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Periodico di in Periodico di in Periodico di in Periodico di in-formazione della parrocchia formazione della parrocchia formazione della parrocchia formazione della parrocchia Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Aprile 2014 Aprile 2014 Aprile 2014 Aprile 2014 — n° 30 n° 30 n° 30 n° 30 L A A A A T O R R E

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Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo Natività della Beata Vergine Maria in Zianigo

Aprile 2014 Aprile 2014 Aprile 2014 Aprile 2014 ———— n° 30n° 30n° 30n° 30

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I nostri collaboratori: (in ordine alfabetico) A.C.R. - A.C.G. Bertoldo Arianna Coi Elisa Comelato Lena Concollato Paola De Pieri Paola Franceschet Silvia Gallo don Ruggero Lazzarini Simonetta Mason Elisabetta Scout - comunità capi Seno Giuliano Ringraziamo Il gruppo: fascicolatura e distribuzione.

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SOMMARIO:

Editoriale 3

La festa del perdono 4 Consegna dell’acquasantiera 5

Una storia lunga vent’anni 6 Gli scout a Jesolo con don Ciotti e Zanardi 7

Pellegrinaggio della pace—A.C. 8 A.C.R. Alcuni di noi 9

I giovani dell’A.C.G. 10 Giochiamo insieme 11

Un capitello per San Giuseppe—inaugurazione 12

Cuore missionario: un libro per Gesù povero 14 ACS - ATS pro Terra Sancta - Baby Hospital 15

Un anno con papa Francesco 16

A proposito di: La Medicina dei semplici 17

Eutanasia: legge shock 18 Il fumo e gli adolescenti 19

Il salto della mosca al naso 20

Bilancio parrocchiale 21 ACLI 22

Uno sguardo alla nostra pastorale 24

Hanno ricevuto il Battesimo 27 nuove famiglie cristiane 28

Sono tornati alla Casa del Padre 28 Frammenti di storie. 29 L’angolo della poesia 30

Le nostre radici 32

In questo numero troverete la busta parrocchiale di Aprile. Grazie per quello che potrete liberamente fare!

LA TORRE aprile 2014

RECAPITO DELLA PARROCCHIA di ZIANIGO: Via Scortegara, 166 Tel. 041430411 Questo giornalino è pubblicato su: www.parrocchia.zianigo.it www.collaborazionepastoralemiranese.it

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Pasqua 2014

Cari parrocchiani,

Fare Pasqua significa per ogni cristiano

ricordare a se stesso e rivivere nel suo cuore

il mistero di amore infinito che Gesù ha vo-

luto dimostrarci con la sua passione - morte

e resurrezione. Questa memoria non è solo

un ricordo del passato, come fa di Gesù anche lo storico romano

Tacito nei sui “Annali”, ma per noi credenti è lasciarci toccare e

trasformare dalla sua Persona come dice San Paolo nella lettera ai

Galati: “Gesù mi ha amato e dato se stesso per me… non sono più

io che vivo: è Cristo che vive in me” (Gal. 2,20).

Questo è l’augurio che rivolgo a tutti voi: che Gesù risorga con

il suo Spirito nel cuore di ognuno di noi e nelle nostre famiglie. Co-

me dice Papa Francesco “Non lasciamoci rubare la speranza”.

il vostro Arciprete don Ruggero Gallo.

LA TORRE aprile 2014

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LaLaLaLa prima Confessione è un passo importante per un bambino, è prendere coscienza degli errori, dei peccati che anche i piccoli fan-no… magari piccoli come loro, ma i peccati ci sono. I bambini capiscono quando sba-gliano ma anche per loro a volte è difficile ammetterlo, forse copiano da noi adulti? Arianna, la loro catechista, li ha preparati all’incontro con Gesù… un incontro speciale perché nella Confessione loro, per la prima volta, si affidano totalmente a Gesù, si confi-dano attraverso la figura del sacerdote. E Gesù, dopo averli ascoltati, dona loro il per-dono e l’abbraccio di Dio Padre.

Ma le prime confidenze i bambini le hanno fatte proprio ad Arianna, ad alcuni di loro ha chiesto: “Il 6 aprile farai la tua prima Confessione… per la prima volta chiederai perdono a Dio con l’aiuto del sacerdote, cosa provi nel tuo cuoricino?” E loro hanno così risposto:

Con la loro semplicità e spontaneità a volte i bambini ci dicono cosa veramente è importante. Il timore della Confessione prende anche noi adulti, ma i bambini, con le loro semplici paro-le, ci ricordano che nulla è più bello dell’abbraccio di Dio Padre.

SL

Il 6 aprile 2014 si sono

accostati al Sacramento della prima Confessione:

Basana Giulia

Bertolin Giorgia

Calzavara Nicole

Franceschini Giovanni

Giacomazzo Filippo

Lo Nigro Federico

Masiero Gabriel

Mion Francesco

Mion Annalisa

Piacentino Jacopo

Piato Giorgia

Semenzato Jacopo

Silvestro Daniel

Stella Simone

Tilotta Alessio

Tondato Angelica

Toniolo Riccardo

Veronese Matteo

Zancanaro Erica

Semenzato Jacopo: “Io provo già tanta gioia”

Bertolini Giorgia: “Ho capito che mi to-glierò un peso dal cuore”.

Stella Simone: “Credo che sia molto bello, non vedo l’ora”.

Piato Giorgia: “Ho un po’ di paura, sento che è qualcosa di grande”

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D omenica 19 gennaio 2014 i ragazzi di quin-ta elementare hanno fatto memoria del loro

Battesimo. Sono entrati in chiesa insieme por-tando i simboli del Battesimo: olio, acqua, veste bianca e luce, poi un fiore bianco ciascuno , un segno di purezza; al ter-mine della cerimonia i fiori sono stati posti pres-so il fonte battesimale. L’idea è nata dopo aver letto la lettera pastorale “Se tu conoscessi il dono di Dio…”! Del nostro ve-scovo Gianfranco Agosti-no Gardin, e averla com-mentata con le catechiste

e il nostro parroco don Ruggero. Abbiamo sentito la necessità di riscoprire con i ragazzi le date del nostro Battesimo. Abbiamo iniziato la ricerca, poi una serie di riflessioni sul come e perché i nostri genitori hanno deciso di

farci questo dono “il Battesimo” e cosa vuol dire per i ragazzi essere battezzati e far parte della comunità cristiana. Queste riflessioni ci hanno aiutato, in modo particolare i ragazzi, a sentirci parte integrante della grande famiglia di Dio. Abbiamo fatto un elenco con i nomi dei ragaz-zi e accanto le date del loro Battesimo… date da festeggiare con la stessa importanza, anzi di più, del compleanno, facendo festa.

Lena e Paola.

LA TORRE aprile 2014

Consegna dell’acquasantiera Se tu conoscessi il dono di Dio…

A scolta, o Padre, la nostra preghiera: “Perché il dono che abbiamo ricevuto

con il Battesimo alimenti in noi ragazzi la sete del Signore Gesù e ci sia d’aiuto nel nostro cammino di preparazione alla Cresima”. Così si sono rivolti a Dio Padre i ragazzi di terza media domenica 23 marzo 2014 durante la celebrazione eucaristica.

Ci siamo insieme preparati a far memoria del dono del Battesimo… il dono che da semplici creature soggette al male originale ci ha fatto rinascere quali figli di Dio. Le parole "battesimo", "battezzare" derivano dal greco (βάπτισµα, βαπτίζειν), dove la radice corrispondente indica "immergere nell'acqua"; in effetti il battesimo simboleggia il seppelli-mento dell'uomo "vecchio" nella morte di Cri-sto per la rinascita dell'uomo nuovo in Cristo. Esiste un dono più grande? E questo dono che abbiamo ricevuto per grazia di Dio lo hanno chiesto per noi i nostri genitori, quando noi eravamo troppo piccoli per averne coscienza. Grazie allora per il loro amore che continua ad accompagnarci ogni giorno, nella quotidianità. Abbiamo riflettuto sulle parole che Gesù rivolge alla donna Samaritana presso il pozzo:

“...chi berrà dell’ac-qua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi l’acqua che io gli darò diven-terà in lui una sor-gente d’acqua che zampillerà per la vita eterna”. L’acqua che ci dà Gesù è la sua grazia, il suo spirito che ci riempie e che non può rimanere nascosto… anzi zampillerà per la vita eterna, cioè per sempre. Ecco a cosa siamo chiamati noi tutti battezzati, a rendere visibile la nostra fede cristiana e co-me una sorgente d’acqua che non si può fer-mare, ma scorre libera, così anche noi non pos-siamo tacere la gioia d’essere cristiani.

Durante la S. Messa i ragazzi di terza e secon-da media, e noi catechiste, abbiamo poi ricevu-to l’acquasantiera con incisa la data del nostro Battesimo. Poi tutti quelli che sono stati bat-tezzati in marzo si sono recati al fonte battesi-male baciandolo e posando un fiore!

S.L.

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C i sono tanti i modi per racconta-re e celebrare il “20° compleanno” del nostro gruppo scout "ZIANIGO 1." Una storia lunga vent’anni, di impegno e di cammino, di fatiche e di crescita, di avventure e di gioia, ovvero come diciamo noi scout: di strada. Vent’anni impegnati-vi, ma pieni di incontri e di soddisfa-zioni; pieni di volti di adulti diventati genitori e di ragazzi diventati adulti; vent’anni di vita vissuta in pieno nella comunità e con la comunità. Tanti i ricordi, tantissimi gli aneddoti diver-tenti, le preoccupazioni e le fatiche affrontate e superate: tutte sfaccettature di un’avventura vissuta da scout, con la gioia e la leggerezza di chi la vita se la “gioca” appieno, nella convinzione di essere protagonisti nella costruzione di un futuro mondo migliore. Qua-si la storia di un albero che è stato piantato da coraggiosi pionieri in un terreno vergine, e poi curato con attenzione ed amore e fatto cresce-re. Così è cresciuto il grande albero dello Zianigo, albero capace di piantare le sue radici molto profondamente nel suo territorio ed insieme di diventare una pianta maestosa, ricca di sempre nuovi rami, gemme e frutti e capace di allarga-re la sua chioma fino a portare risposte anche alle vicine necessità. Prima i ragazzi dello Spinea, ora i ragazzi del territorio delle parroc-chie di Santa Maria di Sala: da scout, sempre pronti a fare del loro meglio per aiutare gli al-tri. In questo modo il nostro Gruppo Scout conti-nua la “Festa” del suo compleanno. Il 23 mar-

zo, a Veternigo, ha ufficialmente aperto il se-condo branco di lupetti (ragazzi dagli 8 ai 12 anni) che entrano, attraverso la cerimonia della “PROMESSA” nella grande famiglia dello scautismo. Ora oltre ai lupi del "Fiore Rosso" ci sono anche le zampe tenere del "Popolo Li-bero". E’ un regalo il nostro Gruppo che fa ma che insieme riceve: aiuta ragazzi che non abi-tano direttamente nel territorio di Zianigo a mettersi alla prova nel “Grande gioco” che è similitudine della vita, ed insieme apre i suoi orizzonti e speranze, con un gesto che potreb-be essere precursore di simili scelte in molte altre realtà, vicine e anche più lontane. Questo l’inizio, ma non ci fermiamo certo qui. Abbia-mo già pensato e stiamo costruendo, con i tanti che hanno vissuto assieme almeno un tratto di questa avventura, altre tantissime occasioni per festeggiare, con la comunità e nella comu-nità. A presto,

la Comunità Capi

SONO AMICI DI TUTTI E FRATELLI DI OGNI ALTRA GUIDA E SCOUT…… …LA FAMIGLIA SCOUT DI ZIANIGO DIVENTA PIU’ GRANDE!! !

