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Brindisi al tempo dei re aragonesi sul trono di Napoli: 50 anni densi di storia cittadina nella seconda metà del XV secolo Gianfranco Perri Gli antecedenti della conquista aragonese Nel 1282, contro il re di Napoli Carlo I d’Angiò, scoppiò a Palermo la rivolta dei Vespri, della quale il re Pietro III d’Aragona fu considerato l’architetto, perché pretendente al possesso dell’isola in quanto marito di Costanza figlia del re Manfredi, discendente ed erede diretto del grande Federico II di Svevia. Certo è, che l’intervento aragonese a favore dei ribelli contro gli angioini, fu immediato e determinante. Seguì una lunga guerra nel corso della quale il figlio di Pietro III, Giacomo II, sposò una figlia di Carlo II d’Angiò lo zoppo e riconobbe agli Angiò la Sicilia, dietro il loro riconoscimento dei suoi diritti sulla Sardegna e sulla Corsica. I Siciliani però, non accettarono quell’accordo e proclamarono loro re, nel 1296, il fratello di Giacomo II, Federico II d’Aragona, che amava dirsi III in quanto erede del grande re Federico II di Svevia, suo nonno materno. La questione fu momentaneamente chiusa nel 1302 dalla pace di Caltabellotta, con cui la Sicilia fu riconosciuta agli Angiò, ma venne assegnata vita natural‐durante a Federico II che sposò Eleonora, l’altra figlia di Carlo II d’Angiò, dando origine, di fatto, a una vera dinastia aragonese autonoma in Sicilia. Federico II regnò a lungo, fino al 1337, e i suoi successori – Pietro dal 1337 al 1342, Ludovico dal 1342 al 1355 e Federico III (o IV) dal 1355 al 1377 – contrastarono gli sforzi angioini di ricondurre la Sicilia sotto il loro regno di Napoli, finché si giunse alla pace di Catania del 1372, che sancì una Sicilia indipendente sotto la dinastia aragonese. Maria, figlia ed erede di Federico III (o IV), andò sposa a Martino I il giovane – figlio del secondogenito di Pietro IV d’Aragona – al quale, morto da re di Sicilia senza avere eredi, succedette il padre Martino II il vecchio, che intanto era asceso nel 1409 al trono d’Aragona e che quindi, tenne insieme sia la corona siciliana che quella aragonese. Nel 1410, alla morte del re Martino II senza eredi diretti, la corona passò a Ferdinando di Castiglia, di cui Martino II era zio materno, il quale salito sul trono di Aragona inviò nell’isola, come viceré, il figlio Giovanni, iniziando per la Sicilia un’epoca vicereale. Nel 1416, sul trono di Aragona successe il figlio di Ferdinando, Alfonso V, il quale si affrettò a richiamare dalla Sicilia il fratello Giovanni, che gli isolani aspiravano nominare loro autonomo re, sostituendolo nell’esercizio del viceregno con un nuovo viceré. Alfonso V, abile sovrano e diplomatico scaltro, riuscì a costruire un suo diritto al trono di Napoli facendosi riconoscere come figlio adottivo dalla regina Giovanna II d’Angiò Durazzo, però la stessa Giovanna II tornò sulle sue decisioni e, poco prima di morire, trasferì l’adozione al francese Renato d’Angiò: ne scaturì inevitabilmente una lunga e crudele guerra, che nel 1442 vide finalmente vittorioso l’aragonese: il nuovo re Alfonso I di Napoli, riunificatore del regno fondato dai Normanni e passato a Svevi e Angioini.

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BrindisialtempodeirearagonesisultronodiNapoli:50annidensidistoriacittadinanellasecondametàdelXVsecolo

GianfrancoPerri

Gliantecedentidellaconquistaaragonese

Nel1282,controilrediNapoliCarloId’Angiò,scoppiòaPalermolarivoltadeiVespri,dellaqualeilrePietroIIId’Aragonafuconsideratol’architetto,perchépretendentealpossessodell’isolainquantomaritodiCostanzafigliadelreManfredi,discendenteederededirettodelgrandeFedericoIIdiSvevia.

Certoè,chel’interventoaragoneseafavoredeiribellicontrogliangioini,fuimmediatoe determinante. Seguì una lunga guerra nel corso della quale il figlio di Pietro III,GiacomoII,sposòunafigliadiCarloIId’AngiòlozoppoericonobbeagliAngiòlaSicilia,dietro il lororiconoscimentodeisuoidirittisullaSardegnaesullaCorsica. ISicilianiperò, non accettarono quell’accordo e proclamarono loro re, nel 1296, il fratello diGiacomo II,Federico IId’Aragona, cheamavadirsi III inquantoerededelgrandereFedericoIIdiSvevia,suononnomaterno.

Laquestionefumomentaneamentechiusanel1302dallapacediCaltabellotta,concuilaSiciliafuriconosciutaagliAngiò,mavenneassegnatavitanatural‐duranteaFedericoIIchesposòEleonora,l’altrafigliadiCarloIId’Angiò,dandoorigine,difatto,aunaveradinastiaaragoneseautonomainSicilia.

FedericoIIregnòalungo,finoal1337,eisuoisuccessori–Pietrodal1337al1342,Ludovicodal1342al1355eFedericoIII(oIV)dal1355al1377–contrastaronoglisforziangioinidiricondurrelaSiciliasottoillororegnodiNapoli,finchésigiunseallapacediCataniadel1372,chesancìunaSiciliaindipendentesottoladinastiaaragonese.

Maria,figliaederedediFedericoIII(oIV),andòsposaaMartinoIilgiovane–figliodelsecondogenitodiPietroIVd’Aragona–alquale,mortodarediSiciliasenzaavereeredi,succedette il padre Martino II il vecchio, che intanto era asceso nel 1409 al tronod’Aragonaechequindi,tenneinsiemesialacoronasicilianachequellaaragonese.

Nel1410,allamortedelreMartinoIIsenzaeredidiretti,lacoronapassòaFerdinandodiCastiglia,dicuiMartinoIIeraziomaterno,ilqualesalitosultronodiAragonainviònell’isola,comeviceré,ilfiglioGiovanni,iniziandoperlaSiciliaun’epocavicereale.Nel1416,sultronodiAragonasuccesseilfigliodiFerdinando,AlfonsoV,ilqualesiaffrettòarichiamaredallaSiciliailfratelloGiovanni,chegliisolaniaspiravanonominareloroautonomore,sostituendolonell’eserciziodelviceregnoconunnuovoviceré.

