21giugno2009

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S ette giorni dagli Erei al Golfo Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 23 Euro 0,80 Domenica 21 giugno 2009 Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email [email protected] In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi L’opera delle suore della S. Famiglia in favore delle donne 5 di Carmelo Cosenza NISCEMI di Mariangela Vacanti Dopo dieci anni di ricerche Nunziata Giorndano riabbraccia i suoi figli 2 7 Concluso il corso di formazione politica organizzato da diverse associazioni gelesi di Liliana Blanco GELA EDITORIALE Affermare se stessi F inita la campagna elettorale sono scomparsi dalle pagine dei giornali e dal sistema media- tico italiano i temi riguardanti il Presidente del Consiglio Berlusconi: Veronica, Noemi, la sen- tenza Mills, i voli di stato, le foto di villa Certosa ecc. Forse è il segno che veramente si trattava di cavalli di battaglia elettorali. Con essi però sono scomparsi dall’agenda mediatica anche i temi della sottesa questione morale, che a mio giudizio rimane la questione fondamentale del tempo che stiamo vi- vendo oggi in Italia. Sennonché a riprendere il tema sono stati in questi giorni il Presidente Napolitano e un rapporto sui giovani del Censis. Il Presidente, parlando ai rappresentanti delle grandi religio- ni mondiali riunite a Roma ha detto: “Per uscire dalla crisi è essenziale un ristabilimento di valori spirituali e morali che sono stati completamente as- senti dalle determinazioni di soggetti finanziari ed economici”. E ancora: “Sentiamo che in questa crisi globale sono in gioco grandi scelte e grandi valori”. Parole sacrosante che trovano forse tutti d’accordo, almeno teoricamente. Salvo poi, nella morale cosid- detta privata, pensare e agire in modo totalmente difforme come vediamo ogni giorno. È di questi giorni la pubblicazione di un’indagi- ne del Censis sui giovani che sui giornali è passata quasi sotto silenzio o è stata relegata nelle pagine di costume come se fosse del tutto innocua. Il rappor- to legge i dati riguardanti i cambiamenti dei com- portamenti dei giovani circa i valori da perseguire nella vita e, guarda caso, questi valori conoscono una deriva paurosa. Secondo l’indagine le opinio- ni dei giovani proiettano l’immagine di una società caratterizzata ormai da un relativismo esasperato, che stenta a condannare anche i comportamen- ti riprovevoli: per il 75,2% la società esprime una debole condanna per il manager di successo che fa uso di cocaina, o la donna che usa il proprio corpo per affermarsi e fare carriera (73,3%), lo studente modello che si sballa tutti i fine settimana (67,2%), l’imprenditore affermato che usa lavoratori in nero (65,4%), il magistrato con amicizie poco raccoman- dabili (65%), l’uomo politico con una vita trasgres- siva nascosta (63,1%), il professore universitario che fa carriera con i concorsi truccati (58,4%). La pol- tiglia valoriale e comportamentale sembra sempre più accettata dal corpo sociale, sulla scia di una malintesa retorica della «libertà di essere se stessi». In una generale deregulation dei comportamenti, la ritualizzazione del tempo libero (il fine settima- na, la vacanza) si accompagna a un’ampia gamma di azioni fortemente a rischio. Il sabato sera si regi- stra il picco di giovani (entrambi i sessi) che dichia- rano di aver bevuto alcol (l’86% circa). Si può sti- mare che il 22,4% dei ragazzi e il 13% delle ragazze tra 11 e 18 anni (quasi 839 mila persone) hanno uno stile di consumo di alcol rischioso o dannoso. Anche sul fronte delle droghe appare sempre più diffuso un modello di consumo «compatibile», di trasgressione controllata, con l’incremento dell’uso di droghe da prestazione (la cocaina o le anfetami- ne) e la diffusione continua di nuove forme di ritua- lizzazione dei consumi (l’ecstasy nei fine settimana). La trasgressione non scandalizza più. Se esiste an- cora un richiamo collettivo condiviso, è il primato del soggetto: il criterio di legittimità del comporta- mento è la scelta individuale. Vince così il gioco vir- tuale dell’affermazione di sé. Se questi sono i dati è perché gli adulti hanno consegnato ai giovani questi stili di vita e le paro- le di Napolitano non sono quelle di un vecchio che vive fuori dal tempo ma debbono essere raccolte e fatte proprie da chi non si rassegna a questa filoso- fia di vita! Giuseppe Rabita 4 di Stefania Imola BARRAFRANCA I giovani barresi preparano la missione ai loro coetanei ENNA FEDEPreparata da vescovi, teologi e filosofi esce in questi giorni un testo che fa pensare Lettera a coloro che cercano il volto di Dio L ’estate è arrivata da un mese ma a prov- vedere alla pulizia del litorale l’ammini- strazione ci pensa solo ora. Nella città della legalità ci si occupa delle campagne eletto- rali ma non dei servizi. Vero è che una pri- ma gara era stata bandita ed aggiudicata ma dopo qualche giorno la ditta, stranamente si è accorta che non aveva i mezzi per po- tere ottemperare ai suoi doveri. Tutto da ri- fare dunque. E l’amministrazione comunale ha annunciato il 16 giugno scorso che una nuova gara è stata espletata e i lavori di pu- litura del lungomare di 20 chilometri sono iniziati subito dopo. Ma riusciranno i nostri eroi a rendere dorata la lunga spiaggia do- rata di Gela eternata da Quasimodo ed ora ridotta ad una pattumiera? Quanto tempo sarà necessario per eliminare il pericolo per i bambini che rischiano di tagliarsi con le bottiglie rotte, di pungersi con le erbacce spinose e che anche gli adulti vengano assa- liti dagli insetti come è accaduto ai volonta- ri che sono stati costretti a cambiare spiag- gia per uno sciame inferocito di insetti che ha ridotto la loro pelle come una gruviera? Un allarme è stato lanciato da Legam- biente sulla condizione del litorale di spiaggia di Gela sottostante la zona est del parco di Montelungo e di Macchitella. La situazione dei rifiuti sul tratto di spiaggia interessata è più preoccupante rispetto agli anni passati: lo hanno constatato i volontari ambientalisti che hanno dato vita all’ope- razione “Spiagge e fondali puliti”, una delle più grandi campagne di volontariato sulla sensibilizzazione ambientale diventata un appuntamento fisso nazionale. La manife- stazione organizzata in città da Legambien- te Gela in collaborazione con l’associazione Cea sub, la sezione provinciale della Fede- razione italiana pesca sportiva, l’ufficio dio- cesano pastorale Migrantes, apostolato del mare della diocesi di Piazza Armerina, la guardia costiera ausiliaria di Gela e Europe Emergency oltre alla squadra nautica della polizia e la guardia costiera, ha richiamato un esercito di volontari tra singoli cittadi- ni, bagnanti, scolaresche, sub, associazioni e intere famiglie, armati di sacchi, guanti e rastrelli, per una grande opera di pulizia del litorale gelese. L’occasione ha fatto emerge- re dai fondali rastrellati dai volontari della Cea Sub, un’anfora del periodo greco arcaio consegnata alla Soprintendenza ai Beni cul- turali di Caltanissetta. Sulla terra ferma l’as- sociazione Marinai d’Italia organizza la pu- lizia del lungomare dove ogni sera migliaia di cittadini e turisti del circondario si danno appuntamento per una passeggiata salutare. Ma quanto può andare avanti così nella cit- tà conosciuta in Italia come la nuova città della legalità? Niente paura adesso arriva il servizio di pulizia straordinaria dell’arenile nel tratto compreso tra il Lido “La Conchi- glia” e il Fiume Comunelli. L’appalto è stato affidato alla ditta Novambiente Srl di Gela. Gli assessori, all’ecologia e ambiente, Enrico Vella, e, al mare, Giuseppe Fava hanno illu- strato i servizi predisposti per la fruizione tranquilla delle spiagge locali durante tutto il periodo estivo. Per la bonifica dell’areni- le verranno impiegati una pala meccanica, due trattori oltre a quattro operatori eco- logici che effettueranno manualmente la raccolta dei rifiuti. Sempre che non ci siano intoppi… Liliana Blanco D i fronte al cambiamento culturale in atto anche in Italia e agli scenari diffusi della cosiddetta “modernità liquida”, nella quale “modelli e confi- gurazioni non sono più ‘dati’, appare sempre più necessario far risuonare il kérygma, cen- tro e cuore del messaggio cri- stiano, e non dare per scontata la trasmissione della fede. È di fronte a questo quadro che la Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, nell’attuale quin- quennio, ha lavorato alla Lettera ai cercatori di Dio, intesa come un sussidio offerto a chiunque voglia farne oggetto di lettura personale e come un punto di partenza per dialoghi destinati al primo annuncio. Il Consiglio episcopale permanente ne ha approvato all’unanimità la pub- blicazione nella sessione del 22- 25 settembre 2008; essa è stata presentata ai vescovi riuniti in Assemblea generale nel maggio scorso. Frutto di un lavoro collegia- le che ha coinvolto - oltre che vescovi - teologi, filosofi, pa- storalisti, catecheti ed esperti di scienze umane e di comuni- cazione, la Lettera si rivolge ai “cercatori di Dio”, a tutti coloro, cioè, che cercano il volto del Dio vivente. Lo sono i credenti, che crescono nella conoscen- za della fede proprio a partire da domande sempre nuove, e quanti - pur non credendo - avvertono la profondità degli interrogativi su Dio e sulle cose ultime. La Lettera vorrebbe suscitare attenzione e interes- se anche in chi non si sente in ricerca, nel pieno rispetto del- la coscienza di ciascuno, con amicizia e simpatia verso tutti. L’auspicio è che questo testo - anche per il suo stile colloquiale e il linguaggio semplice e diret- to - possa avere una diffusione ampia, sostenuta dall’impegno di evangelizzazione delle dioce- si e delle aggregazioni ecclesia- li, oltre che dei singoli pastori, dei catechisti, dei docenti di religione e di quanti desidera- no conoscere e far conoscere il messaggio cristiano. Il testo ha un impianto “fon- damentale”, parte cioè da alcu- ne domande diffuse, per poi proporre l’annuncio della fede e rispondere alla richiesta: dove e come incontrare il Dio di Gesù Cristo? Non intende dire tutto: vuole piuttosto suggerire, evo- care, attrarre a un successivo approfondimento. Emerge così il volto di una Chiesa amica, che si fa vicina alle domande del cuore, come a quelle del tempo, dialoga con chi è in ri- cerca e si propone di “risponde- re a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi... con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”. Spiaggesporche Comuneimpreparato

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5 Dopo dieci anni di ricerche Nunziata Giorndano riabbraccia i suoi figli L’opera delle suore della S. Famiglia in favore delle donne barrafranca Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura Concluso il corso di formazione politica organizzato da diverse associazioni gelesi I giovani barresi preparano la missione ai loro coetanei enna niscemi gela Giuseppe Rabita fede Preparata da vescovi, teologi e filosofi esce in questi giorni un testo che fa pensare di Carmelo Cosenza

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Page 1: 21giugno2009

Settegiornidagli Erei

al GolfoSettimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 23 Euro 0,80 Domenica 21 giugno 2009Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email [email protected]

In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi

L’opera delle suore della S. Famiglia

in favore delle donne

5di Carmelo Cosenza

niscemi

di Mariangela Vacanti

Dopo dieci anni di ricerche

Nunziata Giorndano riabbraccia i suoi figli

2 7

Concluso il corso di formazione politica organizzato da diverse

associazioni gelesidi Liliana Blanco

gela

EditorialE

Affermare se stessi

Finita la campagna elettorale sono scomparsi dalle pagine dei giornali e dal sistema media-tico italiano i temi riguardanti il Presidente

del Consiglio Berlusconi: Veronica, Noemi, la sen-tenza Mills, i voli di stato, le foto di villa Certosa ecc. Forse è il segno che veramente si trattava di cavalli di battaglia elettorali. Con essi però sono scomparsi dall’agenda mediatica anche i temi della sottesa questione morale, che a mio giudizio rimane la questione fondamentale del tempo che stiamo vi-vendo oggi in Italia. Sennonché a riprendere il tema sono stati in questi giorni il Presidente Napolitano e un rapporto sui giovani del Censis. Il Presidente, parlando ai rappresentanti delle grandi religio-ni mondiali riunite a Roma ha detto: “Per uscire dalla crisi è essenziale un ristabilimento di valori spirituali e morali che sono stati completamente as-senti dalle determinazioni di soggetti finanziari ed economici”. E ancora: “Sentiamo che in questa crisi globale sono in gioco grandi scelte e grandi valori”. Parole sacrosante che trovano forse tutti d’accordo, almeno teoricamente. Salvo poi, nella morale cosid-detta privata, pensare e agire in modo totalmente difforme come vediamo ogni giorno.

È di questi giorni la pubblicazione di un’indagi-ne del Censis sui giovani che sui giornali è passata quasi sotto silenzio o è stata relegata nelle pagine di costume come se fosse del tutto innocua. Il rappor-to legge i dati riguardanti i cambiamenti dei com-portamenti dei giovani circa i valori da perseguire nella vita e, guarda caso, questi valori conoscono una deriva paurosa. Secondo l’indagine le opinio-ni dei giovani proiettano l’immagine di una società caratterizzata ormai da un relativismo esasperato, che stenta a condannare anche i comportamen-ti riprovevoli: per il 75,2% la società esprime una debole condanna per il manager di successo che fa uso di cocaina, o la donna che usa il proprio corpo per affermarsi e fare carriera (73,3%), lo studente modello che si sballa tutti i fine settimana (67,2%), l’imprenditore affermato che usa lavoratori in nero (65,4%), il magistrato con amicizie poco raccoman-dabili (65%), l’uomo politico con una vita trasgres-siva nascosta (63,1%), il professore universitario che fa carriera con i concorsi truccati (58,4%). La pol-tiglia valoriale e comportamentale sembra sempre più accettata dal corpo sociale, sulla scia di una malintesa retorica della «libertà di essere se stessi».

