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2017 | 2018 CaterinEdito Uno sguardo sul futuro Periodico del Collegio Universitario S. Caterina da Siena | Pavia

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“Carità e verità non sono nemiche; come nonlo sono scienza e fede, pensiero umano e

pensiero divino; estrema elaborazione criticaed estrema semplicità mistica”

Paolo VI

Collegio Universitario S. Caterina da SienaVia S. Martino, 17/A - 27100 Pavia

tel. +39 0382 375099 fax +39 0382 24108

Residenza Universitaria BiomedicaVia Giulotto, 12 - 27100 - Pavia

tel. +39 0382 516799 fax +39 0382 516790

Presidenteprof. Sigfrido Boffi

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Rettriceavv. Giovanna Torre

[email protected]. +39 0382 375081

Direttore scientifico Residenza Universitaria Biomedicaprof.ssa Elisa Fazzi

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Direttore Residenza Universitaria Biomedicadott.ssa Eleonora Ferrari

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Amministrazione - Economatodott.ssa Cristina Cremonesi

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Segreteria Maria Grazia Guidi

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Didattica – Relazioni esternedott.ssa Ilaria M. P. Barzaghi, [email protected]

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Segreteria organizzativa Master in Professioni e prodotti dell’editoria

dott.ssa Giulia [email protected]

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Biblioteca dott.ssa Giulia Antoniotti

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Webmaster dott.ssa Irene Barbetta

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Ufficio tecnicoDonato Albani, Marco Brerra e Damiano Cavallari

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Portineria Alunnetel. +39 0382 375099

sito web: www.collegiosantacaterina.itfacebook: www.facebook.com/collegio.santacaterina

twitter: @CollSanCaterina

Coordinamento EditorialeEpoché - [email protected]

Bianca Di Giorgio, Annamaria Nuzzolese,

Sofia Trisolino

StampaTipografia PI-ME Editrice S.r.l.

via Vigentina 136 - Pavia

Fotografie Antonio La Valle

CaterinEdito periodico del Collegio Universitario S. Caterina da Siena

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Alcune delle studentesse autrici degli articoli che raccontano esperienze di viaggio hanno usufruitodi una borsa-contributo erogata dal Collegio

La foto di copertina “Clizia” è realizzata da Antonio La Valle per la mostra “Cantami o diva - donne del mito greco”

che ha esposto foto di Antonio La Valle e di Silvia Mazzucco con testi realizzati dalle studentesse del Collegio

P04

EditorialiI bilanci di un anno

di crescita

P09Attività culturaliIncontri, conferenze, corsi e mostre

P28 P30

EsperienzeLe studentesse raccontano

Master editoriaDieci anni di successi

P40

Vita CollegialeLo sport e la comunità

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Giovanna TorreRettrice Collegio Santa Caterina

LUOGO DI INCONTRO, DI DIALOGO,DI ARRICCHIMENTO, DI IMPEGNO

Lo sguardo al futuro dell’immagine dicopertina è tratta dalla mostrafotografica “Cantami o diva” ed è

sintesi riuscita del lavoro quotidiano cheimpegna tutti gli attori della vita collegiale:c’è quello del formatore e della alunnatalentuosa, che dialogano attraverso gliscatti dei loro obiettivi; ci sono le piùgiovani studentesse di lettere classiche, chehanno rivestito anche le didascalie dellastessa aura poetica delle immagini; ci sonola bellezza e l’espressività delle alunne chehanno interpretato le donne del mito greco;c’è l’approfondimento della lectio delvernissage, di Anna Beltrametti, ordinariodi lingua e letteratura greca all’Università diPavia e nostra prima collegiale ad essersilaureata, nell’anno della fondazione. E c’è ovviamente il Collegio che, comel’agorà greca, è luogo di incontro, didialogo, di arricchimento, di impegnoculturale e sociale. Alla rettrice spetta ilprivilegio dell’azione maieutica: leggere italenti di ognuna, stimolare sinergie tragenerazioni di alunne, fare sintesi e portareanche fuori da via San Martino i frutti dellavoro d’insieme. Nelle pagine che seguono leggerete di

questo evento primaverile, come anche ditante altre attività che stanno occupando,con ancora maggiore intensità rispetto aglianni precedenti, le giornate delle nostrealunne del Collegio e degli alunni dellaResidenza Biomedica. Il futuro infatti è giàpresente ed è scandito dalla recentenormativa del MIUR che sancisce unrigoroso onore formativo per potersidefinire “Collegiali di Merito” e che, a fineciclo, porta al conseguimento del Diplomadi Collegio accanto a quello di laureaottenuto in Ateneo. Il Collegio di Meritoquindi, con ancora maggiore convinzione,non cura solo gli approfondimentiaccademici, ma si preoccupa di arricchire lavita di chi lo vive, in ogni ambito. Leggeretein questo numero dei tanti e diversi corsiinterni, riservati ai soli collegiali, chepuntano all’acquisizione di competenze oall’affinamento di qualità funzionali arenderli, prima ancora che a realizzatiprofessionisti, persone “a tutto tondo”:consapevoli, curiose, aperte al mondo e allesue necessità. Infatti, l’attenzione alle problematichesociali è parte essenziale del percorso dicrescita collegiale ed è reso possibile anche

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grazie alla collaborazione con enti eassociazioni, laici e diocesani: mirareall’eccellenza negli studi non deve infatti farperdere di vista l’essere parte di unacomunità complessa, nella quale il talentopersonale deve farsi risorsa per l’aiuto ai piùdeboli e per il superamento dellediseguaglianze. Il S. Caterina, indipendentemente dalledirettive ministeriali che privilegianol’attività rivolta a beneficio esclusivo deicollegiali, non vuole dimenticare la storicasinergia con l’Università di Pavia e con laScuola Superiore di Pavia IUSS, di cui èmembro fondatore. Oltre alla residenzialità e alla formazioneextracurricolare garantita agli studenti diquest’ultima, continuano per tutti glistudenti dell’Ateneo i corsi universitari delS. Caterina ed il Master in “Professioni eprodotti dell’editoria”, divenuto punto diriferimento nazionale nella formazioneeditoriale e motivo di attrazione di studentidi secondo livello nel nostro Ateneo: nellaundicesima edizione in corso il 90% degliiscritti ha conseguito la laurea in altroateneo. Alla ricchezza delle relazioni con i partner

locali si aggiunge, a livello nazionale, quellacon gli altri soci della Conferenza deiCollegi Universitari di Merito e con la suadirezione, ai quali tutti va la miariconoscenza per la collaborazione inquesta fase di costruzione della “CCUM2.0”, in cui siamo tutti chiamati ad essereattori protagonisti. Un pensiero grato a tutte le istituzioni chepermettono la serenità dello sguardo alfuturo del S. Caterina, supportandoloeconomicamente: il Ministerodell’Università e della Ricerca, laFondazione Mintas, l’INPS, ma anche tuttele amiche e gli amici che ci hanno destinatola loro quota del 5 per mille.Infine, il mio personale grazie a tutti coloroche quotidianamente contribuiscono allacrescita del Collegio: al Consiglio diAmministrazione, in particolare alpresidente Sigfrido Boffi e allaVicepresidente Enrica Chiappero; alCollegio Sindacale; a tutto il personale delCollegio, che il diritto del lavoro qualificacome dipendenti, ma dai quali in realtà è ilCollegio a dipendere; alle alunne, che sonosempre l’alfa e l’omega di ogni progetto,preoccupazione e impegno.

“Mirare all’eccellenza negli studi non deve far perdere di vista l’essere parte di una comunità complessa, nella quale il talento

personale deve farsi risorsa per l’aiuto ai più deboli e per il superamento delle diseguaglianze”

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UN PERCORSO EDUCATIVO CHE HA AL CENTRO L’INTEGRAZIONE

Nel giro del mondo virtuale che nellaResidenza Biomedica del Collegio S.Caterina ogni anno percorriamo,

accogliendo ragazzi e ragazze che, oltre che dall’Italia,arrivano da tutte le parti del mondo e sono circa lametà degli alunni, ci riproponiamo la stessa sfida, maitotalmente compiuta e sempre da rinnovare: creareamicizia, condivisione e fraternità fra culture moltodiverse, molto lontane tra loro. È il cuore del percorsoeducativo della Residenza e la scommessa cheaffrontiamo ogni nuovo anno, dal 2010, anno di iniziodel nostro cammino. È un cammino non semprelineare, ma chiaro nella mente di tutto il personale, dichi, tutti i giorni, accompagna i nostri ragazzi. È lapiccola, ma compatta, equipe della residenza. Mi sentodavvero di ringraziare, a nome della nostra comunità,Eleonora, Donato, Alberto, Emanuela che con affettoe dedizione seguono e sostengono i ragazzi nellaquotidianità, sempre disponibili a dare consigli, arisolvere piccoli e grandi problemi, a offrireinformazioni, pareri e risposte esaurienti e che glialunni sentono veramente vicini, come testimoniatodai rapporti di amicizia che si creano e rimangonoanche dopo che le porte della Residenza si sonochiuse dietro le spalle per aprire quelle della vita adultae professionale. Il nostro giro del mondo quest’annoci ha portato in Africa. È all’Africa che abbiamodedicato la mostra annuale che rappresenta il tema edil filo conduttore della nostra riflessione culturale nel

