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Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (Conv. L. 27/02/04 n. 46) - Art. 1 Comma 2 D.C.B. Roma - Tassa pagata - Tassa Pergue Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa C on oltre 600 congressisti, 60 giornalisti e circa 150 ac- compagnatori, il 10 e l’11 giugno si è svolto a Siena il 21° Congresso Nazionale delle Fonda- zioni di Origine Bancaria e delle Casse di Risparmio Spa, organizza- to dall’Acri, l’associazione che rap- presenta entrambe queste realtà. L’appuntamento congressuale era dedicato al tema “Identità, radici del futuro”, volto a valorizzare il radicamento territoriale di Fonda- zioni e Casse e la loro piena adesio- ne a un’identità storica, statutaria e operativa che ne segna il ruolo ai fi- ni della crescita civile ed economi- ca dell’Italia. «Quello dell’identità è oggi un te- ma cruciale - ha commentato Giu- seppe Guzzetti, presidente dell’A- cri - ancor più di fronte a una crisi di carattere globale, che di fatto ri- schia di trovare solo risposte di ti- po localistico. Altresì sono certo che se le identità di cultura, di ruo- lo e di storia vengono correttamen- te salvaguardate e valorizzate, pos- sono favorire una crescita armoni- ca dell’intera comunità umana, e in primo luogo di quella europea». «Ogni contributo apportato in que- sto senso - ha commentato Guzzet- ti - ha il suo valore; così ricordo che le Fondazioni di Origine Ban- caria e le Casse di Risparmio Spa - le une come soggetti della sussidia- rietà sociale, le altre come imprese che raccolgono il risparmio ed ero- gano credito per lo sviluppo - ope- rano correttamente mantenendosi aderenti all’identità di missione lo- ro assegnata dai Codici e dalla sto- ria. Proprio con questo “modus operandi” - ha aggiunto - ritengo che esse aiutino a mantenere e a n. 3 maggio-giugno 2009 21° Congresso Nazionale delle Fondazioni di Origine Bancaria e delle Casse di Risparmio Spa Siena - 10 e 11 Giugno 2009 Identità, radici del futuro di Linda Di Bartolomeo * Sommario Fondazione CARIPARMA La Pappa di Parma in aiuto dei bambini della Sierra Leone 9 DAL SISTEMA SANITÀ DAL SISTEMA ISTRUZIONE Fondazione Monte di Parma 17 DAL SISTEMA I PROGETTI Fondazione Cassa di Risparmio di Faenza Le nuove frontiere dei biomateriali 15 DAL SISTEMA RICERCA SCIENTIFICA Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano Proexcellentia 2009 23 DAL SISTEMA NEWS Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno La Fondazione per la scuola 21 ACRI ARTE E CULTURA Commissione per le Attività e i Beni Culturali ACRI La catalogazione delle collezioni d’arte delle Fondazioni 10 Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna Archeologia Bologna 13 Fondazione Cassa di Risparmio di Fano Nature morte: che passione! 14 Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano 19 Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia Quegli anni Cinquanta, collezioni pubbliche e private, a Trieste e Gorizia 11 collezioni pubbliche e private a Trieste e Gorizia Il Presidente Napolitano riceve i vertici delle associate ACRI 23 Piattaforma Zeronove Il Sant’Agostino apre ai nuovi talenti 24 Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, con i vicepresidenti Gabriello Mancini, alla sua destra, e Michele Gremigni.

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Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (Conv. L. 27/02/04 n. 46) - Art. 1 Comma 2 D.C.B. Roma - Tassa pagata - Tassa Pergue

Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa

Con oltre 600 congressisti, 60giornalisti e circa 150 ac-compagnatori, il 10 e l’11

giugno si è svolto a Siena il 21°Congresso Nazionale delle Fonda-zioni di Origine Bancaria e delleCasse di Risparmio Spa, organizza-to dall’Acri, l’associazione che rap-presenta entrambe queste realtà.L’appuntamento congressuale eradedicato al tema “Identità, radicidel futuro”, volto a valorizzare ilradicamento territoriale di Fonda-zioni e Casse e la loro piena adesio-ne a un’identità storica, statutaria eoperativa che ne segna il ruolo ai fi-ni della crescita civile ed economi-ca dell’Italia.«Quello dell’identità è oggi un te-ma cruciale - ha commentato Giu-seppe Guzzetti, presidente dell’A-cri - ancor più di fronte a una crisidi carattere globale, che di fatto ri-

schia di trovare solo risposte di ti-po localistico. Altresì sono certoche se le identità di cultura, di ruo-lo e di storia vengono correttamen-te salvaguardate e valorizzate, pos-sono favorire una crescita armoni-ca dell’intera comunità umana, e inprimo luogo di quella europea». «Ogni contributo apportato in que-sto senso - ha commentato Guzzet-ti - ha il suo valore; così ricordoche le Fondazioni di Origine Ban-caria e le Casse di Risparmio Spa -le une come soggetti della sussidia-rietà sociale, le altre come impreseche raccolgono il risparmio ed ero-gano credito per lo sviluppo - ope-rano correttamente mantenendosiaderenti all’identità di missione lo-ro assegnata dai Codici e dalla sto-ria. Proprio con questo “modusoperandi” - ha aggiunto - ritengoche esse aiutino a mantenere e a

n. 3 maggio-giugno 2009

21° Congresso Nazionale delle Fondazioni di Origine Bancaria e delle Casse di Risparmio SpaSiena - 10 e 11 Giugno 2009

Identità, radici del futurodi Linda Di Bartolomeo*

SommarioFondazione CARIPARMALa Pappa di Parma in aiuto dei bambinidella Sierra Leone 9

DAL SISTEMA SANITÀ

DAL SISTEMA ISTRUZIONE

Fondazione Monte di Parma 17

DAL SISTEMA I PROGETTI

Fondazione Cassa di Risparmio di FaenzaLe nuove frontiere dei biomateriali 15

DAL SISTEMA RICERCA SCIENTIFICA

Fondazione Cassa di Risparmiodi BolzanoProexcellentia 2009 23

DAL SISTEMA NEWS

Fondazione Cassa di Risparmidi LivornoLa Fondazione per la scuola 21

ACRI ARTE E CULTURACommissione per le Attività e i BeniCulturali ACRILa catalogazione delle collezioni d’artedelle Fondazioni 10

Fondazione Cassa di Risparmio in BolognaArcheologia Bologna 13

Fondazione Cassa di Risparmio di FanoNature morte: che passione! 14

Fondazione Cassa di Risparmiodi Fossano 19

Fondazione Cassa di Risparmio di GoriziaQuegli anni Cinquanta, collezioni pubblichee private, a Trieste e Gorizia 11

collezioni pubbliche eprivateaTrieste eGorizia

Il Presidente Napolitano riceve i verticidelle associate ACRI 23

Piattaforma ZeronoveIl Sant’Agostino apre ai nuovi talenti 24Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, con i vicepresidenti Gabriello Mancini, alla sua destra, e

Michele Gremigni.

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21° CONGRESSO NAZIONALE

coltivare, in termini costruttivi eaperti, un’identità di territori - edunque dell’Italia - che trova sicura-mente le proprie radici nel passato,ma che deve essere anche un’oppor-tunità di apertura e di proiezioneverso il nuovo, verso il futuro». Ai lavori della prima giornata delCongresso, insieme a Guzzetti, han-no partecipato: nella mattinata, il mi-nistro dell’Economia e delle FinanzeGiulio Tremonti, il direttore generaledella Banca d’Italia Fabrizio Sacco-manni, il presidente onorario dell’A-cri Sandro Molinari, le autorità loca-li nelle persone del Sindaco di Siena,Maurizio Cenni, e del Presidentedella Regione, Claudio Martini, il

presidente della Fondazione Montedei Paschi di Siena e vicepresidentedell’Acri Gabriello Mancini; nel po-meriggio: tre autorità accademichedel livello di Carlo Trigilia, GustavoZagrebelsky e Mario Monti, FrancoBassanini presidente di Cdp Spa, Fe-derico Vecchioni presidente di Con-fagricoltura, Andrea Olivero porta-voce del Forum del Terzo Settore,Ilaria Buitoni Borletti consigliere emembro del Comitato esecutivo delFai-Fondo per l’Ambiente Italiano, etre presidenti di Fondazioni, AngeloBenessia della Compagnia di SanPaolo, Emmanuele F.M. Emanueledella Fondazione Roma e AntonioMiglio della Fondazione Cassa diRisparmio di Fossano, entrambi,questi ultimi, vicepresidenti dell’A-cri. Ai lavori di giovedì 11 giugno,hanno partecipato: Michele Gremi-gni, presidente dell’Ente Cassa di

Risparmio di Firenze e vicepresiden-te dell’Acri; Mons. Mariano Crocia-ta, segretario generale della Cei -Conferenza Episcopale Italiana;Giuseppe Mussari, presidente dellaBanca Monte dei Paschi di SienaSpa; Chris De Noose, presidente delComitato di Direzione del GruppoEuropeo e dell’Istituto Mondialedelle Casse di Risparmio; GiovanniBerneschi, presidente della BancaCarige Spa e vicepresidente dell’A-bi; Alfredo Santini, presidente dellaCassa di Risparmio di Ferrara Spa;Antonio Patuelli, presidente dellaCassa di Risparmio di Ravenna Spae vicepresidente dell’Acri; CamilloVenesio, presidente dell’Assbank;Corrado Faissola, presidente dell’A-bi. Ha concluso i lavori il presidentedell’Acri e della Fondazione Cari-plo, Giuseppe Guzzetti, di cui ripor-tiamo una sintesi dell’intervento.

ACRI

COMITATO EDITORIALE

Marco Cammelli, Antonio Miglio,

Giuseppe Ghisolfi, Linda Di Bartolomeo

DIRETTORE

Stefano Marchettini

DIRETTORE RESPONSABILE

Elisabetta Boccia

REDAZIONE

Associazione di Fondazioni e

di Casse di Risparmio SpA

Piazza Mattei, 10 - 00186 Roma

Tel. 06.68.18.43.87

[email protected]

[email protected]

AUTORIZZAZIONE

in a.p. D.L. 353/2003 (Conv. L. 27/02/04 n. 46)

Art. 1 Comma 2 - D.C.B. Roma

PROGETTO GRAFICO E STAMPA

Varigrafica Alto Lazio

Zona Ind.le Settevene - 01036 NEPI (VT)

Tel. 0761.527254 - Fax 0761.527783

CODICE ISSN 1720-2531

Gli articoli firmati riflettono esclusivamente

l’opinione dei loro Autori e non necessariamente

quella della Rivista o dell’ACRI

Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze.

