20settembre2009

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S ette giorni dagli Erei al Golfo Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 31 Euro 0,80 Domenica 20 settembre 2009 Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email [email protected] In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi Dalle notti in discoteca al convento 5 di Concetta Santagati CONVERSIONI di Giuseppe Rabita Malumori per il trasferimento dell’anagrafe dal centro storico 2 8 Al via le selezioni regionali per il “Festival Pub Italia” di Angelo Franzone MUSICA EDITORIALE Rispetto del creato un fatto di cuore! S i avvicina la festa di S. Francesco e si moltiplicano le iniziative per sensi- bilizzare credenti e non credenti sui temi dell’ecologia e del rispetto della na- tura. Purtroppo però i segnali che ci ven- gono dal territorio mostrano che si tratta solo di un argomento romantico-bucolico senza ricadute pratiche nei nostri stili di vita. È di questi giorni l’inquietante rivela- zione di un collaboratore di giustizia, poi confermata dalle ricerche effettuate, della nave dei veleni che giace al largo del por- to di Cetraro in Calabria. Si tratta a mio giudizio dell’episodio più eclatante della violenza che stiamo continuando tutti ad infliggere alla natura e di conseguenza anche alla nostra salute, con i nostri com- portamenti e stili di vita “comodi” che non vogliamo modificare. Basta osservare il modo di gestire la raccolta dei rifiuti nel nostro territorio. La raccolta differenziata che non riesce a decollare mentre le di- scariche sono al collasso, le strade dei no- stri comuni che sono sempre più sporche, l’abusivismo edilizio che continua a detur- pare le nostre coste e i nostri centri storici, il vergognoso malcostume di riempire i greti dei torrenti o delle strade di campa- gna di carcasse di elettrodomestici e i cigli delle strade di quantità industriali di bot- tiglie di alcolici, gettate impunemente dai finestrini delle auto. I politici locali, da sempre latitanti, sono affaccendati con i loro giochetti di potere a sistemare parenti e amici in po- sti di stipendio (non di lavoro), mentre il territorio, quando va bene è in preda al- l’anarchia, altrimenti può essere gestito tranquillamente dalle organizzazioni ma- lavitose (è il caso citato della nave dei ve- leni). Sembra che la “cultura verde” abbia ormai esaurito la sua carica emotiva, ma ho l’impressione che da noi questa sensibi- lità non ci sia mai stata. Forse una sana ecologia dovrebbe farci rivedere i modelli sui quali abbiamo im- postato il nostro modo di vivere. Le leggi del consumismo ci impongono di consu- mare continuamente (bisogna far girare l’economia) in una spirale di consumo che a mio giudizio non può continuare all’infi- nito. La filosofia dell’usa e getta ci ha por- tato a produrre quantità tali di rifiuti che da qui a non molto sarà impossibile gesti- re. Le nuove generazioni, nate e cresciute in questo stile di vita, neppure si rendono conto della necessità del cambiamento, o quando lo fanno si trovano smarriti ed impari di fronte ad un sistema più grande e più forte di loro. Eppure è necessario in- vertire la rotta altrimenti la natura si ri- bellerà e ci tireremo addosso le conseguen- ze del nostro egoismo senza lasciare alle generazioni future la possibilità di godere della bellezza del creato. Occorre riscoprire l’ecologia di san Francesco che non nasceva da una ne- cessità pratica, ma era la manifestazione esterna di un cuore pacificato. Una pace interiore anzitutto con Dio, poi con se stes- so e di conseguenza con il mondo che lo circondava, compresa la natura. S. Fran- cesco veniva “ascoltato” dalle creature e dalla natura, perché si sentiva fratello di ognuna di esse nel creato. Bisogna ripar- tire dal cuore! Giuseppe Rabita 3 di Giacomo Lisacchi ENNA Monaco denuncia la paralisi dell’attività amministrativa PIETRAPERZIA I migranti non possono essere respinti senza controllare se si tratta di profughi. É l’ammoni- mento che è arrivato il 14 settem- bre da parte dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pil- lay che ha condanno chi respin- ge coloro che tentano di sfuggire spesso dalla guerra e dalla fame per raggiungere altri Paesi dove vivere una vita più tranquilla. La Pillay ha citato il recente caso del gommone di eritrei rima- sto senza soccorsi tra Italia, Libia e Malta: “in molti casi, le autorità respingono questi migranti e li la- sciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di ri- fiuti pericolosi”, ha affermato. Alle parole della Pillay non si è fatta at- tendere la risposta da parte della Farnesina che in una nota sottoli- nea che “non possiamo che con- dividere la giusta preoccupazione che le animano, relativa al rispet- to della sacralità della vita umana. Tanto la condividiamo - aggiunge la Farnesina - che l’Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo, e per questo motivo il richiamo alle violazioni del diritto internazio- nale non è evidentemente rivolto all’ Italia”. Secondo il Ministero degli Esteri Italiano le regole del diritto internazionale costituisco- no “il caposaldo dell’azione del Governo italiano, che promuove ed auspica un impegno comune affinché vengano da tutti rispet- tate e tutti facciano la loro parte” ribadendo che l’Italia “ha fatto e continuerà a fare la sua parte”. “C’è bisogno di una strategia eu- ropea per affrontare le migrazioni, per- ché esse riguardano tutti gli Stati mem- bri, non solo quelli che hanno confini esterni all’Ue”, ha affermato Jacques Barrot, commis- sario alla giustizia, libertà e sicurezza dell’Ue , intervenen- do nell’emiciclo di Strasburgo sottoli- neando la necessità del “rispetto delle regole” “così come del principio di so- lidarietà”. Secondo Barrot è “necessaria una coopera- zione fra tutti i paesi che avvenga su base volontaria. Ma che sia co- munque reale ed efficace”. Il rap- presentante Ue ha quindi ribadito che “le regole comunitarie vieta- no il respingimento alle frontiere o sulle coste, negando soccorso ha chi ne ha bisogno e l’eventuale diritto di asilo a chi ne può fare ri- chiesta”. “Occorre dare protezione ai profughi e a quelle persone che nel loro paese potrebbero esse- re sottoposte a misure coercitive contrarie ai diritti umani”, ha poi aggiunto specificando di aver in- viato una lettera alle autorità ita- liane a luglio sui respingimenti: “ora abbiamo ricevuto una rispo- sta ufficiale che stiamo attenta- mente studiando”. Naturalmente le questioni connesse ad immigrazione ille- gale, respingimenti, soccorso in mare devono essere affrontate in un’ampia prospettiva che tenga conto del quadro normativo di ri- ferimento, in cui sono ricomprese anche le fonti di altri ordinamenti. Costituisce necessaria premessa la Convenzione di Montego Bay del 10 dicembre 1982 (UNCLOS), fonte primaria del diritto interna- zionale del mare, in base alla qua- le ogni Stato obbliga i comandanti delle proprie navi a prestare assi- stenza a naufraghi trovati in mare. Tutti gli Stati provvisti di litorale marittimo sono inoltre tenuti a creare e mantenere un servizio di ricerca e salvataggio intervenendo “senza tener conto della naziona- lità o della condizione giuridica” e portando le persone soccorse in un “porto sicuro”, che non è ne- cessariamente quello più vicino. Caposaldo della protezione internazionale dei rifugiati è il principio di non-respingimento affermato all’art. 33 della Con- venzione relativa allo status dei rifugiati, firmata a Ginevra il 28 luglio 1951, che vieta agli Stati contraenti di espellere o respinge- re un rifugiato verso le frontiere dei luoghi in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minaccia- te per ragioni di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad una determinata categoria sociale, opinioni politiche. Il divieto di respingimento verso una situa- zione di pericolo di persecuzio- ne si riferisce non solo al ritorno nel Paese d’origine o, nel caso di una persona apolide, nel Paese di precedente residenza abituale, ma anche a qualsiasi altro luogo in cui una persona abbia motivo di temere minacce per la propria vita o libertà, in riferimento a una o più delle fattispecie elencate nella Convenzione del 1951, o dal quale rischi di essere inviata verso un simile pericolo. Raffaele Iaria L’ammonimento dell’Onu sui respingimenti richiama responsabilità nazionali ed europee PIAZZA ARMERINA Figura poliedrica per interessi, ha dato un apporto notevole alla cultura in provincia di Enna Deceduto Gianfilippo Villari Soprintendente di Messina G ianfilippo Villari, 63 anni, soprintendente ai Beni culturali di Messina, si è spento il 14 settembre scorso nella sua casa di Piazza Armerina per un tumore che nell’ultimo anno lo ha costretto a logorante terapia. I funerali sono sati celebrati a Piazza Armerina martedì nella Basilica Cattedrale. Fino all’ultimo ha cercato di darsi coraggio e di tro- vare le energie per coltivare il suo hobby preferito: scrivere. Ma, dopo il congedo dai Beni culturali, avvenuto il primo settembre, è stato un precipitare giorno dopo giorno che lo ha immobilizzato a letto senza scampo. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, nel messaggio che gli aveva fatto pervenire in occa- sione del suo prematuro pensionamento aveva sot- tolineato l’ottimo lavoro svolto da Villari in 40 anni al Servizio dei Beni culturali: “Gianfilippo Villari ha dimostrato, nei suoi quaranta di attività lavorativa, come sia possibile coniugare professionalità e amo- re al lavoro, senza soggiacere a condizionamenti sia interni che esterni all’amministrazione. La Regione non potrà più contare sulla sua indiscussa compe- tenza e sulla sua dedizione”. Nato a Piazza Armerina, il 25 ottobre 1946 fre- quenta il liceo Classico “Cascino” e consegue con ottima votazione la maturità classica. Fa parte e anima i circoli di Azione Cattolica della parrocchia S. Maria d’Itria, divenendo prima delegato e succes- sivamente, presidente degli Juniores. Si laurea bril- lantemente in Scienze politiche, presso l’università di Catania. Si specializza in seguito in Beni cultu- continua in ultima... Immigrati respinti: Sono rifiuti pericolosi?

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3 5 Malumori per il trasferimento dell’anagrafe dal centro storico Settimanale cattolico di informazione, attualità e cultura Conversioni Monaco denuncia la paralisi dell’attività amministrativa musiCa enna PietraPerzia Al via le selezioni regionali per il “Festival Pub Italia” Dalle notti in discoteca al convento Piazza armerina Figura poliedrica per interessi, ha dato un apporto notevole alla cultura in provincia di Enna Raffaele Iaria continua in ultima... di Angelo Franzone

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Settegiornidagli Erei

al GolfoSettimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. n. 46) art. 1 comma 1 CNS/CBPA-SUD2 Caltanissetta - Anno III n. 31 Euro 0,80 Domenica 20 settembre 2009Redazione: Via La Bella n. 3 - 94015 Piazza Armerina - Tel. Fax 0935/680331 ~ email [email protected]

In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Caltanissetta per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Dalle notti in discoteca al convento

5di Concetta Santagati

Conversioni

di Giuseppe Rabita

Malumori per il trasferimento

dell’anagrafe dal centro storico

2 8

Al via le selezioni regionali per il

“Festival Pub Italia”

di Angelo Franzone

musiCa

EditorialE

Rispetto del creato un fatto di cuore!

Si avvicina la festa di S. Francesco e si moltiplicano le iniziative per sensi-bilizzare credenti e non credenti sui

temi dell’ecologia e del rispetto della na-tura. Purtroppo però i segnali che ci ven-gono dal territorio mostrano che si tratta solo di un argomento romantico-bucolico senza ricadute pratiche nei nostri stili di vita. È di questi giorni l’inquietante rivela-zione di un collaboratore di giustizia, poi confermata dalle ricerche effettuate, della nave dei veleni che giace al largo del por-to di Cetraro in Calabria. Si tratta a mio giudizio dell’episodio più eclatante della violenza che stiamo continuando tutti ad infliggere alla natura e di conseguenza anche alla nostra salute, con i nostri com-portamenti e stili di vita “comodi” che non vogliamo modificare. Basta osservare il modo di gestire la raccolta dei rifiuti nel nostro territorio. La raccolta differenziata che non riesce a decollare mentre le di-scariche sono al collasso, le strade dei no-stri comuni che sono sempre più sporche, l’abusivismo edilizio che continua a detur-pare le nostre coste e i nostri centri storici, il vergognoso malcostume di riempire i greti dei torrenti o delle strade di campa-gna di carcasse di elettrodomestici e i cigli delle strade di quantità industriali di bot-tiglie di alcolici, gettate impunemente dai finestrini delle auto.

I politici locali, da sempre latitanti, sono affaccendati con i loro giochetti di potere a sistemare parenti e amici in po-sti di stipendio (non di lavoro), mentre il territorio, quando va bene è in preda al-l’anarchia, altrimenti può essere gestito tranquillamente dalle organizzazioni ma-lavitose (è il caso citato della nave dei ve-leni). Sembra che la “cultura verde” abbia ormai esaurito la sua carica emotiva, ma ho l’impressione che da noi questa sensibi-lità non ci sia mai stata.

Forse una sana ecologia dovrebbe farci rivedere i modelli sui quali abbiamo im-postato il nostro modo di vivere. Le leggi del consumismo ci impongono di consu-mare continuamente (bisogna far girare l’economia) in una spirale di consumo che a mio giudizio non può continuare all’infi-nito. La filosofia dell’usa e getta ci ha por-tato a produrre quantità tali di rifiuti che da qui a non molto sarà impossibile gesti-re. Le nuove generazioni, nate e cresciute in questo stile di vita, neppure si rendono conto della necessità del cambiamento, o quando lo fanno si trovano smarriti ed impari di fronte ad un sistema più grande e più forte di loro. Eppure è necessario in-vertire la rotta altrimenti la natura si ri-bellerà e ci tireremo addosso le conseguen-ze del nostro egoismo senza lasciare alle generazioni future la possibilità di godere della bellezza del creato.

