30 Aprile 2017 Anno II - n° 17 settimanale · impatto emotivo. Lo splendore delle tessere d’oro,...

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Laconi e il suo Santo la Parrocchia informa… 30 Aprile 2017 * Anno II - n° 17 settimanale PENSIERO della SETTIMANA Il Getsemani (parola aramaica che significa frantoio) è un piccolo uliveto poco fuori la città vecchia di Gerusalemme sul Monte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l’Ultima Cena prima di essere tradito da Giuda e arrestato. Chi visita il Giardino del Getsemani si stupisce nel venire a conoscenza come questi nodosi alberi siano stati giovani arbusti all’epoca in cui Gesù vi giunse con i discepoli, nella fatale notte dell’Ultima Cena (Matteo 26,36 – Marco 14,32 – Giovanni 18,1). Oggi gli antichi alberi si elevano dai fiori delle aiuole, ma ai tempi di Gesù questo era un fitto bosco di ulivi dove era situato un frantoio: Getsemani, in aramaico. L’imponente Chiesa delle Nazioni, costruita nel 1920 sopra una chiesa precedente, evoca gli eventi accaduti in questo luogo con il suo mosaico che, magnificamente dettagliato, si estende dal soffitto al pavimento: Gesù che prega in solitudine (Marco 14,35-36), il tradimento di Giuda (Matteo 26,48), il taglio dell’orecchio al guardiano del Sommo Sacerdote (Marco 14,47). Da una parte all’altra del sentiero un bosco, non molto frequentato, offre il luogo adatto ai visitatori per raccogliersi in preghiera e contemplazione. Chiesa e giardino si trovano nel luogo in cui Gesù trascorse la notte in preghiera, mentre gli apostoli si erano addormentati, prima di essere arrestato dalle truppe romane condotte da Giuda. E’ uno dei primi luoghi identificati già nel IV secolo, e la chiesa, citata negli scritti di Egreria, la pellegrina cristiana che descrisse i suoi viaggi in Terra Santa, venne ricostruita dai crociati dopo il terremoto del VIII secolo, abbandonata nel XIV secolo, ed infine ricostruita nuovamente nel 1924. La Basilica dell’Agonia, che evoca le lacrime di sangue piante da Gesù in attesa della propria crocifissione, è un capolavoro di forte impatto emotivo. Lo splendore delle tessere d’oro, appena rivelato dalla luce che filtra dall’alabastro delle finestre, pone ognuno nell’acuta consapevolezza della miseria di questo mondo lasciando percepire una fugace visione dell’aldilà. Secondo quanto descritto dai Vangeli, Gesù, terminata la cena con i suoi apostoli, si avvia verso il monte degli Ulivi e si ferma nel podere chiamato Getsemani: Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare” (Matteo 26,36); ”poi giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbia pregato” (Mc 14,32);“dette queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Chedron, dov’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli” (Gv 18,1); “Poi giunsero in un podere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbia pregato». Gesù prese con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e cominciò a essere spaventato e angosciato. E disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate». Andato un po’ più avanti, si gettò a terra; e pregava che, se fosse possibile, quell’ora passasse oltre da lui. Diceva: «Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Però, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi»” (Mc 14,32-26); “Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; prendetelo»” (Mt 26,48); “Ma uno di quelli che erano lì presenti, tratta la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio” (Mc 14,47). VIAGGIO NEI LUOGHI DI GESU’

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Laconi e il suo Santola Parrocchia informa…

30 Aprile 2017 * Anno II - n° 17 settimanale

PENSIERO della SETTIMANA

Il Getsemani (parola aramaica che significa frantoio) è un piccolouliveto poco fuori la città vecchia di Gerusalemme sulMonte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo iVangeli, si ritirò dopo l’Ultima Cena prima di esseretradito da Giuda e arrestato. Chi visita il Giardino delGetsemani si stupisce nel venire a conoscenza comequesti nodosi alberi siano stati giovani arbustiall’epoca in cui Gesù vi giunse con i discepoli, nellafatale notte dell’Ultima Cena (Matteo 26,36 – Marco14,32 – Giovanni 18,1). Oggi gli antichi alberi sielevano dai fiori delle aiuole, ma ai tempi di Gesùquesto era un fitto bosco di ulivi dove era situato unfrantoio: Getsemani, in aramaico. L’imponente Chiesadelle Nazioni, costruita nel 1920 sopra una chiesaprecedente, evoca gli eventi accaduti in questo luogocon il suo mosaico che, magnificamente dettagliato, siestende dal soffitto al pavimento: Gesù che prega insolitudine (Marco 14,35-36), il tradimento di Giuda(Matteo 26,48), il taglio dell’orecchio al guardiano delSommo Sacerdote (Marco 14,47). Da una parteall’altra del sentiero un bosco, non molto frequentato,offre il luogo adatto ai visitatori per raccogliersi inpreghiera e contemplazione.Chiesa e giardino si trovano nel luogo in cui Gesùtrascorse la notte in preghiera, mentre gli apostoli sierano addormentati, prima di essere arrestato dalletruppe romane condotte da Giuda. E’ uno dei primiluoghi identificati già nel IV secolo, e la chiesa, citatanegli scritti di Egreria, la pellegrina cristiana chedescrisse i suoi viaggi in Terra Santa, venne ricostruita

