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Il nesso di causalità nelleMalattie Occupazionali
Prof. Plinio Fabiani
28 Novembre 2008
Facoltà di Psicologia
Corso di Medicina Sociale
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHESOCIALI_DECRETO 27 Aprile 2004
Elenco delle malattie per le quali e'obbligatoria la denuncia, ai sensi e pergli effetti dell'art. 139 del testo unico,approvato condecreto del Presidentedella Repubblica 30 giugno 1965, n.1124, esuccessive modificazioni eintegrazioni._
(GU n. 134 del 10-6-2004 )
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IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLEPOLITICHE SOCIALI
Visto l'art. 139 del testo unico delle disposizioni perl'assicurazione obbligatoriacontro gli infortuni sul lavoro e lemalattie professionali, approvato con decretodel Presidente dellaRepubblica 30 giugno 1965, n. 1124, e successivemodificazioni e integrazioni;_
Visto l'art. 10, comma 1, del decreto legislativo 23 febbraio2000, n. 38, cheprevede la costituzione di una commissionescientifica per l'elaborazione e larevisione periodica dell'elencodelle malattie di cui all'art. 139 oltre che delletabelle di cuiagli articoli 3 e 211 del testo unico approvato con decretodelPresidente della Repubblica n. 1124/1965;_
Visto il comma 4 dello stesso art. 10 che, tra l'altro, prevedeche gliaggiornamenti dell'elenco di cui al citato art. 139 sonoeffettuati con decreto delMinistro del lavoro e delle politichesociali su proposta della commissionescientifica sopra richiamata; _
Visto il decreto ministeriale 23 marzo 2001 e successivemodificazioni eintegrazioni, con il quale e' stata costituita lacommissione scientifica di cuisopra; _
…
IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
… Visto il decreto ministeriale 18 aprile 1973, concernente 衂Elenco delle malattie
per le quali e' obbligatoria la denuncia contro gliinfortuni sul lavoro e le malattieprofessionali衒; _Visto che il comma 4 del citato art. 10 ha inoltre dispostochel'elenco delle malattie di cui all'art. 139 del decreto delPresidente dellaRepubblica n. 1124/1965 debba contenere anche listedi malattie di probabile edi possibile origine lavorativa;_
Vista la delibera n. 3 assunta in data 22 marzo 2004, con cui lapredettacommissione scientifica ha proposto un elenco costituito datre liste: lista I,contenente malattie la cui origine lavorativa e'di elevata probabilita'; lista II,contenente malattie la cui originelavorativa e' di limitata probabilita'; lista III,contenentemalattie la cui origine lavorativa e' possibile; _
Considerato che la proposta ha tenuto conto della raccomandazione90/326/CEEcosi' come sostituita dalla raccomandazione 2003/670/CE;
Decreta:
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IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Art. 1._
1. E' approvato, nel testo allegato al presente decreto di cui formaparte integrante, l'elenco delle malattie per le quali e'obbligatoria ladenuncia ai sensi e per gli effetti dell'art. 139 del testo unicoapprovato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno1965, n. 1124, e successive modificazioni e integrazioni.__
2. L'elenco e' costituito: dalla lista I, contenente malattie lacuiorigine lavorativa e' di elevata probabilita'; dalla lista II,contenentemalattie la cui origine lavorativa e' di limitataprobabilita'; dalla listaIII, contenente malattie la cui originelavorativa e' possibile. __
3. L'elenco di cui ai commi precedenti sostituisce quelloapprovatocon decreto ministeriale 18 aprile 1973.
Art. 2.
…
PROBABILITA’ E POSSIBILITA’NELLA NUOVA LISTA DELLEMALATTIE PROFESSIONALI
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Le tre listedel d.m. 37 aprile 2004
Elevata probabilità
Limitata probabilità
Possibilità
D.Lgs 38/2000 art.10 punto 4
“… l’elenco delle malattie di cui all’art.139 del testo
unico conterrà anche liste di malattie di probabile e
di possibile origine lavorativa …”.
