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LA CONFESSIONE LA CONFESSIONE LA CONFESSIONE Qualcuno avverte l’atto di confessarsi come peso e si sente a disagio nello svelare i segreti della propria anima, specialmente i lati più oscuri che vorrebbe nascondere persino a se stesso. Nella confessione noi diamo a Gesù il nostro male ed egli ci dà il suo bene, cioè il suo amore e il suo perdono che guariscono e fortifi- cano. L’uomo e il peccatore sono due cose distinte: l’uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua. Siamo sempre preoccu- pati per le minime variazioni della salute fisica, ma siamo indiffe- renti per lo stato della nostra anima. IL CONFESSORE Il sacerdote confessore è lo strumento attraverso il quale opera Gesù in persona. Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska: “ Figlia mia, come ti prepari alla Mia presenza, così tu ti con- fessi davanti a me, semplicemente io mi nascon- do dietro il sacerdote. Non analizzare mai qual’è il sacerdote dietro cui mi nascondo apriti nella Confessione come fai davanti a me, io colmerò la tua anima della mia luce... Scrivi, mia segretaria, che direttore delle anime sono direttamente io stesso, mentre indirettamente le guido tramite i sacerdoti e conduco ognuna alla santità attra- verso una strada nota soltanto a me” ( Diario, VI quaderno). PENTIMENTO Molti cristiani identificano il significato di pentimento con il senso di disagio che si prova dopo un errore. Ma il pentimento religioso deve essere originato da una motivazione più alta e profonda, cioè non aver amato Dio e avere realizzato solo i nostri desideri egoistici.

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LA CONFESSIONE LA CONFESSIONE LA CONFESSIONE Qualcuno avverte l’atto di confessarsi come peso e si sente a disagio nello svelare i segreti della propria anima, specialmente i lati più oscuri che vorrebbe nascondere persino a se stesso. Nella confessione noi diamo a Gesù il nostro male ed egli ci dà il suo bene, cioè il suo amore e il suo perdono che guariscono e fortifi-cano. L’uomo e il peccatore sono due cose distinte: l’uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua. Siamo sempre preoccu-pati per le minime variazioni della salute fisica, ma siamo indiffe-renti per lo stato della nostra anima.

IL CONFESSORE Il sacerdote confessore è lo strumento attraverso il quale opera Gesù in persona. Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska: “ Figlia mia, come ti prepari alla Mia presenza, così tu ti con-fessi davanti a me, semplicemente io mi nascon-do dietro il sacerdote. Non analizzare mai qual’è il sacerdote dietro cui mi nascondo apriti nella Confessione come fai davanti a me, io colmerò la tua anima della mia luce... Scrivi, mia segretaria, che direttore delle anime sono direttamente io stesso, mentre indirettamente le guido tramite i sacerdoti e conduco ognuna alla santità attra-verso una strada nota soltanto a me” ( Diario, VI quaderno).

PENTIMENTO Molti cristiani identificano il significato di pentimento con il senso di disagio che si prova dopo un errore. Ma il pentimento religioso deve essere originato da una motivazione più alta e profonda, cioè non aver amato Dio e avere realizzato solo i nostri desideri egoistici.

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Per una buona confessione il pentimento è una con-dizione essenziale. Esso non è altro che il sincero dispiacere per esserci distrutti con il peccato e per aver annullato con esso i doni della Grazia, non impe-gnandoci di crescere nell’amore. Nel pentimento è assolutamente inclusa la decisione di evitare i posti e le occasioni dove è più facile cadere. E’ la confessione regolare (almeno 1 volta al mese) ha lo scopo di buona medicina e forma di protezione.

Quando il cristiano manca di pentimento e di impegno, l’azione risanatrice di Dio è impedita, anche se esternamente ci fosse stato l’intervento della Chiesa per mezzo del sacerdote. Il cristiano, dopo il peccato si accosta al sacramento della Riconciliazione, deve anzitutto convertirsi di tutto cuore a Dio. Questa intima conversione del cuore comprende: la contrizione del peccato e il proposito di una vita nuova.

Dice Gesù a Santa Faustina Kowalska: “sono tre volte Santo ed ho orrore del più piccolo peccato. Non posso amare un’anima mac-chiata dal peccato, ma quando si pente la mia generosità non ha limiti verso di lei. La mia Misericordia l’abbraccia e la perdona. Con la mia Misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade ed il mio Cuore gioisce quando essi ritornano da me.Dimentico le amarezze con le quali hanno abbeverato il mio Cuore e sono lieto per il loro ritorno. Dì ai peccatori che li attendo sempre, sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per me. Scrivi che parlo loro con i rimorsi di coscienza, con gli insuccessi e le sofferenze , con le tempeste e i fulmini; parlo loro con la voce della Chiesa e, se rendono vane tutte le mie grazie, comincio ad adirarmi contro di essi, abbando-naloli a se stessi e dò loro quello che desiderano” (Diario, VI Qua-derno).

IL PECCATO

Il peccato è schiavitù del proprio egoismo, del demonio, degli idoli, dietro cui si nasconde il demonio e tale schiavitù pesa ancora sopra la persona umana che ha chiuso il cuore all’amore e ai benefici divini e quindi non è più disponibile ad accoglierli.Allora le tribolazioni sono un richiamo e una medicina per correg-gere l’uomo.Il peccato porta alla morte, perchè ogni azione contro Dio, interrom-pe il dialogo con Lui. “Il salario del peccato è la morte” ( Romani 6,23).

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Quando l’uomo si allontana da Dio, perde la capacità di vedere e non percepisce più con chiarezza il bene il male. E’ malato ma si crede sano. Per comprendere la gravità del peccato dobbiamo guardarlo con gli occhi di Gesù.Gesù rivela il male che gli uomini non sono in grado di vedere. Non lo fa per spaventarli, ma per guarirli. La confessione è il miracolo dell’Amore Misericordioso che si rinnova ogni volta. Lì, la grazia compie quella guari-gione che nessuna medicina umana potrà mai ottenere. Mettersi in ginocchio dinanzi a un suo rappresentante sulla terra è quanto Gesù ci chiede per donarci la guarigione.

UMILTA’ DEL CUORE

Pensi che le cose sarebbero più semplici se potessimo confessarci da soli mettendoci direttamente in contatto con Dio? Non dubito che sia utile anzi necessario, eserci-tarsi nello spirito di penitenza, chiedendo a Dio, anche più volte al giorno, specie prima di addormentarsi, che il perdono dei propri peccati. Ma qusndo ti metti davanti al sacer-dote che la tua umiltà viene provata e trovata autentica. Gesù ha trovato

un modo molto semplice per spezzare alla radice il nostro orgoglio, che è la causa della perdizione di molte anime. Si tratta della pratica del sacramento della confessione.

Prima di incominciare il tuo esame di coscienza, raccogliti in preghie-ra e chiedi a Dio la luce necessaria. infatti, è la Grazia che ci aiuta a vedere i peccati, anche i più riposti, e ad evitare le forme di autoin-ganno e di autogiustificazione.

Se prenderai la consapevolezza dei tuoi peccati davanti al CrocIfisso, non ti sarà difficile provare un profondo dolore, per averlo offeso e gli chiederai di cuore perdono. La qualità spirituale di una confessio-ne dipende in modo rilevante dal dolore dei peccati e dal conse-guente proposito di non peccare più.

L’esame di coscienza “è una diligente ricerca dei peccati che si sono commessi, dopo una confessione ben fatta” (Catechismo di S. Pio X). Nell’esame di coscienza “devi richiamare alla memoria tutti i pecca-ti commessi, non mai confessati, in pensieri, parole azioni e omis-sioni, contro i comandamenti di Dio e delle Chiesa e gli obblighi, del proprio stato”

I SETTE PASSI SULLA VIA DELLA PACE

La confessione è un cammino da percorrere in sette passi successivi.

1. LA PREGHIERA

2. ESAME DI COSCIENZA

3. IL DOLORE

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La tradizione spirituale distingue fra un dolore perfetto o contrizio-ne e uno imperfetto o attrizione. E’ contrizione perfetta quando il peccatore si pente per il fatto dI aver offeso Dio, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Esempi di contri-zione perfetta vedi Matteo 26,75 e Luca 7,36-50. Imperfetta invece, è la contrizione solo dal timore; la persona aborri-sce il peccato per la paura di perdere il Cielo ed essere condannata all’inferno. E’ chiamata imperfetta perchè il peccatore prende in considerazione se stesso e non Dio. La contrizione perfetta ha effetti mirabili, perchè ottiene immediatamente il perdono dei peccati anche mortali sia pure in vista della confessione. La contrizione imperfetta non ha questo potere, ma è sufficiente perchè l’assoluzione sacerdotale sia efficace.

E’ la fermezza del proponimento che fa progredire nel camminospirituale. Se la confessione si conclude con proposito concreto, diventa uno strumento efficace nel cammino di santità.

L’assoluzione toglie il peccato, ma non porta rimedi a tutti i disordini che il peccato ha causato. Risollevato dal peccato, il peccatore deve recuperare la salute spirituale. “ La penitenza sacramentale è uno degli atti del penitente, col quale egli dà un qualche risarcimento alla giustizia di Dio per i peccati commessi, eseguendo quelle opere che il confessore gli impone... La penitenza viene data perchè l’ordinario, dopo l’assoluzione sacramentale che rimette la colpa e la pena eterna, resta una pena temporale da scontrarsi in questo mondo o nel purgatorio. le opere di penitenza si possono ridurre a tre specie: alla preghiera, al digiuno, alla elemosina”. (Catechismo S. Pio X).

Quando ci sono le disposizioni richieste dalla dignità del sacramen-to, il confessore impartisce l’assoluzione in nome di Gesù. Tuttavia, quando esse mancano, può differirla o negarla. Ma ciò non deve indurre allo scoraggiamento o al risentimento. Piuttosto il penitente deve considerare umilmente la sua situazione spirituale e mettersi quanto prima nella condizione di poterla ricevere.

L’accusa dei propri peccati deve essere umile, senza alterigia e senza scuse; deve essere sincera, cioè dichiarare i peccati quali sono, senza scusarli, sminuirli o accrescerli; deve essere prudentI, usando termini improntati a modestia e riservatezza, evitando di rivelare i peccati degli altri; deve essere breve, astenenendosi dal dire al confessore cose inutili. “ Colui che per vergogna o per qualche motivo tace al confessore qualche peccato mortale in confessione profana il sacramento e perciò si fa reo di un gravissimo sacrilegio” ( Catechi-smo di S. Pio X). Deve perciò esporre al confessore il peccato taciuto e rifare la confessione dall’ultima ben fatta.

4. IL PROPOSITO

5. L’ACCUSA

6. L’ASSOLUZIONE

7. LA PENITENZA