In una generale deregulation dei comportamenti, la ritualizzazione del tempo libero (il fine settima-na, la vacanza) si accompagna a un’ampia gamma di azioni fortemente a rischio. Il sabato sera si regi-stra il picco di giovani (entrambi i sessi) che dichia-rano di aver bevuto alcol (l’86% circa). Si può sti-mare che il 22,4% dei ragazzi e il 13% delle ragazze tra 11 e 18 anni (quasi 839 mila persone) hanno uno stile di consumo di alcol rischioso o dannoso.

Anche sul fronte delle droghe appare sempre più diffuso un modello di consumo «compatibile», di trasgressione controllata, con l’incremento dell’uso di droghe da prestazione (la cocaina o le anfetami-ne) e la diffusione continua di nuove forme di ritua-lizzazione dei consumi (l’ecstasy nei fine settimana). La trasgressione non scandalizza più. Se esiste an-cora un richiamo collettivo condiviso, è il primato del soggetto: il criterio di legittimità del comporta-mento è la scelta individuale. Vince così il gioco vir-tuale dell’affermazione di sé.

Se questi sono i dati è perché gli adulti hanno consegnato ai giovani questi stili di vita e le paro-le di Napolitano non sono quelle di un vecchio che vive fuori dal tempo ma debbono essere raccolte e fatte proprie da chi non si rassegna a questa filoso-fia di vita!

Giuseppe Rabita

4di Stefania Imola

barrafranca

I giovani barresi preparano

la missione ai loro coetanei

enna

fede �Preparata da vescovi, teologi e filosofi esce in questi giorni un testo che fa pensare

Lettera a coloro che cercano il volto di Dio

L’estate è arrivata da un mese ma a prov-vedere alla pulizia del litorale l’ammini-

strazione ci pensa solo ora. Nella città della legalità ci si occupa delle campagne eletto-rali ma non dei servizi. Vero è che una pri-ma gara era stata bandita ed aggiudicata ma dopo qualche giorno la ditta, stranamente si è accorta che non aveva i mezzi per po-tere ottemperare ai suoi doveri. Tutto da ri-fare dunque. E l’amministrazione comunale ha annunciato il 16 giugno scorso che una nuova gara è stata espletata e i lavori di pu-litura del lungomare di 20 chilometri sono iniziati subito dopo. Ma riusciranno i nostri eroi a rendere dorata la lunga spiaggia do-rata di Gela eternata da Quasimodo ed ora ridotta ad una pattumiera? Quanto tempo sarà necessario per eliminare il pericolo per i bambini che rischiano di tagliarsi con le bottiglie rotte, di pungersi con le erbacce spinose e che anche gli adulti vengano assa-liti dagli insetti come è accaduto ai volonta-ri che sono stati costretti a cambiare spiag-gia per uno sciame inferocito di insetti che ha ridotto la loro pelle come una gruviera?

Un allarme è stato lanciato da Legam-biente sulla condizione del litorale di spiaggia di Gela sottostante la zona est del parco di Montelungo e di Macchitella. La situazione dei rifiuti sul tratto di spiaggia interessata è più preoccupante rispetto agli anni passati: lo hanno constatato i volontari ambientalisti che hanno dato vita all’ope-razione “Spiagge e fondali puliti”, una delle più grandi campagne di volontariato sulla sensibilizzazione ambientale diventata un appuntamento fisso nazionale. La manife-stazione organizzata in città da Legambien-te Gela in collaborazione con l’associazione Cea sub, la sezione provinciale della Fede-razione italiana pesca sportiva, l’ufficio dio-cesano pastorale Migrantes, apostolato del mare della diocesi di Piazza Armerina, la

guardia costiera ausiliaria di Gela e Europe Emergency oltre alla squadra nautica della polizia e la guardia costiera, ha richiamato un esercito di volontari tra singoli cittadi-ni, bagnanti, scolaresche, sub, associazioni e intere famiglie, armati di sacchi, guanti e rastrelli, per una grande opera di pulizia del litorale gelese. L’occasione ha fatto emerge-re dai fondali rastrellati dai volontari della Cea Sub, un’anfora del periodo greco arcaio consegnata alla Soprintendenza ai Beni cul-turali di Caltanissetta. Sulla terra ferma l’as-sociazione Marinai d’Italia organizza la pu-lizia del lungomare dove ogni sera migliaia di cittadini e turisti del circondario si danno appuntamento per una passeggiata salutare. Ma quanto può andare avanti così nella cit-

tà conosciuta in Italia come la nuova città della legalità? Niente paura adesso arriva il servizio di pulizia straordinaria dell’arenile nel tratto compreso tra il Lido “La Conchi-glia” e il Fiume Comunelli. L’appalto è stato affidato alla ditta Novambiente Srl di Gela. Gli assessori, all’ecologia e ambiente, Enrico Vella, e, al mare, Giuseppe Fava hanno illu-strato i servizi predisposti per la fruizione tranquilla delle spiagge locali durante tutto il periodo estivo. Per la bonifica dell’areni-le verranno impiegati una pala meccanica, due trattori oltre a quattro operatori eco-logici che effettueranno manualmente la raccolta dei rifiuti. Sempre che non ci siano intoppi…

Liliana Blanco

Di fronte al cambiamento culturale in atto anche in

Italia e agli scenari diffusi della cosiddetta “modernità liquida”, nella quale “modelli e confi-gurazioni non sono più ‘dati’, appare sempre più necessario far risuonare il kérygma, cen-tro e cuore del messaggio cri-stiano, e non dare per scontata la trasmissione della fede. È di fronte a questo quadro che la Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, nell’attuale quin-quennio, ha lavorato alla Lettera ai cercatori di Dio, intesa come un sussidio offerto a chiunque voglia farne oggetto di lettura personale e come un punto di partenza per dialoghi destinati al primo annuncio. Il Consiglio episcopale permanente ne ha approvato all’unanimità la pub-

blicazione nella sessione del 22-25 settembre 2008; essa è stata presentata ai vescovi riuniti in Assemblea generale nel maggio scorso.

Frutto di un lavoro collegia-le che ha coinvolto - oltre che vescovi - teologi, filosofi, pa-storalisti, catecheti ed esperti di scienze umane e di comuni-cazione, la Lettera si rivolge ai “cercatori di Dio”, a tutti coloro, cioè, che cercano il volto del Dio vivente. Lo sono i credenti, che crescono nella conoscen-za della fede proprio a partire da domande sempre nuove, e quanti - pur non credendo - avvertono la profondità degli interrogativi su Dio e sulle cose ultime. La Lettera vorrebbe suscitare attenzione e interes-se anche in chi non si sente in ricerca, nel pieno rispetto del-

la coscienza di ciascuno, con amicizia e simpatia verso tutti. L’auspicio è che questo testo - anche per il suo stile colloquiale e il linguaggio semplice e diret-to - possa avere una diffusione ampia, sostenuta dall’impegno di evangelizzazione delle dioce-si e delle aggregazioni ecclesia-li, oltre che dei singoli pastori, dei catechisti, dei docenti di religione e di quanti desidera-no conoscere e far conoscere il messaggio cristiano.

Il testo ha un impianto “fon-damentale”, parte cioè da alcu-ne domande diffuse, per poi proporre l’annuncio della fede e rispondere alla richiesta: dove e come incontrare il Dio di Gesù Cristo? Non intende dire tutto: vuole piuttosto suggerire, evo-care, attrarre a un successivo approfondimento. Emerge così

il volto di una Chiesa amica, che si fa vicina alle domande del cuore, come a quelle del tempo, dialoga con chi è in ri-cerca e si propone di “risponde-re a chiunque domandi ragione della speranza che è in noi... con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”.

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� Domenica 21 giugno 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Notizie dal Territorio

Nunziatina Giordano ha ritro-vato i suoi due figli che non

vedeva da dieci anni. Grazie agli appelli della donna 64enne resi-

dente a Enna, apparsi anche tra le pagine di que-sto giornale e alla trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto?”, Stefano e Antonio, rispet-tivamente di 28 e 27 anni si sono fatti vivi e hanno rintracciato la madre. Il primo, in particolare, è già sceso a Enna il 25 maggio scorso insieme con l’equipe tele-visiva capitanata dalla regista Fi-lomena Rorro e

ha riabbracciato la donna, promet-tendole di impegnarsi a cercare una casa a Roma (dove entrambi i ra-gazzi vivono e lavorano) per poter vivere assieme tutti e tre. Antonio, invece (che in quell’occasione era stato bloccato da un problema di lavoro), è stata la stessa Nunziatina ad andarlo a trovare a Roma qual-che giorno fa: “Non ce la facevo più a stare senza di lui”, ha confidato la madre sorridente.

Ma non è finita. La riunificazio-ne familiare culminerà il 28 giugno, quando entrambi i figli di Nunziati-na scenderanno in Sicilia per veni-re a trovare la madre. Quel giorno saranno presenti anche le sorelle di Nunziatina, Sara e Anna, di Palago-nia e Ustica, che vogliono far festa per la famiglia ritrovata. L’associa-zione “La Tenda” di Enna, legata alla Caritas, sta programmando

per l’occasione un vero e proprio evento gioioso da condividere con i volontari che da anni assistono la “vecchina del semaforo” (chiamata così per la sua abitudine di mettersi seduta a sferruzzare lana al qua-drivio tra via Roma e viale IV No-vembre a Enna alta), le autorità che hanno aiutato la povera donna e i suoi tanti amici e benefattori.

“Sono felicissima, voglio rin-graziare tutti di cuore”, non fa che ripetere intanto Nunziatina, che grazie all’incontro con i suoi figli ha anche preso un’importante deci-sione: “Fino a quando non salirò a Roma ad abitare con i miei ragazzi - ha promesso - andrò ad abitare alla casa d’accoglienza Santa Lucia”. Una scelta che l’Assessorato alla politiche sociali di Enna attendeva da tempo, visto che aveva già prov-veduto a pagarle la retta mensile

per quella struttura dove l’anziana avrebbe pasti caldi, sicuri, pulizia assicurata e un vero letto dove dormire. Nel monolocale fati-scente dove invece si è ostinata fi-nora a vivere, ci sono solo decine di sacchi di immondizia, cianfrusaglie e topi. La speranza di chi in questi anni ha imparato a voler bene a Nunziatina è quella che lei, grazie allo sconvolgimento emotivo avu-to dall’incontro con i suoi ragazzi, possa riuscire a mettere un nuovo ordine positivo nella sua vita tem-pestata di sofferenza. Un secondo servizio televisivo sul lieto fine del-la sua affannosa ricerca, è intanto andato in onda su “Chi l’ha visto?” mercoledì 10 giugno.

Mariangela Vacanti

music’@rteGli effetti sonori

Anche se molte volte non ci facciamo caso, nelle grandi

produzioni si ha un’immagine del suono con dei “colori”, che rie-scono a rappresentare l’ambiente dove i musicisti suonano. Questo effetto, non è dato solo dalle ri-flessioni della stanza, che già dà il suo contributo, ma da vari pro-cessori di effetti. La stessa cosa la ritroviamo nei cd musicali e nei film, dove l’uso degli effetti audio è una caratteristica imprescindi-bile.Gli effetti utilizzabili sono tanti,

ma la cosa a cui dobbiamo stare più attenti, non è quale usare, che può variare in base ai nostri gusti, o alle richieste dei musici-sti, è di calcolare il tempo dell’ef-fetto, la quantità da inserire, e gli effetti che produce nell’ambiente in cui lo adoperiamo.Se abbiamo un’apparecchiatura analogica, o un processore di ef-fetti esterno, la prima cosa che da fare è quella di collegare gli in e gli out al mixer, e provare il se-gnale in ingresso sia nel proces-sore, che nel mixer. Mandiamo i famosi 1000 Hz al processore dal mixer, e vediamo il livello in in-

gresso che non saturino, e li por-tiamo a zero dB.In una situazione all’interno di una stanza, all’orecchio del-l’ascoltatore non arriva solo l’ef-fetto che noi abbiamo creato, tranne nel caso in cui ci trovia-mo in una stanza perfettamente insonorizzata e priva di riflessio-ni, ma la persona ascolterà sia il suono diretto che gli arriva dalla sorgente sonora, ma anche le va-rie riflessioni della stanza con un certo delay (ritardo), ed il riverbe-ro. Se tra gli effetti parliamo del riverbero, che forse è più cono-sciuto anche con il nome di eco,

dobbiamo sempre utilizzarlo con parsimonia. Se produciamo un brano musicale e la nostra sala non ha un riverbero che ci piace, o vogliamo far sembrare il brano come se i musicisti suonassero in ambienti particolari, nei vari pro-cessori per effetti troviamo vari tipi di riverbero come il reverb room, che simula tre tipi di am-bienti, small (piccola), medium (media), e large (grande). Trovia-mo anche il reverb chambre, che simula una stanza senza arreda-mento. Il reverb hall, che simula una sala di grandi dimensioni, il reverb plate o stage, che simula

un vecchio eco a piastra.Oltre che ai tipi di effetti dobbia-mo fare molta attenzione a come regolare tutto ciò; cosa che può essere fatta grazie al reverb time, che regola il tempo di riverbero, il pre-delay, che indica il tempo di attacco di ritardo tra il suono diretto e il riverbero. L’early delay che indica il ritardo tra le prime riflessione e il riverbero, e l’early balance, che non è altro che il rapporto tra le riflessioni e il ri-verbero.