AlfonsoV,abilesovranoediplomaticoscaltro,riuscìacostruireunsuodirittoaltronodiNapolifacendosiriconoscerecomefiglioadottivodallareginaGiovannaIId’AngiòDurazzo,peròlastessaGiovannaIItornòsullesuedecisionie,pocoprimadimorire,trasferìl’adozionealfranceseRenatod’Angiò:nescaturìinevitabilmenteunalungaecrudeleguerra,chenel1442videfinalmentevittoriosol’aragonese:ilnuovoreAlfonsoIdiNapoli,riunificatoredelregnofondatodaiNormanniepassatoaSvevieAngioini.

IrearagonesisultronodiNapoli

AlfonsoVd’Aragona,dal1442AlfonsoIdiNapoli,scelsedirisiedereaNapoli finoaquando vimorì nel 1458, e daNapoli governò l’impero catalano‐aragonese, chenelbacinomediterraneooccidentaleoccupòunospazioprimeggiante,mantenendodaessosostanzialmentedistintaeautonomal’amministrazionedelregnodiNapoli,chefudalui affidata quasi per intero a italiani. Alfonso, infatti, non rientrò più a Barcellonanonostante le richieste dellamoglieMaria, che durante tutti quegli anni continuò agovernareipossedimentispagnoliassiemeaGiovanni,ilfratellodiAlfonso.

Alfonso Imodernizzò il regnodiNapoli e governò cercandodi rinnovare i rapportidiplomaticiedeconomiciconglialtriregni,disvecchiareleformeistituzionaliesistentiediapportareriformesostanzialiall’amministrazioneterritoriale.

La politica del sovrano ebbe un significato sociale essenzialmente conservatore,favorendo il baronaggio che aveva inmano il governo delle città, con ripercussionievidentinell’accentuazionedeicontrastisociali.Maciònonimpedìchenelcomplessosipotessetendereadavviareefficacementelaripresadellavitaeconomicaesocialedelregno,dopolalungaepocamenofavorevoleattraversatadallametàdelsecoloXIV.

Nacque,conAlfonsoI,ilSacroRegioConsiglioche,postoalverticedellemagistraturedelregno,conseguìun’autoritàdottrinariaegiurisdizionaleche fuapprezzataancheall’estero.L’apparatogiudiziarionapoletano,conlaCortedellaVicariaalsuovertice,previde un ampio esercizio delle funzioni giurisdizionali anche da parte dei signorifeudalieaibaroniconcesse,peraltro,ilmerumetmixtumimperium,allargandonecosìulteriormentelasferagiurisdizionale.Mentreilredisposepersé,diunaretediorganiamministrativicentralieperifericiediunaclassedi funzionarieofficiali regimoltoefficaci:unfortestrumentodigovernoadisposizionedelpotereregio.

AlfonsoIproseguìeallargòlapraticadelleinteseconbanchieriefinanzieristranieriche aveva tradizioni che risalivano fino all’epoca sveva ed erano in rapporto con lagestionedelsistemafiscale,nonchéconlagestionedelleterreedeiredditideldemanioregioedelleproprietàdirettedelsovrano.

Definìpureilsistemafiscale,fissandolointornoall’impostafondamentalesullepersonefisiche considerate per nuclei familiari, i fuochi, accompagnata da una tassa per lafornitura del sale, consideratomonopolio pubblico. Per il resto, il sistema si fondò,secondol’usocomune,sugliappaltideicespitifiscaliamercantiefinanzieri,cheeranoperlopiùforestieri.Diedepureunasistemazioneduraturaalladoganadellepecore,ossia all’amministrazione dei pascoli invernali del Tavoliere delle Puglie, in cuisvernavanolegrandigreggidelmontuosoAbruzzoedialtreterrecontigue.

Nel1458,allamortediAlfonsoIdiNapolidettoilmagnanimo,ilregnodiNapolipassòinereditàalsuopredilettofiglionaturaleFerdinandoI,dettoFerrante,mentrequellod’Aragona,conlaSiciliaelaSardegna,passòinereditàalfratelloGiovanniII,padrediquelFerdinandoIIilcattolicoche,sposandoIsabelladiCastiglianel1469,unificheràlaSpagnaefaràpoidecaderedefinitivamenteladinastiaaragonesedelregnodiNapoli.

LadinastiainaugurataaNapolidaAlfonsoI,proseguìquindiconFerdinandoI,Ferrante,lacuiazionedigovernocontinuòquellapaternae,incertoqualmodo,laradicalizzò.

IlreFerrantesidedicòall’ordinamentoamministrativo,attuandounapoliticafiscalerelativamentepiù blanda, promuovendo l'incrementodell’economia e stimolando learti e la cultura. Fu più duro con la nobiltà feudale, di cui cercò sempre di limitareprivilegiepotere,senzapoterperòevitarechedopoventicinqueannidiregnoglisiordisse controuna congiuradi baroni che, anche sepotépiegare, testimoniòquellamancanzadiunradicamentodeltutto sicurodellafamigliasultrononapoletano,cheadistanzadipochianniavrebbeportatoallafinedelladinastiaaragonesediNapoli.

L’ostilepapaInnocenzoVIII,infatti,appoggiatodaibaroniancorpiùostilialladinastiaaragonese,istigòl’ambiziosorediFranciaCarloVIIIafarvalereisuoidirittisulregnodiNapoliecosi,Ferrantestessoagliestremidelsuoregnoeisuoisuccessori–ilfiglioAlfonsoII,ilnipoteFerdinandoIIel’altrofiglioFederico–furonosottopostiallaprovaseverissimadelconfrontoconquellacheall’epocaeralamaggiorepotenzaeuropea.

Ferrantemorìnel1494eglisuccedetteilmalvistoprimogenitoAlfonsoIIdiNapoliilquale,primacheCarloVIIIrealizzasse–trailfebbraioeillugliodel1495–l’effimeraconquistadelregno,abdicòafavoredelfiglioFerdinandoIIdiNapoli,dettoFerrandino.

IlrediFranciadové,tuttavia,abbandonareintuttafrettailregnoappenaconquistato,perlalegamilitarechecontrodiluiformaronoglistatiitalianiepergliatteggiamentiostiliassuntidallealtrepotenzeeuropeedinanzialla felicee facileriuscitadellasuaimpresa,ecosìFerrandinopotétornarequasiimmediatamentesultrono.

Tra lepotenzeeuropeechepreseroposizionecontro laconquista franceseci furonoCastigliaeAragona,sucuiregnavanoirecattolici,IsabelladiCastigliaeFerdinandoIId’Aragona.Anch’essiavevanotrattatoeconclusoaccordiconCarloVIII,quandoquesti,alla vigilia dell’impresa italiana, aveva cercato di procurarsi la neutralità delle altrepotenze europee che di quella impresa avrebbero potuto  risentirsi. A questo scopoCarloVIIInonavevalesinatoinconcessionipolitiche,economicheeterritoriali,esiaCastigliache,ancorpiù,Aragonaneavevanoindubbiamentebeneficiato.

