23 Agosto 2017 - 31 MAggio 2018 · di Derek Cianfrance, con Michael Fassbender, Alicia Vikander,...

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23 AGOSTO 2017 - 31 MAGGIO 2018

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23 Agosto 2017 - 31 MAggio 2018

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ogni curasenza dolore

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Homo CinematograpHiCus

se iL paese VuoLe ConosCersi

C’un tempo per ridere,un tempo per tacere e un tempo per parlare.Ed e’ tempo, ora, di parlare degli ultimi avventurieri del pianeta terra,gli esercenti cinematografici, uno dei quali, nel suo cinema di un quartiere parigino aveva collocato all’ ingresso della sala, la scritta:Qui, la felicita’ costa poco!

Il cinema e’ un sistema complesso, nasce da un’ idea che diventa, cammin facendo, mille cose, storie, volti, paesaggi, sorrisi, lacrime, pugni, viaggi.

E viaggiando, passando di mano in mano, quelle di scrittori, soggettisti, sceneggiatori, scenografi, costumisti, fotografi, attrici, attori, produttori, registi, approda, dopo un lungo viaggio, nei cinema di ogni citta’, di ogni centro urbano e rurale .

Per pochi soldi, fotogramma dopo fotogramma, porta emozioni a piccoli e grandi, a uomini e donne, all’ intera comunita’.

Ovunque esista un cinema sul pianeta terra, si puo’ trovare la felicita’ semplicemente varcandone le soglia.

E nel buio della sala ci si sente subito parte integrante di una folla, di una comunita’.

L’esercente di un cinema, in fondo, non e’ altro che l’ ultimo filtro delle idee e degli stimoli creativi di molti. Senza di lui, il film rimarrebbe come lettera morta.

Bistrattato, continuamente condizionato, pressato, vessato, disprezzato, a volte odiato da distributori e produttori, quella strana figura di bottegaio-imprenditore culturale rimane l’ unico dispensatore di felicita’ e di emozioni per conto della complessa macchina cinematografica. La figura meno considerata , fra i tanti operatori del cinema, diventa, in virtu’ del suo ruolo, l’ unico, insostituibile punto di riferimento per l’ intera comunita’ di un territorio. Quale film far vedere al pubblico spetta solo a lui. A volte, gli ultimi arrivano primi.

Pur setacciando tutti i libri di tutte le biblioteche del mondo, tutte le riviste, tutti i giornali, per quanto si possa cercare, non si trovera’ mai una sola riga riguardante l’esperienza emozionale televisiva offerta dalla visione domestica di un film.

Qualcosa vorra’ pur dire.

Se il Paese vuole conoscersi , va al cinema.

e’ un tempo per ogni cosa,un tempo per la semina e un tempo per il raccolto,un tempo per piangere e

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proieZioniMercoledì Ore 15.00 - 17.30 - 21.30

Giovedì Ore 19.00 - 21.30

aBBonamentiLe tessere saranno in vendita presso il Cinema Politeama dal 17 Agosto al 2 Settembre dalle ore 9.30 alle ore 12.30

e dalle ore 17.00 alle ore 19.00.Dal 3 Settembre negli orari di apertura del Cinema,

fino ad esaurimento tessere.

ABBONAMENTO 38 FILM 50.00 €

ABBONAMENTO A PREZZO RIDOTTO 30.00 €

Riservato a: Ultra Sessantacinquenni (Over 65) e Giovani (Under 25)dei Comuni aderenti all’iniziativa

“Abbonamento a prezzo ridotto over anni 65 e under anni 25” del Cineforum 2017 -2018.

BigLiettiAnche i non tesserati potranno accedere alle proiezioni

acquistando il biglietto di volta in volta.

BIGLIETTO INTERO 6.00 €BIGLIETTO RIDOTTO 4.50 €

OVER 65, SOCI AIACE

RIDOTTO 3.00 €GIOVANI UNDER 25

ageVoLaZioniPer gli abbonati al Cineforum biglietto ridotto

per i film in programmazione al Cinema Politeama nei giorni di Venerdì dal 25 Agosto al 17 Dicembre 2017.

Nei Mercoledi e Giovedi di proiezione, 10%di sconto al consumopresso il Ristorante Pizzeria “AL FARO” di Piazza Città di lvrea.

Il programma potrebbe subire variazioni.

Cinema poLiteama Via Piave 3, IVREATel 0125 641571 @ politeamaivrea.wordpress.com

programma 2017-2018

Mercoledì 23 e Giovedì 24 Agosto 2017

adoraBiLe nemiCa(tHe Last Word)di Mark Pellington, con Shirley MacLaine, Amanda Seyfried, Thomas Sadoski (USA 2017, 108’)

Harriet Lauler è una milionaria dispotica, abituata a controllare tutto ciò che la circonda, persone comprese. Un giorno decide di voler controllare anche quello che si dirà di lei dopo la sua morte: il suo elogio funebre deve essere di suo gradimento. Incarica quindi Anne, una giovane giornalista con ambizioni letterarie, di scrivere la sua storia. Nascerà un’amicizia sincera, buffa e conflittuale, tra due donne forti e libere.

La «prova d’attrice» in assolo e in duetto non è l’unico punto di forza di questo film che nel superclassico scontro/incontro tra donne giovane e vecchia riesce a parlare di amore e di amicizia, di complicità e di legami, che non per forza devono corrispondere a quelli biologici. E soprattutto del senso di una «trasmissione» di esperienza che, senza la pesantezza della «lezione di vita», può accadere per vie impreviste. (C. Piccino, Il Manifesto)

Mercoledì 30 e Giovedì 31 Agosto

iL diritto di Contare (Hidden Figures)di Theodore Melfi, con Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner (USA 2016, 127’)

Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson sono tre donne afro-americane. Lavorano alla NASA e sono le menti brillanti che hanno messo a punto il primo programma di missioni spaziali che ha portato l’astronauta John Glenn in orbita. Il loro lavoro ha contribuito a ridare fiducia alla nazione e a stupire il mondo. Avuta la meglio sugli stereotipi di genere e razza, sono diventate fonte di ispirazione per le generazioni future.