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«Il ruolo delle Fondazioni di originebancaria - ha detto il presidente del-l’Acri, Giuseppe Guzzetti - è oggiquello di preziosa “infrastrutturaimmateriale” di un sistema econo-mico e sociale pluralistico, che nonattribuisce esclusivamente all’ammi-nistrazione pubblica la responsabili-tà di perseguire il benessere comu-ne; al contrario, afferma, nella pra-tica, il principio di sussidiarietà edunque l’opportunità che soggettidiversi, anche utilizzando approcci efilosofie differenti, contribuiscanoad affrontare e a risolvere i problemidi tutti… In questo senso, la presen-za di fondazioni private di dimensio-ni significative,come sono leFondazioni diorigine banca-ria, contribuiscea colmare unalacuna rilevantedel nostro siste-ma sociale, com-pletando la strut-tura di un settorenon profit cre-sciuto rapida-mente negli ulti-mi anni e investi-to di sempremaggiori respon-sabilità entro isistemi culturali,di istruzione e diwelfare del no-stro Paese; maanche del sistema economico. Qui lenostre Fondazioni possono svolgereun importante ruolo per lo sviluppo,come loro assegnato dalla Ciampi(legge delega n. 461 del 1998) che,con il successivo decreto applicativo(n. 153/99), ne ha chiarito, al ri-guardo, l’identità e la funzione»...«La recente verifica condotta dal-l’Autorità di Vigilanza sulle Fonda-zioni, il Ministero dell’Economia edelle Finanze, per accertare qualefosse stato l’impatto della crisi fi-nanziaria sui patrimoni delle Fonda-zioni e come gli amministratori

avessero usato la loro piena autono-mia gestionale - ha ricordato Guz-zetti - ha potuto accertare che la ge-stione dei patrimoni è avvenuta nelrispetto dei criteri fissati dallaCiampi: diversificare il rischio, noninvestire in prodotti speculativi e ri-schiosi, generare con continuità neltempo entrate per svolgere la pro-pria missione». E ha sottolineato:«Abbiamo dato una buona prova,come amministratori responsabili, dicorrettezza, di saggezza e di lungi-miranza».«La presenza delle Fondazioni nel-l’azionariato delle banche - ha ag-giunto Guzzetti - è, e continuerà ad

essere, caratterizzata da comporta-menti che, soprattutto nella crisi fi-nanziaria attuale, consentono allebanche partecipate di svolgere la lo-ro attività a sostegno dell’economiareale. Le Fondazioni hanno già datoprova di grande responsabilità: nonhanno esitato a sottoscrivere gli au-menti di capitale resisi necessari persostenere la solidità patrimonialedelle banche; ritengono che debba-no essere utilizzati i bond messi adisposizione dal Ministro dell’Eco-nomia in funzione di una maggioreliquidità da parte delle banche per

finanziare il sistema delle impreseitaliane; non hanno creato problemiper il mancato pagamento dei divi-dendi, sempre a favore del rafforza-mento delle banche di cui sono azio-niste. Peraltro auspichiamo che i no-stri investimenti tornino ad essereremunerati, al fine di poter disporredi mezzi adeguati a finanziare le at-tività filantropiche. Anche in futurofaremo la nostra parte, e la faremofino in fondo: continuando a com-portarci come investitori istituziona-li che non interferiscono nella ge-stione della banca». «Sul fronte specifico delle Casse diRisparmio Spa - ha sottolineato Guz-

zetti - nella crisipresente è stataprovvida la deci-sione del Parla-mento di rimuove-re la norma cheobbligava anchele Fondazioni conpatrimonio nettocontabile non su-periore a 200 mi-lioni di euro, op-pure operanti pre-valentemente inregioni a statutospeciale, a dismet-tere il controllodelle rispettiveCasse Spa. Oggiqueste Casse stan-no operando posi-tivamente a soste-

gno dell’economia produttiva dei lo-ro territori e delle famiglie; e produ-cono utili che, distribuiti alle Fonda-zioni, consentono a queste di non farvenire meno le erogazioni alle lorocomunità.Le Casse di Risparmio Spa, autono-me o all’interno di gruppi, non solohanno mantenuto, ma spesso hannoaccresciuto il proprio posizionamen-to di mercato, innovandosi in termi-ni di offerta di prodotti e servizi, maconservando sempre quel profondoradicamento nel territorio che con-sente loro di fruire al meglio del co-

21° CONGRESSO NAZIONALEACRI

La prestigiosa platea del 21° Congresso Nazionale, a cui hanno partecipato oltre 600 congressisti.

Guzzetti: l’Acri rappresenta e tutela Fondazioni e Casse, organismi che dan-no un forte contributo alla crescita sociale, economica e civile del Paese

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siddetto vantaggio di prossimità. Es-se possono così assistere finanzia-riamente le imprese anche nelle pre-senti eccezionali circostanze - comeauspicato dal Governatore dellaBanca d’Italia Draghi, nelle sue re-centi Considerazioni finali - pur sen-za allentare quella prudenza nell’e-rogazione del credito, che è nell’in-teresse dell’intera nostra economia:in primis dei cittadini che, con fidu-cia, affidano alle banche i loro ri-sparmi».«Le banche italiane non hanno ere-dità pesanti nei loro bilanci - ha det-to molto chiaramente Guzzetti -.Dunque possono, e vogliono - lo sot-tolineo - dare il proprio contributosostanziale alla ri-presa del Paese,finanziando le fa-miglie e le impre-se… Come richie-sto dal Governa-tore Draghi, unadeguamento allivello di altrigrandi stati euro-pei del tasso di de-ducibilità fiscaledelle svalutazionidei crediti (in Ita-lia oggi è pari allo0,3% dei prestiticomplessivi; laparte eccedenteviene rateizzata in18 anni) senz’al-tro aiuterebbe». «Quello che vivia-mo oggi è un momento critico: ilPaese sta attraversando una faseparticolarmente impegnativa, che ri-sente della pesante congiuntura in-ternazionale mentre continuano acrescere i bisogni sia sul fronte delwelfare sia su quello dello svilup-po… Le Fondazioni sono soggetti fi-lantropici, ma anche importanti in-vestitori istituzionali. E come tali ri-sentono della crisi dei mercati finan-ziari. La saggia politica di costituirefondi per la stabilizzazione delle ero-gazioni, che abbiamo seguito negliscorsi anni, quando i rendimenti deinostri investimenti erano particolar-mente elevati, ci consente tuttavia dicontenere l’impatto di questa con-

giuntura sulle nostre erogazioni,proprio perché possiamo attingere aqueste riserve».«Nonostante le difficoltà, stiamopianificando i nostri progetti in mo-do da non penalizzare le due lineeprincipali di intervento: le attività disussidiarietà sociale - quali i proget-ti di integrazione sociale e di soste-gno per le persone più a rischio diemarginazione, come gli immigrati,gli anziani, i disabili, i giovani chevivono nelle periferie degradate -con l’obiettivo di dare un contributoal mantenimento della pace sociale,e quelle più direttamente funzionaliallo sviluppo: in particolare la ricer-ca scientifica avanzata, sulla quale

le Fondazioni stanno facendo impor-tanti sforzi, con eccellenti risultati,non ultimo di contribuire a contra-stare la cosiddetta “fuga dei cervel-li”, creando occasioni occupaziona-li per alti profili professionali.Inoltre - ha aggiunto Guzzetti - uncontributo in questo senso lo diamoanche attraverso l’utilizzo di unaparte dei nostri patrimoni per inve-stimenti a sostegno dello sviluppoeconomico e sociale del Paese. Par-lo di investimenti in infrastrutture, ininiziative di promozione dell’econo-mia locale, spesso a fianco degli En-ti locali nelle public utility, o a livel-lo nazionale e in modo coordinato,come è avvenuto con l’acquisto del

30% del capitale della Cassa Depo-siti e Prestiti Spa da parte di 66 Fon-dazioni. Riguardo a questo posso di-re che - oggi - cose importanti stan-no nascendo, grazie a una profondarevisione della governance e alle re-centi riforme varate dal Parlamento(art. 30 del D.L. 112 del luglio scor-so e art. 22 del D.L. 185/2008, con-vertiti dal Parlamento nelle leggi, ri-spettivamente, n. 133/2008 e n.2/2009), che consentono l’utilizzodelle cospicue risorse del risparmiopostale - peraltro senza assoluta-mente metterle a rischio - per la rea-lizzazione di infrastrutture sui terri-tori: volano di occupazione, ma an-cor più strumento per la competitivi-

tà delle impreseitaliane». «Sempre piùnumerosi sonopoi gli esempidi investimentidelle Fondazio-ni in fondi aforte valenza disviluppo socialee civile, oltreche economico,e di altre inizia-tive stabili peril perseguimen-to dei fini istitu-zionali, come lacreazione di ap-posite societàstrumentali ol’ingresso in so-cietà terze che

operino nei settori di interesse istitu-zionale delle Fondazioni.Parlo dei fondi per le infrastrutture;di quelli per irrobustire la dotazionedi capitale di rischio dei partenaria-ti pubblico-privati; o di quelli di pri-vate equity a sostegno delle piccole emedie imprese; o ancora di quelliper l’housing sociale; e ultimo, manon certo meno importante, del fon-do per il trasferimento dei risultatidella ricerca tecnologica dalle uni-versità alle imprese, quale è TTVen-ture, promosso da diverse Fondazio-ni e la Camera di Commercio di Mi-lano, con l’obiettivo di favorire lostart up di imprese innovative. Que-sti investimenti danno il senso di un

L’interno del Teatro dei Rinnovati, sede del 21° Congresso Nazionale, ripreso dall’alto.

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nuovo percorso nella gestione delpatrimonio che è anche funzionalealla cosiddetta missione istituzionaledelle Fondazioni di origine banca-ria».«Insomma - ha detto Guzzetti - siache operino come investitori istituzio-nali in un contesto di mercato, sia cheoperino come soggetti filantropici, leFondazioni cercano di mettere in attocambiamenti positivi e durevoli per leloro comunità di riferimento, favoren-done la coesione sociale e lo svilup-po, secondo quello spirito della Co-stituzione che ha volto il nostro Paeseverso orizzonti di libertà e di ugua-glianza, di modernizzazione e di soli-darietà, dai quali ci auguriamo cheanche per il futuro non si possa maiprescindere. Senza la coesione socia-le - ha sottolineato - ogni territorio, edunque l’Italia, rischia di perdere lapropria identità e di non riuscire arealizzare una nuova fase di crescita,solida e autentica».Nella seconda parte del suo interven-to il Presidente dell’Acri ha ricorda-to che nella Mozione finale del Con-gresso svoltosi a Bolzano tre anni favennero espresse con forza alcunesollecitazioni: l’abolizione della li-mitazione del 30% del voto delleFondazioni alle assemblee delle ban-

che conferitarie; la revisione del Ti-tolo II del Libro I del Codice Civile;il miglioramento del trattamento fi-scale delle Fondazioni.«La norma della limitazione del30% del voto delle Fondazioni alleassemblee delle banche conferitarieè stata opportunamente abolita dalParlamento - ha segnalato -, mentrei tentativi di riforma del Codice Ci-vile non hanno raggiunto il traguar-do sperato nella passata legislatura,nonostante fosse stata elaborata unaproposta del Mef alla quale abbiamoattivamente collaborato. Nell’attua-le legislatura - ha aggiunto Guzzetti- sono in corso di presentazione pro-poste legislative che chiediamo ven-gano esaminate dal Parlamento.L’attesa delle nostre Fondazioni èche, con la riforma della disciplinadelle persone giuridiche private, es-se siano naturalmente ricompresenel corpo unico proprio degli entinon lucrativi di cui al Titolo II delLibro I del Codice Civile, superandocosì definitivamente la specialitàgiuridica di Fondazioni di originebancaria».Riguardo al trattamento fiscale delleFondazioni, Guzzetti ha ribadito cheè più oneroso che negli altri Paesieuropei; ma che purtroppo, finora, i

tentativi e le iniziative dell’Acri perun miglioramento della situazione avantaggio anche di tutti gli altri entinon profit non hanno sortito un esitopositivo. «Possiamo comprendereche esigenze di bilancio rappresen-tano un elemento non favorevole al-la revisione del trattamento fiscaledelle Fondazioni - ha detto -, ma ri-badiamo che un sistema tributariooneroso riduce le risorse delle Fon-dazioni e le possibilità di erogazionedelle stesse. L’attuale regime di tas-sazione non valorizza il ruolo sussi-diario delle Fondazioni e non appa-re coerente con l’articolo 118 dellaCostituzione».Guzzetti ha poi illustrato alcuni fron-ti di maggior impegno delle Fonda-zioni per i prossimi anni, in primisl’housing sociale. «La sperimenta-zione di singole Fondazioni in que-sto campo - ha detto - ci ha consen-tito di offrire al Governo la propostadi un piano nazionale di edilizia so-ciale che realizzerà nei prossimi an-ni 20.000 alloggi da dare in locazio-ne a canoni ridotti del 40-50% a stu-denti universitari, anziani, giovanicoppie, lavoratori a basso reddito,immigrati con un posto di lavoro.Come ha detto in più occasioni il Mi-nistro Tremonti, e ribadisco: questialloggi si realizzeranno con il fondonazionale promosso da Cdp Spa e ifondi regionali e locali che, su ini-ziative delle Fondazioni, si stannorealizzando in alcune regioni. Inol-tre, è importante segnalare che que-sti alloggi saranno gestiti da sogget-ti non profit, secondo logiche che fa-voriscano la formazione di comunitàcoese e aperte».Un altro fronte continuerà ad esserequello della ricerca scientifica, per laquale Guzzetti, fra l’altro, ha rilan-ciato la proposta avanzata in un re-cente convegno dal Presidente dellaBanca Monte Paschi di Siena, Giu-seppe Mussari, di costituire un “ta-volo” con il Governo (in particolareil Mef e il Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca), leuniversità, le banche e le Fondazio-ni, al fine di definire le priorità stra-tegiche per la ricerca in Italia, met-tendo a frutto anche quella capacitàdi lavorare in rete che le Fondazioni

Da sinistra: Giuseppe Guzzetti, i vicepresidenti dell’Acri Antonio Miglio ed Emmanuele F.M. Emanue-le, Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia.

