22 - Gazzetta 16-6-14

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Tutto il giallo della Villa [email protected] Lunedì 16 Giugno 2014 Redazione di Torino: c/o Villa San Giuseppe, corso G. Lanza, 3 Anno VIII, numero 22 È stato un piacere scrivere per voi Rompi...villico A cura di S. Rudella Vince la medaglia d’oro come miglior prestazione il nostro Bostik! GOSSIP pre-festa: AVVISTATO: Sardo porporato essere l’ospite inatteso nel remake di “Indo- vina chi viene a... fare aperiti- vo?” in 317 GOSSIP in-festa: ASCOLTATO: “Adriaaaaaana!” urlava Rocky Balboa dopo la sudata vittoria, “Annaaaaaa!” urlava qualcun altro dopo l’alcolica sconfitta. GOSSIP post-festa RITROVATO: Fiore di campo creduto disper- so dopo avvistamenti in com- pagnia di vescovo medico. Non Tutti Sanno che.... a cura di J. & K. Convertini Parte integrante della nostra amata Gazzetta sono le rubriche, che ogni settimana ci rendono partecipi degli ultimi gossip, ci offrono allettanti recensioni editoriali, ci permettono di conosce- re le iniziative torinesi o ci propongono spunti di riflessione religiosa. Ma, come ama spesso ricordarci Fratel Igino, è importante conoscere il significato delle parole e la loro etimologia. Sfogliando il Treccani, alla voce “rubrica”, possiamo leggere: “s.f. [dal lat. Rubrica «ocra rossa», der. di ruber «rosso»] sezione di una pubblicazione periodica o di un programma radiotelevisivo dedicata a uno stesso argomento o settore particolare d’informazione”. Come siamo arrivati a chiamare in questo modo la sezione distinta di un giornale, di un blog o di un programma? Nel- la liturgia cristiana latina le indicazioni pratiche per i riti, ossia tutte quelle norme che regolano le celebrazioni e lo svolgimento degli atti sacri, erano chiamate rubriche, perché scritte con un inchiostro ottenuto dall’argilla rossa. Tramite il colore veniva perciò data particolare importanza a quelle formule, la stessa importanza che hanno le nostre rubriche sul settimanale villico. Un ringraziamento diventa quindi d’obbligo verso tutti i responsabili, che in ogni numero ci hanno concesso il giusto spazio! Jose&Kate

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Numero 22 del settimanale "La Gazzetta della Villa"

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Tutto il giallo della [email protected] Lunedì 16 Giugno 2014 Redazione di Torino: c/o Villa San Giuseppe, corso G. Lanza, 3 Anno VIII, numero 22

è stato un piacere scrivere per voi

Rompi...villicoA cura di S. Rudella

Vince la medaglia d’oro come miglior prestazione il nostro

Bostik!

GOSSIP pre-festa:AVVISTATO:Sardo porporato essere l’ospite inatteso nel remake di “Indo-vina chi viene a... fare aperiti-vo?” in 317

GOSSIP in-festa:ASCOLTATO:“Adriaaaaaana!” urlava Rocky Balboa dopo la sudata vittoria, “Annaaaaaa!” urlava qualcun altro dopo l’alcolica sconfitta.

GOSSIP post-festaRITROVATO:Fiore di campo creduto disper-so dopo avvistamenti in com-pagnia di vescovo medico.

Non Tutti Sanno che....a cura di J. & K. Convertini

Parte integrante della nostra amata Gazzetta sono le rubriche, che ogni settimana ci rendono partecipi degli ultimi gossip, ci offrono allettanti recensioni editoriali, ci permettono di conosce-re le iniziative torinesi o ci propongono spunti di riflessione religiosa. Ma, come ama spesso ricordarci Fratel Igino, è importante conoscere il significato delle parole e la loro etimologia. Sfogliando il Treccani, alla voce “rubrica”, possiamo leggere: “s.f. [dal lat. Rubrica «ocra rossa», der. di ruber «rosso»] sezione di una pubblicazione periodica o di un programma radiotelevisivo dedicata a uno stesso argomento o settore particolare d’informazione”. Come siamo arrivati a chiamare in questo modo la sezione distinta di un giornale, di un blog o di un programma? Nel-la liturgia cristiana latina le indicazioni pratiche per i riti, ossia tutte quelle norme che regolano le celebrazioni e lo svolgimento degli atti sacri, erano chiamate rubriche, perché scritte con un inchiostro ottenuto dall’argilla rossa. Tramite il colore veniva perciò data particolare importanza a quelle formule, la stessa importanza che hanno le nostre rubriche sul settimanale villico. Un ringraziamento diventa quindi d’obbligo verso tutti i responsabili, che in ogni numero ci hanno concesso il giusto spazio!

