3 - Nove Facoceri

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La terza potentissima raccolta dei Nove Facoceri. Più bella che maicon Miriana Kuntz, Nadia Finotto, Cleo Patra, Linda Lercari, Paolo Albertin, Alessandro Amadesi, Paola Roela, Giovanna Mastropasqua, Massimo Ferraris, Francesco Francica, Antonella Rossello, Alessandro Civieroe con Massimo Paolo Poncetta e Andrea 'Bud' Basile

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    MIRIANA KUNTZ, NADIA FINOTTO, CLEO PATRA, ALESSANDRO AMADESI, LINDA LERCARI, PAOLO ALBERTIN, MASSIMO FERRARIS, PAOLA ROELA, GIOVANNA

    MASTROPASQUA, FRANCESCO FRANCICA, ALESSANDRO CIVIERO, ANTONELLA ROSSELLO

    e con MASSIMO PAOLO PONCETTA, ANDREA BUD BASILE

    Terza Parte Quattordici Facoceri

    2015

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    Prefazione I Quattordici Facoceri

    Noi siamo i nove facoceri.

    Ricapitolando.

    La prima raccolta, Nove Facoceri ha avuto un certo seguito, la seconda era una gran bella raccolta ed ormai questa dei facoceri diventata quasi una rivista periodica. Chiaro che essendo in dodici, dodici menti piuttosto fertili, la produzione estesa ed irrefrenabile. A volte Paolo si allontana, Linda e Cleo hanno alcuni concorsi e premi per i loro racconti, ma siamo sempre qui e sempre pi potenti.

    La squadra, lo ricordiamo, composta da: Miriana Kuntz (capo del gruppo originario Fire Plumes), Nadia Finotto (vice dei Fire Plumes), Cleo Patra, Linda Lercari, Paolo Albertin, Alessandro Amadesi (tutti Fire Plumes), Paola Roela, Giovanna Mastropasqua, Massimo Ferraris, Francesco Francica, Alessandro Civiero ed Antonella Rossello.

    Ci sono state collaborazioni e finte battaglie creative, rispettivamente con Andrea Basile, il Bud Bambino di Deliri Raccolti e Laureati e con Massimo Paolo Poncetta, praticamente facocero ad honorem, vista la sua analogia con il modo di fare e scrivere del gruppo setoloso, ma anche la sfida aperta che ci ha lanciato con il racconto Il Killer Dei Facoceri, che in realt una delle decine di collaborazioni tra noi e lui.

    Questo per chiarire.

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    I racconti, come sempre spaziano dalla commedia al thriller e ce n una variet. Nove racconti ed una serie di bonus, come di consueto.

    Sul versante commedia, questa volta, abbiamo le follie di Massimo Ferraris, Giovanna Mastropasqua, Cleo Patra e qualche spruzzatina di pazzia pura da parte del sottoscritto. In alcuni casi, per, la commedia si unisce al giallo e qui entra in gioco Nadia Finotto, che con Lacciuga in rosso (Antipasto Stuzzicante) unisce i due generi in modo naturale.

    Paolo Albertin da il proprio contributo a La lunga notte, di Massimo Ferraris e quando si esprime si sente, decisamente. Bisogna dire che ne La lunga notte Alessandro Civiero ed il finale speciale di Miriana Kuntz sono potenti.

    Poi c un racconto che un po indefinibile, Zen, cavalieri biscottati e larte della manutenzione del dromedario. Lincipit dellAmadesi, che se deve iniziare racconti folli non si tira indietro. In realt, fin dallinizio lidea piaciuta a Civiero, che ne ha scritto una variante molto particolare. In questa raccolta c il racconto intero ed una deragliata sul tema che porta il protagonista Johnny a vivere due vite in parallelo.

    Massimo Ferraris ha iniziato un racconto di fantascienza molto particolare, Omicidio Al Contrario, che ha echi di Philip Dick, allinizio, per deragliare poi (strano, eh?) in una trama di spionaggio esistenziale. Strano a dirsi e molto pi bello da leggere.

    Antonella Rossello ha dato lavvio a In vacanza?, un racconto di quelli che ho scherzosamente definito di C.P.S. (Commedia Problematica Sentimentale) ed in realt uno di quei generi che solo lei sa affrontare. Leggere per credere.

    Cleo, invece, dal canto suo, ha fatto un sogno, tempo fa, che riguardava Massimo. Vai a capire perch. Forse perch una sera si stava stupidando in collettivo ed saltata fuori una visione di Massimo in vestaglia da camera, che fuma una pipa elettronica ed un geniale ispettore di Polizia. Della Polizia di Savona, of course, praticamente lo Sherlock Holmes ligure. Da questo spunto partito uno dei filoni pi inesauribili del gruppo, quelli dellispettore Ferrario (ogni riferimento puramente

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    casuale) e della sua squadra di poliziotti, poliziotte ed aiutanti, uno pi matto dellaltro. Lottavo nano (parte I & II) un primo saggio della potenza del collettivo.

    Francesco Francica, invece, ha iniziato un racconto politicamente impegnato e molto inquietante, nel suo realismo. LAmadesi ha tentato di dare un modesto contributo, ma in pratica Nuova Primavera farina del sacco del Fran ed un grande fuoco di artificio finale.

    Buona lettura.

    Ale

    La copertina, questa volta un po pi scanzonata e legata ad uno dei temi ricorrenti dei NF, di Miriana Kuntz

    Lo studio della raccolta e dei brani, cos come lediting e la cura delle fonti, sono di Alessandro Amadesi e Nadia Finotto

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    MIRIANA KUNTZ, NADIA FINOTTO, CLEO PATRA, ALESSANDRO AMADESI, LINDA LERCARI, PAOLO ALBERTIN, MASSIMO FERRARIS, PAOLA ROELA, GIOVANNA

    MASTROPASQUA, FRANCESCO FRANCICA, ALESSANDRO CIVIERO, ANTONELLA ROSSELLO

    e con MASSIMO PAOLO PONCETTA, ANDREA BUD BASILE

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    Lacciuga In Rosso

    [ antipasto stuzzicante ]

    (Nadia Finotto, Massimo Ferraris, Alessandro Amadesi, Miriana Kuntz, Nadia Finotto, con la collaborazione di Giovanni Beria)

    Aveva sempre mangiato le acciughe in verde. Succulento antipasto costituito da filetti di acciuga conditi con una salsina verde deliziosa preparata con prezzemolo, olio, aglio, la mollica di un piccolo panino intrisa leggermente nell'aceto e, volendo, un peperoncino piccante. Adorava tutti gli antipasti in genere, ma per le acciughe al verde stravedeva. Erano un po' pesantine cos cucinate, ma appena poteva se le preparava e quando apparecchiava il tavolo gi le veniva l'acquolina in bocca pensando al pasto che poco dopo sarebbe seguito. Disponeva la ciotola al centro del tavolo proprio di fronte al suo piatto ed amava, prima di affondare il cucchiaino nel prelibato nettare, sentire il profumo giungerle alle narici. Stravedeva per l'accostamento di quell'antipasto con il pane tipo baguette ed era capace di mangiarsene una intera, tanto sapeva che neanche un grammo si sarebbe aggiunto al suo deficitario peso. S, perch definire asciutto il fisico di Martina era un eufemismo: Martina non era magra, era secca, era trasparente, era scarna. Era come un'acciuga.

    I suoi colleghi cos infatti la definivano: magra come un'acciuga anche se un'acciuga era sicuramente pi grassa di lei. Ma era sottile, anzi sottilissima. Come lei. Alcune volte, prima di sprofondare nella bont del tanto agognato antipasto, si era fermata ad osservare il filetto sulla sua forchetta: "Ma davvero ci assomigliamo?" gli aveva chiesto, ma lui niente, neanche un cenno. Quella sera il suo capo aveva invitato lei ed i suoi colleghi alla festa per l'inaugurazione della boutique del th della moglie e non poteva mancare. Pass in rassegna l'armadio, ma vide solo abiti che mettevano in risalto la sua magrezza. Sconsolata scelse quello che le pareva il meno peggio e disse:

    "E sia. Stasera sar un'acciuga in rosso"

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    L'acciuga in rosso possedeva tutto in linea con la sua figura. Una piccola Smart come automobile, una moto naked, un notebook ultraslim e un appartamento minimalista arredato con molto gusto. Scese e sal in auto, dando un'ultima occhiata al trucco che, con arte, riusciva a mascherare la spigolosit degli zigomi. Fosse stata una decina di chili in pi sicuramente non sarebbe passata inosservata, ma cos, modello acciuga sott'olio, gli sguardi degli uomini la attraversavano senza posarsi. Sospir ed accese il motore, raggiungendo in poco tempo la statale. Percorse il tratto che la divideva dal centro in pochi minuti, pensando alla festa e a chi ci avrebbe trovato. Quando la mente formul l'immagine di Pietro, un brivido la percorse, facendo vibrare le ossa. Il nuovo architetto, responsabile del settore giardini, era l'unico che sembrava provare simpatia verso di lei. Un bel ragazzo, non in modo eccessivo, ma al punto giusto, forse troppo per una come lei.

    "Stai attento all'acciuga" aveva sentito dire, il giorno che si erano presentati, dal Direttore, quell'odioso Augusto Marinetti, messo a capo di un ufficio senza averne le competenze! Era odioso e odiato, ma possedeva la sua schiera di adepti che lo idolatravano per cercare di accaparrarsi un posto al sole. Lei no, svolgeva il proprio lavoro di segretaria e centralinista tutto fare senza velleit carrieristiche. D'altronde non poteva certo competere con Miriam, oppure Luana. Era un'acciuga, e come tale nuotava nel mare del mondo, cercando di non finire intrappolata. Il negozio pullulava di gente, tra i quali molti clienti dello studio. I muri erano stati portati via dal Marinetti per un pugno di euro, grazie alle conoscenze e fregandosene di schiacciare con la sua potenza poveretti obbligati a svendere le propriet pur di sopravvivere. Indoss il sorriso migliore e raggiunse i presenti.

    Liviana Boccioni, coniugata Marinetti, per ironia della sorte. Donna molto bella ed appariscente, la rossa dalla chioma fulgida e splendente, aveva un istinto per gli affari ma ancora di pi per le pubbliche relazioni. Era la sua presenza carismatica e francamente piacevole a far s che tutto ci che toccava si trasformasse in oro, o perlomeno metalli preziosi. La boutique del the era un'idea mista di inglesismi, sale da the, negozi di erbe aromatiche e chi pi ne ha pi ne metta. Gusto raffinato, la signora, vagamente pi simpatica ed alla mano rispetto al tremendo marito e piuttosto

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    giunonica, il che forse spiegava l'antipatia naturale che Marinetti provava per Martina. Quella sera, per, entrando nel negozio, l'acciuga si sent vezzeggiata e coccolata: potenziale cliente, ovvio. Fu accolta, le fu presentata la parata stanze da palazzo del negozio ed una serie di tavolini a cui sedersi per sorseggiare th e dolci a volont. Vero, Liviana ci sapeva fare con le persone. Infatti non era lei il problema. L'acciuga in rosso sorrise, scambi quattro chiacchiere (come si scioglieva la sua naturale timidezza e diffidenza, l dentro) e si concentr sul vero obiettivo. Clima accogliente, ma la pip nervosa che le venne la port rapidamente a cercare un bagno per... ehm, 'incipriarsi il naso', si diceva un paio di secoli fa. All'interno, Miriam si stava ritoccando il trucco davanti allo specchio. La guard riflessa con un sorriso sguigno misto di saluto cortese e disprezzo mal simulato, poi torn ai suoi ombretti. Lei si chiuse nel bagno ed in pochi secondi la luce si spense. Rimase un po' sospesa tra l'ansia, l'imbarazzo ed un cenno di risatina che le stava partendo, fino a quando sent un tonfo come di qualcosa che cade a terra. Poi la luce torn. L'acciughina fin di fare ci che doveva ed usc nell'antibagno. Il corpo disteso a terra in una pozza di sangue era proprio ai suoi piedi.