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D.M. 27.4.2004
LISTA I Malattie la cui origine lavorativa è di
elevata probabilità
LISTA II Malattie la cui origine lavorativa è di
limitata probabilità
LISTA III Malattie la cui origine lavorativa è
possibile
LISTA I Gruppo 1 Agenti Chimici 59Gruppo 2 Agenti Fisici 11Gruppo 3 Agenti Biologici 39Gruppo 4 App. Resp. 26Gruppo 5 Malattie pelle 9Gruppo 6 Tumori Professionali 38
Totale 182LISTA II Gruppo 1 Agenti Chimici 5
Gruppo 2 Agenti Fisici 4Gruppo 6 Tumori professionali 22Gruppo 7 Organizz. Lavoro 1
Totale 32LISTA III Gruppo 1 Agenti Chimici 2
Gruppo 2 Agenti Fisici 2Gruppo 3 Tumori Professionali 6
Totale 10
TOTALE 224
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DIAGNOSI DI MALATTIA PROFESSIONALE
ANAMNESI VISITA MEDICA ACC. DIAGNOSTICO
DIAGNOSI CLINICA
VERIFICA SUSSISTENZA N.C. TRA MALATTIA E LAVORO
DIAGNOSI MEDICO LEGALE
CRITERI DI CAUSALITA’ DI HILL
CONSISTENZA - associazione dimostrata in più studi
FORZA - la probabilità aumenta col RR e se c’è rapporto dose/effetto
SPECIFICITA’ - specifica malattia a specifica esposizione
TEMPORALITA’ - la causa deve precedere la malattia
COERENZA - o plausibilità biologica
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CRITERI DI CAUSALITA’ TRADIZIONALI
QUALITATIVO
QUANTITATIVO
MODALE
TEMPORALE
TOPOGRAFICO
ESCLUSIONE ALTRE CAUSE
ALTRI METODI
POSSIBILITA’ - idoneità della causa
PROBABILITA’ - studi epidemiologici
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OBIETTIVI ART.10 (D.Lgs 38) ART.139 (T.U.)
PREVENZIONE (insita nell’individuazione dei
rischi)
EMERSIONE (registro) (di patologie da lavoro
considerate malattie comuni)
Articolo 10 d. lgs. 23 febbraio 2000, n. 38 –Disposizioni in materia di assicurazione contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali
“Fermo restando che sono considerate malattie professionali anchequelle non comprese nelle tabelle di cui al comma 3 delle quali illavoratore dimostri l'origine professionale, l'elenco delle malattie dicui all'art. 139 del testo unico conterrà anche liste di malattie diprobabile e di possibile origine lavorativa, da tenere sottoosservazione ai fini della revisione delle tabelle delle malattieprofessionali di cui agli articoli 3 e 211 del testo unico”
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PROBABILITA’ ELEVATA?
L’art. 10 del d.lgs. 38/200, presupponendo come di certa originelavorativa le malattia di cui all’art. 139 T.U, fino a questo momentoelencate nel d.m. 18 aprile 1973, ha disposto che, nell’elaborazione ditale elenco, sino prese in considerazione e ricomprese anche le malattiedi probabile e possibile origine lavorativa La commissione ha ritenutoche, in base alle attuali conoscenze, l’assoluta certezza di origine nonpuò più essere attribuita ad alcuna malattia professionale, per ilcambiamento delle esposizione lavorative e per le interazioni tra causamorbigena e suscettibilità individuale, tanto che ormai si preferisceparlare di matrice causale (combinazione di multifattorialità e diversasensibilità individuale). La commissione ha pertanto ritenuto opportunoricorrere al concetto di “elevata probabilità”.
Commissione scientifica per l’aggiornamento delle tabelle delle malattie professionali – art. 10 d.lgs.38/200
MALATTIE PROFESSIONALIPER LE QUALI E’ OBBLIGATORIA LA DENUNCIA
AI SENSI DELL’ART. 139 T.U.