2017-18. È stata inaugurata, venerdì 1° dicembre2017, in presenza di un folto gruppo di persone cheannualmente segue e apprezza il nostroappuntamento espositivo ormai tradizionale. Lapreparazione della mostra, dovuta all’impegno colto egeneroso di Franco Pavesi, amico della residenza emarito di un’ex alunna, Laura Dezza, coinvolge conun intenso lavoro che dura mesi certamente icuratori, ma anche tutti noi, lo staff ed i ragazzi,impegnati nell’organizzazione, nella preparazione delmateriale informativo e dei testi, nell’allestimento enelle visite guidate, periodicamente proposte agliamici della residenza, a tutta la città ed anche a ospitiche arrivano da fuori Pavia. La mostra dal titolo“Africa tra immaginario e realtà. La “Scoperta” delRegno del Benin” ha aperto una finestra dedicataall’Africa degli antichi regni dell’area sud-nigeriana chesorpresero i viaggiatori europei nel XV secolo e havoluto evidenziare la grande importanza storica eculturale degli antichi regni Ife e Benin. La mostra èstata un successo e ci ha permesso di confrontarcicon il mistero di questo continente, la nostra scarsaconoscenza della sua storia e della sua cultura e lanecessità di migliorare la nostra riflessione su questogrande paese. Vi aspettiamo alla prossima checontinuerà il nostro giro del mondo alla ricerca dellaconoscenza che sconfigge i pregiudizi e crea quellavicinanza che permette la solidarietà e apre le portealla amicizia fra i popoli.

Elisa FazziDirettore Scientifico Residenza Universitaria Biomedica

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Ilaria CasettiPresidente Associazione Alunne

Collegio Santa Caterina

#cateriNETte UN FILO CHE UNISCE ALUNNE DI IERI E DI OGGI

Il 2017-2018 è stato un periodo denso diattività per la nostra Associazione. Durante loscorso anno ha visto la luce l’iniziativa

#cateriNETte. La natura del progetto è implicitanel logo: #cateriNETte identifica il filo che uniscele alunne di ieri e di oggi, mette in contatto lestudentesse attuali con il mondo del lavoro epermette alle ex di confrontarsi con l’energia el’entusiasmo delle più giovani. Una rete che mettein relazione generazioni diverse. Tra novembre2017 e gennaio 2018, sotto il logo #cateriNETte, èstato organizzato il ciclo di seminari “Parla,ricordo: dialoghi sull’autobiografia tra parole eimmagini”. Anche questo evento, rivolto come iprecedenti non solo alla comunità accademica maa tutta la cittadinanza, ha riscosso notevolesuccesso. L’Associazione ha fornito poi il proprio supportonell’organizzazione della mostra fotografica“Cantami o diva - Donne del mito greco”, natadalla collaborazione tra il fotografo Antonio LaValle e la caterinetta Silvia Mazzucco e alla qualehanno partecipato in prima persona numerosealunne ed ex alunne. La mostra di ritratti haottenuto il patrocinio dell’Assessorato alla Culturae Turismo del Comune di Pavia e si è svolta nelmese di aprile presso lo spazio espositivocomunale di Santa Maria Gualtieri, ottenendo unottimo riscontro di pubblico. Come negli anni

precedenti, l’Associazione ha messo a disposizionefondi per finanziare l’attività formativa rivolta allealunne del Collegio. Visto il successo delleiniziative degli scorsi anni, prosegue anche ilsupporto per le ragazze che propongono progettidi formazione estivi, per il migliore dei quali è statastanziata una borsa di studio. Come sottolineatonel nostro Statuto, tutte le attivitàdell’Associazione portano avanti l’obiettivo di dareun aiuto concreto alle alunne del Collegio,incoraggiando un atteggiamento costruttivo epropositivo indispensabile per l’inserimento nelmondo del lavoro e dell’università.Il nostro raduno annuale è in programma il 6maggio e per l’occasione la nostra ex alunnaChiara Scuvera che ha appena concluso unquinquennio da deputata, condividerà con noi econ le studentesse la sua esperienza lavorativa epolitica. Sarà inoltre nominata l’alunna vincitricedella borsa di studio per la realizzazione delprogetto formativo estivo. La partecipazione allafesta è quest’anno particolarmente importante:dopo quattro anni di attività il Consiglio in caricasarà infatti rinnovato e abbiamo bisogno di tutto ilsupporto possibile per dare nuovo vigore allanostra Associazione. Unirsi attivamenteall’Associazione è uno dei modi che abbiamo peresprimere gratitudine all’istituzione che ci ha datoe continua a darci moltissimo.

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Quando arrivi all’ultimo anno in Collegioti viene da pensare di aver preso tuttoquello che questo posto poteva darti:

legami profondi con le persone che hannocondiviso con te questo percorso, le sfide piccolee grandi che hai superato; ma alla fine scopri chel’ultimo anno sarà ancora ricco di sorprese, sfidee grandi emozioni. Insomma vivendo in collegionon ci si può proprio annoiare, neanche volendo!Oltre ai normali impegni di uno studenteuniversitario, chi vive in collegio si trova abarcamenarsi tra mille impegni: dalle conferenze,agli sport, all’organizzazione di feste e altrieventi.All’inizio ricordo che mi sembrava assurdo potergestire bene tutti questi impegni, ma l’essermibuttata in tutto questo mi ha dato molto nelcorso di questi cinque anni e ora guardandomiindietro penso che la mia esperienza universitarianon sarebbe stata la stessa senza tutta questacaotica ma bellissima “cornice”, che è in realtàmolto più di una semplice cornice, è ciò che dipiù profondo mi rimarrà al di fuori dell’ambitoaccademico.All’inizio di quest’anno fino a settembre inoltratonon permettevo a nessuno di pronunciare laparola decana, non lo ero ancora e l’idea diquesta responsabilità un po’ mi spaventava, ma al

momento giusto mi sono messa in gioco etantissime volte in pochi mesi mi sono stupitadelle magie che dalla mia posizione ho potutovedere, forse con un occhio diverso: giorno dopogiorno delle persone molto diverse tra loro sisono trasformate in un gruppo coeso,comprendendo passo dopo passo di essere partedi qualcosa.In fondo ho capito che la cosa più importante èche le nuove arrivate possano entrare a far partein tutti i sensi del Collegio. Dico in tutti i sensi perché il Collegio non è meraconvivenza, per me in questi anni è stato molto,molto di più: prima di tutto casa, amicizie, fortesenso di appartenenza, condivisione e supportoreciproco, crescita e responsabilità; ma anchedivertimento, competizione, risate, pause caffè. È impossibile elencare le tantissime cose chesaranno una parte fondamentale del mio bagagliopersonale, perché alla fine mi porterò sempredentro un po’ di Santa Caterina.E proprio queste sono le belle sensazioni chespero si continueranno a respirare qui; maquando guardo quella che oggi sento come unapiccola grande famiglia, dalle matricole alle“bollate”, so che le mie speranze sono benriposte, in ogni singola persona, ognuna con ilproprio immancabile entusiasmo.

Martina VaninettiDecana delle AlunneCollegio Santa Caterina

CINQUE LUNGHI(E BREVISSIMI) ANNI

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INCONTRI PER CAPIRE IL PRESENTE

Approfondimenti, corsi, conferenze e mostre. Il Collegio S. Caterina e la Residenza Biomedica

propongono un dialogo continuo con la comunità accademica e il pubblico

Collegio S. Caterina da Siena

Lunedì 2 ottobre 2017Giovanna Mascheronidell’Associazione CAFE

ha incontrato le studentesse del S.Caterina per una testimonianzasull’attività del commercioequosolidale a Pavia.

Venerdì 6 ottobre 2017 alle ore 21 ilCollegio ha ospitato la conferenzainaugurale della Scuola diCittadinanza e Partecipazionededicata al tema “Per un lavorolibero, creativo, partecipativo esolidale”. Ha introdotto i lavoriMonsignor Corrado Sanguineti,Vescovo di Pavia, con un interventodedicato al “Magistero sociale dellaChiesa e 48a Settimana Sociale deiCattolici Italiani”A seguire:-Antonella Zucchella, Ordinario dimarketing, Università di Pavia “Idati del lavoro nel Pavese: attualità eprospettive”- Leonardo Becchetti, Ordinario di

economia politica, Università diRoma Tor Vergata “Creazione dilavoro e intervento pubblico”- Bernard Scholz, Presidente dellaCompagnia delle Opere e di Scuolad’impresa “Creazione di lavoro traimprese private e formazioneall’imprenditorialità”.

A ottobre è iniziato anche il quintociclo di incontri serali diapprofondimento del corsouniversitario di Storia delle mafieitaliane a cura del professor EnzoCiconte (di cui vi riferiamo indettaglio da pag. 18). Il titolo sceltoquest’anno è stato: “Mafie tramemoria e presente”. Gliappuntamenti si sono conclusi adicembre. - Attilio Bolzoni (giornalista di LaRepubblica), Michele Prestipino(Procuratore aggiunto DDA diRoma) “Mafie di ieri, mafie di oggi”, 12ottobre;- Virginio Rognoni (giurista e

politico), Franco La Torre (storico esaggista), Nando Dalla Chiesa(sociologo dell’Università degliStudi di Milano) “Trentacinque anni di416 bis: la legge Rognoni – La Torre”,26 ottobre;- Franco Roberti (ProcuratoreNazionale Antimafia) “Le sfideattuali della procura nazionaleantimafia”, 9 novembre;- Raffaele Cantone (PresidenteAutorità NazionaleAnticorruzione), Luigi Ferrarella(giornalista del Corriere della Sera)“Da tangentopoli all’A.N.AC.:venticinque anni di corruzione eanticorruzione”, 28 novembre;- Giuseppe Ayala (magistrato epolitico), Leonardo Guarnotta(magistrato) “Alle origini delle stragi del’92: il maxiprocesso di Palermo”, 14dicembre.

