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21 Rappresentazioni delle espressioni facciali nei gruppi religiosi in Sicilia: cristiano cattolico e buddhista tibetano Representations of facial expressions in religious groups in Sicily: a Catholic Christian and Buddhist Tibetan Irene Petruccelli, Filippo Borrello 1 Riassunto La ricerca tende a porre in evidenza le emozioni espresse all’interno dei gruppi religiosi, cattolico e buddhista, partendo dallo studio delle rappresentazioni artistiche delle stesse, attraverso l’uso delle statue, che sono state scelte e collocate in determinati spazi in maniera specifica, all’interno del territorio siciliano, sia nelle coste che nell’entroterra, all’interno dei luoghi di culto. La tematica dell’articolo presente affronta il tema della psicologia delle emozioni e dei gruppi sociali legata alla sfera religiosa al fine di dare un contributo inerente alla tipologia emozionale che viene scelta con più frequenza dai gruppi religiosi. Si cercherà di comprendere le motivazioni psicologiche e sociali che portano a determinate scelte ed azioni al fine di comprendere meglio il comportamento degli stessi. Il lavoro parte da un punto di vista nuovo che interessa le rappresentazioni delle emozioni scelte dagli stessi componenti religiosi e risulta essere rilevante sia per comprendere la comunicazione non verbale presente all’interno di tali gruppi, sia per evidenziare i punti in comune e non, che hanno tra di loro, al fine di poter dare un contributo a una migliore comprensione emozionale che possa mettere in comunicazione e in relazione anche i diversi gruppi di appartenenza religiosa. Parole chiave Espressioni facciali, gruppi religiosi, emozioni, religione. Abstract This research tends to highlight the emotions expressed into the Buddhist, Catholic and religious groups, starting from the study of the artistic potrayals by the use of statues, that have been selected and situated in determined places and in a specific way, in the up-country and in the coast of Sicily and within the different churches. The debated thesis deals with the theme of psychology’s social groups and emotions, relative to the religious sphere in order to contribute to the thematic setting I have treated. This setting is incident to the emotional typology that is chosen oftentimes from the religious groups, attempting to understand the social and psychological motivations that lead to determined choices and actions, in order to understand in a better way the behaviour of the same religious groups. The thesis is presented in an original and interesting way, because of it starts from a new point of view that affects the representation of the emotions chosen by the same religious members, and it is relevant whether to understand the nonverbal communication in these groups, and to underline the common points and not, that exists between them, in order to contribute to a better emotional

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Rappresentazioni delle espressioni facciali nei gruppi religiosi in Sicilia: cristiano cattolico e buddhista tibetano Representations of facial expressions in religious groups in Sicily: a Catholic Christian and Buddhist Tibetan Irene Petruccelli, Filippo Borrello1 Riassunto La ricerca tende a porre in evidenza le emozioni espresse all’interno dei gruppi religiosi, cattolico e buddhista, partendo dallo studio delle rappresentazioni artistiche delle stesse, attraverso l’uso delle statue, che sono state scelte e collocate in determinati spazi in maniera specifica, all’interno del territorio siciliano, sia nelle coste che nell’entroterra, all’interno dei luoghi di culto. La tematica dell’articolo presente affronta il tema della psicologia delle emozioni e dei gruppi sociali legata alla sfera religiosa al fine di dare un contributo inerente alla tipologia emozionale che viene scelta con più frequenza dai gruppi religiosi. Si cercherà di comprendere le motivazioni psicologiche e sociali che portano a determinate scelte ed azioni al fine di comprendere meglio il comportamento degli stessi. Il lavoro parte da un punto di vista nuovo che interessa le rappresentazioni delle emozioni scelte dagli stessi componenti religiosi e risulta essere rilevante sia per comprendere la comunicazione non verbale presente all’interno di tali gruppi, sia per evidenziare i punti in comune e non, che hanno tra di loro, al fine di poter dare un contributo a una migliore comprensione emozionale che possa mettere in comunicazione e in relazione anche i diversi gruppi di appartenenza religiosa. Parole chiave Espressioni facciali, gruppi religiosi, emozioni, religione. Abstract This research tends to highlight the emotions expressed into the Buddhist, Catholic and religious groups, starting from the study of the artistic potrayals by the use of statues, that have been selected and situated in determined places and in a specific way, in the up-country and in the coast of Sicily and within the different churches. The debated thesis deals with the theme of psychology’s social groups and emotions, relative to the religious sphere in order to contribute to the thematic setting I have treated. This setting is incident to the emotional typology that is chosen oftentimes from the religious groups, attempting to understand the social and psychological motivations that lead to determined choices and actions, in order to understand in a better way the behaviour of the same religious groups. The thesis is presented in an original and interesting way, because of it starts from a new point of view that affects the representation of the emotions chosen by the same religious members, and it is relevant whether to understand the nonverbal communication in these groups, and to underline the common points and not, that exists between them, in order to contribute to a better emotional