UNA STORIA LUNGA VENT’ANNI

N.B.: A tutti i genitori di Zianigo che hanno figli tra gli 8-12 anni offriamo la possibilità di cono-scere il mondo scout e a far vivere i loro figli questa esperienza meravigliosa. Contattateci!

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I “sogni sono responsabilità” questo il titolo dell’evento a cui

i ragazzi del clan dello Zianigo 1 hanno partecipato il 16 Febbraio al pala Arrex di Jesolo. I nostri ragazzi però non erano soli, infatti erano circondati da più 4000 ca-micie azzurre che condividevano con loro lo stesso mondo dello scautismo e lo stesso entusiasmo. L’evento nato come incontro pre-paratorio per quello che sarà la Route nazionale a San Rossore a cui parteciperanno più di 33.000 ragazzi con un età compresa tra i 16 e i 21 anni, voleva dare la pos-sibilità di condividere esperienze, idee e opinioni legate dal filo del CORAGGIO. L’incontro intervallato da musi-che, video, e racconti proponeva tematiche molto forti, e mature in particolare, poi, attraverso le figu-re di Don Ciotti, e Alex Zanardi. Don Ciotti, è il fondatore del gruppo Abele e dell’associazione Libera, una vita dedicata agli altri, alla lotta contro le mafie e le in-giustizie nelle classi più umili. Questo piccolo uomo, ma con un grande coraggio, sostiene “ Biso-gna trasformare i no necessari in noi, il cambiamento, l’innovazio-ne, il miglioramento ha la necessi-tà di ognuno di noi.” Con la sua voce forte e sicura Don Ciotti, vuole trasmettere ai giovani che nella vita bisogna avere anche paura, essere consci dei propri limiti, perché , tutto ciò, è simbolo di autenticità e quindi anche di

grandezza. Non si vergogna a rac-contare che lui stesso ogni giorno prega, chiedendo a Dio “le sue dolci pedate” per andare avanti . Andare avanti nonostante tutto, combattendo per la giustizia e la pace, non ac-cettando passivamente gli orrori della vita. Termina poi il suo in-contro salutando i ragazzi e invi-tandoli a non essere cittadini a intermittenza, abitando il tempo attraverso responsabilità e cono-scenza. Seconda testimonianza di corag-gio viene proposta con la figura di Alex Zanardi pilota automobilisti-co e ciclista su strada, dopo il gra-ve incidente del 2001 che gli ha provocato la perdita degli arti in-feriori, è riuscito a rialzarsi da tale situazione e diventare più forte di prima. Un eroe, un simbolo lo potremmo definire, eppure lui si sente un semplice uomo che ha trovato la forza e il coraggio di andare avanti. Alla domanda che cos’è lo scautismo? Zanardi ri-sponde con tre semplici parole: sorriso, onestà, e serenità. E’ sempre stato colpito ,infatti, dal modo con cui il mondo scout rie-sce ad ottenere i propri obiettivi sempre attraverso la correttezza, senza scorciatoie o cattiverie. L’i-ronia è la sua principale caratteri-stica ma con profonda serietà rac-

conta che per lui il coraggio è “una sorta di conto matematico che dobbiamo farci nella testa: a quel punto, anche se il conto va a ribasso, anche se tutto sembra im-possibile, bisogna trovare una strada che ci porti comunque ad un successo, magari apparente-mente insignificante. La somma di queste piccole soddisfazioni sa-ranno la chiave del nostro futuro”. Momento molto importante per tutti questi ragazzi è avvenuto du-rante la pausa pranzo in cui, i Ro-ver e le Scolte hanno potuto guar-dare e condividere i propri lavori realizzati durante l’anno sempre sul tema del coraggio. Vengono toccate tematiche forti: amore, futuro, lavoro, cittadinanza, parole piene di interrogativi problemati-che alle quali i ragazzi hanno cer-cato di dare risposte e soluzioni. Tanto coraggio, quindi, si poteva respirare a Jesolo, tanta voglia di mettersi in gioco, di divenire i protagonisti del nostro tempo. Bravi ragazzi e buon cammino per la vostra Route!!!

Elisabetta Mason - clan Zianigo1

GLI SCOUT A JESOLO

CON DON CIOTTI E ALEX ZANARDI

Domenica 16 febbraio al Pala Arrex di Jesolo c’è stato il primo raduno di scout, che vedrà poi riuniti in agosto 30mila giovani scout di tutt’Italia. 4mila gli scout, tra i 16 e i 21 anni di età, so-no arrivati nel litorale jesolano per partecipare a un’intera giornata dedicata al tema:

“I sogni sono responsabilità”.

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N el 2004 cadeva il muro che separava Gorizia da Nova

Gorica. Dopo più di mezzo secolo - nel 1947 erano state separate - le due città sono tornate ad essere un solo centro abitato, anche se di due nazioni diverse (Italia e Slo-venia). Fu un trattato di pace a stabilire che la città fosse divisa in due da un muretto alto 50 cen-timetri e sovrastato da un reticola-to in ferro battuto. Il cosiddetto Muro di Gorizia era, in realtà, una recinzione - un mu-ro in calcestruzzo di alcuni centi-metri sormontato da una ringhiera ad altezza d'uomo - costruita nel 1947 e collocata lungo il confine italo-jugoslavo all'interno della città di Gorizia. Il "muro" separa-va l'abitato goriziano rimasto ita-

liano dai quartieri periferici e dal-la stazione ferroviaria della linea Transalpina, che furono annessi al termine della seconda guerra mondiale alla Jugoslavia. Nel 2004, a seguito dell'ingresso della Slovenia nell'Unione euro-pea, ne è stata smantellata la por-zione che divideva in due il piaz-zale della Transalpina. La città di Nova Gorica (Nuova Gorizia) sorse successivamente alla separazione con l'intenzione di contrapporre simbolicamente i progressi del mondo socialista a quello capitalista, e la piazza della Transalpina divenne uno dei sim-boli della separazione politico-ideologica tra l'Europa occidenta-le e quella orientale durante gli anni della guerra fredda.

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Da 10 anni i cittadini di Gori-zia attraversano la piazza della stazione senza chiedere permesso a nessuno. Ma gli uomini purtroppo non im-parano mai abbastanza dalle vi-cende del passato! E così in que-sti anni sono sorti ancora altri e alti muri, e lunghissimi, che divi-dono i popoli: vedi il muro che divide Israele e Palestina, gli Stati Uniti e il Messico, l’India e il Bangladesh, e altri ancora! Per quanto dipende da noi apria-mo porte e finestre!!!

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Pellegrinaggio Vicariale della Pace a Gorizia - A.C.

I n una fresca e assonnata Domenica di gennaio, esatta-mente il 26, molti di noi si sono ritrovati nel parcheggio auto degli istituti superiori di Mirano. Erano circa le 7.45 quando il pullman è partito da Mirano con meta Gorizia. A dieci anni dalla caduta dell’ultimo muro esistente in Europa e passante proprio per Gorizia, si è voluto toccare con mano e ascoltare dalla voce di un testimone l’espe-rienza di chi ha vissuto in una situazione di separazione da persone e da affetti familiari a causa di un muro. Il Pellegrinaggio infatti riproponendo uno slogan di Giovanni Paolo II “Abbattere muri e costrui-re ponti” aveva l’obiettivo di farci riflettere sui tanti muri, materiali e non, che caratterizzano an-cora oggi le vite personali di ciascuno.

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Q uesto periodo ci ha visto impegnati in molte attività: Will.I.Am, Presepi Caselle,

vendita torte, veglia di Natale, concorso prese-pi, pellegrinaggio a Gorizia, assemblea AC; ora faremo l’uscita AC Zianigo a Trento, ‘Battere Marzo’, carnevale con Giochiamo Insieme e Scout. Cos’hanno in comune tutte queste cose? La voglia di esserci da parte di tutti, di essere un’associazione che lavora bene insieme, che si diverte e cresce assieme. Gra-zie ragazzi, grazie animatori, grazie genitori, grazie Don, gra-zie AC.

Luca, il Presidente

C iao a tutti sono Simone, a me e a mio fratello è pia-

ciuto il pellegrinaggio a Gorizia soprattutto il vecchio treno e il gioco che abbiamo fatto sui con-fini con la Slovenia è stato inte-ressante capire come è stato dif-ficile per i due popoli essere di-visi dal muro. Ciao da Simone e Filippo

C iao a tutti, venire all' acr è molto divertente, ma non

solo, è divertente perché ci si ritrova tutti in-sieme e ci si diverte. Si può conoscere perso-naggi nuovi, andando sempre in nuovi posti. Poi, sembriamo una grande famiglia che si riunisce quasi tutte le domeniche. Insomma venire all'acr è bello. Ciao a tutti da Arianna.

C iao!!!! Le attività svolte in questo ultimo perio-

do sono state molto interessanti. Abbiamo ri-flettuto molto soprattutto sul tema del muro di Gorizia e da questa è nata una discussione che finiremo di trattare nelle prossime domeniche di attività ACR. Abbiamo disegnato e scritto della riflessioni

su un cartellone raffigurante un parco giochi. Questo è suddiviso in vari spazi interni (riguardanti l'ACR) e esterni (discoteca, scuo-la, sport....). Questo periodo di attività è stato importante per me perché mi ha fatto riflettere in buona compagnia...... Non voglio frainten-dere quello che ho detto perché questo periodo non è stato noioso ma divertente. Ciao alla prossima Francesca P.

Q uando si prova a scrivere dentro questo spazio, è come trovarsi sul bordo di una

piscina, sul trampolino per l’esattezza, e voler-si tuffare. Non sai mai come sarà il tuffo ma, finché non provi, non puoi conoscere il risulta-to. Puoi anche decidere di voltarti e tornare indietro. In tal caso non ti bagni, non rischi di farti male, non rischi neppure brutte figure: non fai niente, non rischi niente. Niente. Noi però non siamo fatti per non fare niente. C’è sempre un momento del nostro tempo nel qua-le ci chiediamo: perché non ho saltato? Perché ho fatto il “niente”? Ce lo chiediamo con ri-morso? Papa Francesco ci ricorda continuamente, set-

LA TORRE aprile 2014

A.C.R. : ALCUNI DI NOI

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E ntriamo ora nel terzo modulo del nostro cammino annuale: UGUALI E DIVERSI, dove la parola chiave è FRATERNITA’. Gli obiettivi sono: aiutare i giovanissimi a scoprire che siamo unici proprio grazie alle nostre diversità, educarli a considerare la diversità come occasione di relazioni autentiche, aiutarli a sentirsi fratelli non perché tutti uguali, ma perché figli dello stesso Padre. A seguito di questo confronto, abbiamo fatto dei giochi, Shanghai e Domino, a dimostrare che ognuno ha delle abilità particolari, dei punti di forza, ma che lavorando insieme, si raggiunge un punteggio più alto e più velocemente!! Ci è stato consegnato dagli animatori la sagoma di un viso che dovevamo riempire raffiguran-do noi stessi. Poi i disegni sono stati mescolati e ognuno doveva indovinare chi ne fosse l’au-tore e quindi raffigurato, e poi dire che sentimenti, emozioni, sensazioni gli trasmetteva. UN CALDO SALUTO DAL GRUPPO ACG: Elia Federico Lorenzo Luca Riccardo Stefano .... E gli animatori Giorgia e Luca

timana dopo settimana, che un buon cristia-no deve essere presente nei mille aspetti del-la vita. Sociale, politica, parrocchiale, fami-liare, lavorativa, anche durante lo studio, lo sport, il gioco e nelle attività meno impegna-tive. Insomma ovunque. Mi chiedo allora se riesco ad essere così. Torno indietro? Salto o non salto? Certo potrei sedermi sul trampoli-no e lasciarmi dondolare: che bello! Per sempre? Può essere una scelta “comoda”, questa. Sì ma, per quanto tempo? E chi lo decide, io? Ma il tempo non mi appartiene. Il tempo è Suo. Non c’è niente da fare. Il rischio è grosso. Ad un certo momento po-trei accorgermi di non avere più tempo. Per quanto voglia rimanere tranquillo(a), la mia coscienza mi dice di no. Prima o poi devo provare a saltare. Allora mi preoccupo. Ma se non so tuffarmi! Non so neppure nuotare! Lui mi fa capire che non serve, basta provare a saltare e avere fiducia.

