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La Serbia, cenerentola del- l’ex Iugoslavia, è la nuova frontiera del turismo sanita- rio italiano. Non solo per i dentisti, ma anche per la chi- rurgia estetica, l’ingrossamento del pene e il cambio di sesso. Tutto a prezzi strac- ciati, tre o quattro volte meno rispetto al- l’Italia. E con la stessa qualità, affermano gli specialisti del sorriso smagliante e del bisturi che ringiovanisce. «In media sono 40-50 al mese gli italiani che vanno in Ser- bia per il turismo medicale. Il 70 per cen- to è interessato a chirurgia estetica e pla- stica, cure odontoiatriche e interventi di altro genere. Il resto per le cure termali»: parola di Sebastiano Mazzucchelli, tour operator veterano dell’ex Iugoslavia e pre- Partono da Milano, Roma, Bari. Diretti a Novi Sad e Belgrado. Molti si curano i denti, ma c’è anche chi si rifà il naso e chi si fa ritoccare i genitali. Spendendo fino a un terzo in meno rispetto all’Italia. I medici di casa nostra sono però scettici. LOW COST inchiesta Chirurgo estetico Il chirurgo estetico serbo Mico Duricic davanti alla sua clinica di Belgrado, la preferita dagli italiani. A destra, un intervento sul ferrarese Walter Zironi, 77 anni, in uno studio a Novi Sad. Il medico è l'italiano Enzo Lozzi, laureato in Serbia. Visite odontoiatriche & culturali Gruppo di italiani in Serbia per farsi curare i denti nella piazza di Novi Sad. SERBIA L’ultima meta del P orto una dentiera che è peggio di un morso da cavallo. Questa sera avrò un impianto nuovo con un sorriso smagliante. Non ci vogliono mesi o anni e spendo 9.500 euro, un terzo rispetto al preventi- vo dei dentisti in Italia». Non ha dubbi Walter Zironi, ferrarese, 77 anni, arzillo come un ragazzino. A Novi Sad, il capo- luogo serbo della Vojvodina, nel cuore dei Balcani, è arrivato in macchina. Nello studio dentistico dei coniugi Telarov si sottopone con calma alle ultime radiografie prima di finire sotto i ferri. Quattro ore di interven- to per farsi i denti in ceramica del- l’arcata superiore. « TURISMO SANITARIO testo e fotografie di FAUSTO BILOSLAVO PANORAMA 7/1/2010

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La Serbia, cenerentola del-l’ex Iugoslavia, è la nuovafrontiera del turismo sanita-rio italiano. Non solo per identisti, ma anche per la chi-rurgia estetica, l’ingrossamento del penee il cambio di sesso. Tutto a prezzi strac-ciati, tre o quattro volte meno rispetto al-l’Italia. E con la stessa qualità, affermanogli specialisti del sorriso smagliante e delbisturi che ringiovanisce. «In media sono40-50 al mese gli italiani che vanno in Ser-bia per il turismo medicale. Il 70 per cen-to è interessato a chirurgia estetica e pla-stica, cure odontoiatriche e interventi dialtro genere. Il resto per le cure termali»:parola di Sebastiano Mazzucchelli, touroperator veterano dell’ex Iugoslavia e pre-

Partonoda Milano, Roma,Bari. Diretti a NoviSad e Belgrado.Molti si curanoi denti, ma c’è anchechi si rifà il nasoe chi si fa ritoccarei genitali. Spendendofino a un terzoin meno rispettoall’Italia. I medicidi casa nostrasono però scettici.

LOW COST

inchiesta

ChirurgoesteticoIl chirurgo estetico serbo MicoDuricic davanti alla sua clinicadi Belgrado, la preferita dagliitaliani. A destra, un interventosul ferrarese Walter Zironi, 77anni, in uno studio a Novi Sad.Il medico è l'italiano Enzo Lozzi,laureato in Serbia.

Visite odontoiatriche & culturali

Gruppo di italiani in Serbia per farsi

curare i denti nella piazza di Novi Sad.

SERBIAL’ultima meta

del

Porto una dentiera che èpeggio di un morso dacavallo. Questa sera avròun impianto nuovo conun sorriso smagliante.

Non ci vogliono mesi o anni e spendo9.500 euro, un terzo rispetto al preventi-vo dei dentisti in Italia». Non ha dubbiWalter Zironi, ferrarese, 77 anni, arzillocome un ragazzino. A Novi Sad, il capo-luogo serbo della Vojvodina, nel cuoredei Balcani, è arrivato in macchina.Nello studio dentistico dei coniugiTelarov si sottopone con calma alleultime radiografie prima di finiresotto i ferri. Quattro ore di interven-to per farsi i denti in ceramica del-l’arcata superiore.

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TURISMO SANITARIO

testo e fotografie di FAUSTO BILOSLAVO

PANORAMA 7/1/2010

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sidente dell’Assotravel lombarda. Secon-do stime raccolte da Panorama, sono 400-500 gli italiani che si fanno curare i den-ti in Serbia ogni anno e 100-150 ricorro-no alla chirurgia estetica o ricostruttiva.