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comprehension that can put in communication and in relation also the different religious groups. Keywords Facial expressions, religious groups, emotions, religion. Introduzione Si dimostrerà come sia molto importante il ruolo della psicologia delle emozioni e dei gruppi sociali; questo perché “le nostre interazioni sociali e le nostre relazioni con gli altri influenzano non solo il modo in cui dividiamo il mondo in gruppi ma anche i nostri pensieri e sentimenti a quei gruppi” (Smith, Mackie, 2004). Le rappresentazioni delle emozioni – attraverso il volto delle statue appartenenti ai due gruppi religiosi studiati -, riscontrate durante la ricerca, ne possono essere un esempio; la divisione in gruppi che permette l’esperienza sociale investe anche il campo delle emozioni e la scelta di determinate rappresentazioni delle espressioni, rispetto ad altre. Tali rappresentazioni delle emozioni permettono di veicolare messaggi importanti dai contenuti religiosi-emotivi. Dunque il gruppo sceglie determinate rappresentazioni delle espressioni trovandosi immerso in specifiche categorie emozionali. L’uso delle statue, anche se rientra nel normale utilizzo quotidiano, è anche presente in importanti cerimonie religiose dove al loro interno si fa, non solo esperienza di gruppo, ma attraverso i riti gli appartenenti alla comunità acquisiscono nuovi modi di parlare, quali pensieri e sentimenti considerati appropriati per come agire (Smith, Mackie, 2004). L’obiettivo L’obiettivo della ricerca è misurare, tramite una metodologia adeguata, le diverse componenti mimiche rappresentate nei volti delle statue presenti nel territorio siciliano, sia nelle coste che nell’entroterra, potendone così effettuare una codifica e decodifica delle stesse, comprendendo così, in quale famiglia emozionale possono rientrare tali rappresentazioni mimiche. La misurazione darà la possibilità di poter comprendere quale rappresentazione dell’espressione è più presente e con maggiore frequenza al tempo contemporaneo nelle statue del gruppo Cristiano Cattolico Apostolico Romano e Buddhista Tibetano in alcuni dei maggiori e minori comuni dei capoluoghi di provincia del territorio siciliano; e quali e quante espressioni vengono esibite per le emozioni positive e negative. 1. È presente un’intensità mimica nei volti e in quale famiglia emozionale rientra? 2. Quali strutture, tra quelle scelte, ha più statue, dunque più “messaggi emotivi”? 3. Quale espressione mostra la statua nell’altare principale? 4. Quali differenze o punti in comune ci sono tra le zone costiere e dell’entroterra? 5. Quali differenze o punti in comune ci sono tra la micro e la macro realtà dei gruppi sociali religiosi.