Mercoledì 8 novembre alle ore 18 siè tenuta la presentazione delvolume Il pentagramma relazionale. Le

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Una formazione che accompagna la crescita

di Ilaria M. P. Barzaghicoordinatrice della didattica - relazioni esterne

La formazione di un gruppo scelto di giovani brillanti èun impegno, una sfida di grande responsabilità. Losguardo dei formatori deve abbracciare e accompagnarela persona nella sua crescita in uno dei momenti cruciali,forse il più decisivo per la portata delle scelte che si com-piono negli anni immediatamente successivi alla maturità:accompagnare maieuticamente, stimolando e aiutando ascoprire in sè talenti e capacità, a riconoscere le propriequalità, limiti e caratteristiche, consolidando la sicurezzain sè. Frequentare un Collegio di merito come il S. Cate-rina offre la possibilità alle alunne di usufruire di altre op-portunità di formazione al di fuori del proprio specificopercorso accademico. Dalle cosiddette soft-skills, compe-tenze trasversali utili in ogni area professionale, come ilpublic speaking, alle lingue, all’area artistica: quest’anno,all’ormai consolidata esperienza del Coro del Collegio, ap-prezzato e molto attivo anche in contesti sociali particolaricome il carcere, si è affiancata la novità del laboratorio te-nuto dal poeta, attore e “slammer” Paolo Agrati, finaliz-zato a offrire gli strumenti per affrontare il palco e il

pubblico (in ogni contesto, anche professionale), dandoallo stesso tempo l’opportunità di sbrigliare la propriacreatività, scrivendo, leggendo, agendo con il corpo nellospazio. Estremamente interessante la collaborazione conFacility Live, dinamica start-up high-tech, realtà d’eccel-lenza nel panorama internazionale. Una delle vocazionidel Collegio è la valorizzazione della cultura della legalità,l’attenzione alla lotta alla mafia, e in quest’ottica è statorealizzato un corso interno su “Legalità, anticorruzionee trasparenza nelle pubbliche amministrazioni” con do-cente Antonino Carrara, dirigente di Regione Lombardia.Un altro segno distintivo della nostra offerta formativa èl’interdisciplinarietà, in grado di stimolare e attrarre stu-dentesse dei più diversi settori. In quest’ottica le lezionidi Furio Zucco, medico di grandissima esperienza,esperto in cure palliative e terapia del dolore, raggruppatesotto il titolo “Un medico si racconta”, hanno sedotto lealunne. Con il corso dedicato ai “Vini del mondo. Co-noscere per bere responsabilmente” (in collaborazionecon FISAR - Fed. Italiana Sommelier Albergatori Risto-ratori di Pavia) si è voluto valorizzare la cultura del vino.Le ragazze hanno avuto l’opportunità di seguire un nu-trito programma di conferenze e incontri che hanno spa-ziato dalle autobiografie letterarie, la lingua italiana, ilgraphic novel, a tematiche sociali come lo ius soli e il con-sumo critico, alle neuroscienze e gli aspetti giuridici delrapporto medico-paziente. Uno scenario ricco e variegato,per una formazione della persona a tutto tondo.

forme vitali nella psicoterapia familiare edi coppia, con gli autori CristinaMeini e Giuseppe Ruggiero. Sonointervenuti: il Rettore IUSS, MicheleDi Francesco, Tomaso Vecchidell’Università di Pavia, CristinaMeini dell’Università del Piemonteorientale, Stefano Iaconedell’Istituto di Medicina e PsicologiaSistemica di Napoli e il musicista edirettore di corale Maestro GiorgioGuiot, che ha diretto un’esibizionedel coro del Collegio.

Sabato 18 novembre a BookcityMilano è stato presentato Nuvole

d’autore. Volti e risvolti del graphic novel,volume interamente realizzato daglistudenti del Master in “Professionie prodotti dell’editoria” (decimaedizione). Ne hanno parlato con gliallievi del master: Matteo Stefanelli,uno dei massimi esperti di fumettoin Italia e prefatore del volume;Michele Foschini, co-fondatore edirettore editoriale di BaoBPublishing e Franco Savino, editore sceneggiatore.

Lunedì 20 novembre, in unincontro coorganizzato con laFUCI, il professor Andrea Gratteri

dell’Università di Pavia ha discussosul tema “Ius soli: nuovicittadini”.

Tre appuntamenti per il ciclo“Parla, ricordo: dialoghisull’autobiografia tra parole eimmagini” organizzato incollaborazione con l’AssociazioneAlunne Collegio Universitario S.Caterina da Siena per il progetto#CateriNETte in rete per il Merito:- Raffaele Donnarumma (Universitàdi Pisa) e Federico Francucci(Università di Pavia) “Voci dell’io.Scritture autobiografiche e dintorni nella

Nella pagina a destra dall’alto: Silavana Borutti con Giovanni Foresti; EloenoraMarocchini. Sotto: Enzo Ciconte e Serena Uccello; Raffaele Donnarumma eFederico Francucci. Più sotto: Paolo Agrati nel corso del suo laboratorio; FurioZucco parla di medicina narrativa. In fondo alla pagina la tavola rotonda che hainaugurato il Master editoria

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cultura di oggi”, 23 novembre;- Silvana Borutti (Università diPavia) e Giovanni Foresti (SocietàPsicoanalitica Italiana eInternational PsychoanalyticAssociation) “Autobiografia trafilosofia e psicoanalisi: opera terminabile ointerminabile?”, 5 dicembre;- Federica Villa (Università di Pavia)e Giada Cipollone (Università diPavia) “L’autobiografia tra arti visive eperformative”, 12 dicembre;- Eleonora Salvadori (C.E.M. Pavia)e Antonella Strazzari (insegnante di italiano per stranieri) “L’autobiografia linguistica alla ricercadelle nostre identità plurali”, 11 gennaio.

Alla fiera della piccola e mediaeditoria “Più Libri Più Liberi” diRoma mercoledì 6 dicembre è statopresentato Dall’omertà ai social. Comecambia la comunicazione della mafia,libro delle Edizioni Santa Caterinadi Enzo Ciconte. In dialogo conl’autore: Raffaele Cantone,Presidente Autorità Nazionale

Anticorruzione, e Fabrizio Feo,giornalista Rai.

Il 26 gennaio 2018 il CollegioUniversitario S. Caterina da Siena diPavia ha ospitato l’incontro“Giovani del mondo e mondodei giovani”, un appuntamentoorganizzato in collaborazione con laCaritas diocesana di Pavia, hapartecipato il pedagogista PierpaoloTriani dell’Università Cattolica delSacro Cuore di Piacenza.

Giovedì 22 febbraio si è svolta lacerimonia di inaugurazionedell’XI edizione del Master inprofessioni e prodottidell’editoria con una tavolarotonda dal titolo “Graphic Novel. Ilcaso editoriale del momento”. Hannopartecipato Leonardo Favia(caporedattore di Bao Publishing),Ratigher-Francesco D’Erminio(direttore editoriale di CoconinoPress), Federico Zaghi (direttoreeditoriale di Becco Giallo) e

Emanuele Di Giorgi(amministratore di Tunué). Hamoderato il dibattito MatteoStefanelli dell’ Università Cattolica.Per l’occasione gli studenti della Xedizione del Master hannopresentato il loro libro Nuvoled’autore. Volti e risvolti del graphic novel,pubblicato dalle Edizioni SantaCaterina.

Il 6 febbraio, presso la Bibliotecadi Storia moderna econtemporanea di Roma è statopresentato il volume delle EdizioniSanta Caterina Dall’omertà ai social.Come cambia la comunicazione dellamafia di Enzo Ciconte. AttilioBolzoni in dialogo con l’autore.

Sabato 24 febbraio, incollaborazione con il presidio diLibera Pavia, si è tenuto unincontro con Emanuela Carpita,familiare di vittima innocente dimafia.