    Martina fissava quel corpo sporco di sangue con gli occhi sbarrati. Tir su con il naso per ben tre volte, poi dissimulando un pianto impaurito si guard il sotto delle scarpe in cerca di sangue, tir fuori un fazzoletto di carta e asciug via qualche goccia incastrata tra i solchi. Tremava di paura, poi quasi sollevata, le venne in mente che Miriam l'aveva sempre detestata. Ad ogni occasione le ricordava che una donna non donna se almeno non entra in una quarantaquattro. La Trentotto di Martina era davvero scarsa. Miriam le faceva spesso i dispetti mettendo in mostra le sue curve abbondanti ed equilibrate. Non era grassa, ma non era neppure magra. Era l'equilibrio esatto tra un'acciuga e un peperone ripieno. Adesso quel corpo che tanto aveva invidiato giaceva sulle piastrelle sporche di un bagno. I suoi capelli profumati ora, inzuppati di un rosso vivo.

    "Bevi un bicchiere, acciuga?" chiede un collega ad una Martina tremante. Quel bicchiere rosso davanti al suo naso le ricordava quell'angosciante spettacolo di qualche istante prima.

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    "Non mi va..." gli rispose, spostando di lato la manona pelosa del suo collega. Martina prese posto su un salottino di pelle, mentre la moglie del capo, proprio per ironia della sorte, si diresse in bagno, dove aveva messo qualche ora prima i regali da dare a tutti gli ospiti (un assaggio di th di ogni gusto, circa dieci bustine differenti).

    Nel bagno trov oltre che i suoi adorabili omaggi, un cadavere pallido. Torn nella sala e grid giusto tre parole:

    "C' un morto... "

    La folla scappava in ogni direzione, qualcuno and dritto fuori, raggiungendo l'auto il prima possibile, altri, curiosi e ficcanaso, andavano dritti a sbirciare di chi fosse il cadavere. Tra la folla, un uomo baffuto rideva compiaciuto. La schiena ritta sul muro tinteggiato a nuovo. Martina lo riconobbe, era Mario Lenzi, il tuttofare squattrinato dell'ufficio.

    La polizia arriv un quarto d'ora dopo la telefonata fatta al 113 da Augusto Marinetti che sulle prime avrebbe voluto non essere l, ma Liviana Boccioni aveva saputo essere convincente, soprattutto per via di segreti che lei ben conosceva e che al solo nominarli l'Augusto si era quasi sentito male. L'ispettore Fiorenzo Aliparandi entr nel negozio seguito da tre agenti. Li fece fermare davanti alle porte per tenere a bada la folla di curiosi, e subito disse: Che nessuno esca, per poi accorgersi che c'erano solo tre persone. Chi il responsabile del negozio, continu poi, rivolgendosi all'unico uomo che vide, presumendo fosse lui. Sono io, disse invece una delle due donne, quella pi grassa. Cio, a guardarla meglio non era grassa, anzi, ma in confronto all'altra donna, vestita tutta di rosso, magra quasi da sembrare... unacciuga rossa, aveva subito pensato, ma si era dato dello scemo, considerato che anche lui era magro, magro, come unacciuga. Lo aveva sentito in commissariato che lo chiamavano cos, alle spalle, ovvio, mica glielo dicevano in faccia.

    Ma siete solo voi qui dentro? Chiese poi alla signora.

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    No, c'erano gi quasi tutti gli invitati, ma sono scappati quando ho detto che in bagno c'era un morto

    Ah! sospir l'ispettore Era uninaugurazione, insomma? Chiese quindi avvicinandosi alla signora.

    S, avevo invitato persone del settore e colleghi di mio marito, la signorina indic Martina con un cenno della testa una di loro

    E' rimasta solo lei, allora?

    Si volse a guardare la ragazza che tremava come una... acciuga nella cesta, appena pescata. L'ispettore scroll la testa per scacciare questa immagine. La ragazza era carina, adesso che la stava guardando meglio.

    Lei ha visto qualcosa? Le chiese.

    S ero in bagno a... e si spenta la luce, e poi tornata e sono uscita e l'ho vista e... sa, mi veniva da piangere, tremavo come una foglia... (l'Aliparandi pens tra s e s "come un'acciuga", ma si diede subito dello scemo)

    E' uscita dal bagno e ha dato lei l'allarme?

    ...no, non ho detto nulla... io ma io...avevo una tale paura... magari... e se poi...

    Signorina, lo sa vero che potrebbe venirmi in mente che stata lei ad uccidere la signora l per terra? Era nel bagno e potremmo dire che uscita senza dire niente e facendo finta di niente e chi ha trovato il cadavere la Signora responsabile. Ammetter che un po' strano

    La ragazza fece per articolare un vocabolo, ma riusc solo a muovere le labbra senza che nessun suono ne uscisse. Poi, se possibile, sbianc ancora di pi e si accasci al suolo con il Marinetti e la moglie che la osservarono semplicemente cadere senza muovere un dito. L'ispettore li guard attonito e balz verso l'acciuga per prestarle soccorso. La prese tra le braccia e la schiaffeggi lievemente nel tentativo di farla

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    rinvenire con i due coniugi che guardavano come se assistessero ad una commedia musicale.

    Non che potreste magari portare un po' d'acqua fresca ed un panno che magari vediamo se riusciamo a farla rinvenire? fece sarcastico ai coniugi

    Ma... non... non credo di avere acq... disse la Boccioni, ma si accorse della stupidaggine e torn poco dopo con mezzo bicchiere di limoncello d'acqua e lo porse all'Ispettore. Scuotendo la testa lui prese il suo fazzoletto, lo bagn e lo pass delicatamente sulla fronte dell'acciuga che trovava davvero graziosa.

    "Poveretta" pens e prov per lei enorme tenerezza. L'acciuga rinvenne e gli fece un flebile sorriso.

    Qui ormai se ne sono andati tutti, assassino compreso. Preparatemi un elenco degli invitati intim ai coniugi e lei venga con me disse alla ragazza che lo segu docile.

    Le sorrise, ricambiato. Non sarebbe stato un caso facile, ma forse l'acciuga in rosso faceva per lui.

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    La Pi Bella Del Paese

    (Massimo Ferraris, Giovanna Mastropasqua, Massimo Ferraris, Alessandro Amadesi, Nadia Finotto, con la collaborazione di Lidia Popolano)

    Il cielo le aveva fatto un dono, quello di essere la pi bella di Pantagorro al Lago, piccolo paesino sito alle pendici dei colli Euganei. Illuminata Senzaluce, la pi piccola delle sorelle che facevano girare la testa a tutti i maschi in et da moglie, scese la scalinata in pietra che conduceva a Piazza Fratelli Forzuti e abbass la testa, volgendo lo sguardo al selciato. Ormai conosceva a memoria ogni mattonella, filo d'erba e tombino, ma quello era l'unico modo per evitare gli sguardi di Marcello Strozzacane e Lorenzo Poitiscappa, il primo macellaio e culturista per passione, il secondo proprietario del bar pasticceria specializzato in bombe alla crema. I soliti due fischi, i commenti che la facevano diventare rossa, e il conteggio dei passi che la separavano dall'angolo della salvezza (cos lo chiamava lei), trentuno esatti. Illuminata odiava quel paese, dove le strade erano obbligate e che per raggiungere un posto dovevi per forza usare le stesse. Il suo ufficio, dove lei lavorava come aiuto commercialista, era raggiungibile esclusivamente da l, quindi l'assalto da parte dei due era inevitabile. Si prepar, tirando un respirone, ma arrivata al punto fatidico un silenzio totale aleggi nel vicolo. Forse si era assuefatta al rito, ma era sicura che intorno a lei non si muovesse una mosca. Azzard e gir la testa verso i negozi. Dei due nessuna traccia, tanto che ci rimase quasi male, ma contro ai vetri scorse due manifesti che la incuriosirono. Facendosi forza si avvicin e strabuzz gli occhi. Alle nove di quella mattina, quindi fra pochi minuti, nella sala rossa del Comune si sarebbe tenuta la presentazione del concorso di bellezza. Il primo in assoluto a Pantagorro. Tra i tanti sponsor lesse anche il nome del suo studio. Non ci poteva credere, non ne sapeva nulla, ma quando gli occhi si posarono sui nomi delle partecipanti, per poco non croll a terra secca: il primo della lista era il suo!

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    Ora, Illuminata era una di quelle donne, una di quelle persone, che la vita ha dotato di risorse trasparenti, trasparenti solo ai suoi occhi naturalmente, gli altri le riconoscevano a prima vista ... il nome le comprendeva e racchiudeva tutte: luce nei suoi occhi verdi, luce nelle movenze delle mani, luce nei capelli ramati, luce nel sorriso, luce nel movimento dei suoi fianchi, luce ... chiunque di voi avr capito di cosa parlo. Luce dovunque, tranne che nella sua fragile mente che sembrava dormire beata un sonno d'innocenza e ingenuit comoda per il suo pauroso cuore ma, soprattutto, per gli altri che ne potevano fare ci che la loro malignit suggeriva al momento. Cos, Illuminata era abituata agli scherzi, agli sfott e anche a burle come quella dell'iscrizione al concorso di bellezza, senza metterla al corrente. Non che lei non lo avrebbe desiderato, ma era cos inconsapevole delle proprie possibilit che certamente avrebbe presentato la domanda fuori tempo ... a questo punto avrete perso ogni speranza e fiducia in lei, ma vengo subito a rassicurarvi, tra le numerose doti di Illuminata, ce n'era una che eguagliava e superava tutte le altre. Illuminata era molto orgogliosa e caparbia e se qualcuno aveva voluto metterla in ridicolo, non avrebbe certo passato i prossimi minuti a piagnucolare... alz la testa, scosse i capelli, tir un sospirone e corse da Pigliatura, la giovane e creativa parrucchiera che stava aprendo le saracinesche proprio in quell'istante.

    -Chiudi le saracinesche e prendi con te un po' dei tuoi attrezzi- le disse trafelata mentre Pigliatura la guardava sbalordita girare l'angolo senza riprendere respiro.

    -Tra due minuti ripasso a prenderti. Corri!- e riprese a correre verso il negozio di

    - Bice Bice!! E sia! Stavolta non mi fregano! Ci partecipo a quel concorso e lo vinco pure! Basta fare la Maria Goretti de noialtri! Basta incolonnare numeri, da oggi si cambia registro! Le selezioni preliminari sono proprio oggi...ho due ore per trasformarmi da Illuminata Senzaluce a Lummy Fanalina! Allora Bice!?!? Sbrigati! La selezione solo tra un'ora e 53 minuti!-

    - Si, ecco... adesso ti preparo due o tre outfits che dovrebbero valorizzare il tuo fisico...questi sono tutti pantaloni a vita bassa con cavallo minimal e poi un misto di canotte mooolto particolari...-

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    - Vita bassa? Ma questi non sono pantaloni col cavallo basso! Questo un pony incrociato ad un bassotto! Questo un po' pi alto di una scatola di cerini, ma pi basso di un accendino! Per portare quei pantaloni l devi avere una predisposizione delle ossa del bacino! Con quelli giro con mezzo rimorchio da fuori! Non ce la posso fare... non sono abituata...-

    - Non dire sciocchezze, Luminol, basta solo che eviti di sederti. Devi restare sempre in piedi. Mai abbassare la guardia, se non vuoi che la grondaietta che dalla schiena porta gi faccia capolino...Io lo chiamo effetto muratore-carpentiere. Sai, quando i muratori si lasciano scivolare le braghe, calare i cavalli e poi si piegano per scazzuolare e sbam esce fuori una fetta di lato b floscio e pallido... Imbarazzante.- - Appunto...sarebbe imbarazzante, ma resto in piedi! Si si si...Ce la posso fare...-

    Illuminata fece incetta di vestiti che pens bene di far segnare sul libro spese dello studio. Avevano voluto iscriverla? E allora che pagassero! Corse verso il negozio di Pigliatura e la trov pronta con borsa e attrezzi. La parrucchiera, grande amica sua, poteva avere tutte le carte in regola per partecipare anch'essa

    -Infatti ci sono- disse a Illuminata. -Anche se con te in gara...-

    -Ma non farmi ridere, che io e te ci giochiamo il primo e secondo posto- si gir intorno e not che quella mattina Pantagorro al lago sembrava un cimitero prima dell'orario di apertura.

