33 Il Giornale della domenica - essenzadelthe.it · non sapevo quante decine di tè ci fossero. Con...

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33 il Giornale Domenica 20 settembre 2009 IN FOGLIE Dopo l’acqua il tè è la bevanda più be- vuta al mondo. L’Ita- lia, per quanto ri- guarda i consumi di tè, è fanalino di co- da. Ma negli ultimi tre anni le importa- zioni sono cresciu- te del 30 per cento, si calcola un consu- mo pari a 80 gram- mi a testa. Fiorisco- no intanto i negozi dedicati alla vendi- tà di tè sfuso. A Ro- ma ha appena aper- to un ristorante a te- ma «Tavola con tè», un posto di speri- mentazioni culina- rie con pietanze a base di tè. Dal tira- misù con il tè ma- tcha al tè abbinato a paste brisè di sal- mone e panna aci- da. I tè si possono suddividere in quat- tro grandi segmen- ti: i neri, i verdi sen- za fermentazione, i bianchi di cui si rac- colgono solo i ger- mogli e gli oolong L’INTERVISTA ∫CRISTINA PARODI «Mi piace l’idea di berlo, l’associo al relax» Gioia Locati È l’idea del tè che le piace. Il correre con la mente a quella mezz’ora che potrà ritagliarsi dagli impegni. Non succede quasi mai, ma quando capita, si ritrova immersa in una mi- scela di piaceri. Come beve il tè Cristina Pa- rodi? «Mi piace prepararlo, curare i dettagli: dalla tovaglietta, alla teiera particolare abbinata al- la tazze. Soprattutto mi piace il pensiero che associo al tè: se decido di berlo significa che ho del tempo». Quando succede? «Nel fine settimana lo preparo per i familiari e gli amici che vengono a trovarmi. Proprio in questi giorni ho completato la veranda che dà sul giardino con un grosso tavolo al centro: provo un gusto incredibile a bere il mio tè guardando fuori attraverso i vetri e stando al ri- paro: sono freddolosa». Il tè preferito? «Mi piacciono le qualità frutta- te, dolci e dal colore rossiccio. Poi ci metto tanto zucchero. Ma va bene anche il classico grey. Le bustine sono perfette, quando voglio esagerare scel- go le miscele sfuse. Adoro pre- sentare le mie teiere, ne ho una collezione, in silver, d’ar- gento o di porcellana. La mia preferita è bianca con una rosa in rilievo e, non esagero, ha una forma panciuta di un me- tro di diametro...» Il tè verde? «Lo boccio, non mi piace pro- prio. Premio invece biscottini e dolcetti di accompagnamen- to». Altre delizie legate al tè? «Quando passo un pomerig- gio con le amiche in qualche sala da tè del centro, a chiac- chierare e a ridere. Oppure quando sprofondo nel mio di- vano con la tazza bollente e il mio libro preferito, momenti impagabili. Sempre accompa- gnati dal tè...» Antonello Mosca a pagina 34 Elisir di lunga vita protegge le cellule La collezione Ho una teiera gigantesca, ha il diametro di un metro Enrico Artifoni a pagina 36 Mirele Riva Per alcuni la vita è un tè nel deserto, per altri un tè al Ritz. Nessuno, però, almeno per un certo periodo dell’esi- stenza, è mai sfuggito al cele- ste fascino del tè. Diceva un poeta dell’epoca Tang, così ben citato da Guido Ceronet- ti (gran cultore di tè, tanto che ci fa saltare in padella pa- tate, carote e broccoli, usan- dolo al posto dell’olio e del burro): «La prima tazza m’inumidisce la gola, la se- conda consola la mia solitudi- ne, la terza traccia nei miei vi- sceri migliaia di strani ideo- grammi, la quarta mi procura una leggera traspirazione e tutta l’ingiustizia della vita se ne va attraverso i miei pori...» e alla settima tazza era il Para- diso. Oggi non arriviamo più a si- mili raffinati compendi di sensazioni - ahinoi, qualcosa dev’essersi perduto forse per sempre nel nostro spirito - ma è certo che, dopo l’acqua, il tè è la bevanda più consu- mata al mondo, Italia esclu- sa. Già, siamo proprio indie- tro a proposito. Tuttavia, gua- dagniamo terreno. Le impor- tazioni negli ultimi tre anni sono aumentate del 30 per cento e siamo arrivati a un consumo di 80 grammi a te- sta, ancora basso rispetto a quello conteggiato in chili di Inghilterra e Irlanda, ma vuol dire che qualcosa si muove. E se un decennio fa i negozi dedicati alla vendita di tè sfu- so («L'unico tè degno! - ci han- no confermato molti addetti ai lavori. Nelle bustine trovia- mo solo polvere di tè, e tè dei peggiori!») si potevano conta- re sulle dita di una mano, og- gi, invece, il loro elenco occu- pa qualche pagina, e non solo riguardo a Milano o Roma. E un mese e mezzo fa a Roma è stato aperto, nel quartiere Monti, dai proprietari dello storico negozio «Il giardino del tè», addirittura un risto- rante ad hoc: «Tavola con tè», luogo di sperimentazioni cu- linarie legate a doppio filo con la celeste bevanda. «È un piccolo spazio - ci racconta la proprietaria Carmen - dove si può pranzare e cenare con pietanze sia dolci che salate che hanno come base il tè. Per esempio in questa stagio- ne presentiamo, oltre al famo- so tiramisù con il tè matcha, il tè giapponese della cerimo- nia del tè, per intenderci, an- che un piatto di bresaola di ca- vallo con fichi e una vinaigret- te fatta con il tè affumicato Lapsang Souchong, uno tra i tè più poetici ed evocativi. Poi ci sono le tartellette di pe- re e cioccolato, quest’ultimo, ovviamente, aromatizzato con tè tchai. Anche