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1 Periodico di in-formazione della parrocchia Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Settembre 2012 — n° 25 La TORRE La TORRE La TORRE La TORRE PICCOLO CANTO NUOVO Lodato sia il mio Signore… La terra è il suo paese e tutti i volti degli uomini insieme fanno il suo unico volto Lodato sia il mio Signore perché le cose sono buone per gli occhi che ci ha dato a contemplare queste cose. Lodato sia perché esistono i fanciulli e le donne: perché l’uomo è così grande… Lodato sia per le nostre case e per queste macchine e città: poiché nulla vi è di profano nell’opera dell’uomo. Lodatelo perché Egli è grande eppure mi parla e mi ama, perché si è fatto uomo. Lodatelo perché esiste e gioca nella creazione e gode della stessa mia gioia. Lodate il mio Signore per ogni tristezza e dolore per ogni goccia di gioia nascosta nelle cose. David Maria Turoldo (poeta e sacerdote)

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Periodico di in-formazione della parrocchia

Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo

Settembre 2012 — n° 25

La TORRELa TORRELa TORRELa TORRE PICCOLO CANTO NUOVO

Lodato sia il mio Signore… La terra è il suo paese e tutti i volti degli uomini insieme fanno il suo unico volto Lodato sia il mio Signore perché le cose sono buone per gli occhi che ci ha dato a contemplare queste cose.

Lodato sia perché esistono i fanciulli e le donne: perché l’uomo è così grande… Lodato sia per le nostre case e per queste macchine e città: poiché nulla vi è di profano nell’opera dell’uomo. Lodatelo perché Egli è grande eppure mi parla e mi ama,

perché si è fatto uomo. Lodatelo perché esiste e gioca nella creazione e gode della stessa mia gioia. Lodate il mio Signore per ogni tristezza e dolore per ogni goccia di gioia nascosta nelle cose.

David Maria Turoldo (poeta e sacerdote)

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I nostri collaboratori: (in ordine alfabetico) Cazzin Maria Grazia Franceschet Silvia Gallo don Ruggero Lazzarini Simonetta Mason Eleonora Nassuato Ettore Paggiaro Irene Palladino Angela Perale Lorenzo Seno Giuliano Ringraziamo Il gruppo stampa, fascicolatura e distribuzione.

SOMMARIO:

Editoriale 3

Prima Comunione 4 Grest– Andar per erbe e... 6

Tutti insieme—A.C.R. 7 Vita da scout 11

Cuore missionario 14 Lo Spirito Santo ci invia 15

News.Va 17

A proposito di: Formazione 18 Cultura 19

Fine vacanze… 20

Il segno della croce 21 Villa Bianchini 22

Restauro organo di Zianigo 23 Calendario festa patronale 24

NOI attività in palestra 25 Il nostro cammino 26

Frammenti di storie 27 L’angolo della poesia 29

Una ragazza ebrea: Maria 31

Le nostre Radici 32

In questo numero troverete la busta parrocchiale di Settembre. Grazie per quello che potrete liberamente fare!

LA TORRE Settembre 2012

RECAPITO DELLA PARROCCHIA di ZIANIGO: Via Scortegara, 166 Tel. 041430411

Potete trovare “LA TORRE” su www.duomosanmichelearcangelo.it www.mirano informa.it

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Cari parrocchiani, Perché ogni anno ci fermiamo e de-dichiamo alcuni giorni ad una festa “speciale” soprattutto noi di Zianigo? Perché è la festa delle nostre famiglie e della grande famiglia parrocchiale che si ritrova attorno alla nostra grande mam-ma: Maria. È vero ogni mamma è speciale, ma la no-stra comune mamma è specialissima per-ché ci ha donato il suo figlio Gesù. La statua che portiamo in processione, a guardarla con gli occhi del corpo, ma so-prattutto con gli occhi del cuore, ci tra-smette un grande messaggio: Maria offre il figlio, non lo tiene stretto al suo petto come farebbe ogni mamma! Cari parrocchiani, è facile oggi diventare degli smemorati, soprattutto i più gio-vani per colpa anche dei grandi i quali non trasmettono più la vera storia della propria fede e della propria comunità. Una comunità senza la “memoria” è de-stinata a scomparire. La memoria ravviva la fede e l’amore. Gesù ci ha lasciato nel suo testamento. “Fate questo in memoria di me”. E noi come potremo dimenti-care la mamma di Gesù e mamma nostra? Cari saluti e ogni bene,

Il vostro arciprete don Ruggero.

LA TORRE Settembre 2012

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I l 6 Maggio i ragazzi di 4° elementare hanno rag-giunto un’altra tappa molto importante del cammi-no cristiano: “hanno ricevuto il Sacramento dell’Eucaristia”. Il percorso fatto in quest’anno catechistico si è ba-sato soprattutto sul tema dell’Eucaristia, cioè, capi-re il valore e il significato di ogni parte della Mes-sa. La Liturgia della Messa è un insieme di segni, pre-ghiere, azioni, ognuno con il proprio significato e sappiamo bene che per un ragazzo è difficile capire tutto ciò, lo è anche per un adulto. Abbiamo voluto iniziare con un percorso molto semplice adatto a loro e lasciare che ogni volta che partecipano all’Eucaristia scoprano pian piano il vero valore.

E’ stato un percorso molto impegnativo, a volte faticoso, ma i ragazzi ce l’hanno messa tutta, con l’aiuto anche dei genitori, a intra-prendere e sperimentare questa nuova espe-rienza con Gesù. Adesso il loro rapporto con Gesù non è solo un dialogare, essere perdona-ti, ma è “nutrirsi” della Parola e soprattutto del Suo Corpo. Uno dei momenti significativi di questo per-corso è stata la giornata di ritiro a Crespano del Grappa. Abbiamo vissuto concretamente prima la Pasqua ebraica, immaginando di es-sere in una famiglia ebrea, poi l’Ultima Cena intorno alla Mensa con Gesù. Dopo una breve pausa di gioco sotto la pioggia, siamo andati in chiesa per Adorare Gesù Eucaristia, i ra-gazzi potevano chiedergli tutto quello che di più bello desideravano ricevere per il giorno della 1° Comunione. E’ stato un momento molto bello vederli raccolti e assorti nel dia-logo personale con Gesù. E finalmente arriviamo al momento più im-portante il giorno della 1° Comunione. I ra-gazzi sono stati i veri protagonisti di un gior-

L’ EUCARISTIA: UNA GRANDE EMOZIONE

Hanno ricevuto Gesù Eucaristia:

Baldan Davide Bertoldo Alessia Bertolini Alessia

Bertolini Riccardo Bertolini Sofia Bettio Giada

Bonaldo Gianmarco Bovo Chiara

Brazzolotto Marco Campagnaro Marco Dal Corso Benyam

Dalle Fratte Samuele Galvan Gaia

Giacomazzo Simone Guzzon Sara

Longo Francesco Madruzza Edoardo Montagner Cecilia Moresco Filippo

Pellizzaro Matilde Pietrobon Marta Saccon Andrea

Schemmari Francesca Venturini Giorgia Venturini Serena Zacchello Andrea

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no davvero speciale, il loro primo incontro con Gesù Eucaristia e per due di loro un’emozione ancora più grande perché hanno ricevuto anche il Sacramento del Battesimo, dove i veri testi-moni sono stati i loro compagni che li hanno accompagnati con tanta amicizia.

——

Chiedendo ai genitori cosa è rimasto dell’esperienza vissuta sono emersi tanti spunti di riflessioni, tra i quali:

Con questa grande emozione ancora viva dentro noi catechiste, a nome anche dei genitori, vo-gliamo ringraziare il nostro parroco don Ruggero e il diacono Lucio per il loro supporto e tutti coloro che hanno collaborato alla preparazione e alla buona riuscita di questo giorno meravi-glioso.

GRAZIE DI VERO CUORE.

Le catechiste Angela e Silvia e i genitori

“Ritornando coi ricordi all’appena trascorsa 1° Comunione, tra mia figlia e me è emersa soprattutto la sensazione, la correlata consapevolezza che ri-marrà sempre viva nella memoria: la fortuna di poter rinnovare l’appunta-mento dell’incontro con Gesù ogni settimana ed un senso di riconoscenza nei confronti di tutti coloro che hanno collaborato per raggiungere questo “traguardo-percorso della fede”.

“Ero emozionato per la grande festa, questa veste mi faceva sentire un po’ strano ed i vestiti belli che dovevo indossare dopo la cerimonia mi im-pacciavano, non vedevo l’ora di ricevere i regali ed andare a pranzo con tutti i miei fratelli e cugini…”. Quando ho letto queste parole nel tema di mio figlio intitolato: LA MIA PRIMA COMUNIONE, ho pensato che non ero riuscita a trasmettere il giusto valore sulla Comunione; queste però erano solo le prime e poche righe del suo tema che continuava lungo di-cendo:” Sono contento perché ho ricevuto il Corpo di Cristo che mi aiuta a continuare il cammino della vita: è la cosa più importante della giornata. Ero felice perché mi sentivo grande con l’aiuto di Dio”. Come genitore mi sento di ringraziare don Ruggero e le catechiste che hanno aiutato a far capire a questi ragazzi il vero valore della Comunione e hanno avvicinato anche noi genitori a vivere con intensità di fede un momento così importante”.

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GrEst 2012: GrEst 2012: GrEst 2012: GrEst 2012: UNO, DUE, TRE…STELLA!

Stella, si chiamava così il GrEst quest’anno. Ed era il nome della protagonista della storia che, come sempre, fa da filo conduttore alle varie atti-vità: prime tra tutte le scenette, ovvero la rappre-sentazione della storia stessa. Per la prima volta il personaggio protagonista è femminile, una ragazza dei nostri tempi, bella, spigliata e talentuosa, tanto che le propongono di fare parte di uno di quei talent show che vanno così di moda oggi. Lei però, anche se molto attratta dall’idea, decide di pensarci bene e attraverso un viaggio pieno di avventure capisce che non deve sprecare i suoi talenti usandoli per se stessa, ma che li deve met-tere a disposizione degli altri senza aspettarsi da ciò fama o ricchezza. Alla fine delle nostre scenette bastava alzare lo sguardo per accorgersi che ogni giorno, per quat-tro settimane, durante le attività del GrEst brilla-vano molte di queste stelle ed erano reali: sono gli animatori. Ragazzi, che come Stella, stanno cercando il loro futuro. E se il buon giorno si ve-

de dal mattino ci sono buoni motivi per credere che queste stelle nascenti potrebbero diventare degli astri splendenti capaci di illuminare questo mondo sempre più grigio e opaco, dove l’effime-ro e il “tutto e subito” la fanno da padrone. L’importante è che siano capaci ed abbiano la forza di fare le scelte giuste senza compromessi e di metterci l’anima come hanno dimostrato di saper fare.

E ORA DIAMO I NUMERI…. Al GrEst di quest’ anno hanno partecipato 121 bambini, 45 ragazzi animatori, 20 animatori adulti, 1 parro-co, 10 Scout, sono stati preparati 700 litri di tè e 1660 panini, sono stati allestiti 48 giochi, 1 cac-cia al tesoro, 2 tornei (calcio e pallavolo), 8 labo-ratori (cuccioli, pittura su stoffa, modellismo, et-nico, cucina, hip hop, canto, fare e costruire) e tanto, tanto, tantissimo amore.