    -Dove sono finiti tutti?- chiese all'amica.

    -Di sicuro in Municipio. Vuoi che la cittadinanza si perda un evento cos, visto che l'unica attrazione del paese la festa di Santa Catena da Fildiferro, dove sono presenti tre banchi di alimentari e lo stand della Folletto?-

    In effetti Pantagorro non era quel postone di vita che si poteva immaginare. Un concocrso di bellezza avrebbe attirato gente dalle vicinanze e magari qualche bel ragazzo che non fosse Strozzacane e nemmeno Poitiscappa. Insieme a Pigliatura raggiunsero casa sua e, quando la madre la vide rientrare, per poco non le venne un colpo

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    -Ma che ci fai a casa? Ti hanno licenziata? Madonna mia adorata, e ora? Ti devi trovare uno ricco che ti mantenga. Con il fisico che ti ritrovi, che modestamente hai preso da mamma...-

    -Stop!- le grid Illuminata. -Non c' tempo! Devo... anzi dobbiamo diventare le pi belle di Pantagorro, e questo nella prossima mezz'ora!-

    -Vi preparo un bell'ovetto strapazzato col marsala e i savoiardi, che vi distendono la pelle e vi fanno brillare il volto!- . -Si, dai foruncoli...- comment Pigliatura.

    Di recente, tra l'altro, Girocolla Li Fornari era sparita. Sul momento, in paese, la notizia fece il giro completo un paio di volte, tra la meraviglia generale, fino a quando un geniale inventore aveva detto in gran segreto ad un lontano parente di un amico della cugina della cognata dello zio del macellaio che Girocolla era andata a lavorare all'estero. Per un paese come quello, andare all'estero poteva significare anche una citt a venti chilometri di distanza, ma tant'. Per un po' i maschietti del paese avevano rimpianto il bellissimo posteriore ed il fisico veramente notevole di Girocolla, poi avevano trovato pace. Anche perch per quanto riguarda il viso la poverina non si poteva guardare. Aveva la bocca come la grata di una chiusa ed un naso a becco di papera che anche i grandi occhioni scuri non riuscivano a compensare. Una stonatura di un flauto in un concerto di archi. I maligni avevano persino detto una delle battute pi cattive che si potessero inventare, che la Girocolla andava guardata solo se portava un sacchetto in testa. Si diceva che in un primo momento lei fosse fuggita con il dentista, il Dottor Tisistemo. Niente comunque poteva competere con la sopresa che tutti ebbero quando Girocolla torn in paese proprio quel giorno. Il taxi atterr nella piazza mentre Pigliatura faceva il super trattamento ad Illuminata. Atterr, perch era arrivato a tutta birra come un aereo sulla pista di atterraggio. Pigliatura, per curiosit, era andata alla finestra a vedere chi poteva essere quell'asino che si divertiva a fare le sgommate in piazza e... TAC, eccola l, la Girocolla che scende dal taxi bella come la luna d'estate. Pi o meno. Per lo meno, rimessa a nuovo e decisamente pi guardabile.

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    - Oh, porc... - comment la ragazza e Illuminata, con il viso incetriolato dalle maschere sussult.

    -Che c', che succede?- Illuminata si agit sulla sedia. -Dimmelo altrimenti ti squarto come il capretto di zio Natale a Pasqua!-

    -Niente, tes, mi caduta la matita correttrice per gli zigomi- cerc di aggiustare le cose. -Ora rilassati, che manca poco e poi pure io mi devo sistemare-.

    Ma la sfortuna voleva che Girocolla abitasse nello stesso palazzo e che per salire le scale usava l'inconfondibile sistema di caricare pi il piede sinistro, finendo con fare il rumore di un tamburo un passo si e uno no.

    -Ahhhhhhh!!!!!- Illuminata si strapp cetrioli, machera e asciugamano che gli cingeva i capelli. -Lei, la strega, la megera, quella santissima zocc....- e corse verso la porta d'ingresso. Se la ricordava fisicamente bella, ma dal viso inguardabile, invece quella che si trov davanti era una bellezza mozzafiato, con naso, orecchie, mento, zigomi, contorno occhi, rughe d'espressione, denti, labbra e collo rifatti ad arte. Solo il sorriso da culo di gallina era rimasto, e Illuminata la riconobbe per quello.

    -Ciao Luminol, ti vedo sciupata- la apostrof. -Non mi dire che ti stai preparando per il concorso di bellezza! Ma ti vedi? E pi che altro, mi vedi?-

    -Certo con i soldi che avr tirato fuori Titrasformo!- esclam Pigliatura, affacciandosi a sua volta. -Ma la bellezza naturale che vince, non i ritocchi-

    Poi strabuzz gli occhi. -Ma che ti sei fatta, una sesta di tette?-

    -A parte che il mio amore si chiama Tisistemo, ebbene s, e pure il sedere. Ci si vede ragazze, morite d'invidia e fate largo a Girocolla, Miss Pantagorro al Lago!-

    Nella piazzetta prospiciente il Municipio la folla rumoreggiava. Ma non erano mormorii di disappunto, bens di curiosit ed apprezzamento nei riguardi di tutte quelle belle figliole che lentamente stavano raggiungendo la sala della presentazione. Marcello Strozzacane e Lorenzo Poitiscappa troneggiavano gi da parecchio in prima posizione, tenuti a stento dai due unici vigili urbani del paese, uno dei quali cugino di

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    Marcello. -State buoni, che mi tocca multarvi- li apostrof Romualdo Strozzacane, per tutti "Leone senza denti", a causa del suo modo di fare autoritario che si scioglieva in panico nello sguardo incavolato dell'interlocutore -Il Sindaco sar qui a breve, perci buoni!- -Ma che ci frega del Sindaco- url una voce non ben definita tra la folla. -Noi siamo qui per lustrarci gli occhi!-

    E in effetti da lustrare ce n'era parecchio, vista la passerella di visi sorridenti e passi ancheggianti. Ma fu quando Girocolla Li Fornari compar nella piazza che il silenzio cal sula folla. Bella, una spanna sopra le altre, fisico statuario. Scese dall'auto guidata da Tisistemo, butt la testa all'indietro facendo svolazzare la chioma, quindi pos il piede a terra, facendo aprire lo spacco vertiginoso sino all'altezza dell'anca. Rumore di deglutizioni, sospiri, fino a quando qualcuno grid:

    -Illuminata!-

    Le teste si girarono e dall'altra parte della piazza, come duellanti in un film western, appar la bella Senzaluce, seguita a ruota da Pigliatura. Tre bellezze mozzafiato, tre sguardi assassini, tre artigli pronti a scattare e sbranare. Lorenzo Poitiscappa riusc a divincolarsi e, raggiunta Illuminata, si gett ai suoi piedi:

    -Ti sposo, ora, subito, se il Sindaco ce lo permette!-

    La ragazza gli appiopp una gentile pedata nelle costole.

    La Sala Consiglio non poteva contenere pi di una ventina di persone oltre alle ragazze e le personalit. Il Sindaco Wilfredo Comacchi di Terrabonella, nobile caduto in disgrazia da generazioni, ma tornato a brillare in ambito sociale grazie alle giuste conoscenze, guard i presenti rivolgendo un ampio sorriso. Venti ragazze, tutte sedute nelle prime file, una selezione di bellezze Pantagarresi e zone limitrofe che rendevano l'ambiente luminoso, riuscendo persino a strappare un sorriso dal viso di Gennaro Forlimpopoli, capogruppo della minoranza ed acerrimo nemico di Wilfredo

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    -Per prima cosa grazie di essere venute- inizi il primo cittadino. -La nostra cittadina, famosa per il lago che si snoda attraverso tutto il territorio, ha l'onore di poter indire il primo concorso di miss, attraverso il quale proporre a livello regionale, quindi nazionale, una candidata al titolo di miss Italia- rumori di risa e gradimento si sollevarono. -Siamo quindi qui riuniti per presentare le concorrenti, tra le quali spiccano ben quattro candidate appartenenti al nostro Comune-

    Illuminata e Pigliatura si guardarono, poi rivolsero gli occhi verso Girocolla. I conti non tornavano, anche "miss chirurgia estetica" sembrava spaesata. Chi diavolo era la quarta?

    -Le signorine Illuminata, Girocolla e Pigliatura sono qui presenti, tra breve dovrebbe giungere Maria Assunta Dolcezza, che da qualche anno manca da Pantagorro-

    -Che?!?- url Girocolla inviperita. -Ora partecipano anche le suore?-

    Il silenzio cal nella Sala Consiglio, il Sindaco tossicchi per ritrovare la voce, Illuminata avvert un capogiro. Dolcezza si era fatta o no suora di clausura cinque anni prima?

    - Parlo io! Non ci sta bisogno di confetture! Sono perfettamente regolizzata!

    Dolcezza aveva, evidentemente, una concezione della lingua italiana tutta personale e alquanto bizzarra.

    - E' vero, sono stata una suora nel Convento dell'Ordine delle Verginissime Immobili, Silenziate e Pantofolate a Rocca di Mezzo Alta. Ma non andata. Quando mi hanno spiegato che clausura voleva dire che non potevo uscire, ho declamato: "Non ci sto!" Mi sono fatta dimettere dal lavoro di suora e mi sono messa a studiare estetismo all'Istituto "Immagine e splendezza" sempre di Rocca di Mezzo, per Bassa che pi altolocata. Ragion per la dunque, ho saputo del concorso e ho deciso di farne partecipe.

    - Non giusto!- tuon Illuminata. - Chi ha questo genere di trascorsi, non pu essere ammessa ad un concorso di bellezza! E poi, non si capisce una beata fava di quello che dice!-

  • 20

    - La signorina Dolcezza ha tutto il diritto di stare qui!- Intervenne il Sindaco Wilfredo e aggiunse: - Che ne dite, vogliamo fare qualche domanda a queste splendide fanciulle per conoscerle meglio?-

    Alla domanda si lev un applauso di palese approvazione

    - Lei, ad esempio, signorina Girocolla, ci dica qual' il suo desiderio pi grande...- Seguit l'uomo.

    - Ecco, io...il mio sogno pi grande quello di vedermi recapitare a casa dall'Interscarpa un'enorme fascina di scarpe miste. Stivali a mezza coscia, a coscia intera, senza coscia, sandali, zatteroni, anfibi, pantofole pelose a muso di facocero e ciabattine dorate con piume di pelo di pidocchio dell'Alaska. Il tutto mescolato a infradito variegate. E pinzato su una delle fibbie dei sandali, un bigliettino con su scritto "Seguimi"... Questo quello che voglio!! Niente altro!! -

    Dopo un inchino che serv a meglio osservare il decollet sesta misura della Girocolla, il Sindaco prosegu: -E lei Signorina Illuminata, cosa ne pensa dell'istituzione di questo concorso? - Illuminata subito pens di far emergere la sua brillante intelligenza per far colpo sul pubblico: - Penso, Signor Sindaco, che sia stata un'idea davvero illuminante per mettere nella luce che merita il nostro luminoso paese. Era da molto che si sentiva la necessit di una nuova luce e Lei, Signor Sindaco, con questa idea luminosa, ha dato una scossa da fuoco artificiale!

    Il Sindaco, capo anche della giuria, fece un sorriso che partiva da un orecchio e andava fino all'altro e ringrazi con un inchino fino all'altezza del lato B dell'Illuminata che tornava al suo posto.