Occorre riscoprire l’ecologia di san Francesco che non nasceva da una ne-cessità pratica, ma era la manifestazione esterna di un cuore pacificato. Una pace interiore anzitutto con Dio, poi con se stes-so e di conseguenza con il mondo che lo circondava, compresa la natura. S. Fran-cesco veniva “ascoltato” dalle creature e dalla natura, perché si sentiva fratello di ognuna di esse nel creato. Bisogna ripar-tire dal cuore!

Giuseppe Rabita

3di Giacomo Lisacchi

enna

Monaco denuncia la paralisi

dell’attività amministrativa

PietraPerzia

I migranti non possono essere respinti senza controllare se

si tratta di profughi. É l’ammoni-mento che è arrivato il 14 settem-bre da parte dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pil-lay che ha condanno chi respin-ge coloro che tentano di sfuggire spesso dalla guerra e dalla fame per raggiungere altri Paesi dove vivere una vita più tranquilla.

La Pillay ha citato il recente caso del gommone di eritrei rima-sto senza soccorsi tra Italia, Libia e Malta: “in molti casi, le autorità respingono questi migranti e li la-sciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di ri-fiuti pericolosi”, ha affermato. Alle parole della Pillay non si è fatta at-tendere la risposta da parte della Farnesina che in una nota sottoli-nea che “non possiamo che con-dividere la giusta preoccupazione che le animano, relativa al rispet-to della sacralità della vita umana. Tanto la condividiamo - aggiunge la Farnesina - che l’Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane nel Mediterraneo, e per questo motivo il richiamo alle violazioni del diritto internazio-nale non è evidentemente rivolto all’ Italia”. Secondo il Ministero degli Esteri Italiano le regole del diritto internazionale costituisco-no “il caposaldo dell’azione del Governo italiano, che promuove ed auspica un impegno comune affinché vengano da tutti rispet-tate e tutti facciano la loro parte” ribadendo che l’Italia “ha fatto e continuerà a fare la sua parte”.

“C’è bisogno di una strategia eu-

ropea per affrontare le migrazioni, per-ché esse riguardano tutti gli Stati mem-bri, non solo quelli che hanno confini esterni all’Ue”, ha affermato Jacques Barrot, commis-sario alla giustizia, libertà e sicurezza dell’Ue , intervenen-do nell’emiciclo di Strasburgo sottoli-neando la necessità del “rispetto delle regole” “così come del principio di so-lidarietà”. Secondo Barrot è “necessaria una coopera-zione fra tutti i paesi che avvenga su base volontaria. Ma che sia co-munque reale ed efficace”. Il rap-presentante Ue ha quindi ribadito che “le regole comunitarie vieta-no il respingimento alle frontiere o sulle coste, negando soccorso ha chi ne ha bisogno e l’eventuale diritto di asilo a chi ne può fare ri-chiesta”. “Occorre dare protezione ai profughi e a quelle persone che nel loro paese potrebbero esse-re sottoposte a misure coercitive contrarie ai diritti umani”, ha poi aggiunto specificando di aver in-viato una lettera alle autorità ita-liane a luglio sui respingimenti: “ora abbiamo ricevuto una rispo-sta ufficiale che stiamo attenta-mente studiando”.

Naturalmente le questioni connesse ad immigrazione ille-gale, respingimenti, soccorso in mare devono essere affrontate in un’ampia prospettiva che tenga

conto del quadro normativo di ri-ferimento, in cui sono ricomprese anche le fonti di altri ordinamenti. Costituisce necessaria premessa la Convenzione di Montego Bay del 10 dicembre 1982 (UNCLOS), fonte primaria del diritto interna-zionale del mare, in base alla qua-le ogni Stato obbliga i comandanti delle proprie navi a prestare assi-stenza a naufraghi trovati in mare. Tutti gli Stati provvisti di litorale marittimo sono inoltre tenuti a creare e mantenere un servizio di ricerca e salvataggio intervenendo “senza tener conto della naziona-lità o della condizione giuridica” e portando le persone soccorse in un “porto sicuro”, che non è ne-cessariamente quello più vicino.

Caposaldo della protezione internazionale dei rifugiati è il principio di non-respingimento affermato all’art. 33 della Con-venzione relativa allo status dei rifugiati, firmata a Ginevra il 28

luglio 1951, che vieta agli Stati contraenti di espellere o respinge-re un rifugiato verso le frontiere dei luoghi in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minaccia-te per ragioni di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad una determinata categoria sociale, opinioni politiche. Il divieto di respingimento verso una situa-zione di pericolo di persecuzio-ne si riferisce non solo al ritorno nel Paese d’origine o, nel caso di una persona apolide, nel Paese di precedente residenza abituale, ma anche a qualsiasi altro luogo in cui una persona abbia motivo di temere minacce per la propria vita o libertà, in riferimento a una o più delle fattispecie elencate nella Convenzione del 1951, o dal quale rischi di essere inviata verso un simile pericolo.

Raffaele Iaria

L’ammonimento dell’Onu sui respingimenti richiama responsabilità nazionali ed europee

Piazza armerina Figura poliedrica per interessi, ha dato un apporto notevole alla cultura in provincia di Enna

Deceduto Gianfilippo Villari Soprintendente di MessinaGianfilippo Villari, 63 anni, soprintendente

ai Beni culturali di Messina, si è spento il 14 settembre scorso nella sua casa di Piazza Armerina per un tumore che nell’ultimo anno lo ha costretto a logorante terapia. I funerali sono sati celebrati a Piazza Armerina martedì nella Basilica Cattedrale. Fino all’ultimo ha cercato di darsi coraggio e di tro-vare le energie per coltivare il suo hobby preferito:scrivere. Ma, dopo il congedo dai Beni culturali, avvenuto il primo settembre, è stato un precipitare giorno dopo giorno che lo ha immobilizzato a letto senza scampo.

Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, nel messaggio che gli aveva fatto pervenire in occa-sione del suo prematuro pensionamento aveva sot-tolineato l’ottimo lavoro svolto da Villari in 40 anni

al Servizio dei Beni culturali: “Gianfilippo Villari ha dimostrato, nei suoi quaranta di attività lavorativa, come sia possibile coniugare professionalità e amo-re al lavoro, senza soggiacere a condizionamenti sia interni che esterni all’amministrazione. La Regione non potrà più contare sulla sua indiscussa compe-tenza e sulla sua dedizione”.

Nato a Piazza Armerina, il 25 ottobre 1946 fre-quenta il liceo Classico “Cascino” e consegue con ottima votazione la maturità classica. Fa parte e anima i circoli di Azione Cattolica della parrocchia S. Maria d’Itria, divenendo prima delegato e succes-sivamente, presidente degli Juniores. Si laurea bril-lantemente in Scienze politiche, presso l’università di Catania. Si specializza in seguito in Beni cultu-

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Immigrati respinti:Sono rifiuti pericolosi?

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 20 settembre 2009Notizie dal Territorio

in BreveLunedì scorso 14 settembre gli impiegati del Comune di

Pietraperzia hanno trovato ad attenderli gli operai e i mezzi di una ditta di traslochi. Ha avuto inizio infatti una serie di trasfe-rimenti degli uffici comunali da un edificio all’altro. L’ufficio ana-grafe è stato trasferito nei locali della Delegazione comunale ubi-cata in contrada Madonnuzza distante circa due km dal centro storico, mentre l’ufficio per i ser-vizi sociali è stato riportato nei locali dell’ex convento dei dome-nicani sito in piazza Matteotti, sede storica del Municipio.

Inutile dire che il fatto ha crea-to malcontenti tra gli impiegati e suscitato non poche perplessità tra i cittadini. “È un’idea balor-da - commenta l’ex sindaco avv. Luigi Palascino - che scontenta tutti gli impiegati. Senza contare il disagio che dovranno affronta-re gli anziani, sprovvisti di mezzi di trasporto, per raggiungere gli uffici dell’anagrafe tanto distanti soprattutto dai quartieri più alti del paese”. Da noi interpellato, il sindaco Caterina Bevilacqua giustifica il trasferimento con la necessità che il responsabile del personale, il comandante del-la Polizia Municipale che ha la sua sede presso la Delegazione, possa controllare più da vicino le attività. “I locali dove si trova l’anagrafe - ha dichiarato Cateri-na Bevilacqua - sono insufficien-ti e non idonei, necessitando di lavori di adeguamento. Ab-biamo in progetto di effettuare dei lavori di bonifica dopodi-ché vedremo come utilizzarli al meglio”. Incalzata sui disagi che

verranno alla popolazione, il sindaco ha affermato che l’Am-ministrazione “sta cercando di istituire l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP) che dovrà provvedere a pianificare le cose in modo da non recare disagi alla popolazione”.

Il consigliere di minoranza Giuseppe Amico ha studiato più a fondo la problematica: “Gli uffici del Comune nel suo complesso - afferma - vanno risistemati e ricollocati. Gli im-piegati nelle scorse settimane mi hanno presentato problematiche concernenti l’insufficienza degli arredi e la scarsa idoneità dei locali. All’anagrafe poi c’erano disagi che impedivano la tutela della salute degli impiegati stes-si. Ho studiato - continua Amico - le varie normative che discipli-nano la tutela della salute dei la-voratori negli uffici pubblici e ho verificato che nel nostro comune sono molto carenti: non si effettuano le visite pe-riodiche de-gli impiegati, add i r i t tura non esistono piani di eva-cuazione e piani antin-cendio. Inol-tre il modo in cui sono organiz zat i gli uffici nel vecchio con-vento non consente la tutela della

privacy, né l’accesso dei disabili. La soluzione era quella di met-tere insieme l’ufficio anagrafe e l’ufficio elettorale, e questo mi sembra azzeccato; ma questo crea un grande disagio alla po-polazione anziana perché i locali sono ubicati a quasi due km dal centro abitato. L’ideale sarebbe stato - conclude Amico - il ri-pristino dell’ex scuola Carmine o del Toselli che sarebbero stati certamente più idonei. Purtrop-po i finanziamenti per queste strutture non sono stati richie-sti da questa Amministrazione, così come tante altre opere quali il completamento dei lavori del-la chiesa del Rosario o del Palaz-zo del Governatore e così i fondi previsti sono andati perduti”.

Intanto la gente manifesta qualche malumore, ma anche una certa rassegnazione. Da lun-go tempo ormai a Pietraperzia si sta verificando un progressivo

abbandono e quindi l’avanza-re del degrado nel centro sto-rico. I monumenti, le chiese, i bei palazzi, segni di un passato glorioso, giacciono in uno sta-to precario e poco o nulla si è posto in essere per una politica di ripopolamento, di tutela e di conservazione. Non esistono movimenti di pressione da par-te dei cittadini sulla politica che così si sente autorizzata a fare e a non fare a suo piacimento. È difficile trovare giovani sensi-bili che, animati dall’amore alla propria città, si appassionino alla soluzione dei problemi che sono sotto gli occhi di tutti, ma che tutti continuano a guarda-re, pronti solo a criticare, senza poi essere disposti a muovere un solo dito per risolverli.

Giuseppe Rabita

villarosa �Appello della figlia di Giuseppe Bruno scomparso misteriosamente da 5 anni

“aiutatemi �a �ritrovare �mio �papà”

pietraperzia �L’anagrafe trasferita alla Delegazione distante circa due km dal centro storico

Traslochi di uffici tra malumori

A sinistra la vecchia sede del Comune.In basso la nuova Delegazione in contrada Madunnuzza

IN GIRO NEL WEB: I SITI CATTOLICI

www.smariafiducia.it

È un piccolo ma funzionale sito dedicato alla Madonna della Fiducia. Questo bel sito rispecchia l’attività della

omonima parrocchia romana affidata agli “Oblati figli del-la Madonna del Divino Amore”. Attualmente il parroco è don Vincenzo Pallippadan ed è coadiuvato da tre vicepar-roci e da un diacono permanente. Il sito fa conoscere ai

visitatori i diversi gruppi che gravitano in parrocchia for-nendo anche gli orari dei loro incontri. Tra questi gruppi sono presenti la comunità Neo-Catecumenale, la comu-nità “Famiglia di Nazaret”, la comunità “Gesù Risorto”, il gruppo “Padre Pio” e il gruppo Caritas. Il sito informa sugli orari della mensa parrocchiale, aperta a tutti, che distri-buisce giornalmente pasti caldi. Inoltre, è possibile cono-scere gli orari delle Messe di tutte le chiese collegate alla parrocchia, posizionate, dal sito, su un comodo stradario. Il sito indica la presenza di un oratorio per i ragazzi del

catechismo e possiede un forum per il dialogo diretto con i sacerdoti, i fedeli e i visitatori che si sono per l’occasione iscritti. Il Sito informa sui pellegrinaggi organizzati dalla parrocchia e ha, inoltre, una piccola galleria fotografica con foto riguardanti, le attività pastorali. Sull’home page viene riportato il collegamento con il sito ufficiale del Va-ticano e con il portale della diocesi di Roma.

a cura dei Giovani Insieme (www.movimentomariano.org)

e-mail: [email protected]

“Vi prego aiutatemi a ritovare mio papà, Giuseppe Bruno. Io non vedo mio

papà da cinque anni, mi manca tanto, ho bi-sogno di lui. Mi mancano i suoi abbracci, mi manca giocare con lui, mi mancano le sue coccole. Era tanto buono con me e io lo ri-voglio. Vi prego potete dire alle persone che lo conoscono, che sanno cosa gli è successo di aiutarmi a ritrovarlo? Nel mio cuore spero che sia vivo. Papà ritorna da me ti aspetto. Mi manchi così tanto, non ce la faccio più senza te. Con amore la tua Francesca”.

