivo del percorso svolto sinora, ma anche come nuovo punto di partenza per rilan- ciare l’obiettivo di realizzare una nuova Puglia Sociale. La nuova Puglia Sociale Bari 17-18 febbraio 2010 II Conferenza Regionale delle Politiche Sociali

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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Fermiamo i cecchinidei volontari

ATTUALITÀ

Volontariato, cresce la fiducia

PAG. 6

DOSSIER

Diversamentecittadini

PAG. 8-9

EDITORIALE

di Luigi Russo

Mensile delle Associazioni di Volontariato Gennaio-Febbraio 2010 - Anno V- n. 37

Sempre diverso e tuttavia egualeOrazio

PAROLE CHE CONTANO

Segue a Pag. 14

Terremoti e disastri natura-li, cecità della burocrazia,illegalità nell’ambito

ambientale, privatizzazioni sel-vagge, depuratori che sputanoveleni, centrali nucleari e a bio-masse, cementificatori del terri-torio, affaristi dei canili privatiche speculano sulla vita deglianimali per incassare i soldi daicomuni, carenza di sangue e diorgani, e tanto altro ancora. I verivolontari salentini, 35.000 perso-ne che danno intelligenza e manie sangue e organi per costruirecome possono il Bene Comune euna società solidale, devonocombattere ogni giorno contro imaledetti demoni “naturali” odell’ignoranza e dell’egoismo,pagando di persona, rimettendocidi tasca propria, a volte anchesoldi e salute. Ma quei demoninon sono i soli nemici dei volon-tari. C’è un esercito di cecchini,maligni o ingenui non si sa, chetentano di uccidere cinicamenteogni giorno quell’oggetto stranoche è “il volontario”: facendopassare l’idea che i volontari nonsono perfetti, che sbagliano, chein fondo in fondo ci guadagnanonelle cose che fanno, che intasca-no soldi, o che comunque le loroazioni non portano a reali cam-biamenti, oppure che sono pazzi.Insomma volontari “malandrini”o “inefficaci” o “folli”.

La schiera di questi cecchiniè ampia: ci sono sindaci, consi-gliati da legali che hanno lettoqualche libro di diritto, che uti-lizzano le carte bollate e trasci-nano il volontario davanti al giu-dice per intimidirlo; ci sono fintigiornalisti che fanno inchiestefantasiose (e non sanno neppure

Un utile momento di sintesi e di programma-zione di nuovi percorsi di sviluppo. È all'inse-gna di questi due obiettivi che si svolge a Barila seconda conferenza regionale delle politichesociali, con un programma ricco di nomi e dicontenuti. La Conferenza offre l’occasione dipresentare e di discutere i principali risultaticonseguiti nell’ultimo quinquennio, ma anchei laboratori attivati e i cantieri del cambiamen-

to del welfare pugliese che sono ancora aperti. L’obiettivo è quello di discutere sullo stato diattuazione del sistema integrato d'interventi eservizi sociali sul territorio regionale: un even-to di rilievo che intende configurarsi comepunto di arrivo del percorso svolto sinora, maanche come nuovo punto di partenza per rilan-ciare l’obiettivo di realizzare una nuova PugliaSociale.

La nuova Puglia SocialeBari 17-18 febbraio 2010 II Conferenza Regionale delle Politiche Sociali

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Al via le attività 2010 del CSV Salento

Modello EAS: aggiornamentoe indicazioni

Libera il bene: la legalità conviene sempre

Dopo la scadenza del 31 dicembre sono ancoratenute a compilare il modello le associazioniappena costituite e quelle che devono comunica-

re modifiche.La scadenza del 31 dicembre non archivia definitivamentel'obbligo di compilare il modello Eas. Sono ancora tenute ainviarlo all'Agenzia delle Entrate le associazioni appenacostituite o che debbano comunicare delle modifiche.

Il 31 dicembre è scaduto il termine per l'invio daparte di tutte le associazioni che usufruiscono delle age-volazioni fiscali previste dall'art.148 del Testo UnicoImposte sui Redditi, cioè le associazioni che ricevonoquote sociali o corrispettivi da soci, senza considerarequesto tipo di entrate come entrate commerciali e dunquesenza pagare imposte dirette o Iva sugli introiti stessi.

A questo punto, l'obbligo rimane per:- le associazioni di nuova costituzione, entro 60 giorni

dalla data risultante dall'atto costitutivo (non da quelladi autenticazione o registrazione dell'atto costitutivo edello statuto);

- le associazioni per le quali si verifica il cambiamentodei dati già trasmessi, ad eccezione di quelli riguar-danti le dichiarazioni 20, 21, 33, 23, 24, 30 e 31(si trat-ta in sostanza dei dati di bilancio, del numero deivolontari e della durata delle raccolte fondi, che ovvia-mente cambiano di anno in anno). Le modifiche vannocomunicate entro il 31 marzo dell'anno successivo aquello in cui si sono verificate (es. se interviene unavariazione nel corso del 2010 la comunicazione andràeffettuata entro il 31 marzo 2011);

- le associazioni che perdono i requisiti per godere delleagevolazioni fiscali.

Dovranno inviare il modello entro 60 giorni compi-lando l'apposita sezione.

Le modalità di invio del modello rimangono invaria-te per cui l'associazione interessata dovrà rivolgersi ad unintermediario abilitato (commercialista, Caf...).

Luca Dell'anna

La legalità conviene sempre: è stataforte la partecipazione da parte delleassociazioni del territorio al semina-

rio che si è svolto il 20 gennaio a Lecce,organizzato dal Csv Salento e dall'associa-zione Libera. Al centro dell'iniziativa ilbando della Regione Puglia "Libera ilBene", con cui si intende promuovere ilriuso per scopi sociali di immobili e aziendeconfiscati alla criminalità organizzata rivol-gendosi ai comuni e alle province destinata-ri di beni già iscritti nei rispettivi patrimoniimmobiliari. Comuni e province, nelmomento in cui intendono partecipare albando – che scade il prossimo 30 marzo –devono aver individuato attraverso procedu-re di evidenza pubblica il soggetto gestore (equi entrano in gioco le associazioni) con cuico-progettare gli interventi di recupero,riconversione e gestione di beni confiscati.

A questi avvisi pubblici dunque – comeè stato precisato al seminario da LuigiLochi di Libera – possono partecipare isoggetti appartenenti alle categorie previ-ste dalla Legge 109/'96 sull'uso sociale dei

beni confiscati: comunità, enti, associazio-ni, organizzazioni di volontariato, coopera-tive sociali, comunità terapeutiche e centridi recupero e cura di tossicodipendenti.“Tocca a noi coinvolgerci, far prevalere ilnoi, far sentire che la confisca offre oppor-tunità” ha sottolineato Don RaffaeleBruno, presidente di Libera Puglia, che haripercorso la storia dei beni confiscati sulterritorio regionale. Il Comune di Lecce, suun totale provinciale di 81 beni confiscati,conta 14 immobili iscritti al proprio patri-monio – come ha precisato AttilioChimienti di Libera – ,19 immobili di tito-larità del demanio, e 2 destinati ma nonconsegnati. In primo piano, quindi, il ruolodelle associazioni, della società civile sulterritorio – con l'appoggio costante diLibera – nell'innescare processi di collabo-razione, progetti e iniziative imprenditoria-li, di inclusione sociale, e soprattutto nelfare pressione sui Comuni perchè acqui-scano i beni che ancora non fanno parte delloro patrimonio.

Sara Mannocci

Forte partecipazione al seminario sul bando regionale rivolto a comu-ni e province per il riuso dei beni confiscati. Le associazioni chiamatea stimolare le adesioni e a fare progetti.

Al via il Piano di attività 2010 del CSVSalento, realizzato mediante un percor-so che ha visto una massiccia parteci-

pazione delle organizzazioni di volontariato(odv) della provincia di Lecce. Nonostante lepremesse non confortanti, considerata la note-vole riduzione (circa 50%) delle entrate previ-ste rispetto al biennio precedente, con notevolesforzo organizzativo e razionalizzazione dellerisorse, sono state confermate molte delle atti-vità previste nelle diverse aree, a partire dallapromozione del volontariato: il “Bando idee2010” per il sostegno alle iniziative promozio-nali autonomamente organizzate da associazio-ni di volontariato; il “IV Forum provinciale delVolontariato”; i progetti per la promozione delvolontariato nelle scuole elementari, medie esuperiori. Sempre nell'ambito della promozio-ne, così come nelle altre aree di attività, nume-rose sono le iniziative progettate direttamentedalle associazioni facenti parte delle Consulte

di settore che saranno realizzate in stretto con-tatto con le odv. Per ciò che riguarda la consu-lenza, è garantito un primo livello di informa-zione su problematiche di carattere generale,inerenti la costituzione e gestione di associa-zioni, l'iscrizione nel Registro Regionale delVolontariato, assistenza alla progettazione etc.Il secondo livello di consulenza, è garantito daprofessionisti convenzionati: consulenza fisca-le, legale, servizio civile, progettazione grafica.Continuerà ad essere garantito l'utilizzo gratui-to (secondo apposito regolamento) di gazebo,palco, impianto di amplificazione, pc portatile,videoproiettore, sedie, tavoli etc. di proprietàdel CSV Salento. Per la realizzazione di attivi-tà formative si seguiranno due modalità: laprima attraverso appositi corsi di formazione,la seconda attraverso seminari delle durata din. 3/4 ore. I corsi e seminari verteranno sutematiche di interesse generale per le odv (for-mazione di base) e su argomenti specifici (for-

mazione specialistica); in tal caso saranno pro-gettati direttamente dalle Consulte di settore.Confermate tutte le attività dell'area informa-zione a partire dalla redazione, stampa e distri-buzione della pubblicazione mensile“Volontariato Salento”, con un potenziamentodelle inchieste giornalistiche; sono infatti pre-visti diversi dossier di approfondimento suvarie tematiche: disabilità, ambiente, anzianiecc.

Per ciò che concerne il cd. Bando perequa-zione per la progettazione sociale, nel 2010 ilCSV Salento avrà un ruolo determinante per leattività di rendicontazione, monitoraggio ederogazione dei fondi alle odv beneficiarie.Confermata infine la presenza territoriale, consedi e sportelli che garantiscono una migliore emaggiore fruizione dei servizi da parte delleodv del territorio.

Antonio Quarta

Approvato dal Co.Ge. Puglia il Piano di attività per il nuovo anno

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Un cambiamento di prospettiva per una “solidarietà coordinata”

Sangue da cordone ombelicale, nasce la rete nazionale delle banche

Anyway AccesSalento: accessibilità per tutti

Le riflessioni dal convegno promosso da Csv Salento, Comunità Emmanuel, Jesuit Social Network e Arcidiocesi di Lecce.

Bisogna impostare una rela-zione tesa ad un'autenticasolidarietà etico-sociale:

così Mons. Domenico UmbertoD’Ambrosio, Arcivescovo di Lecce,ha aperto il 14 gennaio, presso laComunità Emmanuel di Lecce, ilseminario “Dalla solidarietà fram-mentata alla solidarietà coordinata”,organizzato da CSV Salento,Comunità Emmanuel, Jesuit SocialNetwork e Arcidiocesi di Lecce. Lagiornata si è concentrata sul metterea fuoco la mappa della solidarietà edei servizi sul territorio, prendendole mosse da quelle che sono le fon-damenta di una società civile coesae orientata al bene comune, chevede nell'agire solidaristico unarisposta alla crisi e all'individuali-smo. “La solidarietà di cui parliamo– ha precisato D'Ambrosio – nonpuò intendersi come compassione,intenerimento, ma nell'accezionecristiana è una vera e propria virtù

morale, un impegno per il benecomune”.

Occorre quindi un cambiamentodi prospettiva, dal punto di vistasociale e culturale, “per transitaredalla solidarietà frammentata concui tutti si trovano nelle realtà dioggi a dover fare i conti a quellacoordinata – ha sottolineato DanieleFrigeri, segretario del Jesuit SocialNetwork – basata sulla relazione diaiuto e sulla capacità di leggere einterpretare la realtà. La responsabi-lità della frammentazione, in termi-ni di servizi sociali e di risposteofferte sul territorio, “si può attri-buire innanzitutto al fallimento dellalegge 328/2000 – ha affermatoMario Calbi, un coautore del volu-me da cui ha preso spunto il semina-rio sullo stato di applicazione dellanormativa nelle regioni –. La leggeera il sogno di una riforma nei servi-zi alla persona che non ha funziona-to, anche perchè intervenuta dopo la

modifica del Titolo V dellaCostituzione”. Un'altra ragionedella solidarietà frammentata, haaggiunto Calbi, “è legata allo sforzodella 328 di adeguarsi alla comples-sità della realtà, ma sapendo diavere a che fare con poteri conflig-genti: le grandi difficoltà dei sistemidi welfare europei, l'introduzionedell'ideologia di mercato, la crisi tracentri e periferie”.

Queste dunque le difficoltà difondo, legate anche ai problemi difar interagire istituzioni e realtà del

terzo settore. “elemento positivo èche proprio la legge 328 e quellaregionale di attuazione, qui inPuglia, ha spiegato Daniele Fer-rocino, vicepresidente della Comu-nità Emmanuel – hanno consentitodi iniziare a gettare le basi per unacollaborazione tra istituzioni, e tra leistituzioni e il terzo settore che spe-riamo possa andare sempre più nelsegno dell'integrazione tra interven-ti pubblici e del privato sociale”.

Antonio Carbone

E'un risultato importante, che aspettavamo, e chechiaramente ci conforta facendoci capire che stiamoandando nella direzione giusta: così Alessia Ferreri,

presidente del Comitato “Un cordone per la vita” di Lecce, hacommentato la nascita dell'Italian Cord Blood Network, retenazionale delle banche per la conservazione del sangue dacordone ombelicale, istituita con decreto del ministero dellaSalute pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembrescorso. L'art. 1 del decreto stabilisce che “la rete nazionale dibanche per la conservazione del sangue da cordone ombeli-cale e' costituita dalle banche di sangue da cordone ombeli-cale gia' riconosciute idonee dalle regioni di appartenenza inbase alle disposizioni vigenti in materia trasfusionale e all'ac-cordo Stato-regioni del 10 luglio 2003, fatto salvo il regimeautorizzativo e di accreditamento introdotto dal decretolegislativo 6 novembre 2007, n. 191". Le banche di sangueda cordone ombelicale di nuova istituzione saranno autoriz-zate e accreditate dalle regioni di appartenenza, tenendoconto dei requisiti minimi e delle linee guida stabilite semprenel suddetto decreto legislativo del 2007.Il Centro nazionale sangue ha funzioni di controllo tecnico-scientifico (e in questo sarà supportato dalla Banca regionalelombarda) e coordinamento della rete. Le banche dovranno, trale altre cose, promuovere la donazione e la raccolta del sangueda cordone; collaborare – un aspetto questo di fondamentaleimportanza – con le associazioni di volontariato per promuo-verne la donazione solidaristica; garantire ai cittadini un'infor-mazione sull'utilizzo scientificamente provato e clinicamenteappropriato del sangue da cordone. Sono questi proprio i temisu cui da anni il Comitato leccese porta avanti con tenacia lapropria battaglia, riuscendo a garantire l'istituzione in Pugliadella banca del cordone ombelicale con i centri di prelievo eraccolta ad oggi attivi a Lecce presso l'ospedale Vito Fazzi e aTricase presso l'ospedale Panìco. Sara Mannocci

Istituita con decreto del ministero della Salute. Il Comitato Un cordone per la vita:

“la direzione è quella giusta”. Organizzare le vacanze è sicura-mente per tutti un momento felicein vista del relax e del divertimen-

to che ci aspettano, ma non sempre questovale per tutti, pensiamo ai limiti che que-sto mondo impone spesso ai diversamenteabili.

