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Pubblicazione a cura di: Emanuele ScatagliniCoordinamento: Marzia SteffaniTesti: Marzia Steffani, Ludovica Boschiero, Mario SacchiProgetto grafico libretto: Rossana Perrone

L’evento è organizzato dall’Unità di Supporto Specialistico Comunicazione, Relazioni istituzionali e StampaDirigente: Antonello Grimaldi

Coordinamento: Emanuele ScatagliniRedazione programma: Marzia SteffaniSegreteria organizzativa: Donatella ModicaGrafica e flyers: Piovani AntonellaVideo riprese: Sabrina Muri

Stampato presso il Centro stampa del Consiglio regionale

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Come ogni anno, il primo giorno d’estate, arriva il tanto atteso appuntamento con la Festa della Musica,celebrata ormai in 120 paesi in tutto il mondo.

Su iniziativa del Ministero della Cultura francese, il 21 giugno 1982 ebbe luogo la prima Festa della Musica in cui si invitarono tutti i musicisti, amatori, professionisti e non, a prendere il loro strumento e suonare nelle piazze, nelle scuole, nei musei, nelle strade, con lo slogan "La musica dappertutto, concerti in nessun luogo".

La musica quindi come protagonista di un forte messaggio di accessibilità, libertà, inclusione e condivisione universale, rivolto ad ogni popolo e cultura. Il tutto sostenuto dal significato fondamentale attribuito alla data, il solstizio d'estate, il giorno più lungo dell'anno, a cui secondo la tradizione si attribuisce, fin dai tempi più antichi, l’inizio di un periodo di benessere e prosperità.

Tra gli eventi della programmazione culturale del Consiglio regionale della Lombardia, negli anni la Festa della Musica è diventato uno dei più seguiti e partecipati, e l’edizione del 2021 è per noi ancora più entusiasmante e coinvolgente: poterci ritrovare insieme con la voglia di condividere musica, arte e cultura, dopo un anno tragico per tutti.

FisArt Quartet, con le timbriche e ritmiche delle loro fisarmoniche, ci guideranno dal Settecento con Bach fino a tutto il Novecento, da Piazzolla a Bernstein, alla canzone napoletana, per terminare nella nostra Milano e nella sua tradizionale canzone popolare immortalata da Giovanni D’Anzi.

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Un viaggio con i FisArt

I FisArt Quartet questa sera ci accompagnano in un percorso che inizia in un mondo, dove vigono le leggi dell’armonia, dell’osservanza letterale delle parole dettate dal compositore e dell’architettura musicale con Arte della fuga – Contrappunto di Bach.

Con un balzo di oltre duecento anni, ci trasferiamo a Mar del Plata, per tratteggiare l’icona di riferimento del tango, Astor Piazzolla: La muerte del Angel, Milonga del Angel, Escualo.

L’intermezzo viaggia sulla trascrizione di un pezzo in parte originale per fisarmonica, Portrait di Enzo Veddovi, brano concepito per doppio quartetto di fisarmoniche e ottoni.

Si continua con le tre grandi Fantasie, di cui la prima è su musica di Leonard Bernstein: West side story.

Dalle atmosfere cittadine newyorkesi raggiungiamo emozioni più calde, cariche di quegli scorci e di quei profumi tipicamente italiani che, in un olio su tela del Golfo di Napoli, caratterizzano l’intera cultura mediterranea: di Sergio Scappini, Fantasia partenopea.

L’emozionante viaggio non può che chiudersi nella città in cui, nella realtà della metafora, si è tenuto, Milano. D’Anzi medley celebra una Città mondiale tramite le note immortali di quel maestro di eleganza che fu Giovanni D’Anzi.

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PROGRAMMA

FisArt QuartetGiancarlo Calabria, Patrizio Castelli, Giorgia Comelli, Matteo Valtolina, fisarmonica

Contrappunto I dall’ “Arte della Fuga” BWV 1080

La muerte del AngelMilonga del AngelEscualo

Portrait

West Side Story (Themes)

Fantasia partenopea

D’Anzi Medley

Johann Sebastian Bach

Astor Piazzolla

Enzo Veddovi

Leonard Bernstein

Sergio Scappini

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FisArtFisArtL’idea di FisArt matura tra i musicisti Giancarlo Cala-bria, Patrizio Castelli, Giorgia Comelli, Matteo Valtoli-na durante gli studi per gli esami di ensemble sui ban-chi del Conservatorio “Giuseppe Verdi”.

Ben presto però, il piacere di studiare insieme supera gli obiettivi accademici e matura in un prezioso soda-lizio artistico.