21° CONGRESSO NAZIONALEACRI

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hanno sviluppato in questi anni.Sul fronte dell’arte e cultura, infine,

tradizionalmente il primo settore diintervento delle Fondazioni, verrà

realizzato un progetto collettivo dav-vero importante: l’intero patrimonioartistico delle Fondazioni di originebancaria sarà messo in rete, consen-tendone la fruizione pubblica.Infine, al Ministro dell’Economia edelle Finanze, Giulio Tremonti, cheera presente in qualità di relatore al21° Congresso, Giuseppe Guzzettiha dato atto che in questi ultimi annitra il Mef e le Fondazioni si è instau-rato un clima di reciproco rispetto edi fiducia. «Do atto che questo ri-spetto e questa fiducia ci sono stati -ha detto -; per tre anni abbiamo po-tuto lavorare con tranquillità e sen-za alcuna indebita interferenza, ri-scuotendo il consenso e l’apprezza-mento delle nostre comunità». ■

* Responsabile Comunicazionee Ufficio Stampa Acri

21° CONGRESSO NAZIONALEACRI

In occasione del 21° Congressol’Acri ha commissionato a Ipsosun sondaggio presso la popola-

zione italiana adulta sulla percezio-ne degli Italianiriguardo all’“Identità delPaese” e su qua-le ruolo possa-no giocare inessa il terzo set-tore e le Fonda-zioni. Ne risultache l’Italia è unpaese che credenecessaria un’i-dentità che uni-sca, ma che siaspetta disatte-so questo biso-gno.L’81% degli Ita-liani crede ne-cessaria per ilPaese un’identi-tà che unisca,ma parimenti lametà del campione segnala che que-sto bisogno di identità è disatteso e

teme che lo sarà sempre più nel tem-po: nei prossimi 20 anni i più si at-tendono un affievolirsi dell’unità delPaese (36%), cui si contrappone il

24% di coloro che ritengono che l’I-talia sarà un paese più unito, con una

maggiore e più condivisa identità difondo (per il 30% sarà più o menocome oggi, il 10% non si pronuncia).Peraltro la maggior parte degli inter-

vistati (60%)identifica l’iden-tità nazionale inun passato ricco eimportante, cheha lasciato traccedi sé nelle città enella capacità dicreare arte e cul-tura: un passato,questo, che moltiritengono ancoravivo e vitale e chele Fondazioni,con i loro inter-venti anche a fa-vore dell’arte,della cultura, del-l’architettura edel paesaggio,contribuiscono arendere tuttorafertile.

L’indagine, di cui a seguire vengonoillustrati nel dettaglio i risultati, è

Cosa pensano gli italiani dell’identità del PaeseIndagine Acri-Ipsos

Un momento di intrattenimento musicale nel corso della Serata di gala svoltasi in Piazza Duomo.

Da sinistra: Antonio Patuelli, vicepresidente dell’Acri, e Corrado Faissola, presidente dell’Abi.

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7maggio-giugno 2009

21° CONGRESSO NAZIONALEACRI

stata realizzata a cavallo dei mesi diaprile e maggio 2009, tramite inter-viste telefoniche con tecnologia CA-TI - Computer Assisted TelephoneInterviews, ed è stata arricchita dialcuni dei risultati di altre indaginicondotte da Ipsos nel 2009 su temianaloghi e nel 2005 e 2007 per l’A-cri in merito alla notorietà delleFondazioni. Per realizzare la ricerca,sono state svolte 800 interviste pres-so un campione rappresentativo del-la popolazione italiana adulta, strati-ficato in base ai criteri di area geo-grafica, ampiezza del centro, sessoed età.

L’identità italiana: tante radici

L’identità di un paese è molto impor-tante per la gran parte degli Italiani(81%), addirittura fondamentale perpiù di 1 italiano su 2 (54%); questorisultato è trasversalmente percepitonelle diverse aree geografiche e ri-spetto al livello di istruzione (non cisono differenze legate al titolo distudio): l’importanza dell’identitàtende comunque ad essere più avver-tita tra le persone di maggiore età (èfondamentale per il 59% degli“over” 45 anni, e solamente per il38% dei minori di 25 anni). Una mi-noranza (19%) ritiene il tema dell’i-dentità un elemento scarsamente im-portante per la vita di un paese, per-centuale che seppur bassa non è datrascurare, in particolare perchè siconcentra nel Nord-Est e nel CentroItalia. L’avvertito bisogno di un’i-dentità di fondo è spesso disattesodalla realtà quotidiana: la metà degliItaliani ravvisa l’assenza di un’iden-tità che unisca. Infatti, il 24% degliItaliani ritiene che di identità non cene sia affatto, vede il Paese come uncoacervo confuso di idee, valori,identità differenti; a questo 24% siaggiunge il 26% di coloro che riten-gano l’Italia dominata da varie iden-tità in contrasto tra loro, la cui com-presenza è la fonte di immobilismodel Paese. Si contrappone a questi unesiguo 18% (il gruppo minoritario)che ritiene invece che l’identità inItalia ci sia, e il 25% che, pur perce-pendo la presenza di identità diffe-

renti, la valuta come un elemento diricchezza per il Paese, in grado disvolgere un’azione benefica: è da ri-marcare che i più fiduciosi circa lapresenza di identità positive in Italiasono i laureati (63%). Analizzando congiuntamente il bi-sogno di identità e l’effettiva presen-za della stessa, troviamo che per un40% di Italiani che avvertono il bi-sogno di un’identità di fondo, e inqualche modo lo vedono realizzato,c’è un 45% di delusi dalla mancanzadi identità, anche se la riterrebberoutile e necessaria (il 15%, invece,non ne ravvisa l’importanza).In quali radici affonda l’identità ita-liana? Quali elementi caratterizzanotale identità, specie tra coloro che lariconoscono? Quasi il 60% del Pae-se identifica la propria identità in unpassato ricco e importante, che halasciato tracce visibili di sé nelle cit-tà e nella capacità degli Italiani, qua-le tratto caratteristico, di creare artee cultura. Un passato di produzioneculturale che quindi per la maggiorparte degli Italiani è ancora vivo evitale: l’identità italiana è caratteriz-zata per i più (30%) dal fatto di vi-vere in un Paese d’arte e di cultura,con una storia importante (18%),che ha anche abbellito il territorio dimonumenti e bellezze architettoni-che (11%). Segue la percezione diessere un Paese che ha nelle propriecaratteriste la qualità della vita (con-

siderata dai più migliore rispetto aquella delle altre nazioni europee),la capacità degli Italiani di godersile esperienze, in particolare quellelegate all’enogastronomia (questiaspetti sono gli elementi comuni peril 19% dei rispondenti). Troviamo,poi, quale tratto unificante, la bel-lezza di un territorio paesaggisticobaciato da un clima mite e ideale perviverci (15%); aperto verso gli altri,con persone alla mano, semplici efacili ai rapporti (15%). Chiude qua-le tratto unitario (citato dal 13% deirispondenti) l’aspetto ambivalentedi sapersi arrangiare comunque, ma-gari facendo i furbi, insomma di ca-varsela, in un modo o nell’altro. Ri-guardo al senso civico e al rispettodelle regole quasi il 70% degli Ita-liani ritiene di vivere in un paesenettamente svantaggiato rispettoagli altri principali paesi europei. Per gli Italiani, quindi, l’Italia è unpaese che avverte il bisogno di iden-tità e trova la propria fonte di iden-tità soprattutto nella sua capacità difruire e creare quella cultura di cuila storia sembra aver fatto lascito,anche se spesso si riscontra un sen-so di delusione per la divisione nelPaese. Le aspettative per il futuro non sonorosee: nei prossimi 20 anni i più siattendono un affievolirsi dell’unitàdel Paese (36%), cui si contrapponeil 24% di coloro che ritengono che

L’accoglienza dei tamburini alla Certosa di Pontignano.

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8 maggio-giugno 20098

21° CONGRESSO NAZIONALEACRI

l’Italia sarà un paese più unito, conuna maggiore e più condivisa identi-tà di fondo (per il 30% sarà più omeno come oggi, il 10% non si pro-nuncia). Solo coloro che già paionoravvisare oggi questa identità sonopiù ottimisti circa l’identità futuradel Paese; mentre sono pessimisticoloro che oggi già non ravvisanodelle identità positive. È interessan-te notare come tra coloro che ad og-gi pensano sia una ricchezza quelladi vivere in un paese con molte iden-tità, sia prevalente il numero di pes-simisti sugli ottimisti circa il futurodelle identità nazionali: per il 37%di questi in futuro l’Italia sarà unpaese meno unito, a fronte di un23% che ipotizza in futuro una mag-giore unità del Paese.Nella mente degli Italiani l’identitàpotrebbe essere una radice per il fu-turo, ma il timore che il futuro possarecidere le proprie radici identitarieè assai forte.

Il terzo settore e le Fondazioni:un lavoro per le identità

In una situazione quale quella de-scritta, il terzo settore gode tuttora diuna buona reputazione, superiore aquella delle altre istituzioni: ha subi-

to la generalizzata flessione di fidu-cia nel 2007/2008, ma si è pronta-mente ripreso per tornare su livellidi fiducia analoghi a quelli del 2006(72% di fiduciosi nel 2009, contro il74% del 2006). Negli anni la cono-scenza del terzo settore si sta asse-stando: nel 2009 registriamo un50% di Italiani che dichiara di cono-scere bene o discretamente il terzosettore (erano il 41% nel 2007). Gli Italiani si rendono conto che percoloro che hanno bisogno, e per i“luoghi” nei quali il mercato non en-tra con la propria carica di risorse,molto deve essere ancora fatto: peril 58% si fa poco e si dovrebbe faredi più; per 32%, pur facendosi mol-te attività, altrettante dovrebbero es-serne fatte. Il terzo settore si trova quindi in unmomento cruciale: da una parte c’èmolta fiducia nelle sue capacità, dal-l’altra è avvertito il bisogno di un in-tervento maggiore nelle aree margi-nali, ove il privato non entra se nontangenzialmente, e dove c’è la per-cezione che anche lo Stato sarà co-stretto ad entrare in modo più ampioche in passato, pur scontando un li-vello di fiducia al riguardo inferiorealle associazioni del terzo settore. Èda notare come per i laureati le cosesiano assai diverse: per il 33% lo

Stato ridurrà il pro-prio intervento, e so-lamente per il 14% loincrementerà; vice-versa per il totale del-la popolazione il 23%lo ridurrà mentre peril 33% lo incremente-rà. Le Fondazionisembrano giocare unruolo sempre più im-portante come sog-getto di rilievo delterzo settore: capace,oltre che di fornirestrumenti finanziari,di avere un ruolo diindirizzo nei territoridi propria competen-za. Le Fondazioni so-no ritenute soggetti ingrado di operare perl’unità del Paese, inquanto attivamente

impegnate in quegli ambiti percepitidagli Italiani come fra i principalielementi d’identità nazionale: l’artee la cultura, il suo patrimonio stori-co e architettonico. Negli anni la conoscenza delle Fon-dazioni tende a crescere: era l’8%nel 2005, è cresciuta al 20% nel2007, è al 24% nel 2009.Gli Italiani sono sostanzialmentesoddisfatti dell’attività svolta dalleFondazioni: il 65% ne ha un giudi-zio positivo a fronte di un 29% disoggetti più critici. Parimenti rimaneampio il consenso verso il “model-lo” organizzativo della Fondazione -ovvero investitore istituzionale do-tato di un ampio patrimonio che in-veste in maniera fruttifera in mododa ottenerne risorse da erogare a so-stegno di settori di interesse colletti-vo - e al ruolo che svolge nella so-cietà (60%).Per la maggioranza di coloro che co-noscono le Fondazioni esse danno undiretto contributo nel formare l’iden-tità italiana (49% vs 47% che non ri-tiene che abbiano un ruolo in tal sen-so); questo percepito risulta ancorpiù forte in quei territori dove le Fon-dazioni sono presenti in modo diret-to: il dato infatti è pari al 55% nelNord Ovest, al 52% nel Nord Est, perscendere al 41% nel Sud Italia. ■

Spettacolo di sbandieratori alla Certosa di Pontignano, dove si è svolto il prenzo conclusivo del 21° Congresso.