AllamortediFerrandino,avvenutaprematuramenteil7settembre1496senzaeredidiretti,iltronodelregnodiNapolipassòasuozioFederico,secondogenitodiFerrante–fratellodiAlfonsoIIdiNapolianch’egligiàmorto–chesalìsultronocomeFedericoI.

Eglidovettedifendersi,siadaifrancesidelreLuigiXIIsuccedutoaCarloVIIIesiadaglispagnoli di suo cugino il re Ferdinando II il cattolico, che tra di loro accordaronospartirsi il regno di Napoli. E quando, nel 1501, questo fu invaso dai due esercitistranieri,FedericoIdiNapolidecisedicederealrediFranciaLuigiXIIipropridirittisulregno,ricevendoincambiolaconteafrancesedelMaineperséedisuoieredi.

LadinastiaaragonesedelregnodiNapolifinìquindiinquel1501,traditadaunostessoaragonese, e si estinsedefinitivamentenel1550 con lamorte senzadiscendentidelfigliodiFedericoIdiNapoli,Ferdinandod’Aragona,ilducadiCalabriamaidivenutore.

L’accordodel1501sirivelòperòimmediatamentecaducoe,perleambiguecondizionialle quali era stato stipulato, scoppiò inevitabile la guerra franco‐spagnola eNapolicaddeinmanoagliSpagnolinel1503.Poi,allafinedellostessoanno,iFrancesifuronopienamentesconfittiecoltrattatodiBloisdel1505dovetteroriconoscerelasovranitàspagnolasututtoilregno,eConsalvodiCordovafuilprimoviceréspagnolodiNapoli.

LafinedelprincipatodiTaranto

Nelconflitto,sortodopolamortedellareginaGiovannaIId’AngiòDurazzotraAlfonsoVd’AragonaeRenatod’AngiòperlasuccessionesultronodelregnodiNapoli,ilgiovaneprincipediTarantoGiovanniAntonioOrsiniDelBalzopreselepartidell’aragoneseecosì,dopolavittoriadefinitivadiquesticontroid’Angiò,nel1442,sitrovòaessereilpiùpotentefeudatariodelnuovoregnoaragonesediNapoli.

Un principe signore di più di 400 castelli il cui dominio, che comprendeva settearcivescovadietrentavescovadi,siestendevadaMariglianoinTerradiLavoroaLeucaeacui,dopolamortedellamadreMarianel1446,siaggiunseroleconteediLecceediSoleto.Così,l’interaTerrad’OtrantoelapartemeridionaledellaTerradiBari,cittàdicuiOrsiniDelBalzofunominatoducadopolamortediJacopoCaldora,finironosottoildominiodiquelpotenteprincipeelasignoriadiPuglia, circoscrizionecostituitadapiùaggregatifeudali,raggiunsel’apogeodellasuagrandezza:quasiunostatonellostato.

Quelprincipefuquasisovranoecometalesicomportò:disponevafunzionarieufficialicorrispondentiaquellidinominaregia,sicircondavadiunapropriacuria,stipulavatrattatiedaccordiconstatistranieri,legiferavasudazi,dogane,gabelle,pedaggi,fiereemercati,vantavaunesercitocompostoda4.000cavalli,2.000fantie500balestrieri.

Prestoperò,dopol’idillio,trailreAlfonsoIeilprincipecominciòasoffiareventodiburrasca,quandoGiovanniAntoniorealizzòchelapoliticadell’aragonesemiravaadundrasticoridimensionamentodituttiipoteribaronaliperseguendo,finanche,latotalescomparsadeigrandistatiinternialregno,compresoinprimisilprincipatodiTaranto.

Sicché, con lamorte del re Alfonso I nel 1458, iniziò apertamente la contesa tra ilsuccessorealtrono–Ferrante–eilprincipeOrsiniDelBalzo,ilqualesimiseacapodiunagranderibellionedibaroni,controilreeasostegnodiGiovannid’Angiòaspirantealtronodelregno,primeggiandodipersonanellabattagliadiSarnodel7luglio1460.

DopoalternevicendeecapovolgimentimilitarichefinalmentearriseroalreFerrante,ilprincipediTarantosiravvidee,spintodallainsistenteedattivamediazionediIsabella–reginamogliediFerranteefigliadisuasorellaCaterinaOrsiniDelBalzoediTristanodi Chiaromonte – si riconciliò con il re, anche se le controversie proseguirono e siprotrasserofinoallasuamorte:fuassassinatotrail14eil15novembredel1463,nelcastello di Altamura in circostanze misteriose, strangolato da tale Paolo Tricarico,verosimilmentesicariodelreFerranteo,forse,deidueconsiglieridellostessoprincipe,AntonioGuidanoeAntonioAgello,sospettosichequestiavessedecisodieliminarli.

Non avendo Giovanni Antonio Orsini Del Balzo figli legittimi, l’erede formale delprincipatofulanipoteIsabella,reginaemogliedelreFerrante, ilqualed’immediatoincameròalregnoilprincipatocontuttiivastissimipossedimentichelocostituivano,chefuronoinparteassegnatiinpiccolifeudiafamigliediprovatafedearagoneseeinparte,comelecittàdiTarantoeBrindisi,ritornaronoadessereentitàdemaniali.

Unpassaggiorapidoche,sembra, fufacilitatodallavolontàedalsostegnodellecittàpugliesi,cheacconsentironoallascomparsadefinitivadallageografiagiurisdizionaleepolitica della signoria di Taranto, il potente e plurisecolare principato, esaustecom’eranodellecontroversieedeglieccessidiquelprincipechefu,forse,anchetiranno.

Brindisinelregnodeirearagonesi

Signoreggiata–neiquindiciannidelregnodiAlfonsoIdiNapolieneiprimicinquedelsuccessoreFerrante–dalprincipediTarantoGiovanniAntonioOrsiniDelBalzofinoallasuamorte,allafinedel1463BrindisipassòaldemanioregiosottoilreFerranteeisuoi successori, Alfonso II e Ferrandino, fino a quando – il 30marzo del 1496 – fuformalmente consegnata a Venezia, assieme alle altre due città portuali pugliesi diOtranto e Trani, in pegno e in riconoscimento dell’aiuto ricevuto nella difesa ericonquistadelregno,seguitaall’effimerainvasionedelrediFranciaCarloVIII,nonchéincambiodiancheunprestitodiduecentomiladucati.