Jose&Kate

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Lunedì 16 Giugno 2014 <<La Gazzetta della Villa>>

Mi tocca dirvi addio

A spasso tra le pellicoleL’ultimo relatore, che ci ha fatto visita lunedì scor-so, non ha certo bisogno di presentazioni: era il nostro Edoardo Peretti.

Due note, però, almeno per i “nuovi arrivati”, sono d’obbligo: laureato nel 2011 in Storia Con-temporanea alla magistrale di Storia, ha sempre dimostrato una vivace passione per il cinema e la letteratura, che sono entrati a far parte della sua attività lavorativa; infatti, ha svolto vari lavori, tra cui il critico e il consulente cinematografico, solo per citarne alcuni.

L’intento dell’incontro, in effetti, sembra proprio quello di renderci partecipi e trasmetterci questo suo grande interesse.

Ha inizialmente fatto una breve introduzione su cosa sia il cinema: una forma d’arte in cui la passione, la visione oggettiva e soggettiva del-la realtà, il sogno e l’intrattenimento si fondono; un’industria che ha dato e dà lavoro a moltissime persone, tra cui tecnici, attori, registi, sceneggia-tori, critici e tanti altri.

Poi, l’attenzione è passata allo spettatore e al suo modo di percepire la rappresentazione, in base alle sue esperienze e al suo “essere”, che inevi-tabilmente condizionano i messaggi che vengono inviati.

Infine, Edoardo ha rapidamente e sinteticamente ripercorso i generi che hanno fatto la storia del cinema: dal classico alla screwball commedy, dal

melodramma al noir e all’horror, seguendo con il new hollywood, l’epica storia americana del we-stern, la commedia all’italiana e quella sentimen-tale.

Durante questa panoramica, di ognuno di essi, ha evidenziato gli stili, i canoni, i temi forti, il tutto sempre e rigorosamente accompagnato da riferi-menti a film famosi.

Sicuramente Edoardo, in quei quarantacinque minuti, con la sua eccentrica personalità, è riu-scito a trasmettere tutto il suo interesse e, perché no, anche un po’ a contagiarci con la sua straor-dinaria passione.

S. Pillon

Cara Gazzetta,un anno è ormai passato, e per-sino io faccio fatica a crederci. Il

mio mandato di Presidente si conclude con que-sto numero, e so già che, quando appenderò que-sti fogli alla bacheca per l'ultima volta, ti guarderò con occhi completamente nuovi. Questo perché il giallo delle tue pagine è ormai diventato per me il color-Gazzetta; perché non potrò dimenticare l'odore ferroso dell'inchiostro che scorre fra i tuoi fogli; perché non potrò più godere di piccolezze come toccare la carta appena uscita dalla stam-pante e ancora calda.Tu, Gazzetta, sei stata la testimone più importan-te di questa esperienza. Ci hai visto litigare, ci hai visto sbattere la testa contro al muro e il pugno contro il tavolo, ci hai visto brindare, ci hai visto correre per i corridoi in cerca degli ultimi articoli e

ci hai visto ridere mentre cercavamo di attaccare i vari fogli il più dritto possibile. Sei stata nostra mascotte e nostra datrice di lavoro. Ma ora, la-sciami spendere un paio di righe per ricordarti la squadra che mi ha circondato e che ti ha creato, giusto perché certe cose non dovrebbero mai es-sere date per scontate. Come avresti fatto senza tutta la redazione che ti ha reso quel capolavoro che è stato visibile agli occhi di tutti? Iniziando dalle rubriche per finire agli articoli sportivi e agli scrittori d'occasione, in-somma tutti coloro che hanno partecipato per la tua buona riuscita. Ringrazia da parte mia Toso, le sorelle Convertini, Fabio, Lutri, Carli, Rudy, Lorenzo, Mary B., Giada, tutta la Commissio-ne Biblioteca, Elisabetta, Zolfo, Luby e il tris di matricole Mollero, Pillon e Guadagni; ma non di-menticarti anche di coloro che hanno scritto per