D.m. 18 aprile 1973
CERTEZZA
D.m. 27 aprile 2004
ELEVATA
PROBABILITA’
ma non basta….
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MALATTIE PROFESSIONALIPER LE QUALI E’ OBBLIGATORIA LA ENUNCIA
AI SENSI DELL’ART. 139 T.U.
D.m. 18 aprile 1973
Malattie provocate
dai seguenti
agenti chimici
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D.m. 27 aprile 2004
Agenti Malattie
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Decreto 13 aprile 1994, n. 336(G.U. n. 131 del 7 giugno 1994)
1) Malattie causate da: a) piombo, leghe e suoi composti inorganici; b) composti organici del piombo, con le loro conseguenze
dirette.
2) Malattie causate da: a) mercurio, amalgame e composti inorganici; b) composti organici del mercurio, con le loro conseguenze
dirette.
3) Malattie causate da: …
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PERCHE’ LE DUE NUOVE TABELLE:LIMITATA PROBABILITA’ POSSIBILITA’?
Risponde ancora la Commissione:
“La denuncia di tali malattie ha la finalità di registrare e monitorare le segnalazioni divaria provenienza (istituti universitari e di ricerca, ASL, medici di base, ecc.) ai fini dinon disperdere dati utili per il confronto e i necessari approfondimenti di ordinescientifico ed epidemiologico”.
Ma soprattutto, le due nuove categorie sono imposte dallaRaccomandazione dell’Unione europea 2003/670/CEE, che cispiega che:
“L’elenco complementare delle malattie di sospetta origine professionale (…)potrebbero essere in futuro inserite nell’allegato 1 [direttamente connesse all’attivitàlavorativa] dell’elenco europeo”.
MALATTIE PROFESSIONALIPER LE QUALI E’ OBBLIGATORIA LA DENUNCIA
AI SENSI DELL’ART. 139 T.U.
D.m. 18 aprile 1973
Malattie provocate
dai seguenti
agenti chimici- Arsenico
- Berillio
D.m. 27 aprile 2004
Agenti Malattie- Arsenico - Congiuntiviti
- Tumori cute
- Berillo - Ulcere
-Tumori polm.
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Ancora la Commissione…
“La Commissione ha tenuto conto della difficoltà ad utilizzare ilsuddetto (vecchio) elenco da parte dei medici non esperti nel campodelle malattie professionali; ha perciò deciso di aggiornare l’elenco,oltre che con la revisione e l’inserimento delle nuove malattie, anchecon una diversa struttura che prevede l’indicazione in due colonnedegli agenti di rischio e delle principali e più note malattie ad essicorrelate”.
IL RUOLO DI TUTTI SANITARI
“L’impegno di tutte le strutture sanitarie, oltre che deimedici di base, dovrà essere di particolare attenzione acorrelare ogni tipo di malattia in osservazione conl’attività lavorativa, presente e pregressa dei pazienti,attraverso un’accurata anamnesi lavorativa”.
(è sempre la Commissione che parla)
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in conclusione….
Tutte le modifiche introdotte, pertanto, “dovrebberopermettere l’applicazione dell’art. 139 per le finalità siapreventive sia assicurative, oltre che per le acquisizioniscientifiche soprattutto di ordine epidemiologico”
Liste e Tabelle…. 3 liste nel d.m. 27 aprile 2004;
servono per individuare lemalattie da denunciare ai sensidell’art. 139 T.U.;
saranno periodicamenteaggiornate dalla Commissione dicui all’art. 10 d. lgs. 38/2000;
alcune malattie potranno passareda una categoria all’altra, egiungere alla I (elevataprobabilità).
