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28/01/2018 1 TESI “E-LEARNING:LE NUOVE FRONTIERE DELLA DIDATTICA”
DI GABRIELLA RONSIVALLE
PROGRAMMA
Aggettivi I gradi dell’aggettivo qualificativo Pronomi e aggettivi possessivi Pronomi e aggettivi indefiniti Pronomi semplici, combinati e relativi Uso delle particelle “Ci” e “ne” Imperfetto indicativo, passato prossimo, Trapassato prossimo indicativo Futuro semplice e anteriore Condizionale e Congiuntivo Verbi aspettuali più frequenti Forma passiva Periodo ipotetico Frasi causali implicite Discorso indiretto Espressioni idiomatiche Tocca a te 28/01/2018
TESI “E-LEARNING:LE NUOVE FRONTIERE DELLA DIDATTICA” DI GABRIELLA
RONSIVALLE 2
AGGETTIVI
L’aggettivo è una parte variabile del discorso che si
aggiunge al nome per attribuirgli una qualità (aggettivo qualificativo) o per determinarlo in modo più preciso (aggettivo determinativo).
ESEMPI:
Grande casa, casa più comoda, qualche tavoletta.
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I GRADI DELL’AGGETTIVO QUALIFICATIVO
L’aggettivo qualificativo non solo esprime la qualità di una persona, animale o cosa, ma ne precisa anche il grado o la misura in cui tale qualità è posseduta dalla persona, animale o cosa. Esistono 3 gradi:
1. POSITIVO: quando indica la qualità Carla è alta
2. COMPARATIVO: quando la qualità di una persona o di una cosa viene paragonata alla stessa qualità di un’altra persona o cosa, o quando si paragonano due qualità possedute dallo stesso soggetto Elena è più giovane di Marta/Sandra è più bella che intelligente.
3. SUPERLATIVO: quando usiamo un aggettivo al grado superlativo esprimiamo quella particolare qualità al massimo grado Questa stanza è la più bella di tutte!
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POSITIVO
• INDICA UNA QUALITA’ SENZA TERMINI DI PARAGONE Il fiume
terminava in una cascata spumeggiante
COMPARATIVO
• MAGGIORANZA: PIÙ + aggettivo + DI/CHE + 2° termine di paragone Mario è più grasso di Andrea
• MIN0RANZA: MENO + aggettivo + DI / CHE + 2° termine di paragone È meno divertente andare in macchina che in moto
• UGUALIANZA: TANTO + aggettivo + QUANTO / COME+ 2° termine di paragone Io sono tanto bella quanto intelligente
SUPERLATIVO
• RELATIVO:ARTICOLO
DETERMINATIVO + PIÙ/MENO + AGGETTIVO + DI/TRA/FRA +NOME oppure ARTICOLO DETERMINATIVO + NOME + PIÙ/MENO + AGGETTIVO La Sicilia è la più bella tra le isole italiane
• ASSOLUTO:si forma
aggiungendo -ISSIMO all’aggettivo (senza l’ultima lettera!) La Sicilia è bellissima!
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POSITIVO buono
cattivo
grande
piccolo
alto
basso
interno
esterno
COMPARATIVO più buono / migliore
più cattivo / peggiore
più grande / maggiore
più piccolo / minore
più alto / superiore
più basso / inferiore
interiore
esteriore
SUPERLATIVO buonissimo / ottimo
cattivissimo / pessimo
grandissimo / massimo
piccolissimo / minimo
altissimo / supremo / sommo
bassissimo / infimo
intimo
estremo
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FORME PARTICOLARI DI COMPARATIVI E SUPERLATIVI
PRONOMI E AGGETTIVI DETERMINATIVI POSSESSIVI Gli aggettivi possessivi precisano a chi appartiene l’animale, la cosa o il concetto indicati dal
nome cui l’aggettivo si riferisce: Tutti gli allievi potranno seguire i miei corsi.
NOTA BENE:
Aggettivi possessivi quando accompagnano il nome: il mio orologio, la tua bicicletta, il suo ufficio, la nostra scuola, la vostra insegnante, il loro alloggio
Pronomi possessivi quando il nome non c’è, perché il pronome sta al posto del nome:
Quest’ombrello è di Nerina; il mio invece è blu. (il mio significa il mio ombrello)
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PRONOMI E AGGETTIVI INDEFINITI Gli aggettivi indefiniti indicano in modo generico la quantità e la qualità del nome cui
si riferiscono Manca qualche studente
I pronomi indefiniti indicano in modo non preciso e generico, identità e quantità della persona o della cosa espresse dal nome che sostituiscono Ho molti amici, ma parecchi di loro mi sembrano immaturi.