    - E ora tocca alla Signorina Pigliatura. Cosa l'ha portata a scegliere la sua professione? - e Pigliatura si profuse in una spiegazione che incant la platea tanto era spigliata nell'eloquio. Il pubblico l'ascoltava a bocca aperta, e gli uomini anche un po' sbavando, tanto che il Wilfredo dovette tranciare il monologo non senza provocare dei mugugni dei presenti. Non c'era che dire: forse la Pigliatura non era bella come le altre tre, ma di sicuro era una grande affabulatrice.

  • 21

    - Ed ora signore e signori, la domanda a suor... ehm... alla Signorina Dolcezza. Ci dica Maria Assunta, cosa ne pensa della fame nel mondo?

    Maria Assunta rimase un attimo interdetta: - Ma il mi scusi lor Signor il Sindaco, ma voi come faceva a sapere che io tengo fame? Non ce lo dissi a checchiss. Forse la mi vede sciupata? Mi sta per cercando di dirmi che non ho un bel figurone? Glielo posso assicurare lor Signor Sindaco, la fame che mi atterraglia non sar di pregiudizievole alcuna allo svolgimento dell'assente concorso!-

    E con codesta affermazione sollev il mento in segno di assoluta seriet. Wilfredo, che questa volta non sapeva dove guardare, la fece accomodare

    -No, un momento! Un'altra domanda ve la voglio fare...Ebbene, ditemi, per esempio, cosa pensate della donna... nel senso: quali doti deve avere una pollastr... ehm... una donna per essere apprezzata da un uomo?

    Wilfredo arross visibilmente per la gaffe. - Cominci pure lei, Illuminata.

    - Io di certo non sono quel che si dice "bella, zitta e pure casalinga!" Bella lo sono, questo evidente, non ci sono cazzi! Ma in casa ci sto solo se ho l'influenza e non taccio manco morta! Manco se mi legano la glottide con una strisciolina di intestino per la salsiccia! Io parlo! Eccome se parlo!

    - Si...si si... abbiamo capito il tipo - disse l'uomo - E lei Girocolla?-

    - Guardi, adesso che ci penso...con un buon conto in banca posso fare pure la muta di Portici 2 la vendetta. Come mi so adeguare io, non lo fa nessuno!-

    - Resta solo Dolcezza, adesso...prego...ci dica cara...-

    - Domanda complicata... io penso di tenere tutte le cose che avete proclamato a posto! Devo solo fare migliorie nella casalingheria. Potrei imparare a cucinare dico io! Ma non che non so cucinare... che non faccio la spesa. Sembra una cosa cretina, ma cervellotico cucinare solo con le pignatte vuote. Adesso nel mio frigorifero ci sta una buona quantit di ghiacciaio e una patata novena con il gerfoglio pi alto di me. Si...sono sicura che se mi imparo a fare la spesa, riesco a cucinare.-

  • 22

    - E con questo - intervenne il sindaco per mettere fine a quella sciagura verbale il prima possibile -con questo abbiamo proprio terminato! Possiamo votare ed eleggere la pi bella del paese!-

    La prima idea era stata quella di fare una votazione con bigliettini messi in un contenitore, scartata quasi subito. Ea pi rapido e semplice andare per alzata di mano, tanto pi che l'intero paese era radunato nello stesso luogo, per la prima volta da un bel pezzo.

    Il sindaco chiamava i nomi delle candidate e dopo brevi commenti, alcuni irripetibili, il pubblico alzava la mano. Obnubilato Oftalmico, consigliere, era incaricato di contare una per una le mani alzate ed in poco tempo decret che due delle ragazze in lizza erano a pari voti, mentre le altre due avevano ben un punto di vantaggio.

    - Situazione finale - proclam il sindaco - Seconde classificate a pari merito le signorine Dolcezza Maria Assunta e Pigliatura. Prime a pari merito le signorine Senzaluce Illuminata e Li Fornari Girocolla. Ricordando altres che per la delibera comunale dell'agosto scorso, la vera bellezza signorina mai allontanata dal paese, dichiaro vincitrice Illuminata Senzaluce

    Il pubblico and in visibilio e mentre Pigliatura andava sportivamente ad abbracciare Illuminata, la corona della gioielleria Svolazzi arrivava in volo addosso alla vincitrice, lanciata da una Girocolla furiosa.

    - Eh, ma quella quadrupede di una contendente... - comment Illuminata togliendosi una scarpa col tacco e provando a martellare l'avversaria. Pigliatura non riusc a trattenerla.

    - A chi hai detto quadrupede, eh? - risposero ad una voce Girocolla e Dolcezza lanciandosi sulle altre due. In poco tempo la sala divenne un turbinio di scarpe, sciarpe e carpe in volo, nel trambusto generale. Il giorno dopo il paese era deserto, cartacce e volantini del concorso a terra, scarpe e carpe sparse ovunque. Per anni si continu a parlare della prima Miss del paese.

  • 23

    Lottavo Nano (parte I e II)

    (Cleo Patra, Massimo Ferraris, Miriana Kuntz, Giovanna Mastropasqua, Alessandro Amadesi, Nadia Finotto, Paola Roela, Miriana Kuntz)

    "Ancora un omicidio" esord l'ispettore Ferrario lanciando una nuvola di fumo nell'aria con la pipa elettronica. Questo la settima morte violenta in meno di tre mesi, stesso modus operandi: una pugnalata netta al cuore e una mela rossa cacciata con forza nella bocca spalancata". Si gratt la folta chioma bianca avvicinando il naso adunco al corpo inerme steso a terra. Il piccolo uomo, di un'altezza al massimo di un metro e cinquanta, era riverso a terra in una pozzanghera di sangue. Biancaneve, il nome della serial killer attribuito dalla polizia, questa volta aveva scelto come luogo del delitto il piccolo bosco di abeti bianchi che rivestiva gli appennini liguri. Il comune denominatore degli omicidi era l'aspetto delle vittime: uomini di piccola statura, trafitti al cuore con il medesimo pugnale, che da studi condotti dalla scientifica pareva di una fattezza antica, forse risalente al XV secolo. Il killer, per l'accuratezza con cui i corpi venivano collocati a terra e per la mancanza di ulteriori segni di violenza, era probabilmente una donna. Erano state condotte ricerche nei vari negozi di antiquariato e controllato il litorale ligure. Nulla. L'ipotesi era che la donna, affetta probabilmente da un grave squilibrio psichico, attirasse le potenziali vittime utilizzando la sua sensualit, colpendoli poi di sorpresa e uccidendoli a sangue freddo. Il movente era ancora sconosciuto, ma una squadra di profiler ci stava lavorando. Era il caso pi difficile a cui mai avesse assistito, nulla sfuggiva all'ispettore Massimo Ferrario. I nani di Biancaneve erano sette, quindi forse, questo omicidio era l'ultimo della lunga serie. L'ispettore si alz, aveva bisogno di andare a casa a riposarsi, un bicchiere di brandy e il suono del suo violino, gli avrebbero schiarito le idee.

    Si sedette pigramente sulla chaise longue posta davanti alla vetrata del suo appartamento sito al quarto piano di una palazzina prospiciente il mare, punt gli occhi

  • 24

    verso l'orizzonte e fece correre i pensieri. Settimo omicidio, senza che le indagini avessero prodotto risultati, un guaio grosso che poteva compromettere la sua carriera. Guard l'orologio e si rese conto che mancavano poche ore all'incontro con il Questore Alessandro Amadio, il nuovo funzionario messo a capo della questura il mese precedente, quando gli omicidi erano solo tre. Una persona dal carattere forte, duro con i collaboratori e che pretendeva il massimo. Ogni volta che un ritrovamento veniva fatto Amadio rivolgeva la propria rabbia su di lui, quasi fosse il responsabile di tanta violenza. Ma questa volta aveva pensato a qualcosa di diverso, grazie all'aiuto della sua collaboratrice Cleo Patrasso era entrato in contatto con una sensitiva, una donna torinese molto nota nel giro della Polizia piemontese, Nadia Fambotto. Negli ultimi sei mesi era riuscita ad essere la chiave di volta nelle indagine riguardanti l'assassinio del noto industriale del caff Paolo Albertazzi, collaborazione tenuta sotto il pi stretto riserbo e filtrata grazie a Cleo, che aveva avuto una tresca in passato con il Commissario Capo della sezione omicidi torinese. Prese il violino e lo appoggi nell'incavo del collo; quel contatto lo mise in pace con se stesso e il mondo. L'archetto part e le note della Romanza in Fa Maggiore di Beethoven riemp l'ambiente. Suonare gli serviva a stuzzicare la mente, rendendola pi propensa all'analisi. Ma purtroppo c'era poco su cui pensare, quindi lo mise via, raggiunse la camera e sfil la vestaglia di cotone leggero azzurra a disegni damascati di Bown of London, riponendola con cura nell'armadio. Quel capo, unito al violino erano ci che rendevano Ferrario un ispettore fuori dagli schemi.

    -Se vi ho convocati qui perch Biancaneve non si fermer, e prima che alla sua lista venga aggiunta l'ennesima vittima ho pensato di utilizzare una squadra un po' diversa stavolta- Disse l'ispettore Ferrario.

    - Con me c' la famosissima sensitiva Nadia Fambotto, e mi sono permesso di aggiungere alla squadra una persona che non vi piacer, di sicuro, ma potr rivelarsi fatale per le indagini- disse tutto d'un fiato il questore Amadio- Entra pure..- aggiunse poi battendo la mano sulla porta d'ingresso.

  • 25

    Ad entrare in ufficio fu Ana Kuntzer, un ex assassina, adesso mezza collaboratrice di giustizia.

    -Amadio portarmi qui in squadra una criminale!? Ma sei impazzito, con la Patrasso pensavo di essere al completo!- rispose Ferrario ormai furibondo.

    -Non mi dispiace immischiarvi con voi, in fondo era il mio mestiere, potrei prendere Biancaneve in flagrante, fossi in te ci penserei bene sul da farsi. Intanto qualcuno ha qualcosa da mangiare? In gattabuia si mangia da schifo..- Disse Ana completamente divertita.

    Ferrario sospir un paio di volte, batteva il suo piede destro in un modo cos frenetico da sentirsi negli uffici accanto. L'idea di collaborare con una criminale gli stava davvero stretta, al contempo possedere una squadra cos variegata, cos valida, alla ricerca dell'assassina, gli sembrava davvero una proposta allettante.

    -Siete tutti arruolati allora, ma dopo questa cosa, ognuno torner al posto suo!- Aggiunse Ferrario sprezzante rivolgendosi alla Kuntzer.

    Quella notte, ognuno della squadra speciale sogn cose strane. Il sonno non conciliava con la realt. Ferrario prendeva a bocconi l'aria fresca dalla sua finestra. La Fambotto interrogava le stelle, la Patrasso sorseggiava camomilla, Amadio tremante in preda all'euforia, la Kuntzer distesa tra le sbarre, per l'ultima volta. Non molto lontano Biancaneve preparava la sua melanera

    - Devo uscire da qui!- urlo' Ferrario. - Ho bisogno di allontanarmi e di dormire nel mio letto almeno tre o quattro ore!-

    Si diresse verso la sua Renault 5 station Wagon e si avvi verso casa.

    Quegli omicidi e il modo per risolverli erano ormai la sola cosa che aveva in mente. Gli avevano fatto dimenticare perfino la discussione avvenuta nel pomeriggio con l'ex moglie Paolina De Roelis, che faceva sempre questioni sull'assegno di mantenimento. Il matrimonio era finito proprio grazie alla storiella con Cleo a cui Ferrario pensava

  • 26

    ancora parecchio, ma la donna che puntava dritta ad un matrimonio a regola d'arte, lo aveva un po' spaventato. Un matrimonio finito male bastava e avanzava. Adesso doveva assolutamente dormire per essere lucido all'indomani e utilizzare al meglio quel pop di collaboratori. Dunque, pettin con molta cura le basette bianche, mise la crema per il viso, calz come sempre la cuffietta che durante la notte avrebbe domato la sua chioma ribelle e si coric speranzoso. Come prima cosa, al mattino seguente, aveva l'incontro con il Giudice preliminare, che lo inquietava non poco. Gi in passato aveva avuto degli screzi importanti con la donna e, considerata la mole del caso che gli era stato affidato, ne subodorava un ennesimo. Il caso andava risolto, pi in fretta possibile! Si trattava di un serial Killer ed era sicuro che stava per colpire ancora!