Lasciare delle parole su questo spazio, in fin dei conti, è come tuffarsi da quel trampolino. Non importa come sarà il tuffo, non importa neppure se penso di fare brutta figura. E’ un’esperienza molto simile alle mille espe-rienze più o meno difficili che affrontiamo nella vita di tutti i giorni. Tra queste, ci met-to anche l’impegno in AC. Potrei così accor-germi che una volta tuffato(a), non è neces-sario saper nuotare, ma camminare, perché l’acqua non è poi così profonda. Per questa seconda fase del percorso AC, a tutti i ragazzi, agli animatori, ai genitori e a me, vorrei regalare un momento dedicato alla riflessione, nel quale porci una impor-tante domanda: salto o torno indietro? Vi (mi) auguro una scelta decisa, coraggiosa e ... un grande tuffo, per mettersi sempre in gioco! Ettore.

10 LA TORRE aprile 2014

Segue A.C.R. : ALCUNI DI NOI

I giovani dell’A.C.G.

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E ccoci qua, ci presentiamo

siamo il gruppo

“GIOCHIAMO INSIEME” , nato

da un idea del circolo Noi che,

attraverso un corso di forma-

zione animatori ci ha spinti a fa-

re questa nuova esperienza.

Attualmente siamo una decina di

genitori che organizzano ogni

prima domenica del mese, un po-

meriggio ludico/educativo dove i

ragazzi e i propri genitori possono

stare insieme attraverso il gioco.

Lo scopo principale del gruppo è di

creare nuove amicizie tra i ragazzi

e i genitori e riuscire nel tempo a

suscitare il desiderio di diventare a

loro volta i protagonisti di queste

domeniche.

Ci piacerebbe che i genitori si la-

sciassero coinvolgere nel gioco con i

propri figli per sentire la bellezza

che questo può portare.

In questi mesi abbiamo proposto va-

rie attività: dai giochi di gruppo ad

uno spettacolo teatrale ispirato alla

favola di “Alice nel paese delle me-

raviglie”, al mago che ha intratte-

nuto bambini e genitori con svariate

magie e con il fantastico gioco delle

bolle di sapone.

11 LA TORRE aprile 2014

“GIOCHIAMO INSIEME”

Abbiamo festeggiato la popolare

“Piroea Paroea” con l’aiuto di Don Rug-

gero e l’arrivo della Befana ha entu-

siasmato i bambini.

A carnevale assieme ai gruppi di Azio-

ne Cattolica e Scout attraverso giochi

bans e balli abbiamo passato il pome-

riggio in allegria e ovviamente gustato

buonissime frittelle e galani offerte

dai genitori.

E’ davvero una grande soddisfazione

sentire dai genitori che i propri figli

non vedono l’ora di venire a questi in-

contri. Saremmo contenti se altre

persone volessero mettersi in gioco e

darci una mano.

Se vuoi dare un aiuto chiedi a Don

Ruggero lui ti dirà a chi rivolgerti.

E allora ……… GIOCHIAMO INSIEME !!!!!!!!!

Silvia.

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12 LA TORRE aprile 2014

Un capitello per San Giuseppe

G ià i Romani, dove si intersecavano le strade del Graticolato, deponevano dei

cippi o piccole edicole dedicate alle divinità del suolo per chiederne la protezione. Era que-sto un segno della forte religiosità, seppur pa-gana, che legava quel popolo alle divinità. Con l’avvento del Cristianesimo questa tradi-zione si mantenne viva con la costruzione, in questi incroci, di capitelli dedicati a Maria o ai Santi. E così all’incrocio tra via Desman e via Contarini, nel 1959, le famiglie della zona vol-lero costruire un capitello al nostro San Giu-seppe. Il motivo della costruzione del capitello è stato determinato da un incidente sul lavoro nel 1958 di Giuseppe Ragazzo, che andò a buon fine. Giuseppe Ragazzo allora si fece promotore di edificare nel 1959 un capitello dedicato a S. Giuseppe, in segno di ringraziamento. Questa costruzione subì nel 26-6-2012 un im-patto abbastanza forte dall’urto frontale di un’auto. Il capitello resistette e impedì all’auto di finire nel piccolo canale, anche il ferito riu-

scì a supe-rare il gra-ve colpo provocato

dall’impatto. Ma il capitello risentì della botta tanto che è stato necessario intervenire in mo-do radicale. Con l’occasione si è voluto appor-tare qualche abbellimento, qualche protezione maggiore sia per chi guida sia per il capitello, sperando che non succedano altri “impatti”. L’assicurazione dell’auto investitrice, dopo un lungo tira e molla, ha risarcito il danno per € 12.100 che sono serviti a coprire il costo delle opere murarie dell’impresa, degli altri materia-li e del restauro della statua di S. Giuseppe. Ringraziamo però anche altri volontari che hanno offerto gratuitamente la loro opera per alcuni lavori extra non conteggiati nella spesa generale. Grazie e grazie ancora a chi ha pre-parato la festa di inaugurazione del 22 marzo 2014 e a chi avrà cura del capitello. Ho pensato di apporre una seconda dedica al capitello (in latino) per lasciare ai posteri la memoria di questo restauro. Io spero, come credo anche voi, che tutti coloro che passeran-no di fronte a questo piccolo capitello abbiamo un pensiero a Gesù, Giuseppe e Maria pregan-do con l’invocazione: “Gesù, Giuseppe e Ma-ria vi dono il cuore a l’anima mia”.

Don Ruggero

Hoc capitellum dirutumHoc capitellum dirutumHoc capitellum dirutumHoc capitellum dirutum

Parochia ac decumani CivesParochia ac decumani CivesParochia ac decumani CivesParochia ac decumani Cives

iterum fecerunt iterum fecerunt iterum fecerunt iterum fecerunt

artificibus:artificibus:artificibus:artificibus:

Alessandro antonelloAlessandro antonelloAlessandro antonelloAlessandro antonello

Andrea centenaroAndrea centenaroAndrea centenaroAndrea centenaro

Michele nieroMichele nieroMichele nieroMichele niero

Davide stellaDavide stellaDavide stellaDavide stella

Martina volpatoMartina volpatoMartina volpatoMartina volpato

Roberto bertoldoRoberto bertoldoRoberto bertoldoRoberto bertoldo

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Paolo CaravelloPaolo CaravelloPaolo CaravelloPaolo Caravello

Aldo barbieroAldo barbieroAldo barbieroAldo barbiero

Pio spolaorePio spolaorePio spolaorePio spolaore

Luciano vescovoLuciano vescovoLuciano vescovoLuciano vescovo

Adriano vescovoAdriano vescovoAdriano vescovoAdriano vescovo

Franco bettioFranco bettioFranco bettioFranco bettio

Walter bisonWalter bisonWalter bisonWalter bison

Et aliorum fideliumEt aliorum fideliumEt aliorum fideliumEt aliorum fidelium

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A.D. MMXIVA.D. MMXIVA.D. MMXIVA.D. MMXIV

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ANTE DIEM XI KALENDAS APRILESANTE DIEM XI KALENDAS APRILESANTE DIEM XI KALENDAS APRILESANTE DIEM XI KALENDAS APRILES

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PAROCO RUGGERO GALLOPAROCO RUGGERO GALLOPAROCO RUGGERO GALLOPAROCO RUGGERO GALLO

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13 LA TORRE aprile 2014

Inaugurazione e benedizione del capitello San Giuseppe - 22/03/2014

S abato 22 marzo, alle ore 15, una grande folla si raduna presso il parco della fami-

glia Vescovo Pietro per la S. Messa d’inaugu-razione del capitello S. Giuseppe. È bello tro-varsi in tanti sotto gli alberi a pregare e canta-re. Ci sono gli abitanti del posto, i ragazzi dell’A.C., alcuni scout, il gruppo dei Fiorelli-ni-Avid, il Coro della Natività e tanti e tanti amici… Fanno servizio di chierichetti al-cuni bambini e i ragazzi dei Fio-rellini. Il popolo seduto sulle pan-chine ascolta e partecipa con stu-pore e calore! Alla fine della S. Messa il parroco fa consegnare un “santino” del nuovo capitello a tutti i presenti e… Chi arriva adesso?! Arriva un’asi-nella chiamata Bianchina, che trai-na una carrettina adornata di fra-sche verdi! Per fare che cosa? Per trasportare la statua di S. Giusep-pe al capitello. La statua è sostenuta dai bambini che salgono anche loro sulla car-retta e piano piano… cantando si arriva al capitello con tutto il po-polo. Il capitello è abbellito da bandieri-ne colorate che rendono più acco-gliente il luogo. La nostra sindaca, Maria Rosa Pavanello, saluta la gente e ringrazia tutti gli organiz-zatori. La statua viene posata all’interno del capitello e insieme si recita la preghiera del santino: “A te, beato Giuseppe”. I presenti poi si sono fermati pres-so la famiglia Bettio che ha messo a disposizione lo spazio, buon vi-no, salami… e dolci portati anche dai vicini. Grazie. S. Giuseppe ha riunito il popolo e tanta gente che

magari non si conosceva. Anche questo è un piccolo miracolo. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a vario modo alla riuscita dell’opera e della festa, e grazie a Vincenzo e a Denis per aver messo a disposizione il mezzo di trasporto e la nostra “Bianchina”.

Don Ruggero.

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Stiamo continuando il lavoro cominciato

proprio l’anno scorso di aiutare scolastica-mente i ragazzi della missione. La scuola do-vrebbe passare gratuitamente i libri ma di fatto da’ un solo libro, di una sola materia e a volte nemmeno quello. L’assurdo è che addi-rittura è vietato comprare i libri di testo...

I ragazzi devono imparare le materie scolasti-che senza libri. I dizionari neanche sanno co-sa siano. Imparare la storia, la geografia, la matematica senza libri è difficilissimo. di fatto i bambini arrivano alla seconda media, molte volte, senza sapere leggere e scrivere.

Una ragazzina di 14 anni è venuta in chiesa l’altro giorno e mi ha detto: Padre, giochiamo a imparare a leggere. Si chiama Noria, vive con la zia che è in una sedia a rotelle. Si alza alle 4,30 per spazzare il cortile, lavare i suoi pochi vestiti, preparare il pranzo per la zia e poi alle sette va a scuola, ma non ha un libro. E’ in quinta elementare ma non sa scrivere neanche il suo nome. Ieri le ho dato dei colori e dei quaderni, ma abbiamo bisogno di comprare libri.

La scuola vicino alla nostra chiesa ha 2400 alunni e ha sette aule...solo in un’aula ci sono dei banchi....tutti gli altri alcuni seduti per terra nelle classi e gli altri seduti per terra sotto gli alberi. So-no classi da 60 alunni ciascuna, natural-mente quando piove non si può far le-zione.

Molti bambini fanno un percorso di mezz’ora e più a piedi per raggiungere

la scuola e per tornare a casa, sotto il sole cocente o sotto la pioggia...

