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GIUNTA REGIONALE Pagina 1 CCR-VIA -- COMITATO DI COORDINAMENTO REGIONALE PER LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE Giudizio n° 3235 del 17/09/2020 Prot. n° 2015/1985 del 21/07/2015 Ditta Proponente: DE PATRE FERROMETALLI S.R.L. Oggetto: Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di Notaresco (TE) Comune di Intervento: Notaresco Tipo procedimento: VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' AMBIENTALE ai sensi dell'art. 20 del D.Lgs. N° 152/2006 e ss.mm.ii. Tipologia progettuale: lett. p) All.III D.Lgs 152/2006 e smi Presenti (in seconda convocazione) Direttore Dipartimento Territorio – Ambiente (Presidente) ing. Domenico Longhi (Presidente delegato) Dirigente Servizio Valutazioni Ambientali - Dirigente Servizio Gestione e Qualità delle Acque dott. Antonello Colantoni (delegato) Dirigente Servizio Politica Energetica e Risorse del Territorio dott. Giovanni Cantone (delegato) Dirigente Servizio Gestione dei Rifiuti e Bonifiche dott. Franco Gerardini Dirigente Servizio Pianificazione Territoriale e Paesaggio ing. Eligio Di Marzio (delegato) Dirigente Servizio Foreste e Parchi dott. Sabatino Belmaggio Dirigente Servizio Opere Marittime ASSENTE Dirigente Servizio Genio Civile competente per territorio Teramo dott. Alessandro Venieri (delegato) Dirigente del Servizio Difesa del Suolo dott. Luciano Del Sordo (delegato) Dirigente Servizio Sanità Veterinaria e Sicurezza degli Alimenti dott. Paolo Torlontano (delegato) Direttore dell’A.R.T.A dott.ssa Luciana Di Croce (delegata) Esperti in materia Ambientale Relazione Istruttoria Titolare Istruttoria: ing. Galeotti Gruppo Istruttorio: ing. Andrea Santarelli Si veda istruttoria Allegata

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GIUNTA REGIONALE

Pagina 1

CCR-VIA -- COMITATO DI COORDINAMENTO REGIONALE PER LA

VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE

Giudizio n° 3235 del 17/09/2020

Prot. n° 2015/1985 del 21/07/2015

Ditta Proponente: DE PATRE FERROMETALLI S.R.L.

Oggetto: Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di Notaresco (TE)

Comune di Intervento: Notaresco

Tipo procedimento: VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' AMBIENTALE ai sensi dell'art. 20

del D.Lgs. N° 152/2006 e ss.mm.ii.

Tipologia progettuale:

lett. p) All.III D.Lgs 152/2006 e smi

Presenti (in seconda convocazione)

Direttore Dipartimento Territorio – Ambiente (Presidente) ing. Domenico Longhi (Presidente delegato)

Dirigente Servizio Valutazioni Ambientali -

Dirigente Servizio Gestione e Qualità delle Acque dott. Antonello Colantoni (delegato)

Dirigente Servizio Politica Energetica e Risorse del Territorio dott. Giovanni Cantone (delegato)

Dirigente Servizio Gestione dei Rifiuti e Bonifiche dott. Franco Gerardini

Dirigente Servizio Pianificazione Territoriale e Paesaggio ing. Eligio Di Marzio (delegato)

Dirigente Servizio Foreste e Parchi dott. Sabatino Belmaggio

Dirigente Servizio Opere Marittime ASSENTE

Dirigente Servizio Genio Civile competente per territorio Teramo dott. Alessandro Venieri (delegato)

Dirigente del Servizio Difesa del Suolo dott. Luciano Del Sordo (delegato)

Dirigente Servizio Sanità Veterinaria e Sicurezza degli Alimenti dott. Paolo Torlontano (delegato)

Direttore dell’A.R.T.A dott.ssa Luciana Di Croce (delegata)

Esperti in materia Ambientale

Relazione Istruttoria Titolare Istruttoria: ing. Galeotti

Gruppo Istruttorio: ing. Andrea Santarelli

Si veda istruttoria Allegata

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Preso atto della documentazione tecnica trasmessa dalla DE PATRE FERROMETALLI S.R.L. per

l’intervento avente per oggetto: Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di Notaresco (TE)

Da realizzarsi nel Comune di NOTARESCO

IL COMITATO CCR-VIA

Sentita la relazione istruttoria;

vista la richiesta di audizione della Ditta Proponente acquisita in atti al prot. n. 262483 del 09/09/2020;

Sentite le dichiarazioni in audizione acquisite in atti al prot. n. 271180 del 17/09/2020 che si allegano al

presente Giudizio;

Considerato che:

- l’originaria autorizzazione alla realizzazione della discarica veniva rilasciata alla proponente De Patre

Ferrometalli con D.G. 1844/99;

-nelle more del contenzioso amministrativo infine concluso, con Sentenza del C. d. S., Sez. V, 4780/04, in

favore della proponente, l’autorizzazione amministrativa scadeva in data 28.6.2006 e, con effetto retroattivo,

veniva rinnovata con Determinazione Dirigenziale n. 1080 del 22.11.2006;

- quest’ultima veniva anch’essa impugnata da vari ricorrenti con ricorso straordinario al Presidente della

Repubblica il quale, in conformità del parere del Consiglio di Stato, Sez. II, del 20.12.2007, con decreto del

30.9.2008, annullava la predetta delibera sulla base sia del mancato rispetto del PAI che della mancata nuova

valutazione di rilevanti modifiche sostanziali dell’opera originaria;

- la successiva autorizzazione AIA, rilasciata il 28.7.2011 pur contrario il Comune di Notaresco, è stata

oggetto anch’essa di plurime impugnazioni dinanzi alla giustizia amministrativa;

- la Sentenza del TAR Abruzzo – L’Aquila n. 324/2012, successivamente confermata dalla Sentenza C. d. S.

n. 127/19, ha annullato il provvedimento impugnato, affermando che l’originario provvedimento del 1999

era certamente valido, ma privo di rilievo perché decaduto per decorso dei termini nelle more del complesso

iter, con conseguente annullamento dell’atto del 2011, perché consistente in un’autorizzazione scaduta in

quanto fondata su un rinnovo (atto del 2006) annullato;

- la medesima Sentenza ha affermato la necessità di nuova ed ulteriore autorizzazione all’opera neppure

realizzata materialmente al 2011, comunque oggetto di varianti progettuali tanto estese da non potervisi

applicare la norma di cui all’art. 17 del D.lgs. 13 gennaio 2003 n° 36 riferibile a discariche già attive, con la

conseguente applicabilità di tutte le sopravvenienze normative e amministrative, secondo il principio del

tempus regit actum;

- il Tar, dunque, ha affermato, inoltre, l’erroneità del richiamo, sempre nell’atto del 2011, all’art. 11 delle

norme P.A.I. in base al quale le discariche esistenti, in esercizio o già chiuse alla data di approvazione del

piano (DCR 28/1/2008; BURA 1/2/2008) ed ubicate nelle aree perimetrate a pericolosità idrogeologica molto

elevata (P3), elevata (P2) e da scarpata (Ps), sono sottoposte ad una campagna di verifica della sicurezza

delle protezioni;

- il C. d. S., nella Sentenza di rigetto degli appelli n. 127/19, ha definitivamente confermato l’assunto

secondo cui il progetto è stato, in definitiva, oggetto di regolare e positiva valutazione di impatto ambientale

rilasciata nel 1998, ma è stato successivamente realizzato in variante essenziale rispetto alle caratteristiche

precedenti, situazione che ha determinato due conseguenze, ovverosia la scadenza definitiva

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dell’autorizzazione di esercizio sin dal 2006 e la necessità di nuova valutazione, ai sensi dell’attuale

normativa ambientale; di ogni opera realizzata, di fatto, in assenza di autorizzazione;

- nella medesima Sentenza, d’altronde, si afferma che “il Collegio non può che desumere l’illegittimità del

rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata ed oggetto della controversia in esame poiché, se

questa sostituisce anche le autorizzazioni di cui all’art. 208 del d. lgs. 3 aprile 2006 n. 152, ossia le

autorizzazioni necessarie alla costruzione di una discarica – art. 213 stesso testo -, non si può comunque

prescindere dal dettato di cui all’art. 29 comma 1 del d. lgs. 152 del 2006, secondo cui “I provvedimenti di

autorizzazione di un progetto adottati senza la verifica di assoggettabilità a VIA o senza la VIA, ove

prescritte, sono annullabili per violazione di legge.” Per cui non appare condivisibile l’assunto delle parti

appellanti secondo le quali la valutazione di impatto ambientale del 1998 fosse comunque sufficiente alla

costruzione e messa in esercizio dell’impianto, poiché i dati oggettivi della vicenda mostrano un progetto

sebbene realizzato, ma senza autorizzazione ed in variante essenziale rispetto alle caratteristiche precedenti

e dunque soggetto ineluttabilmente a nuova valutazione di impatto ambientale alla luce di tutte le

sopravvenienze.”

- e quindi, in conclusione, la Sentenza afferma che “Naturalmente nella sostanza nulla impedisce che,

successivamente al nuovo procedimento di VIA, si possa rilasciare in presenza delle condizioni di legge

necessarie una nuova autorizzazione integrata ambientale che possa così legittimare quanto già realizzato,

eventualmente con le modifiche necessarie.”

ESPRIME IL SEGUENTE PARERE

DI RINVIO PER LE MOTIVAZIONI SEGUENTI

Preliminarmente all’esame nel merito del progetto di discarica il Comitato di Coordinamento Regionale per

la V.I.A. ritiene necessario approfondire gli aspetti localizzativi dell’impianto.