    Infatti guardando la situazione da tutte le angolazioni, magari sbagliando le inquadrature e ritentando, il Ferrario pensava e strapensava che, no, non era normale che un serial killer scegliesse un numero a caso, magari il sette, poi dopo ben sette omicidi si fermasse per sempre. Non tornava. La mattina dopo, l'ispettore part a randanella per andare a visitare la Kuntzer in cella. Arriv, la guard e lei gli rivolse un'occhiata stufata: - Esco oggi, che cavolo mi porti le arance?

    Nell'andare via in macchina, con la splendida Renault 5 Superspecial, i due parlarono un po', per la precisione lei, perch lui non aveva una gran voglia di 'interagire' e Ana K. gli disse che, beh... era impossibile che un serial killer si possa fermare dopo un certo numero di omicidi. Magari vorrebbe, ma una dipendenza, pi o meno come la torta di riso, non riesci a smettere.

    Ferrario sorvol sulla torta di riso, arriv sgommando in Commissariato e i due entrarono di corsa. I collaboratori erano gi tutti presenti, c'era persino la Fambotto, ma di Amadio nessuna traccia... e grazie, quando mai quello era arrivato in orario da qualche parte?

    Impaziente, si prepar a fare un resoconto ai presenti e chi c'era c'era.

    *

  • 27

    Poco pi in l, sulla collina, un ometto piuttosto antipatico e dalla vocina querula fu massacrato alla trentaduesima battuta a doppio senso che rivolgeva a qualcuno che da lontano poteva sembrare una donna, alta, vestita con... no, forse i dettagli non li avrebbe intuiti neanche la Fambotto. Rimase steso a terra e la donna si pieg su di lui. Se ne and lasciandogli una mela Golden in bocca, che almeno smettesse di sparare di quelle solite balle.

    Il Ferrario stava ormai parlando da un quarto d'ora davanti a tutta la sua potente e variegata squadra e tutti erano gi semiaddormentati.

    - Datti una scossa babbo, vieni al sodo che qui 'ste cose le sappiamo gi tutte - fece la Kuntzer con tono altamente scocciato.

    - Silenzio! In questa fase dell'indagine molto importante fare il punto della situazione e raccogliere le idee, altrimenti ci troviamo con un altro cadavere che neanche ce ne accorgiamo - rispose seccato Ferrario guardando la Kuntzer da sopra gli occhialetti

    - Qui va a finire che raccogliamo solo insulti e trasferimenti se non troviamo il bandolo di questa intricatissima matassa - si intromise Cleo - Ispettore, ma lei non crede che Biancaneve potrebbe fermarsi qui? In fin dei conti i nani erano sette... - chiese ostinandosi a dargli del Lei in mezzo ai risolini divertiti di chi sapeva della storia tra il Ferrario e la sua bella assistente.

    Proprio in quel momento arriv l'Amadio scurissimo in viso. Aveva un tale cipiglio che nessuno os neppure salutarlo. - Cosa diavolo fate ancora qui?

    - P..perch Signor Questore? - azzard a domandare il Ferrario.

    - Ferrario, lei in una bruttissima posizione, se lo lasci dire, davvero bruttissima!

    - C...che succede? - balbett Ferrario a disagio.

    - Ah, e mi chiede pure che succede! C' stato l'ottavo omicidio, caro il mio ispettore!

  • 28

    Un coro di espressioni di stupore misto ad incredulit echeggi nella stanza. La Frambotto si copr gli occhi con le mani e disse: - Vedo una donna...alta..-

    - Bella scoperta - le fece eco la Kuntzer, ma lei continu - Orione... Orione mi ha detto...

    - Na, - esord l'Amadio - vedi di dire ad Orione che ti avverta prima la prossima volta - e, rivolto agli altri: - Ci vogliamo muovere e andare sul luogo dell'ottavo delitto oppure state aspettando che Biancaneve venga qui a costituirsi? -

    La donna torn a casa, come se nulla fosse. Si tolse i vestiti e s'infil sotto la doccia. Lo faceva sempre, dopo un delitto, sentiva il bisogno di lavare via l'odore del sangue di quelle disgustose creature. Nani. O poco pi. Esseri insulsi che non avevano alcuna ragione di esistere. Tranne che per lei. S, perch lei aveva una missione da compiere. Ucciderli tutti.

    Ripens alle sedute che i suoi genitori, su consiglio degli insegnanti, dalle medie in poi, le avevano propinato dallo psicanalista. Dopo un lunghissimo e costosissimo ciclo di "terapia" era giunta la sentenza del luminare: "sindrome di Biancaneve". La ragazza che un tempo era stata, si rimpinzava di cibo per poi rigettarlo, alzava il gomito, abusava di farmaci e aveva atteggiamenti ferocemente autolesionistici. Questo finch non si era resa conto della causa del suo "male oscuro". Chi aveva sempre preteso da lei la perfezione assoluta? Chi aveva sempre preteso i voti migliori, i risultati migliori nelle attivit sportive, chi l'aveva voluta sempre accondiscendente, elegante, beneducata? Chi le aveva procurato un senso di permanente inadeguatezza e un impulso crescente a migliorarsi, alla ricerca di una perfezione che mai avrebbe potuto raggiungere? Sua madre. L'avvelenatrice. Colei che non ricercava il bene della figlia ma pretendeva la sua perfezione, per potersene gloriare e vantare con gli altri. E vivere di luce riflessa. Questo finch era stata piccola. Da adolescente le cose erano cambiate, anche se, inconsapevolmente, era sempre alla costante ricerca dell'approvazione della madre. Capace, questa, di lodi sperticate ma anche di critiche demolitrici della sua gi scarsa autostima.

  • 29

    Ricordava ancora il suo sguardo incredulo quando l'aveva uccisa. "Perch?" aveva avuto il coraggio di chiedere. Dopo, aveva ucciso anche suo padre. Un uomo "piccolo". In tutti i sensi.

    L'auto della Polizia era ferma in via Pia, centro storico di Savona, davanti ad un ingresso dal portone risalente alla met del sedicesimo secolo. Un gruppo di curiosi rumoreggiava, tenuto lontano a stento dagli agenti. Si vociferava che la vittima fosse il famoso ristoratore Paolo Parodi, proprietario dei due migliori ristoranti in citt. Questa volta Biancaneve aveva colpito in alto, uccidendo una persona stimata e facente parte anche del Consiglio comunale in qualit di capo gruppo. Ferrario scese nervosamente dall'auto, aspir una boccata dalla pipa elettronica e la nascose prontamente in tasca. Amadio odiava il fumo, ma in quei momenti l'ispettore aveva bisogno della pipa per mantenersi calmo, anche a costo di ricevere una lavata di capo dal Questore. Flash di fotografi e urla lo raggiunsero appena fuori dall'auto di servizio. -Massimo!- sent gridare. Si volt, riconoscendo la voce, e si trov a fissare la giornalista che ultimamente gli aveva dato parecchio filo da torcere, Giovanna Mastronatale del Secolo XIX. Erano amici da parecchio tempo, sin da quando si era offerto di farla partecipare ad indagini per via di un servizio giornalistico, tre anni prima. Da allora la collaborazione tra i due si era infittita, complice l'amicizia che li legava. Ma per colpa di Biancaneve e la sua idea di diventare redattrice capo della sezione cittadina, ultimamente ogni articolo che usciva veniva usato per colpire la Polizia e in special modo lui. Le fece un cenno di saluto, quindi si volt.

    -Non puoi far finta di nente!- sent urlare. -Ispettore Ferrario, questo l'ottavo omicidio in citt, quanto vogliamo andare ancora avanti? Devo forse intervenire io a farvi vedere come si conducono le indagini?!?- quella frase lo blocc sul posto. La rabbia fu trattenuta a stento.

    La stratton per un braccio:

    - Vieni con me Watson e vediamo se puoi essermi d'aiuto

  • 30

    Parodi era accasciato a terra, dilaniato da trentadue colpi di pugnale con in bocca una mela gialla.

    -Ragazzi forse questa volta abbiamo un indizio - esord lispettore - la mela una Golden e non una Pink lady come nei precedenti omicidi, il modus operandi differente, sta a significare come l'ottavo nano sia di particolare rilevanza

    Cleo intervenne con il suo fare da prima della classe:

    - Forse lassassina ha commesso un errore, vuole farsi catturare

    - Tutte stronzate - esord Ana sputando lo stuzzicadenti per terra - Questo un indizio, vuole sfidarci

    Ferrario sobbalz sui mocassini verdi vellutati: - Qualcosa da dire Gi?

    La giornalista ammutol.

    - Bene mettiamoci al lavoro, dobbiamo controllare tutto sulla vita di questuomo, voglio conoscere le sue abitudini, i suoi amici e cosa ha mangiato a colazione, questa volta la becchiamo!

    Qualcuno gli poggi la mano sulla spalla, Paola avvolta in un abito firmato comprato con gli alimenti di Ferrario salut tutti tranne Cleo.

    - A cosa devo la tua presenza? - chiese l'ispettore con salivazione azzerata per lemozione

    - Credo che possiate aver bisogno di me, la mia professione di psichiatra vi sar di aiuto

    - La killer soffre indubbiamente della sindrome di Biancaneve, forse il caso che diate una controllata anche ai reparti psichiatrici degli ospedali della zona

  • 31

    - Vedo, vedoOrione - url Nadia roteando su s stessa - Vedo un maiale, anzi no, un facocero, tutto rosso - e poi con gli occhi rigirati svenne

    - Il facocero rosso, noto locale di lap dance di Savona - esclam con un sorriso sulle labbra Ferrario, ignaro degli sguardi di odio provenienti da Paola e Cleo.

    *

    "Il Facocero rosso" un tempo era stato il ritrovo pi famoso di tossici, chiamato volgarmente The yellow apple, per via del linguaggio in codice con il quale si richiedeva una dose. Una mela era un grammo, una mela gialla una doppia dose. Ferrario aveva sgominato questa banda di malfattori, e al posto suo, era sorto il rinomato Facocero rosso. Non tutto era a regola in quel locale, ma i servigi che offriva alla clientela, tanto pi se appartenente agli ''sbirri'', erano al di l di ogni aspettativa. Che la veggente Nadia avesse avuto la giusta visione? Quella sera l'intera squadra speciale era appostata in vari punti del locale, tutti tranne Amadio, irraggiungibile da pi di tre ore. Le luci erano soffuse e riscaldate, i banconi fiorenti di drink pronti da bere. I pali i pi vertiginosi mai visti in giro. Le ragazze pi acrobate denudate che ballerine vere e proprie. Ferrario sedeva al bancone dei drink completamente ipnotizzato da due calze a rete. Cleo gli corse in contro rialzandogli la mascella cadente con l'indice. Nadia tremava di paura, la chiama estasi da visione, ma piuttosto assomiglia ad una crisi epilettica. Anche la giornalista Gi era accorsa al locale, forse sentendo nell'aria un certo fermento.

    - Amadio non risponde al cellulare, qui tutto fermo, tutto culi e fumo, dove diavolo si sar cacciato?- grid Ferrario per contrastare il volume della musica assordante.

    -Amadio dici? Cazzo! Quanto alto il questore?- chiese d'un tratto la Kuntzer gridando di rimando

    -Un metro e cinquanta credo, cosa vuoi che ne sappia??!- rispose Ferrario

  • 32

    - Non un nano, ma di bassa statura, appartiene alla nostra squadra, la stessa che le sta dando la caccia, non risponde al cellulare da tre ore. Cosa ti serve ancora per capire che forse un'altra vittima?- Concluse la Kuntzer.