Maria Grazia

Ormai tutti, o quasi, sanno di cosa si tratta. E’ una passeggiata che si snoda ogni anno su un per-corso diverso nei dintorni del nostro paese. Si parte dal parco parrocchiale dopo la Messa, cele-brata all’aperto, e si ritorna verso l’ora di pranzo sempre al parco, dove il Gruppo Arcobaleno attende tutti con una succulenta grigliata. Così si può trascor-rere una giornata all’aperto in compagnia di familiari ed amici. Quest’anno subito dopo la Messa, prima della pas-seggiata, c’è stato un piccolo avvenimento: l’inaugu-razione del nuovo capannone che ha sostituito quello addossato alla canonica ormai vecchio e malconcio. Questa nuova struttura in effetti non è altro che il recupero della vecchia, tutta l’intelaiatura in ferro ormai arrugginito è stata zincata e riposizionata in mezzo al parco sopra ad una base di cemento lisciato; sul tetto, al posto del telone ormai logoro, sono stati posizionati dei pannelli isolanti; infine ai lati appositi pannelli semoventi danno la possibilità di chiudere il

perimetro isolando dall’ester-no. Così i volontari del gruppo Arcobaleno sono riusciti a dotare la nostra parrocchia di una struttura che può ospitare molte attività ed avvenimenti in tutta como-dità e sicurezza. Prima di tagliare il nastro, Aldo, il presidente del gruppo, ha ricordato che come è vero che la struttura è a disposizione di tutti, è altrettanto vero che tutti devono farsi carico di mantenere il capannone ed il parco puliti ed in ordine. È stato emozionante il momento del taglio del nastro, quando il nostro parroco don Ruggero ha chiamato Marco, 9 anni, il più giovane del gruppo Arcobaleno che durante la realizzazione del capannone è stato sempre a fianco dei volontari lavorando come un pic-colo grande uomo, che insieme ad Aldo ha tagliato il nastro. Maria Grazia

ANDAR PER ERBE E…….

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7 LA TORRE Settembre 2012

TUTTI INSIEME Sintesi delle attività ACR: terza fase.

Nel mese degli Incontri, i ragazzi dopo aver scelto di camminare ed affidare la lo-ro vita al Signore, dalla “Vetta” sono invi-tati a riconoscere i segni del suo amore e a vederli nei compagni di viaggio. Domenica 15 aprile abbiamo riletto il bra-no del cieco di Gerico e individuato l’ulti-ma frase guida: “La tua fede ti ha salvato”. Anche noi come Bartimeo vogliamo impa-rare ad ascoltare gli altri e ci impegniamo a farlo nella confusione della quotidianità. Il gioco del rumore simula la difficoltà di sentire l’altro quando intorno a me tanti suoni mi distraggono. Ai due gruppi, domenica 22 aprile, viene chiesto di “aprire gli occhi”. Così piccoli e grandi sono stati capaci di riprodurre il volto di uno dei loro compagni. Il risultato è un vero mosaico di volti, di espressioni che li rappresenta in modo reale e diver-tente. Domenica 6 maggio, alcuni bambini iscrit-ti ad ACR hanno fatto la Prima Comunio-ne. Gli altri bambini e ragazzi ACR hanno aiutato nella preparazione di una piccola festa come segno di partecipazione e di servizio verso i loro amici. A conclusione di questa fase i ragaz-zi, con la celebrazione della S. Mes-sa di domenica 13 maggio, hanno mostrato alla comunità attraverso i gesti e le preghiere, il loro cammino annuale. Finita la celebrazione i ragazzi, ac-compagnati da Don Ruggero, hanno potuto vedere come procede il re-stauro delle canne dell’organo della chiesa. Alla fine dell’attività, ai nuovi iscritti sono state consegnate le magliette ed i cappellini con il logo dell’ACR Zianigo.

20.05.2012 L’arancio ACR cammina nella natura.

Domenica 27 maggio l’ACR si è conclusa la terza fase con la premiazione delle presenze e la consegna di un ricordo utile per il campo estivo. Nello stesso incontro abbiamo ascol-tato la testimonianza di Padre Fiorenzo e ci siamo assunti l’impegno di creare un “canale” di contatto tra noi e la sua missione in Mozambico.

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8 LA TORRE Settembre 2012

Per questa edizione di chiusura dell’anno, gli animatori si sono dati da fare! Ecco il loro pensiero per l’anno di attività trascorso e … per il futuro! Inseriamo anche i pensieri delle acierrine Anna e Marta, che hanno così voluto con-cludere la terza fase dell’anno ACR.

* * * All'A.C.R. mi diverto molto perché con i miei amici ''Puntiamo in alto'', abbiamo quasi rag-giunto la vetta e con il campo-scuola conclude-remo l'avventura. In questi mesi gli animatori ci hanno fatto cono-scere altre realtà del mondo e così ho capito quanti doni abbiamo, ma non sempre ce ne ac-corgiamo, invece con l'A.C.R. ho imparato ad apprezzarli quasi tutti. Volevo anche ringraziare gli animatori perché ci hanno accompagnato per tutto l'anno. Marta De Pieri.

* * * Io non sono mai andata all'Andar per Erbe e non sapevo com'era. Ringrazio l' A.C.R. per avermi fatto scoprire quest'esperienza. Mi sono divertita tanto perché insieme ad altre persone ho camminato e scherzato per due ore. Uno dei momenti più divertente è stato quando stavamo scendendo dall'argine del fiume. Il maestro stava aiutando le persone a scendere; quando è arrivato il turno di mia mamma, il maestro pensando andasse da sola non l'aiutò, invece la mamma convinta del contrario si è buttata ed è caduta a pancia in giù Dopo pranzo ci siamo messi a giocare a palla-volo e a flipper. Io, Ettore e il maestro Ivano eravamo sempre in finale, ma cercavano in tutti i modi di eliminar-mi. Anna De Pieri

* * * Penso che con l'ACR abbia vissuto sia momenti belli con i bambini, come quando abbiamo fatto la giornata della pace, dove ci abbiamo messo

sia di impegno ad organizzarla e sia buona volontà, ed alla fine abbiamo visto i risultati positivi, ovvero il divertimento dei nostri ragazzi e di tutti quelli appartenenti alle altre parrocchie e non credo che vi sia felicità maggiore che nel vedere un ragazzo felice e ricordarti i momenti che hai vissuto alla sua età. Altre volte invece mi sono annoiato, ma anche annoiandosi si imparano delle cose nuove, come quella della carta dei diritti fatta per il gruppo dei ragazzi grandi. Sono del tutto certo che in quest'anno ci siamo divertiti tutti e in tutti i giorni che abbiamo frequentato questa attività, credo che ci siamo conosciuti meglio tutti e magari abbiamo an-che scoperto cose nuove di noi stessi, come è successo per me, ovvero ho iniziato a matura-re assieme ai ragazzi. L'ultimo mio pensiero è che sicuramente ci siamo uniti con il gruppo e quelli che vi hanno partecipato costantemente (sottolineo ciò) hanno scoperto nuove amicizie o rafforzato i rapporti d'amicizia. Con questo è tutto, un caro saluto da Giovanni :)

* * * Scrivere nero su bianco un pensiero su que-st’anno passato come animatrice ACR non è poi così semplice e scontato nel contenuto. Troppe sensazioni, emozioni, umori, qualche volta anche contrastanti, da trasformare in semplici parole, correndo il rischio di dimenti-care qualcosa. Esordire con un “grazie” potrà sembrare ba-nale, ma è con i ringraziamenti che voglio riassumere il mio cammino assieme a tutti voi, animati e colleghi animatori. Ogni gioco, ogni attività, ogni scambio di opinioni, ogni dialo-go, ogni diverbio, ci porta un gradino più in alto nella salita della scalata della nostra vita; abbiamo cominciato insieme ed insieme stia-mo crescendo. Perché è questo che mi rimane dentro: comu-nione, condivisione, affetto e speranza. Comu-nione di esperienze, condivisione di momenti unici vissuti come gruppo unito, affetto pro-fondo che io provo verso ognuno di voi, ma sicuramente anche voi nei confronti di tutti gli altri, speranza che tutto quello che è stato fat-to possa rimanere nel vostro cuore ed aiutarvi

Ora scriviamo noi (animatori e ragazzi).

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a diventare uomini e donne migliori, persone di coscienza, con dei valori che credo riescano a passare anche in una sola ora alla settimana. Ragazzi, siamo un gruppo, tutti voi avete con-tribuito a crearlo, siatene contenti, avete fatto proprio un bel lavoro. I sacrifici fatti sono stati compensati dai vostri sorrisi e dalla vostra allegria. Di questo vi sono infinitamente rico-noscente. Vi aspetto al campo e comunque il prossimo anno. Con tanto, tanto affetto, Giorgia

* * * 'Ho cominciato solo da pochi mesi l'attività di animatore ACR e nonostante questo ho subito potuto notare come il gruppo sia compatto e affiatato e come i ragazzi, sia piccoli che gran-di, partecipino alle attività proposte con tanto entusiasmo e divertimento. Nel corso dell'anno sono state sviluppate diverse tematiche che hanno suscitato l'interesse dei ragazzi e al tem-po stesso vi sono stati anche dei bei momenti di gioco. Anche le uscite proposte, come quella a Brescia o a Martellago per il convegno vica-riale, sono state particolarmente interessanti sia perché i ragazzi hanno avuto modo di con-frontarsi anche con i giovani delle altre par-rocchie sia perché sono state comunque occa-sione di divertimento e riflessione. Il mio bilan-cio per quest'anno è quindi positivo!' Riccardo Maso

* * * "Il nostro primo anno all'interno del gruppo A.C.R. di Zianigo, un anno pieno di storie, di confronti, di crescita e di sorrisi...... un anno di esperienza in una nuova ed accogliente fami-glia. Che sballo ragazzi!" Alessandra & Alessandro

* * * Abbiamo puntato in alto, io ho puntato in alto, ho trascorso un anno sereno e pieno di gioia assieme ai ragazzi è stato divertente: il campo scuola sarà la vetta (PUNTA IN ALTO!) Nicoletta

* * *

Ringraziando i ragazzi che si sono impe-gnati nello scrivere, come sempre, un caloroso saluto Gli animatori ed educatori ACR.

* * * E’ il secondo anno che sono in ACR, ma solo quest’anno ho partecipato “fisicamente” alle attività con i bambini ed i ragazzi. E’ stata un’esperienza bellissima. Come genitore poi, ti rendi conto di avere una marcia in più per capire, dietro ogni gesto, ogni sguardo, ogni parola, come i ragazzi apprezzino la tua presenza in mezzo a lo-ro e te ne siano riconoscenti. Per me è stata una grossa soddisfazione, soprattutto per aver cercato di portare un po’ di esperienza di fede attraverso le va-rie attività proposte. Questo tempo dedi-cato a loro è stato, sono sicuro, di recipro-co arricchimento, e lo sarà ancor di più al campo scuola. Riguardando le foto dei vari incontri dell’anno, mi rendo conto che è stata fatta molta strada: sembra quasi impossibile, ma è così. Quando si fa qualcosa con pas-sione, non ti accorgi del tempo che passa. Abbiamo camminato insieme per raggiun-gere la vetta. Il mio pensiero vuol essere dunque un au-gurio per non aver paura di fare, di impe-gnarsi, poiché siamo tutti chiamati, come Cristiani, a rendere testimonianza: nel po-co e nel molto, che io sia bambino, ragaz-zo, animatore, adulto, genitore, devo por-tare il mio contributo. Un impegno dunque per fare. Tutto quello che possiamo fare alla “sequela del Mae-stro”. Un grazie a questi straordinari ragazzi ed alle loro famiglie, agli animatori e a tutti coloro che impegnandosi ed aiutandoci hanno fatto il possibile per permettere a noi tutti di fare questa esperienza insieme. Continuate a farlo, sempre di più! Ettore, animatore gruppo grandi ACR.