L’accessibilità dei luoghi non devedeterminare la scelta della vacanza: sideve poter scegliere una meta o strutturaturistica perchè piace e non perchè è l’u-nica accessibile. E’ questo il principio cheha ispirato la nascita di AnywayAccesSalento, vincitore di “Principi Attivi- Giovani idee per una Puglia migliore”.

La particolarità di Acces-Salento stanel suo DNA: è, infatti, un’equipe di “gio-vani diversamente abili” con specifichecompetenze professionali. Il lavoro consi-ste nel rilevare il grado di accessibilità ditutta la filiera turistica territoriale, dai tra-sporti alla ricettività, alla ristorazione, allacultura fino al tempo libero e ai servizi atutto tondo. Ma non solo, il motore chemuove Anyway AccesSalento è la promo-zione del concetto di accoglienza per tutti,che vuole così stimolare un cambiamentoculturale che generi nuovi modelli orga-nizzativi e gestionali prima ancora chestrutturali.

L’idea è quella di realizzare una ricercasul territorio pugliese per individuare lestrutture più accessibili e dare loro un mar-chio di accessibilità facilmente riconoscibi-le. Allo stesso tempo s’intende stimolare lestrutture meno accessibili ad un radicale

cambiamento culturale con suggerimentiper rendere la propria struttura accessibile.Tutte le informazioni raccolte confluirannoin un database che sarà utilizzato per la rea-lizzazione di un sito internet e una guidacartacea, in modo da costituire una mappadel territorio legata all’accessibilità.

“Questa innovativa idea darà forma aduna crescita del turismo – spiega ilPresidente dell’associazione DiomedeStabile - e consentirà al nostro territorio didistinguersi non solo per la sua bellezzageografica, ma anche per l’attenzione alturismo accessibile pronto ad accoglieretutti rispettando la dignità umana”.

Diomede Stabile

Da Principi attivi un progetto per rilevare e promuovere l'accessibilità della filiera turistica pugliese

ASSOCIAZIONI

Per condividere gli obiettivi e le finalità del progetto “ Anyway AccesSalento”

invia un sostegno a:

Con bollettino postale:C/C 97429021

causale Turismo Accessibile

Con bonifico:ANYWAY ACCESSALENTOABI: 07601 - CAB: 16000

C/C 97429021causale Turismo Accessibile

POSTE ITALIANE SPACastrì di Lecce - Via Grassi, 48

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Gennaio-Febbraio 2010 4AMBIENTE

Ecco il software “scova-discariche”

Ritorna l’incubo nucleare

Iprimi test sono stati effettuati con successoin Toscana, Campania e Puglia. Nellanostra regione il test è avvenuto nella zona

di Taranto. Il software messo a punto daDataGeo Srl è in grado di rilevare, da satellite,discariche abusive di rifiuti, scavi, coperture ineternit e quant’altro. Si tratta di un nuovo stru-mento di monitoraggio e controllo per la salva-guardia ambientale che, a partire da immaginisatellitari, individua con accuratezza i siti sucui concentrare i controlli a terra, consentendouna efficace salvaguardia del territorio. “Conquesto strumento è possibile persino contarealberi, auto o evidenziare aree incendiate” haaggiunto Pietro Armienti, ordinario diPetrologia presso l’Università di Pisa, già pre-sidente della Società Italiana di Mineralogia ePietrologia, che insieme ad Alberto Tricoli,libero professionista nel settore ICT(Information, Communication, Technology) haideato il progetto. Ma come funziona questaspecie di “geo-ecografo”? “Dardos Control –spiega Armienti - è un software di elaborazio-ne cartografica che utilizza tecniche innovativedi filtraggio di immagini satellitari e/o aeree ad

alta risoluzione, mettendo in evidenza con pre-cisione le aree su cui sono stati depositati direcente materiali sparsi come rottami, manufat-ti e rifiuti abbandonati o a rischio ambientale.La caratteristica che rende unico DardosControl – aggiunge Armienti - consiste nellalogica di filtraggio e di elaborazione adottata,in quanto non utilizza gli spettri di emissione equindi non comporta l’elaborazione di segnaliassociati a specifici inquinanti ma rileva la tes-situra caratteristica di depositi, scavi e manu-fatti, in una immagine telerilevata da aereo o dasatellite, con una tecnologia derivata da quellasviluppata per lo studio delle rocce.L’approccio attualmente prevalente, invece,implica un’elaborazione di segnali molto debo-li, con riprese che integrano lunghe e costoseserie temporali di immagini per cui il costofinale della mappatura è molto alto”. In termi-ni tecnici qual è il guadagno che introduce?“Enorme. Le dico solo che con una sola imma-gine ci si ritrova a monitorare centinaia di chi-lometri quadrati”. L’obiettivo del progetto è oraquello di stringere contatti con amministrazio-ni pubbliche e imprese interessate al controllo

ed alla bonifica delle discariche, all’identifica-zione di aree in frana e delle caratteristiche tes-siturali di manufatti e murature, fino al rileva-mento sulla qualità delle strade. Un supportoche farebbe compiere un salto di qualità straor-dinario a un sistema di controllo ambientalemolto spesso in affanno, uno strumento diconoscenza "approfondita" del territorio ingrado di andare incontro alle recenti disposi-zioni sulla bonifica dei siti inquinati. I primicontatti nel Sud Italia sono stati intrapresi conle province di Taranto e Reggio Calabria.

Silvana Sarli

Nasce Dardos Control, programma in grado di rilevare via satellite aree di scarico abusivo di rifiuti abbandonati o a rischio ambientale

Progetto Desertec, i paesi del Mediterraneo uniti con l’Europa per un’energia pulita

In partenza il progetto che si propone di "catturare" i raggi solari nelle aree desertiche del Nord Africa e del Medio Oriente per trasformarli in energia elettrica

Viene dal Nord Europa il nuovo progetto“Europa unita dell’energia” . Discusso inuna riunione preliminare a dicembre in

Irlanda e poi nel vertice sul clima di Copenaghen,l’idea partirà da questo gennaio e arriverà a pienoregime in dieci anni con una spesa prevista di 30miliardi di euro. L’ambizioso progetto prevede laproduzione di elettricità pulita, ricavata dal sole, dalmare e dal vento. Ci saranno seimila chilometri dicavi, per la maggior parte sottomarini, che colleghe-ranno in un'unica rete le pale eoliche di GranBretagna e Danimarca, le centrali a maree francesi,l’energia idroelettrica svedese e l’energia solaretedesca. Oltre a questi paesi, collaboreranno alla“Rete del mare del Nord” anche Belgio, Olanda,Lussemburgo e Irlanda.

I nove paesi puntano alla produzione di 100gigawatt di potenza elettrica, equivalente allacostruzione di un centinaio di centrali a carbone.L’idea vincente dei paesi del nord è stata quella diragionare in gruppo: se ad esempio in Scozia man-casse il vento, le pale eoliche si muoverebbero inOlanda; allo stesso modo se la marea tardasse inFrancia, si potrebbe far ricorso alle dighe dei fiordiscandinavi. Si riuscirà così a sconfiggere l’impreve-dibilità degli elementi, producendo energia cosìcostante e così vantaggiosa che il prezzo per chilo-metri di cavi posati su fondali gelati e burrascosi e icosti di mantenimento saranno comunque recupera-ti in breve tempo.

Inoltre, la Norvegia sarà utilizzata come “batte-ria”: quando l’energia prodotta sarà in eccesso, siutilizzerà per “ricaricare” gli impianti idroelettriciscandinavi, che la restituiranno quando necessario.

A questa idea vuole rispondere “la Rete delMediterraneo” con “Desertec”: un migliaio di cen-trali solari dislocate nel deserto del Sahara, collega-te a cavi di alta tensione che vanno dal Marocco allaGiordania e raggiungono l’Europa passando per ifondali marini. Promotore del progetto è sempre laGermania, unico paese pronto ad investire sull’ener-gia rinnovabile sia in Nord Europa che nel Sud e apuntare molto sul solare.

L’idea vincente di questi progetti è credere chesolo unendosi in rete si potrà raggiungere l’obiettivodi Copenhagen, 20% dell’energia derivante da fontialternative entro il 2020, superando l’inquinamentoed i problemi economici ed ambientali collegati acarbone, petrolio e uranio.

Sara Beaujeste D’Arpe

Si renderanno noti solo dopo le ele-zioni di primavera i nomi dei siti incui si costruiranno le nuove centrali

nucleari. Si conoscono però i criteri per lascelta, che riguardano le caratteristicheambientali - “popolazione e fattori socio-economici, qualità dell’aria, risorse idri-che, fattori climatici, suolo e geologia,valore paesaggistico, valore architettoni-co-storico, accessibilità” - e le caratteristi-che tecniche - “sismo-tettonica, distanzada aree abitate, geotecnica, disponibilità diadeguate risorse per il raffreddamentodegli impianti, strategia dell’area per ilsistema energetico e caratteristiche dellarete elettrica, rischi potenziali indotti daattività umane nel territorio circostante”.Noti anche i compensi da destinarsi ai ter-ritori: un beneficio economico annuale perProvince e Comuni. Le imprese ed i citta-dini avranno sconti sulla bolletta elettrica,sui rifiuti e sull’Irpef, Irpeg e Ici.

Per la scelta delle aree, si è spesso par-lato di una mappa del Consiglio Nazionaledell'Economia e del Lavoro del 1979, chemolti considerano superata visti i cambia-menti climatici e idrologici. La mappasegnala otto siti in Puglia, di cui cinque inSalento, al riparo dal pericolo sismico econ abbondante acqua per raffreddare ireattori.

Sara Beaujeste D’arpe

La Puglia tra le regioni candidate

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Gennaio-Febbraio 2010 5AMBIENTE

Lecce si prepara alla nuova raccolta differenziata

Il sistema della raccolta dei rifiuti cam-bierà anche nel capoluogo salentino eper Lecce sarà una piccola rivoluzione.

Spariranno infatti in primavera i tradizio-nali cassonetti per dare posto alla raccoltadifferenziata porta a porta. L’UfficioAmbiente del Comune sta lavorando alnuovo bando per l’affidamento del serviziopoiché scadrà nel mese di aprile il contrat-to con le ditte Ecotecnica ed Axa per laraccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidiurbani in città. “Nel nuovo bando saràintrodotta la raccolta porta a porta mono-materiale in sostituzione di quella multi-materiale”- afferma il dirigentedell’Ufficio Ambiente e capo dell’UfficioUnico dell’Ato Lecce1, FernandoBonocuore – anche perché i costi per laseparazione sono diventati altissimi. Lanuova evoluzione della raccolta prevedequindi la differenziazione a monte di vetro,carta e cartone e plastica. Dalle stradesaranno tolti tutti i cassonetti e dalla rac-colta stradale si passerà alla raccolta degliaddetti direttamente nelle case, nei pub, neiristoranti, negli alberghi, cioè si andrà aprendere il rifiuto direttamente alla fonte,laddove viene prodotto”. Ogni famiglialeccese avrà i sacchetti monomateriale edelle apposite pattumiere con cui si prov-

vederà a differenziare i rifiuti alla fonte.“Saranno nominative e con codici a barre -ha aggiunto Bonocuore. Per quanto riguar-da la raccolta negli edifici con più abita-zioni, ai palazzi con almeno quattro appar-tamenti saranno consegnate delle pattu-melle condominiali. Saranno previste dif-ferenziazioni tra plastica, vetro, carta e car-tone, mentre l’alluminio viene già raccoltocon un sistema a parte. Ciò che non si potràfare è la raccolta differenziata dell’umidoper la mancanza di un impianto di compo-staggio in tutto il Salento”. In questo fran-gente gli uffici stanno lavorando per perfe-zionare il progetto, in realtà si tratta di met-tere a punto i dettagli, in attesa del finan-ziamento regionale. I finanziamenti in questione sono due, unodi circa un milione e l’altro di sette milio-ni di euro. Ciascuno dei tre Aro (Ambito diraccolta ottimale), in cui sono suddivisi iventisette comuni dell’Ato avrà un propriobando. La destinazione dei fondi è statadecisa direttamente dall’Ato, trasformatadallo scorso dicembre in un consorzio dicomuni presieduto dall’assessore Garrisi,senza che si debba passare, come avvenivain passato, attraverso ogni singoloConsiglio comunale.

Silvana Sarli

Via i cassonetti, in primavera prenderà il via la raccolta porta a porta monomateriale

Sud Salento, la mobilitazione dei Comitati in difesa del territorio

Al centro della contestazione l'impianto di un nuovo parco eolico ad Ugento, unimpianto a biomasse a Presicce, un nuovo impianto di stoccaggio ad Acquarica

Aviofauna del Parco“Litorale di Ugento”

Il Centro di Educazione Ambientale "Posidonia" di Ugentoistituito nel 2005, associazione di volontariato, è inseritonella Rete In.F.E.A. (Informazione, Formazione,

Educazione Ambientale) della Regione Puglia. Costituisce unpunto di riferimento in materia di educazione all'ambiente eallo sviluppo sostenibile per la cittadinanza, le scuole, gli Entilocali e le aziende che vogliono confrontare la propria com-petenza con i temi della sostenibilità. Promotore principaledell’istituzione del Parco Naturale Regionale “Litorale diUgento” (con Legge Regionale 28 maggio 2007, n. 13), oggisvolge un ruolo di garante nella gestione della maggior partedei servizi (didattica ambientale, escursionismo, turismo natu-ralistico) che il Parco stesso offre. La competenza e la professionalità degli esperti che ne fannoparte e l’apertura nei confronti della cittadinanza tutta, hannoreso possibile dare al Centro il ruolo di catalizzatore di idee,spesso elaborate e realizzatemediante progetti, manifesta-zioni, campagne e convegni.