In particolare, con riferimento alle pianificazioni comunali e regionali, nonchè ai criteri localizzativi del

Piano Regionale di Gestione Rifiuti, approvato con Deliberazione Consiliare n. 110/8 del 02.07.2018, è

necessario che il Comune di Notaresco approfondisca i seguenti aspetti:

il Comune deve provvedere alla corretta trasposizione degli orli di scarpata, ai sensi dell’art. 20

comma 1 delle Norme di Attuazione del PAI, ed apporre le relative fasce di rispetto con le modalità

indicate all’allegato F delle predette norme, qualora non abbia già provveduto in merito, e a darne la

dovuta comunicazione all’Autorità di Bacino e a questo Comitato;

circa la presenza della frazione di Guardia Vomano nel raggio di 500 m dall’impianto si chiede di

chiarire se vi siano funzioni sensibili da tutelare (strutture scolastiche, asili, ospedali, case di riposo e

case circondariali) e nel caso l’esatta localizzazione su elaborato cartografico;

circa le aree di pregio agricolo (D.Lgs. n. 228/01; L.R. 36/13), per le quali è previsto un livello di

prescrizione di tutela integrale, in quanto l’area di progetto rientra nelle zona vitivinicola

“Montepulciano - Colline Teramane DOCG”. Il PRGR specifica che «la prescrizione si applica alle

sole aree che nell’ambito del PRG sono a destinazione d’uso “agricola” […]. Per gli impianti di

discarica e di termovalorizzazione (gruppi A e B della Tabella 18.2-1, salvo le discariche del

sottogruppo A1), la prescrizione da attribuire a tali aree come perimetrale nell’ambito dei rispettivi

Decreti Ministeriali di istituzione, è di tutela integrale. Si sottolinea che il criterio di tutela integrale

è comunque da applicare alle aree a destinazione d’uso agricolo. Il criterio localizzativo assume

carattere “potenzialmente escludente” per le discariche a servizio di impianti di trattamento.».

Pertanto è necessario chiarire se la destinazione dell’area in oggetto è agricola o se è stata oggetto di

apposita variante al P.R.G..

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Relativamente all’applicazione dei criteri localizzativi del Piano Regionale Gestione Rifiuti, approvato con

Deliberazione Consiliare n. 110/8 del 02.07.2018, è necessario che la Ditta:

Considerato l’elenco dei codici EER proposti, chiarisca definitivamente se si intendono conferire

rifiuti putrescibili al fine di definire la corretta classificazione dell’impianto ai sensi della Tabella

18.2-1;

fornisca una relazione geologica-idrogeologica aggiornata che, ricostruisca il modello idrogeologico

del sito e accerti la presenza delle acque di falda. In caso di presenza di falda dovrà essere riportata la

soggiacenza della stessa e definita la sua massima oscillazione in riferimento al fondo della

discarica, al fine di verificare il criterio del PRGR "Soggiacenza della falda". Infine, dovrà essere

ricostruita la superficie piezometrica al di sotto del sito e individuata la modalità con cui avviene la

circolazione idrica sotterranea.

Ai sensi dell’articolo 3, ultimo comma, della Legge n. 241 del 7 agosto 1990 e s.m.i. è ammesso il ricorso nei modi di legge contro il

presente provvedimento alternativamente al T.A.R. competente o al Capo dello Stato rispettivamente entro 60 (sessanta) giorni ed entro

120 (centoventi) giorni dalla data di ricevimento del presente atto o dalla piena conoscenza dello stesso ing. Domenico Longhi (Presidente delegato) FIRMATO DIGITALMENTE

dott. Antonello Colantoni (delegato FIRMATO ELETTRONICAMENTE

dott. Giovanni Cantone (delegato) FIRMATO ELETTRONICAMENTE

dott. Franco Gerardini FIRMATO ELETTRONICAMENTE

ing. Eligio Di Marzio (delegato) FIRMATO ELETTRONICAMENTE

dott. Sabatino Belmaggio (delegato) FIRMATO ELETTRONICAMENTE

dott. Alessandro Venieri (delegato) FIRMATO ELETTRONICAMENTE

dott. Luciano Del Sordo (delegato) FIRMATO ELETTRONICAMENTE

dott. Paolo Torlontano (delegato) FIRMATO ELETTRONICAMENTE

dott.ssa Luciana Di Croce (delegata) FIRMATO ELETTRONICAMENTE

La Segretari Verbalizzante

dott.ssa Paola Pasta (segretaria verbalizzante)

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Al Dirigente del Servizio Valutazioni Ambientali [email protected] [email protected]

Oggetto: richiesta di partecipazione alla seduta del CCR-VIA. Il sottoscritto Ing. GIANCARLO MORBIDUCCI, nato a ASCOLI PICENO il 04/06/1969, identificato tramite documento di riconoscimento n. AT 2774966 rilasciato il 30/04/2012 da SINDACO DI TERAMO, in qualità di ESTENSORE DELLO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE, L’Avv. LIDIA FLOCCO, nata ad Atessa (CH) il 24/08/1979, identificata tramite tesserino professionale dell’Ordine degli Avvocati di Roma n. A37354, in qualità di consulente legale, L’Avv. CHIARA SALTELLI, nata ad Roma (RM) il 21/12/1986, identificata tramite tesserino professionale dell’Ordine degli Avvocati di Roma n. A45133, in qualità di consulente legale, chiedono di poter partecipare, tramite l’invio della presente comunicazione, alla seduta del CR-VIA relativa alla discussione del procedimento di V.I.A. relativa al progetto di “DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI IN LOCALITÀ IRGINE DI NOTARESCO (TE), prot. n. 1985 del 21/07/2015, in capo alla ditta proponente DE PATRE FERROMETALLI SRL, che si terrà il giorno 10/09/2020. DICHIARAZIONE: Riepilogo Iter (per sommicapi)

La ditta proponente chiedeva di autorizzare il progetto di realizzazione di una discarica di II categoria di tipo “B” per rifiuti speciali non pericolosi. Sul progetto il Comitato di Coordinamento Regionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale (CCR-VIA) esprimeva parere (n. 1/36 del 21/09/1998) favorevole. La Giunta regionale esprimeva valutazione di impatto ambientale positiva (Decreto n. 4 del 28/09/1998) e rilasciava con deliberazione del 13 agosto 1999 l’autorizzazione richiesta, di durata biennale e rinnovabile. L’iter burocratico ha visto il susseguirsi di ricorsi e procedure attivate e concluse. Il Comitato CCR-VIA, con giudizio n. 2589 del 03/12/2015, ha ritenuto necessario sottoporre il progetto a nuova valutazione di impatto ambientale, chiedendo alla ditta di integrare la documentazione trasmessa, sospendendo il procedimento di valutazione. Il SGR ribadiva la necessità di acquisire il parere del Comitato VIA e le valutazioni del Comune di Notaresco in merito alla compatibilità dell’impianto con le previsioni del PAI e del PRGR. In data 19/07/2019 la ditta effettua la richiesta di blocco dello SRA per inserimento della documentazione richiesta con la conseguente riattivazione del procedimento

a ASCOLI PICENO il 04/06/1969, n. AT 2774966

ad Atessa (CH) il 24/08/1979,

nata ad Roma (RM) il 21/12/1986,

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Motivazioni del progetto

Obiettivo dell’attività di impresa è l’ottenimento di benefici economici dalla gestione della discarica effettuata in assoluta sicurezza sia per quanto riguarda l’ambiente circostante che gli operatori nel sito. All’epoca dell’inizio dell’iter procedurale in provincia di Teramo non erano presenti discarica della tipologia di quella in esame, quindi la costruzione e l’esercizio della stessa avrebbero consentito una gestione dei rifiuti speciali con una riduzione dei costi per le attività produttive ed un minore impatto ambientale della gestione degli stessi rifiuti. La discarica è posizionata in area di risulta da cava di inerti, in prossimità di discarica per RSU dismessa. L’utilizzo della discarica nelle volumetrie previste dal progetto permetterebbe, a chiusura ultimata, il ripristino del profilo originario della collina, coniugando l’eliminazione dell’impatto sul paesaggio originato dalle attività pregresse alle previsioni della pianificazione territoriale, che tende a preservare i profili paesaggistici. La sistemazione finale dell’area di interesse permetterebbe la restituzione alla fruibilità della zona, attualmente compromessa. In quest’ottica, la ditta proponente si dichiara disponibile a valutare con l’Amministrazione comunale la situazione della discarica RSU presente (e non più operativa). Considerazioni

Nel Piano Regionale Gestione Rifiuti si rimarca l’importanza della configurazione, a livello di pianificazione d’ambito, di un sistema che contempli la possibilità di smaltimento dei rifiuti speciali; tale modalità di gestione presenta un duplice vantaggio: da una parte genera introiti e allevia i costi gestionali, dall’altra fornisce importanti opportunità alle imprese regionali attraverso la disponibilità di smaltimento dei rifiuti prodotti. La discarica in esame è considerata nel PRGR nel novero degli impianti disponibili e si prospetta, data anche la posizione e l’accessibilità del sito, come soluzione di supporto agli impianti di trattamento regionali. Inoltre, l’impianto ben si coniuga con la linea di indirizzo del PRGR che promuove la gestione degli impianti di smaltimento in ottica regionale e con l’obiettivo specifico dell’autosufficienza impiantistica, con l’obbligo di conferimento ad impianti regionali di tutti i flussi derivati dai rifiuti urbani destinati a smaltimento. Allo stato attuale della tecnologia e dell’organizzazione della filiera di trattamento dei rifiuti, gli impianti di discarica sono residuali, tuttavia ancora necessari alla chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti. Le discariche controllate sono impianti di tipo particolare, tuttavia la loro gestione, effettuata nei termini e nei modi previsti dalla normativa, porta a rischi e impatti sostanzialmente paragonabili a quelli di altre tipologie di attività. Le interazioni dell’impianto previste con l’ambiente circostante in fase di gestione sono, seppur in parte negative, in particolare intrusione visiva, emissioni di polveri, produzione di biogas, ridotte sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. In fase di post-gestione gli impatti ambientali saranno ulteriormente ridotti, fino ad annullarsi al termine del periodo. Tuttavia si evidenziano anche aspetti positivi, in particolare per le ricadute economiche che l’attività dell’impianto potrebbe avere nell’area limitrofa. Le compensazioni ambientali per il progetto proposte sono:

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� estensione della fascia boschiva attualmente presente, per eliminare l’intrusione visiva e ridurre ulteriormente (oltre gli altri accorgimenti gestionali) l’immissione nell’ambiente di possibili inquinanti durante la fase di gestione dell’impianto;

� chiusura e ripristino ambientale (colmatura e sistemazione superficiale), ottenendo (a coltivazione ultimata) un’area idonea ad un utilizzo successivo;

� la sistemazione finale permetterà di ripristinare il profilo della collina esistente ante cava. Inoltre, sarà ricostituito l’habitat preesistente agli interventi ante cava, potendo riutilizzare l’area anche a fini sociali (ad es. realizzazione di percorso vita con posizionamento di attrezzature per il tempo libero e l’attività all’aperto).