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* * * E’ ormai passato un anno e sembra ieri quando ho iniziato questa nuova esperien-za di animatore ACR. In questo periodo ho avuto modo di conoscere bambini, ra-gazzi, giovani e genitori che in modi di-versi hanno manifestato il loro “attaccamento” alla proposta educativa dell’AC. Le numerose attività e iniziative che as-sieme agli altri animatori abbiamo realiz-zato, avevano come obiettivo quello di rendere i nostri animati capaci di “puntare in alto”. Ci saremo riusciti? Ripenso allo zaino che abbiamo portato con noi lungo la salita e mi accorgo che piano, piano l’abbiamo riempito di tante cose belle e importanti. Ricordo anche le parole di Gesù e l’esem-pio di persone testimoni di Cristo come punti di riferimento per tutti noi che vo-gliamo arrivare alla vetta. Voglio inoltre ringraziare tutti coloro che prima di me tanto si sono impegnati e an-cora si impegneranno affinché l’ACR continui ad esistere nella parrocchia di Zianigo. Ora ci aspetta il campo estivo e ….. Ciao e buona estate!!!!!! IVANO animatore dei piccoli ACR

* * * Ciao ragazzi siamo arrivati alla fine…. No a ripensarci bene siamo “in vetta” . Ora dobbiamo guardare dall’alto con i nostri occhi, ma soprattutto con il nostro cuore. Ci soffermeremo ad ammirare le meravi-glie del mondo ma anche a conoscerci meglio. Ma forse sto correndo un po’ troppo avan-ti, sto già pensando al campo. Vorrei fare un bilancio di fine anno partendo da dei ringrazia-menti ai “nuovi“ animatori che si sono buttati in questa Avventura con noi ”vecchi”. Insieme ab-biamo costruito ci siamo impegnati, ma

soprattutto ci siamo donati ai nostri ragaz-zi. E proprio a loro va uno speciale grazie perché hanno saputo mettersi in gioco, hanno partecipato con il cuore e sempre con molto entusiasmo alle varie attività (pellegrinaggio a Brescia, convegno ACR a Martellago, uscita a Enego). Tante volte mi viene da pensare che più che animatori siamo servi di Cristo a ser-vizio della Chiesa e dei più piccoli e che quindi dobbiamo tutti impegnarci a diffon-dere la buona “Novella”

Ciao E…STATE CON NOI W L’ACR

Luca, Presidente AC Zianigo

* * * un caloroso saluto dagli animatori ed

educatori ACR - ZIANIGO ... … ma l’avventura continua ...

“In alto …

mare”

DAL 28 LUGLIO AL 4 AGOSTO 2012

PRESSO IL VILLAGGIO “SAN PAOLO” - CAVALLINO VE

LA TORRE Settembre 2012

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11 LA TORRE Settembre 2012

Gioia, avventura, condivisione, fatica e tena-cia queste sono alcune delle emozioni vissute in quest’anno scout. Volevamo condividerle con il resto del nostro gruppo e della comu-nità di Zianigo, chiudendo anche con loro l’anno scout appena passato. Ci siamo così trovati il 9 giugno ’12 nel par-co di Villa Primo Maggio di Zianigo con molta voglia di ridere, conoscere e collabora-re. Dopo un veloce ritrovo tra le varie bran-che, dai bambini di 8 anni ai ragazzi di 22, abbiamo fatto un grande quadrato, la figura geometrica usata dagli scout nelle cerimonie, e abbiamo ascoltato il saluto del nostro capo gruppo che ci ha augurato una buona giorna-ta illustrandoci cosa sarebbe successo nel pomeriggio. Abbiamo ascoltato la testimo-nianza di un capo circa il suo viaggio a S. Felice sul Panaro, uno degli epicentri dei ter-remoti avvenuti qualche giorno prima. Ci ha raccontato che lei animava le giornate dei bambini in quella terra de-vastata dal sisma, dicendoci che in quel luogo il cibo non mancava ma i bambi-ni non potevano giocare, essere felici e mancavano sapone e stoviglie. Dopo una preghiera in ricordo delle vit-time dell’Emilia abbiamo iniziato a or-ganizzare i nostri giochi e le nostre atti-vità: i vari gruppi, circa sei, hanno pro-posto vari stand per illustrare agli altri cosa avevano fatto durante l’anno. Inoltre erano attivi due punti gioco con due attività tipiche della tradizione scout: roverino e scout-ball. I gruppi di ragazzi hanno iniziato a muoversi incuriositi tra i vari tavoli, prima un po’ timi-di poi sempre più partecipi. Siamo quindi riusciti a creare un momento in cui ogni per-sona poteva condividere, ricevere e donare esperienze nuove. Al nostro incontro hanno partecipato anche alcuni genitori di ragazzi scout e il gruppo AC di Zianigo, poiché era stata invitata a partecipare l’intera comunità.

Alle 18.00 circa abbiamo finito quest’attività di condivisione e ci siamo avviati tutti insie-me a partecipare alla messa nella quale, du-rante l’offertorio, abbiamo portato alcuni simboli significativi per noi scout. Finita la messa, piena di significato e molto sentita da tutti, i capi non avevano finito di stupirci: un genitore di un ragazzo dello Spi-nea ha deciso di partecipare con più entusia-smo di altri alle attività decidendo di diven-tare capo, recitando la promessa di fronte alla Comunità Capi del gruppo. Poi, abbia-mo mangiato tutti insieme nella nuova strut-tura che è stata costruita in parco a Zianigo. Ci siamo quindi riuniti intorno al fuoco. Il fuoco, un gruppo, molta voglia di mettersi in gioco. Questa è stata la chiusura di questa bellissima giornata passata insieme, la chiu-sura della chiusura insomma.

Non abbiamo mai partecipa-to ad una chiusura in cui non ci fosse il sorriso, sap-piamo che è un lungo arri-vederci perché fino al campo non ci vedre-mo più ma è proprio l’atte-sa, prima di passare così

tanti giorni insieme, che ci fa sorridere. Il nostro non è mai un addio, è un’attesa, un lungo cammino verso il campo e come tale deve essere vissuto in serenità e con la curio-sità tipica di noi ragazzi.

Vi vogliamo lasciare, ancora una volta, con una frase che ci ha molto colpito: “TUTTO CIO’ CHE E’ IMPORTANTE MERI-TA DI ESSERE ATTESO.”

Eleonora

Vita da scout: Vita da scout: una nuova avventura insiemeuna nuova avventura insieme

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12 LA TORRE Settembre 2012

Tanti ce lo chiedono, ma noi non sappiamo rispondere, allora diciamo “è divertente” e chi ci ascolta capisce ancora meno e continua a pensare che siamo solo “un gruppo di cretini, vestiti strambi, che puzzano”. Ma noi, sappiamo che è tutt’altro… Essere scout…

Significa aiutare gli altri, i più piccoli, i più deboli. Significa sorridere anche quando sei stanco, senza forze. Significa respirare a pieno il profumo della natura.

Significa imparare a convivere e conoscere gli altri. Significa aver sempre la voglia di continuare il proprio sentiero, an-che se lungo e faticoso. Significa faticare sotto il sole, tutti insieme. Significa prestare servizio e rispettare gli altri. Significa sotto un temporale, essere ancora più vogliosi di fare. Significa avere anche dei principi, delle regole. Significa sentirsi un tutt’uno, insieme agli altri. Significa aprire nuovi orizzonti, avere nuovi ideali. Significa litigare, confrontarsi per migliorare. Significa accettare l’impresa, la sfida che ogni giorno ci pone la vita. Significa incontrare il sorriso di volti nuovi. Significa continuare ad imparare sempre qualcosa in più. Significa inventare, progettare le future esperienze.

SIGNIFICA SEMPLICEMENTE VIVERE A PIENO L’AVVENTURA DELLA VITA. E se poi vi chiederanno “chi te lo fa fare?”

Voi risponderete: “se avessi sentito il calore di quel fuoco, se avessi visto il sorriso di quei volti, se avessi sudato insieme agli altri per uno scopo comune, se avessi sentito il profumo dell’avventura dentro di te… …allora, solo allora, mi capiresti.”

E tutto questo è un grande dono di Dio. Gazzella Sorridente

Vita da scout: Vita da scout: Vita da scout: Andare a scout che significa?Andare a scout che significa?Andare a scout che significa?

PRONTI A SERVIRE! E' stato proprio questo motto “pronti a servire” che mi ha fatto rispondere “sì, parto per l'Emilia Romagna”! Forse alcuni non lo sanno, ma gli scout fanno parte anche della protezione civile. Quando c'è un'emergenza, come è successo all'Aquila nel 2009 o con l'alluvione nel 2010, chi dà la propria disponibilità parte con una squadra formata da scout che non indossano più il fazzolettone rap-presentante il proprio paese ma un fazzolettone color arancione fosforescente e vanno a fare servizio dove è richiesto e c'è bisogno.

Vita da scout: Vita da scout: Vita da scout: PRONTI A SERVIRE!

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13 LA TORRE Settembre 2012

In questo modo, sono partita per l'Emilia Ro-magna, in specifico San Felice sul Panaro al Campo Veneto. Ho prestato servizio dal 28 maggio al 2 giugno, fino a quando un'altra squadra scout ci ha dato il cambio. Arrivando lunedì 28, ho potuto vivere anche quello che accade quando c'è un terremoto. Nonostante avessi sentito il terremoto nella mattina del 20 maggio, quello del 29 è stato completamente diverso. Essendo vicini all'e-picentro, si avverte lo spostamento della terra prima in verticale e poi in orizzontale. Io, come gli altri ragazzi che erano con me, ab-biamo subito realizzato cosa stava accaden-do: in pochi secondi tutti gli ospiti delle ten-dopoli (circa 220), sono usciti dalle tende in preda alla paura, alle lacrime e cercando di chiamare i loro cari che non erano li in quel momento poiché erano tornati a lavorare o erano a fare un controllo della situazione del-la loro casa. In quel momento tutti i volontari del campo hanno lasciato quello che stavano facendo e sono andati a dare sostegno a tutti gli ospiti, i quali avevano un unico pensiero ovvero: l'in-cubo che stavano vivendo non era finito e chissà per quanto durerà ancora. Non è facile dare un conforto in queste occa-sioni: dire che tutto andrà bene, che presto le cose si risolveranno o altro, non è la verità e tutti lo sappiamo. Il gesto più semplice e d'aiuto che potevamo fare in quel momento era mettere una mano sulla spalla, un abbrac-cio, far giocare i bambini e ascoltare. Ascoltare tutte le storie diverse che ogni per-sona ha da raccontare, una valvola di sfogo che si trasforma in pianto e rabbia per tutti gli sforzi e i sacrifici fatti e visti crollare in pochi attimi. Il campo nei giorni seguenti, di conseguenza, si è ingrandito ancora di più: sono arrivati nuovi letti e siamo arrivati ad ospitare circa 270 sfollati di 13 nazionalità diverse, fino ad arrivare a distribuire circa 700 pasti al gior-no. Noi scout ci occupavamo della segreteria, delle registrazioni degli ospiti, degli approv-