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Mercoledì 13 e Giovedì 14 Settembre

Captain FantastiCdi Matt Ross, con Viggo Mortensen, Frank Langella, Abigail Spencer

(USA 2016, 118’)

Ben, libero pensatore e padre di sei figli, cresce i suoi ragazzi tra i boschi dello stato di Washington. Una mattina, un’emergenza familiare li costringe a lasciare in auto il piccolo paradiso in cui vivono per imbarcarsi in un viaggio attraverso il Paese, durante il quale Ben realizzerà che le sue poco convenzionali idee sul modo di crescere i figli mal si adattano al mondo reale.

Tra una ‘Festa di Noam Chomsky’ (niente Babbo Natale, mito consumista: si celebrano solo spiriti liberi) e un blitz nell’allucinante mondo ‘normale’, molti nodi verranno al pettine. Anche drammaticamente. Ma senza che questa irresistibile commedia familiare scritta e diretta da Matt Ross, classe 1970, perda mai in intelligenza, buonumore e piacere della visione. Mai utopia fu rappresentata con tanto divertimento. (F. Ferzetti, Il Messaggero)

Mercoledì 20 e Giovedì 21 Settembre

JaCkiedi Pablo Larrain, con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig (USA, Cile 2016, 95’)

Il 22 Novembre 1963 il presidente Kennedy viene assassinato mentre si trova a Dallas su un auto insieme alla moglie Jackie. La First Lady, nelle ore successive all’attentato, è costretta a fare i conti con il dolore e il trauma e a superare la sofferenza per trovare fiducia nel futuro, consolare i figli e rendere immortale la figura del marito.

A Larraín non interessa l’ennesima ricerca di mandanti e responsabili dell’attentato ma piuttosto il percorso con cui si possono piegare i mezzi di comunicazione di massa al proprio progetto politico. Il film ci offre il quadro di come il potere e i mezzi di comunicazione siano ormai intrinsecamente legati, e di come l’arte (e il cinema) possano essere strettissimamente uniti nel creare, ma anche nell’analizzare, quel connubio. (P. Mereghetti, Corriere della Sera)

Mercoledì 6 e Giovedì 7 Settembre

La LuCe sugLi oCeani (tHe LigHt BetWeen oCeans)di Derek Cianfrance, con Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz (USA 2016, 133’)

Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, su una remota isola al largo delle coste occidentali dell’Australia, il guardiano del faro Tom Sherbourne e la moglie Isabel si ritrovano di fronte a un dilemma morale quando salvano da una barca alla deriva una bambina di pochi mesi. Decidendo di crescere

la piccola come figlia loro, vivranno sulla loro pelle le conseguenze devastanti della scelta.

Stravince la forza del cuore di The Light Between Oceans, ispirato al romanzo dell’australiana M. L. Stedman la cui lettura ha folgorato Derek Cianfrance, che già aveva dimostrato la sua vocazione a penetrare nei recessi di coscienze divise fra imperativo morale e pulsioni affettive. Quando le anime vulnerate del guardiano del faro e di sua moglie si fondono al calore della passione contro uno scenario di mare e solitudine, Cianfrance affonda nel mélo con una potenza di linguaggio degna di Cime tempestose.

(A. Levantesi Kezich, La Stampa)

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Mercoledì 27 e Giovedì 28 Settembre

a united kingdom L’amore CHe Ha CamBiato La storiadi Amma Asante, con David Oyelowo, Rosamund Pike, Tom Felton (Gran Bretagna 2016, 105’)

Nel 1947, Seretse Khama, erede al trono del Botswana, incontra in un bar Ruth Williams, impiegata bianca londinese e tra loro è amore a prima vista. Un amore travolgente e passionale, che in breve tempo spinge i due a convolare a nozze, nonostante lo scandalo di un matrimonio interrazziale. Ruth è affascinata dalla volontà di Seretse di lottare per un mondo più giusto e decide di sposare e condividere quella stessa visione.

Ispirandosi alla documentata biografia di Susan Williams, Amma Asante rispolvera questa non trascurabile pagina storica in un manieristico registro di mélo; il film ricorda certi affreschi sulle colonie dell’Impero firmati da Sir Richard Attenborough. (A. Levantesi Kezich, La Stampa)

Mercoledì 4 e Giovedì 5 Ottobre

iL Viaggio di Fanny

(Le Voyage de Fanny)di Lola Doillon, con Léonie Souchaud, Cécile De France, Stéphane De Groodt (Francia, Belgio 2016, 94’)

1943. La Germania sta occupando la Francia quando la tredicenne Fanny e le sue sorelline vengono mandate dai genitori in una casa famiglia per bambini ebrei. Quando i nazisti arrivano in territorio italiano, il centro è costretto a organizzare la partenza dei ragazzi per la Svizzera. Fanny e le sue sorelle fanno parte del gruppo che deve attraversare il confine: i bambini, da soli, faranno di tutto per arrivare a destinazione e sopravvivere.

«Volevo raccontare una storia di liberazione ma sono andata oltre... Molti adolescenti o bambini di oggi sanno poco o niente di quello che

hanno provato o provano i loro coetanei durante le guerre e di ciò che è stato l’Olocausto. Gli ultimi sopravvissuti stanno per scomparire ed è importante mantenere viva la memoria, non dimenticare e capire. Capire affinché tutto ciò non accada nuovamente, soprattutto in tempi come i nostri in cui si sentono discorsi che fanno rabbrividire sulle disparità razziali». (L. Doillon)

Mercoledì 11 e Giovedì 12 Ottobre

iL mediCo di Campagna (medeCin de Campagne)di Thomas Lilti, con François Cluzet, Marianne Denicourt, Isabelle Sadoyan (Francia 2016, 102’)

Negli ultimi trent’anni, il dottor Jean-Pierre Werner ha lavorato come medico generico in un paese di campagna, distante da

qualsiasi altra struttura medica. Quando scopre di soffrire di una grave malattia, non ha altra scelta che quella di trovare un sostituto, sebbene non consideri nessuno alla sua altezza. Può però contare su Nathalie, recentemente arrivata dall’ospedale per aiutarlo.