A fine novembre Panorama ha incontra-to un gruppo di 11 italiani a Novi Sad.Volati in Serbia per mettersi a posto i den-ti. Marco Mario Costantino, maresciallodella polizia municipale di Lavello, in Ba-silicata, è da poco in pensione. «In Italiadovevo vendere la casa per mettermi a po-sto la bocca. In Serbia sono venuto con miamoglie. Il preventivo per tutti e due è

Da Roma a BelgradoGiuseppe Cusimano, a sinistra, e Roberto

Simoncini, a destra, in Serbia per cure ai denti.Scopri come nell’ultima pagina di Panorama.

Guarda il video sul cellulareNel filmato le immaginidegli italiani in trasfertamedica in Serbia.

LIVE

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20.500 euro» spiega. Per otto impian-ti sull’arcata superiore e sei su quella in-feriore, oltre alla devitalizzazione di tredenti, in Italia gli avevano chiesto 38 mi-la euro, oltre all’anestesista.

Vitto, alloggio e volo dall’Italia sonoofferti dall’inventore del «viaggio delsorriso»: Enzo Lozzi, 46 anni, di Pesca-ra. Senza un’ombra di capelli o di pelu-ria, vestito come un modello, si è laurea-to in Serbia e specializzato in Romania.In Italia non gli vogliono riconoscere ititoli di studio e lui sta facendo causa perdanni al ministero della Sanità.

«Nel 2008 ho impiantato 918 viti persostenere i denti finti definitivi» dice.«Quest’anno arriverò a 1.300, assiemeal lavoro in Romania. Che l’Ordine deimedici italiano venga a vedere come la-voriamo e poi giudichi». Lozzi si è fat-to la mano all’ospedale militare di No-vi Sad: «Durante la guerra nei Balcaniarrivavano i cadaveri dei militari serbi,su cui facevo pratica». Con lui lavora Al-berto Brunelli, che si occupa delleprotesi. Lo studiodentistico serbo nonè sfarzoso, ma sem-bra funzionare.

«In Lombardia miavevano fatto un pre-ventivo di 48 mila eu-ro. Avrei dovuto chie-dere un mutuo: il den-tista mi aveva indicatouna finanziaria. In Ser-bia ho speso un terzo equando ho fatto control-lare il lavoro a Como è sta-to giudicato eccellente»dice Gianfranco Buoso.

«Quando la gente non ar-riva a fine mese, le strutturelow cost all’estero assumonouna certa rilevanza. Però biso-gna fare attenzione: il rispar-mio e i tempi brevi spesso van-no a discapito di qualità, sicu-rezza e igiene. Per non parlaredell’esercizio abusivo della pro-fessione. In alcuni paesi dell’Est i titoli distudio in medicina sono falsi o non veri-ficabili» sostiene Giuseppe Renzo dellaFederazione italiana dei dentisti, che il 18e 19 dicembre si troveranno a Roma perdiscutere pure di turismo sanitario. «Civorranno anni per capire se le prestazionihanno provocato danni».

Non vede l’ora di tornare a mangiare ce-vapcici, le salsicce di carne balcaniche. «Afine cura viene offerta la cena della masti-cazione, un test per vedere se i denti nuo-vi tengono» racconta il suo amico Giu-seppe Cusimano. Teodora è una serba bel-la e giovane, che parla italiano e scorta ipazienti in studio o in giro per la città, abere un bicchierino di slivovica o sullafortezza che domina il Danubio. C’è chifa shopping, chi un giro per le chiese or-todosse o chi si concede un caffè nel mer-cato all’aperto.

A Belgrado sarebbero una decina i den-tisti serbi con clienti italiani. «Arrivanoper lo più dal Nord Italia, in aereo da Mi-lano o Trieste. Mio figlio va a prenderliin aeroporto e per chi non vuole spende-re troppo in albergo trovo piccoli appar-tamenti a 50 euro al giorno» spiega initaliano Neboisa Simic, omaccione congli occhi azzurri, che nei primi anni No-vanta è venuto a lavorare in nero nel no-stro Paese in fuga dalla guerra. Oggi hauno studio dentistico all’avanguardia a

«I materiali che usiamo non sono robacinese. Acquistiamo tutto in Italia o inGermania» assicura da Novi Sad Brunel-li, mostrando le confezioni degli impian-ti di una ditta di Cremona. L’idea ha suc-cesso non solo per i costi, ma pure per itempi ridotti e l’ospitalità serba. Rober-to Simoncini, gestore di un pub e sala bi-liardo a Roma, è in attesa della protesi.

Vacanza con cure mediche annesse

Pazienti italiani al mercato di Novi Sad. In alto,

i fratelli Colic, chirurghi plastici di Belgrado.

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inchiestaroljub Dabic, che ha ordinato tutta la suaattrezzatura a Firenze. Un cliente di Mo-dena gli ha portato l’intera famiglia. Unapittrice di Roma gli fa da testimonial.«Il volo andata e ritorno non costa più di200 euro» spiega. «La qualità del lavoroè garantita e alla sera si va sui barconi ri-storanti o in discoteca sulla Sava».

