3 gig 2017 - La Nuova Gazzetta Molisana pur ribadendo la neces-sità di stimolare gli investimenti...
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23 giugno 2017
TAagliolto
In relazione alla crisi del settore
tessile in provincia di Isernia, il
presidente del Consiglio regio-
nale, Vincenzo Cotugno, ha
scritto una lettera al presidente
del tribunale di Isernia, Enzo Di
Giacomo, perché si faccia carico
di organizzare un incontro tra le
tutte le parti. “Nell’Imminenza
del varo dei bandi dell'area di
crisi complessa – scrive Cotu-
gno - che potrebbero essere il
veicolo opportuno ed indispen-
sabile per il rilancio del com-
parto tessile e quindi
dell’economia della provincia di
Isernia, Le chiedo, al fine di
poter contribuire ad individuare
ogni possibile strada percorri-
bile per una rapida soluzione di
una vertenza dai contorni sem-
pre più drammatici, un incontro
con gli organi delle procedure
OTI. in liquidazione e Ittierre in
concordato preventivo e con
l'intera delegazione parlamen-
tare molisana nonché con il Pre-
fetto di Isernia, il Presidente
della Giunta regionale e l’As-
sessore regionale alle Attività
Produttive, il Presidente della
Provincia di Isernia, i Sindaci di
Isernia e Pettoranello, nonché di
tutte le rappresentanze dei sin-
dacati e della Confindustrìa Mo-
lise”
“A seguito delle notizie di
stampa che si rincorrono in que-
sti giorni così come delle sem-
pre più crescenti preoccupazioni
di tutti i dipendenti diretti ed in-
diretti ex ittierre e dell'intero set-
tore del tessile, in virtù delle
vicende inerenti la società OTI
s.r.l. in liquidazione e Ittierre
s.p.a in concordato preventivo,
stante gli allarmi sempre più
forti della crisi occupazionale
dell'intera area della provincia di
Isernia e non solo, nell’Immi-
nenza del varo dei bandi del-
l'area di crisi complessa che
potrebbero essere il veicolo op-
portuno ed indispensabile per il
rilancio del comparto tessile e
quindi dell’economia della pro-
vincia di Isernia, a seguito delle
indiscrezioni giornalistiche circa
ipotetici progetti da parte Sua
per il rilancio del settore Le
chiedo
al fine di poter contribuire ad in-
dividuare ogni possibile strada
percorribile per una rapida solu-
zione di una vertenza dai con-
torni sempre più drammatici, un
incontro
con gli organi delle procedure
OTI s.r.i. in liquidazione e It-
tierre s.p.a in concordato pre-
ventivo e con l'intera
delegazione parlamentare moli-
sana, il Prefetto di Isernia, il
Presidente della Giunta regio-
nale e l’Assessore regionale alle
Attività Produttive, il Presidente
della Provincia di Isernia, i Sin-
daci di Isernia e Pettoranello,
nonché di tutte le rappresen-
tanze dei sindacati e della Con-
findustrìa Molise e chiunque
altro Lei possa ritenere utile e
opportuno alla
“Oti e Ittierre, un incontro urgentein vista dei bandi regionali”
Il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, scrive al presidente del tribunale di Isernia, Enzo Di Giacomo, perchè si faccia promotore del confronto
L�intervento
di Lucia Merlo*
La CGIL Molise, in merito all’incon-
tro tenutosi ieri presso la sede della
Giunta regionale inerente la discus-
sione di 4 avvisi pubblici che interes-
sano sia l’area di crisi complessa che
tutto il territorio regionale, giudica
positivamente l’accoglimento della
sua richiesta di incrementare il con-
tributo pubblico per l’auto impiego
che passa dai 25.000 euro, proposti
inizialmente, ai 30.000.
Estende il giudizio positivo sulla pos-
sibilità di affiancare a tale contributo
anche l’accesso a forme agevolate di
credito con la FINMOLISE attra-
verso finanziarie già operative. La
contemporaneità dei due interventi,
infatti, diventa importante per poter
offrire una seria possibilità di creare
opportunità di lavoro più solide e
concorrenziali sul Mercato.