Stiamo offrendo del doposcuola ma dobbiamo fornirci di strumenti didattici, soprattutto libri perché i bambini possano studiare. Vorremmo quindi con il vostro aiuto allestire una “biblioteca”. Cioè un armadio con dentro un po’ di libri, dei dizionari, delle cartine geo-grafiche, delle immagini colorate perché qui si va avanti a fotocopie grigie e tutto torna gri-gio davvero.

Il vostro aiuto sarà prezioso. Le scuole nella nostra missione sono a decine e tutte nella situazione che vi ho descritto...c’è molto da fare.

Vi ricordo con affetto, P. Fiorenzo Biasibetti.

“Un libro per Gesù povero”.

La Quaresima, tempo dell'ascolto e della condivisione "Così dice il Signore: Ritornate a me con tutto il cuore!”. Accogliere questo appello al ritorno – cioè alla conversione – comporta mettersi in cammino, consapevoli che per incontrare Dio e il suo amore occor-re avventurarsi nel "deserto". Come vi ha condotto Gesù, all´inizio della sua missione (Luca 4,1), così lo Spirito vuole che ciascuno di noi si inoltri nel deserto, per mettersi a confronto con se stesso, con il proprio peccato e con la Parola che salva. Vivere e testimoniare tutto ciò, in questo tempo, significa anche rendersi disponibili ad una condivisio-ne sempre più totale con i fratelli che soffrono e che sono emarginati, accogliendo le iniziative di soli-darietà che la comunità cristiana promuove nella "Quaresima di carità".

LA TORRE aprile 2014

La nostra parrocchia, con P. Fiorenzo, propone:

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AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE

N el 2003 i cristiani a Mosul, in Iraq, erano 35.000. oggi non arrivano neanche a 3.000. Negli ultimi 10 anni questa città è diventata per i cattolici luogo di martirio.

Negli ultimi anni la nostra Opera sta sostenendo con ancor maggiore impegno la Chiesa in Iraq, perché i cattolici rimasti vivono nella paura. I genitori hanno per i loro figli un desiderio fortissimo: vorrebbero farli giocare, disegnare, imparare, far si che conoscano la fede cristiana. Sono consapevoli che in Iraq è un segno di-stintivo che provoca intolleranza e violenza, ma credono che la fede in Cristo dei loro figli sia più forte di tutto questo. Desiderano un asilo e questo sogno è stato condiviso e fatto proprio dall’Arcivescovo di Mosul dei Siri. L’asilo sarà costruito su un terreno vicino alla parrocchia “San Giorgio”. Sarà affidato alle suore che ne garantiranno una gestione attenta e si dedicheranno alla formazione dei bambini che lo frequenteranno.

“Hanno fiducia in noi - dice Massimo Ilardo, direttore dell’ACS Italia - perché sanno che, da sempre, siamo a fianco della Chiesa perseguitata. E la nostra Opera conta sui benefattori.”

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ACS è Opera di diritto pontificio fondata nel 1947, sostiene la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata e priva di mezzi. Nel 2012 ha raccolto oltre 90 milioni di € nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 5.604 progetti in 140 nazioni.

PRO TERRA SANCTA

Custodi dei luoghi sacri da più di sette secoli, i nostri fratelli francescani sono anche custodi delle “pietre vive” della cristianità soprattutto le più deboli, le più fragili. E chi è più debole e fragile di un bimbo? Sono tanti i bambini di Betlemme cui i Francescani tendono la mano, garantendo loro istruzione, pasti quotidiani, assistenza medica e un’esistenza più serena.

Fra Pierbattista Pizzaballa, presidente di ATS, ci invita a non dimenticarci della loro a missione nella Terra dove è nato Gesù.

IL NOSTRO MESSAGGIO DI GIOIA: È IL SORRISO RADIOSO DI UN BAMBINO

“Sono passate solo poche settimane da quando abbiamo inaugurato la nostra unità di terapia intensiva. E già ora non riusciremmo a pensare al quotidiano ospedaliero senza quei due letti per bambini e quei cinque lettini per neonati. Siamo strafelici di avere finalmente le attrezza-ture indispensabili per fronteggiare tempestivamente ed adeguatamente le emergenze gravi. Per i bambini di Betlemme questo nuovo servizio è una benedizione, poiché la medicina inten-siva offre molte possibilità, nei casi critici, di salvare vite.

Il Caritas Baby Hospital di Betlemme ci chiede di non scordarci dei suoi bambini.

LA TORRE aprile 2014

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“L’amore cristiano è un amore senza calcoli. Questa è la lezione del Buon Samaritano; que-sta è la lezione di Gesù.”

“Grazie per tutte le espressioni di affetto per l’anniversario. Per favore, continuate a prega-re per me.”

“La sfida degli sposi cristiani: stare insieme, sapersi amare per sempre, e fare in modo che l’amore cresca.”

“Preghiamo per i cristiani vittime di persecu-zione, perché sappiano reagire al male con il bene.”

“Nella vita tutti facciamo tanti sbagli. Imparia-mo a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa.”

“Come vivere bene il matrimonio? Uniti al Si-gnore, che rinnova sempre l’amore e lo rende più forte di ogni difficoltà.”

“In una famiglia è normale farsi carico di chi ha bisogno. Non abbiate paura della fragili-

tà!”

“La Cresima è importante per un cristiano; ci dà la forza di difendere la fede e di diffondere il Vangelo con coraggio.”

“Impariamo da Gesù a pregare, a perdonare, a seminare pace, ad essere vicini a chi è nel bisogno.”

“Saluto tutte le persone malate e sofferenti. Cristo crocifisso vi è vicino: stringetevi a Lui!”

“Preghiamo per tutti i sacerdoti buoni e fedeli che si dedicano alla loro gente con generosità e sacrificio silenzioso.”

“A volte siamo tristi per il peso dei nostri pec-cati. Non scoraggiamoci: Cristo è venuto a to-gliere tutto questo, Lui ci dà la pace.

“Non posso immaginare un cristiano che non sappia sorridere. Cerchiamo di dare una testi-monianza gioiosa della nostra fede.”

Papa Francesco

16 LA TORRE aprile 2014

13-3-2013/13-3-2014

Un anno con Papa Francesco

.Con il Vangelo in tasca. 17 marzo 2014 All’Angelus e in una parrocchia il vescovo di Roma invita a leg-gerlo ogni giorno: «Vi faccio una domanda: “ma voi leggete ogni giorno un passo del Vangelo?”. È cosa buona avere con noi un piccolo vangelo in tasca e leggerne un passo, un piccolo passo, in ogni momen-to della giornata, e lì è Gesù che parla. Farete questo? Poi domenica prossima mi direte!». Sono alcune battute dell’ormai consueto dialogo domenicale tra Papa Francesco e i fedeli che si uniscono a lui in piazza San Pietro per la preghiera mariana. Ieri, 16 marzo, il dialogo si è con-cluso con un compito «da fare a casa» e di cui dare conto la settimana successiva. «Non è neces-sario — ha detto il Pontefice sempre parlando a braccio — che siano tutti e quattro i vangeli, basta anche uno». Un messaggio importante quello lasciato commentando il vangelo della Tra-sfigurazione di Gesù, perché «noi discepoli — ha detto — siamo chiamati a essere persone che ascoltano la sua voce e prendono sul serio le sue parole». E «per ascoltare Gesù bisogna seguir-lo, come facevano le folle del Vangelo che percorrevano le strade della Palestina».

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LA TORRE aprile 2014

LA MEDICINA DEI SEMPLICI OVVERO COME SI USANO

Erbe officinali, piante, fiori e frutti. Monastero della Certosa di Pavia

A PROPOSITO DI

medicina: 1

Salvia - salvia officinalis La nostra flora conta diverse specie di salvia, alcune molto comuni allo stato spontaneo, la più diffusa delle quali è la “salvia officinalis”, pianta aromatica tipica della vegetazione dell’Italia cen-tro meridionale e coltivata da millenni per usi culinari e fitoterapici. È un arbusto pe-renne con foglie ovali corrugate, vellutate nella pagina superiore e fiori violetti riuniti in glome-ruli ascellari. La salvia era utilizzata fin dall’an-tichità per le sue proprietà stimolanti ed astroge-ne: gli Egizi la somministravano alle donne per renderle più fertili. Le parti più utilizzate sono le foglie, che si rac-colgono prima della fioritura: chiamate anche “thè greco”, hanno proprietà stimolanti per le funzioni dell’intestino e della colecisti. Sull’apparato respiratorio hanno un effetto bal-samico ed espettorante e sono benefiche negli accessi d’asma. La salvia ha inoltre la proprietà di diminuire la glicemia, di combattere la sudo-

razione eccessiva e giova in taluni disturbi ova-rici. Per un’azione cardiotonica, si consiglia di masticare lentamente una foglia fresca e ingerire poi la saliva prodotta.

Come si usa Infuso: mettere una manciata di foglie fresche o essiccate in un litro d’acqua bollente, lasciar ma-cerare per 15 minuti, filtrare e berne tre bicchieri al giorno, prima o dopo i pasti. Tintura vinosa: lasciare a macero in un litro di vino, per 8 giorni, una manciata di foglie. Berne un bicchierino dopo i pasti.

Pastella per fri� La pastella per fritti è un composto di base molto importante in tutte le culture culinarie per friggere verdura, carne, pesce e altri alimenti. Esistono diversi tipi di pastelle per fritti, qui vi proponiamo una ri-cetta che prevede l’utilizzo degli albumi montati a neve che rendono ancora più soffice e leggera la pastella. Ingredienti per friggere 1 kg di verdure miste (tra cui le nostre foglioline di salvia):

Uova 2 Farina 150 gr Latte 200 ml Sale q.b. Per preparare la pastella per i fritti iniziate tagliando a piccoli pezzi la verdura che deside-rate friggere (carote, cavolfiori, zucchine, melanzane etc.)(le foglie di salvia rimangono intere). Poi dividete gli albumi dai tuorli, sbattete questi ultimi con una frusta aggiungendo un pizzico di sale. Aggiungete il latte freddo sempre mescolando con la frusta e la farina ben setacciata. In ultimo unite gli albumi montati a neve, mescolandoli con una spatola con movimenti delicati dal basso verso l’alto, per non smontarli. La pastella per i fritti è pronta. Immergete nella pastella le verdure e friggetele in abbondante olio di semi (meglio l’olio di arachide).

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Di fronte a tante sofferenze potrebbe esserci anche chi ha dei dubbi sull’eutanasia ma il prof. Vincent non si limita a proporre ciò a co-loro che soffrono ma anche a chi vive una si-tuazione di disagio e non può migliorare il suo fine vita. L’eutanasia potrebbe quindi essere imposta a chi non soffre solo per sostituire le cure palliative che leniscono le sofferenze, e sono una vera e dignitosa alternativa all’euta-nasia ma costosissima per le casse dello Stato.

Il primo passo in direzione dell’eutanasia era stato l’autodeterminazione, cioè la richiesta del malato che così tenta di fuggire alla sofferenza e si trova in uno stato di debolezza estrema nelle scelte che fa. Ma il prof. Vincent dichiara che «il primo obiettivo della medicina è restau-rare o mantenere la salute, cioè il benessere dell’individuo, e non mantenerlo in vita a tutti i costi», bisogna organizzare «una discussione aperta e collegiale» per approvare l’eutanasia «in accordo con la famiglia, quando la qualità della vita del paziente è troppo mediocre e sen-za che il paziente in questione debba firmare alcun documento». Se questa proposta verrà approvata la morte verrà imposta dal medico «in accordo con la famiglia». E se un paziente volesse vivere an-che se la sua «qualità della vita è mediocre»? Non si saprà mai, perché nessuno l’avrà inter-pellato.

ΘΘΘΘ

I n Belgio, il 2-3-2014, il re Filippo del Belgio ha firmato la legge che estende

l’eutanasia per i bambini, una legge shock approvata da pochissimo con la motivazio-ne che la sofferenza fa maturare in fretta i bambini così possono decidere della loro vita.