MedicinaNarrativa

di Erica Scuma

In un contesto storico-sociale che chiede sempre di piùai giovani universitari e ai neo-laureati, in un clima di pe-renne competizione e di ricerca del raggiungimento delmigliore risultato possibile, la teoria tende ad astrarsi alpunto da modificare la pratica. Crolla la praticità del la-voro qualitativamente rilevante, soppiantata da una si-tuazione in cui la meccanicità e i protocolli prevalgono,a discapito del risultato finale. Quando questa logica siapplica alla medicina, il rischio è proprio quello di di-menticarsi, nel corso di anamnesi, esami strumentali eobiettivi, tra diagnosi e prognosi, del paziente che si hadi fronte. Ecco che allora è opportuno riscoprire unanuova dimensione: quella del dialogo e dell’ascolto, dellavalorizzazione della storia del paziente e della cura dellapersona. Un approccio innovativo, basato come tutte le

cose di successo, su una considerazione semplice e ba-nale: la riscoperta del rapporto interpersonale tra due es-seri umani. In quest’ottica, nell’ambito di unaformazione che punti ad essere completa su tutti i livelli,si inserisce il corso di medicina narrativa per noi studen-tesse del Collegio. Si tratta di un ciclo di incontri in cuil’esperienza del professor Furio Zucco, specialista in ane-stesia e rianimazione, cure palliative e terapia del dolore,diventa per noi alunne di medicina (ma non solo), unnuovo punto di partenza. L’esperienza decennale delprofessor Zucco ci è stata affidata nel corso di quattroincontri in cui abbiamo discusso del ruolo del medico inospedale, delle nuove frontiere di cura e immaginatoquella che sarà la situazione lavorativa dei medici neiprossimi anni. Una bellissima occasione di conoscere eapprofondire i temi più attuali degli ultimi anni come finevita, cure palliative ed eutanasia, avendo sempre un oc-chio di riguardo all’umanità imprescindibile che deveavere il medico.

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Quando pensiamo al nostro futuroe a quale percorso lavorativo vor-remmo intraprendere ci immagi-niamo già in cliniche, laboratori,scuole, uffici o centri di ricerca. Senzadubbio il bagaglio di conoscenze estudi che stiamo preparando un po'alla volta sarà fondamentale, maspesso ci sfugge che non solo è im-portante cosa si sa ma anche in chemodo la si esprime nei vari contesti.Alcuni dati affermano che il successodi un discorso fatto in pubblico di-pende per il 55% dalla comunica-zione non verbale e solo per il 45%dai contenuti che sono stati effetti-vamente espressi, perché le comuni-cazioni visive, cinetiche ed espressive,essendo più istintive e immediate,catturano l’attenzione e provocanouna reazione più rapida ed efficacedel pubblico rispetto a quanto possafare la parola. Proprio con l’obiettivodi potenziare e consolidare i mezzidi comunicazione delle nostre cono-scenze, il nostro Collegio ha propo-sto un ciclo di quattro incontri conla ex-alunna Eleonora Marocchini sulPublic Speaking. L’insieme delle tec-niche per un’efficace comunicazione,che abbiamo avuto la possibilità ditestare con la pratica direttamente sunoi stesse, ruotano intorno a tre pa-role chiave: Struttura, Sincerità,Sguardo. La prima ci ricorda che in-nanzitutto la struttura della discus-sione proposta deve essere ben or-ganizzata e presentare quindi uninizio, un’argomentazione e una con-clusione, in modo da accompagnarepasso dopo passo l’ascoltatore versole nostre idee. La Sincerità invece ciinvita a essere naturali e rilassati sulpalco e a prendere con filosofia e se-renità gli errori o imprevisti che pos-sono tranquillamente presentarsi du-rante l’esposizione. La terza

importante S è quella dello Sguardo,e in generale, di tutta la gestualità chenon deve essere ripetitiva. L’incontrocon gli ascoltatori avviene nel mo-mento in cui ci mostriamo in un at-teggiamento di rilassata apertura neiloro confronti evitando di incrociareparti del corpo o chiudendoci in noistesse, e cercando invece di mante-nere un tono di voce non piatto eun’espressione del volto non tropponeutra.

Public Speaking

AutobiografieLetterarie

L’atto autobiografico è un’esperienzacostitutiva del soggetto: il soggetto siriconosce in quanto tale soltanto nel-l’atto di narrarsi. La questione del sé,la tendenza autobiografica dell’indi-viduo, prima ancora di essere untema artistico, sono la domanda chepiù intimamente ci appartiene. Ma èdavvero possibile ritrovare questo“uomo in tutta la verità della na-tura”? Non è forse un mito, questose stesso incontaminato? Ed esisteuna ricerca autobiografica fuori dal-l’ipoteca di questo mito? La lettera-tura postmoderna e i nuoviesperimenti di genere della lettera-tura contemporanea mostrano che,dopo il tramonto della modernità ilproblema della narrazione del sé nonsi è esaurito. Già dagli inizi del ‘900,infatti, la letteratura ha abbandonatol’ingenua pretesa di narrare un séomogeneo, ma nonostante ciò lescritture autobiografiche, soprattuttonegli ultimi decenni, si sono moltipli-cate. Il paradosso è solo apparente:più il sé si fa il nome di un enigma,più diventa importante riformulareanche la domanda autobiografica chegli (ci) è propria. L’autobiografia, faproblema, un problema che riguardapiù campi di ricerca. Già a livelloesclusivamente artistico il problema

autobiografia si moltiplica: al di làdella tradizionale autobiografia lette-raria, infatti, le possibilità espressivesono le più svariate. L’autobiografiaè anche cinematografica, televisiva eautobiografici sono anche i socialnetwork. Ma al di là della sua messain forma artistica, la narrazione delsé ha anche a che fare con il nostrovissuto, con il nostro rapporto con lamemoria, con il passato e con il fu-turo. È evidente, dunque, che per ap-procciarsi a uno studiodell’autobiografia è necessario adot-tare una prospettiva interdisciplinare.Sono questi i fili che il ciclo “Parla,ricordo: dialoghi sull’autobiografiatra parole è immagini”, tenutosi loscorso dicembre al Collegio, ha ten-tato di riannodare, all’insegna di que-sta interdisciplinarietà. Le quattroconferenze, organizzate attraverso lacollaborazione tra alunne ed exalunne del Collegio S. Caterina unitedal neonato network #CateriNETte,esploravano il tema partendo da pro-spettive diverse. Ad introdurre, Raf-faele Donnarumma e FedericoFrancucci hanno presentato gli at-tuali esperimenti letterari delle narra-zioni del sé in autori come RobertoSaviano, Walter Siti e Giorgio Vasta;hanno fatto seguito la conferenza diSilvana Borutti e Giovanni BattistaForesti sul rapporto dell’autobiogra-fia con la filosofia e la psicoanalisi,quella di Federica Villa e Giada Ci-pollone sull’autobiografia tra arti vi-sive e performative e, infine, quellatenuta da Nora Salvadori e AntonellaStrazzari sulle possibilità di utilizzodell’autobiografia linguistica a livelloeducativo. Si è trattato di un preziosocontributo alla riflessione sul temaautobiografico, capace di aprire gliuditori verso nuove questioni spessolasciate inevitabilmente in sospeso,stimolo per le discussioni notturne ditutti coloro che avrebbero voluto chequelle due ore serali si dilungassero,incentivo per proseguire in questa di-rezione con nuovi cicli dalle stesseintenzioni.

di Chiara Iozzi

di Cinzia Orlando

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Mostre

Corsi Accreditati Corsi interni

Dal 17 al 29 aprile, presso la sala comunale S.Maria Gualtieri, è stata allestia la mostrafotografica di Antonio La Valle e SilviaMazzucco “Cantami o diva. Donne del mitogreco”. I testi sono stati curati dalle alunne delCollegio.

“In viaggio con Mino Milani. Un percorso tracasi editoriali in occasione dei suoi 90 anni”.Mostra bibliografica e incontro con l’autorepavese. Venerdì 4 maggio 2018, ore 18 presso laBiblioteca dell’Orto Botanico (via Sant’Epifanio,14 – Pavia). L’evento è stato curato degli studentidel corso universitario di Editoria Letteraria, conun saluto della rettrice del Collegio GiovannaTorre e del docente del corso Roberto Cicala. Disponibile solo per l’evento il libro-catalogo intiratura numerata (Edizioni Santa Caterina).

Presso il Collegio S. Caterina durante l’annoaccademico 2017-2018 si sono tenuti i seguenticorsi universitari accreditati:“Editoria letteraria”, prof. Roberto Cicala “Estetica”, prof.ssa Serena Feloj“Letterature comparate e traduzione letteraria”,prof. Peter Gossens “Neogreco”, prof.ssa Gilda Tentorio “Progresso umano e sviluppo sostenibile”,prof.ssa Enrica Chiappero-Martinetti“Scienze umane e neuroscienze”, prof. TomasoVecchi “Storia delle mafie italiane”, prof. Enzo Ciconte “Tecniche della traduzione letteraria”, prof.Massimo Bocchiola.

Presso il Collegio si sono svolti i seguenti corsiinterni: “Canto corale”, M° Giorgio Guiot (30 ore)“English”, prof. Robert Morley (20 ore)“Public speaking”, dott.ssa Eleonora Marocchini (8ore)“Legalità, anticorruzione e trasparenza nellepubbliche amministrazioni”, dott. Antonino Carrara(6 ore) “FacilityLive Coding4Kids (informatica,programmazione)”, docenti professionisti di FacilityLive (da un minimo di 4 ore a un massimo di 16ore) “FacilityLive Social Media Workshop(comunicazione online, social networking)”, docentiprofessionisti di Facility Live (8 ore)“Un medico si racconta: esperienze e prospettivefuture. Medicina narrativa, rapporto medico-paziente, fine vita”, prof. Furio Zucco (8 ore) “Strumenti per affrontare il palco e il pubblico.Laboratorio di teatro, reading, performance, PoetrySlam”, docente Paolo Agrati (12 ore)“Vini del mondo. Conoscere per bereresponsabilmente”, in collaborazione con la FISAR– Federazione Italiana Sommelier AlbergatoriRistoratori, delegazione di Pavia (6 ore).