Notaresco, il 08/09/2020

Firma del richiedente Si allega: 1. Documento di riconoscimento dei richiedenti. Indirizzi e-mail dei richiedenti: Ing. Giancarlo Morbiducci: [email protected] tel. 3803218282 Avv. Lidia Flocco [email protected]. Chiara Saltelli [email protected]

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Avv. Alessandro Picozzi ROMA

Avv. Enrico Morigi Via dei Condotti, 9 00187 Roma

Avv. Carlo Celani Tel. +39 06 679 8633 Fax +39 06 678 9636

[email protected]

1

Giulio Blenx Francesca Pellegrini Eugenio Aurisicchio Nicola Picozzi Maurizio Borra Enrico Palmas Anna Gigante

Pier Nicolò Cecchin Katia Biasiolo Carlo Massara Andrea Buitoni Cecilia Giselda Coculo Lidia Flocco Giampaolo Carnevale Vincenzo R. Palmisano

Alessio Carosi Rosalba Micera Giovanna Ozza Chiara Saltelli Maria Grazia Bianco Eleonora Onorascenzo Marco Frezzolini Flavio Carosi Clelia Aulicino

Chiara Catalani Fabrizio Morigi Fabio Romoli Leonardo Canonico

ROMA Via Gaetano Sacchi, 12

Via Enrico Tazzoli, 6

MILANO

Viale Monte Nero, 82

NAPOLI Via Crispi, 62

BARI Via Roberto da Bari, 96

VICENZA

Viale del Mercato Nuovo, 71

CAGLIARI Via della Pineta, 64

SHANGHAI, CINA 1507 OOCL Plaza

841 Yan An Zhong Road

200040 Shanghai

BӒCH, SVIZZERA Seestrasse 112

8806 Bäch

www.picozzimorigi.com

www.picozzimorigi.cn

Servizio Valutazioni Ambientali

Regione Abruzzo

[email protected]

CCR-VIA Regione Abruzzo – Audizione De Patre Ferrometalli s.r.l.

del 17.09.2020 - Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di

Notaresco (TE) – richiesta di verbalizzazione

Si chiede che venga verbalizzata la seguente dichiarazione.

La società ribadisce il proprio interesse al progetto e ricorda al CCR VIA

che la discarica è stata già realizzata e collaudata e che, ciononostante, il Comune

di Notaresco ad oggi non ha provveduto ad inserirla nel Piano Regolatore, cosi

come anche la discarica comunale limitrofa che risulta ad oggi non chiusa.

Si ribadisce inoltre che l’impianto ben si coniuga con la linea di indirizzo

del PRGR che promuove la gestione degli impianti di smaltimento in ottica

regionale e con l’obiettivo specifico dell’autosufficienza impiantistica, con

l’obbligo di conferimento ad impianti regionali di tutti i flussi derivati dai rifiuti

urbani destinati a smaltimento.

Per quanto riguarda l’aspetto più prettamente inerente agli aspetti

ambientali, si pone l’accento sulle compensazioni ambientali proposte:

‒ estensione della fascia boschiva attualmente presente, per eliminare

l’intrusione visiva e ridurre ulteriormente (oltre gli altri accorgimenti gestionali)

l’immissione nell’ambiente di possibili inquinanti;

‒ chiusura e ripristino ambientale (colmatura e sistemazione superficiale),

ottenendo (a coltivazione ultimata) un’area idonea ad un utilizzo;

‒ la sistemazione finale permetterà di ripristinare il profilo della collina

esistente ante cava. Inoltre, sarà ricostituito l’habitat preesistente agli interventi

ante cava, potendo riutilizzare l’area anche a fini sociali (ad es. realizzazione di

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percorso vita con posizionamento di attrezzature per il tempo libero e l’attività

all’aperto).

Infine, si evidenzia che, a chiusura ultimata, verrà ripristinato il profilo

originario della collina, coniugando l’eliminazione dell’impatto sul paesaggio

originato dalle attività pregresse alle previsioni della pianificazione territoriale,

che tende a preservare i profili paesaggistici.

Roma, 17 settembre 2020

Avv. Lidia Flocco

Firmato da:LIDIA FLOCCOData: 17/09/2020 11:33:57Limite d'uso:Explicit Text: Questo certificato rispetta le raccomandazioni previste dalla Determinazione Agid N. 121/2019 Explicit Text: Certificate issued through Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) digital identity, not usable to require other SPID digit

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SALTELLI

CHIARA

Firmato digitalmente da

SALTELLI CHIARA

Data: 2019.12.19

16:41:49 +01'00'

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Dipartimento Territorio - Ambiente

Servizio Valutazioni Ambientali

Istruttoria Tecnica Valutazione di Impatto Ambientale – V.I.A.

Progetto De Patre Ferrometalli S.r.l. - Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di Notaresco (TE)

Oggetto

Titolo dell'intervento: Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di

Notaresco (TE)

Descrizione del progetto:

Autorizzazione Regionale per la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi (ex 2B). Procedura di VIA ai sensi ex art. 29 comma 4 del D.Lgs. 152/06 così come dettato nella Conferenza dei Servizi del 11/06/2014

Azienda Proponente: De Patre Ferrometalli S.r.l.

Procedimento: Valutazione di Impatto Ambientale – V.I.A. art. 23 e ss.

D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.

Localizzazione del progetto

Comune: Notaresco Provincia: Teramo Altri Comuni interessati: Nessuno Località: Irgine Numero foglio catastale: 32 Particella catastale: 9,10,11,13,15 e 16

Contenuti istruttoria

Per semplicità di lettura la presente istruttoria è suddivisa nelle seguenti sezioni: Anagrafica del progetto Premessa Parte 1: Quadro di riferimento programmatico Parte 2: Quadro di riferimento progettuale Parte 3: Quadro di riferimento ambientale

Referenti della Direzione

Titolare istruttoria: Ing. Erika Galeotti

Ing. Andrea Santarelli

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Dipartimento Territorio - Ambiente

Servizio Valutazioni Ambientali

Istruttoria Tecnica Valutazione di Impatto Ambientale – V.I.A.

Progetto De Patre Ferrometalli S.r.l. - Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di

Notaresco (TE)

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ANAGRAFICA DEL PROGETTO

Responsabile Azienda Proponente

Cognome e nome Ettorre Nicola Telefono 3355293146 e-mail PEC

[email protected] [email protected]

Estensore dello studio

Nome Azienda e/o studio professionista: Ing. Gabriele Ciabattoni Albo Professionale e num. iscrizione Ing. Teramo, 281 Telefono 3355650323 e-mail [email protected]

Avvio della procedura

Acquisizione in atti domanda Prot.n. 1985/15 del 21/07/2015 Pubblicazione progetto 15/07/2015

Iter Amministrativo

Oneri istruttori versati 50,00 €bn Atti di sospensione Giudizio n. 2589 del 03/12/2015 Atti di riattivazione Prot.n. 213354/19 del 19/07/2019

Osservazioni e comunicazioni

Durante la fase di pubblicazione del progetto, partita in data 15/07/2015, sono pervenute le seguenti osservazioni:

Comune di Notaresco, acquisita in atti al prot.n. RA/228999 del 10/09/2015; Associazione “Warda – Giovani per l’ambiente”, assunta la prot.n. RA/2317 11 del 14/09/2015; Sig. Angelo Di Matteo, acquisita in atti al prot.n. RA/231721 del 14/09/2015. La Ditta ha trasmesso (prot.n. RA/258823 del 14/10/2015) e caricato sullo SRA, nella sezione

“Controdeduzioni” la risposta alle osservazioni pervenute. La descrizione del contenuto delle osservazioni e delle relative controdeduzioni è contenuta nella relazione

istruttoria allegata al Giudizio del CCR-VIA n. 2589 del 03/12/2015, alla quale si rimanda.

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Elenco Elaborati

Pubblicati sul sito - Sezione “Elaborati VIA” Pubblicati sul sito - Sezione “Integrazioni”

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PREMESSA

La ditta De Patre Ferrometalli S.r.l., in data 15/07/2015, con nota acquisita in atti al prot.n. 1985/BN VIA del 21/07/2015, ha fatto istanza di Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi degli artt. 23 e ss. del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. per la realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi sita in Località Irgine del Comune di Notaresco (TE), di volumetria totale pari a 155.000 m3, già esistente e collaudata limitatamente al primo e secondo lotto, per una capacità complessiva pari a 100.000 m3.

La discarica rientra nella categoria di cui alla lett. p, allegato III, D.lgs. n. 152/2006. Il progetto, in data 03/12/2015 è stato sottoposto all’esame del CCR-VIA che, con Giudizio n. 2589, ha

espresso il seguente parere: “DI RINVIO PER LE MOTIVAZIONI SEGUENTI

Ricorrendo le ipotesi di cui all'art. 29 comma 5 del D.Lgs. 152/2006, al fine di consentire a questo Comitato,

in qualità di Autorità Competente in materia di VIA, di esprimere il proprio parere ai sensi del comma 4 dello

stesso articolo è necessario sottoporre il progetto ad "una nuova valutazione di impatto ambientale".

A tal fine è necessario integrare la documentazione trasmessa con gli elaborati previsti dal D.Lgs. 152/2006

ed in particolare con un Studio di Impatto Ambientale redatto tenendo conto anche delle indicazioni contenute

nella sentenza del TAR nonché dello stato attuale dei luoghi.

La documentazione dovrà essere ripubblicata sul sito istituzionale regionale dedicato; dalla data di

pubblicazione decorrono i termini di cui all'art. 24 comma 4”. Nell’istruttoria allegata al citato Giudizio, alla quale si rimanda per quanto non espressamente contenuto

nella presente, si ripercorre l’iter autorizzativo della discarica, fin dal primo atto del CCR-VIA, che ha espresso parere favorevole in merito alla VIA (parere del 21/09/1998 n. 1/36 e successivo Decreto n. 4 del 28/09/1998), inclusi i diversi pronunciamenti in sede giurisdizionale intervenuti nel corso degli anni.