[email protected]

di Maximilian Gambino

enna � «Dopo dieci anni ho riabbracciato i miei ragazzi»: Storia di una famiglia ricongiunta

Nunziatina ritrova i suoi due figli

Dieci borse di studio sono state istituite dal CeSVoP

(Centro regionale per il Volonta-riato) per un corso su “Migranti, diritti umani democrazia”. Agli universitari, laureati o ricercato-ri che fanno parte di associazio-ni di volontariato delle province di Agrigento, Caltanissetta, Pa-lermo e Trapani e che ai sensi del relativo bando verrano am-messi alla Summer School “Mi-granti, Diritti Umani Democra-zia”, il CeSVoP coprirà la quota di iscrizione per un massimo di dieci allievi.

La “Summer School” è orga-nizzata dalla fondazione Banco di Sicilia, dall’università di Pa-lermo - dipartimento ETHOS e dalla Commissione nazionale dell’Unesco. Si tratta di un’espe-rienza didattica di eccellenza per gli studenti italiani e stra-nieri, laureati, dottorandi e stu-diosi che vogliano approfondire le tematiche che comprendono lo status di migrante, le proble-matiche relative alla costruzio-ne dell’identità dello straniero, i diritti umani ed il ruolo della democrazia nella società civile,

attraverso un approccio multidi-sciplinare.

La scuola, per un numero massimo di 30 studenti, si terrà a Palermo, nei locali della fon-dazione Banco di Sicilia. Il cor-so si svolgerà dal 20 al 24 luglio 2009. Ai frequentanti verranno distribuiti materiali didattici e dispense. Al termine della Sum-mer School sarà rilasciato un attestato di partecipazione per 9 crediti formativi universitari (CFU). “Il CeSVoP è sempre di più strumento straordinario per la formazione di uomini e donne impegnati nella società a pro-muovere i diritti umani - dichia-ra Enzo Madonia, responsabile del CeSVoP e del MoVi Gela. Le borse di studio messe a concorso dal CeSVoP sono una bella occa-sione per i giovani volontari che crescono nella nostra città e e che sono un focolaio di speranza di rinnovato ed etico protagoni-smo sociale”.

Termine ultimo per le doman-de il 26 giugno.

Ulteriori informazioni su www.volontariatogela.org

Gela �È il primo in Italia in favore dei soggetti disabili

Nasce il Centro Special OlympicsCon la benedizione di don

Giuseppe Fausciana sono iniziati i lavori, condotti da ven-ti genitori (soci dell’associazio-ne Orizzonte Gela), del primo “Centro Special Olympics” in Italia.

L’associazione “Orizzonte”, grazie ad un privato sensibile alle problematiche dei soggetti disabili, che ha dato in como-dato d’uso una struttura spor-tiva inutilizzata da diversi anni, è riuscita finalmente a mettere su il progetto del centro sporti-vo. In ciò è stata determinante la manodopera dei genitori e la donazione del materiale neces-sario da parte di qualche im-prenditore sensibile al progetto. Gli spazi sono ancora in fase di realizzazione e consentiranno di praticare diverse discipline: atletica leggera (corsa, salto in lungo, lancio del peso, salto in alto) calcio a 5, basket, bocce, tennis, tennis tavolo, palla a volo, equitazione, mini golf. Per ogni disciplina ci saranno tre genitori che si occuperanno dell’aspetto organiz-

zativo, mentre l’aspetto tecnico sarà coordinato dal team medico-psicope-dagogico. L’inaugurazione è prevista

per i primi di settembre, alla presenza dei dirigenti nazio-nali di Special Olympics Italia. Il centro svilupperà in modo particolare lo sport unificato in tutte le discipline sportive, in modo da creare una cultura della diversità e dell’inclusione sociale.

L’Associazione “Orizzonte” in tredici anni di attività ha preparato atleti che hanno par-tecipato con la Nazionale ita-liana a tre manifestazioni mon-diali Special Olympics ed a tre manifestazioni europee nelle discipline di calcio a 5, calcio a 7 unificato, basket, bocce, nuo-to, atletica leggera.

L’associazione intende met-tere a disposizione l’esperien-za tecnica ed organizzativa di quanti credono che i soggetti disabili debbano avere pari opportunità per dimostrare le proprie capacità.

Natale SaluciPresidente

Dieci �borse �di �studio �dal �Cesvopper �un �corso �sui �Migranti

Il volontario Tanino Andolina, Nunziata Giordano e il figlio Stefano

Due momenti dell’inaugurazione

Il sindaco uscente di Mazzarino, Giovanni Virnuccio, in una nota inviata alla nostra

redazione, ha voluto sottolineare un “atto di coraggio” della sua amministrazione. Virnuc-cio rifacendosi ad un articolo apparso a pa-gina 8 del numero del 7 giugno scorso dove si sottolineava il fatto che ormai ci si candida per conquistare i ricchi stipendi che rende l’attività amministrativa, ha portato a nostra

conoscenza il fatto che la sua amministrazio-ne ha ridotto le indennità di carica per gli or-gani istituzionali del 50%. E così a Mazzarino dal giugno dello scorso anno il sindaco ha un guadagno lordo di 732 euro, il vicesindaco 408 euro, un assessore guadagna 325 euro. Ad un consigliere vanno invece appena 27,88 euro ad ogni seduta.

Mazzarino �Precisazione dell’ex sindaco Giovanni Virnuccio

“Anche noi ci siamo ridotti lo stipendio” Una nota della Provincia di Caltanisset-ta comunica che sono stati appaltati i

lavori per un utilizzo parziale del Palazzet-to dello sport di Gela. Si tratta di lavori che dipendono da un progetto di 400 mila euro. Ad aggiudicarsi il pubblico incanto è stata l’impresa M.P. costruzioni srl con sede in Fa-vara, che ha presentato il ribasso d’asta del 7,31%. L’aggiudicazione è avvenuta a seguito di sorteggio. Hanno preso parte alla gara 123 imprese. Con tali lavori verranno sistemate le

piazzole di uscita del nuovo Palazzetto dello sport, si pavimenteranno le scale esterne e interne, così da rendere possibile l’ingresso al pubblico (sono previsti 2.000 posti). L’appalto durerà un anno e consentirà interventi ma-nutentivi nella struttura ogni qualvolta ce ne sarà la necessità.

Giuseppe Fiorelli

appaltati �i �lavori �per �il �Palazzetto �dello �sport �di �Gela

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�Domenica 21 giugno 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Notizie dal Territorio

Il 12 giugno scorso si è

inaugurato a Piazza Arme-rina il centro e s p o s i t i v o “Monte Presta-mi”. L’edificio nasce nel 1771 ad opera di Michele Chiel-lo, fondatore dell’Ospedale cittadino, con lo scopo di prestare denaro ad artigiani, operai, contadini e braccianti, che, non potendo impegnare ori e corredi pote-vano dare in garanzia, a fronte del prestito ottenuto, derrate alimentari, attrezzi, prodotti del loro mestiere. L’edificio si trova in pieno centro e costi-tuisce la parte retrostante di Palazzo di Città, dove ancora oggi vengono ospitate le se-dute del Consiglio Comunale. Attivo come istituto di credito fino alla metà del XX secolo, è rimasto abbandonato fino a poco tempo fa. Il recupero dei

locali è stato reso possibile dalla stretta collaborazio-ne tra il Co-mune di Piaz-za Armerina e la società con-sortile ‘Roc-ca di Cerere’, n e l l ’a m b i t o del program-

ma PSL Leader+ ed eseguito su progetto dell’Ufficio tecni-co del comune di Piazza. Gli ampi saloni con il tetto a volta che conservano al loro interno anche un antico pozzo medie-vale, ospiteranno una mostra permanente dei prodotti del territorio e mostre tempora-nee. Ci sarà uno spazio degu-stazione dove si potranno as-saggiare ed acquistare prodotti tipici del territorio ennese, tra i quali quelli del consorzio “Terre di Cerere”.

L’evento ha visto la presen-tazione della mostra fotografi-ca “Le attività artigiane tradi-

zionali nella terra di Demetra”, a cura di Claudio Paterna, etnoantropologo e giornali-sta, che ha diretto il Servizio storico ed etnoantropologico della Soprintendenza beni cul-turali di Enna dal 2002 al 2008. Quindi è seguita la presenta-zione del volume di Franco Amata “Il paesaggio del grano e dello zolfo nella sicilia del-l’inchiesta Jacini”. Ha concluso la manifestazione lo storico Giuseppe Giarrizzo, già pro-fessore di storia moderna e per oltre trent’anni preside della facoltà di Lettere e filo-sofia dell’università di Catania. Accadamico dei Lincei, è auto-re di pubblicazioni sulla storia moderna e contemporanea. La manifestazione organizzata in collaborazione con l’universi-tà Popolare del Tempo Libero “Ignazio Nigrelli”, ha inaugura-to la “Primavera/Estate 2009” di Piazza Armerina.

A conclusione del-l’anno scolastico

non possiamo non parlare della decisiva svolta che la scuola ennese ha dato sul terreno dell’impegno civico, con numerosi progetti rivolti ai gio-vani nei Comprensivi e negli istituti supe-riori. In una società sempre più disgrega-ta e priva di punti di riferimento, ma che tuttavia vuole ritro-varsi attorno valori fondamentali, come il rispetto delle regole del vivere civile, la scuola può assumere un ruolo decisivo come presidio di legalità e collante tra le diverse agenzie educative.

Con questa consapevolezza - au-spicata in diversi incontri dal nuovo questore di Enna, Salvatore Patané - molti istituti scolastici dell’en-nese quest’anno hanno dato vita a percorsi improntati ai valori della legalità, della Costituzione, della cittadinanza, della lotta al malco-stume mafioso. Gli allievi coinvolti nei progetti hanno dato prova di una maturata consapevolezza del-

le problematiche legate al racket, alla criminalità, alla mafia, ma an-che alla responsabilità individuali e collettive che devono animare e guidare il cambiamento radicale di una mentalità mafiosa, connivente o peggio ancora indifferente. I di-battiti, gli incontri con le forze del-l’ordine, con i rappresentanti delle istituzioni e con i testimoni di giu-stizia, ma anche le attività creative che hanno portato alla realizzazione di giornalini, disegni, relazioni, test, spettacoli musicali e teatrali, hanno innescato una scintilla che occorre continuare ad alimentare. È stato un

anno particolare per la provincia di Enna, perché le scuole han-no incontrato felice-mente lungo il pro-prio percorso anche la voglia di riscatto di un’intera comuni-tà, decisa a schierar-si pubblicamente a favore della legalità e contro il potere cri-minale accogliendo l’appello della Chiesa, di tantissime asso-ciazioni e della fon-dazione “Falcone” di

Palermo. Tante le manifestazioni alle quali

hanno partecipato le scuole. Come non ricordare gli oltre mille ragazzi delle elementari e medie che hanno marciato, nel maggio scorso, sotto le bandiere e striscioni colorati inneg-giando alla pace e alla legalità. Una festa-evento organizzata dall’Azio-ne cattolica della parrocchia “San Giovanni” di Enna, perfettamente riuscita, dove hanno partecipato l’assessore comunale alla solidarie-tà Giuseppe La Porta, la presidente provinciale dell’Unesco e moltis-simi genitori. Una carica di vitalità

che invase le strade cittadine, dalle diverse scuole sino al punto di rac-colta al Castello di Lombardia e da lì nel cammino verso la piazza di fronte la chiesa di San Cataldo. Una sfilata di autentica gioia cristiana che sorprese gli ennesi. “Una mani-festazione utile - sottolineò l’asses-sore La Porta - interessante ed edu-cativa che si rivolge ai bambini che sono il seme da cui nasceranno gli alberi di domani”. “Quando i giovani sono chiamati, rispondono pron-tamente”, spiegò con entusiasmo mons. Pietro Spina, di fronte a quel-lo che definì “l’esercito di giovani della speranza”. E poi la partecipazione alla grande manifestazio-ne di Palermo in oc-casione del 17° anni-versario della strage di Capaci, nella quale vennero assassinati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montina-ro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. “Una giornata meraviglio-sa, entusiasmante, emozionante, com-movente, nonostan-

te il caldo torrido - ha ricordato il preside dell’Istituto comprensivo “De Simone” di Villarosa, Giovan-ni Bevilacqua. Gli alunni hanno preparato striscioni, con pennelli e colori che poi hanno portato in giro per le strade di Palermo. Migliaia di studenti e insegnanti di scuola ele-mentare, media e superiore prove-niente da tutta Italia hanno sfilato, ballando, cantando, gridando, bat-tendo le mani e facendo sentire la loro disapprovazione nei confronti della criminalità organizzata”.

Giacomo Lisacchi

piazza armerina La città ha un nuovo spazio espositivo

inaugurato monte prestami

gela-pietraperzia Tornei di calcio e giochi vari per ricordare due persone speciali

Due memorial per Zuppardo e ZarbaGrande successo a Gela ha ottenuto il

Triangolare di calcio a cinque dedica-to a Salvatore Zuppardo. Nel campo spor-tivo del Dopolavoro Aziende Enichem si sono affrontate tre squadre di giovani spor-tivi: la Yosh di Butera, la IG 87 di Gela e la Ladieto di Gela.