2 tabelle, negli allegati 4(industria) e 5 (agricoltura) delT.U, richiamate dagli artt. 3 e 211T.U., in materia di malattieprofessionali per le quali èobbligatoria l’assicurazione.
dovranno essere revisionateanch’esse periodicamente, dallastessa Commissione, che per ora,però, ha preferito partire dalleliste, per poi arrivare alle tabelle.
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Dalle liste alle tabelle
Già l’art. 10 del d. lgs. 38/2000prevede che le due liste(malattie di probabile opossibile origine lavorativa)siano da tenere sottoosservazione ai fini dellarevisione delle tabelle dellemalattie professionali di cuiagli artt. 3 e 211 T.U.
Ma soprattutto laCommissione, nella tantocitata relazione tecnica,dichiara ancora piùchiaramente chel’aggiornamento delleliste “è propedeuticoall’aggiornamento delletabelle di cui agli artt. 3 e211 del T.U”
Un po’ di chiarezza…
La Commissione dichiara che “le malattiela cui origine lavorativa è di elevataprobabilità (cioè quelle della prima lista)costituiranno la base per la revisione delletabelle ex artt. 3 e 211 del T.U.”
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Vi è un rapporto diretto tra l’inserimento nella lista dellemalattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità e letabelle delle malattie professionali per le quali èobbligatoria l’assicurazione; e quindi si capisce perché il
d.m. 27 aprile 2004 preveda, all’art. 2 ult. comma:
“Il presente decreto saràtrasmesso alla Corte dei conti per
il visto e la registrazione”
D.M. 27 aprile 2004
A Gli adempimenti di legge
B La diagnosi medico-legale di MP da parte di“ogni medico”
C Art.10 (D.Lgs 38/00) e art. 139 (T.U.): qualiobiettivi?
D Quali modifiche apportare?
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TESTO UNICO 1124/65 - art.139
“E’ obbligatorio per ogni medico, che ne riconoscal’esistenza, la denuncia delle malattie professionali, chesaranno indicate in un elenco …”.
“… La denuncia deve essere fatta all’Ispettoratodel lavoro … il quale ne trasmette copia … all’ufficiodel medico provinciale”
D.Lgs 38/2000 art.10 punto 4
“… La trasmissione della copia della denuncia dicui all’art.139, comma 2, del testo unico e successivemodificazioni e integrazioni, è effettuata, oltre chealla azienda sanitaria locale, anche alla sededell’istituto assicuratore competente per territorio”.
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TESTO UNICO 1124/65 - art.53
“… La denuncia delle malattie professionali deveessere trasmessa … dal datore di lavoro, corredata dacertificato medico, entro 5 gg successivi a quello in cuiil lavoratore ha fatto denuncia al datore di lavoro dellamanifestazione della malattia”.
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La percezione soggettiva nei lavoratori europei(osha.eu.int, 1988; Commissione Europea, 1999)
AGENTE DI RISCHIO % Lavoratori esposti
Rumore 28% Vibrazioni 24% Agenti chimici 14% Monotonia del lavoro 45% Compiti ripetitivi 50% Ritmi imposti 25% Mancata rotazione delle mansioni
44%
Soprusi, violenza fisica, molestie 14% “Stress” 28%
12 milioni (8%) sarebbero vittime di mobbing
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European Foundation for the improvement ofliving and working conditions - 2005
Settori a rischiosanità
servizi sociali
formazione
Fattori di rischio
Scarso controllo sul lavoro
Insicurezza del posto di lavoro
Mancanza di supporto sociale
Trasformazioni del mondo del lavoro
In Italia I.S.P.E.S.L. (giugno 2000):
Sono circa 1.500.000 in Italia i lavoratori “mobbizzati” (70% nella P.A.)