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Alla Fiera Tempo di Libri diMilano, il 9 marzo, è stato presentatoil volume Dall’omertà ai social. Comecambia la comunicazione della mafia diEnzo Ciconte. In dialogo conl’autore: Alessandra Cerreti (SostitutoProcuratore della DDA di Milano) eSerena Uccello (Sole 24 Ore).

“Dante è davvero il padre dellalingua italiana?” è stato il temadella conferenza, organizzata incollaborazione con il Comitato diPavia della Società Dante Alighieri,svoltasi il 21 marzo e tenuta daDomenico De Martinodell’Università di Firenze.

Il 24 marzo Emanuele Bosidell’Università San Raffaele Vita-Salute, Ospedale San Raffaele,Milano ha parlato de “Il diabete incontinua espansione: unaminaccia per la salute di tutti”.Un evento organizzato incollaborazione con Lions ClubTicinum Via Francigena.

Il 18 aprile Enzo Ciconte hapresentato Dall’omertà ai social. Comecambia la comunicazione della mafia,presso l’Aula 4 di Faventia Sales aFaenza.

Giovedì 19 aprile Enzo Ciconte hapresentato a Erba Dall’omertà ai social.Come cambia la comunicazione dellamafia, all’interno della Rassegna “4colpi alla ‘ndrangheta”,organizzata dal Circolo Ambiente“Ilaria Alpi”, in collaborazione con iComuni e le Biblioteche di Erba,Eupilio, Merone e Ponte Lambro.

Sabato 21 aprile, Matteo

Codignola, editor e traduttore per lacasa editrice Adelphi è stato ospitedel Master di Editoria per unalezione aperta al pubblico.

“Cantieri della solidarietà 2018”,Don Dario Crotti della CaritasDiocesana di Pavia venerdì 4 maggioha presentato le esperienze estive diincontro, conoscenza e servizio per igiovani dai 18 ai 30 anni: “Percorsogiovani e carcere” 28 e 29 giugno, 1luglio e “Missione Scampia” (dal 16 al22 agosto). Sono state anchepresentate le testimonianze digiovani che hanno partecipato alleedizioni precedenti.

In programma da maggio 2018 ilcalendario di incontri a tema storico“Memoria del Novecento: anniche finiscono con l'Otto (1938,1948, 1958, 1968, 1978)” tenuti daAntonio Sacchi, divulgatore:-“1938 - Antisemitismo europeo etotalitarismi”, 8 maggio;-“1948 e 1958 - L'Italia della guerrafredda e della ricostruzione”, 22 maggio; -“1968 e 1978 - Contestazione,compromesso storico, terrorismo”, 29maggio.

La conferenza “Nuovi diritti edoveri per pazienti e sanitari.Consenso informato dopo lalegge n. 219/2017, medicinadifensiva, responsabilità erisarcimenti” è in programma il 10maggio. Sarà relatore Marco Rodolfiavvocato dello Studio Legale MartiniRodolfi Vivori di Milano.

Al Salone del libro di Torino, l’11maggio, presentazione del volume

Il potere relazionato. Dialoghi sulle mafiedi ieri e di oggi delle Edizioni SantaCaterina, che raccoglie gli incontritenuti in autunno a corollario delcorso in “Storia delle mafie italiane”.Intervengono Enzo Ciconte(Università di Pavia), MichelePrestipino (Procuratore aggiunto,coordinatore della DirezioneDistrettuale Antimafia di Roma),Roberto Sparagna (SostitutoProcuratore presso il tribunale diTorino), Giovanna Torre.

Venerdì 18 maggio 2018 dalle ore 15alle 18 si terrà la conferenza: “Glienti non profit e la scelta delnuovo regime fiscale. Leagevolazioni fiscali agli enti nonprofit: istruzioni per orientarsinelle novità introdotte dal Codicedel Terzo Settore”. Interverrà laprof. ssa Stefania Boffano(Università Bocconi, Milano) sultema “Le nuove categorie di ETS e leprincipali novità fiscali della riforma delterzo settore” e la dott.ssa Paola Cella(Dottore Commercialista e RevisoreLegale) su “Le opportunità offerte dalnuovo modello di impresa sociale e levalutazioni da compiere in vista delleprossime scadenze”.

Giovedì 24 maggio 2018 alle ore 21verrà presentato il volume Ilconsumo critico di Paolo R. Graziano.Con l’autore interverrà EnricaChiappero dell’Università di Pavia.

L’11 giugno a Roma verràpresentato Il potere relazionato. Dialoghisulle mafie di ieri e di oggi. IntervengonoGiuseppe Ayala, Enzo Ciconte eGiovanna Torre.

Nella pagina a sinistra dall’alto: l’inaugurazione della mostra“Cantami o diva”: Silvia Mazzucco, Nora Takouri Tamimie AntonioLa Valle; Federica Villa e Giada Cipollone. Sotto: Enzo Ciconte e Giovanna Torre alla fiera “Tempo di Libri”

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Residenza Universitaria Biomedica

L’anno accademico2017/2018 per laResidenza Universitaria

Biomedica è stato ricco di attivitàculturali aperte al pubblico e corsidi formazione pensati edorganizzati per gli alunni.

Una certezza, come per gli anniscorsi, è rappresentatadall’organizzazione del corso dilingua italiana per alunnistranieri, tenuto dalla dott.ssaMaria Grazia Montagnari. Il corso,che si è svolto da novembre ametà aprile, suddiviso in duelivelli, livello Base A1/A2- e livelloIntermedio A2+/B1, si è postoquesti obiettivi:-favorire l’integrazione dei corsistinel Paese ospitante;-stimolare il confronto fra culturediverse;-far conoscere l’Italia dal punto divista paesaggistico e artistico.

Il 15, 22 e 29 novembre 2017 sisono tenuti tre incontri diapprofondimentosull’astrofisica con il dott. CarloBassani, dal titolo “Una finestrasull’Universo. Conversazioni con il dott.Carlo Bassani”.

Dal 1° dicembre 2017 al 24febbraio 2018 è stata allestitapresso gli spazi della Residenza lamostra “Africa tra immaginarioe realtà. La ‘scoperta’ delRegno del Benin”, inaugurata il1° dicembre con la conferenza cheha visto l’intervento della prof.ssaGiovanna Parodi Da Passano daltitolo “Arte e potere nell’universoYoruba”. Nell’ambito della mostrasono state inoltre organizzate treconferenze: “Medicina e povertà in

Africa” con il prof. FrancescoCastelli (15 gennaio), “Materia eperformatività nelle Religioni del Golfodi Guinea” con la prof.ssaAlessandra Brivio (5 febbraio) e“Stregoneria e spiritualità in Africa”tenuta dal prof. Mariano Pavanello(19 febbraio).

Il 4 dicembre 2017 e il 22 gennaio2018 il prof. Andrea Gatto hatenuto due incontri sul potenzialeimpatto della costruzione additivasul settore biomedicale.

Il 19 febbraio è iniziato il corsodal titolo “A tavola! Identità etradizioni dal mondo con lochef Dimitri”, che si è posto loscopo di approfondire letradizioni enogastronomiche deivari Paesi per favorirel’integrazione tra culturedifferenti. Quattro gliappuntamenti in programma: 19febbraio, 7, 14 e 22 marzo.

Anche per quest’anno è statoorganizzato come ormaiconsuetudine il Corso Basic LifeSupport con l’utilizzo deldefibrillatore DAE, tenutosi il 10marzo e condotto dal dott.Maurizio Raimondi, e che ha vistola partecipazione di 26 studenti traalunni della Residenza e alunne delCollegio.

Il 5, 12 e 19 maggio sono incalendario tre incontri dal titolo“An introduction to researchmethodology for biomedicalscience”, condotti dal dott.Marco Gnesi, ex alunno dellaResidenza, sulla tematica dellaricerca metodologia applicataall’ambito biomedico.

Nella pagina a destra dall’alto: l’inaugurazione della mostra “Africa tra immaginario e realtà”Franco Pavesi, Giovanna Parodi da Passano, Elisa Fazzi, Elonora Ferrari. Sotto a sinistra: PierluigiValsecchi e Alessandra Brivio; a destra: Francesco Castelli e Carlo Filice. In basso l’aula magna“Maria Antonietta Sairani” della Residenza

Un’altra attività che è statariconfermata anche per quest’annoaccademico è rappresentatadall’organizzazione dei seguenticorsi trasversali di Dottoratodell’Università di Pavia:- “Adaptive designs and multiple testingprocedures for clinical trials” (3-5ottobre 2017), organizzato dallaprof.ssa Luisa Bernardinelli- “Cibo e salute : The MediterrAsianDiet” (15, 22, 29 gennaio 2018 – 8e 15 febbraio 2018), organizzatodalla prof.ssa MariangelaRondanelli e tenuto dalla dott.ssaMara Nichetti- “Course on Ethics of Research andRRI” (14, 28 febbraio, 18 aprile, 2maggio, 23 maggio e 20 giugno2018), organizzato dalla prof.ssaGabriella Bottini e tenuto dalladott.ssa Daniela Ovadia- “Data Mining and Data Analysiswith R” (4-8 giugno 2018),organizzato dal prof. Mario Grassie dalla prof.ssa Luisa Bernardinellie tenuto dal prof. Davide Gentilini.