Inquei–purbrevi–cinquant’annidellasecondametàdelXVsecolo,trascorsiconirearagonesisul tronodiNapoli,Brindisi fuspettatriceespessodirettaprotagonistadinumerosiedimportantieventi,chemarcaronoprofondamentelastoria,elasuastoria:

…LacriminaleostruzionedelportodiBrindisidispostadalprincipediTarantoelagiàcommentatafinedelprincipato.LacadutadiCostantinopolinellemanidiMaomettoIIelafinedell’imperoromanod’oriente.Ilterremotodel1456.L’assaltoaOtrantoelaconseguente occupazione dei turchi. Il tentativo dei veneziani di occupare BrindisisventatodaPompeoAzzolinoe il loroassaltoaGallipoli.Lacostruzionedelcastelloalfonsinosull’isoladisanAndreaall’ingressodelportodiBrindisi.LapirricaedeffimerainvasionedelregnodiNapolidiCarloVIIIrediFrancia.LacessioneaVeneziadiBrindisiassiemeaOtrantoeTrani.IviaggidiCristoforoColomboallascopertadell’America…

LacriminaleostruzionedelportodiBrindisidispostadalprincipediTaranto

Nel1449,GiovanniAntonioOrsiniDelBalzo,principediTarantoesignorediBrindisi,forsepreoccupatodallapotenza in francaascesadei veneziani edall’idea chequellipotessero dal mare impadronirsi con facilità di Brindisi, o forse timoroso di unapossibile invasione viamare del re di Napoli Alfonso d’Aragona, con il quale avevadeterioratoirapportiechedaBrindisiavrebbepotutointraprenderelasottomissionedel suo principato, maturò e freddamente attuò uno stratagemma strano quantomalaugurato,destinatoarivelarsifunestoinestremoperBrindisi:

«... Là dove l'imboccatura del canale era attraversata da una catena assicuratalateralmentealletorrettesitesulleduesponde, faaffondareunbastimentocaricodipietre,edotturasiffattamente il canaledapermetterne ilpassaggiosoloallepiccolebarche.Nonl'avessemaifatto!

Di qui l'interramento del porto, causa grave della malaria e della mortalità negliabitanti.Meglio forse,esenzaforse,sarebbestatosealcunodeitemutioccupatorisifosseimpadronitodiBrindisi,primacheilprincipeavessepotutomandareadeffettoilmalauguratodisegno.

Fu facile epococostoso sommergereunbastimento caricodipietree iposteri soloconobberolafaticaeildenarocheabbisognòperestrarloerenderliberonuovamenteil canale. Piùdannosaai cittadini fuquestaprecauzionedel principe, che temevadiperdereunbranodelsuostato,chenontutteleantecedentieseguentidevastazioni.

L´opera inconsulta del principe fu naturalmente malveduta dalla città, la qualeprevedevaletristiconseguenze.Mailfattoeracompiuto...»‐F.Ascoli‐

CadutadiCostantinopolinellemanidiMaomettoIIefinedell’imperoromanod’oriente

L’avvenimentopiùimportantedelsecoloXV–forsefacendoastrazionedelviaggiodiCristoforoColombocheavrebbeportatoallascopertadell’America–fuprobabilmentelacadutadell’imperobizantino,l’imperoromanod’orientesopravvissutomilleanniallaparteoccidentaledell’imperoromanofondatodaAugusto.

Le fonti commerciali dell’impero vennero lentamente sottratte dai genovesi e daiveneziani che, avendo insediato parecchi avamposti bizantini, costruirono unafittissimaretecommercialeconlepopolazioniorientalieinferserounulteriorecolpogravissimoconl'acclimatazionedelbacodasetainItalia,chetolsel'anticomonopoliodi quel prodotto a Costantinopoli, una città che già intorno all’anno 1400, apparvespopolataeimmiserita,congliedificiinrovinaeunamonetadipessimaqualità.

Approfittaronodiquellecircostanze,iturchi,sottolaguidadiMuradII,riedificaronolaloropotenzaedeciserodiintraprenderel'espansioneversol'Europa.Iltimoresidiffusealla cortebizantinae l'imperatoreGiovanniVIIIPaleologocercòdi correreai ripari,recandosi in Italia in cerca dell’aiuto militare dei cristiani d’occidente, offrendo incambiolasemprerifiutatasottomissionedellachiesadiCostantinopolialpapadiRoma.Malgrado le reticenze, la sottomissione fu poi proclamata a Firenze nel 1439 e fucelebratafestosamenteintuttaItalia,manonservìasalvareCostantinopoli.

Dopounlungoassedio,infatti,lemuradiCostantinopolicadderoenellamattinadel29maggio 1453 la città fu espugnata. Costantino XI, l’ultimo imperatore dell’imperoromanod’oriente,perìinbattagliacongranpartedelsuopopolo.Gliabitantifuronomassacrati. La chiesa di santa Sofia fu trasformata in moschea. Costantinopoli fuchiamataIstanbuledivennelabasesullaqualegliottomanicostruironolaloropotenza.

Ilterremotodel1456

Nel 1456, alle tre del mattino di domenica 5 di dicembre, un terribile terremotointeressò una buona parte del regno di Napoli, che era governato dal re aragoneseAlfonsoI,eBrindisifumenzionataesseretralecittàrimastepiùcolpite«...elarovinacoperseeseppellìquasi tutti isuoiconcittadini…erestòtotalmentedisabitata...ealterremotoseguìlapeste,laqualeinvaselacittàetroncòlavitaaquelpiccolonumerodicittadinich´eranosopravvissutialprimoflagello...»‐A.DellaMonica‐

Ilterremoto,cheebbeunamagnitudopoistimatain7,1RichtereXIsullascalaMercalli,fuprecedutodall’apparizionedellacometaHalleyefuunodeiterremotipiùfortimairegistratiinItalia.L’epicentrodelsisma–chefuavvertitodallaToscanaallaSicilia–silocalizzò nel Beneventano. Quella città e quasi tutti i paesi dell’entroterra campanofurono rasi al suolo e a Napoli furono registrati ingenti danni, tra cui il crollo delcampaniledellabasilicadiSantaChiarae ilcedimentodellachiesadiSanDomenicoMaggiore,chedovetteesserericostruita.

IlpapaPioII,inunaletterainviataall’imperatoreFedericoIIId’Asburgo,raccontòchenelnapoletanocrollaronotrentamilapalazziequasituttelechiesefuronodanneggiate.

Si verificòancheunmaremotoche colpì le coste ioniche traGallipoli eTarantoe losciamesismicoduròdiversianni.Ilbilanciodellevittime,condottoinbaseallecronachedell’epoca,nestimòcircatrentamila.

AngeloCostanzo,nellasuaStoriadelreamediNapoliscrisse:"Cadderomoltecittadi,efral'altreBrindisi,ch'erapopolarissima,checonlarovinacoperseeseppellìtuttiisuoicittadini,erestòtotalmentedisabitata".