dai crociati dopo il terremoto del VIII secolo,abbandonata nel XIV secolo, ed infine ricostruitanuovamente nel 1924. La Basilica dell’Agonia, cheevoca le lacrime di sangue piante da Gesù in attesadella propria crocifissione, è un capolavoro di forteimpatto emotivo. Lo splendore delle tessere d’oro,appena rivelato dalla luce che filtra dall’alabastro dellefinestre, pone ognuno nell’acuta consapevolezza dellamiseria di questo mondo lasciando percepire unafugace visione dell’aldilà.Secondo quanto descritto dai Vangeli, Gesù, terminatala cena con i suoi apostoli, si avvia verso il monte degliUlivi e si ferma nel podere chiamato Getsemani:“Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamatoGetsèmani, e disse ai discepoli: Sedetevi qui, mentre iovado là a pregare” (Matteo 26,36); ”poi giunsero in unpodere detto Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli:«Sedete qui finché io abbia pregato” (Mc14,32);“dette queste cose, Gesù uscì con i suoidiscepoli e andò di là dal torrente Chedron, dov’eraun giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli” (Gv18,1); “Poi giunsero in un podere detto Getsemani, edegli disse ai suoi discepoli: «Sedete qui finché io abbiapregato». Gesù prese con sé Pietro, Giacomo,Giovanni e cominciò a essere spaventato e angosciato.E disse loro: «L’anima mia è oppressa da tristezzamortale; rimanete qui e vegliate». Andato un po’ piùavanti, si gettò a terra; e pregava che, se fossepossibile, quell’ora passasse oltre da lui. Diceva:«Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana dame questo calice! Però, non quello che io voglio, maquello che tu vuoi»” (Mc 14,32-26); “Colui che lotradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quelloche bacerò, è lui; prendetelo»” (Mt 26,48); “Ma unodi quelli che erano lì presenti, tratta la spada, percosseil servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio”(Mc 14,47).

VIAGGIO NEI LUOGHI DIGESU’

Il Monte degli Ulivi (anche Monte Oliveto, in ebraicoהזיתים ,הר Har HaZeitim; in arabo الزيتون الطور, جبل ,