Ma non basta, ora c’è già chi vuole «andare oltre» e legalizzare l’eutanasia non richie-sta: lo ha chiesto Jean Louis Vincent, capo reparto di terapia intensiva, in un articolo pubblicato sul giornale belga Le Soir. Le legislazioni nel mondo occidentale proi-biscono l’accanimento terapeutico nel ri-spetto del benessere del paziente ma da qui a chiedere l’autorizzazione «dell’eutanasia non richiesta» il salto è enorme. Chiedendo di legalizzare l’uccisione di una persona malata, fra l’altro senza che questa esprima tale desiderio, il prof. Vincent propone lo stesso argomento che era stato usato per giungere all’eutanasia dei bambini, dicendo che, in Belgio, già viene praticata l’eutana-sia non richiesta e quindi va legalizzata!! Chiede di anticipare la morte di un paziente somministrandogli dosi massicce di calman-ti per affrettarne la morte perché, lui dice, questi malati non sono abbastanza coscienti quindi decide il medico per loro, dando per scontato il consenso del malato.

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Eutanasia: Legge shock….. e proposta agghiacciante

A PROPOSITO DI

informazione: 2

LA TORRE aprile 2014

210.000 persone hanno già firmato una petizione per abrogare questa legge perché:

Questa legge non tiene conto di un fatto probabile: una qualsiasi malattia che oggi è effettiva-mente incurabile e che causa oltre che sofferenza la morte a breve, un domani non troppo lonta-no potrebbe avere una cura certa, facile, e magari anche economica. La scienza medica fa passi da gigante e noi cattolici, consapevoli del dono della vita che ci vie-ne da Dio, abbiamo fiducia anche nei progressi della scienza. Con le cure palliative, con le tera-pie del dolore, si può migliorare la vita a chi soffre sedando la sofferenza del malato considerato oggi incurabile; ma domani o dopodomani una nuova cura non riporterà quel corpo ad una vita piena? La speranza e questa possibilità sarà soffocata uccidendo l’ammalato.

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Q uando si è adolescenti si vuole provare di tutto, dal tingersi i

capelli di colori strani, al rientrare a casa la mattina alle due, dal farsi il primo piercing, al fare il primo ”tiro” di sigaretta. Ma non sempre la lista delle cose da fare si limita alle prime volte, Però queste espe-rienze spesso diventano parte del quotidiano, e questo accade nella maggior parte dei casi con il vizio del fumo. Sono moltissimi i ragazzi che hanno fumato la prima sigaretta per provare, ”lo fanno tutti”, per sembrare grandi, per scaricare lo stress, e poi non sono più riusciti ad evitarla. Secondo alcune statistiche, il 95% dei fumatori ha iniziato in fase adolescenziale, oggi qualcu-no addirittura inizia l’ultimo anno delle ele-mentari. Non c’è niente da meravigliarsi, i bambini ci imitano: tre bambini su quattro, pri-ma dei 5 anni, già sanno cosa sono le sigarette e la maggior parte dei loro genitori fuma. Ve-dono poi uno zio, un cugino o il vicino di casa che fuma. Vivendo in un mondo con un’alta percentuale di fumatori, sembra quasi che il fumo faccia parte della nostra vita, e quindi i giovani ne sono attratti. Ma il fumo, oltre alla dipendenza, porta conse-guenze molto più gravi, come disturbi cardiaci, affaticamento e nei casi più gravi, tumori. In un corpo in formazione poi i danni sono anche maggiori. Ma agli adolescenti interessa soprat-tutto essere “fighi” con i propri compagni! Ec-co è proprio in questo fase che i genitori do-vrebbero seguire i propri figli, per aiutarli a

capire ciò che il fumo comporta, perché spesso quando si hanno 16 anni, le conseguenze di ciò che si fa, non vengono prese in considerazione. Tuttavia, per quanto sba-gliato fumare possa esse-re, non credo che un ado-lescente che ne è inten-zionato cambi idea, nean-che dopo esser stato in-formato e forse è anche normale che sia così, per-ché a 16 anni si pensa al

presente e non al domani! Non c'è un vero motivo per cui i giovani inizia-no a fumare, solitamente si inizia: per provare, per curiosità per imitazione degli altri (genitori, fratelli, amici, adulti, personaggi celebri dello spettacolo che fumano), per essere accettati dal gruppo di amici, per sentirsi adulti, per trasgre-dire a regole imposte dagli adulti, perché si pensa di poter smettere in qualunque momento.

Si continua a fumare perché il fumo provo-ca dipendenza fisica e psicologica, per rilassar-si, per gestualità, perché piace, e smettere sem-bra privarsi di un "piacere" sottovalutando i danni alla salute provocati dal fumo.

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Il fumo e gli adolescenti

LA TORRE aprile 2014

Il consumo di tabacco da parte dei giovani, circa un quarto dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni fuma, ha spes-so a che vedere con l’inclusione sociale: la sigaretta è un segno di appartenenza e permette di far parte del gruppo. Il ragazzo che va a scuola e sente che il fumo nuoce alla salute e, tornato a casa, vede i ge-nitori che fumano, non potrà certo recepire il messaggio in maniera efficace. Il numero di giovani e adolescenti che inizia a fumare è in costante aumento. In Italia fra i giovani di età compresa fra i 14 ed i 24 anni, si è passati dal 17,4% del 1993 al 20,5% del 1997.

A PROPOSITO DI

dipendenza: 3

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M agari oggi ci siamo svegliati con la luna di traverso e al minimo intoppo ce la prendia-

mo per delle inezie. Perché succede? Cos'è la rab-bia? A cosa serve? Con chi ci arrabbiamo? Vediamo le varie questioni. Andiamo in collera quando sia-mo vittime di torti e ingiustizie, quando ci sentiamo frustrati, o subiamo minacce, quando si interrompe qualche cosa di piacevole, o vengono imposte cose sgradevoli. Anche danni alla propria dignità e a quella dei nostri cari, fanno infuriare. Certe condi-zioni, come trovarsi chiusi dentro una stanza, subire forti rumori, troppo caldo o troppo freddo, dolore fisico, producono collera. I fattori psicologici sono più difficili da individuare, poiché dipendono da ciò che uno pensa e dai valori di riferimento, ma ecco alcune cause tra le più frequenti: minacce e offese alla nostra persona, alla autostima ed immagine pubblica. Se qualcuno ci prende in giro o mente, possiamo provare rab-bia. Tutti questi elementi, fornisco-no motivi per una irritazione molto intensa, anche se di breve durata. Circa cosa sia la rabbia, in questo caso, parliamo di una emozione, che come tale, fa scattare una reazione immediata. Per rispondere alla terza domanda, ecco alcuni spunti: incol-lerirsi talvolta può servire ad ottene-re giustizia, vendicarsi, punire un errore, risparmiare tempo. Vi sono anche scopi ne-gativi, come creare le condizioni per interrompere i rapporti con qualcuno. Sul quarto punto, osserviamo che spesso i nostri bersagli sono persone vicine, come coniugi, fidanzati, figli, perché sovente delu-dono le nostre aspettative. Anche oggetti, animali e istituzioni possono subire la nostra ira, ma pure certi luoghi fanno saltare i nervi: il posto di lavoro, casa, in particolare la cucina, automobile, traffico, per non dire delle code agli sportelli. D'altra parte, in altri, è impossibile adirarsi: pensiamo ad una chiesa. Quando siamo arrabbiati, è come se avessimo a di-sposizione una grande quantità di energia e coraggio che potrebbero spingerci oltre i limiti consentiti. Crediamo di sapere cosa ci farebbe stare meglio: fargliela pagare, riparare i torti subiti. Questa emo-zione produce cambiamenti, oltre che nello stato d'animo, anche nel corpo. Basti osservare come si alterino i lineamenti della faccia di chi si adira: boc-ca spalancata, denti in mostra, ciglia aggrottate, ros-

sore o pallore accentuati. La voce è stridula, spezza-ta, talvolta non ne vuole sapere di uscire. Il respiro è affannoso e irregolare, cuore in tumulto. Sembra però che donna e uomo non manifestino allo stesso modo tale sentimento. Le differenze in generale sono queste: la donna tende ad interrompere il con-tatto oculare, evitando il confronto, piuttosto che esprimere energicamente il proprio dissenso. Le donne piangono più degli uomini, sia per la rabbia stessa, sia perché si sentono spesso impotenti. Ma è soprattutto nei comportamenti di aperta ostilità che si differenziano dai maschi, perché a questi ultimi, riescono meglio reazioni di tipo fisico. Tuttavia, rabbia e aggressività sono due cose differenti: la prima è dettata dalle regole del gruppo di apparte-nenza o società in cui si vive, cioè si impara, mentre la seconda è innata, ossia presente in varia forma,

negli esseri viventi, uomo compreso, come istinto, necessario alla sopravvi-venza del singolo e della specie. Quello che hanno in comune, è provocare paura e danno. La rabbia dura per poco tempo ed il suo messaggio per il futu-ro, è questo: "non farlo mai più". L'aggressività, nelle sue diverse manife-

stazioni, come sarcasmo, odio, risentimento, può durare per tempi assai lunghi. Come fare per tenere sotto controllo questa spinta? Per esempio, possia-mo scrivere un "diario della rabbia", cioè annotiamo luoghi, momenti, circostanze, persone capaci di far-ci perdere le staffe. Da qui sarà più facile individua-re le occasioni in cui ci adombriamo, per poter poi intervenire su di esse. Invece, per trattare con indi-vidui arrabbiati, gli espedienti cui ricorrere, sono vecchi di secoli: allontanarsi da essi, tentare un dia-logo, cercare di farli ragionare, tacere, ignorarli, mentre per far sbollire la nostra irritazione, sarebbe buona cosa, iniziare o riprendere attività che tenes-sero occupati mano e mente, procurarsi gratificazio-ni, come ad esempio, uscire per fare delle compere, cucinare. Meglio ancora, trovare qualcuno che abbia senso dell'umorismo, così da farci vedere il lato di-vertente delle nostre arrabbiature. dr. Giuliano Seno

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IL SALTO DELLA MOSCA AL NASO IL SALTO DELLA MOSCA AL NASO IL SALTO DELLA MOSCA AL NASO IL SALTO DELLA MOSCA AL NASO

LA TORRE aprile 2014

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Rendiconto anno 2013. SALDO IN C/C BANCARIO (A tutto il 01-01-2013) € 65.685,12

Entrate ordinarie 2013: Offerte feriali e festive, candele votive, offerte per servizi religiosi (Battesimi, Matrimoni, funerali, benedizione fam.) € 67.604,48 Entrate per la chiesa (buste annuali) € 14.245,73

Proventi vari da attività pastorali (mercatini vari, contributi comunali per uso palestra e contributi per uso oratorio da associazioni e gruppi Vendita libri, e da oneri di urbanizzazione primaria) € 64.174,38 Pellegrinaggio Lourdes € 6.965,00

Collette imperate (missioni, seminario…) € 2.342,96 Restauro organo (di cui 23000 da Regione: bando restauro organi) € 26.525,00 Contributo da Arcobaleno € 19.365,70

Totale entrate 2013 € 201.223,25

TOTALE ENTRATE ORDINARIE + SALDO BANCA € 266.908,37

Uscite ordinarie: Spese per il culto (lumini, fiori, paramenti, pulizia) ecc.) € 9.246,95 Spese gestionali (luce, acqua, riscaldamento) Imposte, tasse, assicurazioni, parcelle professionisti Ufficio parrocchiale (cancelleria, posta, telefono, manutenzioni € 42.625,05

Uscite varie (manutenzioni ordinarie per chiesa, cappella e canonica € 1.171,13

Uscite per scopi pastorali (Lourdes, stampa libri), Cassa anime, stampa cattolica, giornate e collette imperate, Spese e contributi per iniziative di carità € 19.480,06

Uscite straordinarie: Spese straordinarie per la ristrutturazione dell’organo € 5.964,13 Spese straordinarie per strutture nel parco € 6.021,30 Acquisto immobile: magazzino (incluse spese notariali) € 23.200,00

Totale uscite 2013 - € 107.708,62 SALDO A TUTTO IL 31-12-2013 € 159.199,75 ================ Commento: Il nostro bilancio parrocchiale risulta positivo soprattutto perché sono rientrate le quote degli oneri deducibili, per opere di urbanizzazione, del Comune (anni 2010-2011-2012) di € 22.000; e la quota regionale per il restauro dell’organo giacente dal 2010 di € 23.000. Oltre a questo bisogna consi-derare il fatto del contenimento delle spese da lavori straordinari che quest’anno non ci sono stati. E da ultimo, ma non meno importante, è doveroso ringraziare tante persone che offrono la loro opera gratuita alla comunità, riducendo così le spese generali! E ciò garantirà la possibilità di af-frontare altre spese di manutenzione delle strutture parrocchiali che sono a servizio della comunità.