Come ogni anno le attività che siorganizzano in Residenzaprevedono degli incontri periodicidedicati alla vita comunitaria.

Un importante momento diincontro e confronto èrappresentato dal mensileappuntamento delle cene aperte, acui spesso vengono invitati ancheamici, professori e ospiti, e in cui siallestisce un ricco buffet con lacollaborazione e partecipazionedegli alunni che contribuiscono allariuscita della serata cucinandopiatti tipici regionali/nazionali.Anche questa è quindiun’occasione di scambio eintegrazione culturale.

di Eleonora Ferrari, direttore

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L’IMPORTANZA DELLA MEMORIA

Nella pagina a destra dall’alto: Giovanna Torre, VirginioRognoni, Enzo Ciconte, Giuseppe Ayala e LeonardoGuarnotta. Sotto da sinistra: Raffaele Cantone e MichelePrestipino

“Mafie tra memoria e presente” èstato il titolo e il filo conduttoredei cinque incontri serali pubblici

organizzati dal Collegio S. Caterina e che hannoaccompagnato la quinta edizione del corso di “Sto-ria delle mafie italiane” riconosciuto dall’Universitàdi Pavia e tenuto, sempre presso il Collegio, daEnzo Ciconte, storico e saggista tra i massimiesperti in organizzazioni criminali. Gli incontri, inprogramma a partire da ottobre, sono stati comeogni anno aperti a tutti e, vista l’alta partecipa-zione, hanno dimostrato come le tematicheriguardanti la legalità riscuotano sempre grandeinteresse presso un pubblico non solo di studenti,ma anche di cittadini. La scelta di quest’anno accademico è stata quelladi affrontare il fenomeno criminale da una pro-spettiva storica, grazie a testimonianze dirette dialcuni protagonisti. Un approccio che ha volutoessere anche una premessa per una considerazionesull’evoluzione della criminalità organizzata e sul-l’analisi della situazione odierna. Il 12 ottobre il procuratore aggiunto alla DirezioneDistrettuale Antimafia di Roma Michele Prestipinoe una delle più autorevoli firme di Repubblica,Attilio Bolzoni, hanno dibattuto sul tema “Mafie diieri, mafie di oggi”. Prestipino, che ha lavorato peranni alla Procura di Palermo, ha parlato della cru-dele fase stragista della mafia corleonese, unperiodo che rappresenta però un’eccezione nella

storia dei fenomeni mafiosi, la cui complessitàviene spesso sottovalutata. «A proposito del con-fronto tra mafie di ieri e mafie di oggi – ha dettoil magistrato - un luogo comune diffuso e appros-simativo è quello del mutamento quasi geneticodelle mafie secondo cui in passato le mafie eranorozze, criminali e dal grilletto facile, mentre oggisarebbero diventate raffinate, si occuperebbero diaffari, non sparerebbero più e sarebbero penetratenei mercati, nelle stanze del potere, ma soprattuttonel mondo economico e finanziario». Un punto disvolta nella storia del contrasto ai fenomenimafiosi è stato, ha ribadito Prestipino, l’approva-zione della legge Rognoni – La Torre.Proprio a questo storico provvedimento è statodedicato il secondo incontro, svoltosi il 26 ottobre,e che ha visto ospiti Virginio Rognoni, che daMinistro degli Interni fu uno dei promotori dellalegge, Franco La Torre, storico e saggista e figliodi Pio La Torre, con Nando Dalla Chiesa, socio-logo dell’Università degli Studi di Milano e figliodel Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. «Fin dagliinizi del mio mandato al Viminale, - ha ricordatol’ex-ministro - mi ponevo il problema di dare aipubblici poteri più raffinati e decisivi strumenti percombattere il potere mafioso e chiudere la secolarepartita. In Parlamento c’era già un disegno dilegge, presentato dall’onorevole Pio La Torre, conqueste finalità e dichiarati obiettivi. Da tempo ilparlamentare siciliano era impegnato, con grande

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Il quinto ciclo di incontri annuali sulla legalità è stato dedicato al ricodo e ai momenti

che hanno segnato una svolta nella lotta alle mafie

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Nella foto sopra, da sinistra: Dalla Chiesa, Rognoni, Torre,Ciconte e La Torre. Nella foto sotto: Guarnotta e Ayala con le studentesse delCollegio S. Caterina

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Azzardo, malattiasociale

Sono gli anni ’80 e per le strade la vita puzza di morte,nel putridume del grande stragismo, tra le fila delterrorismo nero e di quello firmato Brigate rosse,

tra i complotti di matrice internazionale, non fanno testoi morti ammazzati, senza colpe, né colpevoli. La mafia èuna parola vuota che non provoca eco, tanto tra gliesplosivi dell’Alfa Romeo nella borgata di Ciaculli, quantonel colpo sordo diretto al magistrato Terranova e almaresciallo Mancuso. La mafia è i fiori sulla bara delsindaco gentile Marcello Torre, la stretta di mano chenessuno ha visto, la fantasia del pizzo nei paesi e il silenzioreligioso ai funerali di De Mauro, Mattarella, Impastato,Costa e gli altri figli dello stesso destino. Perfino il 30 aprile1982 è assente tra i banchi di scuola dell'omicidio di PioLa Torre, segretario regionale del Pci, per questo è statacosì dura ammettere la sua presenza nelle raffiche diKalashnikov AK-47 il 3 settembre dell’82, quando morivacon Carlo Alberto Dalla Chiesa ‘la speranza deipalermitani onesti’. Il percorso tracciato dal Collegio non si arresta nel suoambizioso intento di dare un volto a quello che è stato, edè tuttora, il fenomeno delle mafie. A trentacinque annidalla legge Rognoni-La Torre in Sala Magenes sono statipresentati e ringraziati dalla rettrice Giovanna Torrepreziosissimi ospiti e testimoni quali l’ex-ministo VirginioRognoni, Franco La Torre, storico e saggista, e NandoDalla Chiesa, sociologo all’Università di Milano. Prima del13 settembre dell’82, giorno di approvazione della leggein Parlamento, era in vigore l’articolo 416 del CodicePenale che riconosceva le associazioni per delinquere,senza indicare lo stampo mafioso introdotto dalla 416 bis,e le successive implicazioni di confisca patrimoniale. Larivoluzione copernicana messa in atto da questa legge èstata il riconoscimento di uno stato di cose che avevamesso in ginocchio il Paese e che non poteva essere piùoscurato. Ma soprattutto il delinearsi progressivo di unafigura meno nebulosa. Si ritiene, per la prima volta,incettabile che un gruppo organizzato possa ‘gentilmenteconcedere’ quelli che sono sanciti come diritti inalienabilidell’individuo. La guerra alle mafie è innanzitutto definitacome valore assoluto della difesa della democraziaattraverso la custodia e la tutela dell’esercizio del diritto alpieno sviluppo della personalità dei cittadini, senza

impedimenti di nessun tipo. In quegli anni l’inchiesta siallarga, nel giugno dell’82 viene pubblicato il “rapporto dei162”: una mappa del potere mafioso a Palermo, che dàorigine a 87 mandati di cattura e 18 arresti, evidenziandoanche le commistioni tra mafia e politica. Le implicazionicon la politica sono imprescindibili, non tanto per lapresenza degli ‘uomini del palazzo’ come li ha definitiScalfari, ma più che altro per la stima che la mafia ha di sestessa tanto da trattare le condizioni di resa solo quandosi vede sconfitta sul piano ‘istituzionale’. Rognonisottolinea quanto la forza di queste associazioni risedevanel possesso della ‘roba’, la stessa di cui parla Verga,ovvero i mezzi utili per lo sviluppo, sistematicamentesottratti ai cittadini o elargiti in cambio di ‘favori’. La mafianon si mostra mai come tale, è un gentile consigliosussurrato all’orecchio, difficile da sentire se non a uncentimetro dal viso. Intenso e commovente anche il ricordo, attraverso leparole del figlio, del generale Dalla Chiesa che ha saputoaccarezzare l’anima della gente, tirando fuori il coraggio diriprendersi il proprio spazio di libertà, da tempo rinchiusodietro le sbarre dell’intimidazione. In un’altra prigione, nonmeno scomoda era stato rinserrato Aldo Moro, Presidentedella Democrazia Cristiana, legato a Dalla Chiesa da untragico numero, i suoi 55 giorni di prigionia sono lo stessonumero di anni che il generale non ha potuto festeggiare.Quel prefetto che aveva l’abitudine così inusuale dimuoversi tra le scuole, lì dove nasceva la coscienza e laresistenza, dove proliferavano ancora sogni bambini,troppo grandi per stare nei cassetti, dove aveva sconfittoil potere come sostantivo e lo aveva insegnato come verbo:“poter convivere, poter essere sereni, poter guardare infaccia l’interlocutore senza abbassare gli occhi, poterridere, poter parlare, poter sentire, poter guardare in visoi nostri figli e i figli dei nostri figli senza avere la sensazionedi doverci rimproverare qualcosa, poter guardare ai giovaniper trasmettere loro una vita fatta di sacrifici, di rinunzie,ma di pulizia, poter sentirci tutti uniti in una convivenza,in una società che è fatta, è fatta di tante belle cose”. Lamafie in quegli anni sono delle ombre, sempre attaccatealla punta delle scarpe, che seguono il corso della giornataper allungarsi ed accorciarsi, ma a mezzogiorno le ombresvaniscono e in Sicilia si sa, il sole è sempre stato più forte.