La CGIL Molise, inoltre, in merito
agli aiuti per gli investimenti alle im-
prese per processi di ristrutturazione e
innovazione, pur ribadendo la neces-
sità di stimolare gli investimenti pri-
vati attraverso quelli pubblici al fine
di creare nuova occupazione e pur
considerando il bando conforme alla
normativa della programmazione dei
Fondi Europei nonché al POR
FSE/FERS 2014/2020, ritiene impor-
tante collegare tali finanziamenti al-
l’incremento reale dell’occupazione e
di verificare in maniera puntuale che
le imprese che accedono alle misure
applichino i CCNL nella loro inte-
rezza.
L’attenzione dell’Organizzazione è
stata particolarmente indirizzata al
bando sui tirocini poiché, pur ricono-
scendo buone pratiche, troppo spesso
questa forma di politica attiva diviene
mezzo di utilizzo di lavoro a basso
costo. Al fine di arginare l’uso di-
storto della misura la CGIL ha pre-
sentato una serie di proposte volte
alla valorizzazione del percorso for-
mativo del tirocinante, alla capacità
formativa dell’impresa, alla puntuale
declinazione nei contratti delle atti-
vità del tirocinante, del-
l’arco temporale entro
cui il tirocinio avviene, di
quale formazione verrà
offerta e in quali condi-
zioni di lavoro, nonché
alla necessità di infor-
mare i tirocinanti dei loro
diritti ecc..ecc..
La maggioranza delle
proposte avanzate sono
state tutte accettate e ver-
ranno declinate nell’av-
viso pubblico. E’ stato,
inoltre stabilito che la
Commissione regionale
Tripartita valuterà di
volta in volta i progetti
formativi che verranno
presentati con il compito
di svolgere attività di mo-
nitoraggio, verifica e controllo della
misura. Pur ritenendosi soddisfatta
delle proposte accettate la CGIL si ri-
serva, comunque, di dare un giudizio
positivo sulla misura solo dopo aver
valutato il testo definitivo dell’avviso
pubblico.
*Cgil Molise
Area di crisi, positivi i bandi
33 giugno 2017
TAagliolto
“Oggi è un giorno im-portante per l’Italia. È lafesta della Repubblica:una giornata che an-drebbe onorata insiemealle proprie famiglie, perricordare i percorsi sto-rici che hanno portato lanostra nazione a diven-tare una Repubblica”.Pur comprendendo leesigenze di alcuni settoridi garantire i servizi aicittadini(si pensi agliospedali, ai luoghi di as-sistenza alla persona,alla pubblica sicurezza)con l'utilizzo delle pro-fessionalità dei lavora-tori addetti, davveroresta incomprensibileper la Uiltucs Molise eper la Filcams Molise, ilmotivo per cui leaziende della grande di-
stribuzione oggi deb-bano essere aperte. “Chenecessità c'è oggi di te-nere impegnati i lavora-tori del commercio? Col
passare del tempo an-cora non si comprendeche il sacrificio richiestoa questi lavoratori non èassolutamente propor-
zionato ai benefici chela grande distribuzionepuò avere in un territo-rio come il Molise. “EdAllora- intervengono il
segretario della UiltucsMolise Pasquale Guar-racino ed il segretariodella Filcams MoliseDaniele Capuano- “èimportante continuare asollecitare la RegioneMolise e l'assessore Ve-neziale affinché si diauna stretta alle trattativeper ridiscutere la leggeregionale sul commer-cio e disciplinare unavolta per tutte in ma-niera coerente col tes-suto economico esociale molisano leaperture festive e dome-nicali degli esercizicommerciali.”