CENSIS (ottobre 2002): 41% degli italiani si dichiarano “stressati” dal lavoro
INAIL (dicembre 2003): I casi per i quali è stata istruita una pratica di riconoscimento sono solo
200 (90 nel giugno 2002; regioni “virtuose” Molise, Basilicata, Valled’Aosta), per:
la modesta percentuale di sviluppo di una patologia le prevalenti azioni giudiziarie dirette (per il risarcimento completo del
danno)
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Le molestie morali:le attualità legislative e previdenziali
• Progetti di legge : schema di Testo Unificatoper i disegni di legge n. 122 e connessi
D.M. 27/4/04 : “Elenco delle malattie per le quali èobbligatoria la denuncia” inserisce (non in conformità con laraccomandazione 2003/670/CE), nella
Lista II “limitata probabilità”: 1) disturbo dell’adattamento cronico
2) disturbo post-traumatico da stress (invalidità da 6 a 15%)
Produzione industriale su larga scala di beni
di consumo
Produzione di serviziLavoro “immaterale”/
intellettuale“Terziarizzazione”
Modello organizzativo“fordista”
tradizionale
Gerarchie variabili – Flessibilità
funzionale, numerica,temporale e salariale“Volatilità della
domanda”
Scomparsa o riconversionedi aziende industriali
“storiche”
Industrializzazionedei paesi in via di
sviluppo
“Globalizzazione”
Immigrazione
AutomazioneInformatizzazione
Tagli occupazionePerdita confini dell’ambiente di lavoro
Le trasformazioni del mondo del lavoro
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Nuovi modelli organizzativi enuovi rischi per la salute
Adeguamento rapido alle richieste del mercato
Forte (eccessiva) mobilità e competizione
Tempi ridotti di permanenza aziendale
Telelavoro o stretto contatto con utenza (front-office)
Allargamento dei compiti e delle responsabilità
Stretta interrelazione uomo-computer
Forte incentivazione al lavoro di gruppo
DI UNA SINDROME DELL’ORGANIZZAZIONE MALATA (fattore di rischio lavorativo)
O
DI UN “NORMALE” ASPETTO DELL’ATTUALE ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ?
Ma di che cosa stiamo parlando?
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Lo stress: tante definizioni
“Risposta non specifica dell’organismo davanti
a qualsiasi sollecitazione si presenti, che innesta
una normale reazione di adattamento, che può
arrivare ad essere patologica in situazioni estreme”
Che cosa è lo stress (da lavoro)?
Lo stress legato al lavoro si manifesta quando lerichieste non sono commisurate alle capacità, risorseo esigenze del lavoratore(NIOSH, Stress at work, 1999)
Lo stress in quanto tale non è una malattia !
Lo diventa quando la sua durata e la sua intensitàeccedono le capacità del singolo lavoratore!
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I PRINCIPALI QUADRI CLINICI
BURN OUTSovraccarico emotivo con perdita diidealismo, scopi ed energie creato dalcontatto continuo con gli altri, inparticolare negli operatori socialidell’assistenza
MOBBINGCondizione di violenza psicologica,intenzionale e sistematica, perpetrata inambiente di lavoro per almeno sei mesi,con l’obiettivo di espellere il soggettodal processo o dal mondo del lavoro
SINDROME“CORRIDOIO”
Passaggio dall’ambiente di lavoro aquello privato e viceversa direazioni emozionali negative, che,senza soluzioni di continuo(corridoio), si impiantano incontesti non appropriati
SPP e M.C.
Rischionormato
o tabellato
CensireValutare
MigliorareSorvegliare
Rischio nonnormato
?
OBBLIGHI DI TUTELA
Inserimento neldocumento aziendale
di valutazione delrischio
Legge n. 39/ 2002
Gestione di un rischio residuo
Stress omobbing
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Un problema nuovo?
La pratica preventivain azienda
Le norme
Es.: VDT, WMSDs,lavoro notturno,lavoro temporaneo, ecc.
Mondo del lavoroche cambia
BUONE PRASSI APPLICATIVE(Good practice)
Rischi emergenti
Rischi non normati
Primo passo per una correttagestione del rischio non
normato:
Partecipazione attiva del medicocompetente alla valutazione dei rischi!