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Le Acli, Associazioni cristiane lavoratori ita-liani, sono un'associazione di laici cristiani che, attraverso una rete di circoli, servizi, im-prese, progetti ed associazioni specifiche, con-tribuisce da più di 60 anni a tessere i legami della società in cui ciascuno, uomo e donna, abbia il suo posto e la sua dignità; per afferma-re i diritti umani, allargare i confini della soli-darietà e della pace, favorendo forme di parte-cipazione e di democrazia. Il patto associativo originario ha trovato nel 1955 la formula sintetica, che ancor oggi ne è l'espressione più felice e completa, quella della triplice fedeltà alla Chiesa, al movimento dei lavoratori, alla democrazia. Giuridicamente, le Acli si presentano come una “associazione di promozione sociale”: un siste-ma diffuso e organizzato sul territorio che pro-muove il lavoro e i lavoratori, educa ed inco-raggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si tro-vano in condizione di emarginazione o a ri-schio di esclusione sociale. Come soggetto au-torevole della società civile organizzata, le Acli sono protagoniste nel mondo del cosiddetto “terzo settore”: il volontariato, il non profit, l’impresa sociale. Tra i principali settori di intervento delle Acli: la tutela e la promozione dei diritti sociali e l’educazione alla cittadinanza attiva; l’assisten-za previdenziale (Patronato) e fiscale (Caf); la difesa dell’ambiente (Anni Verdi) e del consu-matore (Lega consumatori Acli); il sostegno agli agricoltori (Acli Terra); la formazione pro-fessionale (Enaip), la creazione e promozione di cooperative e, più in generale, di lavoro as-sociato (Solaris); l’animazione culturale (Unasp) e sportiva (Us Acli); il turismo sociale (Cta); la promozione della donna (Coordinamento Donne), degli anziani (Fap) e della condizione giovanile (Ga); l’impegno per la pace, lo sviluppo, la solidarietà internaziona-le (Ipsia); l’impegno con gli immigrati (Acli

Colf e Progetto Immigrati). L'impegno associativo e di servizio delle Acli, dalla loro costituzione (1945) ad oggi, si è an-dato diffondendo anche fuori dai confini nazio-nali.

Attualmente, l’Associazione è presente in quasi 30 Paesi nel mondo, con esperienze antiche ed iniziative nuove. Dalla tradizionale e sempre viva presenza lungo le strade dell’emigrazione italiana (dall’Europa al Sudafrica, dall’America del Nord a quella del Sud, per finire all’Austra-lia), alle numerose e ormai consolidate espe-rienze di gemellaggio, cooperazione e promo-zione sociale in Brasile, in Argentina, nei Bal-cani (Kosovo, Bosnia Erzegovina, Albania), e in Africa (Kenya e Mozambico). E’ possibile seguire le attività e le iniziative delle Acli attraverso il sito www.acli.it, quoti-dianamente aggiornato. Le Acli, inoltre, pub-blicano la rivista mensile Aesse (Azione Socia-le) ed il bollettino settimanale on line Acli Og-gi.

Patronato Acli: è dal 1945 al servizio dei lavoratori e dei cittadini per fornire un’efficace attività di consulenza e orientamento, prepara-zione ed inoltro di tutte le pratiche di pensione e di previdenza, svolgendo tutti gli adempi-menti richiesti e tutelando il cittadino nei con-fronti di Inps, Inpdap, Inail, pubbliche ammini-strazioni ed enti locali, per il conseguimento dei suoi diritti.

Il Patronato svolge gratuitamente la propria assistenza attraverso una rete di 600 uffici aperti al pubblico, 1.000 operatori specializzati, 300 consulenti medici, legali e fiscali indispen-sabili per patrocinare (anche in giudizio) e pro-muovere adeguatamente i diritti in campo pre-videnziale, assistenziale e socio-sanitario. Accanto a questi operano 3.000 addetti sociali che testimoniano tra la gente un’esperienza di

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L’Associazione conta oggi in Italia oltre 980.000 iscritti e 8000 strutture territoriali, tra cui 400 0 circoli, 105 sedi provinciali e 21 regionali. Gli uten-ti raggiunti dai diversi servizi sono ogni anno circa 3 milioni e mezzo. A Venezia, nel 2013, quasi 2.500 iscritti suddivisi in 24 circoli.

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volontariato al servizio delle fasce più emargi-nate della nostra società. Il Patronato Acli è presente in tutte le province d’Italia e anche all’estero, dove più forte è la presenza dell’emigrazione italiana.

Tratta tra l’altro, pratiche di pensione di anzia-nità, pensioni di vecchiaia e di invalidità, pen-sioni ai superstiti nel settore pubblico e privato; assegni sociali e pensioni agli invalidi civili, assegni al nucleo familiare, versamenti volon-tari ed estratti contributivi, supplementi e rico-stituzioni delle pensioni, infor-tuni sul lavoro e malattie pro-fessionali. Caf Acli: elabora i dati ripor-tati dai contribuenti sul Mod. 730, calcola l'importo delle re-lative imposte, comunica al sostituto d'imposta i risultati ottenuti, trasmette all'Ammini-strazione finanziaria le dichiarazioni dei redditi e i dati elaborati. I vantaggi offerti dal Caf-Acli sono l'incasso immediato dei crediti d'imposta, il rispetto dei termini di scadenza per il pagamento delle im-poste, nessun onere per le prestazioni specifica-tamente previste dalla legge, la copertura assi-curativa a garanzia di eventuali danni dovuti ad incidenti nella elaborazione del Mod. 730, la riservatezza e il segreto d'ufficio della situazio-ne reddituale garantiti anche verso il datore di lavoro. Possono presentare la dichiarazione dei redditi tramite un Caf-Acli i lavoratori dipen-denti, i pensionati dell'Inps e di tutti gli altri Istituti pensionistici e coloro che hanno un rap-porto di collaborazione coordinata e continuati-va con un sostituto d'imposta. Le Acli hanno costituito su tutto il territorio nazionale apposi-te strutture specializzate nell'aiuto alla compi-lazione delle dichiarazioni dei redditi. ENAIP - Ente Nazionale Acli Istruzio-ne Professionale: L'Enaip, fondato nel 1951, è un ente morale riconosciuto con DPR del 5 aprile 1961. Promosso dalle Acli, opera istituzionalmente nel campo della formazione professionale su

finanziamento pubblico o su commessa di im-prese, enti, associazioni, pubblica amministra-zione offrendo molteplici interventi nelle varie fasi del processo formativo. Coniugando le esigenze del mercato con la pro-pria tradizione formativa fondata sulla valoriz-zazione delle risorse umane, l'Enaip vuole pro-muovere innovazione, sviluppo e socialità. Unione sportiva Acli: riconosciuta dal Co-ni, sostiene, sviluppa e organizza attività moto-

rie, ludiche e sportive per persone di ogni età e di ogni condizione, in parti-colare per chi è più esposto ad emargi-nazione fisica e sociale. IPSIA - Istituto pace e svilup-po: nasce nel 1985 come espressione della solidarietà popolare e della pre-senza dei lavoratori cristiani delle Acli nella costruzione di una cultura della

pace basata sulla corresponsabilità dei popoli nella promozione della giustizia tra gli uomini e le nazioni. Fap-Acli Federazione nazionale Anziani e Pensionati ACLI: nasce con lo scopo di tutelare i diritti e promuovere la qualità della vita degli anziani e dei pensionati. Opera su tutto il terri-torio nazionale attraverso sedi provinciali e ter-ritoriali e ha la facoltà di sottoscrivere deleghe per la riscossione delle quote sindacali su pen-sioni in convenzione con INPS, INPDAP e IPOST. CTA - Centro turistico Acli : è il servizio creato dal movimento per dare risposta alle esi-genze di autorganizzazione del tempo libero espresse da tanti associati. I programmi futuri che il Cta sta approntando riguardano la valo-rizzazione del patrimonio turistico nazionale attraverso il turismo rurale, l’agriturismo, il turismo sostenibile. Le Acli Colf sono l'associazione professiona-le delle Acli: organizza le collaboratrici e collaboratori famigliari: li tutela nei dirit-ti, informa su normative e sui servizi...

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Dal Verbale n° 132 Lunedì 27 gennaio 2014, alle ore 20.30, si è riunito in oratorio il Consiglio di Pastorale Par-rocchiale … Gli argomenti all’O.d.G. sono: 1. Rifletteremo insieme sulla 2° scheda dio-cesana per comprendere quale dono di Dio è il nostro Battesimo: proseguiamo sul tema della lettera pastorale del nostro Vescovo “Se tu co-noscessi il dono di Dio”; 2. Collaborazioni: pastorale giovanile e pa-storale post battesimale; 3. Festa per e degli ammalati; 4. Proposta concerto in occasione della sa-gra pro-missione P. Fiorenzo Biasibetti; 5. Varie (nuovo sito internet www.collaborazionepastoralemiranese.it e www.parrocchia.zianigo.it) ed eventuali. Apriamo l’incontro con la preghiera che trovia-mo all’inizio della 2^scheda diocesana. Ogni componente di questo C.P.P. con l’invito ha ricevuto appunto questa scheda ed ha avuto modo di meditarla nel privato. Mettiamo a ver-bale la sintesi:

Dal Vangelo di Giovanni (4,1-10) Gesù venne a sapere che i farisei avevano sen-tito dire: “Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni” – sebbene non fosse Gesù in per-sona a battezzare, ma i suoi discepoli - , lasciò allora la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse così ad una città della Samaria chiama-ta Sicar, vicino al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mez-zogiorno. Giunge una donna samaritana ad at-tingere acqua. Le dice Gesù: “Dammi da bere”. I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?”. I giudei infatti non hanno rapporti con i samari-tani. Gesù le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice “Dammi da be-re!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”.

• L’appuntamento: Gesù si mette in viag-gio… “doveva” attraver-sare la Samaria, luogo dei lontani, degli infedeli… l’urgenza di Dio è Amo-re. L’urgenza di sconfinare è propria di Dio che entra nelle nostre distanze, nei nostri giorni, nelle nostre difficoltà, nei nostri impegni, nelle nostre preoccupazioni… nella nostra vita. At-traversa e attende. La samaritana è l’appunta-mento di Gesù… noi siamo il suo appuntamen-to! Tutta la nostra vita è fatta di incontri spesso banali e frettolosi… quelli veri invece ci fanno crescere, creano legami e segnano la nostra vita, ci aiutano a capire chi siamo e a trovare il nostro posto nel mondo: l’incontro con Gesù è così! Per la samaritana incontrare Gesù è in-contrare la vita… lo è anche per noi?