Questi i risultati delle tre partite: Yosh Butera – IG 87: 12-1. Le reti sono di Roc-co Cammalleri (ben 7), Italiano Angelo (3), Ivano Galifi e Giuliano Puci (una ciascuno) per la squadra buterese; Damiano Infurna per quella gelese.

IG 87 – Ladieto: 3-5. Le reti sono di Damiano Infurna (3 reti) per la IG 87 e di Emanuele Salsetta (2), di Daniele Mugave-ro, Angelo Nicosia e Alessandro Alessi per Ladieto.

Yosh Butera – Ladieto: 9-1. Reti di Giu-liano Puci (5), Rocco Donzella (2), Rocco Cammalleri e Angelo Italia (una ciascuno); Emanuele Salsetta per Ladieto.

Grande festa e premiazione finale. Cop-pe e medaglie sono andati ai ragazzi della Yosh Butera (prima classificata), a quelli della Ladieto (seconda) e a quelli dell’IG 87 (terza). Premiati anche Rocco Cammalleri (capocannoniere) e Ciccio Migliore (mi-glior portiere). Le partite sono state arbi-trate con tanta bravura e serietà dal giova-ne Giuseppe La Rosa.

Grande soddisfazione per l’infaticabile Andrea Cassisi, presidente del Centro cul-turale “Salvatore Zuppardo”, che ha ricor-dato Salvatore che avrebbe compiuto 35 anni, nel 10° anniversario della sua nascita in cielo. Salvatore Zuppardo aveva un le-game particolare con la vicina Butera. In quel comune nel 1996 aveva realizzato una missione popolare con la Comunità delle Beatitudini e si era fatto conoscere e sti-mare facendosi parecchi amici con il quale condivideva le ansie e le speranze, le gioia e i dolori di una gioventù in cammino. Com-

mozione e gioia anche da parte degli spor-tivi che hanno voluto, in questa maniera, ricordarlo.

E un altro memorial vuol far rivivere la figura di Lillo Zarba, il giovane di Pietra-perzia morto improvvisamente nel 1997. Si tratta della XII edizione del memorial che porta il suo nome. La manifestazione, cura-ta dalla comunità Frontiera, sì è inaugurata sabato 20 giugno con una celebrazione eu-caristica presso il campo di calcetto di viale dei Pini a Pietraperzia e si concluderà il 3 luglio con un concerto di Giosy Cento nel piazzale di viale Marconi. Sono previsti un memorial Rosa (torneo femminile), un tor-neo di ping pong, il memorial Junior Fest (torneo per le scuole di calcio) e un Free Memorial (divertimento per tutte le età nei campi da gioco gonfiabili) nel piazzale anti-stante la comunità Frontiera.

Giuseppe RabitaEmanuele Zuppardo

Dal primo giugno è diventata esecutiva la nuova domanda di iscrizione al-

l’Ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti. A comunicarlo il segretario provinciale del-l’Associazione siciliana della stampa Ivan Scinardo. Il documento, scaricabile dal sito internet dell’ordine (www.odgsicilia.it), scaturisce da una riunione tecnica sulla ri-forma della legge professionale, nella quale è emersa anche la necessità di uniformare quanto più possibile, fra le diverse regioni, le iscrizioni degli aspiranti pubblicisti. “È in atto una proposta di legge d’iniziativa par-lamentare, sulle norme relative alla riforma dell’Ordine riguardante il nostro mestiere, quello del giornalista - afferma Scinardo - che negli ultimi decenni ha subito trasfor-mazioni profonde, rapide e continue. Pur mantenendo inalterate le impostazioni di principio e i requisiti di accesso all’Albo, si prevede però l’aggiunta di corsi specifi-ci (ancora in itinere e al vaglio di una ap-posita commissione) riguardanti le norme che regolano il giornalismo italiano ed un eventuale colloquio finale davanti al Consi-glio Regionale”.

Sostanzialmente, in previsione della ri-forma, sono stati modificati alcuni punti ri-guardanti la effettiva e comprovata attività pubblicistica che deve essere accompagna-ta da una congrua retribuzione, verificabile anche dalle ritenute d’acconto (e dal sosti-tuto d’imposta modello 770) che da ades-

so non possono essere più “cumulative”, ma devono applicarsi “ad personam” sulla base di almeno 500 euro nette per ogni anno di attività. Aumenta anche il numero degli articoli richiesti, che da 70 passano a 90, mentre si riducono a 60 i pezzi per chi collabora con testate la cui uscita non è a cadenza quotidiana. Prevista inoltre una specifica normativa per i fotoreporter ed i cameraman che necessitano del “tesserino” per il loro lavoro. Altra importante novità è la certificazione/dichiarazione del diretto-re responsabile, il quale dovrà scrupolosa-mente visionare la richiesta dell’interessato prima di attestare che tutto sia in regola, come in regola dovrà essere anche la sua posizione con le quote d’iscrizione annuali: se moroso non potrà garantire per il richie-dente.

Più volte l’associazione della stampa en-nese ha chiesto all’ordine dei giornalisti di Sicilia di limitare gli accessi alla professio-ne e assumere maggiore rigore nell’esame delle pratiche per l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti. 145 iscritti all’albo nella sola provincia di Enna rappresentano un nu-mero spropositato rispetto ai cosiddetti “operativi”, coloro cioè che esercitano fre-quentemente l’attività giornalistica. “Molti - conclude Scinardo - pur possedendo il tesserino, e non svolgendo attività, para-dossalmente godono degli stessi diritti di chi fa questo mestiere per professione”.

Nuove norme per l’accesso all’Albo dei giornalisti

Il sindaco Carmelo Nigrelli

eDUCaziOne alla legalità Tanti progetti riusciti negli Istituti comprensivi della provincia e non solo

Un anno di buona educazioneGli studenti della scuola “De Simone” di VIllarosa

con Rosario Crocetta

La festa-evento dell’Azione cattolica ad Enna

È stato firmato presso la sede della provincia di Caltanissetta il protocollo d’intesa per l’attua-

zione di iniziative comuni tra le Province Regionali di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Tra-pani per la progettazione strategica nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Malta 2007-2013. Si tratta di un programma impor-tante con una dotazione finanziaria di 36 milioni di euro. Alle cinque province su citate si uniscono in misura limitata le province di Catania e Palermo. Attraverso questo programma la Regione Sicilia e lo Stato Maltese intendono rafforzare i processi di integrazione socio-economica tra i due territori ne-gli ambiti del turismo sostenibile, dell’innovazione, dell’ambiente e della governance istituzionale. Le province dovranno ora avviare tutte le azioni utili al raggiungimento del comune obiettivo di favorire la massima utilizzazione delle risorse a finanziamento comunitario disponibili per il territorio siciliano e maltese nell’ambito del Programma operativo 2007-1013 e degli altri programmi di cooperazione tran-sfrontaliera, al fine di contribuire al riscatto econo-mico e sociale dell’area considerata.

Carmelo Cosenza

protocollo di intesa tra leprovince e lo stato maltese

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Settegiorni dagli Erei al Golfo

�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 21 giugno 2009Vita Diocesana

Annunciare la Parola di Dio, evidenziando la

tematica dell’Acqua della vita eterna che disseta. Que-sto sarà il filo conduttore della missione - giovani, che l’anno prossimo, a Barra-franca dal 28 febbraio al 14 marzo, muoverà un “eserci-to” di frati, suore e laici che per 15 giorni invaderanno le vie del nostro territorio, per comunicare ai giovani l’amo-re di un Dio che li ama e li cerca individualmente per ripetergli: “Tu sei prezioso ai miei occhi” (Is 43,3). Il tema della missione sarà infatti “Dammi da bere”, iniziativa promossa dai frati Minori di

Sicilia, in collaborazione con le suore Clarisse Apostoliche e di altre suore e laici della grande famiglia francesca-na, che ha coinvolto tutte e cinque le parrocchie barresi. I destinatari in primo luogo saranno i 4.974 giovani bar-resi; a loro va un’attenzione del tutto speciale perché, come li definiva Giovanni Paolo II, sono le sentinelle del mattino e del futuro, e a loro la Chiesa affida il com-pito di gridare al mondo la gioia che scaturisce dall’aver incontrato Cristo.

Già da adesso stiamo pre-parando questo evento di grazia; dal mese di marzo si

è formata la segreteria del-la missione, composta dai rappresentanti delle diverse parrocchie con i quali abbia-mo intrapreso un cammino di preparazione. Prima di tutto si è creato il gruppo dei Passa la Parola, a cui hanno preso parte i giovani di tutte le parrocchie, i quali dopo due incontri di cate-chesi, tenuti da frà Vittorio Avveduto, il 22 maggio scor-so, hanno ricevuto il man-dato per portare ai giovani la prima lettera di annuncio della missione, una lettera personalizzata che i Passa la Parola hanno cercato di consegnare personalmente a

ogni giovane, andando casa per casa.

Altro momento impor-tante che ci apprestiamo a vivere sarà il week-end pre-missione dal 3 al 5 luglio. Il 3 pomeriggio per un mo-mento di fraternità estiva, mentre il 4 e 5 dalle ore 22 al Belvedere del paese, per un momento di animazione.

C’è da augurarsi che l’en-tusiasmo di questi giovani raggiunga anche gli adulti perché al mondo giunga l’annunzio più bello che Gesù è risorto.

sr. Stefania Imola (Clarissa Apostolica)

caltanissetta �Villa Ascione si trasforma nel villaggio dell’amicizia per gli ospiti delle Strutture.

Grest per i centri di Casa RosettaÈ consuetudine di

Casa Rosetta or-ganizzare ogni anno dei soggiorni estivi ed invernali che offrano a tutti gli assistiti pre-senti nelle sue strut-ture la possibilità di trascorrere un perio-do di vacanza per go-dere dell’opportunità di vivere insieme mo-menti diversi. Quello in cui ci si allontana dalla famiglia, in cui si lascia la struttura per vivere un periodo di relax fuori dalla rou-tine quotidiana è il momento dell’anno che i ragazzi attendono con più impa-zienza, pieni di aspettative. È anche un momento utile per confrontarsi con l’esterno, lasciandosi alle spalle quella

sorta di “nido protetti-vo” che è la Struttura. Non più vacanze “per gruppi”, ma una sorta di grest da vivere tut-ti insieme, come una grande famiglia, come una vera comunità. E allora, il luogo più adatto non poteva che essere “la” comunità per eccellenza, “Villa Ascione”, trasformata in un coloratissimo e chiassoso villaggio e ribattezzata per l’oc-casione “Il villaggio dell’amicizia”. Il Grest

ha avuto inizio il 15 giugno scorso e si concluderà il 26 con uno spettacolo di intrattenimento, in coincidenza con la Giornata Mondiale per la Lotta alla dro-ga. I ragazzi raggiungono la Comunità

al mattino e vengono congedati dopo il pranzo. Il tema proposto è il valore dell’integrazione, la gioia dell’amicizia e della condivisione, ecco il motivo per cui la struttura è stata simbolicamente trasformata in una “piazza”. Sono state programmate diverse attività sulla base delle competenze e delle attitudini dei partecipanti. Anche alla luce di questo, sono stati designati dei “tutor” scelti tra i residenti di alcune strutture che af-fiancheranno i ragazzi disabili con par-ticolari difficoltà. Sono stati individuati differenti ambiti di attività, sia manuali che di animazione: cura degli animali, giardinaggio, coltivazione e raccolta dei prodotti dell’orto, laboratorio di cuci-na, laboratorio di arti grafiche, attività musicali, drammatizzazione, giochi al-l’aperto, karaoke.

Dario Pavone

Il Grest un vero patrimonio educativo

Che grande invenzione è il Grest! Lo voglio scrivere a chiare lettere!