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Maschile- singolare femminile-singolare maschile-plurale femminile- plurale
alcuno alcuna alcuni alcune
altro altra altri altre
certo certa certi certe
ciascuno ciascuna
diverso diversa diversi diverse
molto molta molti molte
nessuno nessuna
parecchio parecchia parecchi parecchie
poco poca pochi poche
tale tale tali tali
tanto tanta tanti tante
troppo troppa troppi troppe
tutto tutta tutti tutte
vario varia vari varie
PRONOMI SEMPLICI
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PRONOMI INDIRETTI: sostituiscono un oggetto indiretto preceduto dalla preposizione A.
A te piace il vino rosso? Sì, mi piace (a chi piace il vino rosso? A me)
MI (a me) TI (a te) GLI (a lui) LE (a lei) CI (a noi) VI (a voi) GLI (a loro) LORO (a loro)
PRONOMI DIRETTI: vengono usati per sostituire un complemento diretto (chi/che cosa?).
Adoro il cappuccino! Lo bevo tutte le mattine al bar (Cosa bevo? Il cappuccino)
MI TI LO LA CI VI LI LE
PRONOMI PERSONALI
IO TU LUI LEI NOI VOI LORO
(MASCHILE) LORO
(FEMMINILE)
PRONOMI COMBINATINon sono
altro che l’unione di un pronome
indiretto con un pronome diretto.
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PRONOMI RELATIVI
Quando parliamo abbiamo spesso bisogno di usare delle parole per collegare frasi che hanno un elemento in comune, ed è proprio a questo che servono i pronomi relativi!
Ieri ho visto un film. Il film è a dir poco meraviglioso! Il film CHE ho visto ieri è a dir poco meraviglioso! (L’elemento in comune tra le due frasi è “il film”)
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CHE: sostituisce un soggetto o un
oggetto diretto Il commesso che ti
ha servito si chiama
Carlo (CHE sostituisce un soggetto > il commesso).
CHI: sempre singolare e significa
“la persona/le persone che”, “tutti quelli che”, “la gente che” Chi ha visto il
film ne è entusiasta! (Le
persone che hanno visto il film ne sono
entusiaste)
CUI: sostituisce un oggetto indiretto,
vale a dire un oggetto preceduto da una
preposizione L’azienda PER CUI lavora Michele sta
assumendo personale (lavorare
PER qualcuno)
IL QUALE, LA
il quale ti saluta.
IL QUALE, LA QUALE, I QUALI, LE QUALI sostituiscono i pronomi “che” e “cui” Ho incontrato Paolo che ti saluta/ Ho incontrato Paolo, il quale ti saluta.
USO DELLE PARTICELLE “CI” E “NE”
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CI
• pronome riflessivo di prima persona plurale: → la mattina ci alziamo sempre alle sette • pronome personale diretto di prima persona plurale: → ci accompagna mia madre con la sua macchina • pronome personale indiretto di prima persona plurale: → ci ha promesso che ci manderà una cartolina • particella pronominale che sostituisce un complementi indiretto nella frase col significato di: ⇒ a ciò, a questa cosa: → “chi pensa alla spesa” “ci penso io” (= penso io a questo -alla spesa) → “hai creduto a quello che ti ho detto” “sì, ci ho creduto” (= ho creduto a questa cosa – a quello che mi hai detto) → non mi piace questo lavoro, ma mi ci abituerò (= mi abituerò a questo lavoro) ⇒ può anche sostituire una frase introdotta dalla preposizione a + un verbo all’infinito, per esempio con i verbi riuscire (a fare qualcosa), provare (a fare qualcosa): → riesce sempre a ottenere quello che vuole, ci riesce con facilità (= riesce con facilità a ottenere quello che vuole) ⇒ in ciò, in questa cosa: → “credi nella vita dopo la morte?” “no, non ci credo” (= non credo in questa cosa) ⇒ su ciò, su questa cosa, su questa persona: → arriverà in ritardo come sempre, ci scommetto (= scommetto su questa cosa) → “posso contare su di lui?” “sì, ci puoi contare” (= sì, puoi contare su di lui) ⇒ con questa cosa, con questa persona: → “stai bene con lui?” “sì, ci sto bene” (= sto bene con questa persona) • particella avverbiale di luogo significa in questo luogo, in quel luogo: → siamo stati bene in quel posto, ci torneremo sicuramente (= torneremo in quel posto) ATTENZIONE: se il verbo “credere” è riferito a una persona (credere a qualcuno) “credere a una persona” non useremo ci, ma i pronomi personali: “credi a Luca” “si, gli credo”.