Francesca ha nove anni ed ha scritto una lette-ra per ritrovare suo papà che è scomparso mi-steriosamente da Villarosa cinque anni fa. Giuseppe Bruno, ex autotra-sportatore di Cac-chiamo, frazione di Calascibetta,

aveva comprato una rivendita di tabacchi a Villarosa dove ll 27 maggio 2004 aveva tra-scorso tutta la giornata. Quella notte non è rientrato a casa e il suo telefonino acceso non rispondeva alle chiamate dei familia-ri. Al negozio l’impianto d’allarme non era inserito e la saracinesca era abbassata ma

non chiusa a chiave. All’interno c’erano tutte le cose da cui Giuseppe Bruno non si separa-va mai: la valigetta con i documenti, il porta-fogli, il cellulare e le pillole da prendere quoti-dianamente. La sua auto è stata ritrovata due giorni dopo dai Carabinieri in una piazzola di sosta sull’autostrada, in direzione Catania. Era chiusa regolarmente e all’interno c’erano le chiavi della tabaccheria. L’auto ritrovata potrebbe essere stata portata sul luogo da una persona diversa da Giuseppe Bruno. I Cara-binieri sarebbero convinti che si tratti di un

caso di lupara bianca, ma la moglie del-l’uomo scomparso ancora oggi non riesce a spiegarsene le ragioni e non si rassegna. A questo proposito, proprio nel mese di agosto, Penelope, l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse, alla presenza di numerose isti-tuzioni civili e militari, ha organizzato una manifestazione per testimoniare solida-rietà alla famiglia di Giuseppe Bruno. Pre-senti, oltre alla moglie di Bruno, Carmela Sauro e i figli Sonia, Damiano e Silvia, la pre-sidente nazionale e la presidente della Puglia di Penelope, on. Elisa Pozza Tasca, e Annalisa Loconsole, i sindaci di Villarosa e Calascibetta Gabriele Zaffora e Piero Capizzi, il presidente del Consiglio comunale di Villarosa altre au-torità civili e militari, amministratori e consi-glieri comunali.

Nel ringraziare l’associazione Penelope e l’on. Pozza Tasca per la sua presenza, il sin-daco Zaffora nel corso dell’incontro ha sot-tolineato l’importanza della manifestazione fortemente sostenuta dai due comuni. “Noi abbiamo l’obbligo come istituzioni - disse Zaffora - di difendere la frontiera della lega-lità e soprattutto contrastare il concetto che il territorio può essere di chi se lo prende. Il territorio è della stragrande maggioranza dei cittadini rispettosi delle regole e non dobbia-mo lasciare assolutamente il campo a forze che non rappresentano l’interesse collettivo”.

A spiegare la manifestazione nel corso del suo lungo intervento è stata la presidente Poz-za Tasca: «Sono iniziative che svolgiamo in molte città d’Italia e in molti comuni dove ci sono persone scomparse. Questo perchè vo-gliamo che una persona scomparsa non venga dimenticata né dalla comunità, né dalle istitu-zioni, nè tanto meno dalla famiglia. Vogliamo coinvolgere tutti nella ricerca e nel ricordo della persona che scompare. Perchè quando una persona scompare non sono sufficienti le forze dell’ordine e l’impegno della magistra-tura se non c’è la collaborazione e l’aiuto dei cittadini che hanno visto e che sanno. Quello che noi chiediamo alla fine è che alla famiglia, se lo scomparso è morto, venga restituito un corpo per avere una pace e una rassegnazione cristiana”.

Giacomo Lisacchi

Riapertura della Ss. 190Con provvedimento del dirigente del set-tore viabilità della Provincia Regionale di Caltanissetta è stata disposta la riapertura al transito veicolare del tratto della stra-da provinciale n. 190 compreso tra il km. 1+720 e il km. 3+000. L’arteria si trova nel territorio di Gela al confine con quello di Mazzarino. La chiusura s’era resa necessa-ria per consentire lo svolgimento dei lavo-ri di manutenzione straordinaria appaltati per tale strada ed ora completati dall’im-presa aggiudicataria Sala srl di Milazzo, che ha provveduto alla bonifica del ter-reno di fondazione e alla formazione del nuovo capostrada.

Pirateria informatica

Il sindaco di Mazzarino Vincenzo D’Asaro si è rivolto alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Gela, attraverso un esposto presentato ai carabinieri, per far luce sulla irruzione abusiva informatica effettuata sul sito internet ufficiale del Co-mune di Mazzarino: www.comune.mazza-rino.cl.it. Le presunte intromissioni potreb-bero arrecare grave pregiudizio all’intero sistema informatico del Comune, perciò il sindaco ha disposto il cambiamento delle password di accesso. Un’indagine interna al Comune è stata affidata al Direttore ge-nerale dell’Ente, dott. Pietro Amorosia.

Scavi a Sofiana

(Pabo) Da circa due settimane presso l’area archeologica di Sofiana è stato avviato un programma di studio, ricognizione e scavo a cura di un gruppo di archeologi guidato dal prof. Francesco La Torre, dell’Universi-tà degli studi di Messina, e dalla prof.ssa Kimberly Bowes, della Cornell University. Il gruppo di studiosi è stato ricevuto dal sindaco Vincenzo D’Asaro che si è reso di-sponibile a “volere promuovere il territo-rio di Mazzarino”. Il gruppo di studiosi è composto dagli specialisti Emanuele Vac-caio, Maria Elena Ghisleni e Marina Con-giu della Soprintendenza di Caltanissetta. Inoltre vi fanno parte gli studenti Lucia De Gregorio, Maurizio Cannatà, Fabrizio Andreacchio, Annalisa Amico, Luca Zambi-to, Tiziana Taliani, Stefano Ricchi e Andrea Patacchini.

Il sindaco Zaffora (in piedi) interviene nel corso della conferenza.A fianco lo scomparso Giuseppe Bruno

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�Domenica 20 settembre 2009

Settegiorni dagli Erei al Golfo

Notizie dal Territorio

Forse è arrivato il momen-to di cambiare registro.

Qualche mese fa, proprio sulle pagine del nostro settimanale, avevamo scritto che “in que-sta sfortunata provincia sulla politica si può fare poco affi-damento: litigiosità, interessi personali, approssimazione, scarsa preparazione”. Che è una provincia dove “la classe politica, fatta da troppi nani e ballerine, ha superato il limite della decenza, tanto da destra quanto da sinistra”. Per que-sto crediamo che non si possa restare indifferenti di fronte a fatti come quello denunciato dal presidente della provincia Monaco (nella foto) e non si possa evitare di chiedersi: a chi giova impedire l’attività del-l’amministrazione provinciale e quindi lo sviluppo dell’intera provincia?

“È con dispiacere, ma con altrettanta onestà intellettuale, che prendo atto dello sfalda-mento che caratterizza già da qualche settimana la coalizione di centrodestra. Da tempo assi-stiamo inerti ad un innegabile vuoto di cultura politica ormai così generalizzato nel nostro Paese da avere contagiato le periferie e quindi anche il no-stro territorio con conseguen-ze deleterie per tutti. È infatti impensabile che uomini poli-tici, chiamati dall’elettorato ad assolvere un compito così de-licato e prestigioso come quel-lo di consigliere e, come tali, potenzialmente seri e respon-sabili, possano ostacolare l’at-tività politico-amministrativa dell’Ente Provincia rallentan-

do e quindi compromettendo il rilancio socioeconomico di questo territorio per il quale non solo mi sono impegnato dinnanzi agli elettori ma con-tinuerò a farlo, costi quel che costi”.

Dunque, il presidente Mo-naco affida ad un comunicato il suo messaggio ai consiglieri visto quanto sta accadendo in Consiglio provinciale dove spesso si gioca al tiro alla fune sulla pelle della provincia. “Sono fortemente convinto – si legge nella nota - che il compito di un Presidente di Provincia sia prioritariamen-te quello di amministrare con scrupolo impegnandosi per far crescere e migliorare ul-teriormente le condizioni del proprio territorio. Se qualcu-no viceversa pensa, sbagliando grossolanamente, che il presi-dente abbia come sua attività principale e preminente quella di rispondere quotidianamente al soddisfacimento di richie-ste e/o interessi personali o

di gruppo da parte di sogget-ti che, pur di raggiungere tali obiettivi, sono disposti a para-lizzare l’attività amministrativa dell’ente laddove soprattutto il presidente si dimostrasse poco “sensibile” o per niente succu-be a quanto sopraddetto, beh, allora intendo sin da subito ed in modo assolutamente inequi-vocabile chiarire un concetto: da oggi in poi non è più mia intenzione curarmi di istanze o richieste di singoli o gruppi che non abbiano un’esclusiva ed edificante valenza politico-am-ministrativa tesa all’attuazione del programma elettorale ed al raggiungimento di obiettivi utili al rilancio del nostro terri-torio”. Quindi, avverte: “Chi, da questo momento in poi, eletto all’interno della coalizione che mi ha fedelmente sostenuto, dovesse, senza motivazioni se-rie, concrete ma semplicemen-te per ostruzionismo, rendersi responsabile in consiglio pro-vinciale della bocciatura di atti amministrativi, tesi alla cresci-ta economica e infrastrutturale del nostro territorio, e comun-que contrari al programma per il quale sono stati votati, non dovrà di tutto ciò rispondere più a me ma esclusivamente ai propri elettori”.

Un punto e a capo importan-te quello messo dal presidente Monaco che sottolinea come abbia “il dovere morale, anche se la coalizione di centrodestra dovesse in alcuni suoi settori mantenersi ancora incerta e fibrillante, di proseguire nel mandato” che dagli elettori gli “è stato affidato in uno alle for-

ze politiche ed a tutti q u e i consiglieri che hanno mante-nuto e continuano a mantene-re fede, con grande dedizione, lungimiranza e lealtà, al pro-getto per il quale hanno rice-vuto la fiducia di tanti cittadi-ni di questa provincia”. E non saranno sicuramente – pun-tualizza - le bizzarrie o i non condivisibili comportamenti di pochi a potere minimamen-te scalfire la mia ferma e ferrea volontà di perseguire il rag-giungimento degli impegni già assunti. Mi rendo conto che per taluni pensare, come me, che la politica debba essere in-tesa come servizio e non come occupazione istituzionale fine a se stessa, diventa oltremodo difficile, ma da questo indiscu-tibile principio, del quale ho fatto per tutto la mia vita pun-to di riferimento, non intendo assolutamente recedere. La grave crisi economica che at-traversa il nostro paese ed an-cora di più la nostra provincia non mi permette, non mi può permettere in alcun modo, di sprecare tempo ed energie in banali beghe di bottega”. Infi-ne, auspica che possa “aprirsi una stagione politica nuova nella quale tutte le forze politi-che, non solo quelle ancora fe-deli di centrodestra, ma anche quelle di opposizione, possano dare responsabilmente il loro contributo ad un azione politi-ca tesa unicamente allo svilup-po vero ed irreversibile delle grandi potenzialità inespresse della nostra terra”.

Giacomo Lisacchi

aidone �Consegnate anche le benemerenze a 33 donatori aidonesi di sangue

nasce �la �sezione �junior �dell’avads

enna �provincia �Il Presidente Monaco denuncia la paralisi dell’attività amministrativa

il �vuoto �della �cultura �politica

La 16a “Festa del donatore e del soccorritore”, organiz-

zata dall’Avads “Rosario Gal-lotta”, di Aidone quest’anno ha assunto una particolare atmo-sfera perché ha visto la nascita della sezione “Avads” (Amici volontari aidonesi del sorriso) junior. La cerimonia di inau-gurazione si è svolta, presso la chiesa di santa Maria La Cava, in occasione della consegna delle benemerenze ai donato-ri di sangue, che, quest’anno, sono stati in totale 33. Presenti, fra gli altri, il sindaco di Aido-ne Filippo Gangi, il dirigente scolastico del comprensivo “F. Cordova” prof. Luigi Minaca-pilli, il socio onorario dell’Ava-ds Ferruccio Cristofari, giunto appositamente dal Trentino, e numerosi volontari dell’Avads, coordinati dal presidente, la dott.ssa Lucia Schilirò e dal di-rettore sanitario, il dott. Filippo Prestifilippo.

“Il volontariato è un valore al quale crediamo fortemente ed è per questo che lo vogliamo tra-smettere alle nuove generazio-

ni. Questa iniziativa, che vede la nascita dell’Avads junior, è un momento che vogliamo condi-videre coi ragazzi”- ha detto la dott.ssa Lucia Schilirò.