• La sete: La samaritana va ad attingere l’acqua al pozzo portandovi ognuno di noi… che, come lei, giungiamo con la brocca vuo-ta… (simbolo delle nostre solitudini, progetti mal riusciti, cuori assetati di felicità…). Al pozzo vi è un uomo stanco che chiede: “Dammi da bere”. Gesù ha sete della fede di quella donna… ha sete della nostra fede. Chi ama ha sete di incontrare la creatura amata e con lei è delicato, paziente e comprensivo… desidera conquistare il suo e il nostro cuore. Lui sa di cosa abbiamo bisogno… l’acqua è indispensabile per la vita di ogni uomo! Cristo è l’acqua che può spegnere la nostra sete di amore!

• Il dono: l’amore ha il potere di cambiare il vuoto in pienezza. Comprendere il dono di Dio ci fa sentire amati senza limiti, perdonati senza riserve. “Se tu conoscessi…”. Gesù ci invita a desiderare il dono della sapienza, della conoscenza. E il desiderio stesso è un dono perché ci fa sentire che abbiamo un vuoto che solo Dio può colmare. La bellezza del suo dono è nell’essere immersi profondamente nell’iden-tità di figli ricevuta nel Battesimo e, nel deside-rio di stare con Lui, sperimentare la pienezza del suo amore vivificante. L’acqua che Gesù ci ha offerto per la prima volta il giorno del no-stro Battesimo, e che continua ad offrirci nei Sacramenti e nella sua Parola, ha il potere di generare in noi una vita nuova. È un’acqua che

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è capace di dare un senso più profondo alla vita dell’uomo, un’acqua che disseta il bisogno di infinito, di senso, di pace, di amore; scioglie l’indifferenza, cancella i pregiudizi, spazza i dubbi e le paure, libera la fede! Gesù desidera portare la donna e noi a conoscere il suo dono. Sogna per noi una vita vera e nuova, di grazia, di libertà, di occhi nuovi… una vita da Dio! Per riflettere insieme: Don Ruggero ci propone la lettura, tratta dall’esortazione di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”, dei punti 121 e 122 che ci parlano del Battesimo ricevuto. È l’invito del Papa di crescere come evangelizzatori e questo ci aiuta nella nostra riflessione di questa sera. ……………………... Nel Vangelo troviamo Gesù che si muove per andare incontro alla Samaritana, l'aspetta, le parla... anche noi proviamo questo nella nostra quotidianità, sentiamo che Lui ci dà attenzione e si rivolge a ognuno di noi in modo personale, ad uno ad uno. Si avvicina a noi in modo di-verso perché noi siamo uno diverso dall'altro. “Sentiamo questo desiderio d'essere attesi da Gesù, avere con Lui un appuntamento, è bello sentirsi guidati dal suo sguardo”. Ognuno di noi ha la consapevolezza d'essere atteso da Dio, d'essere amato, ci si sente figli e non si può non avere sete di questo. “La sete di fede è ciò che sento per essere una vera testimone soprattutto nella mia famiglia, dove a volte è più difficile”. Un grande confor-to troviamo nella lettera/esortazione di Papa Francesco, perché spesso ci sentiamo inade-guati e incapaci di trasmettere la fede, di dare una vera testimonianza; ma lui ci invita alla gioia e all'impegno certi dell'aiuto del Signore. Francesco sollecita tutti noi a non mettere in primo piano l'istruzione per sentirsi capaci di trasmettere Gesù ma a testimoniarLo perché L'abbiamo vissuto. Non dobbiamo essere in-gessati ma vivere con entusiasmo il nostro es-sere missionari senza paure, con coraggio e libertà, senza preoccuparci della reazione o del giudizio degli altri. “La nostra imperfezione - dice Papa Francesco - non deve essere una scusa, al contrario la missione è uno stimolo costante per non adagiarsi nella mediocrità e crescere”. “Sete è il desiderio di trasmettere ciò che sen-to, che vivo, che è intorno a me nella comunità

parrocchiale ma anche nell'intimo (la presenza del Signore). Sete è il desiderio d'essere atteso in un appuntamento quotidiano con Chi mi sta accanto.” “Desidero che questa sete di Gesù non debba esaurirsi ma che duri per tutto il corso della mia vita”. “Dai nostri genitori abbiamo ricevuto un dono grande il Battesimo e noi a nostra volta l'abbia-mo donato ai nostri figli, li abbiamo affidati al Signore, li abbiamo messi in mani sicure. Il Battesimo è come una pianta che inizia a ger-mogliare e che poi cresce per tutta la nostra vita. Il Battesimo è comunione con Dio.” “Il Battesimo ha portato altri doni: la gioia, la condivisione, la fratellanza, il servizio. Dio ci incontra nella quotidianità. Un Dio concreto, presente che opera con noi attraverso noi”. “Nel nostro tempo dove i cristiani faticano a riconoscere la sete di Dio, spesso non c'è con-sapevolezza, i beni materiali non bastano e non riempiono un vuoto... l'esperienza della Carità fatta e ricevuta apre il cuore al dono: perché mentre ci si dona all'altro nel servizio cresce nell'intimo la presenza di Dio e la sete di Lui si può sentire meglio in queste occasioni”. “La Samaritana ha capito quale dono ha rice-vuto da Gesù ed è diventata missionaria, così noi nel nostro impegno quotidiano e nell'am-biente in cui viviamo”.

——— Collaborazioni: Sabato 25-1-2014 si è riunita la segreteria … anche oggi diamo più spazio all’argomento “Battesimo”. È importante tornare a confron-tarci per cercare di trovare come avviare una pastorale rivolta alle giovani coppie che porta-no il proprio figlio al fonte battesimale. ……………………………………………. È necessario che la comunità cristiana si inte-ressi alla catechesi per il Battesimo, dobbiamo lavorare per una pastorale battesimale fatta dai laici che invitano altri laici, è questa la trasmis-sione della fede. Possiamo fare questi incontri con l’obiettivo di suscitare interesse e toccare la fede dormiente nelle famiglie, per giungere poi, gradatamente, ad una catechesi da 0 a 6 anni, fatta da genitori per i genitori. ………………………………… Ma come riuscire ad attrarre queste giovani coppie? Come invitarli?

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Venerdì 16 maggio alle 20,45 faremo il 1° incontro a Mirano in patronato: intanto parteci-peranno le famiglie che ne sentono il bisogno interiore, diamo loro un messaggio forte, coltivia-mo in loro l’entusiasmo. Da questi incontri potranno nascere gruppi famiglia, catechisti, anima-tori… Sarà don Lino a curare questi incontri ed inviterà a partecipare due coppie che ha notato per la loro sensibilità e disponibilità. ……………….. L’argomento “Pastorale Giovanile”: riteniamo importante che siano gli animatori delle 7 par-rocchie ad incontrarsi, coordinati da don Flavio, per affrontare il tema in maniera specifica. Sa-ranno loro a confrontarsi sulle proprie realtà e insieme getteranno le basi per una pastorale unica ma iniziando da ciò che dapprima li unisce. Noi possiamo poi ascoltarli e sostenerli. Non tutte le pastorali sono compatibili con la proposta diocesana (vedi A.C., Agesci) e noi, come segreteria, sentiamo il dovere di creare per tutti occasioni d’incontro; nulla dovrà essere imposto. Si creerà una “Consulta per la pastorale dei giovani nelle Collaborazioni” possibilmente già dal primo incontro che gli animatori delle 7 parrocchie avranno venerdì 7 marzo p.v. alle 20,45 in Patronato a Mirano, vedranno insieme l’esistente e come favorire l’interazione.

—————————- Festa per e degli ammalati: Nella nostra Parrocchia ci sono ammalati e persone anziane che vengono visitate da don Rugge-ro, dal diacono Lucio e dai ministri straordinari dell'Eucaristia per portare loro conforto attraver-so la Comunione e una preghiera, ma anche con attenzione alle loro persone e alle situazioni che vivono con difficoltà. Il parroco e la segretaria stasera propongono al Consiglio di Pastorale di organizzare una festa dedicata appunto a queste persone che vivono quasi esclusivamente chiuse in casa. …………………… La proposta viene ascoltata e accolta dal Consiglio, la porteremo all'interno del gruppo dei ministri straordinari dell'Eucaristia per vedere come organizzarla.

—————————— Proposta pro-missione P. Fiorenzo Biasibetti. Portiamo in Consiglio la proposta di un gruppo di amici di P. Fiorenzo: un concerto sponsorizza-to all’interno della festa patronale, l’ingresso sarebbe gratuito ma verrebbe richiesta un’offerta libera e il ricavato andrebbe alla missione di Maputo in Mozambico. Ciò per sostenere la Comu-nità Missionaria di Villaregia in questo nuovo progetto che P. Fiorenzo sta avviando. Ci sono problemi logistici e burocratici …….. Se non sarà possibile nella festa patronale si potrà utilizzare il campo sportivo parrocchiale nei mesi di luglio o agosto, in tal caso non ci saranno i capannoni ad ospitare il gruppo “Los Massadores” con i propri fans ma solo il palco e il pubblico sarà allo scoperto; in ogni caso il direttivo sagra garantisce la collaborazione per quanto riguarda l’aiuto pratico di manovalanza.

È in rete un nuovo sito internet www.collaborazionepastoralemiranese.it, si tratta di un modo di comunicare all’interno delle 7 Chiese del Miranese. È già attivo a Mirano (S. Michele) e a Scal-tenigo. Anche noi ci stiamo avviando in questo tipo di comunicazione all’interno delle Collabo-razioni ma anche come parrocchia singola, il sito sarà www.parrocchia.zianigo.it ed è per il mo-mento in costruzione.

Riscaldamento: il 25 novembre u.s. abbiamo presentato in diocesi la domanda per cambiare il riscaldamento attuale della chiesa passando da raggi infrarossi a gas a raggi infrarossi elettrico. La Commissione diocesana d’arte sacra ci invita a lasciar perdere il riscaldamento a raggi infra-rossi elettrico perché il tipo d’impianto da noi proposto sarebbe superato. Resta perciò da pren-dere in considerazione altre tipologie già discusse in Consiglio di pastorale parrocchiale, soprat-tutto visitare altre chiese con il riscaldamento a pedane per valutare limiti e vantaggi. Il riscalda-mento sotto pavimento, pur essendo valido, comporterebbe una spesa molto sostenuta sia come impianto, sia come consumi, sia come tempi di posa e danni collaterali alle strutture della chiesa. Sono le 22,15 ed esauriti gli argomenti all’ordine del giorno, l’assemblea si scioglie.