In particolare l’ultimo, la sentenza del TAR Abruzzo n. 234 del 10/05/2012, ha annullato l’Autorizzazione Integrata Ambientale n. 4/11 del 28/07/2011 rilasciata dalla Regione Abruzzo, Servizio Gestione Rifiuti, rendendo pertanto necessaria da parte della Ditta la proposizione di una nuova istanza di AIA.

Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 127 del 07/01/2019 si è pronunciato in merito ai ricorsi presentati dalla Società De Patre Ferrometalli S.r.l. e dalla Regione Abruzzo avverso la sentenza del TAR n. 234/2012, concludendo che “non appare condivisibile l’assunto delle parti appellanti secondo le quali la valutazione di impatto ambientale del 1998 fosse comunque sufficiente alla costruzione e messa in esercizio dell’impianto, poiché i dati oggettivi della vicenda mostrano un progetto sebbene realizzato, ma senza autorizzazione ed in

variante essenziale rispetto alle caratteristiche precedenti e dunque soggetto ineluttabilmente a nuova

valutazione di impatto ambientale alla luce di tutte le sopravvenienze.

Naturalmente nella sostanza nulla impedisce che, successivamente al nuovo procedimento di VIA, si possa

rilasciare in presenza delle condizioni di legge necessarie una nuova autorizzazione integrata ambientale che

possa così legittimare quanto già realizzato, eventualmente con le modifiche necessarie”. Nel seguito della presente istruttoria sono riassunti i contenuti della documentazione caricata sullo Sportello

Regionale Ambientale nella sezione “Integrazioni”, riguardanti lo Studio di Impatto Ambientale ed i relativi allegati.

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PARTE 1

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

1. Localizzazione e inquadramento catastale

L’intervento è localizzato in Località Irgine del Comune di Notaresco (TE) ed è individuato catastalmente al foglio n. 32, particelle n. 6, 8, 10, 11, 13, 15, 16, 253, 254, 566, 569 del Comune di Notaresco.

L’area è localizzata su una cresta ricompresa tra due fossi; la cui sommità si presenta spianata, in quanto, come dichiarato dal tecnico, la zona è stata adibita a cava, senza il ripristino finale al termine della coltivazione della stessa. Al confine della zona di interesse è presente discarica comunale per rifiuti solidi urbani, non più utilizzata, che era al servizio del Comune di Notaresco.

Le coordinate del sito sono le seguenti: Latitudine: 42° 38’ 19’’ N Longitudine: 13° 53’ 27’’ E. Il sito è posto ad un'altezza di circa 170 m s.l.m. e occupa un superficie pari a circa 16.000 m2.

2. Piano Regolatore Generale ed Esecutivo

Il tecnico riporta che l’area è definita nel P.R.G. come zona E, sottozona 1b “Ambiti di valorizzazione e

tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico”, in cui “[…] il PRG persegue la conservazione dei caratteri originari del paesaggio naturale ed agrario, [...]”. In tali aree sono vietati gli interventi di trasformazione e gli usi riguardanti: “depositi e stoccaggio di materiali non agricoli, comprese le discariche di rifiuti solidi

urbani e di qualsiasi altro genere e classe; i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale il profilo del

terreno; […]”. In tali zone è consentito: “[…] - la sistemazione dei terreni con movimenti di terra limitati

unicamente al ripristino di terrazzamenti esistenti abbandonati; […]; - la conservazione, il recupero e la

valorizzazione dei manufatti esistenti anche per la realizzazione di servizi ed attrezzature; […]” e, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 5 del PTP, “[…] le seguenti classi di intervento previste dalle norme del PRP per

le zona A2: […]; e per l’uso tecnologico: 6.3” (classe di intervento 6.3: elettrodotti, metanodotti, acquedotti, tralicci e antenne, impianti di telecomunicazioni e impianti idroelettrici).

Il tecnico dichiara inoltre che le NTA del PRG menzionate sono datate novembre 2011, data in cui la discarica era già stata costruita in forza dell’autorizzazione a suo tempo ottenuta (e successivamente annullata in sede giurisdizionale). Inoltre, il tecnico menziona l’esistenza della vecchia discarica comunale per RSU, che non sarebbe ancora non adeguata e chiusa ai sensi della normativa vigente.

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Anche la conformità urbanistica della discarica è stata oggetto di sentenza da parte del TAR. Per tale aspetto si rimanda all’istruttoria allegata al Giudizio n. 2589 del 2015.

3. Piano Regionale Paesistico

L’area di interesse ricade in zona bianca di Piano Regionale Paesistico.

4. PAI e PSDA

È riportato che l’area non rientra tra le aree a pericolosità ai sensi del PSDA. L’area è interessata da un graficismo di pericolosità di scarpata morfologica del PAI, per il quale è

applicabile l’art. 20 delle NTA del PAI. La presenza di pericolosità di scarpata è stata anch’essa oggetto di sentenza da parte del TAR, in relazione

all’applicabilità al caso di specie dell’art. 11 delle NTA dello stesso PAI. Per tale aspetto si rimanda all’istruttoria allegata al Giudizio n. 2589 del 2015.

Nelle controdeduzioni pubblicate sullo Sportello Regionale Ambientale da parte della Ditta, il tecnico dichiara che: «Comunque la Ditta a suo tempo depositò ampia documentazione tendente alla verifica della

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insussistenza di detta scarpata; l'Amministrazione Comunale non ha mai dato seguito a quanto richiesto nella

documentazione stessa. Nella citata documentazione furono forniti rilievi di dettaglio e considerazioni di tipo

morfologico che escludono, in modo chiaro ed esauriente, la presenza della scarpata almeno nelle sezioni tipo

presentate sia in conferenza di servizio che agli uffici Comunali di Notaresco.»

5. Piano Regionale Gestione Rifiuti

Il tecnico ha eseguito un puntuale confronto con i criteri localizzativi del Piano Regionale di Gestione integrata dei Rifiuti, aggiornato con Deliberazione Consiliare n. 110/8 del 02.07.2018.

Rispetto al criterio USO DEL SUOLO: ricorre il caso delle cave, per il quale il PRGR applica prescrizione a magnitudo di tutela integrale e

consente la realizzazione di discariche, solamente “previa adeguata verifica della tutela della qualità

delle risorse idriche”; ricorre inoltre il caso di terreni sottoposti a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. n. 3267/23, D.I.

27/7/84, L.R. 3/13 in cui è previsto un livello di prescrizione a magnitudo penalizzante

potenzialmente escludente. Il criterio assume carattere di tutela integrale nelle aree coperte da boschi di protezione individuati dal corpo forestale dello stato ai sensi del R.D. 3267/1923 e recepite nei PRG dei comuni interessati.

Da verifiche d’ufficio si rivela che ricorre il caso delle aree di pregio agricolo (D.Lgs. n. 228/01; L.R. 36/13), per il quale è previsto un livello di prescrizione di tutela integrale, in quanto l’area di progetto rientra nelle zona vitivinicola “Montepulciano - Colline Teramane DOCG”. Il PRGR specifica che «la

prescrizione si applica alle sole aree che nell’ambito del PRG sono a destinazione d’uso “agricola” […]. Per gli impianti di discarica e di termovalorizzazione (gruppi A e B della Tabella 18.2-1, salvo le

discariche del sottogruppo A1), la prescrizione da attribuire a tali aree come perimetrale nell’ambito dei rispettivi Decreti Ministeriali di istituzione, è di tutela integrale. Si sottolinea che il criterio di tutela

integrale è comunque da applicare alle aree a destinazione d’uso agricolo. Il criterio localizzativo assume carattere “potenzialmente escludente” per le discariche a servizio di impianti di trattamento.»

Rispetto al criterio TUTELA DELLA POPOLAZIONE DALLE MOLESTIE, il tecnico dichiara quanto riportato nella tabella seguente:

- distanza da centri e nuclei abitati, il tecnico dichiara che l’impianto gestirà rifiuti non putrescibili, mentre per i successivi due criteri dichiara il contrario. Si specifica che nel caso di gestione rifiuti putrescibili (come si evince dal quadro progettuale, in quanto il tecnico dichiara che verranno conferiti in discarica rifiuti urbani indifferenziati - codice EER 200301), la distanza minima dai centri e nuclei abitati prescritta dal PRGR è di 500 m. L’impianto si trova all’interno dei 500 m dal nucleo abitato di Guardia Vomano.

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Il tecnico riporta invece che ricorre il caso della distanza dalle case sparse, che prescrive un livello di magnitudo attenzione, dichiarando che “L’impianto gestirà rifiuti putrescibili, distanza minima pari a

200 m. Il potenziale impatto è minimizzabile tramite l’implementazione di adeguate misure mitigative”.

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- Rispetto alla distanza da funzioni sensibili, si rileva che il progetto si trova ad una distanza di circa 400 m dalla Abbazia di San Clemente al Vomano.

Con riferimento al criterio PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE, il tecnico riporta che - Non ricorre il fattore soggiacenza della falda, per il quale è previsto in livello prescrittivo di tutela

integrale; - Ricorre il fattore vulnerabilità della falda per il quale è previsto un livello prescrittivo a magnitudo

attenzione, riportando che “Il potenziale impatto sulla falda è minimizzato grazie ad accorgimenti di

tipo progettuale (adeguamento al D.lgs. 36/03, attuale MTD per le discariche)”. Ricorre inoltre, da quanto dichiarato, una pericolosità da scarpata ai sensi del PAI (con prescrizione di

magnitudo di tutela integrale). L’area non ricade all’interno di aree protette e si trova ad una distanza maggiore di 2.000 m da queste. Infine, secondo il tecnico, si è in presenza di un livello di opportunità localizzativa, dovuto al fatto che

l’impianto di smaltimento rifiuti è già esistente e collaudato.

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PARTE II

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

Il tecnico inquadra le attività di smaltimento ammesse nella discarica (allegato B alla parte IV del D.lgs. 152/2006) come D1 – “deposito sul o nel suolo (ad esempio discarica)”, con i seguenti rifiuti ammessi:

Si rileva tuttavia che ai sensi dell’art. 7 (Rifiuti ammessi in discarica) del D.Lgs. 36/2003 “i rifiuti possono

essere collocati in discarica solo dopo trattamento”. Il tecnico dichiara che i rifiuti di natura organica saranno ammessi in discarica solo se risultati

conformi, oltre che agli altri requisiti per l’ammissibilità in discarica previsti dalla normativa vigente, alla valutazione del parametro IRDP (Indice di Respirazione Dinamico Potenziale), misura della stabilità biologica di un rifiuto.