Nel trascorso mese di mag-gio, l’Avads ha indetto un con-corso, rivolto agli alunni della scuola media, per creare il logo della sezione appena inaugu-rata. “Un ringraziamento, per questo - ha sottolineato la Schi-lirò - va al dirigente scolastico che ha cavalcato questa nostra idea e ai docenti che, con di-screzione, ma fattivamente, hanno aiutato i circa 120 alun-ni, che hanno avuto appena 15 giorni di tempo per realizzare il logo”. Vincitrice, è risultata l’alunna Marina Perdichizzi, che ha raffigurato una mongol-fiera, che trasporta un ragazzo nel cielo e accompagnando questo momento con la scrit-ta: “Librati nel cielo”. Tutti gli alunni che hanno partecipato al concorso hanno ricevuto una maglietta col logo ed un libro. “La scuola - ha detto nel suo in-tervento il preside Minacapilli -

ha il compito di raccoglie-re le istanze territoriali. Credo che le associazioni di volonta-riato abbiano un compito delicato e nobile met-tendosi a disposizione della collet-tività”. “Aidone - ha dichiarato il sindaco Gangi - dimostra una sensibilità verso questo spirito di volontariato ma la cosa più straordinaria è che i bambini ci insegnano la generosità che poi da grandi smarriamo”.

Le benemerenze, per le do-nazioni di sangue, sono andate: con 5 donazioni a: Santa Con-cetta Calvagna, Epifanio Di Salvo, Stefano Guccio, Angelo Papola, Salvatore Prestifilippo, Filippo Trummino, Aldo Dra-go, Orazio Oieni. Con 10 dona-zioni a: Fabrizio Calì, Giusep-pe Orazio Milazzo, Concetto

Montalbano, Angelo Randazzo, Massimiliano Sabella, Angelina Gravina, Giuseppe Matrascia, Gaetano Guccio. Con 15 dona-zioni a: Gaetano Calì, Angelo Gallotta, Aldo Laniera, Santino Raccuglia, Rosario Filiddani. Con 20 donazioni a: Rosario Guttadoro, Carmelo Misurac-ca, Rosario Scivoli, Sebastiano Spagnolo, Rosalio Calcagno. Con 25 donazioni a: Paolo Scriminaci. Con 35 donazioni a: Gaetano Gugliara, Cateno Scriminaci. Con 40 donazio-ni a: Sergio Calì e padre Felice Oliveri.

Angela Rita Palermo

Dopo gli ultimi progetti criminali che avevano come obiettivo l’uccisione

di due bambini e di una giovane, figli e parenti di due collaboratori di giustizia e per fortuna sventati dalle Forze dell’Ordi-ne locali e territoriali, il sindaco di Nisce-mi G. Di Martino ha indetto una riunione con i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, del Consiglio comunale, delle

associazioni di volontariato e organizza-zioni sindacali, ecclesiali, culturali e spor-tive, e tutta la parte sana della società ci-vile. “Niscemi - si legge in un comunicato stampa del Comune - si indigna e si ribella alla mafia ed esprime il suo appoggio verso ogni iniziativa che si muove a difesa e ri-conoscimento della dignità umana di ogni cittadino.

L’incontro è anche un invito ai cittadini a manifestare, in qualsiasi forma, solidarietà e vicinanza alle donne, madri, sorelle e mo-gli dei due collaboratori di giustizia”. Per il 6 ottobre è stata organizzata una pubblica manifestazione cittadina che coinvolgerà tutta la comunità per ribadire ancora una volta il No alla mafia.

Salvina Farinato

di �Martino �chiama �le �forze �sane �di �niscemi �a �far �fronte �contro �la �mafia

Gela in Tascadi Emanuele Zuppardo

Betania Editrice 2006 pp. 119 - € 7,50

Una nuova guida arricchisce il pano-rama informativo di Gela. Il testo

presenta ai lettori la storia della città, l’ar-cheologia; un itinerario religioso di visita a chiese e parrocchie; un stradario urba-no ed extraurbano; itinerari turistici con fotografie; una carta toponomastica della

città in allegato; una presentazione del Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo” presente a Gela da di-versi anni che opera nel campo della pro-mozione culturale. Il testo presenta anche una raccolta di libri editi dalla stessa edi-trice Betania, diverse poesie composte da Salvatore Zuppardo ed infine i numeri utili di emergenza.Emanuele Zuppardo,

originario di Gela, cura per il nostro settimanale l’angolo della poesia ed è autore di diversi testi e curatore di varie antologie poetiche.

IL L

IBRO

Da tempo ha dovuto assistere a comportamen-ti a dir poco disdicevoli nei suoi confronti, sia

sul piano politico che sul piano amministrativo, e perché no, anche sul piano personale, lesivi del-la sua dignità di presidente. Ma cosa ha spinto il presidente della provincia, Pippo Monaco, a una così dura presa di posizione nei confronti di al-cuni consiglieri della sua stessa coalizione e non solo? La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto avvenuto all’ultimo consiglio provinciale dove si doveva approvare una delibera di varia-zione di bilancio che - secondo il responsabile de-gli Uffici finanziari, Giocchino Guarrera - doveva essere approvata in due minuti”. E invece è stata l’ennesima occasione per atta-care l’assessore alle Finanze, Ilaria Di Simone, e dare un affondo all’Amministrazione Monaco sia da parte di alcuni consiglieri del centrodestra che del centrosinistra. La variazione di bilancio ap-provata di 403 mila euro serve per rendere esecu-tiva e cantierabile, attraverso il personale tecnico della provincia, la progettazione delle opere che riguardano la viabilità provinciale, di cui entro ot-tobre deve arrivare il decreto di finanziamento di 38 milioni di euro. L’accusa all’assessore Di Simo-ne e, dunque, all’amministrazione è di sottrarre risorse dal povero bilancio provinciale per pagare prestazioni professionali di soggetti esterni al-l’amministrazione. Cosa non vera perché, come ci conferma il dirigente Guarrera, “i 403 mila euro (diritti tecnici) non vengono sottratti dal bilancio, ma sono somme vincolate in aggiunta al finanzia-mento dei 38 milioni che serviranno per la ma-nutenzione delle strade provinciali per rendere, tramite il personale tecnico della provincia, i pro-getti esecutivi e cantierabili”. Dunque, una variazione che, secondo Guarrera, “si è resa necessaria in considerazione che - anche nei casi in cui la spesa trova la sua fonte di finan-ziamento nello Stato e nella Regione - la manca-ta iscrizione in bilancio, prima dell’ordinanzione della spesa, genera debiti fuori bilancio”. In po-che parole, prima di conferire l’incarico bisogna aprire un apposito capitolo in bilancio. “Le risorse oggetto di variazione - sostiene ancora Guarrera - non possono essere utilizzate per incarichi pro-fessionali esterni perché il finanziamento è stato concesso con il vincolo dell’utilizzo per incarichi di progettazione interna (cioè a dire del persona-le dello stesso ente), come chiaramente si evince dalla proposta di deliberazione che imputava la previsione della spesa al personale e dunque a spesa corrente. Eventuali incarichi esterni vanno imputati agli investimenti”. A questo punto viene spontaneo chiedersi se i consiglieri provinciali che sono intervenuti polemicamente in consiglio han-no letto la delibera o invece hanno voluto creare l’ennesima Torre di Babele.

I retroscena

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Settegiorni dagli Erei al Golfo

�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 20 settembre 2009Vita Diocesana

Una libertà condizionata dal regi-me comunista con le difficoltà di

una chiesa cattolica che ha resistito a tanti soprusi con sofferenza ma con grande voglia di professare la parola del vangelo in Lituania.

Questi alcuni tratti della conferenza in cui un sacerdote lituano ha eviden-ziato nel salone della chiesa Madre, la cui tematica era “Chiesa e ideologia in Lituania”. Ad organizzare l’iniziativa è stato don Luca Crapanzano, studente assieme a don Ramunas Norkus del pontificio istituto “Giovanni Paolo II” dell’università lateranense di Roma che ha coinvolto alcune associazioni locali come l’Azione Cattolica, l’Unio-ne cattolica italiana insegnanti medi (Uciim) e l’Unione cattolica stampa ita-liana provinciale (Ucsi).

“La libertà nel senso ampio della pa-rola era ridotta - afferma don Ramunas - perché il regime comunista controllava anche gli introiti della Chiesa così anche come il sistema scolastico e universita-rio. Anche il sistema di voto era condi-zionato perché si doveva votare davanti ad una commissione senza poter andare in una cabina esprimendo così il diritto di un voto libero e segreto”.

La Lituania da venti anni è diventata una repubblica autonoma e dopo la ca-duta del muro di Berlino la fede cristiana

sembra essere rinata da un’ideologia che “opprimeva” il cammino della Chiesa.

Il territorio della Lituania ha sette dio-cesi con 4,2 milioni di abitanti. L’82% sono cattolici, 11% di fede luterana, 6% ortodossi mentre 1% di diverse profes-sioni religiose anche se i praticanti si at-testano soltanto al 10 %. Il simbolo della Lituania è la collina delle croci testimo-nianza del cristianesimo radicatosi in questo territorio.

Don Ramunas Norkus, 29 anni, è sta-to ordinato sacerdote nel giugno del 2007 nella diocesi di Telsiai il cui vesco-vo è mons. Jonas Boruta. “L’esperienza

di don Ramunas è stata importante – afferma don Luca Crapanzano - perché ha fatto sentire dalle sue paro-le la sofferenza di un popolo che non emerge dai libri di storia. Nel collegio dove studiamo siamo sacerdoti che provengono da tante diocesi e stiamo tanto tempo assieme dialogando. An-che se le nostre esperienze sono di-verse così come le lingue, ci unisce la fede e la preghiera perché innamorati di un unico Dio”.

Ma qualche diversità tra la Litua-nia e l’Italia don Ramunas la coglie nella grande forza associativa che è quella dei volontari italiani. “La diffe-renza tra Lituania e Italia in generale - continua don Ramunas - è la grande

forza del volontariato, forse non riuscia-mo a spiegare bene ai laici nel mio paese che anche loro devono essere al servizio della chiesa”. Don Ramunas nella perma-nenza a Barrafranca ha incontrato il ve-scovo mons. Michele Pennisi ed ha in-contrato tanti giovani pregando con loro nella chiesa Madre durante la veglia per un giovane barrese Angelo Tambè, che ha subito un grave incidente stradale.

Renato Pinnisi

Gela �L’Associazione Progetto H promuove l’accoglienza tra giovani diversamente abili e volontari

Un progetto per scoprire i sapori

La cultura consumistica

La vita di un consumatore, la vita di consumo, non consiste nel-

l’acquisire e possedere. E non con-siste nemmeno nel liberarsi di ciò che era stato acquisito l’altro ieri e orgogliosamente ostentato ieri. Consiste piuttosto, in primo luogo e

soprattutto, nel rimanere in movimento.Se aveva ragione Max Weber affermando che il princi-

pio etico della vita di produzione era (e doveva essere sempre, se lo scopo era una vita di produzione) il rin-vio della gratificazione, allora la linea-guida etica della vita di consumo (se l’etica di una vita simile può essere presentata sotto forma di un codice di comportamento prescritto) dev’essere il rimanere insoddisfatti. Per un tipo di società che dichiara la soddisfazione del cliente come sua unica motivazione e suo scopo fondamentale, un consumatore soddisfatto non è né la motivazione né il fine, ma la più terribile delle minacce.Ciò che vale per la società dei consumatori deve valere

anche per gli individui che ne fanno parte. La soddisfa-zione dev’essere un’esperienza momentanea, e se dura troppo a lungo è da temere e non da desiderare arden-temente; la gratificazione durevole, una-volta-per-tutte, deve apparire ai consumatori una prospettiva tutt’altro che attraente, anzi una catastrofe. Come afferma Dan Slater, la cultura del consumo «associa la soddisfazione alla stagnazione economica: i bisogni non devono avere fine […]. Essa richiede che i nostri bisogni siano insazia-bili, ma che per soddisfarli si guardi alle merci». O forse potremmo metterla in questo modo: veniamo spinti e/o trascinati a cercare soddisfazione senza sosta, ma anche a temere il tipo di soddisfazione che ci farebbe smettere di cercare…La principale preoccupazione della società dei consu-

matori non è la creazione di nuovi bisogni. L’economia dei consumi e il consumismo sono mantenuti in vita in quanto i bisogni di ieri sono sminuiti e svalutati, e i loro oggetti ridicolizzati e sfigurati come ormai obsoleti, e ancor più è l’idea stessa che la vita di consumo debba essere guidata dalla soddisfazione dei bisogni a essere screditata. Il trucco beige, che la scorsa stagione era se-gno di sicurezza, ormai è solo un colore che sta passan-do di moda, spento e brutto, e per giunta un marchio di disonore, segno di ignoranza, indolenza, inettitudine o complesso di inferiorità; l’atto che fino a poco tempo fa denotava generalmente ribellione e azzardo e con-fermava che si era «un passo avanti a chi fa tendenza» diventa ben presto sintomo di pigrizia e codardia, segno che ci si trova ormai in coda, che si è persino al verde…Ricordiamoci del verdetto della cultura consumistica:

gli individui che si accontentano di avere un insieme fi-nito di bisogni, che agiscono solo in base a ciò di cui pensano di avere bisogno e non cercano mai nuovi bi-sogni che potrebbero suscitare un piacevole desiderio di soddisfazione sono consumatori difettosi, vale a dire il tipo di emarginati sociali specifici della società dei consumatori.

don Giuseppe FauscianaTra le righe

Stare insieme ‘A caccia di sapori’. Questo è il tema

del progetto di integrazione scelto quest’anno dall’asso-ciazione “Progetto H”, che prosegue nell’obiettivo di pro-muovere la crescita dell’acco-glienza e della convivenza fra i giovani diversamente abili ed i volontari, che da anni perse-gue con tenacia. Il progetto, finanziato interamente dal CESVOP si articola in cinque giornate che prevedono con laboratori, visite guidate al Bi-viere e con la vendemmia che vedrà in prima linea i parteci-panti nella raccolta dell’uva e della relativa pigiatura.

Personale del CNOS del-l’Opera salesiana e esperti esterni si prenderanno cura dei partecipanti per tutta la durata delle giornate comu-nitarie. Dieci volontari, pro-venienti da diverse esperien-ze saranno continuamente a

fianco di otto soggetti diver-samente abili con i quali con-divideranno i vari momenti della giornata. Tutte le atti-vità saranno riprese al fine di realizzare un cortometraggio dell’esperienza. I responsa-bili del progetto sono Anna Condello coordinatrice e Car-melo Martines psicologo. “La diversità di un essere umano è quasi sempre condizione emarginante anche se non vi sono atteggiamenti ostili e di intolleranza e per questo il di-versamente abile spesso non riesce a condurre una vita “normale” tra gli altri. “Il pro-getto mira all’integrazione del diversamente abile ribaltando il concetto di integrazione - dice il presidente dell’Asso-ciazione Pino Valenti - per integrazione si intende creare l’abitudine nei normodotati ad accettare i diversabili e a condividere momenti della

vita quotidiana. Si vuole offri-re l’opportunità di stare insie-me nella condivisione di mo-menti diversi durante l’arco delle giornata e della settima-na all’interno di una struttura ricettiva situata nei dintorni di Gela”. Gli obiettivi sono: l’educazione all’accettazione delle diversità e al lavoro di gruppo, educazione alla tol-leranza e alla solidarietà, edu-cazione alla comunicazione, conoscenza di alcune tecni-che di animazione, educazio-ne al rispetto dell’ambiente. L’esperienza vuole sollecitare riflessioni nei partecipanti che magari non hanno mai avuto l’occasione di vivere gomito a gomito con un di-versamente abile e a comuni-care con loro. Il tutto avverrà presso la scuola alberghiera del CNOS in contrada Pas-so di Piazza a Gela dotata, di cucina professionale e di sala

ristorazione per i laboratori e di altri locali per le attività previste in progetto. La strut-tura si trova al centro di una vasta tenuta di oltre 30 ettari. I soggetti coinvolti sono: 8 di-versamente abili, 10 volontari, un psicologo, un capo campo, un animatore, un contadino, un cuoco, un caposala, un animatore sportivo ed un ac-cudente. I laboratori prevedo-no animazione (canti popolari e teatro dialettale), orticoltura e giardinaggio, cucina e sala, attività sportive. I laborato-ri sono frequentati a gruppi per permettere a tutti di fare l’esperienza dei singoli labo-ratori. I partecipanti faranno la vendemmia con la raccolta dell’uva nei campi e la relativa pigiatura, è prevista una visita al lago Biviere per ammirare quello che la zona offre.

Liliana Blanco

Grido d’allarme e appello alla politica da parte del vicario foraneo di Gela

mons. Grazio Alabiso in occasione del-le manifestazioni per la festa patronale che ha avuto il suo culmine l’8 settem-bre scorso: “Il malessere c’è, lo sappiamo tutti, però come sempre, tutti guardiamo dall’altra parte”. Anche l’intervento del ve-scovo mons. Pennisi durante l’omelia per il giorno della festa è una denuncia dei problemi dei quali soffre la città di Gela: l’acqua, la sicurezza, le cure per la salute, il lavoro: “In questa festa non possiamo dimenticare i problemi della nostra città, la diminuita fiducia nel futuro accompa-gnata dalla crescita del senso dell’insicu-rezza, la presenza della criminalità ma-fiosa, la disoccupazione e la precarietà nel mantenere il posto di lavoro che sta riguardando anche diversi operatori del-la scuola, la mancanza della cultura del lavoro e della cooperazione, la carenza di strutture sanitarie qualitativamente efficienti a misura d’uomo, che possano garantire ai cittadini il diritto alla vita e alla salute e siano vicine ai bisogni delle persone malate”.

Queste parole sono state lo spunto per Filippo Franzone, presidente del Comita-to “Progetto Provincia” per lanciare il suo “je accuse” contro un “mondo politico inquinato”: “La popolazione, la gente co-mune - si legge in un comunicato stampa del comitato - inizia a perdere interesse per la propria città, non perché non la ama, ma perché vede, nelle persone scel-te per far progredire la comunità, molto disinteresse e lo si può notare anche nel modo di votare dei gelesi”. In effetti que-sto disinteresse è emerso con il grande astensionismo alle ultime europee (61%), e il perché secondo Franzone è chiaro: “I gelesi si sentono abbandonati, non tu-telati nei loro bisogni. Difatti, i problemi restano sempre gli stessi”. Ecco allora che Franzone, denunciando l’assenza della politica gelese nella lotta per l’autono-mia e l’efficienza dell’ospedale, continua a ribadire la necessità di creare la decima provincia siciliana, unica soluzione per realizzare gran parte dei problemi nella città del Golfo.

Carmelo Cosenza

Gela �I festeggiamenti patronali occasione per un rilancio della città. Franzone: “Gela sia provincia”

I �problemi �della �gente �restano. �appello �alla �politica

Barrafranca - Don Ramunas con don Luca e due suore Clarisse apostoliche al termine della conferenza

in diocesiPellegrinaggio a Piazza di Alleanza CattolicaAlleanza Cattolica in Sicilia organizza un pellegrinaggio ad inizio del nuovo anno sociale 2009-2010 per domenica 27 settembre prossimo al santuario di Maria Ss. di Piazza vecchia a Piazza Armerina (En). L’appuntamento è fissato alle ore 10,30 al Santuario stesso. Dopo il S. Rosario, sarà celebrata la S. Messa da mons. Michele Pennisi. Dopo il pranzo presso il vicino Seminario estivo di montagna Gebbia sarà proposta una riflessione sull’enciclica “Cari-tas in Veritate” di Benedetto XVI.

Terza edizione del premio Mazzarinese nel mondoMartedì 22 settembre presso il Teatro comunale di Maz-zarino alle ore 20,30 avrà luogo la cerimonia di premia-zione della terza edizione del Premio “Mazzarinese nel mondo”. Il riconoscimento sarà conferito al dr. Giovanni Catanzaro, presidente del Consip. Il Consip è una socie-tà per azioni del Ministero dell’economia e delle finanze (MEF). La sua missione è gestire e sviluppare i sistemi in-formativi del Ministero fornendo consulenza tecnologica, organizzativa e processuale. Inoltre, gestisce il Program-ma per la razionalizzazione degli acquisti nella Pubblica amministrazione.Nato a Mazzarino nel 1944, laureato in Sistemi informa-tivi e Intelligenza artificiale, Giovanni Catanzaro dal 1995 è Presidente del consiglio d’amministrazione della A.Y.C. Immobiliare S.p.a. Tra le altre attività svolte in passato quella di Amministratore della S.A.I. Assicurazioni. Dal 1980 al 1992 ha rivestito incarichi nella Finanziaria e nel-la Società Pozzi Ginori.

Foto Cirignotta

barrafranca �Testimonianza sul risveglio religioso in Lituania a vent’anni dal crollo dell’URSS

Crollato il regime rinasce la fede

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 20 settembre 2009 Vita Diocesana

La comunità “Fami-glia di Nazaret nello

Spirito Santo” di Riesi, guidata da p. Giuliana, organizza presso l’Oasi Ss. Trinità nei giorni 19 e 20 settembre, il XVI Convegno carismatico sul tema: Anno Sacer-dotale - “Dovete consi-derarci come ministri di Cristo ed ammini-stratori dei misteri di Dio” (1Cor 4,1).

Sono invitati quan-ti, singoli o gruppi, vogliano vivere la spiritualità della gioia, del frutto e dei carismi dello Spirito Santo. Nei due giorni si alterneranno sacerdoti, ospiti e testimoni, insieme ai tanti provenienti da diverse province per lodare il Signore. Il conve-gno, che sarà concluso dalla celebrazione eucari-stica presieduta da mons. Michele Pennisi, preve-de momenti di preghiera, confessioni, momenti

di fraternità, adorazione e meditazione, preghiere di liberazione e guarigione. Sono inoltre previsti vari insegnamenti a cura di don Emanuele Casola, parroco, p. Gaudio, o.f.m. esorcista e dello stesso don Giuseppe Giuliana. Sarà inoltre fatta memo-ria di alcune figure sacerdotali: mons. Luigi Acco-gli, Nunzio Apostolico, Angelo Pasqualino, don Salvatore Arena, don Salvatore Talio, don France-sco Parisi, don Angelo Lana.Informazioni e prenotazioni: 0934.922383.

Commento alla liturgia domeniCaleXXVI Domenica del tempo ordinario - B

a cura di don Angelo Passaro

27 Settembre 2009

Num 11,25-29Gc 5,1-6

Mc 9,38-43.45.47-48

«Giovanni, che amava con straordina-rio fervore il Signore, e perciò era

degno di essere riamato, riteneva dovesse essere privato del beneficio chi non rico-priva un ufficio. Ma viene ammaestrato che nessuno deve essere allontanato dal bene che in parte possiede, ma piuttosto deve es-

sere invitato a ciò che ancora non possiede. [Così anche] per quanto riguarda gli ereti-ci e i cattivi cattolici, dobbia-mo solennemente respingere non quelle credenze e quei sacramenti che essi hanno in comune con noi e non contro di noi, ma la scissione che si oppone alla pace e alla verità, per la quale essi sono contrari a noi e non seguono in unità con noi il Signore» (Beda il Venerabile, Commen-

to al vangelo di Marco).Il brano evangelico di questa domenica pre-senta un insegnamento del Signore riguardo alla dimensione comunitaria dell’essere di-scepoli. Dopo la parola sulla partecipazione al destino del Figlio dell’Uomo, il discepolo è chiamato ad accettare un altro sovverti-mento dei valori che strutturano l’esistenza, ad accogliere e fare sua una parola che lo mette in guardia da possibili eccessi quando l’efficienza del bene va a scapito delle per-sone.Le parole di Giovanni e il fatto raccontato nel Libro dei Numeri (cf. prima lettura) pre-

sentano la stessa logica da cui Gesù invita a prendere le distanze. Come Mosè anche Gesù insegna quella vigile attenzione a co-gliere la presenza dello Spirito che opera anche là dove si presume questo non possa accadere.Mosè comunica lo Spirito di Dio a settan-ta anziani, che erano usciti dal campo e si erano radunati presso la tenda. Costoro co-minciano a profetare, «ma non lo fecero più in seguito» (Num 11,25). Lo Spirito però si posa anche su Eldad e Medad, che non era-no usciti dal campo e anch’essi si mettono a profetare. A causa del tentativo di Giosuè di impedirlo, Mosè risponde a Giosuè, mo-strando una essenziale libertà da ogni for-ma di monopolio del sacro o di gelosia per il proprio potere: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!» (11,29). Mosè è un cre-dente che spera che lo Spirito informi l’esi-stenza di tutto il popolo, perché tutti e cia-scuno possano manifestare la sua volontà.Nella situazione delineata dall’evangelista Marco si legge la storia di una comunità or-mai strutturata, dove ognuno ha il suo ruolo e la propria responsabilità. Una storia però in cui non è prevista la novità: ogni cosa

funziona così tanto bene che non c’è spazio per alcuno, neanche se la sua presenza e la sua attività portano frutti di bene: «Mae-stro, abbiamo visto uno che scacciava i de-mòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri» (Mc 9,39). Si tratta di un sentimento di appartenenza che ma-nifesta uno stile contrario a quello del Mae-stro; per questo è necessario vigilare e tener conto della severa parola del Signore: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che cre-dono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare» (9,42). Alle istanze autoreferenziali, all’egocentrismo religioso, alla efficienza “responsabile” che diviene intolleranza, alla pretesa di avere diritto di schiacciare qualcuno, sempre possibili nella comunità cristiana, il Maestro contrappone uno stile fatto di attenzione alle persone, soprattut-to ai piccoli, a coloro che sono deboli: an-ch’essi sono salvati dalla grazia del vangelo e anch’essi sono testimoni dell’azione dello Spirito in loro. Riconoscersi con loro salva-ti dalla potenza di Dio, è aprirsi a una ra-dicalità senza compromessi che dà forma all’avventura umana sostenuta dalla grazia di credere.

Lampada per i miei passi è la tua Parola...

Il premio “Basilica Maria Ss. del Mazzaro 2009” è stato conferito

a suor Anna Nobili, suora operaia della Santa Casa di Nazareth, ospi-te a Mazzarino nel mese mariano dei festeggiamenti della Patrona. Il premio, giunto alla sua 3° edizione è un’idea del rettore della Basilica don Carmelo Bilardo, ed è un rico-noscimento a chi ha sperimentato in maniera forte l’amore e la pre-senza di Dio nella propria vita, a chi ha fatto una scelta di vita parti-colare testimoniando con la nuova vita il Vangelo.

Toccante la testimonianza della suora insieme al suo gruppo di dan-zatori (della sua scuola Holydance di Palestrina) sabato 12 settembre, il giorno della consegna del premio da parte del vescovo di Noto mons. Antonio Staglianò. “Abbiamo volu-to premiare - afferma don Carmelo - l’operato evangelico di suor Anna che alternando la danza alle parole e alle immagini ci ha comunicato come l’amore di Dio l’ha conqui-stata facendola scegliere di fronte a un bivio”. Mons. Staglianò aggiun-ge: “la bellezza di madre Nobili è visibile nella luce dei suoi occhi, splendore che molti giovani oggi non hanno, la sua conversione è un

segno di speranza, poiché riesce a farci vivere la straordinaria opera che Dio è in grado di fare nella vita di ogni uomo. La sua conversione è nel suo nome “Anna” che in ebrai-co vuol dire l’atto di piegarsi di Dio che ha misericordia del suo popolo, e questo Anna lo ha rappresentato con la danza”.