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9maggio-giugno 2009 9

SANITÀDAL SISTEMA

Università di Parma, FondazioneCariparma e Emergency insieme percombattere la malnutrizione infanti-le in Africa. Determinante l’operadei medici specializzandi in Pedia-tria di Parma. Bilancio del primoanno di intervento all’ ospedale diEmergency a Goderich.

Ad un anno dall’inizio del pro-getto “Trattamento dellamalnutrizione grave e pre-

venzione della malnutrizione nellapopolazione infantile di età inferioreai 5 anni in Sierra Leone”, la “Pappadi Parma” ha soccorso circa un cen-tinaio di bambini gravemente denu-triti. Ideato da alcuni docenti dell’U-niversità degli Studi di Parma, l’ini-ziativa ha coinvolto la Scuola diSpecializzazione in Pediatria, docen-ti delle Facoltà di Medicina, Agrariae Ingegneria assieme allo staff delCentro Pediatrico di Emergency aGoderich, in Sierra Leone; determi-nante il sostegno della FondazioneCariparma, già intervenuta in favoredel programma di trattamento delleustioni all’esofago causate nei bam-bini dall’ingestione di soda caustica,sempre presso il Centro Chirurgicodi Emergency a Goderich.Il progetto è intervenuto su di un da-to allarmante: in Sierra Leone il 38%dei bambini al di sotto dei 5 anni èdenutrito (dati UNDP - United Na-tion Development Program - Report

2007) e ha scar-se possibilità disopravvivenza.La “Pappa diParma” è un ali-mento ipercalo-rico e iperprotei-co per bambinidenutriti, pensa-to per poter es-ser preparato di-rettamente in lo-co, con alimentifacilmente dis-ponibili: il pro-dotto, cremoso e dolce, si è rivelatoesser particolarmente apprezzato,rassicurando i genitori per il fattoche può esser preparato con prodottiacquistati al mercato locale. Nell’ar-co di 14-30 giorni i bambini denutri-ti, alimentati con la “Pappa di Par-ma”, hanno recuperato il proprio pe-so corporeo raggiungendo i valorinormali in maniera duratura.Il programma nutrizionale è statorealizzato grazie all’invio al Centropediatrico di Goderich di Medicispecializzandi in Pediatria, che han-no affiancato il personale di Emer-gency nelle attività assistenziali: lesei Specializzande hanno trascorso3-4 mesi al Centro pediatrico di Go-derich dove hanno iniziato la produ-zione della “Pappa di Parma” inse-gnando a medici e infermieri comeprepararla, confezionarla in “bolle”

di plastica e somministrarla.Hanno inoltre prestato assistenza pe-diatrica ai centinaia di bambini cheogni giorno affluiscono agli ambula-tori dell’ospedale di Goderich, rea-lizzando così un’esperienza profes-sionale di alto livello, collaborandocon il Pediatra internazionale diEmergency nella cura dei piccoli pa-zienti. Diverso il comportamento deibambini alimentati con le sole proce-dure del Feeding Program (circa140): con questo intervento, sostenu-to anch’esso grazie al sostegno diFondazione Cariparma, gli specializ-zandi pediatri di Parma hanno svoltoun’intensa opera di educazione ali-mentare, aiutando le famiglie a pre-parare i pasti utilizzando prodotti lo-cali, facilmente reperibili al mercatoo sul territorio. La povertà, l’analfa-betismo, la rassegnazione, la man-canza di alternative portano infattimolto spesso le famiglie, in partico-lare le donne, a “non fare scelte”, adaccettare tutto, anche di “alimentare”il proprio bambino con sola acqua.Nei bambini seguiti con il Feedingprogram, il recupero del peso è statopiù lento e in alcuni di essi non è av-venuto, al punto che hanno dovutoessere alimentati con la “Pappa diParma” raggiungendo infine l’obiet-tivo della normalità. ■

* Ufficio Stampa dellaFondazione Cariparma

Fondazione CARIPARMA

La Pappa di Parma in aiuto dei bambini della Sierra Leonedi Giovanni Fontechiari*

Centro pediatrico di Goderich.

Ospedale di Goderich.

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10 maggio-giugno 200910

La Commissione Beni Culturalidell’ACRI dal 2007 ha avviatoil progetto di catalogazione fi-

nalizzato al censimento delle colle-zioni d’arte delle Fondazioni con l’o-biettivo di realizzare la catalogazionedelle opere presenti nelle varie rac-colte di proprietà delle Fondazioni ecostituire una banca dati di informa-zioni da mettere in rete, nell’area ri-servata sul sito dell’Acri. La catalo-gazione ha forma di banca dati e pre-vede la messa in rete delle immaginie dei dati sintetici relativi a dipinti,sculture, disegni e ceramiche. Loscopo è di rendere fruibile, nel modopiù semplice possibile, le informa-zioni sull’entità, la natura e la com-posizione delle raccolte d’arte delleFondazioni, le quali necessitano sem-pre più di acquisire notizie per le lo-ro attività nel settore dell’arte e dellacultura. Il progetto consente non solodi sviluppare una maggiore coopera-zione tra le associate per iniziativecomuni, ma permette altresì unamaggiore diffusione delle conoscen-ze e informazioni sull’entità e sul va-lore del patrimonio dei beni culturalidelle Fondazioni. Dopo il positivoandamento della fase sperimentalecon la schedatura delle Collezionid’arte delle Fondazioni dell’EmiliaRomagna (a cura di Patrizia Rossidella Fondazione Cassa di Risparmiodi Cesena), la Commissione ha deci-so, infatti, di estendere la cataloga-zione sull’intero territorio nazionale,privilegiando la scala regionale di in-tervento, che consente di mettere inopera l’attività man mano che se necreano le condizioni e dunque tenen-do conto della necessaria flessibilità.L’impianto organizzativo quindi sibasa sul coordinamento nazionale(Acri) che svolge il ruolo di raccordofra le diverse realtà regionali e orga-nizza la raccolta dei dati delle opered’arte e il coordinamento territorialeil quale, attraverso la consulta/ asso-ciazione regionale o attraverso unafondazione capofila, svolge un’atti-

vità di promozione e legittimazionedel progetto e organizza la raccolta el’immissione dei dati. Nel prosieguodella catalogazione sul territorio na-zionale, la prima fase di lavoro èconsistita nell’analisi del progettoemiliano-romagnolo e nella realizza-zione di una nuova maschera di inse-rimento dati arricchita di dizionaridirettamente desumibili dai vocabo-lari di controllo dell’Istituto Centraledel Catalogo (ICCD) del Ministeroper i beni e le attività culturali (Mi-bac). Al fine di testare l’efficaciadelle modifiche apportate alla ma-schera di immissione dati sono stateinserite le opere della collezioned’arte della Fondazione di Gorizia.Nel gennaio 2009 è stata avviataquindi la catalogazione delle operedelle collezioni delle Fondazioniabruzzesi, di quelle toscane e dellaFondazione Cassa di Risparmio diBolzano. Dopo la verifica del fun-zionamento tecnico del supporto in-formatico si è dato avvio alla forma-zione dei coordinatori territoriali. Atale proposito è stato elaborato unsupporto manualistico basato sullanormativa ICCD e aggiornato sulleesigenze e sui parametri del databa-se del progetto. In generale, il per-corso formativo prevede un incontrocollettivo tra i coordinatori territoria-li e il coordinamento centrale in cuivengono illustrate le linee generalidel progetto, le funzioni specifiche

del programma e realizzate una seriedi esercitazioni; a questo segue unaformazione continua a distanza attra-verso il collegamento diretto tra ca-talogatore e coordinamento centrale. È in corso di realizzazione la catalo-gazione delle collezioni delle Fonda-zioni delle Marche, dell’Umbria,della Fondazione Cariplo e dellaFondazione Banco di Sicilia. Paral-lelamente all’attività ordinaria di ca-talogazione, saranno organizzati al-cuni incontri diretti alla promozionedel progetto, per coinvolgere le Fon-dazioni che ancora non hanno aderi-to all’iniziativa, al fine di conseguiregli obiettivi individuati. In uno degliultimi incontri con la fondazione Ca-riplo, ad esempio, si è pensato con ladirezione della fondazione di svilup-pare un’efficace e fattiva collabora-zione tra Acri e Fondazione Cariploal fine di creare in rete, tra i due siti,un collegamento con opere d’arte dicollezioni di altre Fondazioni affiniad opere presenti nella collezionedella Fondazione lombarda.L’obiettivo è quello di fornire all’u-tente esterno (studente, conoscitore oprofessionista) un supporto per ap-profondire attraverso il confronto deidati e delle immagini un possibilepercorso storico e scientifico dell’ar-tista e dell’opera d’arte. ■

* Coordinatrice Commissione per leAttività e i Beni Culturali - Acri

Commissione per le Attività e i Beni Culturali - ACRI

La catalogazione delle collezioni d’Arte delle Fondazionidi Elisabetta Boccia*

ARTE E CULTURAACRI

L’Home page della banca dati.

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11maggio-giugno 2009 11

Per la prima volta, in un unicopercorso espositivo, GORIZIAsi arricchisce di una nuova e

suggestiva proposta la grande mo-stra “Quegli anni Cinquanta. Colle-zioni pubbliche e private a Trieste eGorizia”, promossa dalla Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Gorizianegli spazi espositivi di Palazzo Del-la Torre, fino al 2 agosto 2009 resta-no visitabili le opere appartenenti adue collezioni pubbliche - quelle del-l’Università degli Studi di Trieste edel Civico Museo Revoltella di Trie-ste - e ad una privata, la collezioneEugenio Giletti dedicata all’artistaLuigi Spazzapan, oggi di proprietàdella Fondazione Carigo. Si tratta di una mostra che ne contie-ne molte altre: per invitare il pubbli-co a conoscere, scoprire o ritrovareartisti di riferimento del nostro tem-po, ma anche ad interrogarsi intornoall’evoluzione dell’arte, dagli ultimidecenni ai nostri giorni.Un omaggio all’arte, che si proponeal tempo stesso come occasione estrumento di attiva fruizione: da que-sta premessa si enuclea il progettoespositivo “Quegli anni Cinquanta.Collezioni pubbliche e private aTrieste e Gorizia”, la mostra pro-mossa dalla Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Gorizia negli spazi espo-sitivi di Palazzo Della Torre, doveper la prima volta in un unico allesti-mento, si troveranno riunite, dal 3aprile al 12 luglio 2009, le opere ap-partenenti a due collezioni pubbliche- quelle dell’Università degli Studidi Trieste e del Civico Museo Revol-tella di Trieste - e ad una privata, lacollezione Eugenio Giletti dedicataall’artista Luigi Spazzapan, oggi diproprietà della Fondazione Carigo.Un percorso di oltre un centinaio diopere, ideato per indagare e ritrovarecon sguardo “attivo” la pittura deglianni ’50 e molti dei suoi più autore-voli esponenti, opportunità peculiaredi riflessione sull’arte moderna in un

confronto virtuale con ilpostmoderno: una “mo-stra nella mostra”, dun-que, che richiama anche larassegna d’arte italianacontemporanea ideata erealizzata a Trieste nel1953 dall’Ateneo triestinoe dalla Soprintendenza eriproposta lo scorso annodall’Università degli Stu-di di Trieste. Da questocoinvolgente intreccio dicorrispondenze emerge-ranno, nel ricco percorsoespositivo, molte persona-lità artistiche d’eccezione:da Luigi Spazzapan alGruppo degli Otto, e natu-ralmente Afro, AntonioCorpora, Mattia Moreni,Giuseppe Santomaso edEmilio Vedova, membridello storico gruppo, e lealtre espressioni artistichedi quel periodo, come Fe-lice Casorati, AntonioDonghi, Carlo Sbisà, Mi-no Maccari, Marcello Ma-scherini, Domenico Can-tatore ed Enrico Prampo-lini, in un avvincente iti-nerario di materia e colo-re. Sullo sfondo, appunto,“quegli anni ’50”: anniformidabili e frenetici, diincalzante ricostruzione economicadel Paese e di vivacissima ripresaculturale oltre che materiale.Anni in cui la pittura si fa materiadinamica di sperimentazione e con-fronto: le prime tre Biennali di Ve-nezia del dopoguerra testimoniava-no lo spirito dei tempi e la mostra al-lestita a Trieste nel 1953, quando lacittà era ancora separata dal territo-rio nazionale, divenne esempio dilungimiranza culturale e politica. In questa prospettiva, ideale anellodi congiunzione fra le tre manifesta-zioni - Trieste 1953 e 2008, Gorizia