vigionamenti e dell'animazione principal-mente dei bambini ma anche degli adulti. In tutto eravamo circa 40 volontari tra scout, alpini, psicologi, disinfestatori, cuochi e altri ma, i volontari erano soprattutto i terremota-ti che ospitavamo al campo. Eh già, perché la loro voglia di fare qualcosa, di non oziare, di dare una mano e non mollare era quello che trasmettevano ogni giorno chiedendo cosa potevano fare per essere d'aiuto. Nono-stante le numerose etnie diverse, c'era un ottimo clima di sostegno reciproco e solida-rietà. Non è facile scrivere e trasmettere quello che ho vissuto in questi sei giorni; ho avuto la fortuna di far parte di una fantastica squadra. Eravamo otto capi scout tutti di paesi diversi (Rovigo, Padova, Castelfranco, Zero Branco, Belluno, Cornuda) che hanno saputo da subi-to creare un ottimo gruppo di lavoro e poi di amicizia. Ci siamo relazionati con bambini ed adulti di altre etnie che ci hanno racconta-to del loro Paese di origine, le loro storie e tradizioni. I bambini vivono una situazione drammatica ma sul loro viso non manca mai il sorriso ed infine ci sono tante persone semplici con un'immensa voglia di tirarsi su le maniche e cominciare a ricostruire un po' alla volta la loro vita ripartendo da zero. Ovviamente sabato 2, il momento della no-stra partenza, non è stato facile: i legami che ormai si erano creati erano molto forti. In una settimana io, come il resto della squadra, ho dato più del 100% e quando i bambini sono arrivati con un mazzetto di fiori di campo dicendo “questi sono per te e non vo-gliamo che te ne vai”, o quando ho salutato le persone che abbracciandomi mi ringrazia-vano di tutto quello che avevamo fatto e ci auguravano tutto il bene del mondo, non posso nascondervi che le lacrime sono scese. Siamo tornati fisicamente ognuno alle pro-prie case e alla vita quotidiana, ma con il cuore siamo rimasti li con loro.

Irene Paggiaro

Segue Segue Vita da scout: Vita da scout: PRONTI A SERVIRE!

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14 LA TORRE Settembre 2012

Maggio 2012 Khartoum-Sudan Gent. Gallo Don Ruggero, Un saluto dal Nord e Sud Sudan e un GRANDE GRAZIE! Per il suo aiuto di € 100 del 3-13-2012. Grazie per la fiducia e per accompagnarci specialmente in questi tempi difficili e pericolosi dopo la divisione tra il Nord e il nuovo Sud Sudan. Avrà sentito degli ultimi tristi e atroci avvenimenti della situazione tra il Nord e il Sud, in un solo giorno oltre mille morti tra gli scontri al confine. Con la dichiarazione dell’Indipendenza del Sud, prevalentemente cristiano, speravamo in un futuro più umano e una vita più dignitosa, ma ancora una volta la caccia al “Oro nero - il petrolio” è diven-tato più prezioso del sangue della vita umana, ancora una volta gli egoisti ed insaziabili interessi di pochi già troppo ricchi sacrifica la vita di tanti innocenti, specialmente di mamme e bambini. Il suo aiuto è un segno di solidarietà umana e cristiana che non si rassegna davanti a chi muore di fame, ai bambini e ragazzi analfabeti, ma partecipa allo sviluppo delle persone nella propria terra, non solo aggiunge uno dei nostri bambini alla sua tavola ma partecipa al miracolo quotidiano della moltiplicazione dei pochi pani e dei due pesci per sfamare, curare ed educare migliaia di bambini delle nostre opere salesiane in Sudan. A nome di tutti noi, salesiani e gente del Nord e Sud Sudan il nostro grazie! Si fa ricordo e preghiera.

G. Comino - missionario in Sudan.

Fondazione DON BOSCO NEL MONDO E-mail: [email protected] - www.donbosconelmondo.org

Irene con un bambino a San Felice sul Panaro

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La settimana dal 21 al 27 Maggio abbiamo vissuto un periodo di preparazione alla Pentecoste però con un tema che apre i nostri orizzonti. P. Fiorenzo Biasibetti della Comunità Missionaria di Villaregia , che si sta preparando all'invio in missione a Maputo in Mozambico – Africa, ha voluto tornare una settimana tra la sua gente per farci partecipi della sua nuova missione. Anche noi abbiamo voluto prepararci in modo da poterlo accompagnare con la nostra preghiera e il nostro sostegno. Con il nostro parroco don Ruggero abbiamo invitato tutta la comunità a parteci-pare col tema “Lo Spirito Santo ci invia” perché invia anche tutti noi nel nostro ambiente par-rocchiale e nella nostra quotidianità. Anche la famiglia è missione. Anche la parrocchia è mis-sione. Ci sono stati incontri con i bambini col Buongiorno Gesù e a catechismo, coi genitori, con le famiglie, con gli ammalati, con gli operatori di pastorale e poi i momenti liturgici che hanno coinvolto in modo particolare i Cresimandi.

Riportiamo le impressioni dei cresimandi così come loro le hanno condivise:

Segue...

LA TORRE Settembre 2012

La cena è stata bellissima. Avevamo le

mani legate ci siamo diver�� anche se

la cena aveva un significato ben più alto

Era una cena diversa dalle altre.

* * *

P. Fiorenzo ci ha de o che dobbiamo

avere grinta tu! i giorni e questo ci ha

dato forza.

* * *

Ci ha colpito molto il cortometraggio

incentrato sull’a enzione al prossimo,

forse perché questo tema ci ha accom-

pagnato tu o questo anno.

* * *

In chiesa è stato bellissimo la veglia con

i tre simboli acqua, fuoco, e vento la

le ura fa a in più lingue, il filmato sulla

missione la preghiera di invocazione

allo Spirito, la danza liturgica ci hanno

toccato il cuore.

* * *

Per noi ragazzi prossimi alla Cresima la

presentazione, l'ingresso in chiesa ci

siamo emoziona�, abbiamo rivissuto

l'ingesso come il giorno della Prima Co-

munione.

Ma quello che porteremo nel cuore co-

me un dolce ricordo è stata l'omelia

della Messa, la simpa�a di P. Fiorenzo,

le sue parole l' amore per i ragazzi della

missione, ma più di tu o questo la luce

dei suoi occhi raccontava più di mille

parole la tenerezza con cui si è rivolto

alla mamma chiedendo "Mamma posso

par�re?” Come fare a dire di no a quel-

lo sguardo pieno d'amore?

LO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIA

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16 LA TORRE Settembre 2012

P. Fiorenzo partirà per Maputo e con lui spiritualmente anche noi, e sarà questo un dono che lo Spirito Santo farà a noi suo popolo, sia in terra afri-cana sia nella comunità di Zianigo.

Ci rimangono nel cuore le sue parole: Ci rimangono nel cuore le sue parole: Ci rimangono nel cuore le sue parole: Ci rimangono nel cuore le sue parole: “ N on vedo l'ora di sedermi a terra con padri e madri, pregare con loro nella loro lingua, ascoltare le loro storie, entrare nelle loro aspettative di vita, conoscerli uno ad uno, col desiderio di dare la nostra vicinanza. Desidero essere in Mozambico un di-spensatore instancabile di questo amore, ascoltando tutti, cer-cando di parlare la loro lingua, di mangiare il loro cibo, ma so-prattutto di condividere le gioie e le sofferenze di questo popolo tanto provato e perseguitato. Vorrei far sentir a tutti che Dio è vicino e che anche voi lo siete. Insieme alla Comunità che ab-biamo a Maputo, vorrei spendere tutte le forze e le energie per invitare tutti ad entrare nella Casa di Dio, affinché sappiano che sono membri della Famiglia di Dio e che sono anche loro impor-tanti per edificare la Sua Chiesa. La preghiera che ci doniamo reciprocamente ci unirà sempre più e sosterrà la scelta di dare la vita a nome Suo ” .

È arrivata l’estate, le zanzare, il calore… Don Fiorenzo intanto volerà in missione all’equatore. Cosicché quando scende e comincia a sudare sarà come essere casa, non si potrà lamentare. Sennonché in quel luogo, per varie ragioni sarà caldo per sempre, non esistono stagioni ma ci vivono persone che in estrema povertà conservano pur sempre una loro dignità. Non hanno grandi case, né ospedali, né chiese ma da sempre sopravvivono senza grandi pretese. Don Fiorenzo partirà per andarli ad aiutare ma da loro è sicuro abbiamo solo da imparare le nostre liti in famiglia o la smania di possedere quando a loro basterebbe un pozzo d’acqua da bere. Non siamo mai contenti abbiamo solo danni ma non vorremmo mai entrare nei loro panni.

D.P.

LO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIALO SPIRITO SANTO CI INVIA

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17 LA TORRE Settembre 2012

il viaggio del Papa 2012-07-21 Radio Va�cana

Poco meno di due mesi separano il Libano, e tu o il Medio

Oriente, dalla visita di Benede o XVI: il Santo Padre, infa!,

visiterà il “Paese dei cedri” dal 14 al 16 se embre, per consegnare ai vescovi locali l’Esorta-

zione apostolica post-sinodale sul Medio Oriente. Il documento pon�ficio prende spunto dal-

le 44 Proposizioni finali dell’Assemblea speciale dei vescovi per il Medio Oriente, svoltasi in

Va�cano nell’o obre 2010. In vista dell’arrivo del Papa, dunque, fervono i prepara�vi anche

sul mondo del web: è stato, infa!, a!vato il sito Internet ufficiale del viaggio apostolico.

Raggiungibile tramite il link (h p://www.ibpapalvisit.com/test2/public/italian/index.php), il

sito è consultabile in arabo, inglese, francese ed italiano. A dominare l’homepage, è il logo

scelto per l’evento, che – come si legge sul sito - rappresenta “una colomba della pace che

regge un ramoscello di ulivo”. E naturalmente il richiamo è al Papa, che �ene “saldamente in

mano la Sede di San Pietro a raverso il messaggio veicolato a milioni di persone”. … Insom-

ma: il conto alla rovescia per accogliere Benede o XVI in Libano è già iniziato e la data del 14

se embre è da “tenere a mente”, proprio come recita il banner scorrevole del sito ufficiale.