per il tè delle cinque, abbiamo fatto scelte eccentriche: con il tè si possono prendere paste brisé di salmone, con le sue uova e la panna acida. In ge- nerale, ci teniamo lontani da qualsiasi tentazione indiana o britannica, leghiamo il tè ad alimenti italiani». Per questa strada, il tè si in- cammina a diventare bevan- da da intenditori, con tutto l’appeal che questo passag- gio porta con sé: «Un amico giapponese - racconta il cele- bre gastronomo Allan Bay in una sua pagina - che si perde- va dietro l'infinita varietà dei nostri vini e che io prendevo garbatamente in giro, mi chie- se quale tè bevessi e quanti ce ne fossero. Risposi che predi- ligevo il tè al gelsomino, e lui storse un po' il naso, e che non sapevo quante decine di tè ci fossero. Con compati- mento mi fece notare che quando censirono per la pri- ma volta in Cina i tipi di tè, oltre mille anni fa, ne contaro- no più di duemila... Dopo era- no aumentati, aggiunse con nonchalance. Fu un primo in- contro col magico mondo del tè, cui ora riconosco pari di- gnità col magico mondo del vino». Non è peregrino come para- gone. In linea di massima i tè possono dividersi in quattro grandi segmenti: i neri, la cui foglia subisce una fermenta- zione, i verdi, le cui foglie ven- gono asciugate ma senza la- sciarle fermentare, i bianchi, di cui si raccolgono soltanto i primi germogli della pianta, e gli oolong, i semifermentati. In Italia sono tutti importati, perché sul nostro territorio, eccetto in un piccolo angolo di Toscana, non si coltiva la Camellia Sinensis, la pianta del tè, che può, anzi deve esse- re coltivata ad alte quote, co- me i 1700, 1800 metri, ma a patto che siano paesaggi rigo- gliosi e con il clima giusto. Ad ogni modo, da queste quattro tipologie ne derivano altre mille, «poiché - ci racconta Luisa Fabbi, titolare dello sto- rico “L'essenza del thè” a Mi- lano, nonché tra le più ricer- cate importatrici di tè in Ita- lia - come il vino il tè cambia le proprie qualità organoletti- che a seconda del luogo dove cresce. E cambia persino il modo di confezionarlo: i cine- si appallottolano le foglie di tè, le schiacciano, spesso le avvolgono in carta di riso, i giapponesi, invece, le conser- vano al naturale. Il mercato mondiale del tè è degno di un romanzo: alcuni vanno im- portati direttamente, tra fati- che e burocrazie di ogni gene- re, io per esempio importo al- cuni oolong da Taiwan in que- sto modo, altri tè, invece, si possono acquistare da gran- di importatori, per esempio in Germania ci sono aziende che esistono dalla metà dell' Ottocento e che nel tempo so- no diventate anche proprieta- rie di piantagioni. Da dire che i tè aromatizzati sono un'in- venzione europea, eccetto al- cune tipologie cinesi alla ro- sa, all'orchidea, al gelsomi- no, ma solo fiori. I più saluta- ri, alcuni con incredibili qua- lità antivirali e antitumorali, rimangono quelli puri: io mi procuro direttamente alcune varietà come il Tribute West Lake Longjing, un tè verde, il King Oolong, il King White, il King White Jasmin, l'Ariake. Tutti presentano moltiplica- te per tre o quattro volte, dati scientifici alla mano, le quali- tà degli altri tè». Ma il tè è più uomo o più donna? «Più uo- mo - ci risponde Luisa -. Le donne sono attirate dagli og- getti intorno al tè, le teiere, gli infusori, i mug, alcuni zucche- ri come l'accroche coeur. Mentre gli uomini bevono il tè per il tè». Paolo Marchi a pagina 35 Il Giornale della domenica Servizio a pagina 37 TÈ VERDE Motori/1 A Francoforte la nostalgia torna in strada Mode&Modi La modernità? Arredare con i mobili classici Affari di gola Franciacorta quando la qualità è assoluta CHARME Motori/2 Ibrido o elettrico? Le auto cercano la «scossa» Bianco, nero o verde, le infinite vie del tè Chi lo preferisce speziato, chi corposo o aspro. Anche in Italia cresce il consumo: 80 grammi a testa Fioriscono i locali dedicati all’infusione. A Roma un ristorante lo usa come ingrediente in ogni piatto IN CUCINA Dal tiramisù con l’infusione matcha alla vinaigrette con il tè affumicato I cinesi lo affermano da migliaia di anni: il tè è una bevanda saluta- re. Oggi sono sempre più numero- se le dimostrazioni delle sue grandi proprietà terapeutiche. Il tè verde è ricco di catechine, mole- cole che agiscono come antiossi- danti e protegge l’organismo dal- l’effetto degli agenti inquinanti e dell’invecchiamento naturale. Ma ci sono altre ricerche che indi- cano che il tè potrebbe costituire una difesa contro le cardiopatie, ridurre le infiammazioni, mitiga- re l’ipertensione, accrescere la densità ossea e rafforzare il siste- ma immunitario. I nostri nonni dicevano che facili- ta la digestione, studi recenti af- fermano che i tè nero, verde e oo- long sono ottime fonti di vitami- na C. Il tè non dolcificato, ricco di fluoro, rallenta la formazione del- la placca e purifica l’alito. Quanto all’apporto di caffeina o teina (la sostanza contenuta nelle foglie del tè è la stessa di caffè e cacao) il tè, specie se verde o bianco pre- parato secondo la tradizione giapponese o cinese, ne contiene spesso molto meno del caffè. COLTIVAZIONE La pianta cresce ad alte quote, sopra i 1800 metri. E solo in Toscana