E’ di questi giorni la notiziadella pubblicazione del libro“Passaggio a Sud-Ovest. L’avi-fauna acquatica del ParcoRegionale Litorale di Ugento”,dell’autore Roberto Gennaiorealizzato e curato dal CEA“Posidonia” con il supportodell’Assessorato all’Ambientedel Comune di Ugento. Nato daun profondo amore per i luoghidove la natura si manifesta senza la presenza devastante eoppressiva dell’uomo, il libro è accessibile a tutti, permette diimmergersi in un ambiente ricco e stimolante, a tratti inconta-minato, dove flora e fauna continuano a vivere nei loro sem-plici ritmi naturali. Una raccolta unica di immagini commen-tate che guida il lettore, verso la conoscenza e l’interpretazio-ne di un ecosistema naturale, suggestivo e peculiare; una verae propria chiave d’approccio con il territorio, un modo diaccostarsi alla natura osservandola, percepirne il valore el’importanza.

Il libro è stato presentato sabato 6 febbraio nel Chiostrodel Nuovo Museo Archeologico di Ugento in occasione del-l’evento “Artigianato in Mostra” organizzato dal CEAPosidonia e dalla Confartigianato di Ugento con il supportodell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Ugento e dellaG&G Enterprise. Tale manifestazione, rientra tra gli eventi dipromozione e valorizzazione del territorio organizzati nel-l’ambito del progetto “Viviamo il Parco” finanziato dallaFondazione per il Sud, che utilizza risorse destinate al volon-tariato, ma che per effetto di un accordo tra fondazioniBancarie, ACRI e CSV.Net vanno a finanziare progetti esem-plari sul territorio, per la infrastrutturazione sociale e per losviluppo del territorio e della salvaguardia dell’ambiente.

“La presenza di un volontariato così competente e attivo(a Ugento sono coinvolte oltre al CEA anche gli Scout, l’as-sociazione Vigili del Fuoco in pensione, la protezione civile ealtre associazioni) – dice il presidente del CSV Salento LuigiRusso – che si coniuga con altrettanta competenza e intuitivi-tà della locale amministrazione comunale, mettono a frutto unrisultato importante per la qualificazione dell’intero territoriougentino, generando nuove opportunità anche di lavoro per igiovani.

Il volontariato, qui dimostra di non essere soltanto la riser-va etica e morale e culturale, ma anche portatore di risorseeconomiche oltre che umane e tecniche. Questo volontariatova aiutato e favorito, mentre occorre lasciare morire quelleforme associative, soprattutto nell’ambito del tradizionaleambientalismo, colluso con i politicanti, abituato a incassarerisorse di finanziamenti pubblici non trasparenti, che continuaa pratica la calunnia per distruggere ogni nuova iniziativa”.

Continua nel Sud Salento la mobilitazio-ne promossa dai Comitati Burgesi puli-ta (Presicce), Burgesi noscia (Acqua-

rica del Capo), Io conto (Ugento), Varie mani(Presicce), Italia nostra (Provinciale),Cittadinanzattiva pugliese. Al centro delle ini-ziative la volontà di “affrontare l’indiscrimina-to fenomeno dell’assalto al territorio diimpianti per fonti alternative e di riciclo dirifiuti, in particolare nel territorio del SudSalento compreso tra Ugento, Acquarica ePresicce”, comunicano le associazioni e icomitati promotori della mobilitazione. Tre inparticolare i progetti su cui viene manifestatacontestazione: l’impianto di un nuovo ParcoEolico di 21 torri da 150 mt. di altezza nel ter-ritorio di Ugento, un impianto a biomasse di 1Mw nel territorio di Presicce, un nuovoimpianto di stoccaggio di rifiuti speciali nonpericolosi e rifiuti speciali pericolosi, nel terri-torio di Acquarica del Capo. “Riteniamo chescelte così importanti vadano valutate tenendoconto della realtà territoriale salentina – scrivo-no i comitati –: il Salento ha una densità abita-tiva molto alta, le distanze tra un paese e l’al-tro, eccetto rari casi, sono minime ed in alcuni

casi inesistenti.Non possiamo certamente accettare che

questa “corsa all’oro”, come l’ha definitarecentemente il Tar Puglia, possa essere fattasenza un minimo di programmazione e razio-nalità della problematica.

Siamo tutti d’accordo che le fonti rinnova-bili devono essere il nostro futuro, e noi nonsiamo contrari. Perché allora non guardarciintorno e ragionare su scelte così importantiper il territorio prima di dare per scontato cheuna centrale a biomasse non abbia un suo pesoambientale sul territorio? Noi in qualità di cit-tadini responsabili, vogliamo e dobbiamoessere parte attiva nelle scelte che si faranno inquesto senso perché il territorio e la salute èsoprattutto nostra.

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L'esordio del 2010 portaun'importante novitànello scenario italiano.

Se gli ultimi anni, soprattutto l'o-rizzonte politico era stato caratte-rizzato dalla scarsa fiducia che ilpopolo italiano esprimeva nei con-fronti delle istituzioni, primi fratutti il governo nazionale e i parti-ti politici, è proprio il 2010 asegnare definitivamente l'inversio-ne di tendenza. A sostenerlo il 22°Rapporto Italia redatto daEurispes. L'atteggiamento e il giu-dizio dell'opinione pubblica in unadelle 60 schede che compongonol'intero rapporto, danno ragionedel cambiamento.

Analizzando la serie storicadei dati relativi al grado di fiduciaaccordata dai cittadini alleIstituzioni emerge con chiarezzacome questa abbia registrato unaumento importante passando dal10,5% del 2009 al 39% del 2010,con uno scarto di ben 28,5 puntipercentuali.

Allo stesso tempo, la quota dicittadini che esprimono una dimi-nuita fiducia nelle Istituzioni siattesta nel 2010 al 45,8% segnan-do rispetto all’anno precedenteuna flessione di dieci punti circa.

Ma la vera novità è rappresen-tata dalla rivalutazione che gli ita-

liani riservano a due delle piùimportanti roccaforti dell'etica edella morale: la Chiesa e il volon-tariato. Secondo il rapportoEurispes le associazioni di volon-tariato incrementano sensibilmen-te il grado di consenso (+10,8%rispetto al 2009), ben l'82,1% hainfatti dichiarato di essere fiducio-so nei confronti delle organizza-zioni di volontariato. Circa unterzo del campione si è detto abba-stanza fiducioso nei confrontidella Chiesa e più della metà neiconfronti delle associazioni divolontariato, testimoniando difatto una sostanziale disistima neiconfronti degli ambienti legati alsistema di potere e una maggioreattenzione verso le organizzazioniispirate da etiche e valori condivisi.

“Non è un dato che ci meravi-

glia – commenta Luigi Russo pre-sidente del CSV Salento. Negliultimi anni abbiamo registratoun'attenzione crescente da partedei cittadini nei confronti del

volontariato. In questo, un ruolodeterminante lo hanno giocatoproprio i Centri di Servizio chehanno contribuito a far crescere ilvolontariato autentico, epurato daqualsiasi forma di compromissio-ne con altre realtà, e hanno contri-buito a far crescere in spessore equalità le attività delle piccoleassociazioni spesso accanto aisoggetti più fragili e a chi fa piùfatica.

Col tempo, questo lavoro staportando a risultati apprezzabili ecertamente sempre più il valoredel volontariato si imporrà fra leenergie pulite della cittadinanzasociale”.

Volontariato e Chiesa: cresce la fiducia degli italianiA sostenerlo il 22° Rapporto Italia di Eurispes presentato a Roma lo scorso 29 gennaio

Nasce ad Alessano la Scuola della PaceUn punto di riferimento per promuovere solidarietà e non violenza. Nasce ad Alessano per iniziativa della Fondazione Don Tonino Bello

ATTUALITÀ

FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI DA PARTE DEGLI ITALIANI

Rapporto con le istituzioni

ISTITUZIONI 2009

VALORI PERCENTUALI VALORI PERCENTUALI

2010

Associazioni di volontariato 71,3 82,1

47,2 45,3

38,8 47,3

-- 23

21,5 22

21,4 25,1

21 35,7

12,8 12,1

Scuola

Chiesa

Altre confessioni religiose

Sindacati

Pubblica Amministrazione

Associazione di imprenditori

Partiti

Un luogo in cui associazio-ni, nuove e vecchie gene-razioni, possano trovare

un momento di aggregazione allaluce dei principi di solidarietà eaccoglienza. Su questo propositonasce la “Scuola della pace”, ini-ziativa promossa dalla FondazioneDon Tonino Bello di Alessano, daanni impegnata nella promozionedi iniziative pastorali e socialivolte allo sviluppo di una culturadella pace e della solidarietà. LaScuola avrà sede in un edificio inPiazza Don Tonino Bello adAlessano, acquistato e ristrutturatodalla Fondazione grazie ai contri-buti del 5 per mille e si farà pro-motrice di iniziative di formazioneed educazione alla pace, alla tra-sformazione nonviolenta dei con-flitti, al rispetto dei diritti umani,per la convivenza pacifica trapopoli e culture diverse, per unasocietà senza xenofobia, razzismo

ed ogni altra violenza verso la per-sona umana ed il suo ambiente.Rapporto privilegiato sarà quellocon il mondo scolastico, con l'o-biettivo di creare una rete di istitu-ti in tutta Italia che possa facilitarela diffusione dei principi di educa-zione alla pace, alla cooperazione eall'economia non violenta, anchetramite l'ausilio di un'apposita salaattrezzata per videoconferenze perl'abbattimento delle distanze geo-grafiche. Sono molte infatti in tuttaItalia le scuole, associazioni ed isti-tuzioni che contattano laFondazione chiedendo di presenta-re la figura di Don Tonino Bello.Ora la Scuola rappresenta la possi-bilità di andare incontro a questaesigenza, proprio utilizzando letecnologie multimediali oggi a dis-posizione per diffondere testimo-nianze, attivare collaborazioni, svi-luppare buone pratiche. L'intentodella Scuola – inaugurata il 13 feb-

braio scorso e che vuole porsicome un centro studi capace diinteragire nell'ambito di unMediterraneo sotto il segno dellanon violenza – è anche quello diavviare una collaborazione con laScuola della pace di Marzabotto, lapiù antica d'Italia. Molte le pro-spettive che la Scuola di Alessanoha di fronte. In progetto c'è anchel'avvio di un percorso comune conLibera e Pax Christi – associazioni

attive sui temi della pace e dellasolidarietà – da cui potrebbe parti-re la composizione di un tavolo cheavrà come riferimento la MarciaPerugia-Assisi del maggio prossi-mo. Volontà della Scuola è anchecostituire un Comitato scientificoattraverso cui saranno messe inatto le iniziative da svolgere neiprossimi mesi.

Daria Caione

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Giovani e global warming: una ricerca dice come stanno le cosePresentata a Bari, in anteprima mondiale, l'inchiesta condotta da Gallup Europe su 83.504 “under 30” di 139 Paesi.

In Italia un giovane su tre non ha mai sentito parlare dei cambiamenti climatici

ATTUALITÀ

Il Meeting mondiale dei giova-ni che si è svolto a Bari dal 19al 21 gennaio ha focalizzato

l'attenzione sui temi dei cambia-menti climatici che dovrebberoimpegnare sempre di più l'agendadei politici di tutto il mondo, mache, molto più spesso, vengonoaffrontati anche con maggiorecompetenza proprio dai ragazzipiù giovani. È la prima idea cheviene fuori dall'indagine presenta-ta in anteprima mondiale allamanifestazione del meeting. I gio-vani ne sanno molto di più dei lorogenitori sugli effetti del globalwarming (riscaldamento climati-co). A sostenerlo, i dati del focussu “Giovani e Global warming”condotto dalla società d’indagineGallup Europe nell’ambito delGlobal poll: un grande sondaggioglobale che monitora mille indivi-dui in ciascuno di circa 140 Paesidel mondo.

Lo studio è stato realizzatointervistando in due anni, tra il2008 e il 2009, 83.504 “under 30”

di 139 Paesi. Ai ragazzi sono state poste tre

domande: se avevano mai sentitoparlare del Global warming, sefosse un risultato delle attivitàumane e se fosse una grave minac-cia. Il Paese al mondo con la piùalta percentuale di ragazzi cheignorano la realtà dei cambiamen-ti climatici è la Liberia, con l’83%dei giovani intervistati che non hamai sentito parlare del fenomeno,solo il 5% dei pochi informati chelo collega alle attività umane eappena un 15% che lo consideragrave per il proprio futuro.

I problemi della disinforma-zione sul tema e quindi del livellodi consapevolezza dei cittadini,colpiscono ancora molti paesi. Trai continenti certamente l'Africadove mediamente la percentualedei giovani disinformati si attestaintorno al 74%.

Tra i Paesi emergenti, in Indiala percentuale degli under 30 chenon hanno mai sentito parlare diriscaldamento globale è al 63%,

un quarto lo collega alle attivitàumane e solo 1 su tre che lo consi-dera un pericolo per se’.

Caratteristica la visione dei gio-vani cinesi che, mentre sono tra ipiù informati sul fenomeno (75%),sono anche fiduciosi sulle soluzio-ni e quindi con una scarsa perce-zione del pericolo. Punte alte diinformazione anche tra i paesi asia-tici, primo fra tutti la Thailandiadove solo il 4% dei giovani al disotto dei 30 anni non ha mai senti-to parlare dei cambiamenti climati-ci. Il cileni sono tra i ragazzi

dell'America Latina più informati(79%), seguono i brasiliani, gli uru-guayani e i colombiani. Sono inve-ce proprio gli italiani tra i ragazzieuropei più disinformati. Il 37%dei ragazzi ignora il fenomeno, il43% ne coglie i legami con le atti-vità umane e il 55% lo considerauna minaccia. Ben altra la consape-volezza degli altri paesi europeidove il livello di conoscenza e diconsapevolezza si attesta media-mente intorno al 96%.