Il quartetto si riconosce per un repertorio che vuole indagare e stimolare le potenzialità espressive, tim-briche e ritmiche della fisarmonica, percorrendo sia le scritture originali sia la trascrizione, dalla musica ba-rocca alle composizioni contemporanee.

Contaminazione tra gli stili ed eclettismo definisco-no una proposta artistica capace di abbracciare nella stessa performance un’indagine musicale focalizzata su tutto il ‘900, dagli epigoni operistici di inizio secolo fino allo sconfinamento nell’iconico pop.

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Nasce ad Eisenach, in Turingia, il 31 marzo 1685, discendente da una famiglia di musicisti di professione. Universalmente considerato uno dei più grandi geni nella storia della musica, le sue opere sono notevoli per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi e bellezza artistica.Dopo la sua morte, la fama di Bach come compositore declina ed i suoi lavori vengono considerati démodé rispetto agli autori emergenti del periodo classico. I primi a recuperare i suoi lavori sono Mozart, Beethoven e Chopin, suoi convinti ammiratori. Ma la sua musica viene riscoperta definitivamente solo nel 1829 grazie ad un'esecuzione di Mendelssohn della Matthäuspassion.

Nasce l'11 marzo 1921 a Mar del Plata da genitori di origine italiana emigrati in Argentina. Figlio unico, nel 1925 si trasferisce con la famiglia a New York, e vi resta fino all'età di 16 anni.Riformatore del tango e strumentista d'avanguardia, è considerato il musicista più importante del suo paese, ritenuto tra i più importanti musicisti di tango del Ventesimo secolo dopo Carlos Gardel. Autore di diverse collaborazioni con artisti di vario genere, per le sue commistioni di tango e jazz fu il catalizzatore di pesanti critiche rivolte al Nuevo Tango. Si dice che in Argentina tutto può cambiare tranne il tango, ma Piazzolla ha infranto questa regola, anche se la sua musica ha ottenuto consensi in Europa e in Nord America prima che nel suo paese.

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Johann Sebastian Bach

Astor Piazzolla

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Diplomato in saxofono presso il Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro, Enzo Veddovi è fisarmonicista, pianista e saxofonista, compositore, arrangiatore e trascrittore che si divide tra la musica leggera e il jazz. Tra le sue collaborazioni, spiccano quelle con Ornella Vanoni, Fred Bongusto e, nell’ambito teatrale, con David Riondino. Ha scritto lavori per organici di fiati e fisarmonica e musiche per spettacoli teatrali.

Nato a Stresa nel 1955 ha studiato fisarmonica, pianoforte e composizione. Titolare della prima cattedra di fisarmonica in Italia, presso il Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro. Ha vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali e l’Electronic Artists Awards 2010. Si è esibito come solista, camerista e con orchestra in importanti stagioni concertistiche in Italia e all’estero.

Enzo Veddovi

Scappini Sergio

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Giovanni D’Anzi nasce a Milano il 1° gennaio 1906. Il padre Antonio di origini pugliesi si era trasferito a Milano, faceva l’oste e gestiva il locale Birra Italia. In casa D’Anzi una volta alla settimana arrivava un insegnante di pianoforte cieco che impartiva lezioni a Maria, sorella di Giovanni, chiamato da tutti Giovannino. Il maestro intuisce presto che il “geniaccio” della famiglia era lui, a dieci anni il ragazzo, fra lo stupore dei parenti, suonava già. Rimasto orfano a soli 13 anni Giovanni D’Anzi inizia a lavorare come pianista guadagnandosi da vivere accompagnando la proiezione di film muti e i passi degli allievi di una scuola di ballo. Giovanni, che a dispetto della mole resta Giovannino, esordisce giovanissimo come pianista di tabarin al Trianon, locale preferito dai nottambuli milanesi.

Per qualche anno lascia la sua Milano, girando per il mondo come direttore dell’orchestra. Tenta la fortuna in Francia e scandalizza il pubblico benpensante dirigendo senza bacchetta: non lo aveva mai fatto nessuno. Tra il 1927 e il 1928 dirige a Parigi l’orchestra del Concert Mayol, dal 1930 al 1932 l’orchestra della compagnia Berardi-Bruno a Roma.

Tornato a Milano viene scritturato dalla casa editrice Curci come autore di canzoni; nel 1934 incontra Alfredo Bracchi, con il quale darà vita ad uno dei più famosi binomi del mondo della canzone. Il successo di Non dimenticar le mie parole e di Madonnina, inaugurano un genere del tutto particolare, quello della moderna canzone milanese d’autore.