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L’ipotesi L’ipotesi della ricerca è che vi sia una raffigurazione dell’espressione predominate che veicola messaggi emotivi specifici attraverso le rappresentazioni delle emozioni all’interno dei gruppi sociali religiosi studiati. Nel gruppo cristiano cattolico si ipotizza la presenza significativa della rappresentazione dell’emozione tristezza con una intensità mimica medio-alta, nelle sue varie componenti espressive; mentre per il gruppo buddhista tibetano, si ipotizza la presenza dell’emozione felicità. Tale raffigurazione, si ipotizza anche che sia predominante, sia nell’entroterra che nelle coste per il gruppo cristiano cattolico; ed avendo un ruolo chiave, grazie ai contenuti che esprime per il gruppo religioso, tale presenza sarà visibile sia all’interno delle chiese presenti nella macro realtà dei territori analizzati, sia nelle micro realtà dei territori più piccoli ed isolati; e che tale esposizione del volto occupi un posto principale, all’interno delle strutture deputate al culto, rispetto alle altre che si trovano in una posizione laterale alla stessa. La ricerca La ricerca, dunque, tenendo conto di questo, si è voluta concentrare sulla rappresentazione espressiva delle statue collocate all’interno dei luoghi deputati al culto al fine di comprendere di quali emozioni – sia esse positive o negative – si circondano i gruppi religiosi all’interno del territorio siciliano. Essa ha previsto quindi, un’osservazione sistematica (Cogli, Ricchiardini, 2005) attraverso una rilevazione diretta sul campo delle diverse attivazioni mimiche che danno forma alle rappresentazioni delle espressioni. La tipologia quantitativa della ricerca ci permetterà di poter descrivere, e in un secondo momento spiegare, la composizione mimica del volto, codificandola (descrizione delle azioni muscolari) e decodificandola (significato emozionale). Dovendoci basare su elementi specifici la ricerca sarà di tipo idiografica; questo ci permetterà di dare in fase finale una spiegazione su come si presentano i dati da noi analizzati anche attraverso l’uso di statistiche. La ricerca sul campo ha previsto, dunque, diversi scatti fotografici, all’interno delle diverse strutture, che catturino il volto delle statue per prenderne poi in esame solo l’aspetto figurativo di tale rappresentazione espressiva. Si è deciso di tenere in considerazione prima di tutto il numero degli abitanti per comuni dei capoluoghi di provincia del territorio siciliano, per poi scegliere di analizzare le statue della chiesa madre di quei gruppi religiosi con popolazione minore, differenziandolo e confrontandolo al tempo stesso da quelle maggiori. In modo particolare due aree inerenti alle coste e due dell’entroterra siciliano. Per poter avere più dati a disposizione da analizzare, oltre alle quattro chiese madri di Palermo, Catania, Caltanissetta ed Enna e il Gompa Buddhista di Palermo, abbiamo deciso di approfondire la zona dell’entroterra siciliano dei due capoluoghi scelti, specialmente quelle zone isolate dove è presente un'unica chiesa all’interno del paese, essendo l’unico punto di aggregazione sociale per tale gruppo religioso. Dunque la ricerca si presenta con una doppia chiave di lettura: da una parte la ricerca analizza le differenze tra le zone costiere e le zone dell’entro terra e dall’altra evidenzia “l’organizzazione della rappresentazione emotiva di riferimento” dei diversi gruppi religiosi dal macro alla micro realtà sociale.