Le porte della scuola si sono chiuse e per i tanti bambini le parrocchie han-no escogitato questa esperienza estiva oramai consolidata negli anni e divenu-

ta una prassi ordinaria nei nostri comuni. In questo periodo sono stato in giro in alcuni centri della nostra diocesi per incontrare animatori che hanno dato inizio a questa avven-tura estiva mirante a servire mediante il “gioco” i bambini. In questi mesi estivi esplodono le iniziative di aggregazione e di coinvolgimento dei giovani, degli adolescenti, dei bam-bini e delle famiglie. Questo entusiasmo è una chiara testi-monianza della vitalità della Chiesa nel territorio e ribadisce con forza la capacità di dialogo e il legame che hanno le par-rocchie con le nuove generazioni. In questo senso definisco il Grest un vero patrimonio educativo, in quanto sintesi delle componenti essenziali per la crescita dei ragazzi: il senso di appartenenza, la familiarità con l’ambiente esterno, il valore della regola, la dimensione trascendente mediante la pre-ghiera, l’incontro con i coetanei e con gli educatori nell’am-bito del gioco e della creatività dei laboratori. Questi sono ingredienti che formano la persona e favoriscono la vivibili-tà di un quartiere. Per tale ragione l’esperienza pastorale va custodita e valorizzata. Mi preme sottolineare questo aspetto sociale dell’attività estiva parrocchiale, in quanto si configura come risposta concreta ad un effettivo bisogno del territorio. Si tratta di dinamiche che assumono una particolare visibilità nelle cit-tà, le quali vedono mutare le loro funzioni, i loro confini, i loro legami. Si parla infatti della città come di una nuova “questione sociale”. Al centro dell’attenzione, infatti, è posta la città, e non la singola attività parrocchiale poiché la rica-duta sociale è davvero enorme. Qui la Chiesa investe nella credibilità in quanto segno - mi rifesrisco all’attenzione alle fasce più deboli del popolo - di una comunità che incon-tra, ascolta e sceglie gesti, azioni e opere che sanno essere espressione di una città che non è altro o oltre la Chiesa, ma il luogo dentro il quale la Chiesa cammina: anche oggi nell’intreccio di trasformazioni locali e globali. Dobbiamo quindi pensare all’agire pastorale come diretto a impronta-re tutta la vita, non singoli aspetti di essa. Da ciò deriva il fatto che l’educazione è una dimensione trasversale e l’agire pastorale deve rapportarsi con tutte le realtà istituzionali. Questa necessaria opera di ri-animazione può certamente partire dal tessuto vitale di una comunità cristiana attenta e sensibile al mondo e protesa a tradurre in missionarietà concreta la sua innata spinta evangelizzatrice. Sostenere culturalmente il tema dell’educazione, richiamare l’attenzio-ne al mondo della scuola a partire dall’esperienza concreta e quotidiana dei nostri giovani, delle famiglie, dei gruppi parrocchiali, è già porre un primo fondamentale tassello in-dispensabile per qualsiasi tipo di progettualità. Non sembra più pura fantascienza ipotizzare un confronto leale e una reciproca integrazione tra progetto educativo della scuola e progetto pastorale della comunità cristiana nell’orizzonte di una dimensione integrata che possa raccogliere le forze e le esperienze più significative e rilanciare il coinvolgimento di tutti sul compito irrinunciabile di educare.

don Giuseppe FauscianaTra le righe

apprezzato �concerto �a �Piazza �armerina �del �coro �d’Oltrepiave

Non è cosa di tutti i giorni ascoltare la celebre Montanara cantata da

un coro di montagna in Sicilia e preci-samente a Piazza Armerina. Nei giorni scorsi presso il Museo diocesano si è esibito il “Coro di Oltrepiave” di Vigo

di Cadore, un paesino in provincia di Belluno. L’evento è stato organizzato dal cav. Orazio Sciascia, responsabi-le diocesano del servizio di promo-zione del sostegno economico alla Chiesa. Presente il vescovo mons. Michele Pennisi, l’assessore comu-nale di Piazza Armerina Lina Grillo, il comandante della compagnia dei carabinieri Michele Cannizzaro, il responsabile Beni Culturali della dio-cesi don Giuseppe Paci e il parroco della Cattedrale don Filippo Bognan-

ni. Il gruppo era accompagnato dal vice

sindaco e assessore alla cultura di Vigo di Cadore Maria Grazia Petrolli, dal presidente-corista Fulvio De Podestà. Il più giovane membro del coro ha 15

anni, il più anziano è Giuliano De Mi-chè, classe 1936. Il coro, nato nel 1975, ha eseguito alcuni brani sacri, intratte-nendo l’affollata platea con alcuni brani del suo vasto repertorio tra cui la cele-berrima “Montanara”.

Questi i componenti del coro: Namik Alcami, Saverino Larese, Emanuele la-rese, Silvio de Donà, Davide Da Rin, Roberto Vecellio, Armando Maroldo, Franco furlan, Andrea furlan, Mario de Lorenzo, Paolo De Martin, Diego Jacco-manno, mauro de Donà, Lucio Dolmen, Maurizio Melis, Tullio Martini, renzo Gerardini, Luigi Diodato, giuliano De Michiel, Gian Antonio De Donà, Aldo Da Rin, Tito De Lotto, Giorgio Del Pup-po, Pietro Da Rin.

Giuseppe Fiorelli

Tutte le volte che provo a leggere un quotidiano

siciliano non so, mi annoio al solo pensare di dovere guardare questi fogli sem-pre uguali a quelli del giorno prima. Mi capita di dare una breve occhiata alle notizie di carattere nazionale che, in linea con gli altri quotidiani italiani, sembrano la fotoco-pia l’una dell’altra, e poi alle novelle siciliane e provincia-li. Quest’ultime danno sem-pre l’impressione di essere, più che delle notizie, delle informazioni da bollettino, sullo stato dell’arte di un territorio che sembra avere poco da dire.

Ogni giorno le solite be-ghe dei nostri beneamati politicanti, disservizi di ogni genere e similia. Ovviamente il tutto è contornato da bre-vi, squallide notizie, su delin-quenti, mafiosi di ogni risma e quant’altro. Certamente

bisogna darle, altrimenti il lettore rischia di perdersi qualche puntata della saga di questa o quella famiglia mafiosa, per carità! È diffici-le trovare delle belle notizie in un territorio duro come il nostro, dove la maggior parte delle cose buone che succedono sembrano nasce-re e crescere spontaneamen-te, spesso senza una volontà programmatica.

Occorre dare uno sguar-do al presente con più ot-timismo, che non vuol dire poco realismo ma voglia di guardare alle cose buone della vita. In mezzo alle er-bacce bisogna trovare i fiori più profumati qualora ce ne fossero, che lì spesso si na-scondono. Le buone novelle sono meno visibili ma si di-stinguono per la originalità, appunto come i fiori.

Vincenzo Lupo

In mezzo a tante cattiveriebisogna trovare le buone notizie

barrafranca �In attesa della missione giovani del prossimo febbraio il comitato già si muove

“Aspettando la Missione…”

Don Vincenzo Sorce

valguarnera �Il lavoro è stato finanziato con le offerte dei fedeli e amanti dell’arte

Esposta al pubblico la tela restaurata della MadonnaInaugurata il 15 giugno

scorso a Valguarnera una tela che ha rivisto la sua ori-ginaria bellezza dopo molti anni in cui il tempo l’incuria l’avevano deturpata. L’effi-ge raffigurante la Madonna del Carmelo mostra la ver-gine Maria con in braccio il bambino Gesù volta a do-nare lo scapolare ad un’ani-ma rappresentata come una bambina; il quadro di rara bellezza, oggi esposto nella Chiesa Madre di Valguar-nera è visionabile fino al 21 giugno quando il quadro farà ritorno alla chiesa d’origine,

la cappella della Madonna della Catena.

Don Filippo Salamone presidente dell’associazione Domus Artis e particolar-mente attento alla cura e alla valorizzazione delle opere d’arte nel territorio: dichiara “I finanziamenti per il re-stauro sono stati di natura privata, ma questa volta sono state raccolte somme che si aggirano intorno agli 8.000 euro tra la cittadinanza val-guarnerese. Tali somme sono state usate sia per il restauro del quadro che per quello della cappelletta che lo ospi-

tava. L’opera è pregiatissima, risalente al XVII secolo. È un’iniziativa unica nel suo genere in quanto proprio a causa della crisi le diverse at-tività previste sono state ta-gliate fuori dai finanziamenti pubblici in quanto destinati all’emergenza Abruzzo. È da ammirare la comunità che si è mostrata sensibile a questo tipo di problematiche. Di-verse però sono le opere di restauro ancora in cantiere. Tra esse il crocifisso presente nella chiesa di Sant’Anna in cartapesta e legno, che sarà restaurato in luglio da alcuni

restauratori di Roma. Mi sto occupando della chiesa di San Liborio e della chiesetta di San Giuseppe Abbando-nato. Ringrazio la signora Maria D’Alia per essersi spe-sa nella raccolta di tali som-me, e la restauratrice Maria Angela Sutera della Ennaion restauri di Enna. Grazie alla cittadinanza e alla comunità valguarnerese per il sostegno alle nostre iniziative.

Luisa Spinello

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 21 giugno 2009 Vita Diocesana

Commento alla liturgia domeniCaleXIII domenica del tempo ordinario - B

a cura di don Angelo Passaro

28 giugno 2009

Sap 1,13-15; 2,23-242Cor 8,7.9.13-15

MC 5,21-43

«La fanciulla non è morta, ma dorme. Insegna a non temere la morte: essa

non è più morte ma è diventata sonno. A quel tempo non era palese che la morte era divenuta un sonno, oggi invece questa verità è più chiara del sole. Cristo non ha risuscita-to tua figlia? Ebbene, la risusciterà con asso-luta certezza e con gloria più grande! Quella

fanciulla, dopo essere stata risuscitata, più tardi morì di nuovo, ma tua figlia, quan-do risusciterà, rimarrà per sempre immortale. Nessuno dunque pianga più i morti, nessuno si disperi né rigetti così la vittoria di Cristo» (Gio-vanni Crisostomo, Commento al vangelo di Matteo).«Perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna». Le parole del-l’apostolo Giovanni interpre-

tano la parola di questa domenica. La parola evangelica infatti sottolinea e pone in risalto la determinazione della fede, la forza che pro-viene dalla fiducia in Gesù, una fiducia che si pone oltre ogni forma di ragionevolezza umana, e sa andare così aldilà di ogni pro-spettiva di morte. Si tratta di una fede che sa accogliere l’azione di Dio in noi, sa far spazio all’amore di Dio che in Gesù viene incontro alla storia umana.Il brano evangelico mette insieme il racconto della donna affetta da continue emorragie e quello di uno dei capi della sinagoga che si presenta a Gesù per chiedere un suo inter-

vento a favore della figlia in pericolo di mor-te. Due racconti per mettere in risalto - come detto - la forza della fede. Eppure ognuno di essi ha delle peculiarità su cui fa da conto soffermarsi brevemente. Nel primo risalta la meraviglia dei discepoli: «Vedi la folla che ti preme e domandi: chi mi ha toccato?». Una domanda che sorprende perché contrappone la volontà di nascondi-mento della donna con il desiderio di Gesù di far conoscere il suo comportamento. La ragione della volontà della donna di toccare “di nascosto” Gesù stava nel fatto che la leg-ge dichiarava “impura” una donna che aveva perdite di sangue, e conseguentemente im-puro diventava tutto ciò che essa toccava. Per lo stesso motivo Gesù rivela l’accaduto: dà rilevanza pubblica al fatto che egli non si sente impuro perché una donna ritenuta im-pura l’ha toccato, rivelando così che Dio non guarda al puro e all’impuro, ma alla fede. Una fede che oggi forse sarebbe definita su-perstiziosa, certamente però determinata, carica di fiducia in Colui che rivela la prossi-mità di Dio per ogni uomo. Le parole di Gesù «Figlia la tua fede ti ha salvata» sono infatti un invito a passare dalla concezione magica della salvezza alla relazione vitale con il Si-

gnore.La fede di Giàiro è la fede iniziale che con-segna la propria speranza al Signore. È quel movimento di ricerca che comincia a com-prendere che “solo” in Lui c’è salvezza. A lui il Signore consegna la parola della vita come parola definitiva sull’uomo, ribaltando la logica consueta degli uomini e del mondo quando ragionano della vita e della morte. Per questi ultimi infatti relativa è la vita, de-finitiva è la morte. Nel «Talità kum» pronun-ciato da Gesù c’è invece l’indicazione che re-lativa è la morte e definitiva la vita! Di fronte a Gesù la morte è relativizzata. La comunità dei discepoli impara che se - come crede - il Signore è con essa fino alla fine dei tempi, la morte e il pensiero della morte non può distruggere il rapporto con il Signore, perché il nostro Dio è il Dio dei vivi, non dei mor-ti. La relazione con Lui è più grande della morte. Già l’autore del Libro della Sapienza aveva intuito questa grande e straordinaria verità: l’uomo è per l’incorruttibilità, per la risurrezione (cf. prima lettura). La vicenda e la parola di Gesù danno forma a quanto l’AT aveva prefigurato.

Lampada per i miei passi è la tua Parola...

La fantasia della carità non conosce sosta. Niscemi,

terra del carciofo spesso agli “onori” delle cronache per fatti criminali, è anche luogo dove si tocca con mano l’ope-ra di Dio, che si serve degli uomini (ma in questo caso sono donne e suore) per con-cretizzare il suo amore. La casa delle suore della Sacra Famiglia di Spoleto “Don Pie-tro Bonilli”, proprio grazie alla fantasia della carità ripensa le sue finalità. Nata circa 10 anni fa prima come orfanotrofio, diventa poi una scuola, ma le suore non possono accettare che quella che doveva essere un opera al servizio dei più poveri diventi una scuola di elite ed è così che due anni fa, grazie anche ai suggerimen-ti di don Giuseppe Giugno direttore della Caritas dioce-

sana, si inventano la Casa di accoglienza, per ragazze ma-dri e donne in difficoltà con minori a carico.

“La casa - dice suor Geno-veffa responsabile del centro - nasce per rispondere ad un bisogno emergente nel terri-torio: il disagio di tante don-ne, spesso giovanissime, che vivono situazioni familiari, psico-affettive, economiche e sociali molto carenti”. Il centro offre un accoglienza temporanea per un massimo di sei mesi, offrendo un aiuto nell’immediato alle gestanti, ragazze madri, donne in dif-ficoltà o immigrate. La casa opera in simbiosi con il centro di ascolto gestito dalle stesse suore e da diversi volontari, e si avvale della collaborazione degli enti socio assistenziali presenti nel territorio, nonché

di personale specializzato. “Sono state circa 25 le donne - dice ancora suor Genoveffa - che in questi anni abbiamo accompagnato, aiutandole o a rientrare nella famiglia di origine o presso strutture più specializzate. Le ospiti della casa vengono accompagna-te per acquisire una propria autonomia individuale e so-ciale e a sviluppare le proprie risorse personali attraverso laboratori e attività formative varie.”.