Serenella Pascali

Finanziaria 2010, ancora tagli al sociale

117 milioni di euro in meno rispetto al 2009.Cancellato il Piano straordinario dei servizisocio educativi per la prima infanzia

Piano carceri: varato lo stato d’emergenzaInterventi per costruire nuovi penitenziari e ampliare

quelli esistenti. 2000 nuovi agenti penitenziari

Il Consiglio dei Ministri ha dato il vialibera al piano carceri e alla dichiarazio-ne dello stato di emergenza nei sovraf-

follati penitenziari italiani (64.990 detenuticontro una capienza regolamentare di44.066 posti) fino al 31/12/2010. Il progettoprevede un piano di edilizia straordinaria,alcune norme di accompagnamento e 2.000nuovi agenti penitenziari. La procedura diemergenza, che seguirà lo stesso schemausato per la ricostruzione per le case inAbruzzo, consentirà di snellire alcuni pas-saggi burocratici per giungere ad edificare47 nuovi padiglioni nelle vecchie carcerientro l’anno e 18 nuovi istituti entro il 2012.Con ritmi di lavoro, per l'avvio dei nuovicantieri di edilizia penitenziaria, simili aquelli de L'Aquila: 24 ore al giorno, spal-mati in 3 turni da 8 ore, sistema che consen-te di realizzare in 20 giorni quello che disolito richiede 2 mesi. Per quanto riguarda,invece, i finanziamenti, questi verranno da500 milioni di euro già stanziati inFinanziaria, da altrettanti 500 milioni presidal bilancio del Ministero della Giustizia eda finanziamenti privati. “Un piano, quellopredisposto dal governo - ha precisato ilMinistro Angelino Alfano - che consentiràdi far aggiungere 21.749 posti a quelli già

disponibili con gli attuali istituti carcerari”.Per quanto riguarda, invece, le cosiddet-

te ''norme di accompagnamento'', questeconsentiranno a chi ha avuto pene inferioriad un anno di poter scontare le stesse aidomiciliari mentre verrà introdotta la cosid-detta ''messa alla prova'', per chi ha pene delmassimo di tre anni, che consentirà lasospensione del processo se il condannatodeciderà di voler svolgere lavori di pubblicautilità. ''Questa che ci accingiamo a compie-re - è stato il commento del Guardasigilli - èuna missione che non ha precedenti nellastoria della Repubblica perchè si vuolerisolvere il problema del sovraffollamentocarcerario non ricorrendo all'ennesimaamnistia o indulto ma volendo dare dignitàa chi deve, comunque, scontare una pena''.

Si.Sa.

La crisi che ancora colpisce le famiglie italiane nonè servita a invertire la tendenza alla riduzione deifondi destinati alle politiche sociali, già caratteriz-

zante la finanziaria dello scorso anno.117 milioni di euro in meno nella Finanziaria 2010,

rispetto a quanto previsto nel 2009.Completamente cancellato il Piano straordinario ser-

vizi socio educativi per la prima infanzia, che negli anniha garantito un incremento dell'offerta di asili nido intutta Italia. Ridotto ulteriormente il Fondo nazionale perle politiche sociali, che registra circa 300 milioni in menorispetto all'anno precedente, seppur compensati dall'isti-tuzione del Fondo “federalista” per le attività di caratte-re sociale di pertinenza regionale. Arriva a 144 milioni dieuro – rispetto ai 206 del 2008 – il Fondo nazionale peril sostegno all'accesso alle abitazioni in affitto, con ilquale gli enti locali aiutano i nuclei familiari più poveri apagare il canone di locazione.

Tale riduzione di risorse - seppur significativamentemeno rilevante rispetto agli oltre 700 milioni di euro giàtagliati nel 2009 rispetto alla Finanziaria 2008 – destasconcerto nel contesto dell'attuale crisi economica che,anche secondo gli ultimi dati, colpisce la fasce sociali piùdeboli, traducendosi di fatto in una riduzione dei servizisociali e in un aumento delle quote di partecipazione allaspesa da parte dell'utente.

Daria Caione

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Gennaio-Febbraio 2010 8DOSSIER

Secondo il dossier Caritas-Migrantes 2009, gli stranieripresenti in Puglia sono aumen-

tati nel 2008 di quasi 4.000 unitàrispetto all’anno precedente, raggiun-gendo quota 73.800. L’aumento regi-strato è dovuto sia alle nuove nascitedi figli da entrambi i genitori stranie-ri, che vengono considerati ancorastranieri dalla legge italiana, e all’e-mersione dal lavoro irregolare, graziealle ultime regolarizzazioni. In unaregione in cui il numero di immigratiè relativamente basso, ma in costanteaumento, le comunità sono semprepiù radicate e necessitano, dunque,sempre più di interventi attivi a favo-re dell’integrazione e dell’intercultu-ra. Non si può dire che la Puglia non

abbia in questi anni lavorato persostenere i diritti di tutti i cittadini,siano essi pugliesi o immigrati. Dallalegge per l’accoglienza delle personeimmigrate, agli interventi costruiti adhoc per la tutela dei loro diritti interra di Puglia, numeri e atti che dico-no di un impegno incessante in que-sta direzione.

La grave situazione degli immi-grati stagionali nella Capitanata –episodi di sfruttamento e schiavitù,pochi servizi di base per la mobilità,per l’igiene personale, per il vitto eper l’accoglienza abitativa, chelasciano il singolo immigrato o grup-pi di connazionali alla mercè di undatore di lavoro, e sempre più lonta-no dalla rete formale di accoglienza e

di accesso anche ai servizi minimiessenziali per una vita dignitosa - cheha scatenato inchieste giornalistiche einteresse della collettività italiana, hatrovato nella Regione Puglia imme-diata e concreta risposta. Innanzituttoai primi di luglio del 2007 è stato fir-mato un accordo tra Regione Puglia ecomuni della Capitanata per la realiz-zazione di tre centri di accoglienzaabitativa rivolti ai lavoratori stranieriimmigrati (denominati “alberghi dif-fusi”). La realizzazione era già previ-sta nel piano regionale per l’immigra-zione 2006 e ribadita nel regolamen-to attuativo della legge regionale 19del 2006, il n. 4 del 2007. I tre ambi-ti territoriali di Foggia, San Severo eCerignola sono quelli maggiormenteinteressati dall’accoglienza di perso-ne straniere per effetto delle campa-gne stagionali di raccolta in agricol-tura. Il finanziamento complessivo hariguardato l’adeguamento di immobi-li pubblici, l’acquisto di moduli abi-tativi, l’infrastrutturazione dei campi,l’impiego di mediatori linguistici eculturali e di volontari, la fornitura dipasti, servizi igienico-sanitari, servizidi trasporto.

Per due anni consecutivi, la giun-ta regionale pugliese ha stanziato ifondi per l'allestimento della rete diprima assistenza igienico-sanitariaper i lavoratori stagionali immigrati

nelle campagne del foggiano. Con ifondi sono state messi a punto 20cisterne per la erogazione di acquapotabile e 60 bagni chimici, distribui-ti in 20 postazioni dislocate nelle areedi maggiore concentrazione dellapresenza stagionale di lavoratori stra-nieri immigrati, che si spostano nei

A distanza di un anno dall’i-naugurazione dello sportello,può fare un bilancio del lavorosvolto?Si può parlare sicuramente di unbilancio positivo. Siamo soddi-sfatti di ciò che è stato fatto finoad oggi e a conferma di ciò giun-ge la notizia secondo cui in tutti icomuni dell’ambito di zona diNardò, sarà aperto uno sportellopermanente per l’immigrazione.Abbiamo lavorato molto per fornire informazionianche con consulenze su bisogni specifici relativia permessi di soggiorno, cittadinanza e ricongiun-gimento familiare. Abbiamo orientato i migranti inmateria di lavoro e attivato procedure per l'otteni-mento degli alloggi e a breve nascerà un’agenziadi intermediazione abitativa per i migranti.Purtroppo però, riscontriamo ancora la mancanzadi mediatori linguistici.

Qual è il livello di integrazione deimigranti nel nostro territorio?Bisognerebbe interrogarsi sul concetto diintegrazione che spesso viene confuso conquello di assimilazione e in Italia, è anco-ra lungi dall’essere individuato. L’integrazione stabilisce tra tutti i membridi una società, migranti inclusi, relazionisu base di uguaglianza, di reciprocità e diresponsabilità. Un aspetto importante è ladifferenza di esigenze tra migranti già

insediati stabilmente e quelli arrivati da poco.L’intera società è chiamata ad essere intercultura-le nelle leggi, negli uffici, nella mentalità. Pensa che possano accadere anche in Pugliaepisodi come quelli avvenuti negli ultimi gior-ni in Calabria?In Calabria ho visto l’esplosione di una feroceguerra tra poveri organizzata da una regia crimi-nale. E’ umanamente impossibile chiamareaccoglienza quelle condizioni e mi spaventa che

il ministro degli Interni creda che questi lavora-tori non abbiano diritto a dignità umana maabbiano abusato della tolleranza della legge.Nella vicenda di Rosarno la verità è stata mani-polata: l’opinione pubblica è stata nutrita diimmagini deformanti della realtà. In Puglia inquesti anni si è programmata e pianificata unapolitica della migrazione che ha lavorato conl’unico obiettivo di ridare dignità e futuro aimigranti, si è lavorato non soltanto contro chisfrutta illegalmente la manodopera straniera, maanche promuovendo politiche di inclusione.Purtroppo il razzismo e l’intolleranza non si fer-mano a Rosarno, ma sono un male che colpiscelungo tutto lo stivale e che, difatti, ha nel nostroPaese perfino una rappresentanza politica neipalazzi romani ed europei. Continuo a pensareche l’intolleranza, il pregiudizio ed il razzismosiano declinazioni di un concetto più ampio epericoloso: l’ignoranza.

Laura Mangialardo

Intolleranza, razzismo, scarsa capacità di dialogo e di reale integrazione. Dove sta andando il nostro paese? Quali le politiche chepromuovono inclusione e riconoscono una reale cittadinanza alle persone immigrate? Tra i respingimenti e i tentativi di costruiresocietà solidali, l'immagine di un paese che fa fatica ad accettare la diversità e di piccole realtà locali e di una regione in totale con-trotendenza, che legifera e crea servizi per contrastare lo sfruttamento e ogni forma di sopraffazione e svilimento umano.

Assessore Regionale alla SolidarietàElena Gentile

Puglia, una Regione che si fa avanti

Diversamente cittadini

Una legge per l’accoglienza delle persone immigrate, ilpiano per l’immigrazione, tre “alberghi diffusi” e reti diprima assistenza per gli immigrati della Capitanata, centriinterculturali, agenzie per l’intermediazione abitativa(ASIA), la lotta alla tratta e allo sfruttamento delle personeimmigrate, sono tra le attività messe in campo dall’assesso-rato regionale alla solidarietà in favore delle persone immi-grate

Intolleranza e razzismo declinazioni dell'ignoranzaIntervista ad Anna Cordella, responsabile dello sportello per i migranti dell’Union 3

Segue a pag.9

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Gennaio-Febbraio 2010 9DOSSIER

“Quanto maggiore è lacomplessità sociale, tantopiù pressante è l’esigenzadi individuare e convalida-re modelli di integrazionescolastica che sappianosperimentare metodologiee buone prassi da diffonde-re e consolidare”. Con que-ste parole LucreziaStellacci, direttore generaledell’Ufficio scolasticoregionale per la Puglia,commenta la complessasituazione degli alunni immigrati inPuglia. “Il compito della scuola è dieducare alla convivenza attraverso laconoscenza delle diverse identità cul-turali, a partire dalla propria, ricono-scendone i punti di interazione e diintegrazione con le altre, senza mairinunciare al confronto”.

La parola chiave è, quindi, educa-zione interculturale, che intende infat-ti favorire il confronto, il dialogo, ilreciproco arricchimento anche allaluce di differenze. L’Ufficio scolasticoregionale ogni anno, a giugno, racco-glie i dati provinciali sugli studentistranieri e ogni cinque anni redige unrapporto statistico. Ogni Ufficio sco-lastico provinciale si occupa degli stu-denti immigrati tramite il Servizio peril supporto scolastico per le politiche

studentesche, che si inte-ressa della rilevazione e delmonitoraggio degli studen-ti e che dà inoltre sostegnoe supporto agli alunni stra-nieri tramite i CentriRisorse Interculturali delTerritorio (CRIT). I CRITattivano corsi di lingua ita-liana per minori e adulti,corsi di madrelingua pernon perdere la conoscenzadella cultura di origine,brevi progetti di accoglien-

za e di supporto all’integrazione nellacomunità scolastica, con la collabora-zione di mediatori linguistici-cultura-li; formazione dei docenti sui temidell’accoglienza e dell’intercultura.Nella provincia di Lecce ci sonoCRIT a Lecce, a Gallipoli, a Tricase ea Galatina, ma nei prossimi mesi sieffettuerà una nuova ripartizione inbase al numero di alunni immigrati,presenti nel nostro territorio.

Nell’anno scolastico 2008-2009,l’esito del monitoraggio ha rilevato11.865 presenze di alunni stranieri, sui663.148 che costituiscono la popola-zione scolastica pugliese, l’1,7% deltotale. Nella provincia di Lecce sonopresenti 2.114 alunni, il 18% deglistudenti immigrati in Puglia, cosìripartiti: 344 nella scuola d’infanzia,765 nella primaria, 414 nel primogrado, 346 nel secondo grado e 245nelle scuole per adulti.

Secondo il rapporto CaritasMigrantes Puglia 2009 “le iscrizionidi alunne e alunni stranieri nell’annoscolastico 2008/2009 sono state11.534, registrando, quindi, unaumento rispetto all’anno scolasticoprecedente (10.589 iscrizioni). La per-centuale maggiore di iscrizioni vieneriscontrata nella provincia di Bari conil 44,6%. L’analisi dei dati riguardantila distribuzione nei diversi ordini egradi rileva un prevalere di iscrizioninella scuola primaria, che raggiungein valori assoluti la cifra di 4.436iscritti. Un dato ancor più interessan-te, riguarda l’aumento di iscrizioninella scuola secondaria di secondogrado, che passa da 2.217 a 2.491alunni stranieri. Questa informazionerisulta importante a livello locale, pro-prio poiché descrive un nuovo voltodell’immigrazione; un volto che cercadi decostruire gli stereotipi e i pregiu-dizi e inizia a interrogare un contesto,quale quello della scuola secondariadi secondo grado, che fino ad ogginon si era sentito fortemente coinvol-to e tanto meno messo in discussione,così com’è avvenuto per la scuola pri-maria”.