EnellasuaStoriadiBrindisiscrittadaunmarinoFerrandoAscoliscrisse:"Lasoliditàdeimuri,larobustezzadellecolonne,laresistenzadellevolte,anullavalsero.Dovunqueammassidipietremisteatravi,acanne,amasserizie,amobilia.Desolazionepresente,emiseriafutura"riferendosiprobabilmenteconciòallapestechesuccessivamentesidiffuseincittà,completandolosterminiodellevitescampateallaprimacalamità.

Nonostanteitantiriferimentibibliografici,studieipotesipiùrecentihannoavanzatoalcuniseridubbisullaveridicitàdellarealegravitàdelleconseguenzefisichediquelsismasullacittàdiBrindisi:iprovvedimentiregichepurcongliaragonesiinteressanolacittà,nonmenzionano il terremotocomecausadellospopolamentoedellarovinadellastessa;evariestrutturedifensive,palazzi,monasteri,chiese,eccetera,esistentiall’epocadelsisma,cosìcomeleduefamosecolonneromane,rimaseroinpiedi.

L’assaltoaOtrantoelaconseguenteoccupazionedeiturchi

«…ConlacadutadiCostantinopoli,MaomettoIIrivendicòapertamenteisuoidirittidipossessosuBrindisi,OtrantoeGallipoli,comeantichepartidell’imperobizantinodaluiconquistato.Egiànel1454venivarelazionatoalreAlfonsoIdiNapoli,cheilsultano“fondandosi su antiche predizioni e interpretazioni, aveva intenzione di erigersi asignored’Italia e della città diRoma, ritenendo che, come si era impossessato dellafiglia,cioèdiBisanzio,cosìavrebbepotutoconquistareanchelamadre,cioèRoma”.

Atalfine,MaomettoIIsieragiàassicuratodellafacilerealizzazionedelpassaggiodaDurazzoaBrindisi,doveperaltro,l’impressionedell’ineluttabilitàdiunosbarcoturco

erafortissima,ancheinrelazioneaifrequentiarrividiprofughidalleterreconquistatedaimaomettani…»‐V.Zacchino‐

IlmomentoeradelrestopropizioaMaomettoII.Noneradatemereunseriocontrastoal passaggio di una flotta invasora, giacché le armate aragonesi e pontificie eranoimpegnatedal1478controFirenzeelapace,chenel1479avevachiusolalungaguerraturco‐veneta,mantenevaVeneziaufficialmenteneutraleeservivadacoperturaallasuaintrinsecaostilitàversoilrediNapoli,alqualevolevatoglierelecittàpugliesi.

Anche se fu abbastanza accreditata l’idea che l’ammiraglio ottomano Gedik AhmetPascià avesse puntato su Brindisi prima di dirottare su Otranto per ragionicircostanziali,ineffetti,lasceltadiOtrantoprobabilmentenondovetteesseresolounripiegooccasionale:Otranto, infatti,erapalesemente indifesa,mentreBrindisiavevaricevutorinforziaragonesie,inpiù,erainfestatadaunatemibilepeste.

All’albadel28lugliodel1480,alcunedecinedimigliaiauominiabordodiun’imponenteflottacompostadaunpaiodicentinaiadinavi,giunserodaValonasullecostesalentinee sbarcaronopoco anorddiOtranto, presso i laghiAlimini, nellabaiapoi dettadeiturchi,edalìsidiresseroversolacittà.

Fattarazziadelborgofuorilemura,GedikAhmetPasciàproposeaicittadiniunaresaumiliante e di fatto inaccettabile, obbligando gli abitanti di Otranto a difendersidall’inevitabileassedio.

Il contingentearagonesedi stanzaaBrindisi fu tra iprimiadaccorrere insoccorso,guidato dal Filomarino, ma restò bloccato a Scorrano dall’ordine di Ferrante diattenderel’arrivodelfiglioAlfonso,permanendoinoperosofinché,cadutaOtranto,senetornòapresidiarelapiazzadiBrindisi.

Benduesettimaneduròlatenaceresistenzafinché,l’11agosto,l’armataturcariuscìadaprireunvarcotralemuradellacittà,edalìsiriversònelcentro,avanzandoconrazzieecrudeltàindicibili:leviefuronoinondatedasangueecopertedacorpimartoriati.

Dalvarcodellemura,iturchigiunserofinoallacattedraledoveungruppodifedelivisiera barricato. I turchi recisero il capo all’arcivescovo Stefano Pendinelli e la stragecontinuòsinoachel’ultimodegliotrantinirifugiatofuucciso.

AhmetPasciàradunòisuoiuominiegliabitantisuperstitieordinòchetuttigliabitantidi Otranto, di sesso maschile e di età superiore a quindici anni, abbracciassero lareligioneislamica.Gliottocentouominipresentisirifiutaronoefuronotuttidecapitati.

I turchi, occupataOtranto, la utilizzarono comebaseper scorrazzare indisturbati intutto il Salento, seminando terrore e morte fino al Gargano, mentre la reazionearagoneseindugiòamanifestarsi,ancheperchéVeneziapersistevanellasuaneutralitàe gli altri stati italiani erano interessati più alle guerre in terraferma che sulmare,mentreiturchiricavaronoiltempoperfortificareOtranto.

«…PasciàspedìaBrindisiunpropriomessoconunaletteraperl’arcivescovoFrancescode Arenis, nella quale ingiungeva la pronta consegna della terra che consideravaretaggiodell’anticoimperobizantino,minacciando,altrimenti,che“sinonmedatelaterra,iocontuttolomiosforzovengeròdavui,etfaròpiùcrudelitatechenonèfacto

adOtranto”.Fortunatamente leminacce rimasero sempre taliperquanto,piùd’unavolta, in seguito, corsero dicerie e si paventò anche negli ambienti della cortel’eventualitàdiunattaccoturcoaBrindisi…»‐V.Zacchino‐

Saldosullesueposizioni,nell'ottobredel1480,GedikAhmetPasciàripassòilcanalediOtranto con gran parte delle sue truppe dopo aver ripetutamente devastato concontinuescorrerieiterritoridiLecce,TarantoeBrindisi,lasciandoaOtrantosolounaguarnigionedi800fantie500cavalieri.

Mentregliaiutipromessidallacristianitàitalianaedeuropeatardavanoadarrivare,traleincomprensioni,gliinteressieleevidentidisparitàtralepossibiliforzedamettereincampo, l’invernodel1481trascorsesenzaun’effettivareazione,mentregliottomaniricevevanogliaiutiviamare,senzagrandicontrasti.

Il25febbraiodel1481,salpòdaBrindisiun’armatacristianapercontrastareilritornodiPasciàdaValona, conseguendonelle acquedi Sasenounaprestigiosavittoria cherisollevòilmoraledelladepressacristianitàeassicuròilcontrollodell’Adriatico.