Jebel ez-Zeitun, Jebel et-Tur, “Monte della Sommità”)è una montagna situata ad est di Gerusalemme. Èchiamato così dalla pianta dell’olivo di cui, inantichità, i suoi fianchi erano coperti. Ai piedi delmonte c’è il Getsemani (detto anche Orto degli Ulivi)dove, secondo i vangeli, Gesù si sarebbe ritirato primadella passione. Il Monte è il luogo in cui si sonoverificati molti eventi biblici importanti. I soldatiromani si accamparono sul monte durante l’assedio diGerusalemme del ’70 durante la prima guerra giudaica.Tale assedio portò alla distruzione della città ed inparticolare del Secondo Tempio. Nel libro di Zaccariail Monte degli Ulivi è identificato come il luogo da cuiDio comincerà a far rinascere i morti alla fine deisecoli. Per questo motivo, gli ebrei hanno semprecercato di essere sepolti sulla montagna; dai periodibiblici ad oggi il monte è stato usato come cimitero pergli ebrei di Gerusalemme. Si valuta che vi siano150.000 tombe. Gli alberi d’ulivo che crescono damillenni sulle pendici del Monte gli conferiscono ilnome tutt’oggi in uso. La tradizione ebraica lo conosceanche col nome di “Monte dell’Unzione”, perché conl’olio ottenuto dai suoi ulivi venivano unti i re e isommi sacerdoti. A partire dal XII secolo gli arabi lochiamano “Djebel et Tur”, vocabolo di originearamaica che significa “monte per eccellenza” o“monte Santo”; oggi lo chiamano semplicemente “et-Tur”.Il Monte è formato dall’insieme di tre alture, da cuiscendono le ripide vie che portano a valle: da nord asud si incontra “Karmas-Sayyad” (vigna delcacciatore) con 818 m. di quota; al centro “Djebel etTur” (monte santo) di 808 m.; a sud-ovest, al di là dellastrada che da Gerusalemme portava a Gerico, si trova“Djebel Baten al-Hawa” (ventre del vento), detto anchemonte dello Scandalo, con 713 m. di altitudine.L’altura ha svolto un ruolo di primo piano nella storiaebraica. Nella Bibbia si legge che il re Davide uscìdalla città, scalzo e piangente, salendo il Monte degliUlivi, per sfuggire al figlio Assalonne, che congiuravacontro di lui (2 Sam 15,30); il re Giosia distrusse gli“alti luoghi” costruiti sul Monte dal re Salomone peradorare le divinità delle sue mogli straniere (1Re 11,7;2Re 23,13). Dopo la prima distruzione del Tempio diGerusalemme, gli ebrei iniziarono a recarvisi inpellegrinaggio, poiché, secondo la tradizione, la Gloriadel Dio d’Israele uscì dalla città e si pose sul monteche sta a oriente (cf. Ezechiele 11,23).Nel periodo del Secondo Tempio, i falò accesi sullasommità del Monte, annunciavano agli ebrei delladiaspora la luna nuova del capodanno religioso: unastaffetta di luci accese sulle alture propagavanol’annuncio fino a Babilonia (Mishna, Rosh Ha-Shana2,4). Anche la giovenca dal pelo rosso veniva bruciatasul Monte degli Ulivi: le sue ceneri, mescolate con

l’acqua della fonte di Gihon, servivano per purificarechiunque fosse divenuto impuro dal contatto con imorti (Mishna, Para 3,6-7). Ai piedi del Monte, infine,si trovano altre due importanti memoriegerosolimitane, strettamente connesse alla Chiesanascente: l’antica Tomba di Maria, accreditata dallaversione siriaca del “Transitus B.M. Virginis” del IIsecolo d.C., e la Chiesa di S. Stefano, costruita intempi recenti, a ricordo del martirio del primo vescovodi Gerusalemme, lapidato e sepolto, secondo un’anticatradizione, accanto ad una roccia in questo luogo.

La pietra testimone del sudore di sangue edelle sofferenze di Gesù. …

Basilica delle Nazioni all’Orto degli Ulivi

CONOSCERE EVIVERE LA FEDE…..

CATECHESI DI PAPAFRANCESCO

SUI SACRAMENTISacramento dell’Unzione degliInfermi____Oggi vorrei parlarvi del Sacramento dell’Unzionedegli infermi, che ci permette di toccare con manola compassione di Dio per l’uomo. In passatoveniva chiamato “Estrema unzione”, perché erainteso come conforto spirituale nell’imminenzadella morte. Parlare invece di “Unzione degliinfermi” ci aiuta ad allargare lo sguardoall’esperienza della malattia e della sofferenza,nell’orizzonte della misericordia di Dio. 1. C’èun’icona biblica che esprime in tutta la suaprofondità il mistero che traspare nell’Unzionedegli infermi: è la parabola del «buonsamaritano», nel Vangelo di Luca (10,30-35).Ogni volta che celebriamo tale Sacramento, ilSignore Gesù, nella persona del sacerdote, si favicino a chi soffre ed è gravemente malato, oanziano. Dice la parabola che il buon samaritanosi prende cura dell’uomo sofferente versando sullesue ferite olio e vino. L’olio ci fa pensare a quelloche viene benedetto dal Vescovo ogni anno, nellaMessa crismale del Giovedì Santo, proprio in vistadell’Unzione degli infermi. Il vino, invece, èsegno dell’amore e della grazia di Cristo chescaturiscono dal dono della sua vita per noi e siesprimono in tutta la loro ricchezza nella vitasacramentale della Chiesa. Infine, la personasofferente viene affidata a un albergatore, affinchépossa continuare a prendersi cura di lei, senzabadare a spese. Ora, chi è questo albergatore? È laChiesa, la comunità cristiana, siamo noi, ai qualiogni giorno il Signore Gesù affida coloro che sonoafflitti, nel corpo e nello spirito, perché possiamocontinuare a riversare su di loro, senza misura,tutta la sua misericordia e la salvezza. 2. Questomandato è ribadito in modo esplicito e precisonella Lettera di Giacomo, dove raccomanda: «Chiè malato, chiami presso di sé i presbiteri dellaChiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo conolio nel nome del Signore. E la preghiera fatta confede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, seha commesso peccati, gli saranno perdonati»(5,14-15). Si tratta quindi di una prassi che era in