Prevalgono le iscrizioni nella scuola primaria mentre l'incremento si registra in quella secondaria

Il papa: “Un immigrato è un essere umano”

C’è un razzismo crescentenel nostro paese. Il popoloitalico, in verità, non è mai

stato campione di accoglienza,nonostante sia stato un grandepaese di emigrazione: oltre 60milioni gli oriundi italiani che oggivivono in tutto il mondo. Da unaparte, è vero, c’è un flusso conti-nuo negli ultimi decenni, neanchetanto pervasivo (7-8% della popo-lazione) di persone di altre nazio-nalità che vengono in Italia, persfuggire alla povertà e alla perse-cuzione. Dall’altra ci sono “i gransacerdoti della paura”, esponentipericolosissimi della politica e dicerta informazione serva di quellapolitica, che soffiano sulla polve-riera delle difficoltà di integrazio-ne per incassare consenso o peraumentare le vendite e l’audience.L’immigrato, così diventa perico-lo, insidia, oggetto da “respinge-re”, magari da mandare a morire inmare o nel deserto della Libia. Ecosì, mentre a Rosarno scoppial’ennesima guerra tra poveri, ali-mentata dalla criminalità e dai varileghismi, deve intervenire papaBenedetto XVI, che nell’Angelusdel 10 gennaio usa parole moltochiare: parlando del “caso dellacondizione dei migranti, che cer-

cano una vita migliore in Paesi chehanno bisogno, per diversi motivi,della loro presenza”, egli dà unaindicazione di merito, prima checristiana, elementarmente umana:“Bisogna ripartire dal cuore delproblema! Bisogna ripartire dalsignificato della persona! Unimmigrato è un essere umano, dif-ferente per provenienza, cultura, etradizioni, ma è una persona darispettare e con diritti e doveri, inparticolare, nell’ambito del lavoro,dove è più facile la tentazionedello sfruttamento, ma anche nel-l’ambito delle condizioni concretedi vita. La violenza non deve esse-re mai per nessuno la via per risol-vere le difficoltà. Il problema èanzitutto umano! Invito, a guarda-re il volto dell’altro e a scoprireche egli ha un’anima, una storia euna vita e che Dio lo ama comeama me”. L’associazione PaxChristi dà alcune indicazioni sostan-ziali rispetto a un progetto di vitapacificato: “Nella nonviolenzapotremo ritrovare la strada per unagiusta e civile convivialità delle dif-ferenze”, perché è evidente che l’e-sito finale è appunto la convivenzatra diversi non la guerra continua.Insomma, metodo e sostanza.

L. R.

Integrazione scolastica, in aumento le iscrizioni

mesi estivi dalle altre regioni perlavorare nelle campagne di raccoltaagricola tipiche della provincia fog-giana. Forte anche il lavoro sul ver-sante del contrasto allo sfruttamentodelle persone immigrate. Per treanni consecutivi è stato realizzato ilprogetto regionale “Le Città invisi-bili III” contro la tratta finanziatodal dipartimento delle pari opportu-nità e cofinanziato dalla regione. Sitratta di un progetto che è realizzatodagli enti autorizzati, in sinergia conmolteplici soggetti, pubblici e priva-ti. Al centro del progetto il consoli-damento della sperimentazione diprassi che favoriscono l’emersionedelle forme di riduzione in schiavi-tù, mediante processi di sensibiliz-zazione e consapevolezza sui feno-meni della tratta di persone e la pra-tica dell’accoglienza, fondata siasull’ospitalità abitativa che su unarete di servizi di orientamento, con-sulenza, pronto intervento, media-zione, per rendere concretamenteesigibile il diritto ad una vita digni-tosa di tutte le persone a rischio ditratta o già vittime di riduzione in

schiavitù e servitù. Molte le attivitàpreviste dal progetto. Innanzitutto ilpotenziamento dell’accoglienza edell’emersione della domanda diaiuto per consolidare un sistema dipresenza diffusa sui territori incre-mentando i servizi ad hoc, già ope-rativi: i drop in diffusi e le unità distrada.

Importante anche la continuitàdel supporto ad alcuni sportelliinformativi dei CIE e dei CARA,attraverso azioni di counselling.Prevista anche l’attivazione di casedi accoglienza transitoria (tre mesi,prorogabili per altri tre) sia peruomini che per donne vittime di trat-ta, realizzando un sistema di acco-glienze in piccoli gruppi-apparta-mento (da un minimo di tre ad unmassimo di sei persone per casa).Parallelamente si attiveranno pro-cessi formativi, in una logica diricerca-azione, di altri soggetti: leAsl, i Sindacati e alcune organizza-zioni di categoria (in primis le asso-ciazioni dei produttori agricoli).Inoltre, nella logica della ricerca-azione, proseguiranno, in continuità

col 2008, i focus group e i work-shop formativi anche con le Forze diPolizia e con il personale degli Entiche gestiscono i CARA ed i CIE, perattivare circoli virtuosi di attenzioneal fenomeno della tratta e di avvio dipercorsi di aiuto, orientamento esostegno delle vittime.

Nel corso dello scorso annosono stati rifinanziati anche i trecentri interculturali (a Foggia, a Barie a Lecce “Lecce Accoglie”).

Con questa iniziativa, laRegione intende, con la partecipa-zione attiva dei Comuni e dellecomunità locali coinvolte, far sì cheil Centro Interculturale diventiluogo vero di animazione territoria-le, di scambio culturale e di eroga-zione di attività di ascolto e di orien-tamento, oltre che di consulenza, perle persone immigrate e per i loronuclei familiari, nell’ottica dellacostruzione e del rafforzamento direlazioni sociali basate sulla recipro-ca conoscenza e il reciproco rispet-to, fra i cittadini pugliesi di vecchioe nuovo insediamento.

Serenella Pascali

Puglia, una Regione che si fa avantiSegue da Pag.8

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Gennaio-Febbraio 2010 10GIOVANI

“Il futuro non è finito”. È all’insegna di questo slo-gan che si è avviato lo scorso 19 gennaio a Bari ilMeeting Mondiale dei Giovani. I numeri sono ditutto rilievo: 1500 diplomatici e volontari che siincontrano come agenti di cambiamento. Sonoesperti di politica internazionale e giornalisti, atti-visti e coordinatori di reti nazionali e internaziona-li. Imprenditori, autorità locali e leader indigeni.Arrivano da 163 Paesi, oltre tre quarti di tutti iPaesi del mondo. E tutti dicono la stessa cosa: èpossibile costruire un futuro migliore, è possibilebloccare la tendenza alla distruzione e progettareun mondo sostenibile in una prospettiva di tempoaltrettanto sostenibile. Tanti i temi in agenda perribadire l'importanza del contributo dei giovani peraffrontare le sfide della sostenibilità in tutti i suoiaspetti: economico, sociale ed ambientale.E la città di Bari, la regione Puglia non sono uncaso. “La Puglia perché proprio qui abbiamo gusta-to l’emersione delle risorse e delle energie dei gio-vani e ne abbiamo sperimentato la potenza, contante iniziative, prime fra tutte Bollenti Spiriti ePrincipi Attivi” ha detto in apertura il governatoredella Regione Puglia Nichi Vendola. La sfida èdavvero importante: riportare all’attenzione dellapolitica una dimensione di ascolto sui grandi temi,da parte delle nuove generazioni. “Chi è diverso dame – continua Vendola – chi porta una differenza,mi porta un dono, non mi porta una minaccia.Questo è il punto che oggi dovremmo poter affer-mare. E siamo qui a testimoniare anche il senso dicolpa della politica in generale, il senso di colpa diuna politica che insegue i miti del giovanilismo manon è capace di prendere fiato ed imparare adascoltare le domande, le sofferenze, le speranze delmondo giovanile. Alla politica il compito di aguz-zare l’ingegno e recuperare la capacità di ascolto

nei confronti dei giovani troppo spesso prigionieridella prospettiva della precarietà, precari nella pro-pria attività di acrobati della sopravvivenza, quellaprecarietà che uccide l’immagine del futuro.Dobbiamo imparare ad ascoltare i giovani cheesprimono un diritto fondativo che è il diritto diimmaginare che il futuro non sia la continuazionenevrotica del presente”. Giovani anche troppo spes-so relegati nei cliché dominanti, come quello delGrande Fratello che Vendola definisce “una speciedi pedagogia dell’individualismo più stupido e vol-gare” e che oggi reclamano una competenza e unacapacità di dialogo con i vertici del mondo. Ai gio-vani del Meeting, quelli che ghermivano numero-sissimi la sala dello spazio 7 della Fiera del Levantedi Bari Vendola ha detto “siete la dimostrazione chele giovani generazioni non possono essere esiliatenella casa del Grande Fratello, perché voi nellavostra vita e nella vostra esperienza, nella passioneper l’ambiente e per la pace, per i diritti umani e perle battaglie di libertà, avete voluto aprire le finestredella vostra casa, avete voluto affacciarvi e soccor-rere chi inciampava e dire alla politica un mondosenza cuore, senza solidarietà, senza fraternità, è unmondo in cui non vale la pena di vivere, voi statecostruendo un mondo nuovo”. Che alla politica spetti il compito di valorizzare lavoce dei giovani e le loro istanze, è il punto di vistaanche del ministro della gioventù Giorgia Meloniintervenuta in apertura del Meeting a Bari. “La glo-balizzazione – ha detto in apertura il ministro – nonè la cura dei nostri mali ma non è neanche il nostromale, era, ed è, uno strumento che la politica puòscegliere di utilizzare, ma l’unica cosa che la politi-ca non può fare e che ha fatto era rinunciare algoverno della globalizzazione”. Da questo “inse-gnamento”, per la Meloni, parte il Meeting, “per

rivendicare il predominio della politica sull’econo-mia, per proclamare la necessità di governare i pro-cessi, e non rinunciare alla capacità di determinareil proprio futuro”. Il percorso va tracciato ed è cer-tamente complesso e, per il ministro, non può nonavviarsi da un presupposto fondamentale: la solida-rietà. “Questa è la stagione della solidarietà, l’unicache possa fare la differenza, che consenta di porsi ilproblema non solo di sé ma del progetto che si rap-presenta”. La tre giorni di Bari ha anticipato la celebrazionenell’estate prossima del 2010 come Anno dei gio-vani promosso dalle Nazioni Unite. Il Fifth WorldYouth Congress si terrà, infatti, dal 31 luglio al 13agosto a Istanbul e la World Conference for Youtha Città del Messico dal 24 al 27 agosto. L’iniziativa è stata voluta dalla Presidenza delConsiglio dei Ministri - Ministero della Gioventù edalla Regione Puglia insieme all’AgenziaNazionale per i Giovani.

Serenella Pascali

Dalla Puglia il via all’anno internazionale dei giovaniInaugurato a Bari il primo Meeting mondiale dei giovani che anticipa il vertice di Città del Messico. 1500 agenti di cam-biamento che arrivano da 163 Paesi per ribadire l'importanza del contributo dei giovani per affrontare le sfide della soste-nibilità. Vendola: “puntare tutto sulla fraternità, sulla solidarietà, sul cuore”

Parla l’executive director dellaorganizzazione Youth InTransit: “Nel mio paese sono

convinti che noi siamo i leader didomani ma io sono d’accordo con lalinea del meeting, noi siamo i leaderdel presente”

Sono stati scelti tra 3.963 richie-ste arrivate da 163 paesi di tutto ilmondo. Sono i delegati che hannopartecipato al Meeting Mondiale deiGiovani. Unico criterio di selezione,essere promotori di azioni di cambia-mento che, in primo luogo a livellolocale, adottano approcci innovativiper stimolare progressi in campopolitico, sociale, economico e cultu-rale. Ed è questa l’esperienza diFrancis Anyaegbu, 25 anni, senatore“verde” del Parlamento dei giovani.Per molti anni capogruppo al Senatodel Parlamento dei giovani di Abuja,oggi è executive director della orga-nizzazione Youth In Transit, dopoaver vinto una quantità impressio-

nante di premi per giovani africaniemergenti.

“Il mio impegno con le tematicheambientali è cominciato al liceo per-ché ho partecipato alle attività dellaCroce Rossa della Nigeria e da quel-la iniziativa è nato il mio impegnoperché sono stato eletto nelParlamento dei giovani dellaNigeria”. Da quella esperienza siapre la strada di Francis verso la bat-taglia dei diritti dei più piccoli equindi inizia a comporre tutte quellepolitiche di protezione, di advocacy,di promozione e di assistenza ai bam-bini. Lo stesso Francis racconta diavere le radici proprio là, in una diquelle comunità svantaggiate da cui èpartito il suo impegno. L’esperienza alui più nota, sin da piccolo, è stataproprio quella di vedere i giovaniperdersi per la miseria nelle attivitàcriminali e nella droga. “Sono statoispirato dal pensiero di Gandhi – ciracconta Francis – che ha detto il

cambiamento comincia da te e quindiho deciso di tirarmi fuori da quellasituazione e di cogliere alcune oppor-tunità di crescita con borse di studio edi dedicarmi a tutto questo”. Forte diquesta motivazione e dell’esperienzagià maturata, Francis si butta in ognioccasione che consenta di promuove-re sviluppo per i ragazzi del suopaese, fondando poi una sua organiz-zazione, la Youth In Transit. “Il lavo-ro che facciamo in Youth In Transit èproprio quello di far capire ai giovaniche sono in transizione e quindi chepossono sollevarsi da quello spazioed evolvere. Tutto il lavoro che fac-ciamo è di formazione, di avviamen-to al lavoro di formazione professio-nale e soprattutto lavoriamo sullaloro autostima in modo che si senta-no in grado di entrare in questo pro-cesso di cambiamento e di essernefautori e protagonisti”. Il lavoro svol-to in questi anni li ha resi visibili e liha messi in contatto con tutti i net-

work che si occupano di giovani;soprattutto, li ha resi visibili nellastessa Nigeria dove sono stati attivatidei programmi ad hoc su crescita,sviluppo e formazione professionale,tecnologia, imprenditoria. Per tuttaquesta attività, per il suo impegno,Francis è stato riconosciuto comeleader dei giovani nel suo paese epremiato. “Quello che voglio capiredurante questo meeting e portare nelmio paese, è come si rafforza la par-tecipazione dei giovani nel processodi decisione. Nel mio paese sonoconvinti che noi siamo i leader didomani ma io sono d’accordo con lalinea del meeting, noi siamo i leaderdel presente. Se non siamo responsa-bili delle scelte di oggi, non potrem-mo essere responsabili di quelle chequalcun altro avrà fatto per noi e chequindi ci porteranno da qualche altraparte domani: dunque è importanteessere protagonisti del processooggi”.

Francis Anyaegbu (Nigeria): “Siamo noi i leader del presente”

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Gennaio-Febbraio 2010 11DISABILITÀ

Nuove direzioni per il Comitato Italiano Paraolimpico

Alivello nazionale inquesto periodo ci sonoprofondi rinnovamenti

che interessano l’organizzazio-ne del CIP, Comitato ItalianoParaolimpico. Per avere chiarimenti sullenovità nell’organizzazione delCIP, ci siamo rivolti ad AntonioVernole, tecnico fondatore epresidente per due mandati, oradelegato provinciale delComitato a Lecce.Da dove nasce l’idea del CIP?L’idea venne in un centro riabilitativo Inailall’inizio degli anni ‘60. Si fondò l’Anspi(Associazione Nazionale Sport ParaplegiciItaliani) nel ‘72, poi la FISH (FederazioneItaliano Sport Handicappati) riconosciutadal Coni nel ’81. Pochi anni dopo la FISD(Federazione Italiano Sport Disabili) èentrata effettivamente a farne parte del Coni.Nel 2003 divenne CIP, una delle quaranta-due Federazioni del Coni, che oggi si occu-pa delle Paraolimpiadi e di agonistica adalto livello. L’idea era quella che lo sport poteva essereusato sicuramente come terapia, ma ancheper aiutare le persone disabili e quelle svan-taggiate ad uscire dall’isolamento e dall’e-marginazione. La pratica sportiva avrebbepermesso loro di rendersi più indipendenti,di vivere con gli altri, provando tutte le emo-zioni collegate allo sport.Che ne pensa dell’apertura di sezioniparaolimpiche nelle Federazioni SportiveNazionali?