Il tecnico adduce come motivazioni alla realizzazione del progetto: Il fatto che la Provincia di Teramo è sprovvista di una discarica di 2^ Categoria tipo B per lo

smaltimento dei propri rifiuti speciali non pericolosi, deve sobbarcarsi costi via via crescenti, all’aumentare della distanza tra il nucleo produttivo e il sito ove avviene lo smaltimento finale.

Il fatto che la discarica è posizionata in area di risulta da cava di inerti e nella prossimità di una discarica per R.S.U., definita in abbandono. La costruzione della discarica prevede di ripristinare l’antico profilo della collina ante cava.

Inoltre, il tecnico riporta che l’impianto è stato considerato nel PRGR nelle volumetrie disponibili e che la discarica è già esistente e collaudata limitatamente al primo e secondo lotto, per una capacità complessiva pari a 100.000 m3.

1. Stato della discarica

Nella documentazione è descritto che i lavori di realizzazione furono iniziati in data 18/01/2001 e conclusi in data 27/07/2007, come da certificato di ultimazione lavori (prot. Regione n. 15021 del 31/07/2007) e che il collaudo dei lavori fu effettuato come da prot. 300/07 del 27/07/2007 e acquisito in Regione con prot. n. 15400 del 06/08/2007.

Il tecnico riporta che a seguito del D.lgs. 13 gennaio 2003, n. 36 fu redatto piano di adeguamento alla norma, in esito al quale furono eseguiti lavori sul fondo della discarica, a seguito delle risultanze della relazione geologica, per renderlo conforme alla norma, lavori che riguardarono un’area di circa 3.000 m2 nella zona sud della discarica stessa. Gli enti preposti effettuarono delle prescrizioni in merito ai lavori di costruzione; tali lavori sono di seguito esplicitati:

sistemazione area servizi esistente con massetto carrabile in cls armato, reso impermeabile così come da norma;

canaletta trapezoidale per alloggiamento tubo di rilancio percolato; linea di raccolta acque di prima pioggia comprensiva di vasche di depurazione; piazzole di carico percolato, stoccaggio oli; installazione di centralina meteorologica.

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2. Descrizione del progetto

Le dimensioni caratteristiche sono le seguenti: volume 155.000 m3; area discarica 15.000 m2; volume in scavo 50.000 m3; volume in elevazione 105.000 m3; area destinata ai servizi 1.000 m2; quantitativo medio di materiale di ricopertura giornaliera (terreno/F.O.S.) circa 12 m3/giorno.

2.1. Viabilità di accesso

È descritto che si accede all’impianto mediante la rete viaria provinciale e comunale, la cui ultima parte è costituita da strada comunale di circa 2 km, la cui parte terminale è costituita da strada bianca di lunghezza

pari a circa 950 m e larghezza pari a circa 4,00 m con fondo in misto stabilizzato, costipato e rullato.

2.2. Barriera di confinamento discarica

È dichiarato che sono state adeguate le caratteristiche del fondo in modo che esso fosse rispondente a quanto prescritto dal decreto al punto 2.4.2 dell’allegato 1 del D.Lgs. n. 36/2003, ed n particolare nella parte dell’invaso sud, presso cui affioravano materiali ad elevata permeabilità si è proceduto come segue:

a) scavo di sbancamento rispetto al piano attuale della vasca, per una profondità >= 120 cm; b) riporto di argilla compattata per uno spessore di almeno 120 cm. (con rullo vibrante, per spessori di 20

cm); il riporto di argilla sormonterà la barriera geologica per almeno 5,00 m;

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c) stesura guaina in HPDE (k < 10-12 cm/s di spessore 2 mm); d) stesura guaina con protezioni in tessuto-non tessuto (superiore e inferiore); e) riporto di materiale drenante per uno spessore di 50 cm su tutto il fondo della discarica. Il confinamento artificiale è costituito quindi da: riporto di almeno 1 m di argilla (sp. >= 100 cm; k <= 10-7 cm/s); stesura su tale area di guaina impermeabile (sp. = 2 mm; k <= 10-12 cm/s). Il tecnico dichiara che sono state adeguate le sponde mediante stesura di materassino bentonitico su una

fascia che ricomprende parte del fondo, le sponde e la parte piana. Superiormente al materassino bentonitico è stata posizionata guaina in HDPE (spessore = 2 mm e k 10-12 cm/s) per completare la barriera artificiale di fondo. Si dichiara inoltre che prima della posa in opera, è stato interposto tra lo strato impermeabile e la membrana impermeabile, strato di materiale arido drenante e il tessuto – non tessuto.

Al di sotto del telo e nello strato arido è stata inserita rete di drenaggio costituita da tubazioni in HDPE forate e disposte con la medesima tessitura della rete di drenaggio (superiore) del percolato. Un pozzetto

“controllo acque sottotelo” è recapito delle acque portate dalla rete di raccolta; è possibile verificare in tal modo la tenuta del manto di impermeabilizzazione.

2.3. Protezione fisica degli impianti

Si riporta che l’area interessata dall’impianto è dotata di recinzione di altezza pari a 2 m con fondazione continua in cls armato. L’accesso avviene mediante cancello.

2.4. Viabilità interna

È dichiarato che la viabilità interna alla discarica, si sviluppa lungo il perimetro dell’invaso. Il transito dei mezzi di trasporto avverrà su area impermeabilizzata.

2.5. Opere accessorie e reti tecnologiche

Il tecnico riporta la descrizione di alcune opere sussidiarie per il corretto funzionamento della discarica. - Pesa: L’impianto è dotato di pesa (14,4 m x 3 m, con rampe di salite e discesa di 4 m x 3 m). - Raccolta acque prima pioggia: Le acque di prima pioggia (superficie dilavata 650 m2 e volume 2,56

m3) saranno trattate in apposito impianto disoleatore/dissabbiatore e successivamente scaricate sul terreno.

- Raccolta acque domestiche: Raccolta in una vasca a tenuta e lo smaltimento come rifiuto. - Stoccaggio temporaneo percolato: sono previsti serbatoi installati su piattaforma e dotati di vasca di

contenimento. - Impianto elettrico potenza e illuminazione: l’impianto elettrico di potenza e di illuminazione è

realizzato conformemente a quanto autorizzato e alla normativa vigente. - Impianto antincendio: L’impianto antincendio fisso ha una serie di idranti UNI 45 dislocate lungo il

perimetro della discarica ad una distanza una dall’altra di circa 35 m, attacco UNI 70 per autopompa VV.F, riserva idrica da 68 m3 e gruppo di spinta.

- Centralina meteorologica: È installata centralina meteorologica per il rilevamento dei dati meteoclimatici previsti dalla normativa.

2.6. Macchinari per la conduzione dell’impianto

I macchinari previsti per la conduzione dell’impianto sono: compattatore a pestelli da circa 200 KW, automezzo cassonato da 10 m3 per il trasporto nell’area della discarica del materiale di ricoprimento.

2.7. Modalità e criteri di coltivazione

È riportato che i rifiuti in arrivo alla discarica saranno depositati nell’area in esercizio, che sarà di dimensioni massime di 10 × 10 m, che, insieme all’altezza massima del rifiuto depositato, pari a 1,50 m, costituirà la cella unitaria. Le singole celle verranno compattate con compattatore a pestelli.

È descritto che la discarica sarà utilizzata in tre stralci funzionali, con i rifiuti posizionati a partire dal comparto centrale e, una volta raggiunta l’altezza dei rifiuti abbancati così come da progetto, si procederà alla realizzazione della copertura sommitale. Tale modalità di coltivazione, secondo il tecnico:

riduce la produzione totale di percolato;

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permette la realizzazione della rete di captazione del biogas; confinamento nel comparto esaurito e conseguente riduzione della dispersione nell’ambiente del

biogas.

3. Fattori di pressione ambientale previsti

3.1. Consumi di risorse

Il tecnico stima i seguenti consumi: quantità annua di gasolio utilizzata pari a 60.000 l; quantità annua di terreno di ricopertura (terreno o F.O.S., Frazione Organica Stabilizzata) pari a circa 4.380 m3, stoccata in area scoperta; consumo di energia elettrica 800 MWh/anno; approvvigionamento idrico dalla rete idrica comunale per usi tipo domestico, in quantità annua pari a 100 m3.

Si stima infine un’emissione di CO2 pari a 150 t equivalenti di emissioni dirette e 589,6 t equivalenti di emissioni indirette (dal consumo di energia elettrica).

3.2. Rifiuti prodotti

Le attività impiantistiche produrranno rifiuti che verranno gestiti mediante deposito temporaneo.

3.3. Percolato

La stima della produzione di percolato comprende il periodo di gestione dell’impianto e quello di post-gestione, i dati sono riportati nella tabella seguente, costruita dal tecnico sulla base delle esperienze in discariche similari, sulla massima produzione di percolato durante l’esercizio e sull’esaurimento della produzione di percolato una volta impermeabilizzata la parte sommitale.

Si è ipotizzato un periodo di gestione di cinque anni, due per il primo stralcio, uno per il secondo e due per il terzo. Si presuppone inoltre una capacità di ritenzione della precipitazione atmosferica da parte del rifiuto pari al 70%.

Il tecnico passa quindi alla descrizione dell’impianto di raccolta e trattamento del percolato, rappresentato nell’elaborato grafico denominato Tav. 7 Impianto raccolta percolato, datato 24/06/2019 ed allegato allo SIA.

Verrà posto uno strato drenante di materiale ghiaioso nel fondo vasca discarica di spessore pari ad almeno 60 cm. L’impianto di raccolta del percolato sarà costituito da tubazione macro fessurata in PEAD, F315, calzata per evitare intasamenti, disposta al centro della vasca costituita dai primi due lotti e collegata ad un pozzetto di raccolta e da questo, tramite pompa, il percolato sarà trasferito ai serbatoi della piattaforma stoccaggio mediante linea di trasferimento costituita da una doppia tubazione in PEAD, tubo interno F63 e tubo esterno F90.

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Il volume utile dei serbatoi di stoccaggio percolato è pari a circa 133 m3. Il percolato verrà periodicamente avviato ad impianto autorizzati al trattamento tramite ditte di trasporto autorizzate. Il trasferimento sulle cisterne di trasporto avverrà con le cisterne stazionanti su piattaforma impermeabilizzata dedicata, le cui pendenze convogliano gli eventuali sversamenti accidentali di percolato verso un pozzetto a tenuta da circa

1 m3, evitando la dispersione del percolato stesso.