Conl'arrivodellabuonastagione,ilrearagonesediNapoliFerrantepotéintraprendereconsuofiglioAlfonsoleoperazionidiassedioaOtranto,grazieagliaiutiottenutidaglistati italiani che finalmente si resero conto del pericolo per la loro sopravvivenzarappresentatodall'occupazioneturca.Lacittàfustrettad'assedio,siaperterrasiapermare,earisolverefinalmentelasituazionefu lamortedelcinquantaduennesultanoMaomettoII,sopraggiuntaimprovvisamentenellanottetrail3eil4maggio1481.

Mentre lasuccessionedelsultanoottomanoavevasuscitato leostilitàtra isuoi figli,BayezideCem,aprendounanuovagravecrisiperl'imperoturco,gliottomaniaOtranto,prividirinforziepressatidallemiliziecristiane,furonocostrettiacedere,ecosìAhmetPasciàaccettò la resa incondizionata il10settembre1481, riconsegnando lacittàalducadiCalabria,Alfonso,etornandosenetranquillamenteaValona.

IltentativodeivenezianidioccupareBrindisisventatodaPompeoAzzolino

Sventatoilpericoloturco,ilreFerranteprogettòpunireVeneziaperesserestata,asuoavviso,partigianadegliottomaniquantomenoperomissione,epretesedalpapaSistoIVunsostegnoattivoallarealizzazionediquelsuoobiettivo.Poi,difronteallanegativadel papa, attaccò lo stato pontificio e i veneziani approfittarono quella favorevolecongiunturamilitare,perassillareisempreambitiportipugliesidelregnonapoletano.

Fucosìchesulfiniredel1483,ivenezianitentaronolaconquistadiBrindisiallestendounaflottafortedi56velesalpatadaCorfùalcomandodiGiacomoMarcello, ilqualepensònonattaccarelacittàdalmareesbarcòpocoanord,sullaspiaggiadiGuaceto,dadoveiniziòlamarciasuBrindisi.

LetruppeinvasoreoccuparonoesaccheggiaronoCarovignoeSanVitodegliSchiavoni–oggideiNormanni–equindisidiressero,tronfiebaldanzosi,allavoltadiBrindisiconilpropositodioccuparla.

Incittàperò,PompeoAzzolino,unnobilebrindisinochegiàsieradistintonelleazionimilitariperlaliberazionediOtranto,appenainformatodeglieventi,organizzòinarmiunnutritogruppodigiovanicittadinieuscìall’incontrodiMarcello,affrontandoloesconfiggendoneletruppesullastradaperBrindisi.

Lofeceretrocedere,costringendoivenezianiaintraprendereunaprecipitosafuga‐incuilostessoMarcellorischiòdiessereucciso‐incalzatifinoalportodiGuacetonellecuiacqueeraallafondal’armatavenetache,dopoavercannoneggiatogliinseguitoribrindisinieaveraccoltoimalconcifuggitivi,sciolseleancoreepreseillargo.

Rientrato incittà,Azzolino furicevutocongrandionoridaisuoiconcittadini, che losalutaronocomesalvatoredellapatriae,pervolontàdelrearagonese,furicordatoperquelsuoattoeroicoconunaepigrafeappostasulmurodellasuacasa,nelquartieremarinarodelleSciabiche.Questalasuatrascrizionetradottadall’originaleinlatino:

CESAREMISEINFUGAPOMPEOEDAQUESTOSTESSOLUOGOILNOSTROPOMPEO,FORTEQUANT’ALTRIMAI,AFFRONTÒINNUMEREVOLINEMICI.SALGADUNQUEALLESTELLELAFELICECASADEGLIAZZOLINOCHEGENERATALIPETTIDAOPPORREALLEARMIDEGLIUOMINI 

Quindi,algeneraleGiacomoMarcello,laSerenissimaordinòdidirigersisuGallipoli,conlapernullavelataintenzionedicolpireGenova,chenellacittàionicaavevacostituitounafiorenteedassaiprosperacoloniacommercialerivale.

«…Marcello,alcomandodellasuaflotta,sbarcòsullacostadiGallipolinelmaggiodel1484 ed attaccò la città poco guarnita. I combattimenti però, si protrasseroviolentissimidal16al19maggioelacittàdiGallipoliopposeunacaparbiaestrenuaresistenzachelasciòsulcampodurissimeperditeveneziane,piùdicinquecentouominitracui lostessogeneraleGiacomoMarcello lacuimorte fumantenutasegretatra letruppeperevitarechecadesseroinpanicoechefinalmente,comandatedalsecondogenerale, DomenicoMalipiero, al terzo giorno riuscirono a impadronirsi della città,abbandonandosi a un saccheggio incontrollato ed estremamente crudele, chesolamente risparmiò la violenza sulle donne. Poi, finalmente, giunto settembre, ivenezianiabbandonaronolacittà...»‐L.DeTommasi‐

Lacostruzionedelcastelloalfonsinosull’isoladisanAndrea

«…Il pericolo turco fu, esplicitamente, alla base della decisione reale di fortificareadeguatamenteBrindisi.È,mentreiturchisonoancoraasserragliatiinOtrantoche,nelfebbraio1481,ilreFerdinandoId’Aragona,disponel’avviodeilavoriperlacostruzionediunafortezzaaguardiadelportodiBrindisi:iltorrionediFerrante…»‐G.Carito‐

Nel1485Alfonso,figliodelreFerranteealloraducadiCalabriainquantoeredealtronodiNapoli,trasformòiltorrionediFerrante,unafortezzaaformaditorrequadratasitasullapuntapiùoccidentaledell’isoladisanAndreaall’ingressodelporto,conducendoloaveraformadicastelloconlacostruzionediungrandeantemurale conduebastioni:unodiformatriangolareall’angolonordest,ditipocasamattato,dettomagazzinodellepolveri,el’altrodiformacircolareadovest,aterrapieno,dettodiSanFilippo,collegatitralorodauncamminodiguardiacheracchiudevaalpropriointernolapiazzad’armi.

Era sorto il castello Alfonsino, detto anche aragonese, che i turchi denominaronocastellorossodalcolorecheacerteoresembravaassumerelapietradicarpanoconcuierastatofabbricato.

Poi, col successivo intervento, diretto dal senese Francesco di Giorgio nel 1492, ilcastello fu compiutamente definito con la edificazione del grande salone del primopianoelegalleriecoperteconvoltaabotteallivelloinferiore,equindi,conl'isolamentodellaroccamedianteiltagliodelloscoglioel’aperturadiuncanale. 