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La procedura Per poter studiare le diverse rappresentazioni delle espressioni delle statue si è deciso di fotografare i diversi volti presenti nelle strutture sopra elencate. Per tale fine è stato chiesto un nullaosta, agli uffici dei beni culturali delle diverse Curie a noi interessate (Palermo, Catania, Caltanissetta, Enna. Per il centro Buddhista Tibetano, Muni Gyana, ci siamo rivolti direttamente al responsabile della struttura), che ne permettesse sia lo scatto fotografico che l’utilizzo. La procedura utilizzata per l’analisi delle immagini ha seguito, prima di tutto, l’ordine di collocazione delle statue fotografate per ogni chiesa ottenendone così il numero totale di esse; l’ordine di inserimento dei dati inizia dalla prima statua verso sinistra fino all’ultima verso destra. Le foto sono state scattate con una macchina fotografica Fujifilm Finepix S. A volte, a causa della scarsa visibilità del volto della statua dovuta alla poca luce all’interno della struttura, è stato necessario l’uso del flash (qualora sia stato possibile, con il permesso dei responsabili); qualora la foto mostrava dei difetti tecnici, come di contrasto o luminosità, (dovuto principalmente al fatto che quasi mai era possibile utilizzare il flash) e ne impediva il giusto risalto delle rappresentazioni delle unità di azione dei muscoli facciali, si è ritenuto necessario utilizzare un tool online per il miglioramento grafico della stessa attraverso una regolazione automatica delle diversi componenti della foto che ne ha evidenziato meglio i contorni e la chiarezza (di solito non superiore al 20%). Finita questa prima fase di elaborazione delle immagini si è passati a una seconda fase che riguardava la codifica delle diverse rappresentazioni delle azioni muscolari facciali: in questo caso, non essendo analizzati veri volti umani, si tiene conto che la riproduzione artistica non per forza debba corrispondere perfettamente all’espressione del volto reale, ma che comunque possa richiamare quelle componenti mimiche da risalire alle emozioni primarie come felicità e tristezza. A tal proposito, si fa riferimento al lavoro di José Miguel Fernández-Dols e María-Angels Ruiz-Belda dove, parlando di “verità artistica” (Russel, Fernández-Dols, 1998), essi fanno comprendere che attraverso una riproduzione artistica, la mimica facciale trasmetterà quello che l’artista si è proposto di trasmettere e che permetteranno di codificare e decodificare per la maggior parte delle persone quell’espressione che interessava trasmettere (all’artista o gruppo religioso in sé), anche se, nella realtà, la mica facciale è più complessa e articolata. Dunque, anche se la riproduzione artista non rispecchia perfettamente il volto vero e proprio, è comunque capace di trasmetterne dei contenuti emozionali. La codifica avviene scomponendo le unità di azione in fase numerica, esempio AU1, seguita da un valore di densità che verrà contrassegnato con l’utilizzo di una lettera, dalla A alle E, (Ekman, Friesen, Hager, 2002). La terza fase riguarda la decodifica delle unità di azione, questa fase permetterà di far rientrare determinati volti in una o più famiglie emozionali universali (Jašna, ISFE Interpretati on System of Facial Expressions. Laboratorio di Analisi comportamentale, NeuroComScience [NCS], 2013). Per la seconda fase di codifica, e la terza di decodifica, i volti sono stati esaminati da un’analista delle espressioni facciali (Dott.ssa Fasciano), oltre che dallo stesso allievo, che darà il suo giudizio esterno, fondamentale per tale fase. In modo particolare si evidenzierà se c’è una concordanza tra i codificatori nel: - criterio di codifica e decodifica; se è simile, stabile e non personale; - descrizione del campione; - descrizione delle possibili differenze tra i due gruppi;

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L’analisi Una volta compresa la collocazione delle statue rispetto alle persone che si trovano all’interno, si sono susseguiti i diversi scatti fotografici. Gli scatti fotografici dei volti sono 92 nel totale: - 79 scatti fotografici per lo studio di 79 rappresentazioni dei volti nel gruppo cristiano cattolico; - 13 scatti fotografici per lo studio di 23 rappresentazioni dei volti nel gruppo buddhista tibetano (il numero dei volti studiati risulta essere maggiore agli scatti fotografici in quanto una statua viene rappresentata per 21 volte con la stessa rappresentazione dell’espressione facciale; per semplificare la ricerche si riporterà qui di seguito solo una foto di essa, senza doverla ripetere ulteriormente avendo sia la stessa tipologia di codifica che di decodifica); La rappresentazione dei volti, presenti all’interno dei luoghi studiati per la ricerca, sono nel totale 102. Risultati Bisogna tenere in considerazione che dei 92 scatti fotografici, su 102 volti studiati, 5 sono risultati non codificabili, per questioni dovute alla mancata possibilità di usare il flash o impossibilità di accede alle vicinanze; dunque gli scatti fotografici su cui è possibile dare un giudizio risultano essere 97 nel totale. - La rappresentazione dell’espressione più presente, con maggiore frequenza, nelle statue del gruppo Cristiano Cattolico Apostolico Romano e Buddhista Tibetano, in alcuni dei maggiori e minori comuni dei capoluoghi di provincia del territorio siciliano, nel periodo contemporaneo, risulta essere: per il gruppo cristiano cattolico la lieve tristezza: ripetuta nel totale 26 volte su 81.