Le vicende narrate offrono al film un respiro ampio e ambizioso, che lo indirizza verso la descrizione di una condizione sociale che parla della desertificazione delle campagne, della crisi della professione medica in queste zone, della complessità «antropologica» di chi deve fare i conti con problemi non semplici da affrontare (handicap, paure, ignoranza), in generale di un mondo che non solo il cinema ma anche i media tendono a dimenticare e che invece ha una sua urgente e drammatica attualità.

(P. Mereghetti, Corriere della Sera)

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Mercoledì 18 e Giovedì 19 Ottobre

amore e inganni (LoVe and FriendsHip)di Whit Stillman, con Kate Beckinsale, Chloë Sevigny, Stephen Fry (USA, Irlanda 2016, 92’)

Inghilterra, fine XVIII secolo. L’affascinante giovane vedova Lady Susan Vernon si reca in vacanza a Churcill per assicurare un buon partito a sé e uno alla sua giovane figlia Frederica, in età da marito. La situazione si complica e Lady Vernon sarà costretta, complice la sua più cara amica e confidente Alicia, a cambiare strategia.Raffinato ritrattista del jet set, Whit Stillman adatta Jane Austen pensando a Henry James senza dimenticare Edith Warthon, con questa sua lettura molto americana e pungente del romanzo epistolare della scrittrice inglese,

Lady Susan. Come la letteratura di Jane Austen, il cinema di Stillman è un cinema di maniere e di rituali del «privilegio»: parte del genio della sua opera è la sua capacità e l’intelligenza di rendere quei rituali e quelle maniere urgenti, contemporanei - quasi questione di vita o di morte.

(G. D’Agnolo Vallan, Il Manifesto)

Mercoledì 25 e Giovedì 26 Ottobre

tutto queLLo CHe Vuoidi Francesco Bruni, con Giuliano Montaldo, Andrea Carpenzano, Donatella Finocchiaro (Italia 2017, 106’)

Alessandro è un ventiduenne trasteverino ignorante e turbolento; Giorgio è un ottantacinquenne poeta dimenticato. I due vivono a pochi passi l’uno dall’altro ma non si sono mai incontrati finché

Alessandro accetta malvolentieri un lavoro come accompagnatore di quell’elegante signore in passeggiate pomeridiane. Col passare dei giorni, dalla mente un po’ smarrita dell’anziano poeta affiora un ricordo del suo passato remoto...

Il film va visto cogliendone il retrogusto di un’intelligenza e una sensibilità rare nella commedia di costume contemporanea: Bruni ha una capacità simile a quella di Virzì nel rendere i sentimenti dei suoi personaggi fragranti grazie alla fermezza dello sguardo, alla sensibilità ambientale nonché al rifiuto di ogni forma di sopraffazione moralistico o didascalica. (V. Caprara, Il Mattino)

Mercoledì 8 e Giovedì 9 Novembre

manCHester By tHe seadi Kenneth Lonergan, con Casey Affleck, Lucas Hedges, Kyle Chandler (USA 2016, 135’)

Dopo l’improvvisa morte del fratello Maggiore Joe, Lee Chandler, custode tuttofare di alcuni condomini di Boston, si vede costretto a tornare nella sua città natale, dove scopre di essere stato nominato tutore legale del nipote sedicenne. Qui si troverà ad affrontare il tragico passato che

lo separava da sua moglie Randi e dal paese in cui è nato e cresciuto.

Il merito del film è essere commovente senza programmarlo, girovagando tra le cose non dette della vita, traendo ispirazione da quelle che sembrano minori, arrampicandosi su per i ricordi. Confondendo con bel metodo narrativo i piani spazio temporali il regista ci porta fino all’accettazione, senza stampare ‘The end’, su un equilibrio affettivo complicato. Il ricordo è il lato patetico della memoria? Lonergan costruisce un dramma che ci rende più buoni e più cattivi perché siamo in balia del caos. (M. Porro, Corriere della Sera)

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Mercoledì 15 e Giovedì 16 Novembre

aquariusdi Kleber Mendonça Filho, con Sonia Braga, Jeff Rosick, Irandhir Santos (Brasile 2016, 140’)

Clara è una scrittrice e critico musicale oramai in pensione. Vedova, è madre di tre figli adulti e vive in un appartamento pieno di libri e dischi nel quartiere di Boa Viagem, in un originale edificio chiamato Aquarius, costruito negli anni Quaranta. Tutti gli appartamenti limitrofi sono stati acquistati da una società per farne

un condominio di lusso, ma Clara si è impegnata a lasciare la sua residenza solo nel momento della

morte.

Due ore e mezza appassionate, splendida colonna sonora, ‘tranche de vie’ senza sconti nel Brasile qui e ora, un ‘one woman show’ che non si dimentica: le donne, le migliori, si immedesimeranno, gli uomini si sostituirebbero volentieri, e a gratis, al gigolo della finzione, i cinefili tutti non mancheranno di plaudire, perché in quell’Aquarius sguazza la vita vera. Esemplare, empatico e speranzoso: non perdetelo. (F. Pontiggia, Il Fatto Quotidiano)

Mercoledì 22 e Giovedì 23 Novembre

eLLedi Paul Verhoeven, con Isabelle Huppert, Anne Consigny, Virginie Efira, Laurent Lafitte (Francia 2016, 130’)

Michèle è una donna decisa e rigorosa, nella propria attività professionale - è a capo di una grande azienda di videogiochi - così come nella vita privata e sentimentale. Tutto cambia dopo l’aggressione subita in casa sua da parte di uno sconosciuto. Imperterrita, Michèle si mette sulle tracce dell’aggressore e decide di instaurare con lui una sorta di pericoloso gioco del gatto col topo che finirà presto fuori da ogni controllo.