E la Cittadell’Economia diSelvapiana? Ci sono lettere ufficiali daparte della Camera di Com-mercio che sostengono chel’amministrazione comu-nale abbia assunto atteggia-menti e comportamentiistituzionali poco coerenticon l’idea di una Cittadelladell’Economia (che ridottacom’è ridotta e con l’econo-mia in crisi sembra una be-stemmia) aperta ad un usointerattivo delle sue strut-ture. La Camera di Com-mercio, difatti, stasloggiando dall’incubatoio,costrettavi da impellentiproblemi di disponibilità dibilancio derivate dalla ri-forma camerale e dalla fu-sione delle Camere dicommercio di Campobassoe d’Isernia. L’amministra-zione avrebbe potuto ridurrele pretese del canone (circa80mila euro l’anno), oppuremettere mano alle ripara-zioni necessarie a una pienaagibilità dell’incubatoio. Lerichieste in tal senso nonsono mancate, ma da Pa-lazzo san Giorgio mai unarisposta. Cosa, questa, cheha indisposto il presidenteSpina fino ad indurlo ad ab-bandonare Selvapiana, ac-compagnando la decisionecon una denuncia sul de-grado della Cittadella del-
l’Economia, sulla insuffi-cienza nella manutenzionedelle strutture, sul buio to-tale ch’è calato su quella re-altà da parte, certo, delComune (proprietario) maanche degli enti che presie-dono alla programmazioneterritoriale. D’accordo sullainaccettabile e condannabileestraneità al destino dellaCittadella da parte del Co-mune. Ma che dire e pensaresull’altrettanta assurdaestraneità alla faccendadella Regione Molise?Quello regionale, forse, è ilversante più delicato daprendere in esame, se sitorna indietro negli anni finoall’esordio in pompa magnadella Cittadella, della atti-vità fieristica avviata dallaCamera di Commercio diCampobasso con “Molisein-fiera”, con la sequenza diconvegni (regionali, nazio-nali e internazionali) tenutiin quell’ambito sulle pro-spettive di sviluppo del Mo-lise, con l’intervento deivertici governativi, di Con-findustria e di ambasciate erappresentanze transfronta-liere. Dove sono quegli uo-mini? Che fine hanno fatto
quei programmi? Dove sisono dispersi gli stanzia-menti? Sono questi gli inter-rogativi da porre e dapretendere che vengano ri-sposti. Qualcuno deve ri-spondere da dove sia statagenerata la realizzazionedella Cittadella (miliardi dilire), su quale fondamentoprogrammatico ed econo-mico e gestionale, e perché
poi sia stata abbandonata ase stessa. La Regione è og-gettivamente sul bancodegli imputati. Mancandoanche di un briciolo di fan-tasia, altrimenti, una voltadefilatasi dal novero econo-mico di quell’impianto, do-vendo pagare milioni dieuro per i fitti degli assesso-rati, avrebbe potuto pren-dere in considerazione
l’adattamento delle strutturedi Selvapiana ai propri finilogistici, col vantaggio delfacile accesso e dei grandispazi per parcheggio. Si am-ministra coi paracocchi, ecol disprezzo delle soluzionifacili, a portata di mano, diquelle che consentirebberodi ridurre le spese di bilan-cio e di valorizzare il patri-monio edilizio pubblico.
Cittadella dell’Economia,il triste destino
A Campobasso resta in bilico l’area di Selvapiana nata per lo sviluppo delle attività produt-
Guarracino e Capuano: “La Regione rivedala legge sul commercio e le aperture festive”
43 giugno 2017
TAagliolto
di Claudio de Luca
Il successo dello chef
Rufo nella trasmissione di
RAI 1, condotta da Antonella
Clerici, ci rimanda alla mente
il fatti che - periodicamente -
in Molise si fanno dei rèport
sugli "itinerari" gastronomici
apprestati per avvicinare il
pubblico alla cultura dei pro-
dotti locali, accompagnando
alla scoperta degli angoli de-
dicati alle leccornìe culinarie.
Oggi si allude a scuole dei sa-
pori ed a giacimenti gastrono-
mici perché l’istinto di
conservazione fa pensare alla
traversata terrena che cia-
scuno si ripromette di prati-
care al meglio. Col calendario
gregoriano, agosto divenne
l’ottavo mese dell’anno.
Prima veniva chiamato “sex-
tilis” (perché era il sesto); e,
solo dopo, “augustus”, in
onore dall'imperatore romano
da cui prese nome pure il fer-
ragosto (“feriae Augusti”). Si
tratta di un periodo in cui tutti
si abbandonano a mangiare di
più, in grazia del clima vacan-
ziero. La gran parte delle per-
sone prende a girare per le
località in cui operano som-
ministratori (talvolta improv-
visati, tal’altra passabilmente
professionali, certe volte illu-
stri) versati – o meno – nelle
specialità gastronomiche della
"ventesima"; ma vorremmo
sottolineare che questa costu-
manza, un tempo limitata alla
bella stagione, da qualche
tempo ha cominciato a pren-
dere piede pure nei mesi in-
vernali. Naturalmente non si
vuole alludere a “grandi ab-
buffate”, come fece Marco
Ferreri nel suo film più fa-
moso per criticare la società
dei consumi, intesa come fa-
cilità ed abitudine al soddisfa-
cimento delle proprie
necessità materiali. Per conse-
guenza non scrivo per chi vo-
glia esaudire i propri istinti
primordiali bensì per coloro a
cui piaccia accostarsi al desco
con discernimento, attingendo
ad una cucina valida, se non
addirittura raffinata.
Oggi, quando si gira per
ristoranti, per trattorie e per
locali (agrituristici e non) del-
l’ex-Contado, il problema non
è più quello di cogliere le sfu-
mature tra i modi di cucinare
dei vari cuochi o tra le ma-
niere di apparecchiare, spesso
studiate da accorti maestri di
sala. E', piuttosto, quello di
soddisfare – con il fiuto e col
palato – i gusti più “sopraf-
fini” giustamente coltivati da
chi intenda essere considerato
un consumatore eccellente.
Perciò può accadere che mute
di “perlustratori” vadano alla
ricerca di un pomodoro (che
abbia l'autentico gusto di un
“pomo d’oro”) o di una por-
zione di manzo (che possa ri-
svegliare almeno il ricordo
dei lessi di una volta) o di una
fetta di pane (esalante la giu-
sta fragranza del frumento).
Le ricerche saranno pressoché
inutili perché oramai i cibi
(fatte le dèbite eccezioni per
ciò che viene ammannito da
pochi validissimi ristoratori
molisani) si distinguono non
più dal sapore quanto piutto-
sto dal colore, dalla forma e
dall’elaborata (ma inutile)
presentazione in tavola. I no-
stri anziani ricordano l’odore
del tuorlo d’uovo crudo e tutte
le fragranze che questo as-
sume quando sia stato cotto
all’occhio di bue, in camicia
oppure sodo. Ma oggi di que-
ste cose rimane soltanto una
rimembranza. Perciò, la do-
manda è: ma vi è ancora chi
conosca veramente qualcosa
dell’uovo? C’è qualcuno che
l’abbia studiato proprio a
fondo, sino a spingersi con la
testa (come farebbe un incal-
lito "voyeur") sin nell’”in-
timo” della gallina solo per
vedere come quel capolavoro
venga alla luce, per poi sco-
prire che esso fuoriesce dalla
cloaca in forma tubolare per
assumere solo in seguito – so-
lidificandosi a contatto con
l’aria – quella forma perfetta
che sorprese ed affascinò il
pittore-umanista Piero della
Francesca? Tra i volgari con-
sumatori di cibi, oggi imper-
versanti nei ristoranti, chi si è
mai chiesto i motivi di quella
lànula bianca che si scorge in
fondo al guscio; e che altro
non è se non una piccola ri-
serva di ossigeno destinata ad
aiutare il pulcino nel mo-
mento che intercorre tra l’ini-
zio della respirazione e la
rottura del guscio?
Son cose note solo a
pochi raffinati del gusto per-
ché, oramai, ci si accosta ad
un desco soltanto per il
“passa-parola” di un amico,
ritenuto versato nella princi-
pale fra le tecniche di vita ma-
teriale: quella
dell’alimentazione. “Man-
giare!” è rimasto il grido più
antico dell’uomo comune mo-
lisano, forse perché un tempo
la cràpula è stato il sogno di
centinaia di affamati locali,
così come oggi la dieta rap-
presenta la sola speranza dei
tanti obesi che vivono nel
Campobassano, nell'Isernino
e nel Termolese. Ma cosa ha
saputo mai fare la civiltà del-
l’èpa? E cosa è stata nei secoli
l’arte culinaria locale, i cui re-
sidui – destinati a finire come
tutte le cose buone e belle – si
depositano sempre in “umile
e triste loco”? Oggi, le riviste
di cucina non celebrano più i
fasti pantagruelici dei grandi
mangiatori. Si limitano a stu-
diare i problemi di una scor-
retta alimentazione con
serietà, pur non trascurando
gli aspetti pittoreschi del man-
giare, la storia dei cibi e per-
fino quella di certe malattie
(quali l’anoressìa) legate alla
funzione nutritiva.
Giacimenti gastronomici molisani,per un estate da mangiare