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Quali riferimenti nellavalutazione del rischio?
(osha.eu.int)
“Atmosfera” e “cultura” nell’ambiente di lavoro
Le richieste di lavoro (carichi)
Il controllo sul proprio lavoro
I rapporti gerarchici e di colleganza
I livelli e le frequenze di cambiamento
Le funzioni e le responsabilità
Il sostegno del contesto
La formazione e l’addestramento
Ma anche…Ricerca di suscettibilità:
Personalità premorbose Eventi stressanti di vita extralavorativa
Le evidenze della praticaaziendale
Professioni a rischio : P.A. Knowledge workers Sanità
Le situazioni a rischio: Ristrutturazioni aziendali Crisi economiche e congiunturali Riconversioni aziendali, esuberi di personale Ricorso ad ammortizzatori sociali, ecc.
Tipologia di lavoratori a rischio: Donne Lavoratori “atipici” Extracomunitari Personalità pre-morbose
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Un fenomeno in evoluzione ?(indagine Iref, marzo 2004)
Dalla lavoratrice donna (60,7%),
del settore pubblico (27%),
al lavoratore
di sesso maschile (66,9%)
del settore della media grande impresa (37,3%),
che risiede al Sud (63,8%),
appartenente alla fascia di età 40 - 50 anni (troppo vecchio per riaqualificarsi e troppo giovane per pensionarsi)
Il nuovo mercato e lo stress
Aumento pressionilavorative
Velocità dei cambiamenti organizzativi
Scarsa legislazionedi supporto
Nuove tecnologieFrammentazione e scorporo
della grande impresa
Lavoratoripermanenti
Lavoratoriatipici
Privatizzazione crescente dei
rapporti di lavoro
Aumento del sensodi incertezza nel
futuro
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Il disadattamento lavorativo:caratteristiche comuni
Labilità del nesso causale con l’ambiente di lavoro Squilibrio fra le richieste aziendali ed offerte
individuali (fase della “dissonanza”) Conflittualità latente fino all’avversione esplicita Tempi di latenza dei disturbi generalmente lunghi
(anni) Disagio psico-affettivo che esita in:
disturbi psicosomatici, nevrosi ansioso-depressive, fobie, ecc.
I punti critici nellaprevenzione
Carenza di strumenti (univoci) di misura del disagio
Percezione ancora imprecisa del fenomeno da partedei singoli lavoratori
La necessaria diversificazione dei singoli casi “clinici”
Individuazione del “nesso etiologico” tra lavoro edisagio lamentato
Effettivo beneficio dell’eventuale prescrizione del MCsul lavoratore interessato?
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Ma anche…
Sovrastima del rischio (se tutto è mobbing, niente lo diventa)
Resistenza ad affrontare il tema
Scarsa collaborazione: del diretto interessato (reticenze o esibizione della patologia)
dell’ambiente
del datore di lavoro
Diversi approcci nellavalutazione del rischio
Dall’approccio organicistico-biomeccanico… : “tradizionali” fattori di rischio
fisici
chimici
biologici
ergonomici...