Suor Anna, come è cambiata la sua vita? Prima ero alla costante ricerca

dell’amore che non avevo in fami-glia, sono cresciuta tra i litigi e le botte, cercavo l’amore di mio padre nei ragazzi. Dopo la separazione dei miei genitori mi trasferii a Mi-lano dove cominciai a frequenta-re le discoteche. Una vita tra alcol e sesso. Un giorno incontrai una coreografa di Canale 5 e iniziai a frequentare la danza che ho sem-pre amato. Angoscia e solitudine erano sempre all’erta quando rien-travo a casa. Quando ero nel mez-zo del mio vizio mia madre la sera veniva da me, mentre mi truccavo, con la Bibbia in mano e mi diceva di andare in chiesa, rispondevo che erano cose da vecchi e respingevo seccata i suoi inviti. Lei allora per 2 anni cominciò a pregare per me.

Una vigilia di Na-tale mi ritrovai a messa, era bello, e da lì inizia il mio cambiamento.

È stato un cambiamento sofferto? È stato dolo-

roso, nonostante iniziai a frequen-tare la chiesa e a partecipare alle adorazioni euca-ristiche mi ritro-vavo sempre sui cubi, piangevo continuamente, avvertivo che Dio mi amava, ma continuavo a fre-quentare le discoteche. Allora un giorno dissi a Dio: “se ci sei la mia vita deve cambiare!”. Tutto avvenne dalla contemplazione di un paesag-gio durante un ritiro ad Assisi: lì ho sentito forte la presenza di Dio den-tro di me, il mio tesoro era Gesù. Da allora dissi “no” al mio passato, ad ogni tentazione. Gesù era forte, in quel momento aveva guarito il mio cuore, mi ha ridato l’anima che non conoscevo, tutto il percorso è

stato doloroso perché ho capito che Gesù ha patito ed è morto per me.

Cosa rappresenta que-sto premio “Basilica Madonna del Mazzaro”? Ringrazio la Madonna per aver-

mi fatto conoscere suo Figlio Gesù, mi rivolgo ai giovani, dico loro di fidarsi di Dio, il peccato più grande sta proprio nel non rivolgersi a Lui. Ringrazio padre Bilardo per questo premio e tutta la comunità di Maz-

zarino. Oggi il mondo viaggia a ca-vallo dell’erotismo, io ho sperimen-tato il vero amore quello di Dio che mi ha dato un carisma, la danza, e continuerò a pregarlo e manifesta-re il mio amore per Lui attraverso questo dono.

Concetta Santagati

gela Il medico ennese scrive ai suoi sostenitori del Cesma

avanza il progetto di CristinaNuovi orizzonti per la

missione di Cristina Fazzi in Zambia, soste-nuta dal Cesma e dalla parrocchia Regina Pacis di Gela e dal suo parroco Angelo Strazzanti.

Il medico ennese ha scritto ai suoi sosteni-tori facendo il punto su quanto realizzato grazie ai progetti di giovani e fe-deli: “Abbiamo costituito un’associazione giovanile che si occupa di lavori socialmente utili, tra cui volontariato negli ospe-dali per l’assistenza agli ammalati senza parenti e per la pulizia degli am-bienti sanitari. I ragazzi selezionati con i corsi di

formazione, sono moti-vati: si riuniscono nella tenda da campo donata. Il nuovo progetto pre-vede un centro sociale in città per le attività del gruppo giovanile e per i corsi di formazione. Ab-biamo avviato una pro-duzione di polli, ortaggi e miele ed abbiamo messo in funzione il mulino. Il programma nutrizionale prosegue assistendo bim-bi mal nutriti ed abban-donati sia nel bosco che nelle baraccopoli. I nostri risultati sono sempre ot-timi, grazie agli alimenti che possiamo acquistare con le donazioni prove-nienti dai nostri amici

italiani e spagnoli. Abbia-mo avviato un program-ma scolastico per i gio-vani meritevoli che non possono pagare le tasse scolastiche o acquistare libri con una biblioteca a Silangwa. Stiamo pro-muovendo “Income gene-ratfng Activities”, attività che producono guadagno cioè stiamo aiutando la gente ad intraprendere attività commerciali o agrarie che permettono l’autonomia economica. Abbiamo aiutato ad av-viare una sartoria, una bottega alimentare, un pollaio ed un’azienda agricola”.

Liliana Blanco

Il 18 agosto è deceduto a Mineo il papà di don Carmelo Umana.Il 24 agosto è deceduto a Genova il sig. Alfonso Pisano, fratello di don Rocco.Il 2 settembre e deceduto a Mazzarino Luigi Bognanni fratello di don Filippo.

LUTTi

Suor Anna durante la danza.La consegna del premio da parte del vescovo

di Noto mons. Staglianò, padre Bilardo e il sindaco Vincenzo D’Asaro

riesi Si rinnova l’annuale appuntamento della Comunità Famiglia di Nazaret

Il 19 e 20 all’Oasi il 16° convegno carismatico

mazzarino La storia della conversione di suor Anna Nobili, premiata alla Madonna del Mazzaro

da cubista a danzatrice per dio

Page 6: 20settembre2009

� Cultura e SocietàSettegiorni dagli Erei al GolfoSettegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 20 settmbre 2009

Finalmente anche in provincia di Enna un punto di riferimento per le fami-

glie che hanno un parente affetto dalla malattia di Alzheimer. Da alcuni mesi è stata costituita la sezione territoriale del-l’A.I.M.A (Associazione italiana malattia di Alzheimer). L’associazione ha sede nei locali dell’U.V.A. (Unità Valutativa Alzhei-mer) presso il corpo F dell’ospedale Chiel-lo di Piazza Armerina e-mail: [email protected].

Attualmente Aima è presente con as-sociazioni e gruppi che operano in molte regioni italiane e ovunque cerca di rea-lizzare quella rete di solidarietà e aiuto che, per le vittime della malattia, “fa la differenza”. Aima si è fatta conoscere con il lavoro sul campo, sempre a fianco delle famiglie, aiutandole come e dove possibi-le ad affrontare la tragedia della malattia: obiettivo è sostenere chi sta vicino al ma-lato, informarlo e, non ultimo, “formarlo” perché unisca, all’amore per la persona colpita, la competenza necessaria ad af-frontare tutti gli aspetti della malattia. Ri-

sponde la Sig.ra M. G. Inzana presidente di Aima Enna.

Da cosa nasce l’idea di far sorgere Aima ad Enna?Conosco da tempo l’associazione fon-

data nel 1985 dalla dott.ssa Patrizia Spa-din, figlia di un’ammalata, che a tutt’oggi la presiede; ha condotto battaglie (per la visibilità del problema Alzheimer, per i farmaci gratuiti, per i servizi, per lo sti-pendio al familiare che cura, per l’unifor-mità di cura sul territorio nazionale, con-tro l’indifferenza), che l’hanno avvicinata, in misura sempre maggiore, alla società civile, e investita del ruolo di interlocuto-re delle istituzioni. Anche nella provincia di Enna è importante la presenza di Aima, vogliamo essere vicini ai malati e alle loro famiglie.

Come intende essere presente sul ter-ritorio?L’Aima di Enna si prefigge di diffondere

sull’intero territorio provinciale la cultura dell’assistenza socio-sanitaria al malato di

Alzheimer e alla famiglia, coinvolgendoli in tutte le più avanzate iniziative assisten-ziali, sperimentate a livello nazionale ed internazionale. L’Associazione si propone di stimolare e sensibilizzare tutti gli in-terlocutori istituzionali al problema della demenza e al sostegno ai familiari e vuo-le essere elemento critico e al contempo propositivo al fine della creazione di tutti quei servizi di rete che, fino ad oggi, sono mancati sul nostro territorio.

Avete in programma qualche iniziati-va?In occasione della giornata mondia-

le Alzheimer giorno 20 settembre avrelo l’apertura straordinaria della linea ver-de Alzheimer 800 679 679 dalle 6 alle 24 mentre nei giorni successivi saremo pre-senti in diverse piazze dei Comuni del-la provincia per far conoscere la nostra associazione attraverso materiale infor-mativo all’insegna del motto Aima: “Non Dimenticare Chi Dimentica”.

Maria Teresa Ventura

+ famigliadi Ivan Scinardo

L’aborto fai da te

“Per effetto di una nuova decisione tecnica ora anche il nostro paese può esibire la patente

di modernità garantita secondo la prevalente ideo-logia libertaria”. Lo scrive il quotidiano dei vescovi Avvenire a proposito dell’introduzione della pillola abortiva. La Ru 486 si poteva fermare, secondo i ve-scovi, ma non tutti quelli che potevano si sono im-pegnati a farlo. L’attacco è rivolto sia ai politici che all’agenzia nazionale per il farmaco l’Aifa che, data la sua competenza esclusiva in materia, “porta per prima la responsabilità di una scelta grave e tut-t’altro che necessaria”, così scrive l’editorialista del quotidiano cattolico. Il presidente della commissio-ne Cei per la famiglia, mons. Giuseppe Anfossi, ha auspicato, in una intervista, che il governo blocchi la commercializzazione della pillola RU486, ma al tempo stesso, ha detto che è compito del governo investire in capillari campagne di prevenzione e in-formazione. A partire comunque dalla scuola dove stuoli di adolescenti sono pronti a invadere il mon-do con il loro “carico sexy”. Voglio riportare una frase che mi ha colpito: “Adulti a 12 anni, bambini adulterati”. È l’allarme che l’APA (American Psycho-logical Association) ha lanciato in questi giorni rivol-gendosi soprattutto ai genitori nel non assecondare la cosiddetta “iper - erotizzazione” dei figli, che passa in maniera subliminale (sotto la soglia della percezione) attraverso campagne mediatiche fatte di spot pubblicitari ammiccanti, riviste e film. Qualcuno penserà come mai in questo articolo si sta parlando di pillola abortiva e di adulti a 12 anni? Semplice, la modernità passa dal grado di esposi-zione di alcune ragazzine alle pratiche sessuali e il rimedio, qualora dovessero rimanere incinte, qual-cuno lo ha presto trovato: porta una sigla che sem-bra quella di un caccia bombardiere: Ru 486. Voglio però ritornare all’allarme adolescenti; in Inghilterra è stato da poco messo in commercio il nuovissimo reggiseno imbottito per adolescenti; non ci ha per nulla scandalizzato se all’esame di maturità si par-lava, nel tema in classe, di seno finto e chirurgia plastica. Ma allora ci chiediamo le barby di una vol-ta che fine hanno fatto? Come giocano le bimbe di oggi? Pardon forse è sbagliato chiamarle bimbe an-che se ancora il loro seno non si è sviluppato, nien-te paura, possono trovare in commercio il reggise-no imbottito e somigliare così alle ragazze patinate messe in bella mostra in riviste per sole adolescenti come “Cioè” o “Ragazza moderna”. Qui l’unico im-perativo è: essere sexy a tutti i costi. Sono devastato dal pensiero che mia figlia potesse indossare a 12 anni un reggiseno imbottito per attrarre un ragaz-zino che magari vuole dimostrarsi già adulto e che nell’intento di sballarsi si potrebbe ritrovare padre all’improvviso; ma tanto, dice qualcuno, c’è la pillo-la abortiva… Adesso sento di scrivere con certezza che questa è una società malata, priva di valori e contenuti; personalmente continuerò a combattere mode e tendenze tipiche del gregge senza un pasto-re e, peggio, senza una meta.

[email protected]

Angelo Pinnisi terzo centenario di Barrafranca

EnnA In occasione della XVI Giornata mondiale la sezione provinciale lancia una serie di attività

L’Aima in aiuto ai malati di Alzheimer

a cura di Emanuele Zuppardo ~ [email protected]

Pino Bevilacqua

Il poeta Pino Bevilacqua è di Piaz-za Armerina. Ha al suo attivo pa-

recchie pubblicazioni tutte realizza-te dalla editrice “Il Lunario” di Enna: Convito di Ninfe, Erba e pietre, Fra cielo e mare, Ad un passo della luna e Stagioni. Recentemente ha anche pubblicato Aquiloni in cielo azzurro sul rapporto tra poesia ed infanzia. Collabora con artisti visivi e sue ope-re sono inserite in antologie poeti-che e riviste specializzate.Certamente Bevilacqua con la sua poesia riesce a parlarci dell’uomo con tutte le sue ansie e le sue spe-ranze, unitamente al suo rapporto

con la natura e con se stesso, in cui traspare la sua vibrante umanità e la sua ricerca delle cose semplici. Paolo Linares nella sua prefazio-ne a “Stagioni” scrive che “un’ansia dolorosa costringe il cuore dell’au-tore ad interrogarsi, nel tentativo di ricomporre l’io nella sua dimensione metafisica. Poesia dunque sul destino dell’uomo, significante metafora della ricerca di un’anima che s’interroga sul senso della vita, entro cui, stagione dopo stagione, siamo trascinati”.