Lacostruzionedellafortezzasull’isoladisanAndreavolutadalreFerranteaBrindisi,siinserìinunpiùvastopianodifortificazionedellastrategicacittà,giàinprecedenzaavviato con una serie di opere di difesa inquadrate nel nuovo clima politicodeterminatosi con la caduta di Costantinopoli nel 1453 in mano al sultano turcoMaomettoII,ilqualerivendicavaisuoidirittidipossessosuBrindisi,OtrantoeGallipoli,qualiantichecittàdell’imperobizantinodaluiconquistato.

IlreFerrante,infatti,giànel1464avevaordinatocingereconmuragliatuttalapartemarittimadellacittà,includendolacollinadilevantedentroilperimetrodifensivo.Siavviaronoilavoriperlecortinemurarieesiaprironoduenuoveporte,quellaperLecceincassatainuntagliodellacollina,elaportaRealedallatodelporto.

Quindi,sirinforzòancheilcastelloditerra,erigendosullaspondaesternadelfossounnuovomurodicintaconagliangoliquattrobaluardirotondi,coprendoilfossoconunasolidavoltacosìdaricavareunastradainternaprotettaesormontatadarifugiinterratiespianando,all’internodellafortezza,unapiazzavuotadisotto,perpoterlaminare.

LapirricaedeffimerainvasionedelregnodiNapolidiCarloVIIIrediFrancia

PapaInnocenzoVIII,inconflittoconl’aragoneseFerdinandoIdiNapoli,ilreFerrante,loavevascomunicatoconunabolladell’11settembre1489,minacciandodioffrireilregno napoletano al sovrano francese Carlo VIII, che vantava attraverso la nonnapaterna,Mariad'Angiò,unlontanodirittoereditariosuquellacoronadelregno.

Poi, incoraggiato da Ludovico Sforza, detto il moro, duca reggente di Milano, esollecitatodaisuoiconsiglieri,GuillaumeBriçonneteDeVers,CarloVIIIsceseinItalianel1494.

EntròinItaliail3settembreconunpoderosoesercitodicirca30.000effettividotatodiun’artiglieriamodernaeadAstivenneaccoltofestosamentedaiduchidiSavoia.QuindiraggiunserapidamenteMilano,dovefudecisamenteappoggiatodalloSforzaLudovicoilmoro,interessatoallaeliminazionedeiregnantiaragonesidiNapoli,inquantosieraimpossessatoconlaviolenzadelducatodiMilanochespettavaaGianGaleazzoVisconti,lacuimoglieeraimparentataproprioconirearagonesidiNapoli,erafigliadiFerrante.

Anche a Firenze, dove giunse il 17 di novembre, il re Carlo VIII entrò in manierarelativamente facile, in quanto l’inetto Piero deiMedici non fu in grado di opporrealcunaresistenzaesipiegòatuttelerichiestedelsovrano,tantochesenerisentironoglistessifiorentinieiMedicichefuronoaddiritturacacciatidairepubblicaniguidatidaquel frate Gerolamo Savonarola, la cui politica teocratica apparve poi troppodemocraticaalpapaAlessandroVIBorgia,chelofeceeliminareconl’accusadieresia.

CarloVIIIpassòquindidaRomasenzadestaretroppoentusiasmo–anzitutt’altro–nelpapatoe,finalmente,all’iniziodel1495,senzaaverpraticamentebattagliato, il22difebbraioentròaNapoli,conl’appoggiodeipatrizinapoletaniedeibaronifeudali,datempoostiliairearagonesicheeranosuccedutiaAlfonsoI, fondatoredelladinastiaaragonesediNapoli:Ferrante,AlfonsoIIeFerrandino,mentrequest’ultimo,reincarica,eragiàfuggitoinSiciliacontuttalacorte.

Il sovrano francese, incoronato re di Napoli, scese quindi verso sud ad imporre leragioni delle sue armi, incontrando in generale poca resistenza e, entrato dallaCampania inPuglia, tutte le principali città gli si arresero, a eccezionediGallipoli eBrindisi, che inveceresistettero l’assediomantenendosi fedeliallacoronaaragonesefinoalritirodegliassediantifrancesi.

Delresto,CarloVIIebbecomunquemoltopocotempopersvolgereunaqualcheveraepropriaazionedicontrollodelregnoedieffettivoeserciziodigoverno,giacchénellostessoanno1495fucreataaVeneziaunapotentealleanzaantifrancese,promossadallostatopontificiodelpapaAlessandroVIeformatadaVenezia,Massimilianod’Asburgoelo stesso Ludovico il moro, che s'era presto pentito d’aver appoggiato l’invasionefrancese.

Erainfattisuccessochevelocitàconcuiifrancesiavanzarono,assiemeallabrutalitàdeiloroattacchisullecittà,spaventaronoglialtristatiitaliani.Ludovico,capendocheCarloVIII aveva pretese anche sul ducato diMilano, si rivolse al papa Alessandro VI cheorganizzò rapidamente un’alleanza composta dai diversi oppositori dell’egemoniafranceseinItalia:ilPapato,ilRegnodiSicilia,ilSacroromanoimperodiMassimiliano,gliSforzadiMilano,IlRegnod'InghilterraelaRepubblicadiVenezia.

LalegaingaggiòFrancescoIIGonzaga,marchesediMantova,perraccogliereunesercitoedespellereifrancesidallapenisola,equestiincominciòaminacciareivaripresidicheCarlo VIII aveva lasciato lungo il suo tragitto per assicurarsi i collegamenti con laFrancia, fino ad attaccare frontalmente l’esercito del re francese a Fornovo, pressoParma,il6luglio1495.

Dopo quello scontro, Carlo VIII, seppure non militarmente sconfitto, se ne dovetteritornareinFrancia,permettendoalrearagoneseFernandoII,Ferrandino,diritornaredallaSicilia,dovesierarifugiato,edirioccupareilsuotronosulregnodiNapoli.

LacessionediBrindisiaVenezia

Nellabrevamacrudeleguerra tra l’invasore franceseCarloVIII e il rearagonesediNapoli,Ferrandino,BrindisisischieròsemprealfiancodegliAragonesi,adifferenzadiquasi tutte le altre città salentine, tra le quali Lecce e Taranto, che furono invecepartigianefrancesi.

«… L’obbedienza di Brindisi al sovrano volere, fu altamente commendata daFerrandino,ilquale,inricompensadeitantiservigiresiglidaquestacittà,cheforsepiùdiognialtradelregnoerasicooperataperfarglielorecuperare,fecebatteremoneteinargento e rame, che avevano da una parte, l’effige di san Teodoro brindisino,militarmentevestitoeportanteunoscudoentrocuieranoleduecolonnee,dall’altra,eranoinciseleparoleFidelitasBrundusina.LequalimonetefuronobattutenonpurenellazeccadiBrindisi,cheduròpertuttoiltempodegliAragonesi,maancheinaltrecittàedaNapolistessa.Moltediesseeranoancoraincorsocircail1700…»‐F.Ascoli‐

FinalmentegliAragonesiconservaronoilregnodiNapoli,madivennero ‘debitori’diVeneziaallaqualeavevanodatoinpegnoeagaranziaperl’aiutoricevuto,ilpossessodellecittàdiTraniOtrantoeBrindisi,chepassaronoinfattiaiveneziani.