Per anni quella fra D’Anzi e il paroliere Alfredo Bracchi sarà la coppia più rappresentativa di questo tipo di canzone, molti saranno i successi in dialetto milanese, fra i quali: Lassa pur (che el mond el disa), Nostalgia de Milan, I tosan de Milan, Mariolina de Porta Romana, Me senti milanes, El Biscella de Porta Cines, El Gagà del Motta, El perruccher de dona, La man morta, I tosan de Milan, e La patita de Monte Napo.

La popolarità di D’Anzi va oltre i confini di Milano, presto assurge a fama nazionale, le sue canzoni, milanesi o in lingua che siano, sono fra le più belle dell’epoca, e ancora oggi fra le più godibili.

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Come quasi tutta la migliore produzione italiana del tempo, anch’essa risente l’influenza della grande canzone americana degli anni ’30 (Gershwin, Berlin, Carmichel), senza per questo rinunciare ad un tocco personale finissimo.

Con Alfredo Bracchi scrive i suoi pezzi più fortunati come il tango Nostalgia de Milan, ma la canzone che lo rese famoso come compositore fu O mia bela Madonna del 1935.

Nel dopoguerra D’Anzi scrive le musiche de L’isola delle sirene, di Se ti lascio Lola, rivista con Marisa Maresca e Walter Chiari, alla sua prima importante prova. Nel 1948 D’Anzi compone le musiche di Simpatia di Marcello Marchesi, sempre con Walter Chiari e Marisa Maresca, nel 1949 quelle per Paradiso per tutti di Bracchi e Gelich, con Ugo Tognazzi e Lauretta Masiero.

All’inizio degli anni ‘50 cura le musiche della famosissima trasmissione radiofonica di Garinei e Giovannini, legata al giro d’Italia, Il Giringiro. Con dall’avvento del sonoro, scrive anche molte musiche per film, successivamente si scopre editore musicale.

Nel 1953 si afferma come autore al festival di Sanremo con Viale d’autunno cantata da Carla Boni. Nella seconda metà degli anni ’50 D’Anzi fa esordire diversi cantanti di musica leggera, tra cui il ventenne Jonny Dorelli e un altro milanese, Memo Remigi. Il 7 dicembre 1965 il Comune di Milano, nella persona dell’allora sindaco Pietro Bucalossi, conferisce a Giovanni D’Anzi la medaglia d’oro di benemerenza civica.

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“Ma guarda questi qui, cantano le bellezze di Napoli e Roma, ma per far qualche soldo devono venire a Milano!”.

È con questa frase che Giovanni D’Anzi ebbe l’ispirazione per la famosa canzone che divenne inno di Milano nel lontano 1935, O mia bela Madunina, la celebre statua che “domina Milan” dall’alto del Duomo e che rappresenta un simbolo di identità per gli abitanti.

La città in quegli anni era una metropoli moderna, in piena espansione, che correva veloce tra innovazioni, modernità e voglia di futuro. I principali editori musicali avevano il loro ufficio in Galleria del Corso, così come le prime case discografiche, perché le canzoni si ascoltavano soprattutto alla radio.

Il ritornello non è un’invenzione d’artista, ma rispecchia una realtà: nei locali più alla moda (Supercinema, Cova, Birra Italia) si esibivano spesso cantanti e musicisti napoletani dato che la canzone partenopea era, tra tutto il repertorio italiano, la più conosciuta nello Stivale.

Racconta D’Anzi che un giorno disse all’amica Linda Pini, una famosa star del cinema che amava esibirsi nei locali in veste di soubrette, “Se domani ti porto una canzone in cui si prende in giro Napoli e Roma, tu me la canti? Così sai, per vedere le loro facce…!” prosegue quindi: “E la Pini, che era mezza matta come me, accettò. Quella notte, in tre ore, per fare uno scherzo ai napoletani feci tutto. Portai parole e musica alla Linda e lei, due sere dopo, alla fine dello spettacolo, annunciò una novità: la mia canzone Madonina”.

Negli anni successivi con il paroliere Alfredo Bracchi, D’Anzi darà vita ad uno dei più famosi binomi di un genere del tutto particolare, quello della moderna canzone milanese d’autore. Di questo tipo di canzone, molti saranno i successi in dialetto milanese, fra i quali: Lassa pur (che el mond el disa), Nostalgia de Milan, I tosan de Milan, Mariolina de Porta Romana, Me senti milanes, La gagarella del Biffi Scala…

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O MIA O MIA

BELA BELA

MADUNINA MADUNINA

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