    Sul monitor inizi a lampeggiare una frase.

    "Vieni in terrazza se non siamo ALLA TUA ALTEZZA!"

    Tutti scattarono.

    - Per tutte le fottutissime coronarie che non mi sono ancora saltate!! Amadio in pericolo! - Esclam Ferrario.

    - Ma senti 'sto fenomeno! Sono due ore che sto cercando di dirtelo rinomatissimo pirla che non sei altro!- Lo canzon la Kuntzer e aggiunse: - Muoviamoci, andiamo tutti sulla terrazza! Pi siamo, pi possibilit abbiamo di salvare il questore, a patto di essere ancora in tempo! Presto presto, non perdiamo altro tempo prezioso!-

    Si precipitarono tutti verso l'ultimo piano dell'immobile e arrivati sulla terrazza, Ferrario spalanc la porta e, per primo, vide Amadio, completamente nudo, con una mela verde Granny smith ficcata in bocca, legato al braccio della parabola satellitare e bendato con uno slip da donna di buona fattura.

    Seguirono tutti gli altri.

    - Oh mio Dio!!- url Cleo Patrasso - Amore mio grande, Pagnottino dolce, che t'hanno fatto?- E gli tolse lo slip che gli aveva bardato gli occhi.

    - Come, amore mio? Ma pure con lui adesso? Eccheccosa! Ti vuoi proprio sistemare a quanto vedo!- Disse Ferrario tra il sorpreso e lo stizzito.

    - Non il momento adesso!- Tuon la Patrasso. - Piuttosto, smettila di dare aria alla bocca, togliti la vestaglia che hai sotto il cappotto, perch ti conosco e so che ce l'hai, e coprilo un po'! Non vedi che muore di freddo?-

  • 33

    Intanto Amadio faceva roteare gli occhi come a comunicare qualcosa e la Kuntzer, che a cervello era ben fornita, disse:

    - magari se qualcuno di voialtri si decide a togliergli quella mela dalla bocca...-

    E durante tutto questo frastuono, ad un certo punto, si sent sbattere la porta di ingresso della terrazza.

    - Era ancora qui cazzo! L'assassino era qui e ce lo siamo fatti scappare! - Url a squarciagola la Mastronatale. - Avanti tuttaaaa, inseguiamolo!!! -

    Ferrario si separ a malincuore dalla sua vestaglia a scacchi rossi e verdi in mussola, ma per il bene e il pudore del questore lo fece. La Kuntzer, fisico tonico e atletico, abituata a lunghe sedute di allenamento in carcere, salt dalla ringhiera e si appese come Spiderman ai bordi delle finestre.

    -La porta chiusa, ma penso di riuscire ad intercettare il killer!- url al team sulla terrazza.

    La sensitiva Nadia lanci un urlo, esclamando frasi sconnesse, tra le quali Mastronatale riusc a cogliere le parole "Kuntzer", "pericolo" e "morte".

    -La Kuntzer in pericolo! Presto, dobbiamo raggiungerla in qualche modo!-

    Si affacci alla ringhiera, ma valut che non sarebbe riuscita a sopravvivere ad un salto da quell'altezza.

    -Mio Dio, mio Dio...- Amadio, ripresosi dallo choc si avvicin a Ferrario, il viso esangue e tremante. -E'... una donna.... io... la conosco...-

    Un colpo di pistola, grida, il segnale d'allarme del locale inizi a suonare. Videro persone fuggire verso l'esterno impaurite, alcuni caddero, finendo calpestati. Ferrario tir fuori il cellulare di sevizio e chiam rinforzi. Sapeva di stare agendo troppo in ritardo, ma gli eventi avevano fatto precipitare le cose, rendendo tutto frammentato. Un urlo, alto e prolungato fece accapponare la pelle a tutti. Sull'esterno, in piedi, ma

  • 34

    con passo infermo la Kuntzer avanzava, reggendo il braccio sinistro con la mano destra. Anche da quell'altezza il team non pot non notare la grande macchia rossa che inzuppava la canotta della ragazza. Poi il suo passo si blocc, gir la testa verso l'alto e cadde in avanti, come un burattino a cui sono stati tagliati i fili. Il killer l'aveva colpita, lei si era sacrificata per loro e questo fece esplodere in Ferrario una furia cieca.

    -Avanti, mi dica chi !- url ad Amadio, strattonandolo per i risvolti della vestaglia.

    Amadio fiss con occhi vuoti lispettore:

    - Io, ionon ricordo nulla

    Poi si accasci a terra come un palloncino sgonfio.

    - Maledizione questa non ci voleva

    Cleo sotto lo sguardo inviperito di Ferrario si avvicin al questore accarezzandogli la spalla avvolta dall'improbabile vestaglia. Lispettore stizzito raccolse la mela

    - questo frutto avvelenato, probabilmente impregnato di Triazolam

    - Ecco spiegata la sindrome di amnesia globale transitoria, causata da barbiturici - intervenne una voce alle sue spalle.

    - Paola, ma doveri finita? Stai bene?

    - Sono rimasta bloccata al piano di sotto Comunque gli ipnotici causano una perdita temporanea della memoria, entro un paio di giorni dovrebbe tornare alla normalit

    - Amadio allora in pericolo, perch non stato fatto fuori come gli altri?

    Colto da un moto di zelo, Ferrario baci la guancia accaldata di Paola che non si allontan da lui. Ana stesa a terra in attesa degli aiuti con il sangue che le colava a fiotti riusc ad emettere gli ultimi flebili suoni :

  • 35

    - Lho vista di sfuggita quella maledetta: indossava un labito nero e i capelli corvini le ricadevano sulle spalle

    La Mastronatale continuava a prendere appunti, avrebbe scritto un libro su questo caso e magari vinto il premio Pulitzer.

    - Vedo Orione - sentenzi Nadia - lei qui fra noi, sento la sua presenza - svenne poi a terra sulle gambe del povero questore

    - Presto, lambulanza sta arrivando, seguitemi non c tempo da perdere

    Il gruppo di superstiti si affrett lungo le squallide scale illuminate da una luce soffusa. Si bloccarono tutti quando Ferrario improvvisamente si arrest. Una bellissima donna, dai capelli ricci e scuri avvolta in una tutina di latex si avvinghi a lui con fare suadente.

    - Rossella! - esclam con un filo di voce lispettore.

    Gli premette contro le labbra con passione, facendo aderire il corpo a quello di Ferrario, sotto gli occhi sbigottiti delle due donne al seguito. Il fisico statuario della ragazza, esaltato dalla tuta che non lasciava niente all'immaginazione, mand in crisi Paolina che fugg oltre. Cleo inghiott amaro, ma non si ecliss; era pur sempre un poliziotto, abituata a mostrare coraggio ed abnegazione, anche se in quel momento avrebbe voluto conficcare le proprie unghie nel collo di Massimo. -Per un momento ho creduto ti fosse capitato qualcosa- Rossella si stacco da lui e lo guard come una micia in calore. Ferrario prov finalmente un moto di imbarazzo e con notevole difficolt le stacc gli occhi di dosso.

    -Vi presento Rossella Antonelli, mia... cara amica e funzionaria della DIGOS di Genova.- Cleo esplose in una risata, attirando l'attenzione di Rossella. -E che fai, arrotondi lo stipendio ballando attaccata ad un palo?-

    -Non proprio, ma se non succedeva tutto questo putiferio ero in procinto di arrestare la banda dei Marconi, i famosi spacciatori con base al Facocero Rosso.-

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    -Com' che non ne sapevamo nulla?- chiese Ferrario, stupito. Poi cap che la domanda sarebbe rimasta senza risposta.

    Il suono dell'ambulanza port tutti alla realt. Corsero all'esterno, osservando i militi caricare Ana intubata. La Mastronatale sal sul mezzo, mentre Paolina fece cenno a Ferrario, Cleo e Nadia di raggiungere l'auto di servizio.

    -Vengo con voi!- sentirono dire da Rossella, che come una gazzella li raggiunse. L'ambulanza part, mentre sull'auto della Polizia al seguito il silenzio e l'imbarazzo impedirono loro di proferire parola.

    Cleo, amorevolmente, e non senza un pizzico di rivincita verso il bell'ispettore che tanto si dava da fare, si rivolse ad Amadio per assicurarsi della sua salute e di tutto il lavoro che aveva fatto per accalappiarlo:

    - Gioia delle mie insulse e monotone ore del giorno, zuccherino di canna mio, parlami... ti ricordi di me? Sono la tua giraffina... sono quella che ti ha chiesto l'anello ma a cui hai regalato la pentola a pressione; quella che ti aveva proposto di fare un viaggio alle Canarie ma a cui hai detto "non sarebbe meglio un agriturismo nei dintorni tra scrofe e galline?". Parlami di ti dico! Reagisci! Si pu sapere chi ti ha ridotto cos?-

    Amadio, ancora allucinato riusc solo a dire:

    - Ma io...ecco...ricordo solo una donna... bruna, con una fascia rossa nei capelli... zigomi perfetti... bestiale e primitiva, uno sguardo di acciaio... ma di te proprio non mi ricordo e nemmeno della pentola a pressione... sono cos stanco...-

    - E buonanotte al secchio! Che sar mai, Terminator in gonnella? E se la vogliamo dire tutta, caro il mio questore, tu sei sempre stanco! Non mi fare parlare, che meglio! Ragazzi, da questo non caviamo nemmeno mezza fava lessa! Sta parlando a vanvera, tanto per non perdere il vizio! Concentriamoci...si tratta di una donna. Dobbiamo circoscrivere le indagini ad una donna, a questo punto.-

  • 37

    - Ma va?- Intervenne Rossella, - E chi sarebbe questo pozzo di scienza?- aggiunse la donna rivolgendosi a Ferrario.

    - Ehi, non offendiamo, che non ci metto niente a buttarti nel secchio dell'umido, considerato come sei vestita!- Tuon la Patrasso indispettita.

    - Basta!- Intervenne Ferrario - Mi venuta un'idea! Ma ho bisogno di un'esca...-

    Arrivati alla Centrale si riunirono tutti e la Patrasso, guardando in tralice il Ferrario chiese lumi sull'idea dell'ispettore:

    - Allora Ferrario, dicci che esca ti serve e vedremo se ne troviamo una che voglia starti ad ascoltare

    - Parla tesoro mio, sono tutt'orecchi. Ti trover qualsiasi cosa ti serva - disse languidamente Rossella, infilandogli la mano sotto la giacca ed accarezzandogli il petto. Ferrario sudava un po' freddo ed ebbe qualche problema ad esporre la sua idea. - Volete che vi lasciamo soli? - disse Cleo con le mani sui fianchi e con la voce di due o tre toni pi alta del normale, mentre la Fambotto roteava gli occhi verso l'alto, ma non perch stava andando in trance e Paola iniziava a prendere un colorito violaceo. - Torniamo a noi! - disse il Ferrario asciugandosi il sudore e cercando senza successo di scostare da s la Rossella.

    - Guarda che noi siamo stati sempre qui, sei tu che forse ti sei perso per strada - ringhi Cleo.

    - A...allora.... - inizi il Ferrario - Temo che l'assassina sia una di noi, una poliziotta insomma. Dobbiamo trovare come esca qualcuno basso di statura -.

    - Ma dai? - fece quasi sovrapponendosi alle sue parole la Patrasso - non ci saremmo mai arrivati se non ce l'avessi detto tu. Che acume! Mi complimento, ispettore. - disse sarcasticamente. - Ti trover chiunque tu voglia, luce dei miei occhi. Ti metto tutta la mia squadra a

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    disposizione - disse Rossella aggiustandosi un ciuffo ribelle che si era separato dagli altri perfettamente a posto.