È sicuramente un’ottima cosa, unmodo di stare insieme.L’obiettivo del CIP è quello di faruscire dall’isolamento i più svan-taggiati. Che c’è di meglio chefare sport insieme? L’obiettivo daqui a quattro anni è raggiungeretutte le Federazioni Nazionalipossibili. Il CIP ha scelto di affi-dare all’esterno compiti e compe-tenze entro confini ben precisi:così devono essere lette le dele-

ghe alle Federazioni Olimpiche.Qual è la situazione nella nostra provin-cia?Per statuto uno degli obiettivi del CIP è pro-muovere la pratica agonistica, amatoriale eludico-motoria di sportivi con disabilità,garantendo le massime condizioni di ugua-glianza e pari opportunità su tutto il territo-rio nazionale.Quando sono arrivato a Lecce ero moltofiducioso su come avrei potuto cambiare lasituazione. Si è fatto subito un progetto dimonitoraggio e si sono costituite altre ottoAssociazioni Sportive. Ma la situazione nonè cambiata. Lecce è molto indietro: i ragaz-zi fanno sport solo come terapia e non perfare gruppo, per socializzare. Ad eccezionedel basket in carrozzina e in parte del nuoto,utilizzato però come riabilitazione, gli altrisport non esistono.Oltre un ritardo culturale sull’importanzache il Coni può assumere sul territorio, vi èuna carenza di impianti e, ancor più grave,di attrezzature.

Sara Beaujeste D’Arpe

Nella provincia di Lecce ancora tanto da fare. Intervista al delegato provinciale del Comitato Antonio Vernole

La Puglia vara la leggesulla non autosufficienza

Mette a sistema una serie di interventi già sperimentati negli ultimi anni. Soprattuttoconsente di raccordare e integrare le politiche

per razionalizzare la spesa e potenziare i servizi territoriali e domiciliari

Formazione subacquea per ragazzi non vedenti

Anche l'associazione “AlbatrosProgetto Paolo Pinto” partecipa allaFiera Internazionale della Suba-

cquea, che si svolge a Bologna dal 12 al 15febbraio, un'occasione importante attraversocui l'associazione intende promuovere e dif-fondere quanto più possibile le proprie ini-ziative, promosse con l'obiettivo di migliora-re la qualità della vita di persone non veden-ti e ipovedenti e favorire la loro integrazionesociale. In particolare l'associazione è impe-gnata nel promuovere una nuova metodolo-gia didattica per l'insegnamento dell'immer-sione subacquea a persone non vedenti. Leattività dell'associazione si concentrano sianel formare istruttori e guide per accompa-gnare sott'acqua persone non vedenti sia nelfar diventare subacquei gli stessi ragazzi non

vedenti. Ad oggi i corsi, avviati nel 2006,hanno portato alla formazione di circa 40persone, in età compresa tra i 15 e i 40 anni.La novità radicale di questa metodologiaconsiste essenzialmente in un'impostazionerivoluzionaria che – con un'adeguata forma-zione del corpo docente – riesce a soddisfarein ogni fase un principio di “autonomia con-sapevole” della persona non vedente e, alcontempo, di autentica “conoscenza ambien-tale” da parte sua. In pratica, si tratta di raggiungere l'obiettivodi considerare il non vedente non più solotrasportabile passivamente sott'acqua, bensìprotagonista assoluto di sé stesso in immer-sione, con l'apporto del suo accompagnatorelimitato al solo ruolo che il cane-guida hanella vita di tutti i giorni.

Sara Mannocci

La porta avanti dal 2006 l'associazione “Albatros Progetto Paolo Pinto”. Formate circa quaranta persone

In Puglia, secondo l’Istat, sono 723.876 le personeanziane al 31 dicembre 2007, cioè il 19,7% dellapopolazione totale residente e di queste 340.000,

cioè circa il 48%, sono i cosiddetti “grandi anziani”,cioè gli anziani ultrasettantacinquenni. Sempre secon-do i dati Istat, le persone pugliesi con disabilità (tra i 6e i 74 anni) sono circa 97.000. Inoltre in Puglia le per-sone che percepiscono servizi di assistenza continuati-va (ADI, RSA, RSSA, riabilitazione) sono solo il 3,5 %degli anziani residenti contro il 7,9% del valore medionazionale.

Sono i dati da cui ha preso le mosse la legge perl’“Istituzione del fondo regionale per il sostegno dellepersone non autosufficienti e i loro nuclei familiari”approvata ai primi di febbraio in Consiglio regionale.La norma che si compone di 11 articoli, consente diconsolidare le politiche regionali per le non autosuffi-cienze, di rafforzare la rete delle prestazioni socialidomiciliari, sanitarie e integrate, migliorare l’appro-priatezza nel ricorso alle prestazioni residenziali esemiresidenziali, nonché alle prestazioni ospedaliere.La legge permette anche di mettere a sistema sul pianoorganizzativo, finanziario e gestionale, tutti gli inter-venti assicurati alle persone non autosufficienti e alleloro famiglie negli ultimi anni. Tra questi, la creazionedi punti per l’accesso unico integrato al sistema, conresponsabilità condivise tra Comuni e Asl, la modalitàdi presa in carico delle persone non autosufficienti perla definizione di progetti di assistenza individualizzati,l’individuazione dei servizi e delle prestazioni che con-corrono alla costruzione di percorsi assistenziali, l’in-troduzione di luoghi e strumenti per il monitoraggio ela valutazione delle politiche per le non autosufficien-ze.

Elemento fondamentale della legge, la razionaliz-zazione della spesa per il conseguimento di risparmi eil successivo reinvestimento degli stessi nelle presta-zioni di assistenza sanitaria e sociosanitaria territoriali.La legge, che non ha una dotazione finanziaria propria,gode di una confluenza di fondi: dalle risorse del fondonazionale per la non autosufficienza, alle risorse delfondo regionale per gli assegni di cura, da una partedelle risorse del fondo sanitario regionale destinate aiservizi sociosanitari per le persone non autosufficienti,dalle risorse del fondo nazionale e del fondo globalesocio assistenziale regionale destinate alla non autosuf-ficienza, oltre che da eventuali altre risorse come, adesempio, le quote premiali sull’ADI.

“L’offerta di servizi, sia di carattere domiciliare siadi carattere residenziale sociosanitario, è fortementecarente su tutto il territorio regionale – spiega l’asses-sore regionale alla solidarietà sociale Elena Gentile. Daqui la necessità di concertare le risorse per accrescerel’offerta di prestazioni sociosanitarie a carattere domi-ciliare, semiresidenziale e residenziale, ma anche diaccrescere il grado di appropriatezza delle prestazioniper le persone non autosufficienti, che attualmentedrena una quota significativa di risorse verso l’assi-stenza ospedaliera”.

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Far crescere il comune senso diresponsabilità civile, concor-rendo in modo fattivo allo

sviluppo della legalità: è questo unodegli obiettivi del protocollo d'inte-sa che ad inizio gennaio è statosiglato tra il Csv Salento e l'associa-zione Libera. L'accordo parte dallaconsiderazione che sia necessariauna campagna di sensibilizzazioneed educazione territoriale tesa a svi-luppare competenze in materia dicontrasto alla criminalità ed allaillegalità, collegate anche a fenome-ni di devianza e disagio sociale. Unprimo fondamentale impegno chesegue all'accordo si concretizzerànel realizzare una rete di azioni,relazioni e conoscenze per consenti-re un pronto utilizzo dei beni confi-scati alle mafie a livello provinciale,coinvolgendo il volontariato – nellospecifico ben 600 associazioni sulterritorio – e la società civile. Se l’u-

tilizzo dei beni confiscati alle mafieè un indicatore di crescita di unacomunità alternativa alle mafie edunque la prova reale del processodi cambiamento in atto nelle terre dimafia e di quanto, gli enti locali e leistituzioni tutte, favoriscano lacostruzione di capitale sociale e disenso civile sui propri territori, quel-lo che si accingono a fare CsvSalento e associazione Liberarisponde senza esitazioni ad un ter-ritorio che vuole rendere evidente ilcambiamento nel segno della legali-

tà. La questione dell’utilizzo deibeni confiscati, quindi, non riguardain modo esclusivo la parte dei citta-dini che si occupano di legalità.Riguarda più in generale il tessutoculturale e sociale, di vita di tutta lacittadinanza.

Per questo il protocollo d'intesacon Libera va nella direzione diazioni non solo per coinvolgere esensibilizzare le associazioni divolontariato, ma anche per imposta-re percorsi di crescita condivisa e di

formazione, con l'obiettivo di edu-care alla legalità un territorio chespesso nelle più banali situazioni delvivere quotidiano rischia di metterein atto modalità molto prossimeall’illegalità o alla mafiosità. Da quidunque l’esigenza, condivisa all’in-terno del protocollo, di promuoverecorsi di formazione aperti alle asso-ciazioni di volontariato sui temidelle mafie e del loro contrasto, ini-ziative di sensibilizzazione - comeoccasioni pubbliche per dare impul-so alla partecipazione a bandi pub-blici e privati per l'educazione allalegalità e l’utilizzo dei beni confi-scati alle mafie – e di favorire lapubblicazione e/o la stampa sui pro-pri bollettini cartacei ed on line dinotizie tematiche. Ma l’attenzioneche le due organizzazioni intendonorivolgere, non coinvolge solo gliassociati o quanti sono vicini alletematiche affrontate. Tra gli obietti-vi del protocollo, infatti, c'è anche laproduzione di materiali illustrativisul tema dei beni confiscati in parti-colare diretti alle istituzioni e ai sog-getti del terzo settore, con specificoriguardo alle associazioni di volon-tariato. L’iniziativa che parte inmaniera sperimentale in Puglia conil Csv Salento coinvolgerà prestotutto il volontariato pugliese.

Sara Mannocci

Gennaio-Febbraio 2010 12

Beni confiscati alle mafie: intesa tra Csv Salento e associazione Libera

Dall'accordo azioni per educare alla legalità e consentire un pronto utilizzo per scopi sociali dei beni confiscati

LEGALITÀ

Immobili confiscati: 35 nel Comune di Lecce

Secondo quanto risulta daidati di competenza dell'Agenzia del Demanio i

beni immobili confiscati alla cri-minalità organizzata si possonodistinguere in tre categorie: ibeni destinati e consegnati sonoquelli trasferiti ai Comuni di rife-rimento ed effettivamente iscrittiai relativi patrimoni immobiliari,quelli destinati ma non conse-gnati sono i beni che sono statidestinati da parte dell'Agenziadel Demanio a far parte del patri-monio dei Comuni di riferimen-to, infine i beni in gestione aldemanio sono quelli che, dopo ilprovvedimento di confisca defi-nitiva, diventano di titolarità delDemanio

Al 30 giugno del 2009 erano705 gli immobili confiscati allacriminalità organizzata sull'inte-ro territorio pugliese, di cui 81nella provincia di Lecce, 35 nelcomune salentino. Di questi 81risultano 41 quelli “destinati e

consegnati”. Il numero maggiore di questi

beni, nell'area provinciale, risultacollocato nel Comune di Lecce,che conta 14 immobili iscritti alpatrimonio. Segue Ugento con 8immobili. Il Comune di Lecceconta anche 19 immobili di tito-larità del demanio, e 2 destinatima non consegnati. A livellodella provincia di Lecce, oltre ai41 beni destinati e consegnati,risultano 30 quelli in gestione alDemanio e 10 quelli destinati manon consegnati.

Per quanto riguarda le azien-de confiscate, sono 41 nell'interaregione Puglia, 9 nella provinciadi Lecce di cui 5 a Lecce, 3 aRacale e 1 a Squinzano. Delle 9aziende a livello provinciale, 2risultano in gestione al Demanio,7 destinate da parte del Demanioa far parte del patrimonio deiComuni di riferimento.

Sara Mannocci

I dati dell'Agenzia del Demanio. Sono 81 gli immobilisottratti alla criminalità nell'intera provincia

La “criminalitàper bene”

Nel 1991 una bombamediatica scoppiò tra ipalazzi del potere nei

paesi in provincia di Lecce. SacraCorona Unita e politica avevanostretto un legame fatto di scambidi favore, voti, interessi economi-ci. A distanza di quasi 20 anni,questa terra che non contiene in sésicuramente una mentalità mafio-sa, conserva però uno dei suoiaspetti: il non voler vedere. Unapiccola Italia, fatta di spaccio didroga, di appalti truccati, diimprenditori mafiosi arrivati aglialti livelli della politica.Dai datiraccolti nel rapporto 2008 dellaDIA, Dipartimento InvestigativoAntimafia, emergono soprattuttol’estorsione e i danni che da essaderivano, come incendi e distru-zioni di attività imprenditoriali,

ma anche interessi della crimina-lità legati alla droga e all’usura.

Il Salento ha goduto ancorauna volta della sua posizione geo-grafica sfruttandola anche per inuovi risvolti criminali con lospaccio internazionale di hashish,marijuana, cocaina, sfruttamentodei migranti, soprattutto delledonne per la prostituzione.

Quello che però, spaventa piùdi ogni altra cosa è quella formaaggravata di omertà che dominanon tanto la cittadinanza ma chidovrebbe esserne a guida. La col-lusione tra le amministrazioni e lacriminalità resta, infatti, il datoinquietante e che viene fuori certa-mente non dal sistema mediaticoma da dati di fatto.

Laura Mangialardo

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Gennaio-Febbraio 2010 13

Contro la crisi un fondo per il microcreditoPOVERTÀ

Èormai evidente che la gravecrisi internazionale che da unanno e mezzo sta mettendo in

ginocchio soprattutto il mondo dellavoro, ha riflessi ancora più dram-matici per le regioni del Sud e, inparticolare in Puglia, per il territoriodel Capo di Leuca. La vicendadell’Adelchi, l’azienda del calzatu-riero di Tricase, con circa 500dipendenti alle soglie ormai dellicenziamento, dopo anni di ammor-tizzatori sociali, dimostra come laglobalizzazione dei mercati crei

convenienze ed opportunità nuoveche gli imprenditori sfruttano a loromodo, senza tenere conto dei vinco-li sociali e dei destini umani e pro-fessionali di tante persone.