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Per il gruppo buddhista tibetano la rappresentazione dell’espressione più presente, con maggiore frequenza, risulta essere la felicità: ripetuta nel totale 31 volte su 33.

Le differenze e punti in comune che ci sono tra la micro e la macro realtà dei gruppi sociali religiosi studiati sono le seguenti. - I punti in comune: sia nella micro e la macro realtà, dei gruppo cristiano cattolico, le emozioni negative sono presenti in tutte le strutture.

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- Le differenze: solo nelle micro realtà sono presenti alcuni volti che rappresentano espressioni di felicità, lieve felicità e sorpresa, il restante richiama la tristezza o lieve tristezza. - I punti in comune tra i due gruppi: sia nella micro che nella macro realtà c’è un uso intensivo dell’unità d’azione 43 (occhi chiusi) con diverse intensità; 31 volte su 33 per il gruppo buddhista e 53 volte su 81 per il gruppo cattolico.

Conclusioni Detto questo, non deve sembrare strano o anomalo che la ricerca porti a risultati così netti, distanziati, ma al tempo stesso simili per alcuni aspetti. Un dato interessante nella ricerca è dovuto all’utilizzo dell’unità di azione 43 (occhi chiusi) in tutti e due i gruppi religiosi. Questa unità di azione è rientrata spesso, insieme ad altri componenti mimiche, nella tristezza per il gruppo cristiano cattolico e nella felicità per la il gruppo buddhista tibetano. L’utilizzo di tale unità richiama, per tutti e due i gruppi, l’estasi o beatitudine essendo per entrambi un punto spirituale molto importante, ma per cultura e religiosità espresso in modalità differenti.

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Partendo dalle rappresentazioni delle espressioni si è cercato di cogliere quale scelta emozionale i due gruppi prediligessero, cercando di comprendere le modalità con cui vengono mostrate, raccontate e vissute attraverso luoghi, collocamenti specifici e usi particolari dettate dalle regole del gruppo stesso. Concludiamo con l’affermare che le rappresentazioni delle emozioni hanno di certo un ruolo cruciale per il gruppo religioso e l’esigenza di rappresentarne alcune rispetto ad altre è una scelta mirata al fine di veicolare determinati contenuti emozionali. La ricerca mira a dare un contributo su come certe emozioni vengono rappresentate dai gruppi al fine di conoscerne le motivazioni che spingono a determinate azioni; le modalità con cui i personaggi coinvolti comunicano i loro contenuti emotivi, cercando di comprenderne in futuro anche i possibili benefici, e non; sulle tipologie di rappresentazioni delle emozioni. Infine, il lavoro ha permesso di analizzare le modalità sociali che vengono messe in atto, affrontando le esigenze emozionali dei gruppi, dando anche la possibilità, in futuro, di poter dare un contributo per migliorare la comunicazione non solo all’interno dei gruppi stessi, ma anche in relazione tra di loro, al fine di una migliore gestione emozionale dei gruppi attraverso la conoscenza dell’altro, partendo dalle emozioni e le loro possibili ricadute sociali. L’obiettivo è quello di fornire un contributo valido in tale settore di riferimento prospettando delle ricerche future per il miglioramento delle analisi affrontate sia a livello qualitativo che quantitativo in modo da definire in maniera esaustiva e sempre più completa il ruolo della comunicazione non verbale all’interno dei gruppi religiosi. Bibliografia Smith, E. R., Mackie, D. M. (2004). Psicologia Sociale. Bologna: Zanichelli Editore. Cogli, C., Ricchiardini, P. (2005). Progettare la ricerca empirica in educazione. Roma: Carrocci Editore. Ekman, P., Friesen W. V., J. Hager, J. C. (2002). Facial Action Coding System – The Manual. United States of America: Research Nexus division of Network Information Research Corporation. James, A. R., J. M. Fernández-Dols. (1998). Psicologia delle espressioni facciali. Cambridge: Erickson Editore. Jašna, L. Interpretati on System of Facial Expressions. Laboratorio di Analisi comportamentale, NeuroComScience. (2013).

1 Istituto per Studio delle Psicoterapie