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33 il GiornaleDomenica 20 settembre 2009

IN FOGLIEDopo l’acqua il tè èla bevanda più be-vutaal mondo. L’Ita-lia, per quanto ri-guarda i consumi ditè, è fanalino di co-da. Ma negli ultimitre anni le importa-zioni sono cresciu-te del 30 per cento,si calcola un consu-mo pari a 80 gram-mi a testa. Fiorisco-no intanto i negozidedicati alla vendi-tà di tè sfuso. A Ro-ma ha appena aper-toun ristorante a te-ma «Tavola con tè»,un posto di speri-mentazioni culina-rie con pietanze abase di tè. Dal tira-misù con il tè ma-tcha al tè abbinatoa paste brisè di sal-mone e panna aci-da. I tè si possonosuddividereinquat-tro grandi segmen-ti: i neri, i verdi sen-za fermentazione, ibianchi di cui si rac-colgono solo i ger-mogli e gli oolong

L’INTERVISTA∫CRISTINA PARODI

“«Mi piace l’idea di berlo, l’associo al relax»Gioia Locati

È l’idea del tè che le piace.Il correre con la mente a quellamezz’ora che potrà ritagliarsidagli impegni. Non succedequasi mai, ma quando capita,si ritrova immersa in una mi-scela di piaceri.

Come beve il tè Cristina Pa-rodi?

«Mi piace prepararlo, curare idettagli: dalla tovaglietta, allateiera particolare abbinata al-la tazze. Soprattutto mi piace il

pensiero che associo al tè: sedecido di berlo significa cheho del tempo».

Quando succede?«Nel fine settimana lo preparoper i familiari e gli amici chevengono a trovarmi. Proprioin questi giorni ho completatola veranda che dà sul giardinocon un grosso tavolo al centro:provo un gusto incredibile abere il mio tè guardando fuoriattraverso i vetri e stando al ri-paro: sono freddolosa».

Il tè preferito?

«Mipiaccionolequalitàfrutta-te, dolci e dal colore rossiccio.Poi ci metto tanto zucchero.Ma va bene anche il classicogrey. Le bustine sono perfette,quando voglio esagerare scel-go le miscele sfuse. Adoro pre-sentare le mie teiere, ne houna collezione, in silver, d’ar-gento o di porcellana. La miapreferitaè bianca con una rosain rilievo e, non esagero, hauna forma panciuta di un me-tro di diametro...»