In questo delicato momentoeconomico, la diocesi di Ugento-S.Maria di Leuca, attraversol’Ufficio della Pastorale Sociale edel lavoro e la Caritas, segue congrande attenzione l’evolversi dellevicende e cerca, nel suo piccolo, distimolare le istituzioni e le forzesociali a trovare soluzioni alle diver-se crisi in atto. Considerando chequest’anno pastorale diocesano èdedicato all’approfondimento delladottrina sociale della Chiesa, acominciare dal periodo quaresimale,mons. Vito De Grisantis, vescovo diUgento, metterà a disposizione unfondo per il microcredito per ilsostegno alla creazione di nuove ini-ziative imprenditoriali da parte digiovani o di adulti che hanno persouna precedente occupazione.L’esperienza messa in cantiere dalladiocesi nasce dal progetto Policoro(un progetto della Cei per l’occupa-zione giovanile) che si sviluppa inPuglia, Basilicata, Campania,Calabria.

“Il fondo parte da una sommainiziale messa a disposizione dallastessa diocesi, dall’Ambito territo-riale di Gagliano del Capo e da alcu-ni istituti bancari, in specifico BancaPopolare Pugliese e Banca Prossima– sottolinea don Lucio Ciardo – e esarà incrementato da una specificaraccolta di fondi che a partire daiprossimi giorni interesserà tutte le

parrocchie della diocesi. Questa ini-ziativa è già presente nel territorio diAndria come progetto Barnaba, chefino a questo momento ha datobuoni frutti Il progetto sarà operati-vo dunque già dal periodo pasquale(per informazioni tel. 0833-531072). Questa iniziativa si affian-

ca a quella del “Prestito dellaSperanza”, attivata dalla ConferenzaEpiscopale Italiana, come rispostaall’emergenza economica ed alledifficoltà delle famiglie in cui ilpadre o la madre ha perso un lavoroin conseguenza della crisi.

Sara Mannocci

Sarà operativo da Pasqua il progetto promosso dalla diocesi di Ugento-S.Maria di Leuca. Il fondo sarà attivo per sostenere nuove iniziative imprenditoriali

Il microcredito, strumento contro la povertà

Si deve al “banchiere dei poveri” Yunus la diffusione dellostrumento finanziario. Alla base non garanzie reddituali marelazione e fiducia

La diffusione in epocamoderna dello strumentofinanziario del microcredito

è da attribuire a Mohammed Yunus“il banchiere dei poveri”, nonchèProfessore di Economia dell'Uni-versità di Chittagong, in Bangla-desh, insignito del premio Nobelper la Pace. Yunus fu capace di tro-vare una soluzione alla condizionedi non bancabilità di molti sui con-nazionali che versavano in condi-zioni di estrema povertà, spessodovuta a calamità naturali. Ciriuscì dando loro la possibilità diprendere a prestito piccole sommedi denaro (da qui la parola micro)per avviare o sviluppare un'attivitàdi lavoro imprenditoriale. Yunusfondò nel 1976 la Grameen Bank(Banca di Villaggio) per superarel'approccio tradizionale che le ban-che utilizzano per erogare credito,basato sulle garanzie reddituali,

patrimoniali e finanziarie. Il suc-cesso del microcredito si basa sullaresponsabilità della persona cheviene finanziata e sul processo direlazione e di fiducia che sicostruisce tra le parti. Inizialmenteil microcredito veniva erogato afronte di una garanzia solidale pre-stata dal gruppo cui apparteneva ilbeneficiario. Tutto il gruppo eraobbligato nei confronti del presta-tore. Ora a questa dinamica viene spes-so affiancata l'offerta di creditoindividuale che non prevede la par-tecipazione di un' intero gruppo. Ilmicrocredito oggi si sta sviluppan-do anche nei paesi cosiddetti svi-luppati che hanno imparato lalezione di Yunus e hanno avviatol'importazione di tale pratica,invertendo il tipico flusso Nord-Sud su cui si basa la cooperazioneallo sviluppo.

Creare e rafforzare reti di solidarietà sulterritorio, capaci di ascoltare famigliein condizioni di bisogno. Questo l'o-

biettivo primario che porta avanti il Bancodelle Opere di Carità di Puglia, costituito uffi-cialmente come tale circa un anno fa. “Sonocirca 26mila le persone a cui cerchiamo diandare incontro attraverso gli enti caritativiche aderiscono al Banco – dice don LucioCiardo, parroco di Tiggiano –. Supportiamoanche i Comuni che ci chiedono aiuto nell'af-frontare la povertà alimentare”. Proprio illavoro svolto negli anni prima della costitu-zione ufficiale del Banco di Puglia - attraver-so le Caritas, gli istituti di suore, le aziendeagroalimentari e i piccoli mercati, e anche leBanche popolari pugliesi – sarà al centro del

convegno “Lotta alla povertà con la culturadel dono”, in programma per il 18 febbraio adAlessano. Un appuntamento importante che serviràanche a promuovere la raccolta alimentare delprossimo 6 marzo. “Sul territorio sono andatecrescendo via via una cultura e una sensibilitàche hanno permesso di raggiungere ottimirisultati – precisa don Ciardo. Va sottolineatoil progressivo coinvolgimento delle aziendeagroalimentari, sono già sette-otto quelle chesostengono mensilmente il Banco. Si tratta di mettere a disposizione prodottiinvenduti prossimi alla scadenza ma nonancora scaduti e quindi perfettamente utilizza-bili, che altrimenti spesso non farebbero altroche finire in discarica. Ci tengo a sottolineare

anche l'importanza dell'impegno dei volontaridurante le giornate delle raccolte. Anche perquesta edizione di marzo ci sarà una rete disupermercati aderenti all'iniziativa presso cuii cittadini potranno fare la spesa e donare pro-dotti”. La sede centrale e di riferimento per la Pugliadel Banco è ad Alessano (nella sede acquisitagrazie al Vescovo De Grisantis attraverso ifondi dell'8 per mille per le opere di carità), aSquinzano, in via Stazione 16, si trova inveceun altro deposito-centro distribuzione. Per contatti: 0833-714105, www.bancodelleo-peredicarita.it, [email protected].

Sara Mannocci

La cultura del dono, strumento per affrontare la povertàAd Alessano una riflessione sul Banco Opere di Carità di Puglia in attesa della raccolta alimentare di marzo

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Gennaio-Febbraio 2010 14SALUTE

La situazione italiana riguardo lasanità non è rosea, ma quella deipugliesi e dei salentini com’è?Se il Tribunale del malato esiste, unmotivo c’è. Il primo bene comune è lasalute però intorno ad esso si sonosviluppati interessi di lobby, di partiti,di categorie. Non metterei tutto nelcalderone della malasanità perché nelmezzo c’è una sanità che funzionabene. Per esempio, il PresidenteVendola ha favorito la partecipazionecivica a partire dal Piano sanitarioregionale partecipato, al PAL ,all’Audit Civico con ruolo attivo delleassociazioni di tutela. Tuttavia ci ritro-viamo ad avere una sanità gestita daun enorme esercito di generali masenza nemmeno un soldato.Molto spesso si fa ricorso alle clini-che private o a viaggi nel nord Italiaper ricevere cure migliori, è neces-sario o il servizio sanitario pubblicopugliese è efficiente ma vittima diuna cattiva comunicazione?Spesso questi viaggi non sono giustifi-cati. Quello che però fa più rabbia èche nei nostri ospedali pugliesi e salen-tini ci sono grosse professionalità chenon hanno nulla da invidiare al nordItalia, ma mancano un’adeguata orga-

nizzazione sanitaria e strumenti. Cisono medici che non sono messi nellacondizione di lavorare adeguatamente.Ritengo che ci sia non solo una cattivacomunicazione, dal momento chemanca un’adeguata informazione suiservizi sanitari erogati dalle nostreASL, ma un’ assenza assoluta dellacarta dei servizi, disorganizzazionediffusa forse perché nel torbido ognu-no può pescare il proprio tornaconto. Quali sono le maggiori richieste chegiungono al Tribunale per i dirittidel malato?Molte lamentele riguardano i malatipsichiatrici e i diversamente abilianche per la carenza di cure riabilitati-ve, le pensioni di invalidità come per imalati di SLA, tetraspastici, paraple-gici che subiscono enormi disagi esono vittime del caos gestito da diri-genti che vengono lautamente pagaticon i nostri soldi.Quello che manca a volte è l’umaniz-zazione che non comporta costiaggiuntivi per la sanità, ma darebbeluce al lavoro egregio di tanti operato-ri sanitari che operano senza agevola-zioni di partito.I nemici dei cittadini continuano adessere la mancanza di una cultura

della sicurezza e la disorganizzazione.Il cittadino malato non può essere vit-tima degli effetti di conflitti professio-nali e organizzativi.Crede che il cittadino abbia consa-pevolezza dei propri diritti o nutrauna forma di rassegnazione nei con-fronti dei soprusi subiti?Oggi più di ieri il cittadino è consape-vole di avere diritti e doveri che vannorispettati: spesso egli diventa vittimadel cattivo funzionamento dei servizie allora si ribella. Occorre mettere in campo strategie eazioni per migliorare i percorsi sanita-ri, come è avvenuto al V. Fazzi diLecce con il progetto sull'accoglienzasanitaria” ideato e promosso daCittadinanzattiva – TDM e finanziato

dall’ASL LE, grazie alla sensibilitàdel direttore generale dr. GuidoScoditti. Per il progetto operano 3 collaboratri-ci di Cittadinanzattiva, di cui unadiversamente abile, e nel 2009 sonostate soddisfatte 15.333 richieste diinformazioni e 8.443 accompagna-menti di utenti. Un altro segno tangibile del processodi umanizzazione intrapreso dall’ASLLE, grazie al direttore generale dr.Scoditti, è stata la realizzazione, acosti zero, del progetto “Chi ha menopuò dare di più” i cui protagonistisono un gruppo di ragazzi down chedal 1° ottobre 2009 hanno ripreso illoro lavoro da volontari.

Laura Mangialardo

Mala sanità o mala comunicazione?Tante professionalità, poca organizzazione: il quadro sulla sanità pugliese nelle parole di Anna Maria De Filippi,

responsabile regionale del Tribunale del Malato

Si è trasformato in una casa diaccoglienza per i familiari deimalati lungodegenti l'albergo

Stella d'Oro di Tricase. E' stata la dio-cesi di Ugento-Santa Maria di Leuca avolere fortemente che l'albergo- risto-rante situato a pochi metri dall'ospe-dale “Cardinale Giovanni Panico”diventasse un luogo in cui accogliere ifamiliari non residenti di pazienticostretti a degenze protratte sopratuttoper il trapianto di midollo osseo o percure oncologiche.

Con i fondi dell'otto per milledestinati alla carità, la diocesi haacquistato la struttura ribattezzandola“Casa Orizzonti di Accoglienza”, ope-rativa dal 13 gennaio scorso, al fine dioffrire accoglienza, conforto e speran-za ai familiari degli ammalati. "E’un’opera grande di carità e direi anchedi tenerezza – dice il vescovo mons.Vito de Grisantis, promotore dell’ini-ziativa – nei confronti di famiglie,quelle degli ammalati, che vivono lagravità del momento in cui la soffe-renza bussa alle porte e, naturalmente,anche al portafoglio. E la Chiesa, cheè Madre premurosa, non può non

venire incontro a questi bisogni".Ancora una volta, il vescovo diUgento si è mostrato attento alle esi-genze della propria terra e pronto adintervenire con azioni concrete di soli-darietà. I familiari dei malati sarannoospitati in stanze da uno a tre letti,completamente arredate, ci sarà anchel’ uso cucina e un salone per le riunio-ni. Gli stessi potranno usufruire dellastruttura dando un minimo contributogiornaliero, solo se possono, che saràutilizzato unicamente per la gestione.

La struttura è affidata ai volontaridell'associazione Orizzonti diAccoglienza, nata nel 2006 pervolontà dell'Associazione VolontariOspedalieri di Tricase, della Caritasdiocesana e della Pia FondazioneCardinale G. Panico proprio con l'o-biettivo di venire incontro a tutti colo-ro che, a causa della malattia dei pro-pri cari, sono costretti a trascorrere deiperiodi lunghi lontani dalle propriecase. L'associazione ha potuto operaresinora in un appartamento preso inaffitto nei pressi dell'ospedale, ospi-tando in questi anni circa 571 persone.“L'appartamento preso in affitto – sot-

tolinea Don Giuseppe MartellaParroco della Parrocchia “Cristo Re”in Marina di Leuca e consigliere del-l'associazione - contava soltanto 10posti letto, troppo pochi per le richie-ste che ci giungevano. Da questomomento, grazie all'iniziativa delladiocesi saremo in grado di risponderein maniera più puntuale ai bisognidelle tante famiglie che giungono aTricase a causa della malattia di unproprio caro e portare un aiuto a tantepersone che vivono nella sofferenza”.

Valentina Valente

Una casa di accoglienza per i familiari degli ammalatiAcquistato dalla diocesi di Ugento un ex albergo

per accogliere e sostenere i parenti dei malati

Segue da Pag.1 Fermiamo i cecchini dei volontari

fare i conti) su campagne effettuateda volontari ambientalisti in colla-borazione con le istituzioni, e inve-ce di prendersela con chi inquina sela prendono con i volontari, chehanno la sola colpa di “fare”; cisono finti volontari, che mettono ingiro calunnie sperando così dirimanere da soli a mettere le mani– come hanno sempre fatto – sullepoche risorse che le Istituzioniancora mettono a disposizione(conosciamo volti e nomi di questisciacalli). Certo, non lo nascondia-mo, ci sono anche volontari che nelloro agire sbagliano, spesso inbuona fede, e vanno puniti.

Come ci sono medici che fanno

cattive diagnosi e fanno morire ipazienti o che intascano parcelleesorbitanti; ci sono ingegneri chefanno male i calcoli, o archeologiche non capiscono un fico seccodel patrimonio salentino, o i solitipolitici che intascano tangenti, ouomini delle forze dell’ordine chericattano.

C’è bisogno di una ribellionemorale contro il cinismo, l’igno-ranza e l’egoismo. Oltre l’80%degli italiani, come emerge dall’ul-timo rapporto Eurispes, si fidanodel volontariato. Non permettere-mo ai cinici, agli ignoranti, agliingordi di scalfire il valore delvolontariato e dei veri volontari.

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Per i genitori avere in casa duefigli in fase adolescenziale edoversi relazionare continua-

mente con loro non è un’impresafacile. Per quanto madri e padri siattrezzino preventivamente perimpedire o cercare di controllare lecontinue rivendicazioni attraversol’offerta di pari opportunità, i litigicontinuano ad imperversare. Essiinfatti vanno via via connotandosisempre di più come un campo di bat-taglia dove si evidenziano, quindi simisurano in maniera sempre piùoggettiva, l’attenzione che il genito-re riserva a ciascuno dei figli, l’amo-re che dimostra verso l’uno o l’altro,la fiducia che ha riposto nel più pic-colo o nel più grande.