    *

    Biancaneve raggiunse l'auto parcheggiata a due isolati di distanza, una Smart nera, e part senza troppa fretta. Incroci un'auto della Polizia e subito dopo una dei Carabinieri. Aveva creato un bel trambusto, ma aveva pure rischiato di essere presa, per colpa di quella gazzella in canotta dal fisico atletico che si era calata dalla facciata del locale. Odiava uccidere senza un motivo, ma in cuor suo sperava ardentemente che Ana Kuntzer fosse passata nel mondo dei pi. Ricordava ancora quando l'aveva arrestata, bloccandole le mani con le manette. Un vero piacere, come lo era stato poco prima, quando aveva scorto i suoi occhi stupiti. Gir in una strada poco illuminata e accese la radio sulla stazione locale. Di l a poco sarebbe stata data la notizia e non vedeva l'ora di ascoltarla.

    "Otto nani morti, meno uno questa sera, tutti son sepolti, all'ultimo solo una mela"

    canticchi tra se, ridendo.

    Il Questore, quell'odioso piccolo ed insulso essere si era spogliato come un verme, chiedendo piet. Era bello poterlo comandare, come lui aveva fatto per tanti anni con lei. Avrebbe potuto finirlo, ucciderlo senza piet, invece si era inventato un modo pi lento e piacevole, annullargli i ricordi con una massiccia dose di Triazolam, il cui effetto era per transitorio. Nella sua testa gi vedeva lo svolgersi dei fatti; una nuova incursione a casa Amadio, il terrore nei suoi occhi, un'iniezione potente di Trazodone e per il poveretto un coma dal quale difficilmente sarebbe potuto uscire indenne. La sigla del giornale radio la sorprese nel mezzo del delirio, dopo di che la voce della speaker, presente sul luogo inizi a narrare gli eventi. Sost a bordo strada, alzando il volume.

    "... sembra che la persona che rimasta ferita, che si reputa sia un agente sotto copertura, sia sopravvissuta allo sparo e che versi in condizioni preoccupanti..."

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    Giunti in ospedale, la Kuntzer venne inviata d'urgenza in terapia intensiva, al pianterreno. In seguito alla copiosa perdita di sangue, aveva perso del tutto conoscenza. Il questore, invece, data la temporanea perdita di memoria, venne inviato al reparto psichiatrico (dove Paola prestava la sua opera come consulente esterna) finch non si fosse ripreso.

    La Mastronatale attese l'auto della Polizia che arriv poco dopo e ragguagli il quartetto sulle condizioni e sull'assegnazione ai reparti dei malati.

    Ferrario si scur in volto. Non gli piaceva che fossero stati separati e soprattutto che Amadio fosse stato ricoverato in Psichiatria. Chiss quante gliene avrebbe dette, una volta tornato in s. Diede immediatamente disposizioni perch venissero messi degli uomini a piantonare i locali interessati, sperando vivamente che non succedesse nient'altro. - Come sei efficiente! - disse la Rossella, strofinandosi contro il Ferrario. Cleo, impossibilitata a trattenersi oltre, sbott

    - Ma ti sembra il momento di effusioni? Eh? Non puoi proprio resistere? Vuoi che dica ai medici di preparare una barella tutta per voi?

    Paola borbott: - Ve la meritereste la barella, ma come dico io!

    Rossella non parve affatto impressionata, scosse la testa facendo muovere i suoi bellissimi ricci scuri e si accinse a rispondere. Non fece in tempo. Nadia inizi a roteare gli occhi, finch non si vide solo il bianco. Inizi a tremare incontrollabilmente e ad emettere suoni gutturali con una voce roca e profondissima. Il quartetto la guardava realmente impressionato, finora non l'avevano mai vista cos. Nadia continu a farneticare parole incomprensibili con quella voce che metteva i brividi. Continu per un po', poi si blocc. Smise di tremare e cadde a terra svenuta. Quando rinvenne, spalanc gli occhi

    - L'ho vista! So chi ! - disse.

  • 40

    Ferrario le era accanto, il viso visibilmente preoccupato. Un infermiere era accorso, ma lui gli aveva intimato di fermarsi. Gli svenimenti della sensitiva erano all'ordine del giorno, quasi un rituale che accompagnava la donna a pronunciare rivelazioni importanti. Rossella si avvicin, ma appena scorse la luce fredda negli occhi dell'ispettore fece marcia indietro. Non l'aveva mai visto cos scuro, lontano.

    -Cleo, per favore, registra quanto sta per comunicare Nadia. Pu essere una prova inconfutabile- l'assistente fece come le era stato ordinato. Ferrario appariva sotto un'aria nuova, pi temibile.

    -Linda Lerbarta...- pronunci con un filo di voce. -Assistente capo con numero di matricola...- Cleo si port la mano alla bocca. Lei e Linda erano state un tempo amiche inseparabili. Non poteva credere che fosse un'assassina. Certo, aveva una passione per le armi, per le storie horror e i libri di Stephen King, ma di l a diventare un killer ci passava di mezzo il mare.

    -Linda?- Ferrario fece cenno all'infermiere di intervenire. Anche lui possedeva ricordi nitidi nei riguardi di quella che sarebbe potuta diventare la nuova Sovrintendente, se non avesse avuto quel battibecco con il vecchio questore. Ma che c'entrava tutto questo con l'omicidio in serie di tutti quegli uomini bassi di statura non se lo spiegava proprio. E quelle mele, conficcate in bocca, quale significato possedevano?

    -Cleo, dirama un mandato d'arresto per Linda.-

    L'assistente si accinse ad eseguire l'ordine, ma appena prese in mano il cellulare sul display comparve il nome della Lerbarta.

    -E'... lei... Linda... Biancaneve...- rimase immobile, il viso bianco, incapace di reagire.

    -Cazzo, dammi quel maledetto telefono!- Ferrario glielo strapp dalla mano.

  • 41

    -Non perdete tempo a cercare a casa mia, sono gi altrove!- Disse Linda dall'altra parte del telefono. La sua voce era disturbata da un eco strano.

    - Non ci posso credere che sei tu quella che stiamo cercando- rispose Ferrario ormai rosso di rabbia.

    -E invece dovrai proprio crederci piccolo dolce Massi, il mandato di cattura per ficcatelo su per il culo, dopo tante donne, magari potrai riscoprire un piacere latente per altre pratiche sessuali- Ribatt Linda

    -Dove diavolo sei Biancaneve?- chiese il Ferrario

    - Pi vicina di quanto tu possa pensare-

    Delle flebili campane sembravano risuonare di sottofondo. La telefonata cadde con un tonfo sordo. Biancaneve aveva riattaccato e il mandato di cattura sarebbe stato emesso per una persona introvabile.

    - So cosa stai pensando- disse sottovoce Cleo - Introvabile, ma non per noi, risalire al luogo della chiamata un po' difficile soprattutto perch non eravamo preparati ad una chiamata diretta, ma concentrati, cosa hai sentito precisamente oltre le sue parole?- concluse Cleo poggiandosi allo stipite della porta di Amadio.

    Ferrario pensava e ripensava. Ogni dubbio sembrava essere stato sciolto. C'era un volto adesso a cui accomunare tutti quegli omicidi, c'era un nome a cui fare capo. C'era una foto adesso, la citt ne era tappezzata, il notiziario strillava il nome di Linda Lerbarta quasi come una cantilena. Mentre la notte sembr impossessarsi dei colori per, l'insight sblocc uno dei problemi pi grandi. A mezzanotte precisa, il campanile della chiesetta dell'ospedale inizi a suonare lentamente. Gli stessi rintocchi della telefonata, la stessa cadenza, la stessa intensit. Un flashback chiaro gli spacc la mente in due parti precise. Una Linda giovane e pulita che si legava i capelli con un nastro rosso, e poi gli sorrideva.

  • 42

    - Aumentate la sorveglianza alle due porte stanotte, lei verr a completare ci che iniziato!- Strill Ferrario

    Linda si era provata e riprovata quella maschera che aveva perfezionato nei minimi particolari. Quella di creare maschere era un'arte che aveva imparato in giovent e dalla quale non si era pi separata. Avrebbe potuto replicare il viso di chiunque avesse voluto con i nuovi materiali che aveva a diposizione, ma questa volta non voleva essere nessuno dei suoi colleghi, aveva scelto il viso di una ragazza da poco assunta in ospedale, una donna n bella n brutta, con i capelli di media lunghezza, lisci e di un normale castano. Anche se non faceva parte delle sue vittime tipo, aveva dovuto ucciderla: le serviva una copertura per finire il suo lavoro. Indoss la divisa dell'ospedale che prese dall'armadietto della ragazza: essendo il turno di notte fortunatamente l con lei non c'erano altre colleghe e questo diminuiva di molto il rischio. Aveva visto che sia davanti alla stanza del Questore che a quella di quell'avanzo di galera della Kuntzer c'erano dei poliziotti di guardia, ma niente avrebbe potuto fermarla, le seccava solamente dover perdere tempo ad uccidere la Kuntzer. Questo imprevisto avrebbe rischiato di crearle dei problemi e la cosa la fece infuriare ancora di pi di quando aveva sentito che era ancora viva. Immagin che la stessero aspettando, Ferrario non era uno stupido, e che avessero intensificato la sorveglianza. Decise di passare davanti alla stanza del Questore e fece un cenno di saluto ai poliziotti di sorveglianza che ricambiarono il saluto. Si infil nella stanza a fianco e poi usc di nuovo spingendo un carrello di medicinali e ripassando davanti ai poliziotti che non la considerarono neanche pi. Aveva deciso: avrebbe lasciato la Kuntzer per ultima, se le fosse rimasto tempo. Prese il botticino del Trazodone e lo iniett tutto in una flebo che si mise in tasca. Ora si trattava solo di aspettare il momento buono per dare inizio al suo piano.

    -Ma io non posso credere che Linda abbia potuto compiere tutto questo- la voce tremante di Cleo riemp la sala d'attesa, dove la Polizia aveva creato il quartier generale. -Io la conosco da una vita, abbiamo fatto il corso da sottufficiali insieme, sempre stata altruista, generosa...-

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    -... ma anche spietata e fredda- continu Ferrario, rigirando tra le mani la pipa. Aveva voglia di riposare, di infilarsi in una delle sue comode vestaglie e sprofondare sul divano a pizzicare il violino. -Ricordate quando ha ucciso il palo nella rapina alla Cassa di Risparmio di Savona? C'ero io con lei, ho visto il modo in cui ha fissato la vittima e fatto partire il colpo. Sorrideva in quel momento.-

    -Ma fu dichiarato che il rapinatore stava per estrarre l'arma. Si tratt di omicidio eseguito a difesa di un collega- si intromise la Mastronatale.

    -Si, ma avrebbe potuto mirare al braccio, ad una spalla o a una gamba. Invece un colpo preciso e diretto in fronte, da distanza considerevole- Ferrario alz le sopracciglia. -Cleo, ho bisogno di conoscere pi informazioni su Linda: famiglia, affetti, corsi, fidanzati e tutto ci che riesci a sapere. Ricordiamoci che il vero mistero legato a due particolari: le vittime di bassa statura e la mela conficcata in bocca. Devono pur avere un cazzo di significato!-

    -Gi, elementi fondamentali- Paola, da brava psicologa, si intromise. -Sono qui per aiutarvi, vaglieremo i documenti insieme, sempre che tu sia d'accordo-.

    Ferrario annu stancamente. -Penso che un po' di tregua possa servire. Mettiamo da parte rancori e pensieri negativi-.

    -Mi attivo subito con l'Interpol- esclam Rossella, afferrando il cellulare.