2009 - diventa la figura del grandecritico d’arte Lionello Venturi, auto-re della prolusione alla mostra diTrieste 1953, capace di guardare al-l’arte come all’elemento che trasfor-ma il transitorio in durevole. Unachiave di lettura che ci può finalmen-te portare, oggi, spettatori della mo-stra “Quegli anni Cinquanta” 2009, aindagare, intorno all’’opera e al suogiudizio, un criterio articolato e nonmeccanicamente ancorato alle logi-che di mercato, per valutare se la ca-pacità di “durare nel tempo” - comeappunto sosteneva Venturi - sia tutto-

Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

Quegli anni Cinquanta, collezioni pubbliche e privatea Trieste e Goriziaa cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

collezioni pubbliche eprivateaTrieste eGorizia

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

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12 maggio-giugno 200912

ra la cartina di tornasole dell’operad’arte. A scandire il percorso espositivo, cu-rato da Giuliano Bon, Elisa Plesnicare Elena Vidoz con il coordinamentodi Rossella Fabiani, Maria MasauDan, Manuela Montagnari Kokeljnell’allestimento di Comunicarte,saranno quindi molteplici intrecci:non ultimo l’approccio alle dinami-che del “collezionismo d’arte”, ere-dità preziosa di un antico mecenati-smo, che la società attuale raccoglieper il tramite di Musei, Università eFondazioni: “moderni mecenati” cheoperano oggi in funzione di un’offer-ta culturale sempre più profonda,diffusa e continuativa.La mostra “Quegli anni Cinquanta.Collezioni pubbliche e private aTrieste e Gorizia” vede infatti la col-laborazione della Fondazione Carigocon l’Università degli Studi di Trie-ste, la Soprintendenza per i Beni Sto-rici Artistici e Etnoantropologici diTrieste e il Civico Museo Revoltellai quali, mettendo a disposizione ilprecedente progetto espositivo del2008, hanno contribuito in modo de-

terminante alla realizzazione dell’e-vento. E come sottolinea il presidente dellaFondazione Cassa di Risparmio diGorizia, Franco Obizzi, «L’iniziativarientra in un vasto programma intra-preso dalla Fondazione Carigo alloscopo di poter offrire alla collettivitàlocale eventi di elevato valore artisti-co e culturale per una promozionesocio-culturale utile allo sviluppoeconomico della città, capace di su-scitare l’interesse di studiosi e ap-passionati e di offrire, contestual-mente, un valido strumento educati-vo e di formazione».In questa direzione si colloca anchela possibilità di ammirare i dipinti diLuigi Spazzapan in veste nuova, inun contesto denso di rimandi e con-taminazioni: a conclusione del cor-pus storico della collezione Giletti,la Fondazione presenterà in primavisione assoluta le sue due ultime ac-quisizioni: le opere di Luigi Spazza-pan Ritratto del giovane Mastroian-ni del 1936 e L’attesa del 1948, que-st’ultima recante, sul retro, il dise-gno All’arma bianca del 1941. ■

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

La serata “Firenze per l’Abruz-zo” oltre ad aver allietato nel-la notte di San Giovanni un

migliaio di ospiti, permetteranno oraal dinamico ristoratore UmbertoMontano di consegnare nelle manidel sindaco di Santo Stefano a Ses-sanio ventimila euro. Obiettivo: av-viare la ricostruzione della Torremedicea distrutta dal terremoto. Inumeri sono stati comunicati ieri da-gli organizzatori dell’evento e dalnotaio Francesco Steidl e, fatto mol-to apprezzabile di questi tempi, indi-cano in modo trasparente le voci inentrata e quelle in uscita. Nel com-plesso, le libere donazioni destinateal comune aquilano sono state di29.120 euro, mentre le spese vivesostenute per la realizzazione dellafesta sono state di 10.664 euro. Re-stano dunque per incominciare a

rendere operativo il progetto di re-stauro 18.456 euro che lo stessoMontano porterà a ventimila conun’integrazione volontaria. Il contointestato al “Comitato Firenze perl’Abruzzo” presso l’agenzia dellaCassa di Risparmio di Firenze diPiazza della Signoria 20/r resteràancora aperto per accogliere even-tuali nuovi versamenti, indispensa-bili per la totale ricostruzione dellatorre. Per quanti volessero contribui-re con dei bonifici bancari l’IBAN èI0616002846000014401C00. Va ri-cordato che il Comune di Santo Ste-fano di Sessanio è uno dei 183 bor-ghi di montagna considerati tra i piùbelli d’Italia e perciò tanto più biso-gnoso di tutela. Fino a metà del Cin-quecento appartenne con il suo terri-torio alla famiglia Piccolomini chepoi la cedette al Granduca France-

sco de’ Medici. Il Comune posto a1251 metri sul livello del mare è al-l’interno del Parco Nazionale delGran Sasso e per secoli è stato cen-tro di transito nella transumanza del-le greggi che andavano a svernarenel Tavoliere pugliese.La Torre di cui Firenze vuole finan-ziare la riedificazione è detta de’-Medici, ma in realtà è precedente alloro arrivo in Abruzzo essendo stataeretta agli inizi del Trecento.Dalla sua sommità prima del crollosi poteva spaziare a vista d’occhiosu una parte incredibilmente vastad’orizzonte: dalla Maiella ai Montidella Laga.Ed è per garantire al mondo questapossibilità che gli organizzatori di“Firenze per l’Abruzzo” ripetono aifiorentini il loro appello a donare,ancora, con generosità. ■

Ente Cassa di Risparmio di FirenzeVentimila euro per ricostruire la Torre dei Medici

A Santo Stefano di Sessanio in AbruzzoBilancio della kermesse di beneficenza (con fochi) al Giardino Bardini

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13maggio-giugno 2009

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Con il patrocinio della FondazioneCassa di Risparmio in Bologna incollaborazione con la Biblioteca Co-munale dell’Archiginnasio si è appe-na concluso un ciclo di conferenzesugli scavi del Dipartimento di Ar-cheologia dell’Università di Bolo-gna.

Scopo principale di questo ciclodi conferenze è stato quello dicomunicare i risultati raggiunti

dal Dipartimento di Archeologia e,attraverso di essi, fare luce sulle vi-cende del nostro passato per com-prendere meglio le relazioni storichee culturali che sperimentiamo nelpresente. Le ricerche del Dipartimento di Ar-cheologia dell’Università di Bolognahanno conseguito infatti risultati sto-rici di notevolissimo spessore, chepongono l’Ateneo ai vertici interna-zionali nel settore per numero e im-portanza dei cantieri di scavo, con-dotti secondo le più aggiornate pro-spettive storiche e metodologie im-postate sull’interdisciplinarità.Gli scavi archeologici e le ricogni-zioni topografiche in Italia spazianodalla preistoria e protostoria alla fase

p r o p r i a m e n t eitalica, alle fasitardo antica emedievale. Seb-bene l’area privi-legiata dalle ri-cerche sia quellapadano adriatica,anche il versantetirrenico vedeimportanti scavi:da Marzabotto aPompei a Classe si vengono progres-sivamente aggiungendo fondamenta-li tasselli alla ricostruzione storicadel nostro Paese e alla valorizzazio-ne del nostro patrimonio culturale.La vocazione mediterranea della ri-cerca storico archeologica nel nostroAteneo è testimoniata, in ambito in-ternazionale, da numerose iniziativesu siti di grande importanza in Fran-cia, Albania, Grecia, Turchia, Siriaed Egitto, in un arco cronologicocompreso tra l’Età del Bronzo e lefasi bizantina e antico islamica.In Oman e Asia centrale, inoltre, va-ri progetti studiano la successionedelle fasi culturali in aree cruciali perle relazioni tra Oriente e Occidente.L’archeologia, sempre sospesa tra

identità e alterità, tra la ricerca ditratti a noi comuni e lo specchiarsi inculture “altre” da noi, rappresentaprobabilmente uno dei mezzi più ef-ficaci di dialogo tra i popoli, tantopiù in una fase storica così comples-sa come l’attuale. Alle conferenze sono intervenuti:Lunedì 4 maggio, Giuseppe Passa-telli, La città etrusca di Marzabotto;Andrea Augenti, Il porto e la città diClasse; Maria Teresa Guaitoli, S.Maria Maggiore e l’archeologia ur-bana a Trento.Lunedì 11 maggio, Daniela Scagliari-ni e Antonella Coralini,“Vesuviana”:Pompei ed Ercolano;Daniele Vitali, I Celti a Montebibele;Giuseppe Lepore, La città romana diSuasa;Lunedì 18 maggio, Nicolò Marchet-ti, Tilmen, una capitale dell’Età delBronzo in Turchia; Sandro De Ma-ria, Phoinike, città greco-romana inAlbania; Raffaella Farioli e IsabellaBaldini, Basiliche bizantine a Cretae a Kos in Grecia;Lunedì 25 maggio, Sergio Pernigot-ti, Bakchias, centro tolemaico inEgitto; Maurizio Cattani, Ras el-Hadd, villaggio calcolitico di pesca-tori e navigatori in Oman; MaurizioTosi, Lothal, porto della civiltà del-l’Indo;Mercoledì 3 giugno, Maurizio Tosi ecollaboratori, Città e nomadi in AsiaCentrale (Uzbekistan, Turkmenistan,Kazakhstan). ■

Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Archeologia Bolognaa cura dell’Ufficio Stampa della Fondazione

Suasa foto aerea.

Tomba Oman.

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14 maggio-giugno 2009

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

Nn una lettera del 27 gennaio1980 lo scrittore Fabio Tom-bari si chiedeva: “perché il

più grande pittore “francese” di na-ture morte, Charles Magini, che natoa Fano e mai mosso da Fano è inter-nazionale?”. E subito si rispondeva:“perché fanese, perché apporta allamensa comune il sapore della pro-pria terra”. Tombari si spiegava edesemplificava così: “si è universalisoltanto se si resta legati alle proprieorigini quindi “Madonne di Urbino eBanane del Congo perché se al con-vivio universale si apportassero, co-me purtroppo avviene :”Madonnedel Congo e Banane di Urbino…”. Esu Magini aveva certamente ragionese consideriamo che proprio la suagrandezza come pittore di naturemorte aveva fatto escludere la suaprovenienza da Fano. Un pittore co-sì bravo non poteva che essere nato ecresciuto in Francia. Lo stesso Carloaveva d’altra parte facilitato l’equi-voco scrivendo in un cartiglio: “ AMonsieur Charles Magini, peintre inFano”. Dopo la grande Mostra fio-rentina del ‘22 sulla pittura italianadel ‘600 e del ‘700 l’attenzione neiconfronti di questo eccellente pittorediventò spasmodica. Le attribuzionisi sommarono alle attribuzioni ed ilrisultato fu una grande confusioneperché in realtà artisticamente esiste-vano due Magini: il mediocre pittoredei ritratti e delle copie d’autore ed ilgrande autore di “Nature morte”. Fi-no a ieri qualcuno non aveva timore

di azzardare ipotesi fan-tasiose, soltanto le ricer-che d’archivio hanno fi-nalmente spazzato via lapolvere che si era deposi-tata sulla vita e l’opera diquesto grande ed infeliceartista. I documenti loprovano, nessun caso diomonimia, è esistito unsolo Carlo Magini nato a Fano nel1720 e morto sempre a Fano nel1806, dove aveva vissuto la sua inte-ra esistenza con l’unica eccezione diun anno dal 1742 al 1743 passato aRoma. Rimane insolubile il misterodi come egli riuscisse a dare la vitaagli oggetti inanimati ed a spegnerequella degli esseri umani o celestiche fossero. Certo è che la sua famaè in crescendo ed il mercato con es-sa. L’inizio dell’aumento vertiginosodelle quotazione delle opere di CarloMagini ha una data ed un luogo pre-cisi: Londra 2005 quando all’astaChristie’s dell’8 luglio due Naturemorte provenienti da una collezioneprivata di Macerata ma passate diproprietà della Foundation of DoctorGustav Rau partirono da una quota-zione massima di 130 mila euro cia-scuna. Sempre Christie’s pochi mesidopo mise all’asta un’altra Naturamorta partendo da una base massimadi 180 mila euro. Ma il top non erastato ancora toccato. La più impor-tante Fiera d’Antiquariato del 2006vedeva messe in vendita due stupen-de “Nature morte” provenienti da

Montecarlo allamodica cifra di550 mila euro.Christie’ di Lon-dra infine ha giàpreannunciatouna asta di “Na-ture morte” delMagini a NewYork. Il poverosfortunato pitto-re fanese gira ilmondo e la suafama ha rag-giunto verticiinimmaginabilisoltanto cin-quanta anni orsono quando la

sua opera di naturomortista era deltutto ignota Il grande storico dell’ar-te Pietro Zampetti ha documentatonel mondo, in collezioni prestigiosis-sime, l’esistenza di 98 “Nature mor-te”. Ben 11 di esse sono di proprietàdella Fondazione Cassa di Rispar-mio di Fano a dimostrazione dellalungimiranza dei suoi amministrato-ri e della attenzione sempre dimo-strata nei confronti della produzioneartistica dei grandi autori del territo-rio. Quando ho avuto la fortuna diaccompagnare a Fano la direttricedel Museo Puskin di Mosca che van-tava di avere nel suo Museo due ope-re del Magini ho visto abbassarsi lasua mascella inferiore di fronte a tan-ta bellezza.Tutte le “Nature morte” sono com-poste con lo stesso schema severo,letteralmente agli antipodi delle cari-nerie barocche ma segnate da unapoetica naturalista di grande origina-lità ed efficacissima nei suoi propo-siti. La bravura dell’artista risiedenell’utilizzo di un repertorio ristrettodelle forme semplici che spesso si ri-petono ma mai nella stessa posizio-ne. Magini magistralmente e magi-camente conduce lo spettatore a fardialogare l’astratto con il concretoed il concreto con l’astratto.Il suo posto tra i grandi maestri euro-pei della “Natura morta” tra colorocioè che hanno lo stesso senso del-l’oggetto “trattato per se stesso in uncontesto silenzioso e quasi di racco-glimento” è ormai assicurato. Perdirla con Tombari: “Madonne d’Ur-bino, Banane del Congo e Naturemorte di Fano”. Una poltrona al mi-stico convivio universale è ugual-mente sicura. ■

* Consigliere di Amministrazionedella Fondazione Cassa di

Risparmio di Fano

Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

Nature morte: che passione!di Alberto Berardi*

Charles Magini, Frittata.

Charles Magini, Zucche.

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15maggio-giugno 2009

RICERCA SCIENTIFICADAL SISTEMA

Conclusa la dodicesima edizione delconvegno «Ceramiche, cellule, tes-suti» dell’ISTEC - CNR.Più di 200 partecipanti da 31 nazio-ni al Seminario Internazionale diStudi. Nuovo appuntamento nel2011. Premiata una giovane ricerca-trice francese. Prosegue alla Galle-ria Comunale d’arte la mostra diopere ceramiche per il concorso vin-to dal cotignolese Enzo Babini.

Per quattro giorni Faenza è statala capitale mondiale della ri-cerca scientifica.

Successo oltre le previsioni per ladodicesima edizione del seminariodi studi “Ceramiche, cellule, tessu-ti”, organizzato da ISTEC-CNR incollaborazione con Agenzia PoloCeramico che si è svolto nella salaincontri della Banca di Romagna cheda anni sostiene la manifestazionecon la Fondazione Banca del Montee Cassa di Risparmio Faenza.Il congresso, in cui periodicamentevengono presentate le ricerche scien-

tifiche più avanza-te per risolvere iproblemi collegatialla salute e al re-cupero funzionaledi arti e organi incui può svolgereun ruolo fonda-mentale la bio-ce-ramica, era incen-trato in questa oc-casione sul tema“Biomateriali asuperficie reattivaquali capsule e ri-vestimenti: intera-zioni con cellule etessuti”. “Il livello delle 125relazioni scientifi-che di relatori di31 nazioni è statomolto elevato -spiega l’organizza-tore Antonio Rava-glioli - Nel futuropotranno avere un

riscontro in nuove applicazioni chi-rurgiche e miglioramenti nel recupe-ro funzionale di disabilità traumati-che”.Nel corso del seminario scientifico,un premio in denaro sottoforma diborsa di studio è stato consegnato daBanca di Romagna ad Héléne Aute-fage dell’Università di Tolosa, sceltaper una ricerca in cui bene ha inter-pretato l’importanza del materialeceramico quale supporto per conte-nere fattori di accrescimento e il lorocontrollato rilascio, fondamentaliper favorire la ricostruzione di tessu-ti danneggiati del corpo umano. Molto apprezzato per l’originalità, eper questo ha ricevuto una menzioned’onore, anche il lavoro di Shu ChinMa di Taiwan. La studiosa, che ope-ra all’Università di Auckland inNuova Zelanda, ha riportato un mo-dello che simula in vitro la malattiadi Parkinson per controllare le pro-

Fondazione Cassa di Risparmio di Faenza

Le nuove frontiere dei biomaterialidi Giuseppe Sangiorgi*

Da sinistra: Giovanni Mingazzini (comunicazione Banca di Romagna), la premiata Helene Autefage,giovane ricercatrice di Tolosa, Antonio Ravaglioli, già dirigente di ricerca ISTEC CNR e organizzatoredel convegno, il professor Aldo Roberto Boccaccini, presidente del convegno e ricercatore pressol’Imperial College di Londra.

L’artista vincitore del concorso ceramico, Enzo Babini, accanto all’ope-ra prima classificata.

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16 maggio-giugno 2009

ARTE E CULTURADAL SISTEMA

teine più coinvolte nel processo de-generativo e suggerire nanocapsulecon geni da rilasciare a fini terapeu-tici. Per il costante apporto scientifico,sono stati consegnati riconoscimentianche ai professori Arturo Natali(Università di Padova), eSven Oscarsson (Univer-sità di Uppsala, in Sve-zia).L’appuntamento è riman-dato alla tredicesima edi-zione che si svolgerà nelmaggio 2011 ed avrà pertitolo “Ingegneria dei tes-suti ed ingegneria geneti-ca: il ruolo dei ceramici”e sarà coordinato da An-tonio Ravaglioli (ISTEC-CNR) affiancato dai pro-fessori Richard W. Siegel(Università di Troy, Usa),Arturo Natali (Universitàdi Padova) e Feng HueiLin (Università di Taipei-Taiwan).Come ha ribadito il presi-dente Pietro Baccarini cisarà ancora il supporto diBanca di Romagna, “C’èvolontà - ha sottolineatoBaccarini - di continuaread essere vicino ad inizia-

tive di qualità che valorizzano il ter-ritorio a livello internazionale.” Collegato al congresso era anche ilconcorso artistico internazionale“Metamorfosi del corpo umano, dal-l’alba al tramonto: mitologia, reli-gione e scienza”, promosso da Ban-

ca di Romagna, ISTEC-CNR, Ente CeramicaFaenza. Con l’opera “Trilogia,globi e metamorfosi”,l’artista Enzo Babini diCotignola ha vinto il pri-mo premio, davanti a Fio-renza Pancino di Faenzache è arrivata al secondoposto con l’installazione“Corpo umano e formecellulari”, al terzo ex ae-quo l’austriaca EdeltrudeArleitner con “Genes” e lafrancese Mary Dallos con“Cactus e generazioni”.Sessantacinque le operepartecipanti al concorsoche sono state esposte inmostra alla Galleria Co-munale d’Arte (Voltone

della Molinella) per duesettimane.

Nella prossima edizione del concor-so ceramico gli artisti dovranno in-terpretare il tema “Generazione e Ri-generazione”. ■

* Ufficio Stampa dellaBanca di Romagna

Antonio Ravaglioli e Pietro Baccarini, presidente Banca di Romagna.

Hélène Autefage (premio) e Shu Chin Ma (menzione d’ onore).

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17maggio-giugno 2009

a cura di Francesca Cigna

La rubrica presenta alcune delle iniziative delle Fondazioni bancarie contenute nel database “Pro-getti” nell’area riservata alle associate del sito ACRI. Si tratta di interventi che per modalità innova-tiva e complessità di realizzazione o per la loro particolare tipologia appaiono di rilevante interesse.

DAL SISTEMAI PROGETTI

Da tempo si avvertiva da parte di istituzioni, studiosi, insegnanti, persone di cultura, semplicicittadini l’esigenza di una moderna Storia di Parma di ampio respiro, comprendente anche la vi-ta intellettuale e le arti, capace di succedere degnamente alla gloriosa ma oramai sorpassata Sto-ria della città di Parma di Ireneo Affò (1792-1795) continuata da Angelo Pezzana (1837-1859).

Esigenza tanto più motivata, se si considera che i maggiori comu-ni italiani si sono dotati negli ultimi decenni di tali opere che rap-presentano ormai una componente stabile del panorama culturaledel nostro Paese. Data l’attenzione che Parma dedica alla promo-zione della cultura e della propria immagine, appariva a molti unalacuna sempre meno giustificabile che il nome della nostra cittàcontinuasse a mancare in una lista assai nutrita di presenze com-prendente, fra i centri più vicini, Bologna, Cremona, Piacenza, Pa-via e altri ancora. A queste motivazioni un’altra più recente va ag-giunta, e può individuarsi nella valorizzazione della dimensione lo-cale del vivere politico e sociale, nel ruolo acquisito dal Comune edalla Provincia, quali interpreti e rappresentanti delle cittadinanze,e dalle fondazioni bancarie, quali promotori culturali nel territorio.Da questa riflessione è cresciuta la consapevolezza che un’operastoriografica esaustiva, aggiornata e aderente a criteri moderni po-tesse dare un contributo non trascurabile alla costruzione dell’im-magine con cui un’importante città italiana dei nostri giorni, qual èindubbiamente Parma, si presenta. Per realizzare un’opera che aParma si attendeva da centocinquant’anni la Fondazione Monte diParma, l’Università degli Studi di Parma, MUP Editore e BancaMonte Parma hanno sottoscritto nel 2007 una convenzione per for-nire il loro sostegno a questa ambiziosa impresa culturale.

GENESI DEL PROGETTO

Fondazione Monte di Parma

DENOMINAZIONE PROGETTO STORIA DI PARMA DALLE ORIGINI AI GIORNI NO-STRI

Descrizione Sintetica Il progetto prevede la pubblicazione di una collana editoria-le in dieci volumi strutturata in modo da fornire un’informa-zione approfondita e scientificamente documentata su tutte leepoche storiche della città di Parma.

Settore Arte Attività e Beni CulturaliDurata Progetto pluriennaleImporto Circa 60.000 euro/annoAnno prima delibera 2008Natura giuridica del soggetto beneficiario PrivatoOrigine del Progetto Progetto proprio della FondazioneLocalizzazione Parma e provincia

Parma, Piazza Duomo veduta aerea (foto P. Candelari).

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18 maggio-giugno 2009

I PROGETTIDAL SISTEMA

La Fondazione Monte di Parma ha ravvisato nellacollana editoriale della Storia di Parma un eventoche non dovrà essere riservato solo agli studiosi maaperto al maggior numero possibile di cittadini af-finchè la riscoperta delle radici storiche del territo-rio possa offrire utili momenti di riflessioni sul pre-sente e sul futuro della città. A tal fine, la convenzione, sottoscritta con Univer-sità di Parma, MUP Editore e Banca Monte Parma,stabilisce, tra l’altro, che: “la Fondazione Monte diParma contribuisce alla miglior realizzazione delprogetto sostenendolo con la propria organizzazio-ne e promuovendo azioni collaterali quali mostre,convegni, dibattiti, pubblicazioni, conferenze stam-pa, ecc. dirette alla diffusione della cultura con par-ticolare riferimento al proprio territorio di operati-vità costituito dalla provincia di Parma. Si impegnainoltre a garantire l’acquisto diretto di un congruonumero di volumi mediante apposito accordo a par-te”. Proprio per realizzare gli obiettivi evidenziati èin fase di realizzazione, tra le altre iniziative, un’in-tesa con il Provveditore agli Studi di Parma per unadiffusione capillare del progetto che interesserà tut-te le scuole di ogni ordine e grado del territorio diParma attraverso l’acquisto e la distribuzione gra-tuita di 1.000 copie del primo volume dedicato ai Caratteri Originali. Le scuole saranno chia-mate a confrontarsi, con varie modalità, su progetti inerenti i vari argomenti trattati nel volume.Il coinvolgimento delle scuole, che è previsto prosegua anche per i prossimi volumi della Sto-ria di Parma che usciranno con cadenza annuale, permetterà anche una sensibilizzazione indi-retta di tutte le famiglie degli studenti.