Toni da commedia feroce, dialoghi taglienti e scene memorabili (la cena di Natale). La Huppert è straordinaria nella sua sferzante alterigia rotta da momenti d’ira o nevrosi. Verhoeven dirige in contro-tempo, ma il suo gioco non aveva mai avuto questa profondità né questa precisione.

(E. Morreale, la Repubblica)

Mercoledì 29 e Giovedì 30 Novembre

patersondi Jim Jarmusch, con Adam Driver, Golshifteh Farahani, Kara Hayward (USA 2016, 113’)

Paterson guida gli autobus nella città del New Jersey che porta il suo stesso nome. Ogni giorno segue una semplice routine: conduce l’autobus lungo il percorso osservando la città che si riflette nel parabrezza e ascoltando frammenti di conversazione che circolano intorno a lui; scrive poesie nel suo notebook; porta fuori il cane Marvin; si ferma in un bar dove beve sempre la stessa birra; torna a casa da sua moglie, Laura...

Paterson uomo sembra uguale a Paterson città, rassicurante in una metodicità che ogni tanto viene incrinata da qualche inaspettata irruzione del caso ma che non riesce mai a mettere davvero in discussione un tempo e una vita destinati a ripetersi all’infinito. E che rimandano allo spettatore il senso della fragilità delle cose (e dell’esistenza) e di come il cinema riesca miracolosamente a catturarle. (P. Mereghetti, Corriere della Sera)

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Mercoledì 6 e Giovedì 7 Dicembre

Le Cose CHe Verrannodi Mia Hansen-Løve, con Isabelle Huppert, Edith Scob, Roman Kolinka, André Marcon (Francia 2016, 100’)

Nathalie insegna filosofia in un liceo di Parigi. Sposata, due figli, e una madre fragile che ha bisogno di continue attenzioni, Nathalie divide le sue giornate tra la famiglia e la sua dedizione al pensiero filosofico, in un contesto di apparente e rassicurante serenità. Ma un giorno, improvvisamente, suo marito le confessa di volerla lasciare per un’altra donna e Nathalie si ritrova a confrontarsi

con un’inaspettata libertà.

Splendida prova di Isabelle Huppert, mood borghese e donne - e ancor più uomini - sull’orlo di una crisi di nervi: Mia Hansen-Løve miscela Truffaut e Chabrol, Flaubert e Simone de Beauvoir, distilla l’essenza del cinema francese ed esalta retroterra intellettuale e scommessa esistenziale sul basso continuo dell’ironia. Sensibilità, delicatezza e Huppert non si discutono: sullo schermo, è la vita colta nel suo farsi e disfarsi, con una sconfinata apertura di credito a quel che sarà e preziosi effetti ansiolitici. (F. Pontiggia, Il Fatto Quotidiano)

Mercoledì 13 e Giovedì 14 Dicembre

Lion: La strada Verso Casadi Garth Davis, con Dev Patel, Nicole Kidman, Rooney Mara (Australia, Gran Bretagna, USA 2016, 129’)

Il piccolo Saroo sale per sbaglio su un treno che lo conduce a Calcutta, lontano 1600 km dal suo villaggio. Cercando di sopravvivere alla vita di strada, finisce per essere adottato da una coppia di australiani. Non volendo ferire i sentimenti dei genitori adottivi, Saroo seppellisce il suo passato e il desiderio di ritrovare la madre e i fratelli: un incontro casuale però lo farà imbarcare nella più grande avventura della sua vita.

Lion à un tributo agli 80mila bambini indiani che ogni anno scompaiono nel nulla. Qualcuno di loro è fortunato e,

come Saroo, viene accolto da nuove famiglie, spesso straniere. «Il mio momento preferito è quando Saroo, per giustificare la sua partenza alla ricerca della madre, dice a Sue: “lo so che non potevate avere figli”. E lei risponde: “potevamo avere figli, ma abbiamo scelto di avere te”».

(M. Consoli, il Venerdì di Repubblica)

Mercoledì 20 e Giovedì 21 Dicembre

LoVingdi Jeff Nichols, con Joel Edgerton, Ruth Negga, Marton Csokas, Nick Kroll (Gran Bretagna, USA 2016, 123’)

Nel Giugno 1958 il bianco Richard Loving sposa Mildred, una donna nera. Il loro matrimonio viene considerato illegale e i due mandati in prigione. La sentenza però

verrebbe sospesa nel caso in cui i due decidessero di lasciare lo stato. Pur accettando il compromesso, nei successivi nove anni i Loving impiegheranno tutte le loro forze per difendere il loro diritto di stare insieme e tornare nella loro casa.

Il film rappresenta in modo esemplare che cosa significhi fare un cinema etico, serio e responsabile, senza peraltro rinunciare all’emozione e all’efficacia drammatica. Con uno sguardo limpidamente umanista, Loving osserva i sentimenti e le reazioni dei suoi personaggi senza declamarli. Basta concentrarsi sulla verità dei gesti, la dolcezza degli sguardi che si scambiano i bravissimi Ruth Negga e Joel Edgerton, per capire il valore di una scelta sobria e realistica come quella di Nichols. (R. Nepoti, la Repubblica)

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Mercoledì 10 e Giovedì 11 Gennaio 2018

queL CHe Ci unisCe - ritorno in Borgognadi Cédric Klapisch, con Pio Marmaï, Ana Girardot, François Civil (Francia 2017, 113’)

Jean, che ha lasciato la sua famiglia e la nativa Borgogna da dieci anni per fare il giro del mondo, dopo aver appreso dell’imminente morte del padre, rientra a casa trovando la sorella Juliette e il fratello Jérémie. Con il padre deceduto poco prima dell’inizio della vendemmia, i tre giovani dovranno reinventare il loro spirito di fratellanza e crescere nello stesso arco di tempo che porterà la loro uva a divenire vino.

«Avevo voglia di realizzare un film sul vino sin dal 2010. Il vino per me è legato alla figura di mio padre: quando a 17-18 anni ho cominciato a bere, è stato lui a farmi assaggiare il “suo” vino, il Borgogna. Bere vino presuppone la consapevolezza di sapere identificare

e distinguere i sapori della terra, una consapevolezza che nel mio caso si è tramandata di padre in figlio. Ecco perché ho voluto fare un film sul vino: per parlare di famiglia, di ciò che si trasmette ai figli e di ciò che si eredita dai genitori». (C. Klapisch)

Mercoledì 17 e Giovedì 18 Gennaio

a Casa nostra (CHeZ nous)di Lucas Belvaux, con Emilie Dequenne, André Dussollier, Guillaume Gouix (Francia, Belgio 2017, 114’)

Pauline, infermiera a domicilio in un distretto minerario nel nord della Francia, cresce i due figli da sola e si prende cura del padre, un ex operaio siderurgico. Devota e generosa, è amata dai suoi pazienti che possono sempre contare su di lei e sulle sue cure. L’ascesa di un partito nazionalista in cerca di rispettabilità cercherà di sfruttare la sua popolarità candidandola a sindaco per le elezioni comunali.

Il cinema non rappresenta solo i mostri dell’horror, vampiri o zombi che siano; con A casa nostra ci mette davanti altri mostri ben più reali: quelli generati dal sonno della ragione. Commentando il film, il critico di un giornale francese ha citato la ‘banalità del male’; e la formula di Hannah Arendt è perfetta per descrivere la via scelta dal regista e dal co-sceneggiatore (dal suo libro Le Bloc) Jérôme Leroy. È un film politico che mostra dall’interno come funziona la banalità del male. (R. Nepoti, la Repubblica)

Mercoledì 24 e Giovedì 25 Gennaio

La Verita’’negata (deniaL)di Mick Jackson, con Rachel Weisz, Tom Wilkinson, Timothy Spall (USA, Gran Bretagna 2016, 110’)

La professoressa Deborah Lipstadt intraprende una battaglia

legale tesa a far luce sulla verità storica che David Irving, storico negazionista, continua a rifiutare. Accusata di diffamazione a mezzo stampa, Deborah e il suo team di avvocati sono chiamati a dimostrare la realtà dell’Olocausto per difendersi dall’accusa.

Finalmente un dramma giudiziario degno di questo nome, capace di gareggiare a testa alta con i capolavori di Otto Preminger, Sidney Lumet, Stanley Kramer. Ben diretto da Mick Jackson e argutamente scritto da David Hare, attori superbi, dialoghi intelligenti e diffuse ricadute ideologiche, La verità negata riconcilia con l’ABC del cinema: schietto, profondo, civile, un film da non perdere. Ancor più in Italia: non abbiamo né questo cinema né questa giustizia.

(F. Pontiggia, Il Fatto Quotidiano)

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Mercoledì 31 Gennaio e Giovedì 1 Febbraio

La tenereZZadi Gianni Amelio, con Renato Carpentieri, Elio Germano, Micaela Ramazzotti (Italia 2017, 103’)

Lorenzo, in passato famoso avvocato, vive in un bel palazzo al centro di Napoli. Dopo qualche infortunio professionale, è caduto in disgrazia e anche la sua vita familiare ne ha risentito. Egoista e brusco, compagno solo del nipotino che sottrae alla scuola per educarlo alla sua maniera, Lorenzo si ritrova a cambiare grazie all’arrivo nell’appartamento di fronte di Fabio e Michela, una giovane coppia con due bambini che arriva dal Nord.

Il fascino e la forza del film sono soprattutto nell’accettazione silenziosa di un’aridità che Lorenzo ha finito come per trovarsi addosso, forse senza sapere perché (sono così tante le complicazioni della vita...) e che però accetta ineluttabilmente, come una condanna del destino. A volte certi dialoghi rischiano di dire o sottolineare troppo, ma alla fine Amelio sa trovare il giusto equilibrio tra il bisogno di confrontarsi con l’intimità delle persone e la voglia di essere sincero fino all’(auto)flagellazione.

(P. Mereghetti, Corriere della Sera)

Mercoledì 7 e Giovedì 8 Febbraio

Le stagioni di Louise (Louise en HiVer)di Jean-François Laguionie, animazione (Francia 2016, 75’)

Alla fine dell’estate, l’ultimo treno della stagione parte dalla località balneare di Biligen, lasciando dietro di sé l’anziana Louise. La città è ormai deserta e Louise si trova completamente sola, fatta eccezione per un cane parlante: potrebbe non sopravvivere all’inverno ma non ha paura di ciò che l’aspetta. I ricordi prenderanno presto il sopravvento e Louise rileggerà con occhi nuovi i momenti più significativi della sua vita.Tra spleen esistenziale e Robinson

Crusoe senile e femminile, Le stagioni di Louise accende l’intelligenza emotiva: suggestivo mix di animazione CGI e fatta a mano, rievoca i paesaggisti francesi negli sfondi, taglia tutti i personaggi per un assolo memoriale e rispolvera il caro vecchio esame di coscienza. Classe 1939, Laguionie sa di quel che parla e come parlarne: amnesie, rimpianti, suggestioni e aneliti tracimano l’amara realtà e trascolorano nel sogno non palliativo, ma curativo. (F. Pontiggia, Il Fatto Quotidiano)

Mercoledì 14 e Giovedì 15 Febbraio

maL di pietre (maL de pierres)di Nicole Garcia, con Marion Cotillard, Louis Garrel, Alex Brendemühl (Francia 2016, 120’)

Gabrielle è cresciuta in un villaggio del Sud della Francia in un epoca in cui la passione fa scandalo e il

destino delle donne è il matrimonio. Contro la sua volontà i genitori hanno deciso di darla in sposa a José, onesto contadino spagnolo, convinti che farà di lei una donna rispettabile. Quando Gabrielle viene mandata in un centro termale per curare i calcoli renali, la ragazza si innamora di André, un veterano della guerra d’Indocina.

Mélo di ‘amour fou’ che si autodichiara fieramente tale, un oMaggio alla tradizione apparentemente fuori-moda. Solo per quanto riguarda la storia, però, che allinea situazioni già viste. Al contrario, la forma filmica rivela una consapevolezza meta-testuale molto moderna, le inquadrature sono composte con estrema esattezza, così come i gesti degli attori e le battute di dialogo, per nulla melodrammatiche. In una parte per la quale un’attrice potrebbe uccidere, Cotillard si candida ad anti-eroina romantica del decennio. (R. Nepoti, la Repubblica)

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Mercoledì 21 e Giovedì 22 Febbraio

queLLo CHe so di Lei (sage Femme)di Martin Provost, con Catherine Frot, Catherine Deneuve, Olivier Gourmet (Francia 2017, 116’)

Claire è una levatrice dallo straordinario talento e nel corso degli anni i suoi modi delicati e il suo senso di responsabilità si sono scontrati spesso con i metodi degli ospedali moderni. Giunta ormai alla fine della sua carriera, Claire comincia a mettere in discussione il proprio ruolo e le sue abilità, quando riceve una strana telefonata: è Béatrice, la stravagante e frivola ex moglie del defunto padre.

Due Catherine al prezzo di una, e splendide: la Frot e la Deneuve, in una singolar tenzone dove infilzano rimorsi, rancori e rimpianti. Martin Provost (esperto di signore, Sèraphine e Violette) trova la coerenza narrativa, il taglio e la precisione del romanzesco femminile, l’incredibile mélo delle cose della vita alla Sautet ma anche alla Balzac, agganciandoci a una storia di cui siamo complici grazie a due amiche-nemiche e a un camionista non di passaggio.

(M. Porro, Corriere della Sera)

Mercoledì 28 Febbraio e Giovedì 1 Marzo

ritratto di FamigLia Con tempesta (umi yori mo mada Fukaku)di Hirokazu Kore-Eda, con Hiroshi Abe, Kirin Kiki, Yoko Maki, Sôsuke Ikematsu (Giappone 2016, 117’)

Il premiato scittore Ryota si crogiola nei fasti del passato di successo sperperando il denaro in scommesse e alcol. Dopo la morte del padre, l’uomo è costretto a stringere nuovamente contatti con la madre, l’ex moglie e il figlio, cercando di riprendere in mano le fila della propria esistenza. In una notte di tempesta, a tutti loro verrà data l’opportunità di riallacciare un nuovo, sincero legame.Kore-Eda mette in scena una delicatissima coreografia dei personaggi, dei dialoghi e dei sentimenti in cui, dalle macerie di cose preziose perdute per sempre, dalla malinconica accettazione di quanto certi sogni siano irrealizzabili, dall’amarezza dei rimpianti, sboccia il senso di una realtà nuova, più profonda - degli affetti e delle identità. Quando, il mattino dopo - e dopo la tempesta - i personaggi escono alla luce del sole, nessuno è cambiato. Però è tutto diverso.

(G. D’Agnolo Vallan, Il Manifesto)

Mercoledì 7 e Giovedì 8 Marzo

in BetWeen

LiBere disoBBedienti innamoratedi Maysaloun Hamoud, con Mouna Hawa, Sana Jammelieh, Shaden Kanboura (Israele, Francia 2016, 96’)

Salma, Laila e Nour non potranno mai adattarsi: palestinesi con cittadinanza israeliana, scelgono di vivere una vita di libertà a Tel Aviv, lontane dai loro villaggi di origine. Ognuna è alla ricerca dell’amore, ma come tutte le giovani donne palestinesi scopriranno presto quanto sia difficile portare avanti

una relazione con qualcuno scelto da loro. Città o paese, dovranno scegliere qual è il loro posto e come vivere.

È stato detto che è il Sex and the City arabo, ma la definizione è riduttiva e semplicistica, perché il film è molto di più. Non solo per il coraggio con cui è stato realizzato e per l’importanza del ritratto che offre. Ma anche per la capacità di mettere in scena tipi femminili diversi dai soliti modelli, caratteri potenti e facce indimenticabili. Il percorso è lungo, ma, diventando amiche, le tre protagoniste sono già a buon punto. (F. Caprara, La Stampa)

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Mercoledì 14 e Giovedì 15 Marzo

iL CLiente (ForusHande)di Asghar Farhadi, con Sahahab Hosseini, Taraneh Alidoosti (Iran, Francia 2016, 124’)

Emad e Rana sono una giovane coppia di attori costretti a lasciare il loro appartamento nel centro di Téhéran a causa di urgenti lavori di ristrutturazione. Un amico li aiuta a trovare una nuova sistemazione, senza raccontare nulla della precedente inquilina che sarà invece la causa di un “incidente” che sconvolgerà la loro vita.È un giallo particolare, dostoevskjiano, la traduzione dei crimini e misfatti e dei match point di Woody Allen: introduce il caso e l’equivoco, seminando le prove si arriva volendo fino a Edipo re. Farhadi è straordinario nel calare le figure reali, quotidiane, dimesse, nella dimensione etica della giustizia: inquadra i volti espressivi dei

suoi attori e, senza farsi accorgere, la cinepresa esce dalle mura di casa, dalla città, punta sul cielo e sulle stelle, in cerca del luogo ideale che sappiamo non esistere ma il cinema continua a cercare. (M. Porro, Corriere della Sera)

Mercoledì 21 e Giovedì 22 Marzo

una settimana e un giorno (sHaVua Ve yom)di Asaph Polonsky, con Shai Avivi, Evgenia Dodina, Tomer Kapon (Israele 2016, 98’)

Quando la settimana ebraica di lutto per il figlio deceduto giunge a termine, Eyal è atteso dalla moglie che vorrebbe spingerlo a ritornare alla normalità di tutti i giorni. Eyal, invece, stringe amicizia con un giovane vicino di casa, amico del figlio defunto, scoprendo che esistono ancora ragioni per cui vale la pena vivere.

Una Stanza del figlio in versione umoristica ebraica. II regista, nato negli Usa ma cresciuto in Israele, spiega «Per dirla in parole povere mi piace ridere e piangere e ho cercato di mettere insieme le due cose». Ma nello svolgimento il sottile confine tra i due registri è una corda tesa, anche grazie allo stile di recitazione dell’attore che interpreta finemente il padre. Una piccola perla. (P. D’Agostini, la Repubblica)

Mercoledì 28 e Giovedì 29 Marzo

iL Cittadino iLLustre di Gastón Duprat e Mariano Cohn, con Oscar Martínez, Dady Brieva (Argentina, Spagna 2016, 117’)

Dopo aver rifiutato grandi e prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo, il premio Nobel per la letteratura Mantovani accetta

di recarsi in visita nella propria città natale in Argentina, luogo che è stato fonte di ispirazione per tutti i suoi libri. Ben presto si renderà conto che accettare l’invito è stata la cosa peggiore che potesse capitargli, dal momento che avrà a che fare con le imprevedibili persone sulla base delle quali ha costruito i personaggi dei suoi romanzi.

Colpisce la finezza con cui è ritratto il protagonista, impasto di lucidità, malafede, intelligenza, disincanto, raccontato in una sceneggiatura bilanciata tra empatia e ferocia, come in certe tarde commedie all’italiana. Ne risulta uno dei ritratti di artista e intellettuale più convincenti che si siano visti di recente al cinema, che cresce man mano, fino ad un finale che ne accentua le ambiguità.

(E. Morreale, la Repubblica)

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Mercoledì 4 e Giovedì 5 Aprile

parigi puo’ attendere (BonJour anne)di Eleanor Coppola, con Diane Lane, Arnaud Viard, Alec Baldwin

(USA 2016, 92’)

Anne è a un bivio nella sua vita. Da tempo sposata con un produttore cinematografico di successo, ma disattento, la donna si trova inaspettatamente a fare un viaggio in auto da Cannes a Parigi in compagnia di un socio in affari di suo marito. Quello che sarebbe dovuto essere un breve viaggio si trasforma in una spensierata avventura, piena di deviazioni: i sensi di Anne si risveglieranno dandole una nuova voglia di vivere.

Gli ingredienti sono semplici, ma stavolta quello che conta sta fuori dello schermo. Nei nomi, nei cognomi, nei riferimenti, per nulla casuali, alla realtà di una coppia famosa. Quella formata dal regista Francis Ford Coppola e dalla moglie Eleanor che, per raccontare una vicenda autobiografica, ha deciso di esordire nella regia. A Lane tocca la parte del leone, con il suo fascino elegante da signora arguta. Il finale, con Lane che sorride pensosa guardando in macchina, contiene tutto il senso del film-confessione.

(F. Caprara, La Stampa)

Mercoledì 11 e Giovedì 12 Aprile

BreatHe - L’amore non ConosCe Limitidi Andy Serkis, con Andrew Garfield, Claire Foy, Miranda Raison (Gran Bretagna 2017)

Robin Cavendish è un ragazzo affascinante e avventuroso, la cui vita prende una piega drammatica quando, a causa della poliomielite, rimane paralizzato, potendo respirare solo con l’aiuto di un supporto meccanico e con una prospettiva di vita di pochi mesi. Grazie alla determinazione di sua moglie Diana, Robin riuscirà a convivere con la propria disabilità e a diventare un punto di riferimento dell’attivismo in favore dei disabili.

«È la storia che ha trovato me. Il tema che mi ha colpito nel profondo è quello della forza della volontà: la volontà apre ogni possibilità, trascende le difficoltà, le sublima nel coraggio. Robin e Diana hanno ingaggiato in anni assai avversi per le persone affette da disabilità, una lotta che ha dell’incredibile. È una storia d’amore che ci racconta quanto sia importante vivere ogni respiro come se fosse l’ultimo». (A. Serkis)

Mercoledì 18 e Giovedì 19 Aprile

Lady maCBetHdi William Oldroyd, con Florence Pugh, Cosmo Jarvis, Paul Hilton, Naomi Ackie (Gran Bretagna 2016, 89’)

Campagna inglese, 1865. Katherine si sente soffocare da un matrimonio senza amore con un uomo del doppio della sua età e dalla sua fredda famiglia. Quando comincia una relazione passionale con un giovane stalliere che lavora nella tenuta del marito, l’ossessione amorosa la

spingerà in una spirale di violenza dalle conseguenze sconvolgenti.

Ci sono film che assomigliano a una sfida a braccio di ferro tra due contendenti ugualmente muscolosi, come in bilico tra due forze che si oppongono e si intrecciano, prolungando all’infinito l’attesa per chi prenderà il sopravvento sull’altro. Così sembra costruita questa Lady Macbeth: la rarefazione e il controllo dell’immagine sembrano voler imprigionare la passione e il dramma che i personaggi vivono in scena. Una sfida tra opposti, dove la forma e l’emozione lottano per prendere il sopravvento, sempre provando e mai prevalendo.

P. Mereghetti, Corriere della Sera)

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Mercoledì 25 e Giovedì 26 Aprile

parLiamo deLLe mie donne (saLaud, on t’aime)di Claude Lelouch, con Johnny Hallyday, Sandrine Bonnaire, Eddy Mitchell, Irène Jacob (Francia 2014, 124’)

Jacques, fotografo di guerra di fama internazionale e padre assente, trasferitosi da Parigi a Praz-sur-Arly, un paesino ai piedi del Monte Bianco, vuole trascorrere un felice riposo dal lavoro in una splendida baita nelle Alpi con la sua nuova compagna Nathalie. Jacques, però, sente di essere arrivato a un momento dove, per essere realmente appagato, ha bisogno di riconciliarsi con la sua famiglia.

Una scena vale il prezzo del biglietto: Hallyday ed Eddy Mitchell sul divano guardano in tv un western dove un gringo borracho finalmente calmo giace sulla branda, uno sceriffo statuario si versa il caffè, un giovane col ciuffo accorda la chitarra e un vecchio burbero suona l’armonica. Il gringo borracho e il giovane col ciuffo cominciano a cantare di luce color porpora nei canyon e Hallyday e Mitchell gli vanno dietro. Così Lelouch ha voluto vincere facile. Ma ha vinto. (M. Gervasini, FilmTv)

Mercoledì 2 e Giovedì 3 Maggio

agnus dei

(Les innoCentes)di Anne Fontaine, con Lou de Laâge, Agata Kulesza, Agata Buzek (Francia, Polonia 2016, 115’)

1945. Mathilde è una giovane dottoressa che opera con la Croce Rossa francese, aiutando i sopravvissuti francesi dei campi di concentramento tedeschi. Un giorno, mentre lavora in un ospedale in Polonia, una suora la prega di seguirla in convento. Qui, Mathilde scopre che diverse religiose sono in stato in gravidanza e che sono chiamate a una tragica scelta: accettare la maternità o abbandonare i figli del peccato.

Film fatto di sfumature e mezzitoni, malgrado l’atrocità dell’episodio centrale, quello di Anne Fontaine è straordinariamente raffinato anche sul piano della rappresentazione; dove ogni inquadratura, che sia diurna oppure al lume di lampade evocanti la pittura di La Tour, è meditata e composta come un dipinto. E tuttavia - ecco il piccolo miracolo laico - le scene non sono affatto statiche, ma dinamiche e naturali. E si serve di un cast semplicemente perfetto. (R. Nepoti, la Repubblica)

Mercoledì 9 e Giovedì 10 Maggio

saint amourdi Benoît Délepine e Gustave Kervern, con Gérard Depardieu, Benoît Poelvoorde, Vincent Lacoste (Francia 2016, 102’)

Bruno, scoraggiato allevatore di bestiame, partecipa ogni anno alla fiera dell’agricoltura di Parigi. Per la prima volta lo accompagna il padre che vuole convincerlo a rilevare l’azienda di famiglia. Bruno vorrebbe fare il suo classico giro tra gli stand del vino, ma Jean decide di visitare le varie aziende nella campagna francese. Accompagnati da un eccentrico

tassista, i due si mettono in viaggio, riscoprendo sentimenti e legami che credevano dimenticati.

Punteggiato da numerosi episodi che oscillano tra il riso e il dramma, e scavando di cesello nella toccante fragilità umana, Saint Amour ha più a che fare con la sbronza triste che con la sbronza allegra, tracciando un quadro un po’ disperato della Francia profonda. La giustezza e la generosità dello sguardo dei registi sulle esistenze e le incertezze umane, l’efficacia della messa in scena e la qualità della musica sono innegabili, e Depardieu offre un’interpretazione di primissimo ordine. (F. Lemercier, Cineuropa)

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Mercoledì 16 e Giovedì 17 Maggio

appuntamento aL parCo (Hampstead)di Joel Hopkins, con Diane Keaton, Brendan Gleeson, James Norton (Gran Bretagna 2017, 102’)

Emily, una vedova americana che vive ai bordi di un grande parco, un giorno soccorre uno sconosciuto attaccato da un gruppo di teppisti. Ne rimane affascinata e ne scopre lentamente la storia: Donald da 17 anni vive in una capanna all’interno del parco, parco che presto sarà messo in vendita per cedere il posto a un complesso residenziale di lusso. Tra i due avrà inizio un’insolita storia d’amore lontana dalle convenzioni.

«Appuntamento al parco segue le vicende nel caotico mondo di oggi di due persone tra loro molto differenti che si innamorano in circostanze tanto curiose quanto improbabili. Lui vive come vagabondo in un parco mentre lei è una signora della borghesia che abita in una casa vicino: il fatto che possano stare insieme è impossibile. Eppure l’amore li porta a unirsi e a combattere, tra dramma e commedia, contro il mondo, contro gli immobiliaristi e la società di finti perbenisti che li circonda». (R. Bernstein, produttore)

Mercoledì 23 e Giovedì 24 Maggio

50 primaVere (aurore)di Blandine Lenoir, con Agnès Jaoui, Thibault de Montalembert, Pascale Arbillot (Francia 2017, 89’)

Aurore, oramai cinquantenne, è separata dal marito, ha appena perso il lavoro e scopre che diventerà nonna. Sta per essere lentamente messa da parte dalla società quando casualmente si imbatte nel suo grande amore di gioventù e ricomincia a vivere, rifiutando l’idea che la sua vita sia oramai finita, anche se ciò porterà qualche scossone alla sua esistenza.

«Il soggetto è nato da un’esperienza personale: ho molte amiche cinquantenne, donne incredibili, bellissime e di talento, ma spesso sole e senza amore, i cui ex si sono invece rifatti una vita. Ho voluto rendere oMaggio a loro e al loro modo di invecchiare. Di Aurore si dirà che è una femminista: in realtà, si rende conto che la sua esperienza è collettiva solo quando incontra la solidarietà delle altre donne. Non è l’amore che la salva: semmai è l’aver trovato una nuova dignità che le permette di innamorarsi nuovamente».

(B. Lenoir)

Mercoledì 30 e Giovedì 31 Maggio

C’est La Vie - prendiLa Come Viene

(Le sens de La Fete)di Eric Toledano e Olivier Nakache, con Jean-Pierre Bacri, Jean-Paul Rouve, Gilles Lellouche (Francia 2017, 117’)

Max con il suo catering ha organizzato centinaia di feste.

Chiamato a organizzare il matrimonio di Pierre e Héléna in uno splendido castello del XVII secolo, ha predisposto tutto: ha reclutato la squadra di camerieri e cuochi, ha consigliato un fotografo, ha predisposto le decorazioni floreali e ha prenotato un’orchestra. Ma una serie di (dis)avventure rischiano di trasformare questo momento di felicità in un disastro totale....

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