Belgrado è rinata dopo la fine delle san-zioni provocate dalle guerre balcaniche.La sua movida attrae sempre più gli stra-nieri. Dimitri Panfilov è di origini cosac-che. La sua miniclinica Olymp, aperta dal

2007, è ricavata all’ultimopiano di un palazzone di No-vi Sad. Simpatico e corpulen-to, sfoggia un curioso papil-lon in plastica. Panfilov si èfatto le ossa in Germania e so-stiene di avere operato NikiLauda, ex pilota di formula 1.

«Questa è la casa della bel-lezza e della speranza» dice ilchirurgo. «Ho circa 35 pa-zienti italiani l’anno». Liposu-zione, aggiustamento del na-so, viso e seno rifatti vanno perla maggiore. I prezzi sonocompetitivi: 2.650 euro perl’ingrossamento del seno conprotesi di ultima generazione,2 mila per un ritocco al nasoe 3.500 per il viso. Dopo ave-

re mostrato fotografie, prima edopo, delle sue «opere», rivela chesono in aumento i maschi latiniche vogliono migliorare la virili-tà. «Vincenzo, siciliano, s’è presen-tato con la moglie che doveva fare

A spasso per Novi SadUn gruppo di Italiani nel centro di Novi Sad: tutti arrivati per motivi sanitari.

Belgrado, con riproduzioni del Tiepolosul soffitto e oltre 30 clienti italiani al-l’anno. Molti vengono da lui per il tamtam fra amici, altri dopo averlo trovatosu internet. Come una donna di Muggia(Trieste), che torna a Belgrado agli inizidi dicembre per la protesi definitiva.

«I nostri preventivi sono da tre a cin-que volte più bassi. Se in Italia chiedono15 mila euro, qui se ne spendono 4-5 mi-la» spiega Simic. «E per la sera indicodove mangiare pasta o pizza».

Un altro dentista degli italiani è Ve-

un intervento al naso. L’ha fatta uscire esi è tirato giù i calzoni. Alla fine gli hoingrossato il pene». L’ingrossamento e al-lungamento costa in media 3 mila euro:un terzo dei listini occidentali.

Nella capitale serba i chirurghi plasti-ci più alla moda sono i fratelli Colic. Lichiamano i «Nip and Tuck» di Belgra-do, dal titolo di una serie tv trasmessa pu-re in Italia su due maghi dell’estetica.«Proprio stamattina ho ricevuto un’emailda Mario, un italiano che ci ha trovati suinternet e vuole rifarsi il naso. Gli coste-rà 2 mila euro» dice Milan Colic. Il fra-tello Miodrag è segretario generale dellaSocietà internazionale di chirurgia esteti-ca e plastica. «Una volta ci hanno chiestose eravamo disposti a cambiare i linea-menti a un patriota, senza indicare il no-me. Abbiamo detto di no» spiega Mio-drag. Il sospetto è che fosse il generaleRatko Mladic, uno degli ultimi crimina-li di guerra dei Balcani ancora latitanti.

A Belgrado gli stranieri vengono purea cambiare sesso. E non solo: «La chirur-gia estetica genitale è in aumento. Da po-chi casi 10 anni fa a uno o due al mese og-gi». Gli uomini si ingrossano il pene e ledonne si rifanno fianchi e vagina.

Non vuole sentir parlare di cambiodel sesso Mico Duricic, il chirurgo este-tico preferito dagli italiani. La sua cli-nica, Galathea, è un minitempio tuttovetro nei sobborghi di Belgrado. «Nel-la bellezza tutto deve essere proporzio-nale. Ho circa 80 pazienti italiani l’an-no, ma con la crisi le prenotazioni sonoscese del 35 per cento» riferisce. Fra isuoi clienti annovera una famosa attri-ce italiana di cui si rifiuta di fare il no-me: «Il personale le chiedeva l’autogra-fo, io non sapevo chi fosse. Per gli ospi-ti organizziamo visite al monastero diFruska o nei locali tipici di Belgrado».

Lisa è il nome di fantasia di una diri-gente d’azienda del Nord Italia che si è af-fidata al chirurgo serbo. «Mi sono trova-ta come in albergo. Oltre a un grande ri-spetto della privacy, offrono tutto, ancheun’infermiera sempre a disposizione» rac-conta. «Con farmaci e visite di controlloho speso 3 mila euro, metà rispetto all’Ita-lia». La manager ci ha preso gusto: a Bel-grado va pure dal dentista e a fare la co-lonterapia. «La Serbia non è più la pecoranera d’Europa» sottolinea. «Molte mieamiche italiane sono venute a Belgrado esono tornate a casa ringiovanite». ●

Dalleterme in Slovenia alle curemediche in Romania, le offertedel turismo sanitario low cost nei Balcani.

1milioneall’anno ifrequentatori

di spa e terme in Slovenia.

20milagli italiani che si sono fatti

curare i denti nei paesi dell’Est.

20milai turisti italianiche visitano

la Serbia ogni anno.

360sono le fonti naturali e 36 i centri termali in Serbia.

I NUMERI