Il tè verde?

«Lo boccio, non mi piace pro-prio. Premio invece biscottiniedolcettidiaccompagnamen-to».

Altre delizie legate al tè?«Quando passo un pomerig-gio con le amiche in qualchesala da tè del centro, a chiac-chierare e a ridere. Oppurequando sprofondo nel mio di-vano con la tazza bollente e ilmio libro preferito, momentiimpagabili. Sempre accompa-gnati dal tè...»

Antonello Mosca a pagina 34

Elisir di lunga vitaprotegge le cellule

La collezione

Ho una teiera

gigantesca, ha

il diametro

di un metro

Enrico Artifoni a pagina 36

Mirele Riva

Per alcuni la vita è un tènel deserto, per altri un tè alRitz. Nessuno, però, almenoper un certo periodo dell’esi-stenza, è mai sfuggito al cele-ste fascino del tè. Diceva unpoeta dell’epoca Tang, cosìben citato da Guido Ceronet-ti (gran cultore di tè, tantoche ci fa saltare in padella pa-tate, carote e broccoli, usan-dolo al posto dell’olio e delburro): «La prima tazzam’inumidisce la gola, la se-conda consola la mia solitudi-ne, la terza traccia nei miei vi-sceri migliaia di strani ideo-grammi, la quarta mi procurauna leggera traspirazione etutta l’ingiustizia della vita se

ne va attraverso i miei pori...»e alla settima tazza era il Para-diso.

Oggi non arriviamo più a si-mili raffinati compendi disensazioni - ahinoi, qualcosadev’essersi perduto forse persempre nel nostro spirito -ma è certo che, dopo l’acqua,il tè è la bevanda più consu-mata al mondo, Italia esclu-sa. Già, siamo proprio indie-tro a proposito. Tuttavia, gua-dagniamo terreno. Le impor-tazioni negli ultimi tre annisono aumentate del 30 percento e siamo arrivati a unconsumo di 80 grammi a te-sta, ancora basso rispetto aquello conteggiato in chili diInghilterra e Irlanda, ma vuoldire che qualcosa si muove.

E se un decennio fa i negozidedicati alla vendita di tè sfu-so («L'unico tè degno! - ci han-no confermato molti addettiai lavori. Nelle bustine trovia-mo solo polvere di tè, e tè deipeggiori!») si potevano conta-re sulle dita di una mano, og-gi, invece, il loro elenco occu-pa qualche pagina, e non soloriguardo a Milano o Roma. Eun mese e mezzo fa a Roma è

stato aperto, nel quartiereMonti, dai proprietari dellostorico negozio «Il giardinodel tè», addirittura un risto-rante ad hoc: «Tavola con tè»,luogo di sperimentazioni cu-linarie legate a doppio filocon la celeste bevanda. «È unpiccolo spazio - ci racconta laproprietaria Carmen - dove sipuò pranzare e cenare conpietanze sia dolci che salateche hanno come base il tè.Per esempio in questa stagio-ne presentiamo, oltre al famo-

so tiramisù con il tè matcha, iltè giapponese della cerimo-nia del tè, per intenderci, an-che un piatto di bresaola di ca-vallo con fichi e una vinaigret-te fatta con il tè affumicatoLapsang Souchong, uno tra itè più poetici ed evocativi.Poi ci sono le tartellette di pe-re e cioccolato, quest’ultimo,ovviamente, aromatizzatocon tè tchai. Anche per il tèdelle cinque, abbiamo fattoscelte eccentriche: con il tè sipossono prendere paste

brisé di salmone, con le sueuova e la panna acida. In ge-nerale, ci teniamo lontani daqualsiasi tentazione indianao britannica, leghiamo il tèad alimenti italiani».

Per questa strada, il tè si in-cammina a diventare bevan-da da intenditori, con tuttol’appeal che questo passag-gio porta con sé: «Un amicogiapponese - racconta il cele-bre gastronomo Allan Bay inuna sua pagina - che si perde-va dietro l'infinita varietà dei

nostri vini e che io prendevogarbatamente in giro, mi chie-se quale tè bevessi e quanti cene fossero. Risposi che predi-ligevo il tè al gelsomino, e luistorse un po' il naso, e chenon sapevo quante decine ditè ci fossero. Con compati-mento mi fece notare chequando censirono per la pri-ma volta in Cina i tipi di tè,oltre mille anni fa, ne contaro-no più di duemila... Dopo era-no aumentati, aggiunse connonchalance. Fu un primo in-

contro col magico mondo deltè, cui ora riconosco pari di-gnità col magico mondo delvino».