quando la mafia non esistevadi Annamaria Nuzzolese

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passione e intelligenza, su questo fronte». Nel1982 la mafia uccise, il 30 aprile, Pio La Torre e il3 settembre Carlo Alberto dalla Chiesa. A distanzadi dieci giorni dal delitto dalla Chiesa si arrivòall’approvazione della norma, la 416-bis del CodicePenale. Un momento epocale, frutto di una battagliadurissima poiché, ha rivelato Rognoni: «Non tuttivolevano contrastare la mafia nella sua doverosaradicalità. All’epoca c’era chi la partita contro lamafia voleva giocarla per vincerla; altri per conte-nere l’avversario e pareggiare; altri ancora laconsideravano come una “partita amichevole”». Il 9 novembre è stato ospite Franco Roberti, Pro-curatore nazionale antimafia. Per il magistrato, inscadenza di mandato, è stata l’occasione per fareun bilancio del suo lavoro e ribadire le sfideimportanti della Procura che sotto la sua respon-sabilità ha aumentato il suo ambito includendonon solo il contrasto alle mafie, ma anche al terro-rismo, acquisendo anche la funzione di centraleinvestigativa e di coordinamento per l’antiriciclag-gio e l’antifinanziamento del terrorismo. Di frontealla globalizzazione delle organizzazioni criminalile prospettive, ha detto Roberti, «vedono una pre-senza della Procura Nazionale sempre più marcatasullo scenario internazionale». Il 28 novembre Raffaele Cantone, presidentedell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha dialo-

gato con Luigi Ferrarella giornalista del Corrieredella Sera sul tema “Da tangentopoli all’A.N.A.C.:venticinque anni di corruzione e anticorruzione”. Le vicende del passato sono state lo spunto ancheper parlare della necessità di nuovi provvedimentiche tutelino i whistleblower e chi ha il coraggio didenunciare l’illegalità nella pubblica amministra-zione. Il ciclo di incontri si è concluso giovedì 14 dicem-bre con un ricordo del maxiprocesso di Palermodel 1982. Il Collegio ha ospitato per la prima voltaGiuseppe Ayala e Leonardo Guarnotta, magistratidel pool che istruì lo storico processo con Anto-nino Caponnetto, Giovanni Falcone e PaoloBorsellino. È stato un momento di ricordi perso-nali, ma anche la rievocazione di un’eroica sfidagiudiziaria che sancì per la prima volta con unasentenza l’esistenza della mafia. Perché, ha ricor-dato Ayala, «da parte degli imputati e dei lorodifensori c’era un atteggiamento volto a negarel’esistenza di quell’organizzazione, ma che fudimostrata nell’ordinanza di rinvio a giudizio checontava 8000 pagine. Le migliaia erano l’unità dimisura in quel processo, per ovvie ragioni e nonper megalomania dei giudici istruttori». Gli interventi di questa edizione del ciclo sono rac-colti, come ogni anno, in un volume edito dalleEdizioni Santa Caterina quest’anno intitolato “Ilpotere relazionato” e curato da Giovanna Torre.

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Nella pagina a sinsitra: Franco RobertiIn questa pagina dall’alto a destra: Nando Dalla Chiesa;Raffaele Cantone con Enzo Ciconte e Luigi Ferrarella; AttilioBolzoni; Enzo CiconteA sinistra la copertina del volume “Il potere relazionato” cheraccoglie gli interventi del ciclo di incontriQui sopra: Virginio Rognoni

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La mostra “Africa tra immaginario e realtà, lascoperta del Regno del Benin” allestita nellesale della Residenza Universitaria Biomedica

del Collegio S. Caterina dal 1° dicembre al 24febbraio scorsi è riuscita a stravolgere i preconcettidi molti visitatori. L’Africa non è il continenteaffamato presentato troppo spesso dai mass-media,ma un mondo misterioso e affascinante troppo alungo sottovalutato. Per molto tempo ci hannoinsegnato che in Africa non esiste l’arte per l’arte eche vi è una stretta connessione tra forma, funzionepragmatica degli oggetti, uso rituale, politico esociale, ma questo non è per nulla apparso nelleopere esposte, come le figure umane evocative dipersonaggi importanti della comunità, reali osimbolici. L’esposizione, curata da Franco Pavesi eDaniela Locatelli e allestita dallo staff dellaResidenza con la collaborazione di volontari ed exallieve del Collegio Universitario S. Caterina da Siena,è stata dedicata agli antichi Regni Neri, sorti inquell’area dell’Africa che si estende dalla costaatlantica della Mauritania e del Senegal a occidente,fino al lago Ciad e al monte Camerun a oriente, conmaggior attenzione per le due città-stato di Ife, anticacapitale del regno del popolo yoruba, e del Bénin,che assurse al rango di città più potente dell’Africa(oggi in territorio nigeriano e da non confondere conl’attuale Stato che porta lo stesso nome dal 30novembre 1975). La rassegna constava di circa novanta opere originali,

databili dal '500 alla fine dell'800, quando il regno delBénin venne assoggettato all’Impero britannico; ilibri, i documenti, le incisioni, le carte geografiche euna serie di bronzi e avori africani sono statiintrodotti da pannelli illustrativi posti all’ingresso diogni sala e suddivisi in specifiche sezioni, relative alleesplorazioni, alla storia del Regno del Bénin, all’arteIfe e Bénin, alla tratta degli schiavi e allacolonizzazione. In ogni scultura era evidente unagrande abilità artigiana e un’alta qualità tecnica ed èstato impossibile non restare affascinati dallaraffinatezza dei bronzi e dalla fattura delle fusioni. Sisosterebbe per ore davanti alla sofisticata Testa di Ife,che si ritiene sia il ritratto di uno dei sovrani locali. Ilvolto, di eccezionale realismo, è inciso con striaturesimboliche, che però non ne deturpano lineamenti elabbra; il capo è ornato da una corona composta dastrati di perline tubolari e ciocche di capelli, chepresenta ancora residui di pittura sia rossa che nera,ed è sormontata da una cresta, con una rosetta e unapenna leggermente piegata da un lato. E la Testa diregina Madre (XVI sec.) in ottone, in prestito dalNational Museum di Lagos: un oggetto d’arte dalfascino indiscutibile, modellato con sensibilitàstraordinaria, tale da evocare potentemente l'artedell'antica Grecia. E molto, molto altro ancora.Sicuramente l’obiettivo dei curatori è stato raggiunto:l’esposizione ha ampiamente assolto sia le finalitàdidattiche sia quelle divulgative, suscitando un realeinteresse.

Africa immaginata Africa Reale

di Gaia Harder

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Nelle foto alcune delle opere esposte. Nella pagina a destra:ritratto di Oba, Benin XVIII sec. In questa pagina dall’alto insenso orario: dignitari, Benin avori XIX sec; regina madre,Regno di Benin XIX sec.; particolare di un sapi, Sierra LeoneXIX sec.; carta geografica del XVII sec. particolare.

La Residenza Biomedica ha ospitato una mostra dedicata all’Africa antica che meravigliò

i viaggiatori europei nel XV secolo

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mettere in

scena il mito

Nelle foto tratte da quelle esposte alla mostra alcune alunnedel Collegio interpretano i miti greci. Nella pagina accanto, inalto da sinistra: Edona Leka (Persefone), Valentina Mazzolari(Medusa). In basso da sinistra: Alice Marveggio (Cassandra),Alessia Caiezza (Arianna)

La mostra fotografica "Cantami o diva - donnedel mito greco" nasce all'interno del corso difotografia tenuto presso il Collegio

Universitario S. Caterina dalla collaborazione tra ilfotografo e insegnante di fotografia Antonio LaValle, e l’alunna del Collegio Silvia Mazzucco. E’stata inaugurata martedì 17 aprile presso la salacomununale di Santa Maria Gualtieri in Piazza dellaVittoria 4 a Pavia alla presenza della professoressaAnna Beltrametti, Ordinario di Lingua e LetteraturaGreca dell’Università di Pavia ed è rimasta apertafino al 29 aprile. La finalità del progetto è stata larappresentazione fotografica di alcune protagonistefemminili del mito greco, poste sotto i diversisguardi indagatori dei due autori. Come scrive GiseleFreund: «Dieci fotografi di fronte allo stessosoggetto producono dieci immagini diverse, perché,se è vero che la fotografia traduce il reale, esso sirivela secondo l’occhio di chi guarda». Nel viaggioalla scoperta delle donne della mitologia greca, sienuclea la sostanziale differenziazione dei percorsirappresentativi dei due autori. Tale dicotomia sidefinisce a partire dalla personificazione femminiledelle quattro stagioni, proseguendo con la

rappresentazione del mito di Persefone, moglie diAde e figlia di Demetra, legato al ciclo dell’anno. Daquesto personaggio si dirama l’itinerario artistico deidue autori: Antonio La Valle predilige una scelta nontematica, ma squisitamente cromatica, scura,drammatica, teatrale, raffigurando i personaggi diAlcyone, Circe, Medusa, Medea, Andromeda,Aracne, Selene, Cassandra, Pandora, le tre Moire;Silvia Mazzucco adotta colori tenui, naturali edelicati nella sua iconica rappresentazione deipersonaggi di Teti, Penelope, Arianna, Dafne,Calypso, Galatea, Clizia, Elena, Nausicaa e Briseide.L’esposizione, tenusati con il patrocinio del Comunedi Pavia, è stata organizzata dal Collegio incollaborazione con l’Associazione Alunne. I testisono stati curati dalle alunne Sofia Brenna, BiancaDi Giorgio e Diletta Frascio sotto il coordinamentodi Ilaria Barzaghi. Alcune alunne ed ex-alunnehanno anche svolto il ruolo di modelleinterpretando i miti greci: Cecilia Addimillio, AlessiaCaiezza, Ilaria Casetti, Edona Leka, AliceMarveggio, Valentina Mazzolari e CarolinaMorando. Il make-up è stato curato da NoraTakrouri Tamimi.