IMPATTO,RISULTATI EPROSPETTIVEFUTURE

Parma vanta un’antica e straordinariamente ricca eredità storica, un patrimonio prezioso forma-tosi nei secoli per sedimentazioni successive che nel loro insieme hanno costituito il “carattere”della città: una particolarissima personalità collettiva cresciuta nel fluire di un tempo pluriseco-lare attraverso esperienze d’ogni tipo e con il concorso di innumerevoli generazioni di cittadini,dai più famosi ai più oscuri. In questo senso, la Storia di Parma dalle origini ai giorni nostrirappresenta come un omaggio grato alle virtù degli antenati che hanno condotto al presente.Centro urbano più che bimillenario fondato nel 183 a.C. come colonia romana da duemila ca-pofamiglia trasferiti in un territorio insicuro che bonificarono e organizzarono, Parma divennenel medioevo libero Comune per confluire infine nella grande signoria dei Visconti; successiva-mente, per circa tre secoli, con le dinastie dei Farnese e dei Borbone, fu capitale di uno stato au-tonomo intimamente relazionato all’Europa e alle principali potenze: la Spagna del “siglo deoro” nel Cinque-Seicento, la Francia illuminista nel Settecento, l’impero d’Austria fra tardo Set-tecento e primo Ottocento. Parma è stata sempre una città ricca e culturalmente vivace, collega-ta dalla Via Emilia ai poli settentrionali e centromeridionali dell’Italia e snodo di un sistema ter-ritoriale assai vario ed articolato, in cui hanno comunicato e comunicano tuttora ambienti geo-grafici ed economici distinti: la montagna connessa con il Tirreno, la pianura media inserita nel-la Padania centrale, la Bassa proiettata verso il Po e l’Adriatico. Il primo volume “I caratteri originali,” presentato ufficialmente il giorno 10 dicembre 2008 alTeatro Regio di Parma, mira a individuare gli elementi caratterizzanti e permanenti della forma-zione sociale parmigiana, privilegiando certi temi quali la natura, il dialetto, la città di corte, latradizione alimentare. L’opera è arricchita da un Atlante iconografico che offre una studiata se-lezione di immagini significative per comprendere l’identità della città e del suo territorio. Inol-tre un Atlante geografico e topografico e un Atlante storico offrono un indispensabile strumen-to di approfondimento. Infine la Cronologia generale espone un inedito quadro storico comples-sivo, utile agli studi e a una rapida consultazione. Il volume, per i primi sei mesi dal lancio, èstato venduto in esclusiva presso le agenzie di Banca Monte Parma, sponsor unico dell’iniziati-va. A cadenza annuale usciranno i volumi dedicati a “Parma romana”, “Parma medievale”, “IlDucato Farnesiano”, “I Borbone a Parma fra Illuminismo e Rivoluzione”, “Da Maria Luigia alRegno d’Italia”, “Il Novecento”, “La storia dell’arte”, “Le lettere”, “Musica, teatro, cinema”,per arrivare a celebrare, nel 2017, i 2200 anni della città di Parma.

DESCRIZIONE ANALITICA DEL PROGETTO

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19maggio-giugno 2009

DAL SISTEMA

Il programma pluriennale di attività per il periodo 2008/2010 prevede per le erogazioni nei set-tori “non rilevanti” una particolare attenzione al settore ambientale, considerando prioritari i te-mi relativi al risparmio energetico ed alla formazione delle giovani generazioni.Per tale motivo, la Fondazione ha deciso di intervenire a favore di progetti mirati alla realizza-zione di impianti fotovoltaici ed allo sviluppo di una cultura del risparmio energetico, prose-guendo così i primi interventi realizzati attraverso il bando ministeriale “Il sole a scuola”, oraesaurito ed indirizzato esclusivamente alle Scuole Medie Inferiori e Superiori.Dichiara il Presidente Dr. Antonio Miglio: “Si è inteso promuovere una tipologia nuova di pro-

getti che coniuga ini-ziative a favore del-l’ambiente ed utilizzodi fonti di energia rin-novabili ad una attivitàdidattica di sensibiliz-zazione delle giovanigenerazioni. Dalla no-stra esperienza, infatti, iprogetti che ottengono imigliori risultati sonoquelli che, alla realizza-zione vera e propria,coniugano attività diformazione e la fattivacollaborazione di tuttigli Enti partecipanti.”

GENESI DEL PROGETTO

Fondazione Cassa di Risparmiodi Fossano

DENOMINAZIONE PROGETTO BANDO: “ENERGIA 2008” Descrizione Sintetica Realizzazione di interventi mirati all’energie alternative e

l’efficienza energetica degli edifici che ospitano permanente-mente scuole, attraverso l’installazione di impianti fotovol-taici ed attività di formazione della popolazione scolastica edei giovani

Settore Protezione e qualità ambientaleDurata Bando annualeImporto Budget di € 100.000Anno prima delibera 2007Natura giuridica del soggetto beneficiario Enti proprietari di edifici che ospitano scuole, sia pubbliche

che private, di ogni ordine e gradoOrigine del Progetto Progetto proprio della FondazioneLocalizzazione Comuni di Fossano, Centallo, Cervere, Salmour, Sant’Alba-

no Stura, Trinità, Provincia di Cuneo e Torino.

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20 maggio-giugno 2009

I PROGETTIDAL SISTEMA

A chiusura dell’iniziativa realizzata nelle Scuole Medie di Fossano, Genola, Sant’Albano Sturae Trinità, nel mese di aprile 2009 il Comune di Trinità ha organizzato il convegno “Il sole a scuo-la”, nel quale ha presentato i lavori realizzati, i progetti sviluppati con gli alunni, ma soprattut-to la fattiva possibilità di replicare tale iniziativa.Le scuole hanno sviluppato analisi dettagliate dell’intervento e hanno realizzato opuscoli da dis-

tribuire alle famiglie, con semplici consi-gli per risparmiare energia, rispettarel’ambiente e spendere meno in bolletta.Questa positiva esperienza, quindi, è allabase dell’auspicio che questo sia il primodi tanti successivi interventi in campo am-bientale, realizzati in collaborazione conle istituzioni del territorio. Con la realizzazione del bando, infatti, sipresuppone che la divulgazione degli in-terventi possa fungere da volano per altriprogetti simili, sia pubblici che privati. Ilbando è già stato riproposto per l’anno2009, estendendo la possibilità di accessoanche ad edifici pubblici che non ospitinoscuole ed alle case di riposo.

IMPATTO,RISULTATI EPROSPETTIVEFUTURE

Il bando è stato aperto per venire incontro a quegli Enti che sono interessati all’installazione diimpianti fotovoltaici ma che non dispongono delle risorse necessarie alla realizzazione di taleprogetto.Gli Enti proprietari si sono impegnati ad installare impianti di potenza compresa tra 1 e 20 Kwped attivare il “conto energia”, con cui sono remunerati per l’energia prodotta dall’impianto inmisura tale da poter coprire le rate di un eventuale finanziamento stipulato per l’installazione.La Fondazione è intervenuta con un contributo massimo del 15% sul totale delle spese (com-prensive di costi tecnici, di installazione e di collaudo), che permette di finanziare la parte noncoperta dal finanziamento. Gli Enti, inoltre, beneficeranno del risparmio sui consumi di energia,in quanto non verranno addebitati in bolletta un numero di Kwh pari a quelli prodotti dall’im-pianto. Il bando ha permesso di finanziare lavori per complessivi € 635.718.Le scuole, invece, sono state chiamate alla stipula dell’accordo per la realizzazione delle attivi-tà didattiche a favore dei propri studenti, con sensibilizzazione al tema del risparmio energeti-co, all’uso parsimonioso delle risorse ed ai programmi di utilizzo di fonti energetiche rinnova-bili in ambito scolastico ed extra.

DESCRIZIONE ANALITICA DEL PROGETTO

Esempi di interventi in fase di realizzazione.

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21maggio-giugno 2009

ISTRUZIONEDAL SISTEMA

La Fondazione Cassa di Rispar-mi di Livorno, in collabora-zione con la Soprintendenza

per i Beni Archeologici della Tosca-na ha promosso la realizzazione delvolume dal titolo ‘Fare l’archeologoper passione e per mestiere’ a curadi Caroline Megale.Come ha scritto nell’introduzione alvolume il Presidente della Fondazio-ne, Luciano Barsotti, “Convinta delruolo fondamentale che la scuolaesercita nella formazione culturaledell’individuo, la Fondazione decise,nel luglio del 2004, di promuovereun’iniziativa rivolta a tutti gli istitutiscolastici della provincia, per favori-re un più stretto rapporto degli stu-denti con i Beni culturali ed ambien-tali del territorio, per la loro risco-perta e la loro promozione. Nacquecosì la Settimana dei Beni culturalied ambientali, una manifestazionegiunta quest’anno alla sua quintaedizione. Opportunamente motivatidagli insegnanti e stimolati dall’usodi supporti informatici e multimedia-li, gli studenti hanno dimostrato inquesti anni di poter sviluppare un in-discutibile interesse nei confrontidella cultura. In costante aumento èil numero delle scuole che rispondeall’invito della Fondazione, elabo-rando - in piena libertà di ricerca e diespressione - approfondimenti, ana-lisi e proposte degne di essere sotto-poste all’attenzione degli enti pub-blici e delle amministrazioni localiper la loro realizzazione. Ogni annoè una lezione, con gli studenti in cat-tedra. Una lezione che nel tempo hacercato di riproporre la scuola comecentro culturale attivo e patrimonioirrinunciabile della comunità. E cheha suggerito alla Fondazione di ap-profondire il confronto con gli istitu-ti scolastici nell’ottica della speri-mentazione e del rinnovamento”.“Con questo spirito - è sempre il Pre-sidente Barsotti che scrive - dal2003, la Fondazione sostiene in par-ticolare il Liceo Classico di Livorno,

una scuola che perquasi un secolo emezzo ha segnatoprofondamente laformazione e la cul-tura dei livornesi.La Fondazione hafinanziato alcuniprogetti delle duesezioni di nuovaistituzione, ad indi-rizzo musicale edarcheologico e, nel-l’anno scolastico incorso, ha dato il suosostegno alla realiz-zazione di questobel volume dedica-to all’archeologia,ai metodi di ricercae alle tecniche discavo…”.Ma perché sceglie-re proprio l’Archeologia? Perché è il momento di scoprire, didire a voce alta e decisa chi voglia-mo essere veramente e dove voglia-mo andare. È il momento di fare iconti con il nostro passato, con quel-lo che siamo stati, per fondare un fu-turo possibile fatto di valori. E qualifondamenta più solide per il futurodei nostri figli se non una presa dicoscienza forte di tutto quello chesiamo stati? Quale valore più grandese non la nostra memoria?Qualcuno ha scritto: “le rovine sipresentano come la vera e unica for-ma del nostro universo. Il mondo èfatto di resti, di frantumi, di cose sucui è passato il tempo” (DomenicoScarpa). Del resto in nessun paesecome in Italia si avverte (si vive) lapresenza del passato, il sedimentarsidelle età, l’innestarsi dell’oggi suuna moltitudine di ieri. Eppure man-ca dal nostro orizzonte una domandaradicale: mentre le città crescono ecresce la diversità culturale dei suoiabitanti, a chi spetta decidere che co-sa fare delle sue rovine, e perché?Qual è il ruolo, la funzione e il desti-

no del rudere archeologico nelle cit-tà del presente? È importante (nonper l’archeologo che lo fa per me-stiere, ma per il cittadino, il passan-te, il più distratto e spaesato turista)capire che cosa erano e che cosa so-no quei ruderi, perché sono conser-vati, e soprattutto per chi?Come ha giustamente evidenziatoSalvatore Settis, il rudere archeolo-gico non è “proprietà” né degli ar-cheologi né dei professionisti dellatutela e la tutela passiva (la protezio-ne contro degrado e distruzione) nonbasta. La tutela va accompagnata dameccanismi culturali ben più vivi estimolanti: la curiosità e la cono-scenza non degli specialisti, ma deicittadini. Spesso la tutela del benearcheologico dà per scontato che es-so abbia valore in sé, non comportala minima riflessione né il minimosforzo perché tale valore venga defi-nito, coltivato, comunicato al cittadi-no che dovrebbe (si suppone) inor-goglirsene, considerarlo parte dellapropria identità. Tutelare è giusto, èirrinunciabile (guai a indietreggiareanche di un solo millimetro). Ma

Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno

La Fondazione per la scuoladi Ida Ferraro

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22 maggio-giugno 2009

ISTRUZIONEDAL SISTEMA

questo principio deve fondarsi su va-lori riconosciuti e condivisi, a co-minciare da quello della conoscenza:se rinunciamo a diffondere la co-scienza del significato dei beni da tu-telare, anche i principi (come quellodell’art. 9 della Costituzione) si sfa-rineranno via via, li violeremo (suc-cede già) nella generale indifferenza.Vale per l’archeologia, vale per tuttii ‘beni culturali’ (comunque defini-ti), vale a maggior ragione per il pae-saggio e per quell’essenziale conti-nuum fra città e campagna che è an-cora la ricchezza più importantedell´Italia e che tutti sembrano indu-striarsi a volersmantellare. E do-ve mai, in qualescuola, in qualepubblico progettodi Stato, Regioni oComuni, si prova acercare strade nuo-ve ed efficaci pertramandare alle ge-nerazioni future ilrispetto per il pae-saggio, l’ambiente,i monumenti, cheper secoli furonoparte imprescindi-bile dell’essere ita-liani?Ma come si fa asviluppare questivalori? In tutti imodi possibili, peresempio, a partiredalla scuola, anchese non basta. Se-condo Cesare de Seta l’attenzione almondo delle cose e all’ambiente co-struito dall’uomo è la prima impre-scindibile esigenza di un’educazioneche sia comune a tutti e che vogliaessere veramente essenziale stru-mento di formazione civile per lenuove generazioni: l’abusivismo, ladilapidazione del nostro patrimoniostorico-artistico da dove nasce senon dalla precarietà dell’educazione,dall’incapacità di riconoscere “valo-re” agli oggetti, ai manufatti, ai con-testi che secoli di storia ci hanno la-sciato in eredità? Un quadro que-st’ultimo assai poco rassicurante chela dice lunga sulla sensibilità dei no-

stri governanti. Secondo de Seta nella scuola l’im-portanza del ruolo della storia del-l’arte e dei beni culturali dovrà esse-re pari alla grande sfida che ci aspet-ta per la sopravvivenza della nostraciviltà partendo da una rifondazionedell’insegnamento che dovrebbe as-sumere la dizione di Storia delle artie dei paesaggi. Una necessità que-st’ultima sicuramente condivisa dachi come M. Letizia Gualandi del-l’Università di Pisa ha affermato,nella prefazione al volume qui pre-sentato, “curiosamente, in un Paesecome l’Italia, dove i resti di un pas-

sato plurimillenario affiorano conti-nuamente a pochi centimetri dal suo-lo di città e campagne, e che nei be-ni archeologici ha una parte notevo-le del suo potenziale di attrazione tu-ristica, l’archeologia non rientra frale discipline insegnate nella scuola.Occorre infatti arrivare all’Universi-tà per imparare a conoscere i metodidi indagine, i monumenti e i reperti,i problemi di tutela e conservazioneche manufatti tanto antichi e fram-mentari inevitabilmente pongono, imodi per valorizzarli e allo stessotempo farli convivere con le esigen-ze della moderna civiltà. Eppure sa-rebbe bene che i ragazzi venissero

educati dalla scuola alla conoscenzae al rispetto dei beni archeologici,non con l’obiettivo di creare tanti ar-cheologi, ma per diffondere la con-sapevolezza del valore, dell’unicità edella fragilità del patrimonio che inostri predecessori ci hanno lasciatoe, in futuro, saranno proprio quei ra-gazzi a dover amministrare, salva-guardare, valorizzare…”.Infine con Andrea Camilli, archeolo-go della Soprintendenza per i BeniArcheologici della Toscana, si puòconcludere osservando che “la crisiinternazionale, che porta sempremaggiori necessità di risparmi (mai

reinvestiti); i taglialla spesa agli entidi tutela e di ricer-ca, che opponespesso le stessestrutture in una in-sensata guerra trapoveri nell’acca-parramento di fi-nanziamenti; lavecchia, insensatama sempre troppodiffusa idea deiBeni culturali dagestire comeaziende e non co-me servizi al citta-dino; i colpi allatutela dati da unosciocco evoluzio-nismo campanili-stico, che dietrofinte ideologiegeografiche o etni-che adombra la

lunga mano degli speculatori, sonotutti segni di una fase di recessioneche non ha motivi solamente econo-mici, ma ben più profondi”. Dunque,“continuare a trasmettere l’entusia-smo, l’ideologia profondamente ra-dicata che anima la ricerca è unaopera di resistenza al degrado chevogliamo credere mostri una inver-sione di tendenza, nella speranza dipoter sempre più trasmettere e incre-mentare la conoscenza e l’amore peril nostro patrimonio culturale”. Equesto è proprio quello che la Fonda-zione Cassa di Risparmi di Livorno èriuscita a fare sostenendo questoprogetto. ■

Gli studenti a lavoro durante lo scavo sull’acropoli di Populonia.

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23maggio-giugno 2009

DAL SISTEMA

Al via la quinta edizione del concorso per gli stu-denti delle scuole superiori. Un’iniziativa dellaFondazione Cassa di Risparmio di Bolzano e di

Assoimprenditori Alto Adige, in collaborazione con leIntendenze Scolastiche dei tre gruppi linguistici.Il concorso a livello provinciale “Evidenziare e premia-re l’impegno scolastico”, promosso congiuntamente dal-la Fondazione, As-soimprenditori AltoAdige e le Inten-denze Scolastichetedesca, italiana eladina, fu banditoper la prima voltanel 2004/2005. Conle quattro passateedizioni i promotorihanno premiato imigliori 120 stu-denti delle quinteclassi delle scuolesuperiori, presen-tandoli alla popola-zione altoatesina at-traverso una cam-pagna informativa sui media. Nell’era di sistemi semprepiù complessi, e di problematiche e interrogativi semprepiù articolati, con l’iniziativa “Evidenziare e premiarel'impegno scolastico” gli organizzatori del concorso in-tendono premiare e motivare quelli che, grazie alla lorovolontà e disciplina, hanno i presupposti per raggiunge-re prestazioni straordinarie ed emergere anche in futuro,

per rispondere a questioni aperte, agire con competenza,fungendo da esempio per tutti. Anche quest’anno ver-ranno premiati i 30 migliori studenti, che otterranno unpremio in denaro dell’importo di 1.000 euro ciascuno.Ai primi 10 alunni qualificati sarà inoltre devoluto unbuono di altri 3.000 euro. Considerato che si andrà a pre-miare l’impegno degli studenti durante i cinque anni del

ciclo scolastico,non saranno valuta-ti solo i voti ottenu-ti all’esame di ma-turitá, ma sarannoconsiderati anche icosiddetti “creditiscolastici”, che ten-gono conto dei pro-fitti extrascolastici,nonché la mediadei voti dei primidue anni di scuolasuperiore. I primi30 posti della gra-duatoria saranno ri-partiti nel rispettodella proporzionale

etnica (riferita alle scuole). Per partecipare al concorso igiovani candidati dovranno compilare un modulo di ri-chiesta nonché un’informativa sulla Privacy, moduli chedovranno essere inviati alla Fondazione Cassa di Rispar-mio di Bolzano in via Talvera 18. Il Regolamento e ilmodulo del concorso si trovano su internet al sitowww.proexcellentia.it. ■

Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano

“Proexcellentia 2009”

I vincitori del 2008 e i promotori

Lo scorso 25 maggio il Presidente della Repubbli-ca, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Quirinale iVertici delle Fondazioni di origine bancaria e del-

le Casse di risparmio spa, associate all’Acri.Al presidente Napolitano il presidente dell’Acri, Giu-seppe Guzzetti, ha rivolto un caldo ringraziamento perl’attenzione non formale che il Capo dello Stato ha sem-pre rivolto al mondo rappresentato dall’Associazione: leFondazioni e le Casse SpA, due importanti realtà del si-stema sociale ed economico italiano che, ha sottolineatoGuzzetti, «mantenendosi aderenti alla identità loro as-segnata dai Codici e dalla storia, con il proprio opera-to contribuiscono a mantenere, coltivare e sviluppare, intermini costruttivi e aperti, un’identità di territori - edunque dell’Italia - che trova sicuramente le proprie ra-

dici nel passato, ma che deve essere senz’altro ancheun’opportunità di apertura e proiezione verso il nuovo,verso il futuro».Al presidente Napolitano Guzzetti ha altresì espresso«tutto il caldo apprezzamento e la gratitudine del mon-do delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse dirisparmio SpA per il Suo costante impegno a presidiodelle istituzioni e della democrazia, nonché la volontà diuna piena adesione al Suo instancabile invito a metterein atto cambiamenti positivi e durevoli per favorire lacoesione sociale e lo sviluppo, secondo quello spiritodella Costituzione che ha volto il nostro Paese versoorizzonti di libertà e di uguaglianza, di modernizzazio-ne e di solidarietà, dai quali non vogliamo che neancheper il futuro si possa mai prescindere». ■

Il Presidente Napolitano riceve i vertici delle associate ACRI:Fondazioni di origine bancaria e Casse di Risparmio SpA

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24 maggio-giugno 2009

DAL SISTEMA

Èstata inaugurata giovedì 2 luglio alle ore 18,00,negli spazi espositivi dell’ex ospedale Sant’Ago-stino di Modena, Piattaforma Zeronove, una ras-

segna estiva dedicata a giovani artisti provenienti da al-cune tra le più importanti scuole di fotografia del Paese.La mostra offre agli addetti ai lavori un’occasione perscoprire i talenti di domani, alla vigilia del loro ingressoufficiale nel sistema dell’arte, e costituisce un importan-te trampolino di lancio per i 16 artisti selezionati.L’evento, avvenuto dal 2 al 18 luglio, è stato promossodalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena a chiu-sura del primo anno di attività di Fondazione Fotogra-fia, progetto culturale curato da Filippo Maggia che af-fianca la costituzione - tuttora in progress - di una Col-lezione di fotografia contemporanea in grado di eviden-ziare le principali tendenze artistiche emerse negli ulti-mi anni a livello nazionale e internazionale nel campo

dell’immagine. Articolata in una mostra e in una seriedi iniziative collaterali, Piattaforma Zeronove presentaoltre 90 opere tra fotografie, film e video installazioni eaccende i riflettori sull’opera di alcuni promettenti al-lievi del CFP Bauer di Milano, della Fondazione StudioMarangoni di Firenze e dell’Istituto Europeo di Designdi Torino.Uno spazio è inoltre riservato alle fotografie degli stu-denti dell’Istituto d’Arte Venturi di Modena che hannofrequentato il laboratorio annuale pilota proposto daFondazione Fotografia.Gli artisti selezionati sono: Fatma Bucak, Maria LuisaCalosso, Pietro De Tilla, Federica Di Giovanni, Massi-miliano Gatti, Paolo Monti, Simone Nicolini, Alice Pi-gnataro, Marta Primavera, Nadia Pugliese, Chiara Reg-giani, Norma Rossetti, Marko Rubbiani, Chiara Terra-neo, Serena Vernetti, Danilo Zappulla. ■

Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

Piattaforma Zeronove

Il Sant’Agostino apre ai nuovi talenti

Federica Di Giovanni, 002, 2008, dalla serie “Looking for” (2 di 5), stampa su lambda, courtesy l’artista.