Accanto a questo esempio concreto di amore c’è poi il “Ponte Tommy per amare”, in ricordo del piccolo Tomma-so Onofri il bambino rapito e barbaramente ucciso nel 2006 a Casalbarancolo, (PR). Si tratta di un progetto di adozioni a distanza attraverso l’opera di due suore della Sa-

cra Famiglia di Spoleto suor Angelica De Cicco, che ha prestato la sua opera a Nisce-mi e che ora opera in India e suor Fida Lupo originaria di Niscemi e in missione nella Repubblica democratica del Congo. C’è poi il “Centro Na-zaret” inaugurato il 13 mag-gio del 2006 insieme alla Casa di accoglienza. Il Centro, per la pastorale e la formazione, si propone alla città di Ni-scemi come riferimento per la formazione degli operatori pastorali, per i gruppi che de-siderano vivere momenti di ritiro e di spiritualità. Diverse le proposte del centro: corsi catechisti, prematrimoniali, di canto e di liturgia, di musica e incontri di formazione per genitori di scuola materna.

Carmelo Cosenza

nisCemi Riconversione delle attività delle suore della S. Famiglia in favore delle ragazze madri

un Centro per la dignità delle donne

Durante il tempo liturgico di Pa-squa, un quadro raffigurante la

discesa di Gesù agli inferi è stato col-locato nell’abside della parrocchia di San Cataldo ad Enna. L’inaugurazione dell’opera è stata preceduta da un tri-duo di catechesi su questo Articolo di fede contenuto nel Simbolo Apostoli-co (credo) e che esprime la fede della Chiesa nella salvezza, estesa anche ai giusti (da Adamo ed Eva, ai patriarchi e ai profeti) dell’Antico Testamento. L’opera è stata realizzata da un giovane artista ennese Mattia Mentastro, che ha usato la tecnica del digital paint. Vi domina la centralità della figura di Cristo avvolta in una veste bianca per indicare la vita del Risorto. Nell’opera risalta anche la natura umana del Cri-sto evidenziata dal tono muscolare del braccio. Lo sguardo è fisso sui morti che aspettano ansiosi e imploranti e gli occhi del Cristo penetranti e com-passionevoli e allo stesso tempo rassi-curanti che invitano a seguirlo nella vita.

Mentastro, per realizzare quest’opera si è ispirato all’icona di Andrej Rublev e Danil Ceryj conservata nella galleria Tret’jacov di Mosca. Tra l’altro occorre

ricordare che gli orientali per rappre-sentare la Pasqua non raffigurano mai il momento della risurrezione di Gesù ma appunto la sua discesa agli inferi. L’arti-sta ha rielaborato questa iconografia in

una forma personale e soggettiva. Nel quadro dell’artista ennese, la croce è luminosa, anzi sembra essere essa stessa la sorgente della luce che av-volge lo stesso Cristo. Nello sguardo degli altri personaggi si nota una par-ticolare attesa evidenziata dalle brac-cia protese, e dal grido di implorazio-ne espresso dalla bocca aperta. Ogni particolare dell’opera è presentato con particolari dettagli: i drappeggi della veste dei personaggi, il Cristo, Adamo a destra, Eva a sinistra. Nel contem-plare quest’opera d’arte non si può non rimanere affascinati e allo stesso tempo spinti a una meditazione per-sonale sul grande mistero della morte e risurrezione di Cristo.

Mattia Mentastro è nato ad Enna nel 1986 ed ha frequentato a Milano l’Istituto Europeo del Design (IED), Arti Visive, Corso di Illustrazione e Animazione Multimediale, conse-guendo il titolo di Illustratore.

C. C.

enna L’opera dell’artista ennese Mattia Mentastro raffigura la discesa di Cristo agli inferi

Nuovo quadro a S. Cataldo

disagio giovanileRischia di spegnere le luci il progetto “Cieli e Ter-ra Nuovi 2”, l’esperienza avviata a Gela nell’otto-bre del 2005 e che segue circa 50 adolescenti tra i 12 e 17 anni con alle spalle esperienze di estre-mo disagio, devianza, povertà morali e degrado sociale. Il progetto a Gela ha resistito fino ad ora grazie al sostegno economico della Caritas dio-cesana e di Caritas italiana. Don Giuseppe Giu-gno, direttore della Caritas, ha inoltrato in questi giorni una richiesta scritta al presidente della provincia di Caltanissetta Pino Federico, affinché il centro gelese possa essere sovvenzionato suf-ficientemente dal punto di vista economico. E a tal proposito propone una convenzione simile a quella stipulata con Niscemi dove esiste e conti-nua ad operare il progetto di Cieli e Terra nuovi 1. Padre Giugno spera in un intervento del pre-sidente della provincia per evitare la chiusura di un’esperienza fruttuosa nel campo sociale.

settimane socialiIn vista della quarantaseiesima settimana sociale dei cattolici italiani, che si terrà a Reggio Cala-bria dal 14 al 17 ottobre del 2010, sono iniziati i seminari preparatori del comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali del quale fanno parte tra gli altri mons. Michele Pennisi e don Vincenzo Sorce. Il 12 giugno scorso a Mila-no, presso l’Università cattolica del Sacro Cuore, si è tenuto il 1° Seminario di studio su “Le forme dello spazio pubblico”. La scelta del tema è sta-ta dettata dall’urgenza avvertita, che l’opinione pubblica nazionale e soprattutto quella ecclesia-le, concentri la propria attenzione solo su alcu-ni problemi cruciali. C’è bisogno di convergere intorno a un agenda di problemi per offrire un esempio del dovere cristiano di esercitare la spe-ranza per il futuro del paese.

associazioniI direttori, redattori e collaboratori delle testate aderenti alla Fisc della Sicilia, tra cui il nostro settimanale, terranno un incontro di formazione sabato 4 luglio al santuario della Madonna della Vena (Piedimonte Etneo). Don Marco Catalano, direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali del-la Diocesi di Acireale, illustrerà il tema della 43ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali “Nuove tecnologie, nuove relazioni – Promuove-re una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”. Quindi don Carmelo La Rosa, rettore del Santua-rio e parroco di Vena, presenterà brevemente il sito sacro e il culto della Madonna cui seguirà la celebrazione della santa Messa.

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� Chiesa e SocietàSettegiorni dagli Erei al GolfoSettegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 21 giugno 2009

Sono trascorsi 60 anni dall’ordinazio-

ne sacerdotale di mons. Luigi Bommarito e 33 di consacrazione epi-scopale e, partecipando alla solenne liturgia di ringraziamento nel duo-mo di Catania, ho avuto anch’io la gioia di rivi-vere i quattordici anni di ministero pastorale e vedere scorrere come su un “nastro” le immagini che raccontano una vita vissuta sempre come un dono.

La scelta ed il commento del brano evangelico “Gesù ci precede sempre” ha se-gnato il percorso di una sto-ria sacerdotale e ministeria-le che viene riletta alla luce della tenerezza.

La foto che accompagna questo articolo, scattata in occasione del battesimo di Maria Chiara il 25 aprile 1989, a sei mesi dall’ingres-so in diocesi, rivela la gran-de tenerezza del Padre che

prende in braccio la sua Chiesa, ancora bambina e l’avvia per i sentieri della crescita e dello sviluppo.

Le tappe significative dell’episcopato di mons. Bommarito, da egli stesso tratteggiate nell’omelia del sessantesimo, sono indica-tive del grande amore per la Chiesa di Catania “Ec-clesiam dilexi” e le espres-sioni calde e affettuose che sgorgano spontanee dal suo

cuore di “Padre” docu-mentano la tenerezza che ha accompagnato il suo ministero.

Ora, quella Chie-sa che vent’anni fa era ancora bambina, è cresciuta è maturata insieme ai tempi che evolvono, e sempre con la stessa tenerezza del Padre ha lasciato una serie di “raccomanda-zioni” e di puntualiz-zazioni che investono non soltanto il clero, ma anche il laicato che

non è solo cooperatore, ma attivo e propulsore di azioni concrete di servizio e di pre-senza cristiana nella società oggi ancor più multietnico e multiculturale.

Il melodico canto, invito e messaggio alla Chiesa di Ca-tania si articola in un sempre crescente tono di elevazione spirituale. Dall’obbedien-za, fedeltà e unità al ve-scovo scaturisce il servizio “gioioso” alla Chiesa, dando

sempre maggior spazio al laicato. Solo così la Chiesa di Catania potrà aiutare la gente a pensare con la pro-pria testa, ad educare i fede-li a coniugare fede e vita. Il richiamo alla politica vera, “carisma di promozione di ogni uomo, di tutto l’uomo, di tutti gli uomini” ben si intreccia con quella saggia pedagogia che aiuta tutti a capire che “solo facendo del-la propria vita un dono, ci si realizza pienamente”.

La tenerezza del Padre ricorda la consacrazione di mons. Pappalardo e l’ordi-nazione di oltre cento sacer-doti e ne elenca le imprese, anche senza citarne i nomi. Per tutti una parola dolce, una carezza, un augurio a proseguire sempre con fidu-cia e speranza nel cammino della vocazione. Per tutti un grazie e un sorriso di com-piacimento e di sprone.

Anche il ricordo affettuo-so di chi ci guarda dal cielo e del “figliol prodigo” che

perde la retta via, l o rendono ancora una volta “padre tenero, comprensivo e saggio”. L’espressione che sintetizza nella sequenza dei verbi coniugati al gerundio: “si vince perdendo, si vive morendo, si regna servendo, ci si arricchisce donando” non è solo un gioco lingui-

stico e oratorio, ma una vera scala di valori che attraverso la sofferenza del quotidiano, la capacità del perdonare e l’intensità del donare, quan-tifica e arricchisce la qualità del servizio.

Giuseppe Adernò

+ famigliadi Ivan Scinardo

Punti famiglia

La parrocchia torna a essere il luogo più sicuro a cui ri-volgersi in caso di bisogno. È uno dei dati più interes-

santi emersi da una ricerca dell’associazione Acli che re-centemente ha presentato i “Punti famiglia”, attualmente una sessantina in tutta Italia ma che dovrebbero arrivare a 200 entro la fine del 2010. Sono luoghi di incontro e di amicizia, nei quali le famiglie sperimentano e vivono positivamente l’appartenenza ad una comunità, ricevono e offrono solidarietà, trovano insieme risposte ai bisogni specifici, in una logica di mutuo aiuto e solidarietà inter-familiare’. ‘’Noi - ha detto il presidente Acli Andrea Olive-ro - crediamo nel protagonismo familiare, nella famiglia come risorsa per l’intera comunità. Per questo il nostro intento e’ duplice: da un lato sostenere la famiglia nei suoi bisogni e nelle sue difficoltà, dall’altro promuoverla nel-le sue potenzialità’’. ‘’Le difficoltà delle famiglie - spiega Olivero - specie di quelle giovani, non sono solo di ordine economico ma anche di natura relazionale’’. “Un welfare piu’ amico della famiglia, attuato con il riconosciuto pro-tagonismo delle famiglie stesse: questo e’ il motore possi-bile della ripresa e dell’innovazione sociale’’. A chiederlo è stato mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei. Il vescovo è tornato a parlare della ‘’sfavorevole con-giuntura economica e finanziaria internazionale’’ e delle ‘’sue conseguenze sul tessuto sociale, che mettono a dura prova il welfare e ricadono in misura prevalente sulle fa-sce più deboli della popolazione. Chi fa le spese di questa stagione critica è in particolare quella parte della popo-lazione che già prima era in sofferenza per una cronica ristrettezza economica. La ricerca ha scattato una foto-grafia preoccupante alle famiglie italiane, costrette dalla crisi economica a risparmiare sulla spesa alimentare e sui vestiti, oltre che sulle vacanze. I figli e la loro educazio-ne sono il principale punto di disaccordo. Verso il mondo esterno mostrano insicurezza e solo a casa propria si sen-tono al sicuro. La ricerca complessiva, che mira a identi-ficare la ‘’agenda’’ delle famiglie italiane - i loro bisogni, le loro esigenze, le loro aspirazioni - ha interpellato un campione di 1660 famiglie. I dati forniti in anticipo, a ricerca non conclusa, riguardano invece le famiglie con figli che hanno meno di 12 anni, il 20,5% del campione. E il risultato è che quasi una coppia su cinque (il 18,3%) litiga sull’educazione dei figli: la scelta della scuola e dei percorsi di formazione crea più contrasti dei soldi, della divisione del lavoro domestico o della decisione di avere altri figli. Per far fronte alla crisi, secondo la ricerca delle Acli, una famiglia su due risparmia sul cibo (46,2%), sui vestiti (57,5%) oltre che, naturalmente, sul tempo libero

(49%). Nel clima attuale di grande incertezza, cre-sce un senso di paura diffuso e per la stragrande maggioranza delle giovani famiglie solo la casa (72,6%) rappresenta un “posto sicuro” mentre sono ben pochi, il 20%, quei nuclei che si dicono a proprio agio nello stare tra la gente. Ma a chi rivolgersi in caso di bisogno? Più di una famiglia su tre sceglie la parrocchia (35,6,%), una propor-zione maggiore di coloro che cercherebbero una mano dai servizi sociali del comune (29,9%) o presso le associazioni di volontariato (15,5%).