Siamo

Siamo angeli. Siamo luce acqua e terra,foglie e rocce, fiori e prati mai uguali

nell’immoto mulinare delle ore.Oh la fuggevole bellezza del mondo,le cangianti stagioni della vita,il mutevole riflettersi in noi…di che?dei colori, delle forme, delle idee!La matassa degli eventi - quanti eventi! - nell’immenso paesaggio dell’anima.All’inoltro più appena dei giornidove adesso ci troviamoè autunno, primavera o che altro?Niente siamo nel continuo mutamento.Siamo tutto - tutto il mondo - se sappiamod’esser niente, se sappiamo d’esser tuttoin ogni istante!

GAnGi Dal 25 al 27 settembre si rievoca la vita del Santo per l’ottavo centenario della Regola

“Vivere in Assisi” ai tempi di san Francesco

Direzione, Redazione e Amministrazione:Via La Bella, 3 ~ Piazza Armerina

Tel. fax. 0935.680331 ~ email: [email protected] Responsabile: Giuseppe RabitaDirettore Amministrativo: Salvatore Bruno

Abbonamento ordinario € 30,00 Conto corrente postale n. 79932067 intestato a: Settegiorni dagli Erei al Golfo via La Bella, 3 ~ 94015 Piazza ArmerinaEditore e Proprietà: Opera di Religione della Diocesi di Piazza Armerina Partita IVA 01121870867

Autorizzazione Tribunale di Enna n. 113 del 24/02/2007

Settegiornidagli Erei

al GolfoSettimanale cattolico di informazione, attualità e cultura

LussograficaTipografia Edizioni

Chiuso il 16 settembre 2009 alle ore 16.30Periodico associato via Alaimo 36/46

Caltanissetta tel. 0934.25965

Stampa

Quinta edizione di “Vive-re in Assisi”, promossa

dai Frati Minori di Gangi (Pa), in occasione della festa di san Francesco d’Assisi e in prepa-razione all’Ottavo centenario dell’approvazione della Regola. Si tratta di una manifestazione storica a carattere religioso che, già pienamente inserita nel panorama delle rievoca-zioni medievali della Sicilia, si svolgerà a Gangi il 25, 26 e 27 settembre prossimi. Essa nasce dall’audace progetto di far conoscere in modo imme-diato, tramite la rievocazione dell’ambiente assisiate, il mes-saggio del Poverello. Un cor-teo storico, composto da più di centottanta figure in abiti medievali, sfilerà lungo le vie

del centro engino, sotto il pos-sente sguardo del castello me-dievale dei Ventimiglia. Im-maginate di trovarvi nell’Assisi del 1200, oltrepassata la porta della città si verrà catapultati in un’altra dimensione, carat-terizzata dalla fedele ripro-duzione delle botteghe degli artigiani (ebanisti, scalpellini, tessitrici, filatrici, calzolai, etc.) e tramite i cinque sensi si potranno rivivere frammenti di vita, odori e sapori, colori e suoni delle genti medievali del XIII secolo.

I visitatori, come nella Commedia dantesca, verran-no accolti da guide che li con-durranno in un coinvolgente percorso, lungo il quale avver-rà la narrazione dei momenti

cruciali del cammino spi-rituale del Santo. Una delle novità di questa quinta edi-zione sarà la rappresenta-zione scenica dell’incontro tra il sultano d’Egitto, Me-lek-el-Kamel, e Francesco, il quale è stato l’unico tra i suoi contemporanei che ha sentito l’esigenza di evan-gelizzare tutti gli uomini, anche i musulmani. Que-sto e molto altro ancora è “Vivere in Assisi”. Solo at-traverso la partecipazione diretta si potranno provare sentimenti e sensazioni tali da trasmettere sereni-tà all’animo umano, stanco e travagliato. Per ulteriori informazioni visitare il sito internet: www.vivereinassisi.it

Gangi - Un momento della IV edizione della manifestazione

Dopo Lo-r e n z o

Lo Presti, la comunità bar-rese festeg-gia un altro centenario. A rimarcare il simbolo del-la longevità a

Barrafranca con tre generazioni davanti ai propri occhi con figli, nipoti, pronipoti e amici è stata la volta di Angelo Pinnisi. Un passato dedito al lavoro in campagna ma anche agli affetti familiari visto che il papà Luigi, morto all’età di 61 anni lasciò a lui il pesante fardello di adoperasi a fare il capofamiglia con 4 sorelle a cui biso-

gnava preparare anche la dote.Aveva soltanto sei anni quando scoppiò

il primo conflitto mondiale e trent’an-ni quando cominciò il secondo. “C’era la fame - ricorda - niente a che vedere con la tecnologia di oggi. Posso dire che adesso siamo in paradiso per quello che abbiamo e quello che possiamo fare”.

Angelo Pinnisi si sposò nel 1948 con Marianna Palmeri, che gli ha dato due figli: Luigi, 59 anni pensionato e sposato con Maristella Avola, e Giuseppina, 55 anni casalinga, sposata con Calogero Bar-toli. “Mi sono sposato dopo la seconda guerra mondiale - continua il centenario barrese - e la gioia più bella, condivisa con mia moglie è stata la nascita dei miei due figli”. Il segreto della longevità per “non-

no” Angelo è stata tanta dieta mediterra-nea con verdure e prodotti del territorio provenienti dalla propria campagna.

I familiari e gli amici hanno voluto fe-steggiare l’atteso compleanno in una villa di campagna della famiglia Ficarra, dove ha voluto essere presente il primo citta-dino Angelo Ferrigno che ha consegnato una targa ricordo. A collaborare all’even-to l’associazione locale “Maria Santissima della Stella” del presidente Pina Marotta.

A Barrafranca sono attualmente tre i centenari: Lorenzo Lo Presti, che ha spen-to proprio alcuni mesi fa le cento candeli-ne, la new entry Angelo Pinnisi e l’ultra-centenaria Angela Ingria con 102 anni.

Renato Pinnisi

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 20 settembre 2009 Chiesa e Società

�Speranza per la Chiesa piazzese, morì un anno dopo l’ordinazione

Canonico�Salvatore�ScibonaANNO SACERDOTALE - FIGURE DI PRETI

a cura di don Giuseppe Giuliana

È nato a Piazza Armerina il 4.3.1928 ed è morto il 5.5.1952

Nella sua foto di un mio album, e qui riportata, è scritto: “in perenne ricordo”. Lo ritrae in cotta di pizzo e stola, nella mano destra il Breviario, lo sguardo profondo dei suoi occhi scuri e dalle folte e nere sopraciglia. Alto, slanciato, longilineo, sportivo nei gesti. È scritto con un pennino ad inchiostro “Ordinazione sacer-dotale il 29.5.1951 (dalle mani di Mons. Antonino Catarella), morto il 5.5.52 alle ore 7. Particolari ordina-ri, se non mi ricordassero l’emozio-ne profonda, lo smarrimento che la sua morte, a meno di un anno della sua ordinazione sacerdotale, provo-

cò in tutti, dal vescovo ai sacerdoti, al popolo.

Piazza Armerina aveva avuto una stagione di stasi nelle Ordinazioni, e la sua rappresentò un segno di ripresa, di riscatto. Ciò soprattutto per la sua statura morale. Di for-te tempra, pieno di entusiasmo, fu inviato subito da mons. Catarella a risvegliare gli animi nella Cattedrale come Vicario cooperatore, Assisten-te dei giovani di A.C. Da studente di teologia nel 1948 era stato nominato Addetto corale del Capitolo Catte-drale, con il permesso della S. Sede.

Gli attempati Canonici, l’anziano Prevosto mons. Giuseppe La Vac-cara, la caratteristica della Catte-

drale, che rappresenta la punta più alta della religiosità dei Piazzesi, espressa in particolari circostanze e non sempre nella quotidianità, esi-gevano un forte impegno giovanile. Si impegnò con slancio, dedizione, intelligenza. Fu apprezzato da tutti, popolo e Clero, e non era difficile preconizzare più impegnative re-sponsabilità.

La morte lo colse fulmineamente, a meno di un anno dell’ordinazio-ne, appena in tempo per suscitare grandi speranze. La commozione fu grande e così il rimpianto, mentre il dolore dei genitori restò incolmabi-le, fino all’estraniazione mentale del-la mamma. Da sportivo, quale era,

gli arrise la corona prontamente, la-sciando tutti nella costernazione.

La Diocesi in quegli anni aveva subìto lutti improvvisi di preti gio-vani e promettenti: p. Vincenzo Rindone, maestro di spirito in Se-minario p. Francesco Bonincontro, Cancelliere vescovile, p. Giuseppe Carbone, parroco all’Itria di Piazza Armerina. Ancora un lutto sembrò di troppo e nell’imponderabile è le-cito pensare ad un vuoto incolmato.

Eventuali scritti e testimonianze su P. Scibona possono essere inviati

a questo Settimanale

I sacerdoti aiutano tutti.

Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro

missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento

Clero e vengono d ist r ibu i te t ra tut t i i sacerdot i , spec ia lmente a quel l i de l le comuni tà p iù b isognose, che possono contare cos ì su l la generos i tà d i tut t i .

Offerte per i nostr i sacerdot i . Un sostegno a molt i per i l bene d i tutt i .

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I sacerdoti aiutano tutti.Aiuta tutti i sacerdoti.

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• Carte di credito: circuito chiamando il numero verde 800.82.50.00

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Clero sono deducibili fino ad un massimo di 1032,91 euro annui dal proprio

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Si è svolto a Trabia (Pa) dall’11 al 13 set-tembre scorso un interessante seminario

sul tema: “Giovani e l’insegnamento sociale della Chiesa”. La Consulta regionale ha pro-posto un seminario di studi per equipe dioce-sane, responsabili di Movimenti, Associazioni e gruppi ecclesiali delle diverse diocesi sici-liane. I lavori sono stati introdotti da mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta. Per la diocesi di Piazza Armerina ha partecipato Lucia Monteforte, animatore di Comunità del Progetto Policoro. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.

Quale fine si è prefisso il seminario?Rendere i giovani protagonisti delle pro-

prie città, del proprio tempo. Particolarmen-te incisivo a tal proposito mons. Russotto che ha invitato i giovani presenti a “saper scrivere la propria vita all’interno della propria città”, “vivere pienamente il vangelo significa farsi carico dell’altro, della società in cui viviamo”. La finalità è contenuta nello slogan del semi-

nario “SiFIDAdiTE”, che ha in se un significa-to duplice: fiducia e sfida. Dio si fida dei gio-vani e contemporaneamente li sfida a vivere pienamente e concretamente la propria fede nella società, sfidando a loro volta il mondo degli adulti, compresi gli uomini di fede.

Quali tematiche sono state trattate?Cittadinanza attiva, formazione: scuola e

università, legalità, salvaguardia del creato e lavoro. Per ogni tematica i partecipanti sono poi stati distribuiti in diversi laboratori.

A quale laboratorio hai partecipato?Naturalmente, in quanto animatore del

Progetto Policoro, ho partecipato al laborato-rio sul lavoro. A partire da un’indagine sulla realtà lavorativa siciliana, si è passati ad ana-lizzare i problemi che incontrano i giovani nell’ambito del lavoro. È venuta fuori la ne-cessità di una nuova cultura del lavoro: nella nostra terra si parla ancora troppo spesso di posto e poco di lavoro.

Avete parlato anche di crisi economica?

Certamente. Ne abbiamo parlato in un ot-tica evangelica, che è anche quella che ispira il Progetto Policoro. In quest’ottica la crisi va vista non solamente come recessione, ma an-che come momento di cambiamento. Come momento che responsabilizza tutti e noi cri-stiani in primo luogo. Le origini della crisi, infatti, non sono da addebitarsi solo al mer-cato, ma anche al culto del denaro e del pote-re e a quella cultura che identifica il successo individuale con una felicità e una ricchezza raggiungibili senza sacrificio e dedizione nel lavoro e nel dono di sé.

Ma tu credi che questa logica sia com-prensibile per un giovane disoccupato?

Non è facile, soprattutto per i giovani non credenti, che cercano innanzitutto risposte concrete. Il Progetto Policoro non ha solu-zioni per la crisi. Il suo scopo, come si evince dalla sua frase-icona: “Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno alzati e cammina!”,

esprime l’attenzione della Chiesa italiana ver-so i giovani disoccupati e si rivela come ten-tativo di farsi compagnia, farsi prossimo agli uomini in difficoltà nell’ambito della ricerca del lavoro, aiutare a credere di più nelle pro-prie capacità. Tuttavia in 14 anni di attività, il progetto ha promosso la nascita di oltre 400 esperienze lavorative (consorzi, cooperati-ve, imprese..), che danno lavoro a oltre 3.000 giovani in tutto il mezzogiorno.

Quali prospettive dopo questo semina-rio?

Continuare con rinnovate motivazioni il lavoro del Policoro, per contribuire a pro-muovere un rinnovamento di mentalità. A tale proposito rinnovo l’invito a tutti i giova-ni a venire a trovarmi allo sportello aperto il giovedì presso la Caritas diocesana dalle ore 9.30 alle 12 e il martedì, mercoledì e vener-dì presso il Centro Giovanile “Lillo Zarba” a Pietraperzia.

Giusi Monteforte

SiFIDAdiTE: Giovani dentro la città. Quali prospettive per il Policoro diocesano?