atto già al tempo degli Apostoli. Gesù infatti hainsegnato ai suoi discepoli ad avere la sua stessapredilezione per i malati e per i sofferenti e hatrasmesso loro la capacità e il compito dicontinuare ad elargire nel suo nome e secondo ilsuo cuore sollievo e pace, attraverso la graziaspeciale di tale Sacramento. Questo però non cideve fare scadere nella ricerca ossessiva delmiracolo o nella presunzione di poter otteneresempre e comunque la guarigione. Ma è lasicurezza della vicinanza di Gesù al malato eanche all’anziano, perché ogni anziano, ognipersona di più di 65 anni, può ricevere questoSacramento, mediante il quale è Gesù stesso che ciavvicina. Ma quando c'è un malato a volte sipensa: “chiamiamo il sacerdote perché venga”;“No, poi porta malafortuna, non chiamiamolo”,oppure “poi si spaventa l’ammalato”. Perché sipensa questo? Perché c’è un po’ l’idea che dopo ilsacerdote arrivano le pompe funebri. E questo nonè vero. Il sacerdote viene per aiutare il malato ol’anziano; per questo è tanto importante la visitadei sacerdoti ai malati. Bisogna chiamare ilsacerdote presso il malato e dire: “venga, gli dial’unzione, lo benedica”. È Gesù stesso che arrivaper sollevare il malato, per dargli forza, per darglisperanza, per aiutarlo; anche per perdonargli ipeccati. E questo è bellissimo! E non bisognapensare che questo sia un tabù, perché è semprebello sapere che nel momento del dolore e dellamalattia noi non siamo soli: il sacerdote e coloroche sono presenti durante l’Unzione degli infermirappresentano infatti tutta la comunità cristianache, come un unico corpo si stringe attorno a chisoffre e ai familiari, alimentando in essi la fede ela speranza, e sostenendoli con la preghiera e ilcalore fraterno. Ma il conforto più grande derivadal fatto che a rendersi presente nel Sacramento èlo stesso Signore Gesù, che ci prende per mano, ciaccarezza come faceva con gli ammalati e ciricorda che ormai gli apparteniamo e che nulla -neppure il male e la morte - potrà mai separarci daLui. Abbiamo questa abitudine di chiamare ilsacerdote perché ai nostri malati – non dicoammalati di influenza, di tre-quattro giorni, maquando è una malattia seria – e anche ai nostrianziani, venga e dia loro questo Sacramento,questo conforto, questa forza di Gesù per andareavanti? Facciamolo!

__________________CALENDARIO LITURGICO 2017

dal 23 al 30 Aprile

23DOMENICA

II diPASQUAIN ALBISDOMENICA

della DIVINA

MISERICORDIA

8.

10.

11.15 – Messa Borgata Santa Sofiaore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia17.30 . Santo ROSARIO18. 18.45 . VESPRI comunitari

24Lunedì

BEATAVERGINE

DI BONARIAPatrona

Massima della

SardegnaSOLENNITA'

8. ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia17.30 . Santo ROSARIO18.

25Martedì

SAN MARCOEvangelista

FESTA

8.ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia17.30 . Santo ROSARIO18.

26 Mercoledì

2SETTIMANADÌ PASQUA

8. ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia17.30 . Santo ROSARIO18.

27Giovedì

2SETTIMANADÌ PASQUA

8. ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia17.30 . Santo ROSARIO18.

28Venerdì

2SETTIMANADÌ PASQUA

8. ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia17.30 . Santo ROSARIO18.

29Sabato

SANTACATERINA da SIENAVergine eDottorePatronad'Italia ed'EuropaFESTA

8. ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia17.30 . Santo ROSARIO18.18.45 . VESPRI comunitari

30DOMENICA

III diPASQUA

8.

10.

FESTA del PERDONOPrime CONFESSIONI in Parrocchia 11.15 – Messa Borgata Santa Sofia

17.30 . Santo ROSARIO18. 18.45 . VESPRI comunitari

AVVISI ALLA COMUNITA’

LUNEDI 24 – Solennità della B.V. di BonariaPatrona massima della SardegnaDOMENICA 30 – Celebriamo la FESTA DEL PERDONO con la PRIMA CONFESSIONE DEI BAMBINI dopo laMessa delle ore 10