Il30dimarzo1496,nellacattedralediBrindisisiformalizzòlaconsegnadiBrindisiaVenezia,conunasolennecerimoniatraPriamoContarini,rappresentantedeldogediVeneziaAgostinoBarbarigo,eilnotaioGeronimoDeIngrignet,inviatodelrediNapoli,FerdinandoIId’Aragona.Equesti,ilgiovaneFerrandino,conunaletteraallacittà,volleinquell’occasionescusarsiespiegareaibrindisinileragionielasuppostatemporalitàdiquellacessione.

Nonostante la diffidenza e anzi l’aperto malcontento che caratterizzò l’animo deibrindisinia frontedellacessionedellapropriacittàaiveneziani, lanuovasituazionedovevarivelarsialquantopositiva:ildogeAgostinoBarbarigononsoloconfermòtuttiiprivilegiconcessiaBrindisidaigovernantiaragonesi,maaddiritturaneaggiunsealtriimportanti, fra cui quello che le galere veneziane, dovendo passare nei paraggi diBrindisi,dovesseroentrareinportoerimanervipertregiorni.

I brindisini esternarono presto la loro soddisfazione e Venezia da parte sua seppepremiarlidiconseguenza,einbrevetempocrebbenotevolmenteilrispettoreciprocoela simpatia tra i brindisini e i veneziani. E Brindisi conobbe anni di benessere e diespansionedeipropricommerci,trafficieindustrie.

PresopossessodelcastellodiBrindisi,ilgovernatorevenezianoPriamoContarini,il10aprile1496inviòaldogeundettagliatorapportosullostatodellacittàappenaacquisita,undocumentoquello‐riprodottodaG.GuerrierinelsuoLerelazionitraVeneziaeTerrad’Otrantofinoal1530‐cheperBrindisisicostituìpoiinunimportanteedaffidabileriferimentostorico:di fatto,unaspeciedi fotografiadellacittàdiqueglianni.Quidiseguito,alcunistralci:

«… La consistenza demografica di essa ammonta a circamille fuogi et anime circaquattro milia, de le qual son da facti circa 800. Nel numero dei fuochi sono purecompresi50deIudei,iqualisono240incirca.Lacittadinanzasicompone,nell’ordine,diTaliani,Albanexi,SchiavonietGreci.

…Tuttiveramentevivenosenzaalcunaindustria,masolodele lorointrate,zoèvinibestiameetolei.Leprincipalientrateriguardanoilvino,3.000bottiannue;olii,saponi,ferroebiave,coninteoiticomputabilitrai400ei500ducatid’oro;idazisullabechari,ilpaneeilpesce,conentratedialtri400o500ducati;proventidacontravvenzioniper100ducatiall’anno;affittodellabaglivaper20o25ducati;eproventidelsalechecopreilfabbisognodell’interaTerrad’Otranto.

…Olii alimentano la produzione di saponi, forniti da due saponerie genovesi e unaalbanese,dominanoimercatimeridionalidiCostantinopoli,Alessandriad’Egitto,ScioetIoci,insidiandogliinteressicommercialiveneziani.

…L’agrobrindisinoèmezzoterrestreemezzomarittimoeil territorioconfinadalapartedemaistromiglia8dalontancumunaterranominataCharivigna,terradebaroni.Dalapartedeponentemiglia5alontano,confinacumMisagnk,terradelaregina.Dalapartedesyrochomiglia12incirca,confinacumelterritoriodelacitadeLeze.Sparsisuquestoterritoriovisonoalcunevilleetcastelliruinatiettuttoèinculto…»

IlcontrollovenezianosullacittàdiBrindisi,noneraperòdestinatoadaverevitalunga:l’11novembredel1500sistipulò inGranadaunaccordosegretotra ilrediSpagna,Ferdinando il cattolicomaritodi IsabelladiCastiglia,e il rediFranciaLuigiXII,perspartirsiilregnoaragonesediNapolidelreFedericoI,succedutoaFerdinandoIIcheeramorto prematuramente nel 1496 e cugino dello stesso re Fernando il cattolico.L’accordoprevedeva laCampaniaegliAbruzziper ilrediFrancia,e laCalabriae laPugliaperilrediSpagna.

Poiperò,l’accordo,nel1504,sfociòinguerraapertatraSpagnaeFranciapropriosulladisputaperilTavolieredellePuglie,allafinedellaquale,glispagnoliebberolameglioeFerdinandoilcattolicodivenneilnuovosovranodelregnodiNapoli,sottraendoloalcugino Federico I d’Aragona, incorporandolo alla corona spagnola e nominando unviceré,iltuttoconl’investituradelpapaGiulioII.

E fu nel pieno di questa guerra che ebbe luogo, il 13 febbraio del 1503, la celebre‘’DisfidadiBarletta’’–accordata,sembra,proprioinunacantinadiBrindisi–tra13cavalieri italiani filo‐spagnoli capitanatidaEttoreFieramoscae13cavalieri francesicapitanatidaCharlesdeTorgues:unduellochefuvintodai13italianidiFieramosca.

Venezia, anche perché occupata a lottare contro i turchi, rimase neutrale in quellaguerraedeibeneficidiquellaneutralitàpotéusufruireancheBrindisi.Poiperò,VeneziafuattaccatadaunalegadiinnumerevolinemicicoordinatidalpapaGiulioIIeguidatidall’imperatoreMassimilianoId’Austriaedallafinedovettesoccombere,epersalvareilsalvabilesacrificòunabuonapartedeipropripossedimenti,specificamentequellicheeranoreclamatidalpapaedaglispagnoli,Brindisiinclusa.

Nel1509Brindisivennequindiconsegnataaglispagnoli,daivenezianicheneavevanotenutoilpossessodurantesolitredicianni.IlmarcheseDellaPaludepreseinconsegnala città e le sue due fortezze, cioè il castello di terra e quello di mare, in nome diFerdinando ilcattolico,reggentediSpagna:eracosì formalmente iniziato,ancheperBrindisi,illungoviceregnospagnolo!

BrindisialtempodeirearagonesisultronodiNapoli:50annidensidistoriacittadinanellasecondametàdelXVsecolo

GianfrancoPerri

 

   Alfonso I Ferrante Alfonso II Ferrandino

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