Non è peregrino come para-gone. In linea di massima i tèpossono dividersi in quattrograndi segmenti: i neri, la cuifoglia subisce una fermenta-zione, i verdi, le cui foglie ven-gono asciugate ma senza la-sciarle fermentare, i bianchi,di cui si raccolgono soltanto iprimi germogli della pianta, egli oolong, i semifermentati.In Italia sono tutti importati,perché sul nostro territorio,eccetto in un piccolo angolodi Toscana, non si coltiva laCamellia Sinensis, la piantadel tè, che può, anzi deve esse-re coltivata ad alte quote, co-me i 1700, 1800 metri, ma apatto che siano paesaggi rigo-gliosi e con il clima giusto. Adogni modo, da queste quattrotipologie ne derivano altremille, «poiché - ci raccontaLuisa Fabbi, titolare dello sto-rico “L'essenza del thè” a Mi-lano, nonché tra le più ricer-cate importatrici di tè in Ita-lia - come il vino il tè cambiale proprie qualità organoletti-che a seconda del luogo dovecresce. E cambia persino ilmodo di confezionarlo: i cine-si appallottolano le foglie ditè, le schiacciano, spesso leavvolgono in carta di riso, igiapponesi, invece, le conser-vano al naturale. Il mercatomondiale del tè è degno di unromanzo: alcuni vanno im-

portati direttamente, tra fati-che e burocrazie di ogni gene-re, io per esempio importo al-cuni oolong da Taiwan in que-sto modo, altri tè, invece, sipossono acquistare da gran-di importatori, per esempioin Germania ci sono aziendeche esistono dalla metà dell'Ottocento e che nel tempo so-no diventate anche proprieta-rie di piantagioni. Da dire chei tè aromatizzati sono un'in-venzione europea, eccetto al-cune tipologie cinesi alla ro-sa, all'orchidea, al gelsomi-no, ma solo fiori. I più saluta-ri, alcuni con incredibili qua-lità antivirali e antitumorali,rimangono quelli puri: io miprocuro direttamente alcunevarietà come il Tribute WestLake Longjing, un tè verde, ilKing Oolong, il King White, ilKing White Jasmin, l'Ariake.Tutti presentano moltiplica-te per tre o quattro volte, datiscientifici alla mano, le quali-tà degli altri tè». Ma il tè è piùuomo o più donna? «Più uo-mo - ci risponde Luisa -. Ledonne sono attirate dagli og-getti intorno al tè, le teiere, gliinfusori, i mug, alcuni zucche-ri come l'accroche coeur.Mentre gli uomini bevono iltè per il tè».

Paolo Marchi a pagina 35

Il Giornale della domenicaServizio a pagina 37

TÈ VERDE

Motori/1 A Francofortela nostalgia torna in strada

Mode&Modi La modernità?Arredare con i mobili classici

Affari di gola Franciacortaquando la qualità è assoluta

CHARME

Motori/2 Ibrido o elettrico?Le auto cercano la «scossa»

Bianco, nero o verde, le infinite vie del tèChi lo preferisce speziato, chi corposo o aspro. Anche in Italia cresce il consumo: 80 grammi a testaFioriscono i locali dedicati all’infusione. A Roma un ristorante lo usa come ingrediente in ogni piatto

IN CUCINA Dal tiramisù

con l’infusione matcha

alla vinaigrette con il tè

affumicato

I cinesi lo affermano da migliaiadi anni: il tè è una bevanda saluta-re.Oggi sono sempre più numero-se le dimostrazioni delle suegrandi proprietà terapeutiche. Iltèverdeè ricco dicatechine, mole-cole che agiscono come antiossi-danti e protegge l’organismo dal-l’effetto degli agenti inquinanti edell’invecchiamento naturale.Ma ci sono altre ricerche che indi-cano che il tè potrebbe costituireuna difesa contro le cardiopatie,ridurre le infiammazioni, mitiga-re l’ipertensione, accrescere ladensitàossea e rafforzare il siste-ma immunitario.I nostri nonni dicevano che facili-ta la digestione, studi recenti af-fermano che i tè nero, verde e oo-long sono ottime fonti di vitami-na C. Il tè non dolcificato, ricco difluoro, rallenta la formazione del-la placca e purifica l’alito. Quantoall’apporto di caffeina o teina (lasostanza contenuta nelle fogliedel tè è la stessa di caffè e cacao)il tè, specie se verde o bianco pre-parato secondo la tradizionegiapponese o cinese, ne contienespesso molto meno del caffè.

COLTIVAZIONE La

pianta cresce ad alte

quote, sopra i 1800

metri. E solo in Toscana