[email protected]

Come ormai noto, questa edizione della Settimana Liturgica si sarebbe dovuta svol-gere a L’Aquila, dove era stata presentata qualche giorno prima del gravissimo terre-moto che ne ha provocato il trasferimento ad altra sede. Il Centro azione liturgica che la promuove ha chiesto la collaborazione dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie che ha proposto la città di Barletta, dove è ubicato il “Paladisfida Borgia” capace di ospitare circa 3.000 persone.

Il tema della Settimana “Celebrare la mi-sericordia. Lasciatevi riconciliare con Dio”, partendo da alcune fondamentali categorie della tradizione biblica, fatte proprie dal cristianesimo - quali la misericordia divi-na, il perdono, la riconciliazione, si colloca nella riflessione sempre in atto in ordine ad una rinnovata prassi pastorale che il sacra-mento della penitenza richiede, leggendolo alla luce della dimensione teologica, antro-pologica, ecclesiale e pastorale.

Il programma affida a mons. Bruno For-te la relazione di apertura su “Perdono e riconciliazione. Gli scenari del tempo, gli scenari del cuore”. Le altre relazioni sono affidate a mons. Carlo Ghidelli, mons. Francesco Tamburrino, mons. Alceste Ca-tella, fr. Goffredo Boselli, mons. Luca Bran-dolini, fr. Enzo Bianchi, mons. Tommaso Valentinetti e mons. Giancarlo Bregantini. Per informazioni www.60settimanaliturgicanazionale.it - www.centroazioneliturgica.it.

catania �Celebrati nella cattedrale i 60 anni dell’ordinazione sacerdotale di mons. Bommarito

La tenerezza del padre Luigi

IN GIRO NEL WEB: I SITI CATTOLICI

www.santantonio.org

Il sito ufficiale, dedicato a sant’Antonio, è tradotto in sei lingue. Il sito, che fa conoscere il mondo antoniano, è

molto curato nella grafica ed ha un’ottima praticità e co-municatività. La rubrica “sant’Antonio” contiene delle ric-chissime sezioni quali “La vita del Santo”, i “Miracoli”, il “Pensiero” e la “Spiritualità”. Il sito contiene anche tutti i “Sermoni” di sant’Antonio anticipati da una prefazione che fa comprendere le caratteristiche, le finalità e i contenuti

principali degli scritti del santo, tradotti anche in latino. I sermoni sono supportati da un motorino di ricerca per aiutare il visitatore nell’individuazione di particolari brani. Un’altra rubrica del sito è riservata alle riviste antoniane, alle offerte e donazioni e all’opera “Carità antoniana”. La rubrica molto “gettonata” dal visitatore è quella avente il titolo di “Caro sant’Antonio”, con questa si possono inviare preghiere, ringraziamenti e conoscere, inoltre, sia le pre-ghiere composte da sant’Antonio sia quelle che usualmen-te sono recitate al santo come il “Si Quaeris”, la “Tredicina” e tante altre. Molto interessante è la sezione “Catechesi sulla preghiera” dove sono riportati i preziosi insegnamen-

ti di sant’Antonio in merito alle orazioni. Attraverso il sito ci si può mettere in contatto con i frati della Basilica in Padova anche per consigli spirituali o richieste di preghie-re. Nell’home page è contenuta la rubrica “La basilica del santo” che fa conoscere il luogo meta dei numerosissimi devoti e inoltre, l’orario delle celebrazioni e l’agenda delle attività. Attraverso il sito è possibile inviare a chi si vuole, cartoline e immagini del gran santo.

a cura dei Giovani Insieme (www.movimentomariano.org)e-mail: [email protected]

La 60a Settimana Liturgica si svolgerà a Barletta dal 24 al 28 agosto

La �via �è �la �metaRiflessioni psicopedagogiche sul tempoCosa succede se ciascuno di noi si

guarda intorno e poi torna a riflet-tere su come conduce la propria vita? Tutti protesi verso un obiettivo, tutti in cerca di una conquista, tutti vogliosi di un qualche accaparramento di beni, tutti in corsa, freneticamente iperattivi. Pochi quelli sintonizzati con il proprio orologio interno e con i propri reali bisogni, rari quelli capaci di meditare, sostare, stare con gli altri per apprezza-re cosa capita tra un attimo ed un altro ancora. Chi concepisce la vita come un viaggio? Così avviene all’uomo della post modernità, anche a quello che vive in provincia, di perdersi di vista, di per-dere di vista chi gli sta intorno. Tutto ciò ha poi delle ripercussioni nelle relazioni familiari, dove il tempo da trascorrere e da dedicarsi reciprocamente è la condi-zione di sviluppo della crescita umana di grandi e piccini. Se ci fate caso, nella fatica dell’educare succede che genitori e figli non vedono l’ora di poter fare a meno l’uno dell’altro; che il figlio cre-sca presto e non dia più noie (illusorio!) e che del genitore si possa fare quanto prima a meno, acquisendo ogni forma di autonomia possibile (spesso senza esserne ancora pronti).

Il tempo così come concepito oggi,

non è certo apprezzato; le esperienze di vita sono fagocitate o vomitate a secon-da della loro natura. Nei racconti delle persone spesso manca il sapore della vita, non perché la vita non abbia più sa-pore, ma perché non si usa il tempo per assaporarla. I racconti domestici hanno il carattere di resoconti; assomigliano a sequenze di cose da fare o già svolte. Una vita familiare poco vissuta e già tutta programmata come su una agenda aziendale. Ogni momento sociale non è più vissuto per se stesso, come cioè un necessario ed importante preliminare di un successivo momento, dove qualcosa per cui si stava lavorando prima, darà un frutto ed un suo risvolto. Capita an-che in educazione. I genitori, quando si interrogano, per sopravvenute esigenze pratiche, si preoccupano così tanto del risultato finale, circa i propri figli, da in-generare in loro stessi, risposte di ansia, paura, impotenza, sfiducia. Il figlio adul-to, tanto atteso, che si deve realizzare, con tutte le aspettative del caso, appa-re lontano, incerto, improbabile, quasi un altro. Tanto è lontano dal presente, quanto sono avanti le proiezioni dei ge-nitori. I figli stessi, sono così orientati a poter fare esperienze da adulti che della loro età sanno poco e niente. Sarà che

mancano educatori, accompagnatori di vita, disposti lì a fare con loro riflessio-ne oltre che ad organizzare la vita tra impegni reali e passatempi.

Vivere il proprio tempo è un impera-tivo esistenziale urgente, vivere al pro-prio posto senza farsi prevalere da una progettualità tanto ampia da perdere l’orizzonte. Il genitore e il figlio stanno confondendo il progettare in educazio-ne, con il pensare a fare tante cose, tutte in linea di successione. La meta spesso non è chiara tanto è idealizzata, anche in ragione del fatto che non si sa bene, da dove si parte e dove ci si trova al pre-sente. La via è la meta. Nella vita è così che funziona. Il futuro non appartiene a noi prima che diventi presente, il passa-to è già andato via. Il presente è l’unico tempo di cui poter disporre responsa-bilmente tanto personalmente quanto nella dimensione sociale. Da cristiani abbiamo ricevuto una Parola di Vita che parla all’uomo di ogni tempo sempre e solo al presente. È un presente che dura più di duemila anni. È una prospettiva da cui tornare a guardare la nostra vita e l’uso che vogliamo fare del nostro tempo. In fondo c’è stato dato in dono.

Nuccia Morselli

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 21 giugno 2009 Cultura e Società

Il blog Raivaticano.blog. rai dalla sua apertura nel mese di febbraio 2009 è stato

visitato da oltre 19.000 persone, con picchi di contatti, di interventi e di commenti quando sono stati proposti i dibattiti sull’informazio-ne religiosa in televisione e sulla laicità, dopo la nota presa di posizione su di una questio-ne tanto lacerante nella società italiana da parte del presidente della Camera Fini.

Peraltro il blog, come testimonia l’“archivio” che ne conserva i contenuti per mese, ha offerto, spesso incalzato dai suoi interlocutori, un ricco ed originale carnet di tematiche e di contributi.

Ha raccontato con i reportage di Giusep-pe De Carli, i viaggi del Papa in Africa e in Terra Santa; ha tratteggiato ritratti non con-

venzionali di personalità come Casaroli, don Giuseppe de Luca, Papini, Lazzati, Turoldo, Edith Stein. Vi sono apparse le interviste a padre Gabriele Amorth, il sacerdote paolino che svolge un ministero di frontiera come esorcista, e alla suora Lucia Giudici che ha bloccato Alì Agca dopo il tentato assassinio di Papa Woityla in piazza S. Pietro.

Sul blog sono uscite le presentazioni delle novità librarie dei vaticanisti Rai, Zavattaro, Valli, Lorenzoni, De Carli che hanno indaga-to il Concilio Vaticano II, la vita di Giovan-ni Paolo II, la teologia di Papa Benedetto, la polemica lefebvriana… nonché scritti con le autorevoli firme di Navarro Valls, Di Segni, Cini Tassinaro, Mario Scialoia.

Curiosità ha suscitato la rubrica Detti (ri-

detti) e contraddetti, che giornalmente offre un aforisma, una citazione dotta od anche provocatoria attingendo da Pascal, Chester-ton, Kierkegaard, dalla Bibbia e dai contem-poranei.

Sulla base dell’esperienza e dei riscontri della fase sperimentale, la struttura Rai Va-ticano, con l’impegno in prima persona del suo responsabile, Giuseppe De Carli, e del referente del blog, Rodolfo Lorenzoni, che si sono fatti apprezzare come interlocutori at-tenti e rispettosi, ha promosso un potenzia-mento dello straordinario strumento media-tico. Raivaticano.blog.rai rimane fedele alla sua missione di essere luogo di informazione e dibatti-to in tema di religioni, sulla

vita della Chiesa Cattolica e delle altre con-fessioni cristiane, sulle Scritture, sulle grandi questioni etiche, culturali e sociali che l’Italia deve affrontare; intende tuttavia sviluppare la capacità e la potenzialità di farsi, per così dire, creatore di reti e relazioni fra persone interessate a questi temi. In che modo? Met-tendo questo blog a disposizione, attraverso una collaborazione diretta, di quanti sono interessati a osservare, documentare, con-frontarsi sulla società italiana, colta in una cornice “religiosa”. Per captare immagini e suggestioni della vita “spirituale” del Paese.

Bioetica MedicaPer medici e professionisti della sanità

Curatore: Giovanni RussoEd. Coop.S. Tom; Ed. Elledici 2009 pp.431, € 30,00

Il presente volume vuole essere uno strumento ed una proposta per medici e operatori sanitari

e per quanti si preparano a svolgere questi compiti. Sono affrontati argomenti che vanno dalla vita nascen-te alla bioetica di fine vita, senza trascurare gli aspet-ti dell’identità del medico. L’impostazione segue una metodologia di introduzio-ne agli argomenti, per poi affrontare dettagliatamente tutte le altre questioni utili alla decisione clinica. In que-sto senso, il testo si presenta come manuale di bioetica clinica, per quanti cioè ope-rano al letto del paziente e sono chiamati ad affrontare

dilemmi etici.Il curatore, Russo Giovanni è salesiano di Riesi ,ordinario di bioetica, preside dell’Istituto Teologico “ S. Tommaso di Messina. Direttore della Scuola Superiore di specializza-zione in bioetica e sessuologia .È membro della Pontificia Accademia per la vita e presidente della Società italiana di bioetica e sessuologia.

IL L

IBRO

Direzione, Redazione e Amministrazione:Via La Bella, 3 ~ Piazza Armerina

Tel. fax. 0935.680331 ~ email: [email protected] Responsabile: Giuseppe RabitaDirettore Amministrativo: Salvatore Bruno

Abbonamento ordinario € 30,00 Conto corrente postale n. 79932067 intestato a: Settegiorni dagli Erei al Golfo via La Bella, 3 ~ 94015 Piazza ArmerinaEditore e Proprietà: Opera di Religione della Diocesi di Piazza Armerina Partita IVA 01121870867

Autorizzazione Tribunale di Enna n. 113 del 24/02/2007

Settegiornidagli Erei

al GolfoSettimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

LussograficaTipografia Edizioni

Chiuso il 17 giugno 2009 alle ore 16.30Periodico associato via Alaimo 36/46

Caltanissetta tel. 0934.25965

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nuove tecnologie Grande successo del bolg. Uno strumento prezioso al servizio della comunità

Il blog Rai Vaticano: 20mila contatti

Partecipare alla vita politica con l’impronta del cristiano: questo è

l’obiettivo che sei associazioni laicali di Gela si sono prefissati per dare vita ad un corso di formazione socio-politico: I valori della politica si sono persi nel tempo nei meandri di interessi parti-colaristici dall’antica Roma alla Roma attuale; il concetto di servizio per il bene della comunità ha lasciato il posto dell’affermazione del potere persona-le e la gente si allontana ogni giorno di più facendo innalzare la parabola del-l’astensionismo ad ogni appuntamento con le elezioni. Chiesa e volontariato a Gela hanno tentato di restituire il valo-re originario della politica attraverso un corso di formazione della durata di tre mesi che ha toccato temi che riguarda-no l’etica, il profilo storico, l’area ammi-nistrativa e manageriale: tutto rigoro-samente in termini di volontariato per formare un manipolo dell’area dirigente quanto più sano possibile. A prendere l’iniziativa l’associazione ‘Il Lume’ pre-sieduta da Massimo Catalano a cui si

sono affiancate diverse associazioni re-ligiose e laicali accomunale tutte da un unico obiettivo: quello di parlare di va-lori cristiani in un mondo che non lascia posto alla generosità: si tratta delle Acli, il Centro studi ‘Salvatore Aldisio’, l’asso-ciazione ex allievi Don Bosco, il gruppo famiglie Don Bosco, il ‘Movimento poli-tico per l’Unità’ ed il gruppo Salesiani di Gela. “Siamo partiti dall’idea - ha detto don Angelo Grasso - che la gente non ha fiducia nella politica perché la ritiene troppo contaminata da interessi privati; quindi, attraverso il recupero dei valori cristiani, abbiamo puntato su come po-tere partecipare alla vita politica che ci coinvolge tutti con uno spirito di vero servizio”.