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�Settegiorni dagli Erei al Golfo Settegiorni dagli Erei al Golfo

Domenica 20 settembre 2009

Conoscere l’altro di Alberto Maira

Le nuove religioni giapponesi: Makoto no Michi Italia

Makoto no Michi è un movimento spirituale costi-tuito ufficialmente in Italia nel 1996 da Kaoru Ku-

rihara - nato nel 1957 a Ibaraki - e dal leader del mo-vimento stesso Shinmei Haghiwara, figlio del fondatore Makoto Haghiwara (1909-1981). La svolta nel cammino spirituale di Kurihara avviene durante un’esperienza mi-stica in Tibet nel 1988, mentre era tra la vita e la morte. In quel momento egli percepisce l’esistenza del “Mon-do della Divinità” e l’importanza della propria esistenza come una parte della vita del cosmo. Quest’esperienza cambia completamente la sua vita. Kaoru Kurihara visita l’Italia per la prima volta nel lu-glio del 1990 e a settembre si stabilisce a Roma come insegnante di aikido (“via dell’armonia del ki”), un’arte marziale fondata da Morihei Ueshiba (1883-1969), già membro di Oomoto. Nell’ottobre del 1990 avviene il pri-mo Misoghi in Italia sotto la cascata di Sassinoro-Mate-se, in provincia di Campobasso, sotto forma di semplice esercizio personale. Nel mese successivo, nello stesso luogo, avviene il primo Misoghi “ufficiale”, con la par-tecipazione di pochi allievi provenienti da Roma, Bari e Campobasso. Negli anni successivi si svolgono Misoghi anche in Campania, Sicilia, Piemonte e Veneto, e per un numero di allievi provenienti da tutta l’Italia Nel mag-gio 1992 giunge per la prima volta in Italia Shinmei Ha-ghiwara, che esegue la cerimonia per la pace del mon-do sulla cima del Gran Sasso e Misoghi alla cascata di Zompo lo Schioppo, riserva naturale in località Morino (L’Aquila). Nel maggio 1993 alcuni membri di Makoto no Michi Italia compiono un primo viaggio in Giappone; in questa occasione, è assegnato dalla “Scrittura auto-matica” a un membro di Civitanova Marche il compito di compiere “mille incensi” (cioè esercizi la cui durata è determinata dal tempo di consumo di un incenso) in un anno. Nel maggio 1994 Shinmei Haghiwara visita l’Italia con cinquanta membri giapponesi e compie cerimonie per la pace del mondo sul Gran Sasso e dentro la basi-lica di San Francesco ad Assisi, dopo di che - nel luglio 1995 - celebra a Tokyo il primo matrimonio fra membri di Makoto no Michi Italia e iniziano i lavori per la costru-zione della sede di Makoto no Michi Italia. Attualmente i membri in Italia (kumite) sono circa un centinaio.Presentando l’insegnamento di Makoto no Michi, oc-corre premettere che secondo i suoi dirigenti non esi-ste nel movimento un insegnamento assoluto, fisso nel tempo e immutabile: pertanto, anche quanto si ricava da pubblicazioni del gruppo lo rappresenta in un mo-mento determinato nella sua storia ed è suscettibile di mutamenti. È questo uno dei motivi per cui i membri di Makoto no Michi Italia lo percepiscono come un mo-vimento spirituale e non come una religione, ritenendo possibile la “doppia appartenenza” a Makoto no Michi e a qualunque altra fede e religione. Secondo Makoto no Michi, l’universo - retto da leggi precise - è interamente pervaso da una forza vitale, Makoto Ookami (“Dio del-la verità”). Gli “allievi” del movimento cercano di sinto-nizzarsi con questa forza vitale dell’universo attraverso un lavoro su se stessi. La chiave per raggiungere questo obiettivo è la preghiera in quanto parola che riprodu-ce le vibrazioni spirituali e diviene “suono dello spirito”. Poiché la parola (vibrazione) è materia in potenza, essa ha il potere di ricreare ciò che esiste e trasformare la materia. Il simbolo di Makoto no Michi (adottato anche dall’Accademia di Studio del Ki) è un punto al centro di una circonferenza: esso rappresenta Dio, l’universo, l’uomo, la vita e la morte, l’amore, la passione, il dolore, uniti in una sorta di supremo archetipo di tutto ciò che vive.

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Si sono aperte l’1 settembre

e proseguiranno fino al 30 novem-bre le iscrizioni al concorso naziona-le rivolto ai gruppi musicali e singoli cantautori che possono vantare nel loro repertorio almeno un brano di propria compo-sizione. L’edizione di quest’anno del Festival Pub Italia si presenta ricca di novità ed opportunità soprattutto per quanto riguarda i premi: Un premio di 3.000 euro e l’orga-nizzazione di un tour promo-zionale nei pub di tutta Italia per il primo classificato, 1.000 euro per il secondo classi-ficato e 1.000 euro al terzo classificato. Inoltre, fra i par-tecipanti al concorso, le for-mazioni più interessanti sa-ranno invitate a partecipare al

programma televisivo “Incon-triamoci a Pub Italia” in onda su Sky a partire da dicembre 2009. Ed ancora la promo-zione radiofonica supportata da grandi network. Queste le premesse per una grande ma-nifestazione artistica che ve-drà selezionare per tutto l’in-verno ed in tutto il territorio nazionale i migliori artisti che si sfideranno nella finalissima nazionale in programma per l’estate 2010.

Il Festival en-trerà nel vivo con le selezioni, rigo-rosamente live, che inizieranno a dicembre contem-poraneamente in tutta Italia. Un’al-tra rilevante no-vità di quest’anno è rappresentata dallo svolgimento delle selezioni live per le province di Enna e Caltanis-setta. Sarà lo scop-

piettante trio radiofonico dei “SenzaRadio” ideatori e con-duttori dello show radiofoni-co “Shadows Light” in onda su Radio Luce Fm 99.200 - 105.300 (il lunedì e il venerdì in replica), ad occuparsi della direzione e conduzione delle selezioni live per le provin-ce del centro Sicilia (Enna e Caltanissetta). Tutte le band o singoli cantautori iscritti pro-venienti dalle due province

saranno dunque chiamati ad esibirsi di fronte ad una giuria tecnica composta da musici-sti ed operatori del settore e una giuria popolare compo-sta dal pubblico presente alle esibizioni. Attraverso i voti ottenuti durante le esibizioni verranno selezionati i vinci-tori delle selezioni provinciali che avranno accesso alla fase successiva del concorso, la fi-nale regionale che decreterà l’artista o il gruppo che parte-ciperà alla finalissima nazio-nale prevista per la stagione estiva 2010.

Le iscrizioni sono già aper-te, per partecipare bisogna at-tenersi al bando ufficiale che è possibile scaricare dal sito www.viviantares.it o richie-dere le informazioni necessa-rie inviando una e-mail al trio dei “SenzarRadio” all’indiriz-zo [email protected] .

Angelo Franzone

musica� Le selezioni saranno curate dal trio dei “SenzaRadio” per le province di Enna e Caltanissetta

Sbarca in Sicilia il “Festival Pub Italia”

Cara Alessia,

condivido in pieno e con ammirazione tutto quello che dici dettagliatamente e con buon sen-so sulla vita dei giovani di oggi nella lettera in-viata al giornale e pubblicata il 26 luglio scorso alla pagina 6. Questo è un argomento da discu-tere in modo approfondito. Però, vorrei farti una domanda: “Tu hai studiato a scuola la storia dei nostri antenati, perché non cerchi conosce-re quella, molto recente di noi genitori, di come l’abbiamo vissuta, a causa di povertà, sanzioni e guerre?

Oggi, tu dici che i genitori non funzionano, che sono eterni assenti e sconsolati del non sapere niente, però io ti dico che sono ricchi di amore e che danno fiducia a figli. Non li condanniamo

e non li mandiamo dallo psicologo. Ma ammi-riamoli, perché nella loro giovinezza, sono stati privi del necessario quotidiano e di ogni piccola cosa buona per la loro vita.Cara Alessia, hai detto e descritto bene la vita dei giovani di oggi e dei genitori, però, vi garan-tiscono e vi proteggono, questo perché loro sono vissuti nella privazione anche alimentare, ora vogliono soddisfarsi nel rendere felice ed anche disinteressata la vita della loro prole… anche se, forse, hanno esagerato!

Con affetto e simpatiaFina La Placa.

Lettera al giornaleSettegiorni lo trovi anche in edicolaAidone Cartolibreria Strano, piazza Cordova n. 9Barrafranca Cartolibreria Russo, via G. CannadaPiazza Armerina Cartolibreria Chiaramonte, via Machiavelli, n. 27Pietraperzia Cartolibreria Di Prima, via Marconi

pia�zza� a�rmerina� Nella città dei mosaici le Giornate siciliane di psicotraumatologia

Quali gli effetti psicologici del trauma?

rali, e alla Scuola classica del prof. Al-berto Tinto, passando dalla funzione di Conservatore bibliografico al settore del Restauro e conservazione ambientale. Collabora, contestualmente, con l’Istitu-to per la Patologia del libro di Roma. Nel 1993 diviene soprintendente ai BB.CC. e AA. di Enna; dirige in seguito il Centro regionale per la Progettazione e il re-stauro di Palermo. Viene , quindi, nomi-nato soprintendente ai BB.CC. e AA. di Messina. Docente di Museologia presso l’Università di Catania, è stato giornali-sta e saggista, collaborando a quotidiani, periodici, antologie e enciclopedie. Ha pubblicato centinaia di articoli e di saggi di carattere storico-culturale e archeolo-gico, riguardanti la provincia di Enna e il territorio della Regione siciliana. Si è oc-

cupato anche di letteratura, pubblicando numerosi testi di narrativa e di storia. Ha svolto lodevole servizio alla dipendenza e direzione dell’amministrazione, contra-stando in modo inflessibilie le varie for-me di illegalità e di potere criminale e/o mafioso, che talvolta cercava di prevari-care le istituzioni e deturpare i mosaici della Villa romana del Casale, patrimonio dell’umanità con gravissimi episodi di danneggiamenti, accompagnati da mi-nacce e intimidazioni alla sua persona. A quell’accanimento reagì con fermezza e grande dignità tenendo alto il senso dello stato, di cui fu sempre fedele servitore.

Negli ultimi mesi, ancora in servizio, ha accettato con serena consapevolezza la virulenza del male che lo ha colpito. Durante il suo Calvario ha voluto dedi-

care un agile essenziale biografia al padre Riccardo, preside per molti anni, al Liceo classico-scientifico, impreziosita da foto-grafie d’epoca, che fissano immagini in-dimenticabili di alunni, professori e per-sonalità pubbliche del tempo.

Ai genitori, inoltre, ha dedicato un af-fettuoso pensiero: la donazione, a peren-ne memoria, di un pregiato dipinto, raf-figurante una Madonna con bambino del Settecento, alla parrocchia di San Pietro di Piazza Armerina. L’evento è stato pro-grammato per il 21 settembre 2009, alle ore 19, a San Pietro. Ci sarebbe stato il suo personale intervento; l’inesorabili-tà del male non glielo ha permesso. La cerimonia, per suo espresso volere, sarà ugualmente celebrata.

Antonino Scarcione

... segue dalla prima Deceduto Gianfilippo Villari ...

Davide Marrocco, Angelo Franzone, Andrea Lombardonegli studi di Radio Luce

Si è svolta a Piazza Armerina al Teatro Garibaldi il 3-4 set-tembre la I edizione delle “Giornate siciliane di psicotrau-

matologia” patrocinate dal Comune di Piazza Armerina, l’Or-dine degli psicologi della Regione Sicilia, la Protezione Civile della Regione e l’A.U.S.L. 4 di Enna. Il “trauma”, inteso come “fe-rita dei significati” ovvero come scacco delle proprie capacità di produrre senso e significato rispetto a particolare eventi critici che possono coinvolgere tutti gli esseri umani, è un tema che da lungo tempo è studiato in Psicologia. Il trauma, del resto, è un tema che interessa sempre più persone, in un mondo segnato dalla violenza, dall’angoscia e dalla paura. Le giornate sicilia-ne di Psicotraumatologia, organizzate da Psicologi per i Popoli Federazione, avevano un obiettivo importante: realizzare due giorni di intensi confronti teorico-clinici su alcuni dei più im-pregnanti aspetti del “trauma”, portando per la prima volta nel cuore della Sicilia alcuni dei più noti ed importanti esponenti internazionali del dibattito psicotraumatologico.

La prima giornata “Senso e significato del trauma psichico” si è focalizzata sulla vocazione della traumatologia come “cura

delle relazioni e dei significati” spezzati dall’irrompere violento del trauma. Il costrutto del “trauma” è stato esplorato da alcuni dei più noti esperti continentali del settore, tra cui il decano del-la traumatologia mondiale Louis Crocq, in tutte le sue accezioni e articolazioni: dalla sua dimensione biologica a quella cultura-le, passando per quelle psicologiche, storiche e comunitarie.

Nella seconda giornata “Azioni, Narr-azioni e Rel-azioni: l’in-tervento psicologico in emergenza” si sono approfondite le mo-dalità di gestione del trauma e delle situazioni critiche. Azioni, Narrazioni e Relazioni sono le tre vie cardinali attraverso cui ci si può prendere efficacemente cura delle “ferite del senso”: pras-si classiche e innovative, interventi psicoterapeutici e di suppor-to sono stati attentamente esplorati, assieme ad alcuni ben noti psicotraumatologi e psicologi dell’emergenza italiani ed euro-pei. Moderatore delle giornate è stato il dott. Giuseppe Capizzi presidente dell’Associazione Psicologi per i popoli Federazione di Piazza Armerina.

Salvina Farinato