(A cura di Isabella Piro)

20-07-2012 L’Osservatore Romano

Mosca, 20. La Chiesa ortodossa russa non può restare a braccia conserte quando in Europa la religione cristiana è calpestata: lo ha detto l’igumeno Philip (Ryabykh), rappresentante del Patriarcato di Mosca al Consiglio d’Europa, in una dichiarazione a «La Voix de la Russie». Il riferimento è alle due cittadine britanniche licenziate per aver rifiutato di togliere la croce cristiana da loro indossata sul luogo di lavoro: i casi dell’addetta al check-in della British Air-ways all’aeroporto di Heathrow, Nadia Eweida, e dell’infermiera Shirley Chaplin saranno pre-sto all’esame della Corte europea dei diritti dell’uomo e i rappresentanti ortodossi, assieme a giuristi russi, hanno già garantito pieno appoggio. Una situazione che, a detta di Philip, è senza precedenti. Le due donne hanno chiesto alla Corte di riconoscere che la libertà di religione è stata viola-ta e che esse sono state discriminate proprio in riferimento alla loro appartenenza religiosa. Il legislatore britannico — si legge su «La Voix de la Russie» — non ha tuttavia atteso che il caso fosse portato davanti ai giudici di Strasburgo e ha proposto una norma che consente al datore di lavoro di licenziare i dipendenti che rifiutano di nascondere la loro appartenenza alla religione cristiana. «La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo — ha detto l’i-gumeno Philip — verrà applicata in tutti i Paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa, fra i quali la Russia, l’Ucraina, la Bielorussia, la Moldova, vale a dire a tutti i fedeli della Chiesa ortodossa russa». La tradizione ortodossa esige il portare la croce e, ammonisce il rappre-sentante del Patriarcato di Mosca, «se i giudici di Strasburgo rigettassero la richiesta di que-ste due cristiane e dessero ragione ai datori di lavoro che hanno impedito loro di indossarla, questo caso potrebbe avere conseguenze negative per gli ortodossi residenti nei Paesi euro-pei. Per noi ciò — conclude — sarebbe assolutamente inaccettabile poiché i fedeli hanno l’obbligo di portare i simboli cristiani in tutte le circostanze».

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A PROPOSITO DI FORMAZIONE: 1

LA TORRE Settembre 2012

PROBLEMA TASSE

L’invecchiamento della po-polazione e il raddoppio del carico fiscale. Negli ultimi 30-35 anni si è interrotta la naturale crescita economica in seguito al crollo dell’incremento della popola-zione. Per inventarsi la cresci-ta del PIL (prodotto interno lordo) l’econo-mia si è basata sulla crescita del consumi-smo. Questo ha determinato un sacrificare altri valori, quelli morali ma anche econo-mici come il risparmio. Quest’ultimo infatti è crollato dal 27% (sul reddito prodotto) al 5% attuale. Va considerato anche l’invecchiamento del-la popolazione che significa crescita dei co-sti fissi, cioè delle pensioni e della sanità. Per assorbirli si devono aumentare le tasse. Ecco spiegato il raddoppio del peso fiscale. Questo raddoppio ha reso più difficile spo-sarsi e creare una famiglia: oggi una coppia in condizioni professionali equivalenti a 30-35 anni fa guadagna la metà di quanto gua-dagnava allora. Il potere d’acquisto è dimez-zato. Non si fanno figli per anni. La fami-glia costa e per tenerla in piedi si deve lavo-rare in due. Sono dimezzati anche gli investimenti e ciò ha provocato un forte impatto sui consumi e sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Il crollo del risparmio ha creato meno base per il sistema monetario…. Si è suggerito e stimolato il consumo a debi-to… sia delle famiglie sia di enti sia degli Stati. Questo spiega il crollo economico fi-nanziario e la situazione di crisi d’oggi.

Perché aumentano le tasse e non diminui-scono le spese statali? Perché è più facile, soprattutto in una visio-ne a breve termine. Perché è praticamente molto difficile ridurre i costi dello Stato e rinunciare a importanti centri di potere. Sul-la seconda giustificazione non credo siano necessarie riflessioni. Sulla prima si deve

pensare che ogni costo da ridurre, in ultima analisi, riguarda una persona, e cioè un posto di lavoro: è il tema dell’occupazione. Ridurre i costi, anche di inefficienza, in un mo-

mento di crisi, significherebbe aumentare la crisi, perché si accrescerebbe la disoccupa-zione. Giusta o ingiusta non è rilevante, ciò che conta è che un momento di crisi è il peg-gior momento per generare efficienza (da parte dello Stato naturalmente), perché que-st’ultimo per risanarsi crea crisi altrove. Ecco la soluzione delle riforme, fatte però da un governo non eletto, che non deve rispondere agli elettori e farsi rieleggere. ma anche qui, le “tasse di sopravvivenza” risultano promos-se da un governo che non deve cercare e tro-vare il consenso dei voti; in più, esse sono realizzate in uno stato di emergenza allo sco-po di produrre soluzioni di crescita e facendo le riforme che servono a ridare competitività al Paese.

Si può uscire dalla crisi? ma realisticamente, si può pensare di avere meno Stato, meno tasse, più sussidiarietà ecc? si può pensare, certamente, ma deve essere un pensiero coerente con una certa concezione dell’uomo. Se l’uomo è soltanto un animale intelligente da soddisfare solo materialmente, se non ha anima e bisogni spirituali ecc., perché preoccuparsi della per-sona e della sussidiarietà? Se vogliamo rimodellare il governo del mon-do ormai globale e con un potenziale nuovo ordine economico, non bisogna cambiare gli strumenti ma l’uomo stesso. Lo scrive Bene-detto XVI nella Caritas in Veritate. In questa enciclica, un autentico manuale di sopravvi-venza e di saggezza nel mondo globale, c’è scritto tutto. Tutto quello che è successo e che potrà accadere.

(da Il Timone - di Ettore Gotti Tedeschi)

Una realistica analisi che tenta di rispondere alla domanda che tutti i cittadini di buon

senso si fanno: perché aumen-tano solo le tasse? perché non diminuire la spesa dello stato?

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19 LA TORRE Settembre 2012

A PROPOSITO DI CULTURA: 2

Cerco nel mio dizionario la parola femminicidio… non c’è... eppure esiste il fatto. Ce lo ricorda, quasi ogni giorno, la cronaca nera sui giornali, in televisio-ne. Nel dizionario esiste omicidio, ma non rende l’i-dea di quel che accade al femminile in certi casi e con un certo tipo di cultura… o meglio di non cultura, che si manifesta nella mentalità delle persone. Femminicidio è dunque omicidio al femminile perpe-trato da un uomo nei confronti di una donna, della “sua” donna. Ha la sua origine in una mentalità che vede la donna come proprietà dell’uomo, che può es-sere il marito, il convivente, il fidanzato. Non è un estraneo colui che compie femminicido, colui che to-glie la vita appunto alla “sua” donna perché non la pensa più come lui e decide di cambiare vita, di fare scelte libere e si allontana… o fisicamente o nel modo di comportarsi.

Non voglio parlare di statistiche, di dati, di fatti di cronaca, ne sentiamo tanti nei telegiornali e ci fanno star male. Mi piace ricordare la “cultura” che ci viene dalle pa-gine della Bibbia quando leggiamo “Dio creò l’uomo simile a sé, lo creò a immagine di Dio, maschio e femmina li creò. Li benedisse…” (Gn1,37), e ancora “Allora Dio, il Signore, fece scendere un sonno pro-fondo sull’uomo, che si addormentò; poi gli tolse una costola e richiuse la carne al suo posto. Con quella costola Dio, il Signore formò la donna e la condusse all’uomo”. (Gn 2,21-22) Dio creò dunque l’uomo e la donna in pari dignità, nessuno dei due può dirsi padrone dell’altro, anzi sembra proprio che la donna “rappresentata dalla co-stola” debba essere ciò che è più vicino al cuor dell’uomo, quindi l’uomo dovrebbe aver cura della propria donna nella misura in cui ha cura di sé stesso. Quale persona sana infierisce sul proprio corpo? La Bibbia ci insegna che sappiamo amare l’altro quando conosciamo il nostro valore (creati a immagi-ne di Dio) e abbiamo amore e rispetto verso noi stes-si. “Ama il prossimo tuo come te stesso” sono le pa-role che Gesù ci ripete nel suo Vangelo.

La Bibbia quindi fa cultura e ci aiuta a vivere la no-stra quotidianità dando un senso alla vita e alla digni-tà di ogni persona.

SL

Femminicidio

Donna

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,

i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni…

Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la

tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla

di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.

Dietro ogni successo c’è un’altra delusione. Fin quando sei viva,

sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi,

torna a farlo. Non vivere di fotografie

ingiallite… insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che è in te.

Fa in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni non potrai correre,

cammina veloce. Quando non potrai camminare,

usa il bastone. Però non trattenerti mai!!!

Madre Teresa di Calcutta

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20 LA TORRE Settembre 2012

L 'avvicinarsi della stagione autunnale ci di-ce almeno due cose. La prima è che le ferie sono finite. La seconda che dovremo riprende-re le attività lasciate in sospeso. I giorni a no-stra disposizione sono esauriti e con essi, il periodo di riposo. Ci si ritrova nuovamente faccia a faccia con mesi di lavoro, studio e tensioni. Contavamo sui giorni di ferie per recuperare un po' di energie e invece, capita di accorgersi che il recupero non è del tutto riu-scito, così come non siamo riusciti a riposare secondo i nostri desideri. Spesso si sovraccari-ca il periodo di vacanza con troppe aspettati-ve, che quasi invariabilmente non si riesce a concretizzare. I giorni trascorsi in ferie, sono "volati" via ed è già ora del rientro, il quale può trasformarsi in fon-te di stress. In che mo-do? Alcune cause sono già state presentate poco fa. Altre sono legate alla fine della "ricreazione", che rappresenta un di-spendioso ri-adattamento per molte persone. Ab-bandonare bruscamente le abitudini prese in vacanza, per tornare ai riti e ai ritmi consueti, può disturbare e alterare gli equilibri, molto delicati, del nostro orga-nismo. Occorre tempo per riabituarsi alle vec-chie consuetudini di vita. E' questo periodo di "passaggio" che ci fa sentire distratti e poco concentrati sui compiti da affrontare. In altre parole, si è condizionati, come detto, da ciò che possiamo definire "manifestazioni dello stress da rientro", comprendenti generale stato di malessere, raffreddore, mal di gola, dolori muscolari, senso di stordimento, sino a giun-gere a veri e propri attacchi d'ansia. Va co-munque detto che questi disagi sono tempora-nei e dureranno solo pochi giorni. Sarebbe meglio, quando possibile, riprendere le occu-pazioni interrotte, poco alla volta, con gradua-lità. Quando si può, lasciarsi dei giorni liberi tra la fine delle vacanze e l'inizio vero e pro-prio della ripresa lavorativa o di studio, crean-

do cioè una specie di zona cuscinetto, o came-ra di decompressione, che aiuti a recuperare passo dopo passo, gli orari precedenti. La pa-rola guida per questo periodo, è "gradualità". Altro suggerimento, è di curare l'alimentazio-ne, abbandonando gli eccessi delle vacanze. Va ripristinato il ritmo dei pasti, che verranno consumati con maggiore regolarità. Natural-mente, qualche sfizio è concesso, ma il consi-glio è quello di evitare cibi grassi e pesanti. Iniziamo la giornata con una colazione ricca e nutriente, per far ripartire cervello e corpo. Altri accorgimenti faranno il resto. Come? Mangiando più frutta e verdura. Ma ecco il perché. In generale, questi alimenti, hanno proprietà benefiche, riconosciute universal-

mente e sin qui, siamo tutti d'accordo. Quello che forse non sapevamo, è che verdura e frutta, svolgono anche una fun-zione calmante. Per esempio, recenti ricerche, hanno mostrato che la frutta contiene un princi-pio attivo, cioè una so-

stanza, impiegata in diversi medicinali, che serve a contrastare l'ansia e ridurre la tensione muscolare. La presenza di "zuccheri sempli-ci", in frutta e verdura, aiuta la produzione di serotonina, chiamata "neuromediatore del be-nessere", ossia una sostanza che a sua volta, favorisce il rilassamento. Ancora, la vitamina contenuta nell'uva, è consigliata alle persone "nervose" ed insonni. Le vitamine "A" e "C" sono antiossidanti. Questo significa che aiuta-no a ridurre i danni alle cellule. Anche loro sono presenti in frutta e verdura. Circa pesche e mele, le prime, hanno una azione depurativa per reni ed intestino, mentre le seconde, svol-gono una funzione regolatrice sul colesterolo. Infine, non va trascurata l'attività fisica, che ha effetti antistress e di contrasto per iperten-sione ed insonnia, contribuendo al migliora-mento dell'umore. dr. Giuliano Seno

FINE VACANZE, RIENTRO E RIPRESA: AFFRONTARLI AL MEGLIO

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21 LA TORRE Settembre 2012

Lo scrittore francese Francois Mauriac, premio Nobel per la letteratura nel 1952, si conver-tì al cattolicesimo in modo inatteso. Mauriac se ne stava nella cat-tedrale di Notre Dame a Parigi e osservava i fedeli che entra-vano e si facevano un segno della croce frettoloso: gesti meccanici, abitudinari, ap-prossimativi. Poi entrò un’anziana signora, visibilmente povera e soffe-rente. essa si fece un segno di croce perfetto, pronunciando

la formula: “Nel nome del Pa-dre, del Figlio e dello Spirito Santo” ed esprimendo, con quel semplice gesto, una fede profonda e il completo affida-mento al Padre celeste, in sia fatta la Tua volontà. lo scrittore ne fu profonda-mente colpito e quella fu l’oc-casione per rivedere la sua vita. Era notte di Natale quando si accostò ai sacramenti.