te anche se una volta sola, quindi Benedetto, Ambrosin, Ledda, Giuliano, Brezza, Branda, Bru-nero, Casareggio, Della Sala, Schiapparelli, Isa-bella, Chessa, Soro, Pirisi, Perisi, Federica, Luis, Marco e gli Ex. Ed infine, concludi ringraziando per me quei tre mostriciattoli che mi hanno ac-compagnato in questa esperienza: Andrea Aime, Melania Cappellano e Andrea Cuccuru che han-no lavorato per questo giornale con l'intensità di mille splendidi soli.Ti attacco a questa bacheca per l'ultima volta. Forse non saremo più uniti come prima, ma quan-do aspetterò di salire con l'ascensore, o quando passerò da quelle parti, so già che riceverò un occhiolino tutto giallo.

Il Presidente Gianlorenzo Vaudo

Ci rivediamo poiTornare non è mai come partire, forse. Forse è meglio, forse è proprio nel momento in cui si ritor-na che le vere emozioni vengono a galla e, allun-gando il braccio, sembra quasi di poterle toccare.

Partire, alla fine, è un po’ come tornare: ma solo se si è capaci di chiudere il cerchio, di unire i va-ghi contorni di una figura geometrica in disordine e di rendersi conto di ciò che è successo durante.

Lo stesso vorrei fare io in questo ultimo racconto: sono partito con una storia sentimentale e nello stesso modo ho deciso di concludere, affidando a ciascuno lo stesso messaggio: buona estate; ci rivediamo poi.

Era un’estate confusa e colma di aspettative di-silluse quella in cui Fabio se ne andò. Partiva per andare lontano e soprattutto per rimanerci, là, di-stante dalla famiglia, dalla sua terra, da me. Lo faceva per il suo bene, certo, e per il suo futuro, perché per vivere sulle isole bisogna avere uno spirito capace di accontentarsi.

Fabio non era così. Anche questo mi piaceva di lui.

Mi ero ripromessa di aspettarlo, di infischiarmene della lontananza, di portare il suo sorriso e le sue battute con me dovunque andassi. Gliel’avevo fatto capire in tutte le lingue del mondo che era veramente ciò che provavo, che non erano i soliti capricci adolescenziali, che per lui ero disposta anche a soffrire; quanto, non lo sapevo.

Mi aveva ribadito che provava gli stessi sentimen-ti, che ci saremmo sentiti ogni giorno, per telefo-no o in videochiamata, non importava: eravamo innamorati.

Quando a fine settembre fu ora di partire ormai non c’era più il caldo di ferragosto, il sole si spe-gneva in anticipo e dava l’impressione che fosse qualcos’altro a tramontare.

Se ne andò come dipartono le rondini al termine della loro stagione, leggere e fluttuanti in cielo, senza dar l’impressione di avere l’aria contro a far attrito, a rendere il loro volo più faticoso.

Dopo avermi guardata ancora una volta, come a volersi testardamente fissare nella mente i miei lineamenti mi disse una frase soltanto, una spe-ranza: ‹‹ Ci rivediamo poi ››.

Ricordo ancora tutto di quell’estate e dell’anno dopo e di quello dopo ancora. Parte della mia anima era trasmigrata con lui e lo vegliava segre-tamente, proteggendolo. La lontananza si faceva sentire e nelle sere più scure e fredde bruciava come una ferita ancora aperta. Ma poi arrivava il momento delle vacanze e il suo ritorno: sem-bravano trascorsi attimi, non mesi; sembrava che non ci fossimo rivisti giusto per una notte e che in fondo non c’eravamo persi granché delle nostre vite.

Passammo quegli anni così, ad amarci a distan-za, sempre fedeli, sempre affettuosi. Se ci ripen-so mi pare evidente che mi bastasse sentire quel-le sue paroline prima di lasciarci per essere certa che il momento del suo ritorno sarebbe arrivato in un baleno.

Mi diceva: ‹‹ Ci rivediamo poi ››, e un attimo dopo eravamo di nuovo lì, senza che il tempo fosse passato, ad abbracciarci e a stringerci forte dopo aver imparato da ragazzi come si fa a volersi bene.