Le lezioni sono iniziate il 7 marzo con il contributo di Antonio Granvillano che ha intrattenuto sul tema del mana-gement, per tre appuntamenti. Si sono alternati poi Salvatore Orlando per l’area amministrativa; Guglielmo Puz-zo e Paolo Fichera, Angelo Bruno, don Gianni Russo sul tema dell’etica politica

e don Giovanni Tandurella, Giuseppe Italia e lo stesso vescovo, mons. Pennisi, sull’aspetto storico. “Il nostro obiettivo - ha detto Massimo Catalano - è quel-lo di creare una classe di cittadini attivi con un grado di consapevolezza tale da dare una svolta alla società che ha perso i valori”.

La lezione conclusiva è stata tenuta dal vescovo di Piazza Armerina, mons. Pennisi che ha sottolineato il ruolo del-la Chiesa nella storia: “Un esempio ci è fornito dalla figura di don Luigi Sturzo - ha detto il vescovo - che ha saputo co-niugare l’impegno politico con i dettami della Chiesa che ha sostenuto in duemi-la anni migliaia di persone e situazioni di disagio in nome dell’amore ma anche con un occhio attento alla vita sociale e politica”. La cerimonia di conferimento degli attestati ai corsisti che si è tenu-ta sabato 13 giugno ha fatto registrare l’entusiasmo di quanti hanno seguito le lezioni di legali, sacerdoti, economisti e storici.

Liliana Blanco

Per i cittadini riuscire a distinguere spesso

non è semplice. Per questo è importante informarsi e controllare l’operato di co-loro che sono stati eletti. La fiducia si basa sul controllo. Questa è una regola di vita che dovrebbe essere sempre tenuta ben presente. Pur-troppo non sempre il cittadi-no ha la possibilità di sceglie-re. Alle politiche ad esempio i parlamentari non sono più espressione della volontà po-polare, ma risultato di una nomina voluta dalla segrete-ria del partito.

L’elevato tasso di astensio-nismo di quest’ultima consul-tazione elettorale denuncia il profondo stato di malessere dell’elettorato e rappresenta

un segnale preoccupante per tutti gli schieramenti politici. Una fetta sempre maggiore di elettorato prova nei con-fronti della politica e dei po-litici indifferenza, ma anche e soprattutto rabbia, disgusto e tanta rassegnazione.

La crescente diserzione dal voto, da molti ritenuto unico strumento per punire i poli-tici, non rappresenta un ca-stigo per chi utilizza la politi-ca come mezzo per ottenere i propri scopi tutt’altro che “nobili”. Anche se si riduce il numero dei votanti infatti, il numero dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provin-ciali o comunali non varia. L’astensionismo dunque non causa alcun danno ai politici ma serve solo a far sì che sia-

no gli altri, quelli che vanno a votare, a decidere per noi.

Alcuni difetti, come la per-dita del contatto con la realtà e l’atteggiamento di supe-riorità ed arroganza, sono molto comuni e trasversa-li tra i politici, ma ci sono anche persone che, al di là dello schieramento politico di appartenenza, credono in ciò che fanno, cercano, ogni giorno, di combattere le in-giustizie e di rendersi utili alla collettività, a volte ma-gari sbagliando, ma sempre e comunque con la coscienza a posto per aver fatto il pro-prio dovere.

In tutto questo i mass media giocano un ruolo im-portantissimo perché sono una lente di ingrandimento

sull’operato dei politici. È solitamente infatti attraverso di loro che gli elettori hanno la possibilità di conoscere l’operato degli eletti, di sape-re se le promesse che hanno fatto vengono mantenute e se i loro comportamenti sono coerenti. Pensare di non po-ter modificare gli eventi e di essere impotenti di fronte ad un ipotetico “ordine naturale delle cose” è profondamente sbagliato e anche molto pe-ricoloso perché vinto è solo colui che si considera tale! La rassegnazione è il nemico principale sia di chi fa politi-ca che di chi viene governa-to.

Lorenzo Raniolo

vince l’astensionismo, ma è un comportamento sbagliato

a cura di Emanuele Zuppardo

Alessandra Ferrari

Alessandra Ferrari è una bra-vissima poetessa di Roma.

Laureata in Giurisprudenza e in Scienze politiche ha svolto l’attività forense e insegnato di-scipline giuridiche. Attualmente lavora presso la Camera di Com-mercio della città capitolina. Si è sempre interessata di cultura, in particolare di pittura e let-teratura, dedicando il proprio tempo libero alla composizione di opere in prosa e poesia.

Dal 2007 ha pubblicato le se-guenti opere poetiche: “Felci” con la Edizioni TA.TI. di Limido Comasco, “Quiete notturna”, “Ol-tre la vallata” e “Fontane” con le edizioni Museo della poesia di Garresio (Cuneo).Alessandra Ferrari è una poe-tessa dall’animo sensibile e le sue poesie sono annotazioni semplici, limpide e cristalline dei suoi sentimenti. In queste poesie la poetessa con grande meraviglia si lascia avvolgere dal linguaggio della natura che

“ondeggia sorridente/ accanto all’antica fontana/ dalla zam-pillante acqua trasparente”. Le liriche - scrive Paolo Albereto - evidenziano la mente indaga-trice della poetessa, un viaggio attraverso la bellezza del creato e spero che questi pensieri rie-scano ad illuminare la sapienza e gli d’animo dell’uomo.

Sinfonia della natura

Le sottili foglie lucentiadagiate sugli esili rami pendenti

vibrano silential soffio dei venti.Una lieve sinfonia ha preso il via,diffusa nell’ariadall’elegante salice piangenteche ondeggia sorridenteaccanto all’antica fontanadalla zampillante acqua trasparen-te.Lontana melodia

Mentre il buio notturnoinesorabile avanza,

si odono a distanzale delicate notedi una lontana melodiache lentamentetrasportano il pensiero vialungo il binario della nostalgia,facendo vibrarele corde di un sentimentoche giaceva ormai silenziosoda troppo tempo…

gela Concluso il corso di formazione organizzato da diverse associazioni

C’è un gran bisogno di politica

Page 8: 21giugno2009

�Settegiorni dagli Erei al Golfo Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 21 giugno 2009

Conoscere l’altro di Alberto Maira

Vita Universale

Le nuove rivelazioni, e/o il profe-tismo cristiano, sono particolar-

mente diffusi nell’ambiente euro-peo di lingua tedesca. Fra queste, solo Vita Universale ha avuto una espansione internazionale di qual-che consistenza. Vita Universale è una comunità di fede che esiste da circa venticinque anni che afferma di ricollegarsi al cristianesimo delle origini, di basarsi sui dieci Coman-damenti dati a Mosé e sul Discorso della Montagna di Gesù, tutti ele-menti considerati non come un’uto-pia, ma come un programma di vita pratico che ha valore nella vita quotidiana. I “cristiani delle origi-ni” di Vita Universale sono convinti che l’umanità stia vivendo una cru-ciale svolta dei tempi, nella quale Dio parla nuovamente all’umanità tramite la parola profetica, e che lo Spirito del Cristo-Dio rinnovi e ap-profondisca l’insegnamento di Gesù, secondo quanto da Lui annunciato nel Vangelo di Giovanni.Secondo Vita Universale, la profezia per la nostra epoca avviene tramite una donna: Gabriele Wittek. Nata nel 1933 in Germania, in una fami-glia cattolica, in età adulta vive con il marito e la figlia a Monaco, fino al trasferimento - nel 1967 - con la famiglia a Würzburg. La morte della madre, nel 1970, e una sorprenden-te comunicazione con l’anima della defunta attivano nella Wittek un

processo di interiorizzazione e met-tono in moto una nuova consapevo-lezza. Si ritira sempre più nel silen-zio di una vita caratterizzata dalla preghiera, finché, il 6 gennaio 1975, irrompe in lei la “parola interiore”. Seguono mesi di istruzioni spirituali “del Cristo” e dell’essere spirituale “Fratello Emanuele”, che lei perce-pisce nella parola interiore. Impara così a tradurre in parole umane il linguaggio di luce dello spirito che accoglie dentro di sé. Secondo il compito assegnatole, la parola in-teriore diventa parola profetica, che negli ultimi vent’anni si trasmette in innumerevoli rivelazioni provenien-ti dal mondo spirituale.I suoi “istruttori spirituali” chiedo-no a Gabriele Wittek di proclamare pubblicamente la “parola interiore” dapprima in piccoli gruppi e quindi in riunioni pubbliche nelle grandi città d’Europa. Nel 1984 il gruppo assume il nome di Vita Universale. Gli insegnamenti della nuova pro-fezia divina contengono in primo luogo la “Via Interiore”, attraverso la quale ciascuno può riconoscere e superare i propri errori verso il pros-simo nella vita quotidiana. Si tratta del Discorso della Montagna vissuto, tramite il quale l’uomo aspira a ri-tornare in unità con Dio. Dalle rive-lazioni divine date tramite Gabriele Wittek risulta che l’anima dell’uomo esiste già prima della sua nascita terrena. In base alle sue colpe si do-vrà incarnare anche più volte, fino

a che diverrà più luminosa e potrà liberarsi dalla ruota della rinascita. L’esistenza terrena è condizionata dalla legge di causa ed effetto come sarebbe stata spiegata, fra gli altri, dallo stesso Gesù, e secondo la qua-le tutto ciò che gli uomini fanno a persone, animali o alla natura ritor-na all’individuo - eventualmente an-che sotto forma di disgrazie, malat-tie o sofferenze - a meno che questi non si ravveda per tempo dalle col-pe, o peccati, che ne sono alla base, ossia riconosca i propri errori con il pentimento, la richiesta di perdo-no e la riparazione al male fatto. In Vita Universale, anche l’immagi-ne di Dio della teologia cattolica o protestante è riveduta e corretta: gli insegnamenti sulla dannazione eterna o la predestinazione sareb-bero infatti concezioni pagane di un Dio vendicativo che nulla avrebbe in comune con il Dio-Padre amorevole come presentato da Gesù. L’Italia è stata ripetutamente visita-ta da Gabriele Wittek fin dall’inizio degli anni 1980, e un’associazione nazionale è stata costituita a Mila-no nel 1983. “I Luoghi di incontro del cristianesimo originario per co-loro che cercano Dio” - dove ogni domenica si propone l’ascolto della “Scuola cosmica di vita”, in diretta radiofonica da Würzburg - sono in Italia una decina, frequentati attual-mente da circa duecento persone.

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I sacerdoti aiutano tutti.

Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro

missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento

Clero e vengono d ist r ibu i te t ra tut t i i sacerdot i , spec ia lmente a quel l i de l le comuni tà p iù b isognose, che possono contare cos ì su l la generos i tà d i tut t i .

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I sacerdoti aiutano tutti.Aiuta tutti i sacerdoti.

Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalità:

• Conto corrente postale n° 57803009

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Clero sono deducibili fino ad un massimo di 1032,91 euro annui dal proprio

reddito complessivo ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali.

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Il cammino nazionale di Frater-nità delle confraternite (20 - 21

giugno) che si svolge ad Orvieto è giunto alla sua diciottesima edi-zione. L’evento vuole essere l’oc-casione che le Confraternite han-no per testimoniare il rinnovato e crescente desiderio di vivere in-sieme la loro esperienza di essere Chiesa. Dopo il cammino inter-nazionale dello scorso marzo a Lourdes con il Santo Padre questo che si svolge ora a Orvieto vuole essere la manifestazione concreta della volontà di ogni confratello e consorella di vivere e testimonia-re il Vangelo che è cammino di vita per ogni battezzato.

Il cammino diventa pertanto

“segno” del processo per-sonale di conversione e di cambiamento. A Orvieto è conservata una reli-quia di uno dei miracoli Eucaristici più famosi: il corporale del miracolo di Orvieto, e questo vuole essere un invito a raffor-zare l’identità confrater-nale con “il pane della vita”, per diventare luce per il mondo.

Anche la diocesi di Piazza Armerina dove sono presenti oltre 50 confraternite con più di 3500 aderenti parteci-pa con una nutrita rap-presentanza da Enna e Pietraperzia al cammino nazionale delle confrater-nite delle diocesi d’Italia. Il cammino apertosi sa-

bato, ha visto la presenza, tra gli altri, di mons. Armando Brambil-la vescovo delegato nazionale per le confraternite. Il vescovo di Or-vieto mons. Giovanni Scanavino, ha tenuto la prolusione, mentre il vescovo di Viterbo mons. Lo-renzo Chiarinelli ha tenuto una relazione sul tema: “San Paolo e l’Eucaristia”. Domenica, invece il “variopinto e maestoso” corteo dei confrati con le loro insegne e abiti tradizionali sfila fin sul sa-grato del Duomo di Orvieto dove viene celebrata l’Eucaristia e dato il mandato alle confraternite.

Carmelo Cosenza

tradizione �La città umbra ospita il 18° cammino nazionale. Delegazioni da Enna e Pietraperzia

Le confraternite d’Italia ad Orvieto