…all’approccio organizzativo-interdisciplinare: rischi per il benessere sociale e la sfera psico-affettiva
ovvero “rischi tecnopatici non normati ma assicurativamenterilevanti” (INAIL)
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Aspetti del lavoro Fattori di rischio
ORGANIZZAZIONEScarsa comunicazioneBassi livelli di sostegnoScarsa definizione degli obiettiviAmbiguità del ruolo
SVILUPPO DI CARRIERAIncertezza di sviluppoBassa retribuzionePrecarietà del rapporto di lavoroBasso valore sociale del lavoro
AUTONOMIAScarsa partecipazione alle decisioniMancanza di controllo sul “prodotto”
RAPPORTI INTERPERSONALIIsolamento sociale e fisicoRapporti gerarchici non qualificantiConflitti interpersonaliEsigenze conflittuali lavoro-casa
AMBIENTE ED ATTREZZATURENon conformità ergonomicaObsolescenza e scarsa manutenzione
CONTENUTO DEL LAVOROMonotoniaCicli brevi e ripetitiviSottoutilizzo di abilitàCarichi eccessivi o troppo scarsiAlta pressione sui tempi di effettuazione
ORARIOLavoro per turniOrari non flessibili e turni troppo lunghiMancato rispetto di pause
Le caratteristiche di un lavoro stressante
Un modello teorico di evoluzione del danno(INAIL,2005)
Stress organizzativo
Senso personale di inadeguatezza econseguente reazione adattativa
Esaurimento capacitàdi adattamento
Costrittivitàorganizzativa
intenzionalitàreiterazione Stress cronico
Disturbo dell’adattamento
Percezione diirrazionalitàed ingiustizia
Mobbing:Disturbo dell’adattamento cronicoDisturbo post-traumatico da stress
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Pericolo/rischio
Disagio/danno
fisico psichico sociale
tecnopatia stress
Approcciointerdisciplinare
LAVORO INNOVATO =
INNOVAZIONENELLA
VALUTAZIONE
MALATTIE LAVORO CORRELATE(WRDs)
M.P. TRADIZIONALEil lavoro è unica causa
M. P. LAVORO CORRELATAil lavoro è causa prevalente
(ovvero concausaprevalente con una esposizione
lavorativa)e/o altre cause
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SINDROME (DISTURBO) DADISADATTAMENTO CRONICO
DIAGNOSI MEDICO-LEGALE
(ansia, depressione, reazione mista, alterazione
della condotta, disturbi emozionali e disturbi
somatiformi:
la valutazione di queste manifestazioni consentiràla classificazione in
lieve, moderato, grave)
SINDROME/DISTURBO POST-TRAUMATICA/ODA STRESS CRONICO
DIAGNOSI MEDICO-LEGALE
(può riguardare quei casi per i quali l’evento lavorativo, assumendo connotazioni più estreme, può ritenersi
paragonabile a quelli citati nelle classificazioniinternazionali dell’ICD-10 e DSM-IV.
(Questi casi vengono definiti come
“estremi/eccezionalmente minacciosi - catastrofici)
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Criteri diagnostici per DPTS (DSM IV):
A) La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe lecaratteristiche seguenti:
1) La persona ha vissuto, ha assistito, o si è confrontata con un evento o con eventi che hannoimplicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri;
2) La risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore. NotaNei bambini questo può essere espresso con comportamento disorganizzato o agitato.
B) L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi:
1) Ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, che comprendono immagini, pensieri, opercezioni. Nota Nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressitemi o aspetti riguardanti il trauma.
2) Sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento. Nota Nei bambini possone essere presenti sognispaventosi senza contenuto riconoscibile.
3) Agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni dirivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback, compresi quelli che simanifestano al risveglio o in stato di intossicazione). Nota Nei bambini piccoli possono manifestarsirappresentazioni ripetitive specifiche del trauma.
4) Disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzanoo assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico
5) Reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano oassomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
C) Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (non presentiprima del trauma), come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi:
1) Sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con il trauma 2) Sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma 3) Incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma 4) Riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività significative 5) Sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri 6) Affettività ridotta (per es. incapacità di provare sentimenti di amore) 7) Sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere una carriera, un matrimonio
o dei figli, o una normale durata della vita).
D) Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguentielementi:
1) Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno 2) Irritabilità o scoppi di collera 3) Difficoltà a concentrarsi 4) Ipervigilanza 5) Esagerate risposte di allarme.
E) La durata del disturbo (sintomi ai Criteri B, C e D) è superiore a 1 mese.
F) Il disturbo causa un disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o dialtre aree importanti.
Specificare se:
Acuto: se la durata dei sintomi è inferiore a 3 mesi.
Criteri diagnostici per DPTS (DSM IV):