L. Salmaso

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Lunedì 16 Giugno 2014 <<La Gazzetta della Villa>>

La commissione biblioteca consiglia...

l’osservatore villicoSAN LUIGI GONZAGA

21 giugno

È arrivata l’estate, tempo di riposo e di r i f l e s s i o n e . Tempo di raccolta delle e n e r g i e , tanto nel corpo, quanto nello spirito; e, proprio per questo, conc lud iamo quest’anno di “Osservatore Villico” con Luigi Gonzaga, festeggiato nel

giorno più lungo dell’anno, l’inizio dell’estate.Nasce nel 1568, tempo di grande prosperità del regno di Spagna. Figlio primogenito del marchese Ferrante Gonzaga - al servizio del re spagnolo Filippo II - e della contessa Marta di Chieri, è un ragazzo dal futuro già segnato. Sarebbe stato lui l’erede del titolo della casata e, già fin da piccolo, viene portato in mezzo alle truppe ad assaporare la vita del soldato. A tredici anni va in Spagna in veste di paggio reale e di studente. Ma, sebbene Luigi amasse molto gli studi ed eccellesse in molte materie, non è la vita che il padre ha scelto per lui che egli desidera. Grazie ad una profonda e intensa preghiera, il ragazzo scopre che il sogno nascosto nel suo cuore, quel sogno che l’avrebbe reso veramente felice, si trova nella Compagnia dei Figli di Gesù. Fu così che a 17 anni, nonostante la contrarietà del padre, il ragazzo entra in noviziato per diventare gesuita.Tanto grande era l’amore che lo aveva chiamato e lo aveva rapito, tanto irresistibile era il fascino

di Dio, che il giovane decide di perdersi in questa pace e di diffonderla nel mondo, in modo che anche gli altri potessero goderne. Eccolo, allora, adoperarsi contro i grandi mali che affliggevano il suo tempo. Nonostante gli fosse stato impedito di occuparsi dei malati con patologie infettive, a causa già della sua salute molto fragile, Luigi non resiste e, vedendo un giorno un appestato abbandonato per strada, non passa oltre, ma se lo carica in spalla portandolo in ospedale con l’intenzione di curarlo. Morirà, per questo, pochi giorni dopo, ma con in cuore la consapevolezza, nonostante la morte, di aver acquistato la Vita.

Che l’intercessione di San Luigi possa, dunque, accompagnarci lungo tutte queste settimane e ci assista negli studi!

Arrivederci! M.B. Vallero

Bruce Chatwin - Anatomia dell’irrequietezza

Stavo aspet-tando il treno a Porta Nuo-va e per far passare un po’ di tempo -arrivo sem-pre troppo in anticipo- sono entra-ta nel regno dei libri della stazione. Su uno scaffa-le adocchio questo libro di uno dei miei autori preferiti e senza indu-

gio lo compro e appena salita sul treno inizio a leggerlo.

“Anatomia dell’irrequietezza” è una raccolta po-stuma di scritti dal 1968 al 1987 che rispecchiano le varie incarnazioni di Chatwin stesso: archeolo-go, giornalista, esploratore, narratore. Il suo per-sonaggio è per me una sorta di eroe, un grande viaggiatore nel mondo che ha fatto del viaggio la propria vita. Questo libro è formato da pensie-ri, racconti, schizzi di strade che rispecchiano i temi dell’esilio volontario, dello sradicamento, della rinuncia al possesso. L’originale ambizione di Chatwin era di scrivere una “anatomia dell’ir-requietezza imbastita intorno al detto di Pascal sullo starsene quieti nella propria stanzetta”, ma lui è più affine a Bodlaire e al suo “horreur du domicile”. Lo indica il titolo della sua breve auto-biografia: “Ho sempre desiderato andare in Pata-gonia” dove, scrive, l’uomo umanizzandosi acqui-sisce un istinto migratorio, che lo porta dall’Africa

verso tutte le altre terre. Ciò che affascina molto Chatwin è il nomadismo e la vita dei nomadi in contrasto con la società “chiusa nelle città”. L’uo-mo impazzisce a starsene quieto in una stanza, è per sua natura curioso, e la curiosità e l’esplora-zione sono materie prime della nostra intelligen-za e del nostro progresso. Lo spostamento fisico è la cura migliore per la malinconia; “solvitur am-bulando”, dicevano i latini: tutto si risolve cammi-nando.

Uno dei saggi più belli da leggere e rileggere, capace di offrire anche uno spunto di riflessione critica su come si è evoluta la civiltà stanziale è “ Questo nomade nomade mondo”. La filosofia del viaggio di un animo irrequieto, come quello di un grande esploratore che vuole conoscere il valore degli uomini attraverso il cammino compiuto dai nostri antenati che ci ha portati fino a qui.

C. Imazio

E la coppa di pallavolo va a...Eccoci giunti all’ultima gior-nata del torneo di pallavolo di Villa San Giuseppe! Me-

glio inquadrare il punteggio delle varie squadre, vista la lunga pausa trascorsa dalle ultime partite. Tre squadre si contendono lo scettro: Triennio, Biennio ed Economia. Il Resto, avendo portato a casa solo una vittoria in tutto il torneo, scen-de in campo solo per cercare di perdere con più onore. La prima partita giocata è stata Triennio – Biennio. Ecco le formazioni in campo: Elena G., Capri, Pasculli, Carpellese Junior, Brunero, Rudella e Della Sala contro Elena N., Traverso, Jose, Kate, Brighenti e Mago. La partita non è stata proprio emozionante, però si sono confron-tate entrambe le squadre al meglio. Si sono viste sia battute forti che schiacciate da entrambe le

parti, oltre ai miracolosi salvataggi del Triennio, anche merito di Pasculli, che ha stupito gli stessi compagni. Il Triennio ha tenuto un leggero van-taggio in entrambi i match e ha vinto con un me-ritato 2-0. Ma per cantare veramente vittoria tutte le loro speranze sono state riposte nel Resto che ha giocato la seconda partita contro Economia, prima in classifica. Nessuna delle due capitane si è presentata in campo, ma hanno giocato nel Resto: Aime, Biglieri, Cuccuru, Cairo, Branda, Cristofanelli, Cuozzo e Brezza; mentre per Eco-nomia troviamo Di Lalla, Angiulli, Manno, Poppa, Sortino, e di nuovo il nostro super Mago. Le due squadre si sono confrontate abbastanza alla pari. Incredibilmente, il Resto si è aggiudicato il primo match grazie alle schiacciate di Branda e Cristo-fanelli, e ai non meno importanti semi recuperi

di Cuccuru. Ma la partita si è protratta a lungo poiché entrambe le squadre sono riuscite a man-dare la palla ben oltre bosco, vero Mago e Cuc-curu?! Alla fine, sulla scia della prima vittoria, il Resto ha giocato alla grande ed è riuscito ad ag-giudicarsi anche il secondo set. Riguardo questo si può solo dire che se il Resto avesse schierato una squadra così avvincente fin dall’inizio, forse non sarebbe arrivato ultimo in classifica. Ma è il momento di elogiare i vincitori! Tanti complimenti al Triennio, che si aggiudica la vittoria del torneo di quest’anno con 11 punti, seguita da Economia (mannaggia!) con 10 punti, Biennio 8 e infine il Resto 6. Ma non temete, il torneo ricomincerà il prossimo anno, più agguerrito che mai!

E. Biglieri

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Presidente: G. VaudoDirettore: A. AimeCapo Redazione: M. CappellanoImpaginatore: A. CuccuruGrafici: A. Cuccuru, F. Lutri, F. MontemaranoFotografia: L. Redondi, F. Loconsolo

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La Gazzetta della VillaTestata di proprietà de “La Gazzetta della Villa s.r.l.” - Corso G. Lanza, 3 - 10131 Torino

Tipografia da “Olimpia”

Lunedì 16 Giugno 2014 <<La Gazzetta della Villa>>

Pagelle: A. Toso, D. CarliTrova le differenze: A. TosoNon tutti sanno che...: J. & K. ConvertiniComm. Biblioteca consiglia: C. ImazioRompi...Villico: S. RudellaOsservatore Villico: M.B. Vallero

Racconti: L. Salmaso In giro per TO: G. Barbieri

Redazione: L. Lubian, P. Giolfo, A. Miele, E. Biglieri, E.L.M. Mollero, G. Della Sala,J. Guadagni, S. Pillon, I. Botta

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