    L'infermiera invisibile, non altro che l'assassina, balzava da una camera all'altra per acquistare fiducia negli occhi di chi stava a guardare. Non se ne sarebbe rimasta nascosta tutto il tempo per poi uscire allo scoperto. Quel giorno attacc una flebo alla meglio, parl rapidamente con la famiglia di un malato terminale, ed ebbe persino il tempo di somministrarsi del Trazodone. Lo usava in dosi davvero massicce, le serviva contro la depressione. La squadra speciale era davvero in fermento. Tutti gli agenti cercavano in ogni luogo possibile, in ogni stanzino dell'ospedale. Non trovavano nulla che non fosse nella normalit. I medici tutti presenti, gli infermieri pure. Biancaneve sorrise sotto i baffi, non lo faceva quasi mai. Ridere la faceva sentire sciocca, ma

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    questa era una di quelle volte in cui farlo era soddisfacente. Sotto l'edificio un mucchio di pattuglie. Nessun paziente riusciva a capire cosa stesse accadendo, nessuno tranne quelli appartenenti alla squadra. Linda entr spedita nel reparto psichiatrico, i due agenti alle porte del questore sembravano piuttosto rilassati, non era stato dato nessun allarme. Linda chiese agli agenti di rimanere sola, mostr il tesserino puntato sul petto e con molto sforzo stir un sorriso. I due si allontanarono qualche passo pi in l, e la porta si richiuse alle sue spalle. Si avvicin al letto di Amadio, e mentre lui dormiva gli tir uno schiaffo sulla guancia destra. Amadio spalanc gli occhi e davanti a se vide la faccia dell'infermiera gentile che adorava. Essa tir via la maschera e finalmente il suo volto torn quello dell'algida Linda. Prima che Amadio potesse urlare, con tutta la forza che aveva Linda gli conficc la siringa di Trazodone nel collo. Esso perse conoscenza, ma la finestra della stanza del questore era speculare con quella della stanza della Kuntzer. Ferrario voltandosi vide Linda ferma ad osservare Amadio che stava abbandonandosi.

    Il viso di Linda in manette rimase a lungo impresso nella mente di Ferrario. Non appena si accorse dell'accaduto corse come un pazzo lungo il corridoio che collegava le due camere. Alcuni agenti lo seguirono, armi in pugno, mentre lui, incredulo, lasci l'arma di ordinanza nella stanza della Kuntzer. Urt un dottore, quasi rovesci un carrello di medicinali, si sent insultare, mentre a braccia aperte chiedeva strada e urlava a tutti di mettersi al riparo. Linda sbuc dieci metri avanti, gli occhi spietati e alzando il braccio fece partire una serie di colpi nella sua direzione. Uno si conficc nell'avambraccio, fuoriuscendo e provocando in Ferrario un dolore che gli esplose nel cervello. Ma non c'era tempo, continu a correre, incurante dei proiettili. Era la disperazione a spingerlo avanti, la voglia di comprendere il motivo per cui una brava agente scelta potesse essere diventata un'assassina. Linda cap di essere all'epilogo quando guard in viso Massimo; un tipo calmo e rilassato come lui si era trasformato in un segugio pronto a rischiare la vita. Un salto, il peso di Ferrario, e poi mani che la bloccavano a terra. Era finita, nel peggiore dei modi.

    -Spiegami...- le chiese l'ispettore, il volto cereo e affaticato.

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    -Viso a viso, io e te- rispose Linda, calma e compassata. Fece cenno agli uomini di lasciarli soli.

    -Quattro anni fa mi sono allontanata dal servizio, andando lontano da qui. Vuoi sapere il motivo? Quel bastardo del Questore Gabrielli, che comandava prima di Amadio, con la scusa di una convocazione un giorno mi violent in ufficio. Quel piccolo gnomo bastardo! Davanti agli occhi ho ancora la visione di un quadro con sopra dipinte delle mele, mentre lui abusava del mio corpo. Lo uccisi investendolo qualche giorno dopo, ma la mia sete di vendetta non fin l, presi a sfogarmi contro uomini piccoli di statura...-

    Ferrario, a malincuore, fece scattare le manette.

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    Zen, Cavalieri Biscottati E Larte Della Manutenzione Del Dromedario

    Si chiuse la porta alle spalle, batt la suola delle scarpe sulla soglia con un movimento a met tra il tentativo di far rumore ed il passo di flamenco, si accese una sigaretta e guard la strada.

    Sole, finalmente.

    La nebbia di quell'inverno si era diradata ed il bel tempo caldo stava facendosi strada. Aspir una boccata dalla sigaretta e senza volerlo gli part un mezzo rutto. Sper che non ci fosse nessuno, l attorno. Il bello di quando ti succedono di queste cose che i vicini, misteriosamente rimasti dietro i portoni di casa, escono tutti facendo finta di essere passati in quel momento per caso; e se l'avessero sentito, chiss che figura. Soprattutto, chiss chi se ne frega, dal momento che Johnny aveva l'intenzione netta di non presentarsi pi da quelle parti, forse mai pi o forse dopo secoli. La macchina con il pieno, il borsone con l'indispensabile, le chitarre, appuntamento per passare a prendere i ragazzi da l a cinque minuti e tutto il resto fanculo. S, esatto, proprio cos.

    Era gi da un po' che ci pensava, ma la frase 'adesso basta, mi rifiuto' che lentamente si era piantata in lui, nel tempo era cresciuta, si era formata, completa ed aveva preso coscienza di s (e di Johnny) solo quella mattina.

    Che fosse una porta per un futuro radioso o un precipizio, quello non lo sapeva nessuno.

    Butt a terra la sigaretta, la spense con la scarpa sull'asfalto caldo ed apr la porta dell'auto. Aveva sempre desiderato partire sgommando come nei film e quella mattina lo fece, che i vicini l'avessero sentito o no non era importante. Ciao, belli, io parto e poi... poi si vedr.

    Lo stereo a manetta. Gli dei del rock furono benigni: le note di The Heat is On di Glenn Frey riempirono l'abitacolo. Forse non era la cosa pi trasgressiva mai ascoltata, ma

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    era un buon inizio. Le ruote masticavano l'asfalto allegramente mentre lui continuava il mantra "fanculo, 'fanculo, 'fanculo" abbandonando tutto: lavoro precario, affitto "al nero", fidanzata isterica.

    Raoul era seduto sul cordolo caldo del marciapiede. I Jeans scoloriti strappati sulle ginocchia non per moda, ma per forte usura, gli stivali consunti e quell'aria perennemente stanca che lo accompagnava dalla nascita. Accanto a s il borsone militare pieno non si sa di che cosa visto che Raoul adottava la tecnica del "look fisso" e il fidato basso riposto nella custodia; l'unico oggetto che aveva ancora una sacralit per quell'uomo che, nonostante la giovane et, aveva visto anche troppo mondo. Figlio di circensi, si era arruolato nei Marines dove aveva resistito quattro anni. Congedato con disonore.

    Era stato lui, durante una serata di prove scatenate, a dare il nome al gruppo: I Cavalieri Biscottati. Erano tutti armati di sacro fuoco creativo, mossi da nobili intenzioni d'arme e d'amor, ma appartenevano a una generazione che aveva avuto abbastanza benessere e fette biscottate in abbondanza, ancora inconsci di cosa ci fosse dall'altro capo del mondo, ignari di rischio e d'avventura. Era benevolo, Raoul, perch, tutto sommato, anche lui si sentiva ancora abbastanza "biscottato" nonostante due brutte cicatrici d'arma da fuoco all'altezza dell'addome. Si stiracchi. Sorrise al sole. Johnny gli parcheggi a un millimetro dal naso. Sal. Il clacson che suonava all'impazzata, il motore rombante che lasciava fuoriuscire una nuvola di fumo nero e Raoul che sbraitava parole perse nel vento. Stacy mezza nuda si affacci dalla finestra urlando una cosa come "Razza di degenerati figli di nessuno! Potevate avvisare che si partiva prima, teste di cazzo che non siete altro".

    Stacy, uno scaricatore di porto in un corpo da favola, non avrebbe certo mai ammesso di essere in ritardo. La colpa era sempre degli ALTRI. Afferr le prime cose che riusc a trovare, la scorta di marijuana e si infil una canottiera al volo sopra gli skinny.

    Pi bestemmie che parole, ma quando prendeva un microfono in mano aveva una voce che ti squagliava l'anima, roca e sensuale. Te ne innamoravi a primo udito, tanto,

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    donne o uomini, Stacy non faceva distinzioni. Se gli piacevi, gli piacevi, maschio o femmina che fossi.

    L'avevano raccattata per strada, come si fa con un cane randagio, avvicinandola, cauti, come bisogna fare con chi ha perso fiducia nel genere umano, dopo le violenze subite dalla vita.

    "Stacy prima o poi te lo rompo quel tuo divino culo"

    "Ti voglio bene anch'io, dolcezza"

    Johnny lasci cadere l'ennesima sigaretta fuori dal finestrino e lasci ruggire il motore prima di ripartire mentre Stacy urlava a squarciagola sulle note di Immigrant Song, urla di ghiaccio sotto un sole rovente di nuovo.

    Il motore emise uno scoppio seguito da una nuvola di fumo nero e denso che invase l'abitacolo della Citroen Diane 6. Johnny accendendosi l'ennesima sigaretta per l'agitazione, scese dalla macchina sbraitando ed imprecando come uno scaricatore di porto. Raoul diede due pedate alle ruote lise con gli stivali appuntiti.

    "Stupido dromedario di sto cazzo" sbrait Stacy, "Jonny ti ho sempre detto di cambiare sto rottame"

    Jonny si avvicin alla sua macchina giallo ocra che amava come se fosse una figlia, aveva passato dei momenti indimenticabili su quei sedili oramai logori e polverosi fumando canne e rimirando le stelle. Era stata simpaticamente soprannominata "dromedario" da tutto il gruppo, per le gobbe presenti sulla carrozzeria e per il colore improbabile. Da lontano scorsero Nick che cercava di trascinare un borsone pi grande di lui.

    Dai Mason spicciati che abbiamo bisogno di un meccanico sbofonchi Johnny.

    Nick batterista del gruppo, soprannominato Mason in onore del batterista dei Pink Floyd, era un ragazzo magrolino tutto nervi con una folta criniera di riccioli biondi che

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    incorniciavano il viso spigoloso. Figlio di noti medici, si era ribellato all'etichetta della famiglia per diventare musicista. I suoi genitori, gli avevano tagliato i viveri, cos aveva trovato un lavoretto nell'officina meccanica di un suo amico. Salut con un cenno la combriccola e mentre Stacy si faceva aria con la maglietta, si avvicin alla Diane.

    "Stai tranquilla piccola arrivato la zio Nick, in un attimo ti rimetto in sesto".

    Prelev dalla piccola borsa attrezzi che portava sempre con s, delle pinze, una brugola e una chiave inglese.

    " Allora ragazzi che fate? State facendo meditazione ? Venite a darmi una mano.

    Another brick in the wall aleggi nell'aria come colonna sonora di una nuova avventura.

    Nick sollev il cofano della Dyane, lo assicur con l'asta che aveva tutte le arie tranne quella di sorreggerlo in modo sicuro e scomparve all'interno. Non che la Dyane avesse un motore mai pi visto, ma a Nick piaceva fare scena di fronte agli altri che non capivano un'acca di motori, mentre lui li adorava. Ogni tanto, come un sapiente chirurgo, chiedeva che gli venisse passata questa o quella pinza e Raoul obbediva incuriosito, mentre Johnny sembrava un padre alla nascita del suo primo figlio: passeggiava avanti e indietro ed ogni tanto lanciava a Nick uno sguardo preoccupato. Solo Stacy, con fare scocciato, stava in disparte con le mani sui fianchi a guardare i suoi compagni con l'aria di quella che si gi rotta le scatole da un pezzo.

    "E' ancora lunga questa storia?" sbott all'ennesima richiesta di qualche arnese da parte di Nick. Nick riemerse dal cofano e tre paia di occhi la guardarono come si guarda chi ha fatto la battuta pi idiota della storia.

    "Va bene, va bene" rispose agli sguardi "statevene l come dei coglioni, io intanto mi scolo una birra" e detto ci si prese una birra dal bagagliaio e si sedette per terra con la schiena appoggiata ad uno dei pneumatici gustandosi la bionda. Dopo qualche minuto Nick emise il suo verdetto: