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La rete di cooperazione Le Amministrazioni di Aritzo, Austis, Atzara, Belvì, Desulo, Gadoni, Meana Sardo, Ortueri, Sorgono, Tonara e Teti, intendono partecipare in forma congiunta al bando denominato “Biddas”, in attuazione della L.R. n. 29 del 13 ottobre 1998 riguardante la tutela e la valorizzazione dei centri storici della Sardegna, in quanto rispondente alle strategie di sviluppo del proprio territorio. Gli obiettivi del bando risultano coerenti con le scelte strategiche del territorio denominato Gennargentu- Mandrolisai, e risultano coerenti con le iniziative di sviluppo locale espresse negli ultimi 10 anni, ed emerse in maniera chiara in occasione della Progettazione Integrata. I comuni aderenti alla Rete intendono focalizzare e concretizzare una strategia di sviluppo coerente con il bando, portando avanti politiche di sviluppo integrato per l’intera area, a partire dalla valorizzazione urbana dei centri storici. La programmazione Regionale, vista nella sua interezza, mette in rilievo il preciso ruolo delle reti di cooperazione di comuni, quali animatrici e riferimento delle azioni dei singoli soggetti pubblici e privati del territorio, e le metodologie di politica regionale e di coesione dell’Unione Europea, in piena adesione ai principi dell’integrazione, del partenariato, del cofinanziamento. All’interno di queste tematiche si colloca la programmazione della Rete di cooperazione dei comuni del Gennargentu- Mandrolisai, che prevede un proprio modello di sviluppo basato sulla concertazione e sul partenariato, volti alla realizzazione di obiettivi comuni attraverso strumenti, risorse, attori e territori coordinati all’interno di una governance locale. Operativamente, la proposta strategica della Rete si inquadra all’interno di tematiche di assoluta rilevanza, anche regionale, quali la qualità dei sistemi insediativi, in modo particolare nei centri storici e, in senso lato, l’identità. Tutti i comuni della Rete condividono il presente documento, che racchiude in se tutti gli elementi strategici che hanno guidato la selezione dei progetti di intervento nel centro storico, ovvero nel centro matrice. L. R. 29/08, “TUTELA E VALORIZZAZIONE DEI CENTRI STICI DELLA SARDEGNA”PROPOSTE DI RETE CON PROGRAMMI INTEGRATI ED INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA DELL’EDIFICATO STORICO DEI COMUNI DELLA SARDEGNA IL IL IL IL PAESE PAESE PAESE PAESE DEI PAESI DEI PAESI DEI PAESI DEI PAESI Progetto di rete tra identit Progetto di rete tra identit Progetto di rete tra identit Progetto di rete tra identit à à à à e sostenibilit e sostenibilit e sostenibilit e sostenibilit à à à à BIDDAS BIDDAS BIDDAS BIDDAS

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La rete di cooperazione

Le Amministrazioni di Aritzo , Austis , Atzara , Belvì , Desulo , Gadoni , Meana Sardo , Ortueri , Sorgono , Tonarae Teti , intendono partecipare in forma congiunta al bando denominato “Biddas ”, in attuazione della L.R. n. 29 del 13 ottobre 1998 riguardante la tutela e la valorizzazione dei centri storici della Sardegna, in quanto rispondente alle strategie di sviluppo del proprio territorio.Gli obiettivi del bando risultano coerenti con le scelte strategiche del territorio denominato Gennargentu-Mandrolisai, e risultano coerenti con le iniziative di sviluppo locale espresse negli ultimi 10 anni, ed emerse in maniera chiara in occasione della Progettazione Integrata.I comuni aderenti alla Rete intendono focalizzare e concretizzare una strategia di sviluppo coerente con il bando, portando avanti politiche di sviluppo integrato per l’intera area, a partire dalla valorizzazione urbana dei centri storici.La programmazione Regionale, vista nella sua interezza, mette in rilievo il preciso ruolo delle reti di cooperazione di comuni, quali animatrici e riferimento delle azioni dei singoli soggetti pubblici e privati del territorio, e le metodologie di politica regionale e di coesione dell’Unione Europea, in piena adesione ai principi dell’integrazione, del partenariato, del cofinanziamento.All’interno di queste tematiche si colloca la programmazione della Rete di cooperazione dei comuni del Gennargentu-Mandrolisai, che prevede un proprio modello di sviluppo basato sulla concertazione e sul partenariato, volti alla realizzazione di obiettivi comuni attraverso strumenti, risorse, attori e territori coordinati all’interno di una governance locale. Operativamente, la proposta strategica della Rete si inquadra all’interno di tematiche di assoluta rilevanza, anche regionale, quali la qualità dei sistemi insediativi, in modo particolare nei centri storici e, in senso lato, l’identità.Tutti i comuni della Rete condividono il presente documento, che racchiude in se tutti gli elementi strategici che hanno guidato la selezione dei progetti di intervento nel centro storico, ovvero nel centro matrice.

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Il sistema naturalistico

• Sistema montuoso del Gennargentu occidentale:

Il sistema delle Barbagie-Mandrolisai si articola attorno al massiccio del Gennargentu e alle sue propaggini. Il territorio si compone di due regioni che fanno capo a due grandi bacini idrici. A sud i centri abitati sono posti a presidio delle forti incisioni delle valli del Flumendosa. Risalendo verso nord si ha un cambio progressivo del bacino idrografico, entrando nell’ambito degli affluenti del Tirso, il quale presidia la zona di transizione verso le colline. Se la regione a sud è segnata dall’asprezza e dalla difficile accessibilità del territorio, a nord il contatto stretto e diretto con le aree collinari ha trasmesso un reticolo territoriale a maglie più fitte e quindi un controllo più capillare e serrato del territorio.

• Il sistema idrografico:

Il territorio della regione è inciso da due sistemi fluviali tra i piùgrandi della regione. A Nord il Taloro e il Torrei convogliano le acque raccolte in quest’area verso il lago Omodeo. A ovest una serie di incisioni nel territorio si riversano nell’araxisi e da lì nel Tirso a valle del lago Omodeo. A sud il territorio è delimitato dalla valle del Flumendosa che conduce le sue acque verso la costa orientale. Il sistema idrografico presenta una valenza naturalistico-ambientale molto elevata che ha permesso la sopravvivenza di biotipi presenti solamente in questi luoghi. Gli invasi artificiali, creati a partire dall’800, hanno permesso la ricucitura del rapporto fra le popolazioni e la risorsa idrica permettendo di risolvere le situazioni più drammatiche e donando al contempo un importante valore paesaggistico e un interesse verso l’utenza turistica.

• Il sistema naturale e ambientale:

Il patrimonio naturale del territorio si caratterizza per l’importante biodiversità, in particolare in alcuni siti, che per la loro specificitàecologica sono protetti da strumenti di tutela a livello internazionale, quali la Convenzione Internazionale di Ramsar e la Direttiva Comunitaria Habitat (Monti del Gennargentu, Su de Maccioni di Belvì – Texile di Aritzo). Inoltre, il territorio si caratterizza per la presenza di un importante patrimonio boschivo, tra i più imponenti come superficie boscata dell’intero territorio regionale, testimoniato dalla presenza di oasi gestite e tutelate dall’Ente Foreste della Sardegna.

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Il sistema infrastrutturale

• La rete stradale storica:

Il sistema viario delle regioni montane è uno dei più antichi della Sardegna. I percorsi di crinale sono i primi ad essere realizzati nella colonizzazione di un territorio in quanto sempre accessibili durante tutti i periodi dell’anno e non presentano interruzioni derivate da fiumi in piena non guadabili. Dei percorsi più antichi non rimane traccia se non in pochi ruderi e in alcuni toponimi. I passi montani, “gennas”, sono punti obbligati nell’attraversamento dei territori a forte dislivello e accomunano i percorsi antichi con quelli moderni. Già in periodo romano, e ribadita in quello sabaudo, la “dorsale sarda” è considerata come la via più sicura per attraversare la Sardegna da nord a sud.Ai tracciati “regolari” necessari per collegare i vari centri fra loro e con le regioni circostanti, si aggiungono quelli più effimeri, ma non meno stabili in passato, rappresentati dai percorsi della transumanza che dalla montagna conducevano verso i pascoli a bassa quota della valle del Tirso e delle pianure costiere di Quirra e del Sarrabus.

• La rete stradale attuale:

La dorsale principale di questo territorio è rappresentata dalla strada s.s. 128 che, a partire dal campidano all’altezza di Monastir, attraversa tutti i sistemi delle Barbagie e del Mandrolisai raggiungendo il nuorese e collegandosi alla 131 d.c.N. Una rete secondaria di percorsi collega fra di loro i centri della regione e unisce le Barbagie con il Barigadu discendendo le valli degli affluenti del Tirso. I collegamenti verso le regioni della costa orientale, invece, sono quasi inesistenti, ostacolati da un massiccio montuoso quasi impenetrabile, e convergono presso Fonni nell’unico passaggio di attraversamento.

• La ferrovia:

Laddove il regno sabaudo non riesce a completare l’opera di fornire le regioni montuose di un sistema stradale efficiente, arriva, negli anni sessanta dell’Ottocento, la rete ferroviaria secondaria. La ferrovia Cagliari-Mandas-Sorgono ha permesso a partire della fine dell’Ottocento di creare un fitto rapporto di scambi commerciali fra le barbagie e il capoluogo sardo, trasformando Sorgono in un avamposto “civilizzato”, centro erogatore di servizi con connotati più urbani.

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Il sistema insediativo

• Bassa densità:

Come la gran parte delle aree interne della Sardegna, il territorio presenta una bassa densità insediativa (28,54 ab/kmq) con punte minima e massima di 17,45 ab/kmq a Teti e 42,96 ab/kmq a Tonara. Le cause sono legate, oltre a questioni storiche che accomunano tutte le aree della Sardegna, anche alla crisi di un’economia agro-pastorale e della produzione di oggetti artigiani, che gravita attorno alle risorse della montagna, che da sempre è stato l’elemento trainante dell’economia locale e che non è più in grado di essere concorrenziale con l’avvento dei mercati globali. I dati demografici evidenziano inoltre un invecchiamento della popolazione, dovuto alla migrazione verso altri territori della popolazione produttiva, che non trova nella montagna sufficienti opportunità occupazionali.

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Il sistema insediativo

• Bassa densità:

Come la gran parte delle aree interne della Sardegna, il territorio presenta una bassa densità insediativa (28,54 ab/kmq) con punte minima e massima di 17,45 ab/kmq a Teti e 42,96 ab/kmq a Tonara. Le cause sono legate, oltre a questioni storiche che accomunano tutte le aree della Sardegna, anche alla crisi di un’economia agro-pastorale e della produzione di oggetti artigiani, che gravita attorno alle risorse della montagna, che da sempre è stato l’elemento trainante dell’economia locale e che non è più in grado di essere concorrenziale con l’avvento dei mercati globali. I dati demografici evidenziano inoltre un invecchiamento della popolazione, dovuto alla migrazione verso altri territori della popolazione produttiva, che non trova nella montagna sufficienti opportunità occupazionali.

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• Sistema insediativo accentrato:

Il sistema insediativo sardo è in gran parte costituito da una rete di piccoli centri urbani, dove si concentra la popolazione, situati al centro di territori praticamente disabitati. Ciò ha generato un particolare rapporto fra insediamento e campagna che vede il primo come luogo dell’abitare e il secondo come quello della produzione. La crisi moderna del comparto agro-pastorale ha implicato anche una perdita di valori identitari del territorio, che ha subìto un forte abbandono.

• Centri storici conservati:

L’isolamento storico che questa parte di territorio ha conservato nel corso dei secoli a seguito delle asprezze del sistema orografico, ha permesso lo sviluppo locale di tecniche costruttive e tipi edilizi caratteristici delle aree di montagna. Se a questo si aggiunge la tendenza degli ultimi anni a dirottare gli sforzi speculativi in ambito edilizio verso i centri più prossimi alle coste, ne deriva un quadro di centri storici con un alto grado di conservazione che presentano ancora integri alcuni caratteri assenti nelle altre parti della Sardegna.

• Poli fornitori di servizi e punti nodali della rete :

Il sistema insediativo delle Barbagie-Mandrolisai è costituito da una rete a trame larghe di centri medio-piccoli, che fanno capo a Sorgono come centro fornitore di servizi locali. In esso sono presenti l’ospedale, le scuole superiori è i principali servizi a livello locale, mentre per i servizi più importanti la rete non èautosufficiente e deve rivolgersi a Nuoro. I servizi minori sonodistribuiti su tutti i nodi della rete e gestiti in forma singola o consorziata.

Il sistema insediativo

• Bassa densità:

Come la gran parte delle aree interne della Sardegna, il territorio presenta una bassa densità insediativa (28,54 ab/kmq) con punte minima e massima di 17,45 ab/kmq a Teti e 42,96 ab/kmq a Tonara. Le cause sono legate, oltre a questioni storiche che accomunano tutte le aree della Sardegna, anche alla crisi di un’economia agro-pastorale e della produzione di oggetti artigiani, che gravita attorno alle risorse della montagna, che da sempre è stato l’elemento trainante dell’economia locale e che non è più in grado di essere concorrenziale con l’avvento dei mercati globali. I dati demografici evidenziano inoltre un invecchiamento della popolazione, dovuto alla migrazione verso altri territori della popolazione produttiva, che non trova nella montagna sufficienti opportunità occupazionali.

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Strumenti di programmazione

Al fine di inquadrare correttamente la strategia, si èproceduto ad analizzare gli strumenti di programmazione realizzati, in atto e in progetto sul territorio, da tenere in considerazione per sfruttarne tutte le potenzialità ed evitare sprechi e duplicazioni.

Un altro dato fondamentale per la definizione delle strategie di sviluppo è rappresentato dalle imprese presenti, con particolare riferimento alle imprese artigiane, ed alle istituzioni.

Strumenti di programmazione e relativi investimenti realizzati o in programma per ciascun comune della rete.

Imprese e istituzioni presenti nei comuni dell’area.

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Imprese e istituzioni presenti nei comuni dell’area.

Da un’analisi della ripartizione delle imprese fra i diversi settori economici, emerge una preponderanza delle imprese commerciali, seguite dalle manifatturiere e delle costruzioni, come risulta dalla seguente tabella

Anche il dato relativo alle imprese conferma un quadro cupo della vitalità del territorio, che peraltro vanta, rispetto ad altre zone interne, interessanti realtà imprenditoriali, dalle quali si può avviare, all’interno di un processo condiviso, lo sviluppo economico e sociale dell’area.

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Sistema ambientale naturalistico

Sistema infrastrutturale

Sistema

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Patrimonio insediativo storico

Sistema culturale

A fronte di un patrimonio abitativo elevato rispetto agli abitanti insediati si evidenzia un sistema ricettivo inadeguato ad ospitare flussi turistici capaci di incidere sull’economia locale.

L’asprezza e l’inaccessibilità dei territori hanno disincentivato i flussi turistici in questa regione, nonostante una valenza ambientale e paesaggistica di alto livello.

Alla ridotta capacità del sistema stradale di accesso al territorio si aggiunge la fragilità del sistema interno dei trasporti che rende isolati gli insediamenti.

Accanto al patrimonio naturale è notevole la presenz a di beni archeologici di pregio, allo stato attuale poco val orizzati se non per alcune eccezioni, e da beni culturali risalenti a v arie epoche. A questo patrimonio si aggiungono importanti istituzi oni museali, che attualmente non riescono a raccogliere il conse nso che meritano.

Alla diminuzione e all’invecchiamento della popolazione consegue un abbandono degli edifici con particolare riferimento a quelli tradizionali. Il loro inutilizzo e la conseguenze mancata manutenzione periodica, accellerano il processo di degrado del patrimonio storico-culturale, contribuendo alla perdita dei valori identitari.

Scarsa organizzazione e cooperazione tra gli operat ori del settore turistico e tra essi e i soggetti pubblici: assenza di una strategia promozionale pianificata.

Le criticità

Sistema insediativo

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Le opportunità

La valorizzazione del sistema territoriale da parte della rete dei comuni si basa su un progetto di sviluppo turistico integrato a quello dell’attività agro-pastorale e della produzione di artigianato locale, capace di offrire “esperienze uniche”, irripetibili in altri luoghi, ottenute dall’incontro armonico fra elevate valenze ambientali e culturali e tradizioni eno-gastronomiche ed etnografiche fortemente conservate.L’obiettivo può essere raggiunto puntando su:l’integrità e la ricchezza dei centri storici e dell’ambiente naturale;la bassa densità demografica, come rifugio dal caos della vita quotidiana di altre zone d’Italia e d’Europa fortemente urbanizzate;la presenza di elementi dell’identità del territorio, quali la lingua, il patrimonio archeologico, le tradizioni, i prodotti enogastronomici, il modus vivendi;la presenza di settori produttivi trainanti per un processo di crescita economica e fortemente integrabili con il turismo, quali le produzioni agro-alimentari di qualità e l’artigianato tipico;la continua crescita del turismo culturale e ambientale con la possibilità di attivare uno sviluppo turistico di tipo sostenibile.La rete dei comuni si propone il raggiungimento di questi obiettivi attraverso la realizzazione, all’intendo dei centri di antica formazione, di una serie di interventi quali:il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione dei tessutiurbani e del patrimonio storico-tradizionale;la realizzazione delle pre-condizioni per la localizzazione di laboratori artigiani e agro-alimentari;la valorizzazione dei beni culturali;la valorizzazione delle aree a valenza ambientale inserite nel centro storico, quali i parchi comunali, le aree verdi e i giardini storici.

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La proposta strategica

L’idea forzaPer valorizzare le risorse dei comuni appartenenti alla Rete di cooperazione della Gennargentu-Mandrolisai, è necessario procedere al “Recupero dell’identità culturale del centro storico”, al fine di migliorarne la qualità globale e l’accessibilità, eliminando gli ostacoli derivati dalla mancanza delle reti tecnologiche adeguate e dalla scarsa valenza estetica e funzionale delle sovrastrutture stradali.

1. Recuperare l’identità architettonica e più in gen erale culturale.

2. Migliorare la qualità della vita urbana;

3. Sviluppare un’offerta turistica etico-sociale att enta alle esigenze delle persone portatrici di bisogni speciali .

Gli obiettiviLa finalità strategica che contribuirà ad accrescere la competitivitàdel sistema turistico può essere articolata nei seguenti obiettivi specifici:

Attraverso il presente Progetto saranno realizzati interventi diriqualificazione urbana che, in coerenza con quanto attuato ed in itinere con fondi comunali, fondi della L.R. 29\98, fondi dell’A.P.Q., e del bando CIVIS.

Recupero e valorizzazione architettonica

I comuni della Rete presentano centri storici in buono stato di conservazione, sui quali stata avviata da qualche tempo un’azione di recupero architettonico finalizzato alla loro valorizzazione. Attraverso il presente Progetto si intende proseguire e finalizzare il percorso di recupero, in particolare verso gli ambiti di maggiore pregio architettonico del patrimonio comunale, stimolando nel contempo la partecipazione dei privati attraverso il recupero delle proprie abitazioni ubicate nel centro storico. La strategia di valorizzazione architettonica sarà perseguita da tutti i comuni della Rete e mira ad innalzare la qualità della vita e i servizi ai residenti con l’intento di favorire il riutilizzo del patrimonio storico favorendo l’ubicazione di imprese artigiane e terziarie di appoggio al turismo.

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Gli interventi previsti dal progetto

Al fine di definire l’iniziativa nella sua interezza le amministrazioni comunali facenti parte della rete di cooperazione hanno stabilito sin da subito le tipologie di intervento prescelte all’interno degli interventi di recupero urbano (IRU).

� Riqualificazione degli impianti di illuminazione pu bblica.

� Riqualificazione e completamento della viabilità.

� Completamento dei sottoservizi.

Dalle specifiche del bando scaturisce che la rete di cooperazione dei comuni della Gennargentu-Mandrolisai, può beneficiare di un finanziamento complessivo pari ad € 2.750.000,00, con una quota per singolo comune di € 250.000,00.I Comuni, ai sensi della L:R: n° 29/98 interverranno finanziariamente con un cofinanziamento di pari al 40%. Il quadro riepilogativo delle opere pubbliche relative agli Interventi di Riqualificazione Urbana (IRU) è il seguente:

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Le integrazioni orizzontali

Interventi pubblici oggetto del Bando BIDDAS 2008

Interventi privati oggetto del Bando BIDDAS 2008

Interventi privati già finanziati o in corso di realizzazione

Interventi pubblici già finanziati o in corso di realizzazione

Austis

Belvì

Integrazione orizzontale- progetti realizzati con finanziamento L.R. 29/1998;- realizzazione di alcuni recuperi primari nel centro storico – L.R. 29/98;- progetti con finanziamento Bando CIVIS.

Integrazione orizzontale- completamento della Piazza della parrocchia di San Gabriele Arcangelo – APQ Sviluppo locale;- progetto integrato per la realizzazione di un centro vacanze per minori, la riqualificazione dell’area di centro storico adiacente e la realizzazione di un centro di avviamento al nuoto – P.O.R. Misura 5.1.3;- restauro e consolidamento dell’ex Casa Porru –L.R. 29/98; - realizzazione di alcuni recuperi primari nel centro storico – L.R. 29/98 Bando DOMOS; - restauro e consolidamento dell’ex Casa Porru –Pic Interreg III A –SARDEGNA/CORSICA/TOSCANA.

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Integrazione orizzontale- sistemazione percorsi viari e reti tecnologiche del centro storico –P.O.R. Misura 5.1.3 –Rafforzamento centri minori;- finanziamento Assessorato LL.PP. –Programma Pluriennale Straordinario;- finanziamento Comunità Montana n. 12 – Programma Pluriennale Straordinario;- realizzazione di alcuni recuperi primari del centro storico – L.R. 29/1998;- realizzazione di alcuni recuperi primari del centro storico – L.R. 29/1998 – Bando DOMOS.

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Le integrazioni orizzontali

Interventi pubblici oggetto del Bando BIDDAS 2008

Interventi privati oggetto del Bando BIDDAS 2008

Interventi privati già finanziati o in corso di realizzazione

Interventi pubblici già finanziati o in corso di realizzazione

Gadoni

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Gli interventi previsti dal progetto

L’illuminazione pubblica, così come tutti gli altri impianti tecnologici urbani, sono un’indroduzione abbastanza recente nei nostri centri storici, se confrontata con l’età degli edifici e dei tessuti che lo costituiscono. Solo a partire dal Novecento gli insediamenti urbani cominciano a prendere vita anche di notte grazie all’introduzione dei lumi a petrolio prima e all’illuminazione elettrica poi, cambiando definitivamente il quotidiano ritmo di veglia e riposo. Termina così il coprifuoco che spopolava le vie pubbliche al calar del sole costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle case o nelle bettole.I lumi si inseriscono prima timidamente nel paesaggio urbano, sumensole appese alle murature delle case, poi sempre con piùprepotenza, invadendo le facciate degli edifici, i marciapiedi e le strade. Dai primi tenui coni di luce diradati nelle vie ancora buie, si èpassati a strade con illuminazione quasi uniforme irradiata da corpi luce disposti a distanze regolari per rispettare i dettami normativi.

Seppur oggi non è più possibile rinunciare ad un’adeguata illuminazione delle vie pubbliche, è necessario ritornare alla semplicità ed essenzialità dei primi corpi illuminanti.

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Desulo : proposta di completamento dell’illuminazione pubblica nel centro storico

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Gli interventi previsti dal progetto

L’illuminazione pubblica, così come tutti gli altri impianti tecnologici urbani, sono un’indroduzione abbastanza recente nei nostri centri storici, se confrontata con l’età degli edifici e dei tessuti che lo costituiscono. Solo a partire dal Novecento gli insediamenti urbani cominciano a prendere vita anche di notte grazie all’introduzione dei lumi a petrolio prima e all’illuminazione elettrica poi, cambiando definitivamente il quotidiano ritmo di veglia e riposo. Termina così il coprifuoco che spopolava le vie pubbliche al calar del sole costringendo gli abitanti a rifugiarsi nelle case o nelle bettole.I lumi si inseriscono prima timidamente nel paesaggio urbano, sumensole appese alle murature delle case, poi sempre con piùprepotenza, invadendo le facciate degli edifici, i marciapiedi e le strade. Dai primi tenui coni di luce diradati nelle vie ancora buie, si èpassati a strade con illuminazione quasi uniforme irradiata da corpi luce disposti a distanze regolari per rispettare i dettami normativi.

Seppur oggi non è più possibile rinunciare ad un’adeguata illuminazione delle vie pubbliche, è necessario ritornare alla semplicità ed essenzialità dei primi corpi illuminanti.

Desulo : proposta di completamento dell’illuminazione pubblica nel centro storicoGadoni, Meana Sardo, Teti : proposta di completamento dell’illuminazione pubblica nel centro storico T

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Gadoni, Meana Sardo, Teti : proposta di completamento dell’illuminazione pubblica nel centro storico T

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Inserimento paesaggistico e sostenibilità ambientale

- L’illuminaziona pubblica è un elemento connotante che interviene sulla percezione del paesaggio urbano soprattutto nelle ore serali.

- La fattura dei corpi illuminanti, derivata dalla produzione industriale contemporanea, dalle forme molto semplici, riprende la semplicità delle lanterne da parete eristenti.

- le mensole a muro verranno inserite ovunque possibile in modo da limitare la presenza dei pali. I conduttori necessari verranno realizzati interrati o sottotraccia, ove possibile, e entro cavidotti in rame nelle risalite dal pozzetto a terra verso la mensola appesa.

- La sostituzione dei corpi illuminanti obsoleti produrrà dei benefici sia in termini di risparmio energetico che in quelli dell’inquinamento luminoso.

Per i corpi illuminati da inserire nelle vie dei centri di antica formazione le scelte sono ricadute nelle produzioni contemporanee che presentassero essenzialità delle linee e elevata efficienza energetica di modo da ridurre i consumi elettrici.

Per i sottoservizi, le scelte sono ricadute su soluzioni di elementi e materiali di facile manutenzione ed elevata durata della vita utile.Per gli impianti elettrici, quando possibile, si èoptato per la soluzione sottotraccia o sottoterra in modo da liberare le facciate degli edifici dalla presenza dei cavi a vista.In alcuni casi sono state proposte soluzioni anche per l’interramento degli impianti temporanei necessari per le manifestazioni di piazza.

Sorgono , nuova illuminazione pubblica: dettaglio palo asimmetrico

Sorgono , interramento degli allacci elettrici temporanei

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Gli interventi previsti dal progettoLo spazio pubblico è definito prevalentemente come trama di percorsi che disimpegnano le case, convogliano e smaltiscono le acque e funzionano spesso anche come pertinenza di vicinato. Perquesta funzione fondamentale, le comunità, quando possibile, hanno conferito loro dignità dotandole di un supporto lapideo. La realizzazione della pavimentazione richiedeva uno scavo sino a raggiungere uno strato compatto, il riempimento dello scavo con pietrame e ghiaia più minuta costipata, la sovrapposizione di un ulteriore letto di ghiaia e sabbia, compattato con la mazzaranga e infine la posa degli elementi della pavimentazione facendoli penetrare nel letto di sabbia con l’uso della mazzeranga, e riempiendo i vuoti tra gli elementi lapidei con un ultimo strato di sabbia.

Le pavimentazioni antiche si distinguono fondamentalmente in selciati (“impredau”, “impretatu”), costituiti con elementi di piccola pezzatura spesso molto variegati e gli acciottolati, realizzati con ciottoli di fiume, più arrotondati e regolari per dimensione e modalità di posa in opera. La natura litologica del materiale varia dai basalti, al granito, agli scisti a seconda della disponibilità locale. In seguito, a partire dall’800, si assiste all’introduzione di elementi lapidei di maggior pezzatura, in forma di lastronati e soprattutto di cordonate per realizzare segmenti di pavimentazione particolarmente delicati, quali le gradonate che segnano le parti piùripide dei percorsi urbani dei centri della montagna. Il paesaggio urbano definito da questa gamma di pavimentazioni, pur nelle recenti compromissioni, testimonia una cultura materiale fortemente radicata ed una grande sapienza costruttiva, che ha dato durevolezza a interventi effettuati a partire da risorse indubbiamente scarse.

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Belvì, Gadoni, Aritzo : proposta di intervento di sostituzione della pavimentazione attuale

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Desulo : proposta di completamento della pavimentazione esistente

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Tonara : proposta di intervento di sostituzione della pavimentazione attuale

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Inserimento paesaggistico e sostenibilità ambientale

- L ’utilizzo di tecniche e materiali locali consente lo sfruttamento delle risorse paesaggistiche e di minimizzare inquinamento e costi dovuti all ’importazione di materiali esogeni.

- La realizzazione di pavimentazioni esterne lapidee e l ’utilizzo, sia negli spazi pubblici che nelle corti private, di manti e fondazioni drenanti consente di migliorare l’equilibrio idrico delle falde sotterranee e di mitigare gli effetti calamitosi provocati dalle precipitazioni intense.

- Negli interventi di recupero delle pavimentazioni tradizionali è previsto il riutilizzo dei materiali ancora utilizzabili, limitando l ’apporto di quelli provenienti da cave di estrazione.

- I nuovi interventi saranno realizzati in continuit à con gli interventi gi à fatti adottando soluzioni coerenti con i principi del P.P.R.

Nel progetto della sovrastruttura si ècercato sempre di optare per le soluzioni con strato di finitura e sottofondo drenante, utilizzando il massetto in calcestruzzo solo quando imposto dal carico veicolare.

Nelle pavimentazioni tradizionali è ancora ben percepibile la grande essenzialità delle lavorazioni, la perfetta corrispondenza tra aspetti funzionali e formali, l’estrema duttilità ed adattabilità ai percorsi per lo più irregolari ottenuta con stesure uniformi di elementi di piccola pezzatura. I soli elementi singolari nelle campiture omogenee sono le canalette dei compluvi e, assai raramente, riquadrature e campiture utilizzate per regolarizzare la pavimentazione e talvolta per contenere con cordonate i campi di piccole pietre. Negli interventi contemporanei si èassunto questo come paradigma progettuale cercando di semplificare al massimo i segni a terra, legandoli sempre a motivi funzionali.