Il segno della croce non si fa solo in chiesa, ma in moltissi-me occasioni e per svariati motivi, che a volte possono sembrare anche futili ma che non lo sono mai. tante perso-ne si fanno il segno della cro-ce passando davanti a una chiesa o davanti a un’icona su un muro, davanti a un capitel-lo. Molti lo fanno per tradizione, altri per salutare Gesù custo-dito nel tabernacolo. tutti pe-rò, anche se inconsciamente, per rendere testimonianza al Signore. Il segno della croce è un’invo-

cazione muta e una pre-ghiera istantanea ma pro-fonda. A volte, seduti comoda-mente in poltrona, assi-stiamo a una partita di calcio in televisione e no-tiamo che alcuni giocatori entrando in campo, si fan-no il segno della croce. Sembra fuori luogo fare il segno della croce prima di affrontare una gara qual-

siasi ma non è così: l’atleta si affida alla misericordia di Dio perché dalla sua prestazione dipenderà la sua carriera, il suo benessere, il suo futuro. Molti fedeli, interrogati dal confessore circa il tempo de-dicato alle preghiere giorna-liere, rispondono che si fanno il segno della croce al mattino quando si svegliano e alla se-ra prima di dormire. Facendo il segno della croce il cristiano

si affida al Signore, implora aiu-to, grazie, misericor-dia... fino all’ulti-mo respiro quando si affida l’ani-ma a Dio. Durante la santa messa, il sa-cerdote fa più volte il segno della croce, che raggiunge l’a-pice prima dell’annuncio del Vangelo, quando egli si fa, e invita i fedeli ad imitarlo, tre segni di croce. Uno sulla fronte per credere. Uno sulla bocca per procla-mare la Parola di Dio. Uno sul cuore per custodirla. I fedeli si fanno il segno della croce per dare inizio alle loro azioni, prima di cominciare un lavoro o qualcosa di rischioso, come segno di saluto e di spe-ranza. In passato il cristiano non tra-scurava questo atto di fede all’inizio della giornata, nell’entrare ed uscire di casa, prima di vestirsi, di mettersi a tavola e al momento di accen-dere la lampada. faceva il se-gno della croce anche sugli oggetti di uso quotidiano. “In hoc signo vinces”“In hoc signo vinces”“In hoc signo vinces”“In hoc signo vinces” era il motto che l’imperatore romano Costantino portava sui suoi vessilli: noi lo possia-mo portare nel cuore.

IL SEGNO DELLA CROCEIL SEGNO DELLA CROCEIL SEGNO DELLA CROCEIL SEGNO DELLA CROCE

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22 LA TORRE Settembre 2012

Questa villa che sorge tra il canale detto “Rio Veternigo” e la via Scortegara, era ap-partenuta agli Angeloni. Ma andando da que-sti a ritroso, sulle vicende della Villa c’è il silenzio assoluto. La conosciamo con la deno-minazione di Villa Bianchini, dal nome degli ultimi proprietari.

L’edificio rileva un’impronta di villa veneta che risale al Seicento. Verso la metà del Set-tecento, avvenne, proprio con gli Angeloni, una ristrutturazione di tutto il complesso, vil-la e sue adiacenze: porticato, barchesse e case dei massari. Poi ancora lavori di sistemazio-ne, la data del 1779 impressa sulla soglia del primo piano della villa sta a significare che in quell’epoca si compiva il rifacimento dei pa-vimenti. ma le migliorie non riguardavano solo l’aspetto funzionale, bensì anche quello estetico, con un notevolissimo intervento pit-torico all’interno. Infatti, nella prima stanza a destra del salone del piano terreno, si può am-mirare un’opera di grande pregio, si tratta di un affresco attribuito a Gian Domenico Tie-polo, raffigurante il Merito e la Fama, esegui-to intorno al 1790. Infatti anche la famiglia dei Tiepolo possedeva una villa in Zianigo, interamente affrescata dallo stesso artista. È naturale che Gian Domenico Tiepolo, men-tre soggiornava nella propria villa, si cimen-tasse tra gli svaghi della villeggiatura e qual-che opera destinata ad ornare ora la chiesa del paese, ora la villa di qualche vicino o amico, come appunto quella degli Angeloni.

Divenuta proprietà della famiglia Bianchini, ne conservarono l’integrità, come pure la campagna circostante, fino a qualche decen-nio fa. Gente di fede e provata carità cristia-na, come stanno a testimoniare la piccola cappella all’interno della villa e il capitello votivo dedicato alla madonna, posto all’in-gresso del viale collegato a via Scortegara.

Negli anni cinquanta e primi Sessanta, in ri-

correnza del Corpus Domini, i Bianchini di-sponevano il passaggio della tradizionale pro-cessione che dalla strada accedeva al viale, attraversava le proprietà, la campagna e la stessa villa fino al rientro in chiesa. Quanti bei ricordi tornano alla mente: la no-stra infanzia per i meno giovani e la giovinez-za per i più anziani. Questo evento, oltre a rivestire il carattere religioso, era un’occasio-ne per scoprire la villa e le sue bellezze; chi ha memoria si ricorda il giardino con le sue siepi, il profumo delle rose, le piante di limo-ni in fiore, i filari degli alberi da frutto, le vi-gne, l’austerità dei custodi (i castaldi, Nisio Bianchini e Nani Casorzi) che vigilavano e infine la cordialità dei proprietari.

Antici sapori di un trascorso lontano, ricco di valori, frutto di una cultura semplice e genui-na. Ma passano gli anni e i tempi cambiano: nuove idee e nuovi interventi si affacciavano nella nuova realtà Miranese. Erano gli anni ‘70 e precisamente nel 1972 la villa fu acquistata dall’IPAB Mariutto. Fu adibita prima ad Istituto per l’Agricoltura, venne inserita una sezione staccata della Scuola Elementare, poi fu la volta della Scuo-la Materna con il nome “I° Maggio”.

Infine nel 2008 fu acquistata dal Comune di Mirano ed entrò a far parte del patrimonio delle ville comunali. Ma nel 1997, con la chiusura della Scuola Materna e quindi la cessazione delle attività iniziò un periodo di decadenza, di abbandono e di degrado che continua tuttora. Caso vuole che durante il periodo elettorale, come di consuetudine, la villa sia tornata in auge come un grande classico, con tanti bei propositi e attenzioni riguardo al suo futuro da parte di tutte le forze politiche, prometten-do un reale coinvolgimento dei cittadini nella gestione del Comune. Ma, come si sa, archi-viate le elezioni si torna ad amministrare ge-

VILLA BIANCHINI: VILLA BIANCHINI: VILLA BIANCHINI: VILLA BIANCHINI: TRA STORIA, CULTURA, TRADIZIONI E...ABBANDONO.

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23 LA TORRE Settembre 2012

Solo chi ha potuto assistere allo smontaggio del nostro organo, allo dispiegamento delle 1400 canne, alla loro manutenzione, al rifacimento di tutto l’impianto dell’aria e dei circuiti elettrici, può rendersi conto della straordinaria composizione di questo strumen-to. L’organo è definito, a ragione, il principe di tutti gli strumenti musicali. Il nostro organo, in occasione di questa manutenzione straordina-ria, è stato rinforzato con nuovi registri (il controfagotto e il sub-basso) e 48 nuove canne di grandi dimensioni che daranno parti-colare risalto musicale alla sua espressività.

Viene pure installata una nuova consolle che ha molte più possibilità della precedente. Una fase di lavoro poi molto delicata è quella che riguarda l’accordatura dello strumento, soprat-tutto regolare le “ance”, cioè le piccole lingue di metallo delle varie canne. Per questo moti-vo è stato chiamato un accordatore di lunga esperienza, Gherardt Hradeschj, di Crems (Austria), che per circa un mese di lavoro dovrà portare a termine questa specifica e speciale operazione. Seguirà poi il collaudo ad opera di una particolare equipe di esperti organisti designati dalla commissione di musica sacra della Diocesi di Treviso e di altri esperti incaricati dalla So-vraintendenza dei Beni storici ed architettonici di Venezia. Seguiranno poi dei bei concerti per l’inaugurazione del prezioso organi della nostra chiesa parrocchiale. DEO GRATIAS. È stata indetta una sottoscrizione delle canne d’organo. Siamo arrivati a quota 200 su 1400. Negli eventi straordinari della vita: morte, matrimoni, anniversari… tutti desideriamo il suo-no dell’organo e ...i fiori in chiesa non mancano!! Proposta : una cesta di fiori in meno e una canna d’organo in più. I fiori presto appassiranno… la canna d’organo suonerà per te e per tutti ancora per lunghi anni!

Don Ruggero.

RRRRRRRRRRRRESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAUROESTAURO ORGANOORGANOORGANOORGANOORGANOORGANOORGANOORGANOORGANOORGANOORGANOORGANO DIDIDIDIDIDIDIDIDIDIDIDI ZZZZZZZZZZZZIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGOIANIGO

stendo la quotidianità e come recita un vecchio detto “passà el Santo, passà el miracolo” … speriamo però che questo non accada. Noi cittadini sentiamo che questa villa è patrimonio della collettività ed è testimonianza di un periodo storico ed artistico che ha caratterizzato lo sviluppo sociale e anche economico del nostro territorio quindi, al di là delle parole, veramente ci aspettiamo che venga presa in considerazione e riportata al suo splendore.

Io credo che a volte non occorrano grandi progetti o grandi cose ma che basti guardarsi attorno e saper ascoltare: qualche idea semplice ma efficace per il destino della Villa può venire soprattutto dai cittadi-ni e perché no...dalla parrocchia?! Lorenzo Perale

Passeggiata a tre di G.D. Tiepolo

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Calendario festa patronale e sagra:

PROGRAMMA dal 2 al 12 settembre 2012 Rinomato STAND GASTRONOMICO con piatti novità

PESCA DI BENEFICENZA e LUNA PARK BALLO con note ORCHESTRE o SPETTACOLO

In campo sportivo GRANDE PISTA DA BALLO su circa 1000 mq coperti In piazzale scuola elementare AREA GIOVANI con concerti tutte le sere

Domenica 2/9/11 - S. Messa ore 10,00: apertura anno pastorale. Lunedì 3/9/12 ore 20,30 S. Rosario in chiesa - animato dai gruppi parrocchiali Martedì 4/9/12 ore 15,30/17,30 laboratorio/catechesi per i ragazzi del catechismo ore 20,30 S. Rosario in chiesa - animato dai gruppi parrocchiali

Mercoledì 5/9/12 ore 15,30/17,30 laboratorio/catechesi per i ragazzi del catechismo ore 20,30 S. Rosario in chiesa - animato dai gruppi parrocchiali Giovedì 6/9/12 ore 8,00 S. Messa - segue Adorazione eucaristica ore 20,30 S. Rosario in chiesa - animato dai gruppi parrocchiali

Venerdì 7/9/12 ore 18,30 apertura manifestazioni ore 20,45 ballo Sabato 8/9/12 in chiesa Confessioni al mattino e al pomeriggio dalle 15,00 in poi ore 18,30 S. Messa pre-festiva: festeggiamo gli anniversari di Matrimonio (con cena su prenotazione: posti riservati presso lo stand gastronomico); Ore 18,30 apertura manifestazioni Ore 20,45 ballo.

Domenica 9/9/12 S. Messe ore 8,00 e ore 10,00 Messa comunitaria con affidamento delle famiglie a Ma-ria (dare l’adesione in parrocchia) segue pranzo comunitario (iscrizioni presso bar NOI in patronato entro venerdì 7 settembre) Ore 11,00 in palestra inaugurazione e benedizione mostre fiera

Ore 15,30 S. Messa solenne con Unzione degli infermi

Ore 16,30 processione storica con l’immagine della Beata Vergine Maria sul carro

storico trainato dai cavalli per le vie del paese (Vie Varotara, Desman, Bakhita,

Marzabotto, Scortegara, Trieste, G. Cesare, Piave, Scortegara, sagrato della chiesa),

con la collaborazione della Soc. Operaia S. Giuseppe e la partecipazione della Ban-

da cittadina di Mirano. Addobbare le case e le strade dove passa l’immagine del-la Madonna

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25 LA TORRE Settembre 2012

Segue Calendario festa patronale e sagra paesana:

Ore 18,30 apertura stand gastronomico - manifestazioni Ore 20,45 ballo Lunedì 10/9/12 Ore 18,30 apertura manifestazioni Ore 21,00 - presso Pala Tenda spettacolo dei COMICI VENEZIANI “Bricola e Regina” - ingresso € 5,00 (prevendita biglietti presso bar NOI e cartoleria Boesso Lorella). Martedì 11/9/12 Ore 18,30 apertura manifestazioni

Ore 20,45 ballo Mercoledì 12/9/12 Ore 18,30 apertura manifestazioni Ore 20,45 gran finale con l’orchestra I MIRAGE + area giovani VASCO TRIBUTE BAND Ore 24,00 chiusura festeggiamenti, pesca di beneficenza, mostre spettacolo pirotecnico e

CASCATA DALLA TORRE CAMPANARA!!! CASCATA DALLA TORRE CAMPANARA!!! CASCATA DALLA TORRE CAMPANARA!!! CASCATA DALLA TORRE CAMPANARA!!!

Il C.Z.I. CIRCOLO ZIANIGO INSIEME

Propone le proprie attività motorie-ludico-sportive, che si svolgono nella palestra par-rocchiale di Zianigo, per l’anno 2011-2012:

DANZA CLASSICA DANZA JAZZ (dai 6 anni in poi) HIP-HOP GIOCO SPORT GINNASTICA DI MANTENIMENTO : corsi pomeridiani e serali PILATES GAG SULLO STEP MEDITAZIONE ATTIVA

INFORMAZIONI E ISCRIZIONI PRESSO LA PALESTRA DAL LU NEDI’ AL VENERDI’ DAL 23 SETTEMBRE 2011 DALLE ORE 18.30 A LLE 19.30

OPPURE TELEFONARE ALLO 041433181 (ore pasti) Ricordiamo che tutte le attività possono essere svolte sia da

bambine/i - ragazze/i - uomini e donne.

I gruppi di HIP HOP saranno suddivisi in base al livello di preparazione degli allievi e sarà compito dell’insegnante formare i gruppi.

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Dal verbale 123

Informazioni sulle collaborazioni interparrocchiali e vicariali.

La Collaborazione pastorale è una forma stabile di collaborazione fra più parrocchie, chia-mate a vivere un cammino condiviso e coordinato di comunione, attraverso la realizzazio-ne di un preciso progetto pastorale. Viene promossa e sostenuta fortemente dal nostro Vescovo Gardin per rilanciare l'annun-cio e la trasmissione della fede in un tempo in cui vengono via via a calare il numero dei preti. Una gestione condivisa della pastorale impegna nelle relazione i preti fra di loro, i preti con i laici e i laici fra di loro. Con le collaborazioni le parrocchie tentano di unire le proprie forze. Nel nostro vicariato sono tre i gruppi che si sono avviati in questo cammino:

le parrocchie di Maerne, Martellago e Olmo, quelle di Spinea, Orgnano, Crea e Fornase, e infine le due di Mirano, Zianigo, Vetrego, Ballò, Campocroce e Scaltenigo.

Questi gruppi con gradualità stanno facendo un cammino insieme e tutti ci impegniamo per essere sensibili nella condivisione in questo lavoro comune. Noi 7 parrocchie del Miranese stiamo cercando di conoscerci, di scambiarci le nostre espe-rienze. Sono tre gli incontri già fatti e nell'ultimo, del 24 febbraio u.s., ci siamo interrogati su quattro ambiti: catechesi – pastorale giovanile – gruppi famiglia – Caritas; abbiamo visto in-sieme cosa viene fatto e non in ogni parrocchia. Infatti detti ambiti non sono presenti in tutte le parrocchie, ad eccezione della catechesi che è ben strutturata, c'è però modo e modo di fare catechesi.

Nel nostro cammino abbiamo momenti di preghiera in comune.

Inoltre a Spinea, coordinati da don Enrico Cavallin, è appena iniziato un percorso di cono-scenza reciproca e condivisione tra le referenti delle catechiste di tutte le parrocchie del vica-riato. Abbiamo situazioni simili ma ci sono pure delle differenze nelle metodologie, sarà im-portante e interessante proseguire questo cammino che ci arricchirà e ci aiuterà sia per quanto riguarda la formazione personale dei catechisti, sia per le relazioni che vengono a crearsi tra i catechisti stessi. Questa nostra crescita dovrebbe aiutarci nelle relazioni anche con le fami-glie dei nostri ragazzi che frequentano il catechismo.

Scambio sul metodo e tematiche della pastorale dei ragazzi e dei giovani Scout: I risultati nella pastorale giovanile ci sono perché c'è l'aiuto di un'associazione, al-trimenti non ci sarebbe continuità perché manca il sostegno e lo scambio con le altre parrocchie. Vent'anni fa c'era una situazione che oggi non abbiamo. Il mondo è cambiato molto e velocemente. I ragazzi sono attirati lontano dalla parrocchia da una concorrenza forte, non c'è più il desiderio di ritrovarsi in gruppo all'interno della parrocchia, hanno tan-te altre opportunità; si ritrovano anche su Internet... chattando. La pastorale giovanile è oggi di frontiera perché i giovani non sono abituati a stare insie-me per faticare insieme. Noi scout siamo fortunati perché riuniamo ragazzi di più parroc-chie, è la stessa filosofia delle collaborazioni pastorali. E questo va bene per tutte le attivi-tà o incontri formativi, quindi le collaborazioni diventano una necessità e l'unico modo per crescere “chi fa da sé è destinato a morire mentre chi fa assieme agli altri vive”.

ACR: Ad organizzare le attività ACR è l'equipe vicariale. Nei nostri gruppi è forte il sen-so di appartenenza ed è bello vedere e sentire che non si è soli, seguiamo un programma

LA TORRE Settembre 2012

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comune. L'Associazione è un po' come una famiglia dove i ragazzi si sentono accolti e stanno bene insie-me. Il difficile è come coinvolgere gli adulti in questa missione nella nostra parrocchia. Siamo concordi nel dire che il “servizio” è la parola chiave. Bisogna educare i ragazzi al servizio, ma man-ca il supporto delle famiglie, il messaggio che i geni-tori danno ai propri figli è che il fare gratuitamente qualcosa per l'altro è impensabile. ……………….. —————————————————

dal Verbale n° 124

Martedì 22 maggio 2012, alle ore 21.00 si è riunito in oratorio, convocato dal nostro par-roco don Ruggero, il Consiglio di Pastorale con i vari operatori di pastorale e i gruppi operanti in parrocchia. L’incontro è parte della “Settimana comunitaria e missionaria in preparazione alla festa di Pentecoste e consegna del Crocifisso a P. Fiorenzo Biasibetti missionario partente per Maputo – Mozambico”.

È con noi P. Fiorenzo accompagnato da due missionarie consacrate Gladis e Daniela. Iniziamo con un canto per invocare su noi la forza dello Spirito Santo, segue la lettura del brano di Ez. 37,1-ss “Le ossa aride”. Padre Fiorenzo guida la nostra riflessione e ci con-duce a riflettere sulla potenza dello Spirito Santo che agisce al di là di ogni nostra aspetta-tiva, anche in situazioni che a noi sembrano disperate o insperate, appunto ridando vita anche a delle ossa aride per adempiere al disegno di Dio Padre. “Nella nostra professione di fede ripetiamo più volte la parola CREDO e … credo nello Spirito Santo… che è proprio la forza che dà vita. Quando tutto è morto arriva lo Spirito Santo a ridonarci la vita. Lo Spirito dà la vita a quelle cose, storie, situazioni, che sembra-no impossibili (ad esempio in quelle relazioni che sembrano irrecuperabili…, quando la vita perde significato, diventa monotona e grigia). Lo Spirito Santo è il Signore che dà la vita se noi ci crediamo, se abbiamo fede in Lui. La missione dello Spirito Santo è l’unione, il lavorare insieme, in collaborazione con altri gruppi. Non è mai individualismo o chiusura, ma è complicità nell’amore. È l’uomo a creare delle barriere, mentre lo Spirito Santo le abbatte. Butta giù i confini tra Chiesa e società; non fa preferenze, non lavora solo all’interno della Chiesa ma apre le porte anche al di fuori perché si muove e agisce per il bene di tutti gli uomini senza alcu-na distinzione. Lo Spirito Santo ha il compito di renderci trasparenti nelle nostre opere, nelle nostre testi-monianze di vita. E il compito della missione è la vita come quella di una parrocchia: mettere insieme le famiglie tenendo presente la realtà in cui si vive.”

Dopo averci fatti partecipi di questa riflessione, P. Fiorenzo ci ha illustrato la realtà della terra d’Africa, in particolare del Mozambico e di Maputo. Attraverso immagini e com-menti abbiamo compreso che la donna è caricata di un grosso peso nella società in cui vive, è lei che porta avanti famiglia e lavoro mente l’uomo è spesso assente: “La donna lavora, l’uomo guarda”. Un proverbio africano dice “Chi educa una donna educa un popolo” e i missionari sanno bene d’essere chiamati ad un compito non facile e delicato, ma se lo Spirito Santo ridà vita alle ossa aride vuol dire che nulla è impossibile a Dio se anche noi ci crediamo e sosteniamo i nostri missionari.

LA TORRE Settembre 2012

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I l fiordo era immerso nella profonda tranquillità della notte artica. L'acqua sciabordava leggera sulla spiaggia. Avvolto dal profumato tepore della sua casa di legno, Hans il pescatore tesseva la rete della sua prossima stagione di pesca. Era solo nell'angolo del camino. La sua dolce spo-sa Ingrid riposava nel piccolo cimitero di fianco alla chiesa. Improvvisamente però risuonarono fresche risate gioiose. La porta si aprì per lasciar passare la bionda Guendalina, la sua carissima figlia, che teneva per mano il fratellino Eric.

"Guendalina, ora sei in vacanza. Vuoi prendere il mio posto a intrecciare la rete da pesca nuova men-tre io vado a riparare la barca?".

"Oh sì, papà!".

Le ore passavano. Guendalina lavorava di buona lena, maglia dopo maglia, nodo dopo nodo. Ma i giorni si aggiungevano ai giorni. La corda era sca-bra. L'appretto per impermeabilizzarla ruvido, le mani facevano male. Le sue piccole amiche si spor-gevano dalla porta: "Guendalina, vieni a giocare con noi!". E le maglie si allentavano sempre di più, i nodi erano sempre meno stretti, la corda sempre meno impermeabilizzata.

Arrivò la primavera. Il fiordo s'illuminò ai primi raggi del sole. La pesca riprese. Tutto fiero del lavoro della sua figlia carissima, Hans il pescatore imbarcò la sua rete da pesca nuova sul suo fidato vecchio battello.

"Vieni con me, piccolo Eric, per la nostra prima uscita!".

Pieno di gioia il ragazzino saltò a bordo. La barca scivolò nell'acqua. La rete affondò nelle on-de verdazzurre. Eric batteva le mani vedendo i pesci argentati saltare e guizzare nella rete ben piena. "Una pesca fantastica! Aiutami a tirare su la rete, figliolo!".

Ed Eric tirava, tirava con tutte le sue forze. Ma vinto dal peso, pluf! piombò in acqua, proprio in mezzo alla rete. "Non è niente!", pensò papà Hans, issando velocemente la rete a bordo. "La mia rete è solida! E la mia Guendalina che l'ha tessuta con le sue mani: Eric verrà su con i pe-sci!". La rete uscì dall'acqua leggera. Ahimè, al fondo aveva solo un grande squarcio... I nodi stretti male si erano allentati. Le maglie mal fissate si erano aperte. E il piccolo Eric riposava ormai in fondo al fiordo. "Ah, se avessi intrecciato ogni maglia con amore!", piangeva Guendalina.

LA TORRE Settembre 2012

E' nel quotidiano che si tesse la rete dell'eternità. Ogni giorno è un nodo. Puoi non pensarci, ma il giorno della pesca arriverà e dipenderà anche da quello che avrai intrecciato quaggiù, oggi.

La rete: maglia dopo maglia.

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29 LA TORRE Settembre 2012

Tornare indietro sulle orme di

tutti i passi di chi abbiamo incrociato e

cercare dove ci siamo abbandonati o persi

e non poter ricordare perché.

C’era un amore e i figli erano bambini,

questo mi raccontano orme piccole e leggere,

che a intervalli spariscono. In braccio i piedini

pattinano l’aria e non lasciano segni.

Poi troviamo orme che si

allontanano e lo abbiamo l

asciato accadere e

qualche volta ce ne siamo andati noi,

per curiosità, per libertà,

per necessità. Per incapacità.

O forse è arrivata una bufera, ci ha dispersi

e abbiamo pensato che fosse per sempre, e

non ci siamo cercati. Bufera di dolori,

di rancori, forse coltivati, per nasconderci

la pena di non vedere il nostro bene,

contrada stretta, con poche orme e far da guida.

A volte la bufera è stata di altri amori.

Una nuova strada, trovata oppur solo immaginata, e

come potevamo sapere che presto i passi

sarebbero stati un errare di qua e di là, e

che paura, non saper tornare.

ma è bello nel pensiero di una sera chiara,

dopo il giorno inquieto oppure abbagliato,

con gli occhi cercare fin molto lontano le orme di

quanti ci hanno dato, amato o anche

appena sopportato.

Ci hanno permesso di essere quello che siamo.

E così più liberi andare verso tutto

quel che ancora noi possiamo.

Mariapia Velapiano.

ORME

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30 LA TORRE Settembre 2012

Che dolcezza

infantile

nella mattinata tranquilla!

C'è il sole fra le foglie gialle

e i ragni tendono fra i rami

le loro strade di seta.

F.Garcia Lorca

L'altra sera, portò via

tante foglie secche il vento.

Quanta pena avranno gli alberi,

questa notte senza stelle.

Juan R. Jimenez

Già la pioggia è con noi,

scuote l'aria silenziosa.

Le rondini sfiorano le acque spente

presso i laghetti...

S. Quasimodo

Ma dove ve ne andate povere foglie gialle

come tante farfalle spensierate?

Venite da lontano o da vicino,

da un bosco o da un giardino,

e non sentite la malinconia

del vento freddo che vi porta via.

Trilussa

AUTUNNO

Addio Rondine!

Rondinella, dove vai?

Oltre il monte ed oltre il mare.

Rondinella, tornerai?

Chi si parte vuol tornare.

Lasci qui la casetta?

Si, mi attende a primavera.

Addio, bimba. Vado: ho fretta.

Hedda

Cadon le Foglie

Cadon le foglie come farfalle

ve n’è di rosse, ve n’è di gialle

volteggiano un momento

e partano col vento

E la povera pianta: là, nell’aria

rabbrividisce nuda e solitaria

M. Maltoni

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31 LA TORRE Settembre 2012

COSA AVVENNE IN UNA PICCOLA CASA A NAZARETH.

I Vangeli non raccontano soltanto degli avvenimenti sto-rici sulla vita di Gesù, storia che, fra l’altro, è fondamen-tale nel Cristianesimo, ma la Chiesa ci insegna che dagli eventi è possibile sondare in profondità il mistero di sal-vezza che tali fatti rivelano. Ora, Maria, la madre di Ge-sù, è la persona più coinvolta nel mistero di Dio con tutta la profondità del suo essere. San Luca, con poche pennel-late, racconta l’evento centrale della storia della salvezza in cui quasi tutti gli aspetti del mistero di Maria sono messi in luce: Maria, semplice figlia del popolo d’Israele (la figlia di Sion), riceve dall’Arcangelo Gabriele l’an-nuncio che sta per diventare la Madre del Messia atteso, Figlio di Davide (della stirpe di Giuda) e Figlio di Dio. A Nazareth di Galilea viveva Colei per la quale Dio è entrato nel mondo e che ha dato alla luce l’Autore della vita. Le parole dell’Angelo a questa Donna sono ripetute ogni giorno da milioni di persone che si svegliano e si addormentano con la preghiera dell’Ave Maria: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,28) Il Cristianesimo comincia con un annuncio di gioia! Il cristiano non può vivere nella tri-stezza. Maria Madre di Dio è il primo Tabernacolo per cui Dio riempie della sua presenza di amore e di gioia ogni dimora e ogni cuore. L’Angelo Gabriele, nel saluto alla Vergine, le dice: “Il Signore è con te” questa formula è frequente nella Bibbia e indica l’assistenza divina per missioni particolarmente difficili che vanno oltre le forze umane. Maria, infatti, non potrebbe concepire un bambino senza l’in-tervento di un uomo. Ecco che allora la frase “il Signore è con te” introduce un altro an-nuncio del messaggero di Dio: “Lo Spirito Santo scenderà su di te” (Lc 1,35). La potenza divina ricopre Maria con la sua ombra perché possa concepire e generare verginalmente “Colui che nascerà” e che “sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”. Il Signore è con Maria perché lo Spirito Santo è Dio e solo Dio può operare in lei il concepimento vergina-le. Maria è così la nuova Arca dell’alleanza, luogo stesso della presenza di Dio, di cui la nube che copriva la tenda del convegno contenente l’Arca ne era un simbolo. “Come avverrà questo poiché non conosco uomo?” (Lc 1,34) indica il suo proposito e decisione di verginità e la frase finale del brano: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38), il fiat di Maria, è pronunciato gioiosamente, con vi-va accettazione, infatti il termine “avvenga” (genoito) è un verbo di desiderio, una forma greca che non significa semplice accoglienza o rassegnazione, ma il desiderio pieno di gioia di collaborare con Dio, abbandonandosi alla sua volontà. L’Angelo le dice: “Non temere, Maria” (Lc 1,30), e lei risponde con piena fede in Dio: “Eccomi!”. Ogni nostra invocazione è racchiusa in questa parola di Maria: eccomi! Maria è modello e figura della Chiesa e dei credenti. In lei si realizza il progetto di Dio su ogni uomo.

Una ragazza ebrea: MARIA

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Zianigo e la sua storia: Perché via “Palazzone”

25° puntata: settembre 2012

LA TORRE Settembre 2012

Via Palazzone

R ifacendomi alla parte di storia curata dal prof. Giancarlo Boccotti nel recente libri “Da Julianicus a Zianigo”, vorrei rendere a portata della comprensione di tutti il perché di questa denominazione: il Palazzone. È molto probabile che ai tempi dei signori di Noale, cioè i Tempesta, vi fosse in questa località una qualche fortezza o fortino lungo o a lato delle rive del fiu-me Musone. Con la presa da parte di Venezia nel 1403-4 del territorio veneto, spesso dilaniato da contese e piccole guerre locali (padovani, trevisani, vene-ziani ecc.), le varie fortificazioni persero la loro importanza. Molti nobili vene-ziani si spostarono in terraferma ed entrarono in possesso, a vario titolo, delle terre conquistate con tutto quello che c’era dentro (case coloniche, edifici ru-stici, le fortezze distrutte o diroccate…). I nobili veneziani che presero possesso di questa fortezza la trasformarono in residenza nobiliare con annessi rustici e quanto poteva servire per raccogliere i prodotti agricoli delle terre circostanti. La struttura del complesso è così vasta e protetta dalle mura che è facile capire che sia diventato un vero deposito di tutti i raccolti dei molti campi condotti a mezzadria o addirittura al “terzo”. È ovvio che attorno a questa enorme “fazenda” ruotasse tutto il lavoro agricolo della zona. Uno dei primi nobili insediatisi fu Silvestro Contarini che fece edificare, in un luogo staccato, un oratorio dedicato appunto al suo santo patrono: San Silve-stro. La struttura edilizia è passata lungo i secoli ad altri proprietari ma è ovvio che le grandi dimensioni dei vari edifici, così come sono strutturati, ha dato origine al nome popolare Palazzon o Palazzone. Che cosa poteva chiamare il povero popolo di Zianigo, che abitava in capanne o casupole di paglia (casoni), un edificio così immenso se non con questo no-me dialettale? Molto più di un palazzo, cioè un palazzone!

E così tutto il territorio e le sponde che vanno dal Desman alla riva destra del Musone hanno preso pure il nome di via Palazzone. Eccetto il Castelliviero! Questo può significare che la località Castelliviero fosse molto più antica della struttura fortificata del Palazzone.

Agli storici l’ardua sentenza!

Don Ruggero