3.4. Biogas

Il tecnico calcola il quantitativo di biogas prodotto nel corso della gestione della discarica utilizzando il modello “LANDfill Gas Emission Model”, sviluppato dalll’U.S. Environmental Protection Agency, considerando l’inizio dei conferimenti nell’anno 2020, per 5 anni, con un quantitativo all’anno di 31.000 t, per un totale di 155.000 t tra il 2020 ed il 2024.

Si selezionano 4 inquinanti: biogas totale, metano, anidride carbonica e NMOC (nonmethan organic compounds). Di seguito è rappresentata la produzione ipotizzata di questi inquinanti (sx) e la produzione di biogas, considerando la gestione per lotti, la copertura finale e l’impianto di captazione (dx).

Il tecnico dichiara un’efficienza di captazione del biogas prodotto da parte dell’impianto di captazione biogas pari a circa il 70% e che il sistema di captazione del biogas sarà costituito da rete di captazione orizzontale e pozzi di captazione verticale.

I particolari dell’impianto di captazione del biogas sono rappresentati nell’elaborato grafico denominato Tav. 9 Impianto captazione biogas e punto di emissione, datato 24/06/2019 ed allegato allo SIA.

Si dichiara che le opere di captazione saranno realizzate per lotti successivi, seguendo la gestione della discarica, seguendo le seguenti fasi:

captazione orizzontale realizzata nei punti di intersezione tra scarpata e argini della discarica; realizzazione dei pozzi verticali e collegamento all’impianto; collegamento dei pozzi alla sottostazione; collegamento della sottostazione alla centrale di aspirazione combustione; installazione dell’impianto di aspirazione e combustone. Viene riportato che i pozzi di captazione conterranno sonda di captazione; che la parte terminale del pozzo

sarà sigillata con miscela di argilla e bentonite, mentre l’estremità superiore della sonda di captazione sarà chiusa dall’apposita testa di pozzo; che il pozzetto sarà provvisto di coperchio munito di sfiato e palina di identificazione. Il materiale costruttivo delle tubazioni sarà il PEAD. Collettori di sottostazione collegheranno più linee di collettamento dei pozzi di captazione e saranno collegati al collettore di aspirazione, provvisto di sistema automatico di controllo della depressione.

A completamento dell’impianto vi sarà la centrale di aspirazione e combustione, che sarà costituita da: filtro di separazione e scarico condensa; aspiratore compressore; misuratore di portata; quadro elettrico; elettrovalvola e antiritorno di fiamma; buciatore; telaio; allarmi di blocco impianto.

Dal punto di vista delle emissioni in atmosfera, il tecnico dichiara che alla conclusione della coltivazione del primo lotto saranno effettuate verifiche sulla rilevanza del quantitativo di biogas effettivamente

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prodotto. Se le portate saranno non rilevanti si procederà ad una richiesta di termodistruzione, in caso contrario sarà invece realizzato un impianto di recupero energetico.

4. Gestione post-operativa

È riportato che al termine della coltivazione della discarica sarà costruito il pacchetto di copertura sommitale, che sarà costituito, sulla parte superiore “piana”, a partire dall’alto, come segue:

1. strato superficiale di terreno vegetale con additivato compost di qualità, sp. = 100 cm; 2. strato drenante con pendenze per evitare la formazione di un battente idraulico, sp. = 50 cm; 3. strato minerale compattato (permeabilità almeno 10-8 m/s), sp. = 50 cm; 4. strato drenaggio biogas, sp. = 50 cm.

Sulle scarpate si avrà, sempre a partire dall’alto: 1. riporto di miscuglio di terreno vegetale e compost di qualità (rapporto in volume: 30% - 70%); 2. Geocomposito TENAX 450 protetto con tessuto non tessuto, sp. 5 mm; 3. stesura di guaina impermeabile HDPE con k 10-12 cm/sec, sp. 2 mm; 4. Geocomposito TENAX 450 (avente funzione di dreno dell’eventuale biogas ancora esistente

nell’area) con tessuto non tessuto posto sul lato inferiore e superiore, sp. 5 mm. Le scarpate saranno armate come segue:

sull’orizzontale, con armatura orizzontale TENAX TT045 ad intervalli di 1,50 m; lungo la scarpata, con Geostuoia rinforzata TNT Multimat 55R.

Negli elaborati grafici allegati all’istanza sono riportati i particolari della successione stratigrafica delle coperture.

Si afferma che lo strato superficiale verrà inerbito con specie erbacee con sistema radicale diffuso e in seguito si farà la piantumazione delle specie arboree autoctone.

Gli impianti operativi durante la fase di post-esercizio saranno quelli relativi al percolato, al biogas e di irrigazione del terreno di copertura, di tipo fisso a settori. È previsto che siano mantenuti funzionanti gli ulteriori apprestamenti al servizio dell’impianto, quali recinzione esterna e cancello di accesso, impianto di illuminazione, impianto di regimentazione delle acque meteoriche esterne ed interne.

La durata della gestione post-chiusura è pari ad almeno 30 anni, come previsto dalla normativa vigente. Il tecnico dichiara che al termine della fase di gestione post-operativa, la destinazione finale dell’area

sarà quella ecologico-forestale. Il tecnico conclude che la sistemazione finale permetterà di ripristinare il profilo della collina esistente ante cava e che sarà ricostituito l’habitat preesistente agli interventi ante cava.

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5. Analisi delle alternative considerate

In merito alle alternative alla localizzazione, il tecnico dichiara di non aver preso in considerazione alternative al sito proposto, considerando anche che:

- il sito limitrofo già ospita un impianto di discarica RSU non più operativa; - all’epoca della realizzazione della discarica in esame c’era piena coerenza con la pianificazione

territoriale, in particolare con la destinazione d’uso prevista dallo strumento urbanistico del Comune.

Inoltre, in merito alle motivazioni delle scelte progettuali, il tecnico evidenzia che la progettazione degli impianti di discarica è sottoposta alla stretta osservanza delle MTD (Migliori Tecnologie Disponibili) e dall’applicazione del D.lgs. 36/2003 e s.m.i..

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PARTE III

QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

1. Aria

Il tecnico asserisce che un regime di venti poco sostenuto, quale è quello riferito all'impianto, riduce la dispersione, con relativo impatto minore a carico dei centri abitati vicini, ma anche la diluizione dei contaminanti, aumentando, in via teorica, la probabilità di avvertire odori in loco (presso l'impianto).

Relativamente alla piovosità, vengono riportati i dati relativi alle località Guardia Vomano e Bellante, che mostrano piovosità media mensile massima nel mese di dicembre, con valori rispettivamente di 84 mm e 108,3 mm.

Riguardo al particolato si afferma che la discarica non accetterà materiale in forma di polvere ed inoltre i rifiuti saranno ricoperti giornalmente con materiale idoneo ad impedirne la dispersione per essiccazione all'aria. In merito a tale fattore, in fase di gestione operativa si considerano, per il calcolo delle emissioni

diffuse, quelle generate dal movimento dei mezzi in ingresso ed in uscita dall’impianto, sia generate direttamente che dal transito su strada bianca, e quelle generate dai mezzi operanti in impianto.

Si dichiara che la stima delle emissioni lungo la strada di accesso è stata calcolata utilizzando il metodo AP-42 “Compilation of Air Pollutant Emission factor” US-EPA, con una emissione di polveri totali pari a 20,44 kg/giorno e si dichiara che la riduzione delle polveri sarà attuata limitando la velocità dei mezzi a 20 km/h, così come consigliato all’interno della stessa AP-42. Per il calcolo delle emissioni dovute alla coltivazione della discarica (trasporto rifiuti; scarico rifiuti; ricopertura e compattazione) il tecnico stima una emissione di 60 g/giorno (40 g/h per 1,5 ore al giorno) per il solo compattatore a pestelli, che arriva a 75

g/giorno (0,5 g/t movimentata) per le fasi di movimentazione, compattazione e ricopertura. Durante la fase di gestione post-operativa non vengono generate emissioni di polveri.

Riguardo ai composti volatili, secondo il tecnico, stante la tipologia di rifiuti ammessa, tali composti non potranno superare concentrazioni all'origine tali da porre in essere un inquinamento significativo per la salute ambientale, tenuto conto anche delle distanze dall'abitato più prossimo alla discarica.

In relazione agli odori viene rilevato che: - i rifiuti messi a dimora hanno subìto in precedenza un Trattamento Meccanico Biologico, per cui sono

stabilizzati e non contengono sostanze fermentescibili; - i mezzi operativi in dotazione all’impianto sono dotati di filtri idonei alla protezione della salute dei

conduttori degli stessi; - la copertura giornaliera dei rifiuti è un operazione la cui durata non supera 45 minuti.

In base a tali considerazioni il tecnico deduce che: - non sono prevedibili rilasci significativi di sostanze odorigene nell'ambiente circostante; - le caratteristiche dei rifiuti, dei mezzi e la durata delle operazioni di ricoprimento garantiscono gli

operatori da rischi rilevanti per la salute. Durante la fase di gestione post-operativa, stanti le caratteristiche della copertura finale della discarica e

l’impianto di gestione del biogas, secondo il tecnico non avviene dispersione di odore nell’ambiente circostante.

In relazione al traffico, nella gestione operativa il tecnico stima 3 viaggi al giorno con bilico da 22 t e 7 viaggi al giorno con scarrabili da 9 t, asserendo che il volume di traffico indotto non andrà ad influenzare

in maniera significativa lo stato attuale. Nella gestione post-operativa si afferma che in tale fase il transito di automezzi è quello dovuto alle attività di monitoraggio, controllo e gestione previste dal piano relativo e che si tratta di eventi periodici e di entità decisamente ridotta.

2. Suolo e sottosuolo

Valutazione dell’infiltrazione di inquinanti attraverso lo strato argilloso di una discarica

Il tecnico riporta le generalità delle modalità di migrazione degli inquinanti attraverso lo strato argilloso posto alla base di una discarica, ipotizzando la rottura del manto di impermeabilizzazione basale in HDPE di una discarica, al di sotto del quale si trova uno strato protettivo di argilla dello spessore di 2,00 m. Ipotizza

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che vi sia una falda la cui superficie è localizzata immediatamente al di sotto lo strato argilloso della discarica stessa ed assume che il percolato contenga i seguenti inquinanti: piombo, cromo, mercurio e solventi clorurati.

Il tecnico passa quindi alla stima del coefficiente di ripartizione Kd (calcolato a partire dalla solubilità) e a cascata del coefficiente di ritardo R, a partire da una ipotesi sui valori di porosità e contenuto di carbonio organico dello strato argilloso, presi pari a 2 e 5 rispettivamente. Il tecnico giunge alle conclusioni riportate nelle seguenti tabelle.

Il tecnico afferma che le velocità di infiltrazione in terreni standard in condizioni di parziale saturazione sono, per un suolo argilloso, comprese fra 6,9*10-8 e 6,9*10-7 m/s, mentre l’infiltrazione dovuta sia al gradiente idraulico che alla tensione capillare (H+Hc) in una argilla asciutta ha un valore pari a 9,21*10-6 m/s. Assume quindi che lo strato argilloso localizzato al di sotto della discarica sia parzialmente umido.

In questo caso, secondo quanto descritto, l'eluato che si infiltra al di sotto della discarica impiegherebbe per attraversare uno strato argilloso di 2 metri di spessore un tempo compreso fra le 800 ore (circa 1 mese) e le 8.000 ore (circa 1 anno).

Tuttavia, stante che il coefficiente di ritardo, moltiplicando i mezzi sopra calcolati per i coefficienti di ritardo individuati per i singoli contaminanti il tecnico deduce una stima rapida del tempo necessario perché l'inquinante (in assenza di diffusione) attraversi lo strato argilloso, riportando i valori calcolati per gli inquinanti considerati in forma tabellare.

Inoltre, il tecnico afferma i tempi sono stimati in maniera molto conservativa, in quanto si è considerato il suolo parzialmente saturo. Pertanto, considerando l’argilla con una permeabilità di 5,10*10-10 m/s e 2 m di battente idraulico sopra lo strato argilloso saturo di spessore pari a 2 m, secondo il tecnico la velocità di attraversamento sarebbe nell'ordine di 1*10-9 m/s, cioè due ordini di grandezza inferiore a quella utilizzata nei calcoli sopra esposti, corrispondente ad un tempo di attraversamento di due ordini di grandezza più elevato.

Infine, il tecnico fa una applicazione dei normogrammi per la zona insatura, per il calcolo del flusso massimo giornaliero per gli inquinanti, partendo dalle seguenti concentrazioni presunte:

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Ed arrivando a calcolare i valori massimi e medi del flusso giornaliero al di sotto dello strato argilloso per Pb e Hg, riportati nella figura seguente:

Caratterizzazione geologia ed idrogeologica

Il tecnico fa riferimento alla relazione geologica redatta all’epoca dell’autorizzazione originaria, riportando quanto ivi descritto. Di seguito si riassume quanto dichiarato dal tecnico.

L’area è situata al di sopra di una stretta superficie tabulare allungata ed è troncata ad est e ad ovest dagli alvei di due fossi Maiorano e Saggio affluenti del fiume Vomano. Quest’ultimo ha formato un penepiano argilloso di colore grigio-azzurro e depositato sullo stesso estesi banchi di ghiaia in matrice sabbiosa e/o limosa, con depositi alluvionali che formano terrazzi posti a varie altezze.

Il sito è localizzato sulla sommità della parte terminale di una dorsale collinare e caratterizzato dalle seguenti particolarità:

l’area è stata interessata da attività estrattiva che portò al quasi completo smantellamento della coltre ghiaiosa-sabbiosa di copertura;

il sottosuolo della discarica è costituito da argilla di colore grigio-azzurro, stratificata con direzione Nord – Sud, debolmente immergente verso Est;

il fianco Ovest del versante mostra un’acclività media di 21° e si presenta alberato; il fianco Est del versante è utilizzato per scopi agricoli e presenta acclività variabile da 22° nella parte

alta fino a 15° verso l’alveo del fosso Maiorano; alla base del versante ovest, in prossimità dell’alveo del fosso Saggio, sono in atto fenomeni erosivi di

tipo calanchivo, che non inficiano la stabilità geologica dell’area sede della discarica, in quanto la distanza che separa la zona di erosione dalle opere è pari a 150 m;

nella parte terminale della dorsale, poco a monte della discarica, è ubicato piccolo compluvio, che garantisce il naturale drenaggio delle acque meteoriche convogliate verso l’alveo del fosso Saggi;

lungo i fianchi non sono state rilevate frane o movimenti della coltre superficiale del terreno.

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Dai sondaggi geognostici (carotaggio continuo) il tecnico evidenzia la seguente successione litologica dall’alto verso il basso:

Ghiaia con sabbia e/o limo, presenti in debole spessore solo nella zona nord a causa della pregressa attività di cava.

Limo argilloso marroncino con veli sabbiosi, deposito costituito in strati tra cui sono presenti sottili livelli di sabbia. Lo spessore è compreso tra i 3 e i 5 metri perimetralmente, con un massimo di 9 m nella zona sud-ovest, mentre nella zona centrale varia tra 1,30 e 2,20 m. La zona di transizione con lo strato inferiore, di circa 1,00 m, è costituita da limo argilloso grigio con chiazze nocciola e presenta le stesse caratteristiche litologiche e geotecniche dell’argilla di base.

Limo argilloso grigio-azzurro con veli sabbiosi, substrato geologico della zona, con sottili intercalazioni di sabbia finissima. Il deposito è sovra consolidato. La formazione argillosa è posta a profondità variabile da -3,10 a -9,00 m.

Lo studio idrogeologico dell’area, effettuato mediante piezometri (riportati nelle planimetrie di progetto), mostra che nel sottosuolo di gran parte dell’area interessata dalla discarica non è presente falda idrica sotterranea, ad eccezione del lato Nord-Est. Il tecnico dichiara che lo spessore dello strato di terreno fra fondo discarica e falda è rilevante (falda localizzata a -5,40 m dal piano campagna).

Si riporta che le prove di laboratorio hanno dato i seguenti valori di permeabilità: - Ghiaia con sabbia: 10-2 m/s - Limo argilloso marroncino 10-8 m/s - Limo argilloso grigio azzurro 10-9 m/s. Il tecnico ricorda inoltre che «gli sbancamenti che durante la costruzione furono necessari a creare l'invaso

della discarica furono eseguiti in maniera tale da far rimanere sempre, tra il piano di posa del manto

impermeabile e la falda, uno strato di terreno impermeabile (permeabilità inferiore a 10-8 cm/sec.), il cui

spessore è sempre superiore ai 200 cm». In merito alla falda, la cui massima escursione si colloca a -5.40 m dal piano campagna, il tecnico afferma

che lo sbancamento che per creare l'invaso della discarica avrà una profondità, nella zona interessata alla discarica, pari a 2,50 m. Il terreno, che si interporrà tra i rifiuti e la falda, ha una permeabilità inferiore a 10-8 cm/s e lo spessore pari a 2,90 m. Il tecnico afferma, pertanto, di essere ampiamente entro i parametri previsti dal Legislatore per il piano di posa di una discarica di siffatta categoria; ricorda inoltre che la permeabilità propria del sito, nell'eventualità di rottura della guaina, permette al percolato di percorrere solo uno spessore pari a 3,5 cm all'anno.

3. Ambiente idrico

Viene riportato che il sito discarica è completamente fuori dell'area di influenza del Fiume Vomano e che nessun corpo idrico è investibile da un ipotetico movimento del percolato, in quanto i corpi idrici superficiali (i due fossi ad est e ad ovest) sono lontani rispettivamente circa 350 e 180 m.

Si asserisce inoltre che prima che il percolato pervenga ad uno dei due corpi idrici superficiali bisogna che si verifichino le seguenti condizioni:

- si sia lacerata la guaina, rilevato dal più o meno accentuato inquinamento delle acque sotto telo; - il percolato abbia attraversato circa 2,90 m di terreno la cui permeabilità è inferiore a 10-8 cm/s; - il percolato stesso percorra, più o meno superficialmente, la distanza che separa la discarica dal corpo

ricettore. Il tecnico definisce alquanto improbabile il concretizzarsi di tali condizioni.

4. Vegetazione, flora e fauna

In riferimento alle caratteristiche vegetazionali, il tecnico riporta che che la flora e la vegetazione antropogenica del sito sono state influenzate in modo rilevante e che, essendo stato il sito stesso oggetto

di cava per inerti, la flora e la vegetazione esistenti non presentano specie rilevanti dal punto di vista botanico. Viene precisato inoltre che a discarica esaurita saranno poste a dimora specie autoctone.

Relativamente alla fauna, il tecnico è partito dal presupposto di analizzare la fauna nel raggio di 2 km rispetto all'insediamento e compie una ricognizione delle specie presenti o probabilmente presenti

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analizzandone il coefficiente di sensibilità, nelle due fasi di impianto in attività e a discarica chiusa, mettendo in evidenza la diminuzione del coefficiente nella seconda fase.

Relativamente al ruolo che la discarica avrà nell’attirare animali di taglia medio-piccola (cani, volpi, uccelli, topi) e insetti, si dichiara che saranno perseguiti ed attuati i seguenti impegni e obblighi normativi da parte dei Gestori:

- Posa in opera di una recinzione della discarica e sua ispezione periodica; - Ricopertura del materiale scaricato mediante materiale di riporto con frequenza giornaliera; - Periodiche campagne di disinfestazione e di derattizzazione; - Rapporti col Servizio Veterinario della ASL (Dipartimento di prevenzione) per le indicazioni sullo

smaltimento di eventuali carcasse.

5. Rumore e vibrazioni

Il tecnico dichiara che durante la fase di attività, le sorgenti di rumore saranno i mezzi di conferimento dei rifiuti all’impianto e quelli destinati alle attività di impianto (ricopertura giornaliera, etc.); le emissioni acustiche del gruppo elettrogeno sono dichiarate trascurabili.