USO DELLE PARTICELLE “CI” E “NE”
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NE
• particella pronominale che sostituisce un complemento indiretto col significato di: ⇒ di ciò, di questa cosa, di queste cose, di questa persona, di queste persone, alcuni verbi a cui si può accompagnare sono:parlare (di qualcosa),discutere (di qualcosa), pensare (qualcosa di qualcuno o qualcosa), sapere (qualcosa di un dato argomento), accorgersi (di qualcosa), intendersi (di qualcosa), essere sicuro (di qualcosa), essere consapevole (di qualcosa), importare (di qualcosa), preoccuparsi (di qualcosa): → non conosco questo attore, ma me ne hanno parlato (= mi hanno parlato di questa persona) → ho comprato questi orecchini, cosa ne pensi (= cosa pensi di questi orecchini) ⇒ può sostituire una frase introdotta da di + infinito: → non soffrire per lui, non ne vale la pena (= non vale la pena di soffrire) ⇒ può significare da ciò, da questa cosa, da queste cose, da questa persona, da queste persone: → ho cominciato una nuova dieta e ne ho tratto un gran beneficio (= ho tratto beneficio dalla dieta) • valore partitivo, soprattutto in presenza di: ⇒ numerali: “quanti pomodori hai comprato?” “Ne ho comprati tre”(= di pomodori) ⇒ quantità: “quanto latte hai usato?” “Ne ho usato un litro” (= di latte) ⇒ pronomi indefiniti: “quanti libri hai letto?” “Ne ho letti pochi“ (= di libri), “quanti libri hai letto?” “non ne ho letto nessuno” (libro) • avverbio di luogo ⇒ significa da lì, da quel luogo, da questo luogo e ha la funzione di complemento di moto da luogo: me ne vado (= vado via da questo luogo) ATTENZIONE: nei tempi composti il participio passato concorda con il nome sostituito in base alla quantità espressa: “quante persone sono arrivate?” “ne sono arrivate dieci” (= di persone), “quante persone sono arrivate?” “non ne è arrivata nessuna” (persona).
IMPERFETTO INDICATIVO - PASSATO PROSSIMO E TRAPASSATO PROSSIMO INDICATIVO
• L’imperfetto è un tempo verbale del modo indicativo che serve ad esprimere un’azione continuata e prolungata del passato.
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ESSERE AVERE
Io ero Io avevo
Tu eri Tu avevi
Egli era Egli aveva
Noi eravamo Noi avevamo
Voi eravate Voi avevate
Essi erano Essi avevano
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• Il passato prossimo è un tempo verbale del modo indicativo che serve ad esprimere un’azione accaduta nel passato ma che ha comunque a che fare con il presente. E’ un tempo composto, vale a dire è formato da due verbi:
Presente indicativo dell’ausiliare essere o avere + participio passato del verbo che decido di usare:
Ho mangiato una mela per merenda
Il participio passato è semplice da formare: basta seguire la regola:
i verbi in –ARE hanno il participio passato in – ATO- mangiare > mangiATO;
i verbi in –ERE hanno il participio passato in – UTO - temere > temUTO ;
i verbi in –IRE hanno il participio passato in – ITO - partire > partITO.
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• Il trapassato prossimo è un tempo composto che descrive uno stato/fatto anteriore ad altri, già collocati nel passato. Si forma: Imperfetto dell’ausiliare essere o avere + participio passato del verbo che decido di usare: Ho raccolto in fretta le sue carte lo avevano convocato in prefettura;
ESSERE AVERE
Io ero stato Io avevo avuto
Tu eri stato Tu avevi avuto
Egli era stato Egli aveva avuto
Noi eravamo stati Noi avevamo avuto
Voi eravate stati Voi avevate avuto
Essi erano stati Essi avevano avuto
FUTURO SEMPLICE E ANTERIORE
Il futuro semplice indica un'azione un
evento che deve ancora verificarsi Sarà come dici, ma non ne sono convinta.
Il futuro anteriore indica un'azione
futura che avverrà anteriormente, cioè prima di un'altra azione futura Quando avrai finito di leggere il libro, mi darai il tuo parere.
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CONDIZIONALE E CONGIUNTIVO Il Condizionale è un modo verbale che serve principalmente ad esprimere azioni o
situazioni che sono condizionate, appunto, da altre azioni.
PRESENTE
PASSATO
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• Il Congiuntivo è un modo verbale che serve principalmente ad esprimere azioni o situazioni che esulano dal mondo della realtà e della certezza e che sono invece frutto di una speranza, di un desiderio, di un’ipotesi, di una volontà
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VERBI ASPETTUALI PIU’ FREQUENTI
Alcuni verbi come stare per, cominciare a, continuare a, smettere di, cessare di, ecc., possono accompagnarsi ad altri verbi, di solito all'infinito o al gerundio, per mettere in rilievo alcuni aspetti di continuità, per precisare cioè che una certa azione, un certo stato ha inizio, o continua , o sta per concludersi. Sono chiamati verbi aspettuali dal momento che precisano l'aspetto di un'azione ( la sua imminenza, il suo inizio, la sua durata la sua fine).
ESEMPI:
• Sono sul punto di esplodere.
• Ho cercato di dormire.
• Stava per uscire.
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FORMA PASSIVA
La caratteristica della frase in forma passiva è che il soggetto non è l'agente dell'azione ma la subisce:
Forma attiva Aurora ha preparato la valigia.
Forma passivaLa valigia è stata preparata da Aurora.
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I 4 MODI PER CREARE LA FORMA PASSIVA
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• La lettera è inviata da Marco VERBO
ESSERE+PARTICIPIO PASSATO
• La lettera viene inviata da Marco VERBO VENIRE+
PARTICIPIO PASSATO
• La lettera va inviata da Marco VERBO
ANDARE+PARTICIPIO PASSATO
SI+ TERZA PERSONA SINGOLARE O PLURALE
DEL VERBO • Le lettere si inviano ogni mattina
PERIODO IPOTETICO
Il periodo ipotetico è una frase complessa in cui si forma un’ipotesi dalla quale può derivare una conseguenza. Può essere di tre tipi:
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Se continuo a non studiare, verrò bocciato
Se continuassi a non studiare, verrei bocciato
Se avessi continuato a non studiare, sarei stato bocciato
FRASI CAUSALI IMPLICITE
Le frasi causali indicano per quale motivo si svolge l’azione espressa dalla frase principale.
“Tutti siamo stanchi, perché abbiamo studiato troppo”
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“Non insistere tanto, dato che
potresti sbagliarti”
“Per giocare, ti sei infortunato”.
DISCORSO INDIRETTO
Si possono usare due modi diversi per riportare le parole di chi parla: il discorso diretto o il discorso indiretto. Ad esempio:
Lorenzo ha detto: “Vado a dormire” discorso diretto Riporta direttamente le parole di chi parla, nello stesso modo in cui sono state pronunciate. Le parole vengono racchiuse tra virgolette alte “ ” o basse « », mentre i due punti : precedono sempre l’apertura delle virgolette.
Lorenzo ha detto che andava a dormire discorso indiretto si riportano le parole altrui facendole riferire da qualcun altro, ad esempio un narratore, che non cita esattamente le parole pronunciate dal locutore, ma le riformula, inserendole nel proprio discorso o nella propria narrazione. Non si usano quindi né i due punti né le virgolette: le parole che si vogliono riferire vengono fatte dipendere da verbi come dire, domandare, rispondere, ecc.
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Il passaggio dal discorso diretto a quello indiretto è sempre possibile e avviene
secondo precisi meccanismi.
• Cadono i due punti e le virgolette che introducono il discorso diretto. La proposizione, da indipendente, diventa subordinata. Maria dice: «Sono stanca». → Maria dice che è stanca.
• - I pronomi personali, i pronomi e gli aggettivi possessivi di prima e seconda persona diventano di terza persona. Maria disse: «Io intanto vado, vi aspetto davanti a casa mia». → Maria disse che intanto lei andava e che li aspettava davanti a casa sua.
• - Se il verbo che introduce il discorso indiretto è al presente, al passato prossimo o al futuro, i modi e i tempi della subordinata rimangono gli stessi del discorso diretto. Maria dice: «Ho ragione». → Maria dice che ha ragione.
• - Se il verbo che regge il discorso indiretto è al passato, si osservano nella subordinata i seguenti cambiamenti:
• 1. il presente indicativo diventa, a seconda dei casi, indicativo imperfetto o congiuntivo imperfetto. Maria disse: «Sono stanca». → Maria disse che era stanca. Maria chiese al ragazzo: «Come ti chiami?». → Maria chiese al ragazzo come si chiamasse.
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• 2. il passato prossimo e il passato remoto diventano trapassati prossimi. Maria disse: «Ho ragione». → Maria disse che aveva ragione.
• 3. l'’indicativo futuro diventa condizionale passato. Maria rispose: «Non ti deluderò più». → Maria rispose che non l’avrebbe più deluso.
• 4. l’imperativo diventa congiuntivo imperfetto. Maria ordinò: «Andate! ». → Maria ordinò che se ne andassero.
• - Quando c’è identità tra il soggetto della reggente e quello della subordinata, il discorso indiretto può essere espresso anche in forma implicita, con la preposizione di seguita dall’infinito presente, per indicare un fatto contemporaneo, o dall’infinito passato, per indicare un fatto anteriore a quello espresso nella reggente. Maria dice: «Sono stanca». → Maria dice di essere stanca. Maria dice: «Ho sbagliato». → Maria dice di avere sbagliato.
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MODI DI DIRE FREQUENTI
Si chiamano espressioni idiomatiche e sono tipiche di una lingua, solitamente non si possono tradurre letteralmente in altre lingue.
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“Fare i conti senza l'oste”
Agire senza considerare le possibili difficoltà.
“È inutile piangere sul latte versato”
È inutile lamentarsi/pentirsi dopo/per aver fatto qualcosa.
“Avere la testa fra le nuvole”
Essere distratti.
“Fare orecchie da mercante”
Far finta di niente, di non ascoltare.
“Trovare il pelo nell'uovo”
Cercare ogni scusa.
“Avere paura della propria ombra”
Aver paura di tutto
“Dormire sugli allori”
Adagiarsi.
“Avere un chiodo fisso”
Avere un'idea fissa / una fissazione.
“Essere un libro aperto per qualcuno”
Non avere segreti.
“Cercare un ago in un pagliaio”
Si usa quando è difficile o quasi impossibile trovare qualcosa
“Alzarsi con il piede sinistro”
Essere di cattivo umore. Anche, incorrere in una serie di
contrattempi.
“Avere un diavolo per capello”
Essere particolarmente nervosi/arrabbiati.
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“Gettare la spugna”
Arrendersi
“Conoscere qualcosa o qualcuno come le proprie
tasche”
Conoscere benissimo qualcosa o qualcuno
“Non tutte le ciambelle escono col buco”
Non sempre le cose riescono come si vorrebbe
“Fare l'avvocato del diavolo”
Sostenere idee e opinioni in contrasto con quelle altrui per dimostrarne l'inconsistenza.
“Essere pazzo come un cavallo”
Essere completamente pazzo
“Salvarsi per un pelo”
Salvarsi all'ultimo minuto, appena in tempo
“Non promettere mari e monti”
Non fare promesse che non si possono mantenere.
“Mettere qualcuno in riga”
Imporre la disciplina a qualcuno
“Avere l'argento vivo addosso”
Essere molto vivaci ed irrequieti
“Avere le ali ai piedi”
Correre molto velocemente
“Avere l'aspetto di un cane bastonato”
Avere l'aspetto di una persona che è stata
maltrattata/criticata aspramente
“Chi la dura la vince”
E' importante perseverare per raggiungere i propri obiettivi
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Parlate Italiano?
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Il gioco si compone di 4 livelli e prevede una sfida tra tutti gli studenti. Ogni livello è composto da una batteria di 5 domande basate sugli argomenti oggetto del corso. Per poter accedere al livello successivo si deve raggiungere almeno il 60% di correttezza delle risposte. Coloro che non riusciranno nell’impresa seguiranno un refresh in aula per colmare dubbi e perplessità e solo allora si
sfideranno di nuovo a class compete.
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Al termine di ciascun livello verranno assegnati dei punti così
come di seguito:
• Dal 60% al 74% 5
• Dal 74% al 85% 10
• Dal 86% al 100% 15
Solo chi riuscirà a superare tutti i livelli si aggiudicherà l’attestato di Italiano L2 livello B2.
Infine, i tre studenti che otterranno i punteggi
più alti si aggiudicheranno una borsa di studio
del valore di 500 euro/vacanza premio in una
Splendida città italiana.
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