Il più grande dei due figli ritienequasi sempre ingiusto che il fratelloottenga con grande facilità ciò che alui è costato “lacrime e sangue”. Ilpiù piccolo invece ritiene, quasisempre, che i genitori prestino moltapiù attenzione al primogenito che alui. Insomma sono entrambi scon-

tenti fino al momento in cui trovanoun terreno comune per allearsi con-tro i due genitori. Ed alla fine madree padre, esausti ma non convinti,cedono e concedono. L’importante èriuscire a zittire i due giovani.Magari si possono tentare dei barattiin cambio del sì, come ad esempioordinare la cameretta, mettere un po’d’ordine nel garage, essere più pun-tuali a cena, non aspettare la notteper fare i compiti, aiutare la madre aportare le pesanti borse della spesa,cose che ovviamente i due fratelliprometteranno e dimenticherannonello stesso istante. Non scorderan-no però di fare un patto di ferro traloro per uscire e rientrare a casainsieme, pur sapendo che il tempofuori casa lo passeranno ognuno coni suoi amici. Così facendo la rivalitàcontinua anche fuori casa. In realtàquesta competizione ha esiti positivise i due fratelli la usano come pale-stra relazionale, mentre può avereesiti negativi se essa si basa su unirrisolto desiderio di avere più atten-

zione da parte di mamma e papà. Larivalità tra fratelli assume quinditinte drammatiche, cioè contrapposi-zioni estreme, solo quando alla basec’è la gelosia per l’attenzione, vera opresunta, che l’altro fratello ricevamolto di più di quanto si è disposti asopportare. La strada giusta per igenitori è accettare questo esamepuntiglioso e sapere che forse è veroche si hanno delle preferenze. Mache non si può farci nulla perchévengono da un mondo emotivo pococontrollabile. Allora i figli impare-ranno che le differenze ci sono.Vanno tollerate e servono a crescere.

Luigi Conte

Gennaio-Febbraio 2010 15

Gennaio-Febbraio 2009 – Anno V - n.37Iscritto al n. 916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Redazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Luigi Conte, Sara Mannocci, Sara D’Arpe, Daria Caione, Laura Mangialardo, Luca Spagnolo

Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di Lecce

Direttore Responsabile: Luigi Russo

sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - LecceTel. 0832.392640 – Fax 0832.391232 – Direttore: 3356458557

Stampa: SERAFINO ARTI GRAFICHE - TRICASE Tel e Fax 0833 541866

www.csvsalento.it [email protected]

GIOVANI

Servizio Civile Nazionale: ecco il nuovo bando

In estremo ritardo, rispetto la tradi-zione consolidata negli anni pre-cedenti, l'Ufficio Nazionale per il

Servizio Civile (UNSC) apre i termi-ni per la presentazione dei progetti diServizio Civile che andranno a realiz-zarsi a partire dalla fine del 2010. Iltesto di riferimento per la scrittura deiprogetti è il prontuario presentatoapprovato il 4 novembre 2009. Fermorestando che il CSV Salento comeogni anno offre un servizio di consu-lenza per la redazione dei progetti, aseguire si evidenziano alcuni elemen-ti fondamentali per impostare la reda-zione di progetti competitivi per l'ap-provazione:

L'ideaIl progetto di Servizio Civile pro-

pone un'ente che decide di intervenirein un dato contesto, per offrire un ser-vizio alla comunità, in genere peraffrontare alcune situazioni proble-matiche, mobilitando il proprio perso-nale e con il supporto dei volontari inSCN Il progetto, quindi, non lo realiz-zano i volontari del SCN, ma lo fal'associazione! Le attività per rag-giungere gli obiettivi devono essereequamente commisurate fra compitiche spettano al personale dell'associa-zione e compiti che spettano al volon-tario. Il volontario non può assumerecompiti che per i quali l'assoociazionenon dispone già di proprio personale.In altre parole, il progetto proposto

dovrebbe potersi realizzare anchesenza la presenza dei volontari e ivolontari possono unicamente incre-mentare la potenzialità degli obiettiviraggiungibili.

Sicuramente la vostra associazio-ne può offrire ai volontari un'espe-rienza importante e ha le conoscenzee gli strumenti migliori per realizzareil progetto, ma tutto questo chi valutanon lo sa! Non basta saper fare, biso-gna anche convincere di saper fare. Eper convincere bisogna saper tradurrebene su carta le vostre potenzialità.

Chi siete è importante ma nonfondamentale: l'associazione deveesser descritta mediante poche impor-tanti notizie. Non servono curriculumchilometrici. Perchè è importanterealizzare quello che voi proponete?Fondamentale è la descrizione dellasituazione su cui volete intervenire,ma ricordate, chi valuta i progetti,deve leggerne almeno altri 300!Fornire informazioni sintetiche edimostrabili (citando le fonti). Se ilvostro progetto si svolgerà sul territo-rio del vostro comune, non servonodati che parlano della provincia, opeggio ancora della situazione nazio-nale.

Cosa potete realizzare effettiva-mente? Non serve sbalordire conobiettivi eclatanti. Nessuno chiedealla vostra associazione di risolvere iproblemi della società. Indicare obiet-

tivi realistici fa guadagnare punteggionella valutazione di coerenza

Le personeIl progetto lo realizza l'associa-

zione con il supporto dei volontari enon i volontari per conto dell'associa-zione. Bisogna quindi dimostrare chel'associazione è in grado di proporreattivamente nella realizzazione delleattività, personale con competenzeadeguate ai compiti che si devonosvolgere per raggiungere l'obiettivo eda cui, i volontari che li supportano,possano imparare a fare.

Gli strumenti e le attivitàI volontari ci mettono l'impegno.

L'ente ci deve mettere tutto quello cheserve perchè i volontari possanoimparare a fare e possano lavorare nelrispetto delle condizioni di sicurezza,con i supporti strumentali adeguati edesclusivamente per i compiti che sipropone loro di eseguire. Non ci sonoattività migliori o peggiori, ma attivi-tà che si possono o non si possonofare. Proporre attività che non sonocompatibili con i fini del ServizioCivile pensando di far svolgere poicompiti diversi, non solo è moralmen-te scorretto, ma è anche un reato per-seguibile dallo Stato.

Quando e cosa presentare:I progetti devono giungere alla

Regione Puglia entro il 2 marzo 2010.Detta data non è da intendersi comedata di spedizione del plico, ma come

data effettiva di acquisizione al proto-collo. Possono consegnarsi a mezzoposta, corriere o brevi manu.Il formu-lario da compilare e l'elenco degliallegati relativi sono reperibili sul sitoufficiale dell'UNSC (www.servizioci-vile.it). É fondamentale usare unica-mente i format proposti nel prontua-rio. Fino all'anno scorso era possibileintegrare dopo la scadenza, documen-ti mancanti o non correttamente com-pilati. In quest'edizione qualsiasiincompletezza è causa insindacabiledi esclusione dalla valutazione.

Luca Spagnolo

Disputa tra figli

Piccola guida alla redazione dei progetti

La Commissione Europealancia la IV edizione delConcorso Eurogiovane per

celebrare il ventesimo anniversa-rio della Convenzione sui dirittidel fanciullo. I giovani europei dietà compresa tra i 10 e i 18 annisono invitati a disegnare un posterche illustri uno dei diritti sancitidalla Convenzione. “Disegnamiun diritto” è lo slogan del concor-so il cui obiettivo è di rendere igiovani cittadini dell'Europa piùconsapevoli dei propri diritti cosiche possano meglio difenderli. Icandidati dovranno formare squa-dre composte da almeno 4 giovanie un adulto (quest'ultimo sarà ilresponsabile della squadra pertutta la durata del progetto). Lasquadra che parteciperà al concor-so dovrà, nel modulo di partecipa-zione, spiegare per quale motivosi è scelto un diritto da illustrarenel poster e in che modo si cer-cherà di veicolarlo. Per visualiz-zare e stampare il regolamento ela modulistica necessaria per par-tecipare al concorso suddetto eper la compilazione del modulo diiscrizione, collegarsi al sito:www.europayouth.eu/regulation/index_it.htm.

"Disegnami un diritto!"

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Gennaio-Febbraio 2010 16VOLONTARIATO

E'finalmente partita la fase esecutiva del Bandoperequazione per la progettazione sociale.Nell'area della provincia di Lecce sono stati

ammessi al finanziamento 23 progetti e ora le associa-zioni di volontariato proponenti stanno firmando leconvenzioni con il Csv Salento in modo da poter parti-re concretamente con le attività. Il Centro servizi conti-nuerà su questa base ad essere al fianco delle associa-zioni per ogni necessità, e avrà una funzione di monito-raggio e controllo dell'evoluzione dei progetti. I fondi adisposizione per i 23 progetti dell'area della provinciadi Lecce ammontano a circa 1milione e 700mila euro,una cifra considerevole sul totale dei quasi 6milioni dieuro (5.769.053 per la precisione) che il bando mette-va a disposizione delle organizzazioni di volontariatosull'intero territorio regionale. “Ora tocca alle associa-zioni dimostrare di saper spendere questi fondi”, ha sot-tolineato Antonio Carbone, presidente del Co.GePuglia. Il 50% delle risorse regionali è stato dunqueripartito tra le cinque province pugliesi, a finanziamen-to dei progetti rientranti nelle rispettive graduatorie dimerito provinciali. E il criterio di ripartizione di questo

50% su base provinciale ha tenuto conto del numero diabitanti e del numero di organizzazioni di volontariatoiscritte al registro regionale del volontariato in ogniprovincia. Il restante 50% dei circa 6milioni di euro,invece, ha finanziato i progetti, prevalentemente acarattere regionale, confluenti in un'unica graduatoriadi merito regionale.

Dei 23 progetti ammessi al finanziamento nell'areadella provincia di Lecce quindici sono appartenenti allafascia A (fino ad un importo di 25mila euro) e B (da25mila a 80mila euro), otto alla fascia C (dagli 80milafino a 200mila euro).

L'iniziativa del bando perequazione è frutto di unprotocollo d’intesa siglato il 5 ottobre 2005 da ACRI(Associazione Fondazioni Bancarie e Casse diRisparmio), Forum del Terzo Settore, Consulta nazionaledel Volontariato, Convol (Conferenza Permanente deiPresidenti Associazioni e Federazioni Nazionali delVolontariato), CSVnet e Consulta nazionale dei Co.Ge. (iComitati di gestione dei fondi speciali previsti dalla leggeper il volontariato), per la ripartizione delle risorse prove-nienti dal cosiddetto “extra-accantonamento Visco”.

Erano oltre 23milioni gli euromessi a disposizione dalle fondazionibancarie, destinati a sostenere le asso-ciazioni non solo della Puglia maanche di Abruzzo, Basilicata,Calabria, Campania, Molise e Sicilia.Risorse che ora saranno trasformate

in azioni di sostegno e di coesione sociale, in base all'o-biettivo di fondo del bando: finanziare interventi chefacciano fronte a situazioni di povertà estrema, di emer-genza ambientale, di carenza di servizi per minori, dis-abili, anziani, famiglie, stranieri, giovani e adolescenti.

Il bando nasce infatti proprio per sostenere proget-ti che agiscano su ambiti di intervento individuati inbase ad un'analisi dei bisogni e delle opportunità delterritorio pugliese, condotta dal coordinamento deiCentri Servizi per il Volontariato della Regione Puglia:in primo piano sviluppo, qualificazione e innovazionedei servizi socio-sanitari e lotta all'esclusione socialenon in via sostitutiva dell'intervento pubblico, disagiominorile, rischio devianze ed educazione dei giovani,mediazione culturale e accoglienza-integrazione deimigranti, dei profughi e dei richiedenti asilo, e ancoracura e valorizzazione dei beni comuni, ambiente, beniculturali, tradizioni locali.

Un aspetto fondamentale del bando è che i fondivanno a sostenere progetti di associazioni di volontaria-to anche di piccola entità, purché coerenti con i bisognidel territorio e con gli obiettivi, favorendo tuttaviaanche l’iniziativa di organizzazioni di dimensionimedie e piccole e la formazione di reti. Tutto è focaliz-zato al raggiungimento di uno scopo 'principe': pro-muovere una migliore infrastrutturazione sociale delleregioni centro-meridionali del Paese, individuata comeleva strategica per il loro sviluppo.

Sara Mannocci

Bando perequazione, al via la fase esecutivaCon le risorse delle Fondazioni bancarie si realizzeranno progetti per

1,7 milioni di euro nella provincia di Lecce gestiti dalle associazioni di volontariato

PROGETTI FINANZIATI IN PROVINCIA DI LECCENOME PROGETTO ASSOCIAZIONE CAPOFILA SEDE CLASSE

Genitori e figli:prematuraMente insieme

Associazione “L'Abbraccio” LECCE B

LECCE B

SAN CESARIO B

LECCE B

MAGLIE B

CASARANO B

CORSANO B

LECCE B

TRICASE B

TIGGIANO B

CASARANO B

FELLINE B

LECCE B

CALIMERA B

PALMARIGGI B

L'acrobata – azioni di sostegnoa favore di minori vulnerabili

Centro sociale di tutela minorile

Terra di mareAssociazione

Nuove Speranze

Impazienti di crescere

Associazione Genitori oncoematologia pediatrica

“Per un sorriso in più”

Insieme: percorsi di recupero e sostegno

Associazione Icaro amici di AVSI

Di corsa ... pizzicanto

Gruppo Volontariato VincenzianoProvinciale – Specchia

Le vie del saleAssociazione

GAIA

Quando la devianzaincontra la sofferenza

Associazione delle famiglieper i diritti della famiglia

Tricase città laboratorio: voci,memorie, percorsi di incontro generazionale e identità di luogo

Associazione Comitatogenitori Istituto

Comprensivo Polo 2

La cultura vien giocando

Associazione Tonga Soa

In arca la paceCentro di solidarietà Beato Faà di Bruno

Il sapere dei nonni – ipercorsi della conoscenza

Associaizone Alberto Tuma

Laboratorio di liuteria

Associazione di volontariatoAmani Lecce

La tecnologia per conoscersi

Associaizone Nuovi Orizzonti

TAURISANO CSaper crescere IL SOLE

UGENTO CNatura per tutti

Protezione civile La Forestal 1

LECCE CEmergenza TERRAComunità Emmanuel

MONTESARDO CRi-esco

Insieme per i disabili onlus

CORSANO CSicuramente Eco Parco

Associazione corsanese di volontariato per la Protezione

civile “La Torre” onlus

LECCE CArt reat ISCUB

TREPUZZI C

Contro gli incendi per il Salento

Associazione nazionale peri vigili del fuoco in congedo

NARDO' CIl treno della conoscenza AIPD

Terra mia – volontariato attivo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale dell'entroterra idruntino

Protezione civile di Palmariggi

Progetti Classe A fino a 25mila euroProgetti Classe B da 25mila a 80mila euroProgetti Classe C da 80mila a 200mila euro