Il tecnico afferma che “In riferimento a tali livelli sonori, considerato che l'intensità del rumore decade, in

campo aperto, in funzione del quadrato della distanza, considerata la distanza dall'abitato più vicino,

considerata la mancanza di significative strutture che possano riflettere il rumore emesso dalla macchina e

considerata inoltre la presenza di varie strutture che possono giocare un ruolo di fono assorbenza (colline e

piante) è agevole prevedere l'irrilevanza del rischio per la popolazione vivente nel centro abitato, anche alla

luce della normativa vigente. Anche il gruppo elettrogeno previsto per l’alimentazione elettrica avrà impatto trascurabile”.

6. Paesaggio

Il tecnico afferma che il paesaggio sede della discarica, è stato degradato nel corso degli anni dalle attività ivi effettuate (attività di cava, discarica RSU), per cui il valore paesaggistico non è particolarmente rilevante e che la situazione migliorerebbe notevolmente quando, a chiusura delle attività della discarica in progetto, a termine dei lavori di ripristino ambientale previsti, si ricostituirebbe il profilo originario ante attività.

Relativamente ai beni culturali e paesaggistici, è riportato che nei pressi della frazione di Guardia Vomano sono state rinvenute testimonianze di un insediamento dell’epoca romana e che nei pressi dell’abitato della frazione di Guardia Vomano, a circa 450 m di distanza dal sito in parola, è sita l’abbazia di S. Clemente al

Vomano. Si dichiara che la vista della discarica dal sito è preclusa da folta vegetazione, sia arborea presso il sito sia da rigogliosi arbusti prospicienti l’abbazia.

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Secondo quanto descritto, in prospettiva sarebbe visibile, in fase di gestione della discarica stessa, solo

una parte estrema della zona di abbancamento dei rifiuti (zona nord-est della discarica), uno scorcio di circa 10 ÷ 12 m. La soluzione proposta per la mitigazione di tale impatto è quella dell’estensione della

piantumazione del bosco esistente con alberi ad alto fusto al fine di precludere definitivamente l’intrusione visiva.

Il tecnico riporta inoltre che il centro abitato più vicino è quello di Guardia Vomano, posto a 500 ÷ 600

m rispetto al perimetro ovest della discarica. Il belvedere della frazione di Notaresco è posto a 580 m.

7. Rischio di incidenti e/o calamità naturali

Il tecnico riferisce che l’incendio può svilupparsi nell’area discarica se non viene gestita con oculatezza la captazione e l’allontanamento dal corpo rifiuti del biogas oppure se c’è presenza di materiale incandescente nella massa dei rifiuti. Definisce tale seconda ipotesi con una probabilità nulla di verificarsi, in quanto i rifiuti discaricati sono stati già controllati durante le precedenti fasi di carico sul mezzo e successivo trasporto. Definisce altresì l’ipotesi di scoppio di incendio (e/o di esplosione) come del tutto remota.

La contaminazione delle acque sotterranee da parte del percolato è definita come un’ipotesi del tutto

remota; tale affermazione dipende dalla struttura geologica del fondo discarica e dalla barriera artificiale di fondo costruita lungo le sponde e nella parte sud-ovest del fondo. Viene riportata la procedura per la definizione dei livelli di guardia, per la quale si procede a quattro campionamenti (distanziati nel tempo ogni 15 giorni) nei tre piezometri, uno di riferimento, uno di controllo a valle della discarica R.S.U. ed uno a valle della discarica in adeguamento. Il livello di guardia per lo stato della falda si intende raggiunto quando tutti i parametri “fondamentali” della Tab. 1, individuati nella loro scala di riferimento, raggiungono il 90% del valore della soglia consentita in base a quanto prescritto dalla normativa vigente.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle emissioni gassose è dichiarato che durante l’esercizio e gestione post-operativa della discarica, questo sarà effettuato mediante analisi presso laboratori indipendenti, con prelievi effettuati in un punto prestabilito e fissato dalla locale sezione dell’ARTA. I parametri che si terranno sotto osservazione saranno: CH4; CO2; O2; e, in relazione alla composizione dei sovvalli: H2; polveri totali. I parametri riportati saranno monitorati con frequenza mensile.

Con riferimento ad eventuali incidenti, il tecnico riporta che durante la fase di gestione i rischi sono concentrati durante lo scarico e la collocazione e durante la compattazione e ricopertura. Lo scarico e la collocazione a dimora dei rifiuti è effettuato automaticamente con comandi idraulici dalla cabina del mezzo, pertanto il rischio è molto basso. Situazioni di pericolo possono esistere solo quando verrà movimentato il materiale vicino alle sponde.

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Istruttoria Tecnica Valutazione di Impatto Ambientale – V.I.A.

Progetto De Patre Ferrometalli S.r.l. - Discarica per rifiuti non pericolosi in Località Irgine di

Notaresco (TE)

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8. Cumulo con altri progetti esistenti

Come più volte ribadito dal tecnico nella documentazione, la discarica proposta è costruita nei pressi di discarica RSU comunale dismessa e non chiusa ai sensi della normativa vigente e pertanto, allo stato attuale non sarebbe fruibile il sistema di asportazione e stoccaggio del percolato.

Il tecnico dichiara che dal punto di vista ambientale non vi sono interazioni tra la discarica proposta e quella dismessa e fa le seguenti considerazioni:

- Gli effetti ambientali propri della discarica proposta saranno monitorabili e quantificabili. - È remota la possibilità di avere una commistione fra il percolato prodotto dalle due discariche. - Il biogas prodotto dalla discarica in progetto, in particolare durante la fase di gestione, andrebbe ad

aggiungersi a quello immesso nell’ambiente dalla discarica dismessa. Per quanto riguarda la discarica dismessa viene stimata una produzione annua pari a circa 350 kg, considerando il flusso specifico (per unità di superficie) di biogas della discarica pari a 0,001 mg/(m2*s) per lotti chiusi con capping permanente.

- Dal punto di vista paesaggistico, una volta chiusa definitivamente la discarica proposta, verrebbe ricostituito il profilo preesistente della collina. Si afferma che in tal caso l’effetto cumulo ha valenza positiva.

9. Misure per evitare, ridurre, compensare gli impatti negativi rilevanti

Il tecnico, sulla base delle indicazioni riportate al punto 2.2 dell’allegato I del Decreto (36/03), riporta una serie di misure e di soluzioni tecniche finalizzate a minimizzare l’impatto.

protezione delle acque sotterranee con sistema di impermeabilizzazione, composto dalla barriera geologica naturale, da una geomembrana in HDPE sia sul fondo che sugli argini;

protezione dalle acque superficiali, realizzazione di una canalizzazione perimetrale all’area della discarica per la raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche;

protezione dell'aria, installazione della rete di captazione del gas di discarica; gestione del percolato, estrazione dai pozzi del liquame derivante dai processi fermentativi dei rifiuti

e dalle infiltrazioni di acque meteoriche, con stoccaggio in appositi contenitori prima del successivo smaltimento e/o trattamento;

recinzione completa dell'area; chiusura e ripristino ambientale; valorizzazione funzionale dell’area; estensione della fascia boschiva attualmente presente; Inoltre, vengono riportate una serie di prestazioni da attuare durante la fase di esercizio della discarica: - gestione dei conferimenti, controlli sulla documentazione e sui rifiuti, ispezioni visive, eventuali

analisi dei rifiuti, pesatura, emissione di ricevute di conferimento; - regolamentazione del traffico in arrivo, assegnazione di itinerari obbligatori, di orari prestabiliti, di

requisiti igienico-sanitari per gli automezzi; - compattazione dei rifiuti, per un elevato grado di densità e per una maggiore stabilità dell’ammasso

dei rifiuti; - copertura giornaliera dei rifiuti, stesura di terreno o frazione organica stabilizzata (F.O.S.) al termine

della giornata lavorativa o in alternativa di uno strato di terreno di idoneo spessore (ca. 10 cm) o altri sistemi analoghi (film biodegradabili, teli rimovibili, etc.);

- gestione tecnica, interventi periodici e programmati di manutenzione, sorveglianza e controlli; - gestione amministrativa, mediante tenuta di registri di carico e scarico e comunicazioni periodiche. Inoltre, il tecnico dichiara che in fase di autorizzazione alla gestione della discarica verrà presentato all’A.C.

il “Piano di gestione, ripristino, sorveglianza e controllo” adeguato alle disposizioni del Decreto, sia per quanto riguarda i parametri analitici, che per le frequenze di controllo e ne riporta i contenuti salienti nelle due fasi di esercizio e di gestione post-opertativa.

Page 36: 2.3 AVV FLOCCO 3235_DE P… · favore della proponente, l’autorizzazione amministrativa scadeva in data 28.6.2006 e, con effetto retroattivo, veniva rinnovata con Determinazione

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10. Valutazione degli impatti e conclusioni

Il tecnico passa alla valutazione degli impatti attraverso il metodo delle matrici cromatiche, distinguendo tra impatti positivi e negativi, definendone la magnitudo in quattro livelli (trascurabile, basso, medio e alto) e tra i diversi momenti del progetto (esercizio ordinario, straordinario e post-esercizio).

Lo schema seguito nella valutazione è il seguente.

Il tecnico commenta, in conclusione, solo le risultanze delle matrici B e D, nelle tre fasi del progetto. Secondo la valutazione del tecnico, in fase di gestione risultano non trascurabili, con un livello di impatto

da medio ad alto e pertanto soggetti a necessaria mitigazione, i seguenti fattori causali di impatto: - L’occupazione di aree e volumi, in particolare sul paesaggio; - l’emissione di biogas; - la dispersione di materiali leggeri; - la produzione di percolato; - l’emissione di odori; - il rumore e le vibrazioni; - il rischio di incidenti o infortuni. Per la fase di emergenza sono state costruite le matrici relative B3, C3, D3 all’interno del S.I.A., che

classificano come particolarmente importanti i seguenti elementi di impatto: - emissione biogas; - produzione percolato; - stabilità fronte rifiuti; - rischi incidenti o infortuni. In relazione alla fase di post-gestione, sono considerati non trascurabili i fattori relativi all’emissione

biogas (seppur ad un livello basso) e la produzione di percolato (con il suo impianto di estrazione e stoccaggio). In questa fase è considerato impatto positivo l’intrusione visiva, a conclusione di tutte le opere di chiusura del sito; della piantumazione di essenze su tutta la superficie; delle opere di manutenzione degli impianti.

Referenti della Direzione

Titolare istruttoria: Ing. Erika Galeotti

Ing. Andrea Santarelli