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1. Farrell Roisin Emilia di Ronan e Tosarelli Cristina il 2-1-2013

2. Bressan Eugenio di Simone e Manarin Camilla il 13-1-2013

3. D’Olif Elisa di Marco e Scantamburlo Daniela il 13-1-2013

4. Francato Alberto di Massimo e Cuogo Marika il 13-1-2013

5. Beraldo Sofia di Marco e Bisceglie Rossella il 17-2-2013

6. De Pieri Gabriele di Diego e Sanvido Marzia il 17-3-2013

7. Marcon Greta di Matteo e Natali Gloria il 17-3-2013

8. Provenzano Pietro di Giovanni e Masiero Monica il 17-3-2013

9. Mazzon Stefano di Doriano e Bonavigo Liliana il 17-3-2013

10. Trevisan Maddalena di Massimo e Pelizzaro Irene il 21-4-2013

11. Bindoni Alessio di Simone e Righetto Mariarosa il 21-4-2013

12. Dessanai Gabriele di Dario e Nicotra Monica il 21-4-2013

13. Rizzo Alice di Nicola e Mancin Elisa il 21-4-2013

14. Ceccato Arianna di Ignazio e Zampieri Moira il 12-5-2013

15. Zamengo Giulia di Francesco e Alfieri Elena il 19-5-2013

16. Marchioro Giorgia di Andrea e De Masi Jolanda il 25-5-2013

17. Natalin Sara di Emanuele e Bocchi Claudia il 2-6-2013

18. Licori Emily di Licori Marika il 9-6-2013

19. Milan Annagiulia di Daniele e Masiero Claudia il 23-6-2013

20. Stevanato Gaia di Giovanni e Lama Edlira il 23-6-2013

21. Mancini Michele di Matteo e Trevisan Monica il 29-6-2013

22. Fracasso Angelo di Denis e Scantamburlo Martina il 15-9-2013

23. Maso Adele di Umberto e Ruffato Sonia il 15-9-2013

24. Carraro Elisabetta di Luca e Boffo Alessandra il 15-9-2013

25. Guidi Giulia di Giancarlo e Stella Alessia il 15-9-2013

26. Maso Margherita di Sergio Maria e Carraro Anna il 20-10-2013

27. Geromin Emanuele di Massimiliano e Zacchello Eleonora il 20-10-2013

28. Parolini Valentino di Stefano e Tomaello Federica il 17-11-2013

29. Parolin Giulio di Stefano e Tomaello Federica il 17-11-2013

30. Bottacin Ilaria di Antonio e Tonon Barbara il 15-12-2013

31. Righetto Silvia di Marco e Callegaro Stefania il 15-12-2013

32. Pavan Gianluca di Daniele e Bordigato Claudia il 15-12-2013

Hanno ricevuto il Battesimo

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Sono tornati alla Casa del Padre

1. Zamengo Danilo il 10-1-2013 2. Bernardi Alberto il 10-1-2013 3. Bertoldo Bruna il 16-1-2013 4. Vescovo Danilo il 17-1-2013 5. Licori Angelo il 27-1-2013 6. Boato Amelia il 7-2-2013 7. Castagna Riccardo il 12-3-2013 8. Conzo Olga il 18-3-2013 9. Giust Luigia il 22-3-2013 10. Carraro Luigi il 25-3-2013 11. Gallo Amabile il 28-3-2013 12. Bonaldo Giorgio il28-3-2013 13. Castaldello Bruno il 9-4-2013 14. Mason Maria il 13-4-2013 15. Bernardi Marcella il 15-5-2013 16. Pavanello Sandra il 31-5-2013

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17. Cazzin Gianni il 6-6-2013 18. Pavanello Ida il 7-6-2013 19. Vedovato Linda il 11-6-2013 20. Negrin Agnese il 16-6-2013 21. Rizzo Roberto il 19-6-2013 22. Cazzin Graziella il 16-7-2013 23. Centenaro Speranza il 25-7-2015 24. Opportuni Luciana il 13-8-2013 25. Dartora Gabriella il 12-8-2013 26. Perale Malvina il 2-9-2013 27. Maiale Martino il 16-9-2013 28. Ribon Maria il 20-9-2013 29. Masiero Giacomo il 26-9-2013 30. Stevanato Mario il 2-11-2013 31. Mazzon Dina il 6-11-2013 32. Pegoraro Carlina il 6-11-2013

Nuove famiglie cristiane

Hanno celebrato il loro Matrimonio nel Signore:

1. Zanon Christian e Barbiero Federica il 9 marzo 2013

2. Luchin Mattia e Carraro Roberta il 8 giugno 2013

3. Gola Massimo e Peron Francesca il 15 settembre 2013

4. Simionato Diego e Mognato Beatrice il 12 ottobre 2013

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Il Bruco di Pasqua

La storia si svolge a Gerusalemme all'epoca di Gesù. Davide è un bambino che sta studiando con i compagni la storia di Isaia, quando sul suo piede vede un piccolo bruco, subito lo nasconde nella sua mano, lo porta a casa e gli costruisce un bel cestino e lo chiama come il profeta: Isaia. Dopo un pò di giorni, va dal padre al centro di Gerusalemme e decide di prendere una foglia di palma per coprire il cestino dal calore del sole, ma sen-te una gran confusione e vede tanta gente con in mano foglie di palma e dopo poco scorge un signore su un asinello che viene accolto con grida di gioia, lo chiamano Gesù, e capisce che deve essere una persona importante, ma si chiede: "E' importante e cavalca un asino? " Dopo un po' di tempo Davide guardando nel cestino non vede più il suo amico Isaia e comincia a cercarlo dappertutto, ma nulla. Si siede e piange disperato, così lo ritrova la mamma che lo consola dicendo che Isaia non è scappato, ma è chiuso in quel pic-colo bozzolo attaccato alle pareti del cestino. Davide dice allora: “E’ morto?” Ma la mamma risponde che non è cosi e che fra qualche tempo, quando Dio vorrà, egli uscirà dal bozzolo e diventerà una bellissima farfalla.

Passano dei giorni quando sempre tra la folla sente grida-re, ma questa volta non sono grida di gioia, ma insulti ver-so un uomo che porta una croce, i soldati romani lo spin-gono e lo fanno cadere e il suo viso è proprio vicino a Da-vide che spaventato si accorge che è lo stesso uomo che cavalcava l'asinello, rimane rattristato e corre dalla sua mamma per capire che sta succedendo. La mamma gli rac-conterà che Gesù è un uomo buono a cui alcuni non hanno creduto e lo hanno fatto uccidere su una croce.

Dopo tre giorni la domenica mattina Davide si sveglia e vede nel suo cestino una grande e meravigliosa farfalla, è Isaia più bello di prima, la farfalla si ferma quasi a salutarlo e poi co-mincia a volare. Davide la segue chiamandola, e si ritrova in un giardino e vede Isaia posarsi sulla spalla di un uomo dagli abiti bianchi e luminosi e guardandolo si accorge che è Gesù l'uomo che aveva visto portare la croce. Isaia vola via in alto. Sempre Davide ricorderà Isaia e quell'uomo Gesù, e saprà che anche se non vedrà più Isaia, la farfalla, rimarrà nel suo cuore e anche se non incontrerà più Gesù sa che lo accompa-gnerà nella sua vita per sempre.

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Pasqua

Dentro un uovo di buon cioccolato

vorrei tanto ci fosse una cosa,,,

non un puffo, un anello, un soldato,

ma un momento di festa gioiosa.

Voglio dirti proprio per questo

ho pregato per voi ieri sera

perché oggi sia un giorno lieto.

Una Pasqua di speranza vera.

R. Fontana

Buona

Pasqua!

Nei miei sogni ho immaginato

un grande uovo colorato.

Per chi era? Per la gente

dall’Oriente all’Occidente:

pieno, pieno di sorprese

destinate ad ogni paese.

C’era dentro la saggezza

e poi tanta tenerezza,

l’altruismo, la bontà,

gioia in grande quantità.

Tanta pace, tanto amore

Gesù

E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,

campagne sotto il mietitor rimorte,

il suo giorno non molto era lontano.

E stettero le donne in sulle porte

delle case, dicendo: Ave, Profeta!

Egli pensava al giorno di sua morte.

Egli si assise, all'ombra d'una mèta

di grano, e disse: Se non è chi celi

sotterra il seme, non sarà chi mieta.

Egli parlava di granai ne' Cieli:

e voi, fanciulli, intorno lui correste

con nelle teste brune aridi steli.

Egli stringeva al seno quelle teste

brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,

temo per l'inconsutile tua veste;

Egli abbracciava i suoi piccoli eredi:

-Il figlio Giuda bisbigliò veloce-

d'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra 'piedi:

Barabba ha nome il padre suo, che in croce

morirà.- Ma il Profeta, alzando gli occhi

-No-, mormorò con l'ombra nella voce,

e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.

Giovanni Pascoli

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Segue a pag. 32

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Zianigo e la sua storia: 1914 - 2014

LA TORRE aprile 2014

Mons. A. G. Longhin seduto al centro

con i giovani del Seminario di Treviso

dei quali i chiamati alle armi nella quella del 1915-18, sono stati:

18 sacerdoti, 43 seminaristi, 12 chierici.

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Zianigo e la sua storia: 1914 - 2014

30° puntata: Aprile 2014

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1914 - 2014 a cent’anni dallo scoppio della prima guerra mondiale: Cosa dissero e

cosa fecero il beato Vescovo di Treviso A.G. Longhin e il Papa Pio X°

Il 23 luglio 1914 scoppia la prima guerra mondiale preceduta dall’a�entato di Sarajevo del 28

giugno. Già ai primi di agosto entrano in guerra Germania, Russia, Francia e Inghilterra. L’Italia

restava ancora neutrale, ma si sa che il governo italiano tra�ava con entrambi gli schieramen'

per vedere che cosa avrebbe ricavato di più!

Papa Pio X°, ben cosciente delle terribili conseguenze, il 2 agosto 1914 datava la sua esortazione

ai ca�olici di tu�o il mondo con queste parole: “Mentre l’Europa quasi tu�a è trascinata nei

vor'ci di una funes'ssima guerra, ai cui pericoli, alle cui stragi e alle cui conseguenze nessuno

può pensare senza sen'rsi opprimere dal dolore e dallo spavento”. Morirà alle 1,16 del 20 ago-

sto, inascoltato dai grandi del mondo.

Così commentò la morte di Pio X° il Vescovo Longhin il 27 agosto 1914: “Quando si udì lo scop-

pio della guerra il suo cuore buono fu ferito a morte. Chiuse gli occhi per non vedere lo strazio

consumato dalle umane barbarie…”.

Anche il Vescovo Longhin è stato chiaro contro la guerra in corso e contro l’interven'smo italia-

no che propagandava falsi ideali patrioAci per convincere il popolo che la guerra era giusta. Chi

non parteggiava per la guerra era considerato traditore.

E così il 24 maggio 1915 anche l’Italia entrò in guerra. Dalla nostra Diocesi furono chiama' alle

armi 73 giovani sacerdo' e seminaris' (vedi foto a pag. 29). Longhin richiama l’appello anche di

Benede�o XV°, successore di Pio X°, con queste parole: “… la voce dell’amico e del padre, lo di-

ciamo con l’animo affranto dal dolore, non viene ascoltata; la guerra con'nua ad insanguinare

l’Europa e, quasi non bastasse, l’incendio si è esteso anche alla nostra dile�a Italia… cui il segui-

to di lacrime e di disastri che suole accompagnare ogni guerra”.

Riporto pure cosa diceva il parroco di Zianigo nel 1917 (in piena guerra): “La guerra imperversa-

va nei suoi orrori, parecchie famiglie piangevano i loro cadu', dispersi e prigionieri… e tu�a la

popolazione si è raccolta in chiesa il 29 luglio a pregare per la cessazione di così immane flagello

e fece voto di costruire una cappella espiatoria in onore del Sacro Cuore di Gesù… e l’altare di S.

Antonio per l’avvento della pace…”

E così Zianigo “paga” il flagello della guerra con la morte di 44 giovani cadu'.

E quando si parla di Chiesa, sopra�u�o per dir male, sarebbe giusto ricordare cosa ha fa�o la

Chiesa Ca�olica in questa immane tragedia della prima guerra mondiale. A questo proposito lo

scri�ore Vi�orio Messori ricorda come è sorta la Casa S. Marta in Va'cano, dove oggi alloggia

anche Papa Francesco: “...era la sede di una gigantesca opera va'cana di assistenza concreta ai

prigionieri, sopra�u�o mala', di ogni Paese…”. Il bene risorge sempre!

Don Ruggero Gallo

LA TORRE aprile 2014