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Una mostra nata dal corso di fotografia del Collegio. Antonio La Valle e l’alunna SilviaMazzucco hanno dato vita alla mitologia greca

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Il 22 febbraio è stata inaugurata l’XI edizione delMaster in Professioni e prodotti dell’editoria e, perl’occasione, abbiamo ospitato i rappresentanti delle

maggiori case editrici italiane di fumetto (Bao Publi-shing, Coconino Press, Becco Giallo, Tunué, moderatida Matteo Stefanelli), che si sono confrontati in una ta-vola rotonda sul fenomeno editoriale del momento, ilgraphic novel. Abbiamo scelto di proseguire nella sciatracciata dall’ultimo volume – il decimo - realizzato dagliallievi del Master, Nuvole d’autore. Volti e risvolti del graphicnovel (Edizioni Santa Caterina): un’immersione nell’offi-cina del fumetto attraverso i casi editoriali di successo,da Hugo Pratt a Pazienza, da Satrapi a Gipi e Zerocal-care, con interviste inedite e tavole d’autore. Perché ilMaster in Professioni e prodotti dell’editoria è anchequesto: rendersi conto che lavorare con i libri, oggi, èscelta rischiosa, ma resta sempre il lavoro più bello delmondo; è guardare con ottimismo a quei segmenti dieditoria, come il graphic novel, che lavorano molto eche spalancano la porta a scenari incoraggianti; è crederefermamente nel libro, nelle storie che racconta, nelle in-formazioni che veicola, nelle sensazioni che trasmette.Ed è in questo spazio, sospeso tra la concretezza delreale e la potenza del possibile, che nasce e cresce il Ma-ster Editoria. Un Master che ha visto diplomarsi finora

MASTER EDITORIAdieci anni di successi

circa duecento alunni, molti dei quali hanno realizzatoil loro sogno: Anna Chiara Sartorello, per esempio, stu-dentessa 2016 che ha superato il colloquio per lo stagecurricolare nell’ufficio stampa Longanesi e che, par-tendo da questa esperienza, è riuscita a farsi conoscereda un’altra casa editrice del Gruppo Gems, Guanda, chel’ha assunta; Vanessa Nascimbene, stesso anno di corso,appassionata di fumetti, che ha svolto lo stage alla BaoPublishing, dove ora lavora; Lorenzo Cetrangolo, cheha da poco firmato un contratto con Edistudio; LucioLorenzi, oggi editor della Bur, casa editrice che lo ac-colse per lo stage nel 2013; Giulia Marziali, ex alunnadel Master e del Collegio S. Caterina e ora addettastampa Mondadori; e ancora, dalla prima edizione del2008, Luciana Capparelli e Sara Marcenaro, che dopouno stage in due case editrici del Gruppo Gems, sonoentrate a far parte dell’organico. E infine c’è anche chiha deciso, dopo il diploma, di aprire una propria casaeditrice, come Nicola Baudo, che ha fondato la LemmaPress Edizioni. Potrei fare molti altri nomi, ma questicasi emblematici fanno capire perché anche l’XI edi-zione sia stata inaugurata con grande fiducia (derivatacertamente anche dal numero di domande in continuacrescita) e perché ci sia la ferma volontà di guardare conottimismo a tutte le edizioni che seguiranno.

I nostri diplomatiil nostro miglior biglietto da visita

di Giulia Antoniottisegretaria organizzativa del Master

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L’ aggettivo “fantastico” indica ciò che è frutto della fantasia, dell’immaginazione; i lavori fantastici, in questo senso,sembrano quelli di cui ogni giorno va in cerca la mia generazione, quei lavori che sembrano irraggiungibili o inesistenti. Maqui voglio parlarvi di lavori fantastici nel momento in cui “fantastico" assume la sua accezione più positiva e iperbolica,

andando a identificare qualcosa di talmente bello e fuori dalla norma da poter appartenere a un mondo ideale. Da quando riesco aricordare, ho una passione sfegatata per i libri. Che siano favole, romanzi, racconti, poesia o fumetti, li trovo tutti estremamenteaffascinanti e potenti. Quando, durante le prime ore di lezione al Master, mi sono trovata di fronte a docenti animati dalla stessapassione e disposti a condividere la competenza acquisita in anni di lavoro sul campo, ho capito di essere nel posto giusto. Sono statimesi intensi, stimolanti: per tre giorni alla settimana ci si immerge totalmente nel mondo dell’editoria, un mondo a sua volta “fantastico”ed estremamente complesso. Per orientarsi all’interno di questo mondo, il Master fornisce validi strumenti, ma anche un fondamentalesupporto a livello umano. Per decidere presso quale casa editrice attivare lo stage, mi sono posta una domanda: “Quali sono quei libriche mi comunicano, oltre alla qualità del contenuto autoriale, anche la passione di chi quel libro l’ha curato e confezionato sotto il suoaspetto editoriale e materiale?” La risposta, per me, è stata: i fumetti di BAO Publishing. Dopo il primo contatto durante il Salonedel Libro di Torino, due anni fa, tutto ha preso velocità: il colloquio, lo stage, il diploma, l’assunzione. BAO è una realtà giovane evirtuosa, in cui è davvero possibile seguire il libro in tutte le fasi di lavorazione; una forte identità e un catalogo ben articolato lepermettono di valorizzare al meglio quello che si sta rivelando essere il fenomeno editoriale del momento, il fumetto. A coloro che stannofrequentando o vorranno frequentare il Master in Professioni e prodotti dell’editoria, voglio ricordare che “c’è un solo tipo di successo:quello di fare della propria vita ciò che si desidera”, non lo dico io, ma Henry D. Thoreau; quindi in bocca al lupo e - ve lo sentireteripetere spesso - siate spugne!

Giunto alla XI edizione ilMaster in Professioni eprodotti dell’editoria delCollegio S. Caterina è unadelle realtà più autorevoli e

riconosciute per laformazione avanzata nel

settore editoriale. Circa 200gli studenti diplomati fino aoggi. Tra loro tanti hanno

realizzato il sogno:lavorare nel mondo dei libri

Lavori fantastici e come trovarli

di Vanessa Nascimbene

Nella pagina a destra un’immagine dell’inaugurazione dellanuova edizione del Master, gli studenti della X edizione

presentanto il loro libro “Nuvole d’autore”. A destra l’autore Zerocalcare con una copia del volume

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LA NOSTRAESTATE LIBERA

La Cooperativa Beppe Montana di Belpassodalla sua nascita ha avuto come obiettivofondamentale quello di diffondere una cultura

fondata sulla legalità e sulla giustizia in contrapposizionealla cultura della violenza e del ricatto che è propria ditutte le mafie. Ciò è stato possibile grazie allapartecipazione attiva e solidale al progetto dei soggettisani del territorio. La Cooperativa è dedicata infatti aBeppe Montana, ucciso dalla mafia nel 1985 a tre annidal suo ingresso in Polizia, svolti a servizio della squadramobile di Palermo.Oltre all’esperienza unica del lavoro sui campi - la svegliaprima dell’alba, il contatto con la terra, il panoramamozzafiato - il campo E!STATE LIBERI! del 2017 ciha consentito di entrare nel cuore del capoluogo siculo,rendendoci turisti d’eccezione dei quartieri di Cataniacome San Berillo, noto come “il quartiere dellaprostituzione”, o il quartiere Antico Corso, cuoreantichissimo della città che oggi i suoi abitanti tentano dirisollevare dalla situazione di degrado che lo deturpa.Inoltre abbiamo incontrato i ragazzi del Carcere minorileBicocca con cui abbiamo organizzato una partitella apallavolo (squadre rigorosamente miste!) e i migranti delCentro di prima accoglienza Astalli.

di Bianca Di Giorgio Iragazzi del centro Astalli di Catania indossanoscarpe Nike e cappelli NY. Non capiscono tuttoquello che diciamo, alcuni masticano un po’ d’in-

glese, altri di francese. Alcuni sono andati a scuola,altri no. Alcuni abitavano in città, altri in villaggi, oraabitano tutti a Catania, per alcuni tappa provvisoria,per altri no, di un viaggio forse senza meta. I ragazzidel Centro Astalli di Catania dicono ciao, ridono e cifanno entrare. «Benvenute! Benvenute!». Ci fanno se-dere su sedie ammassate nell’angolo di un cortile, illoro cortile, il cortile del centro che li accoglie, in cuivivono, chi da un anno, chi da un mese o una setti-mana. Quel centro è la loro casa. Noi, sedute, ci guar-diamo intorno, con aria non sospetta ma confusa,sbigottite dall’ “anarchia” che vige in quel posto.Dov’è il responsabile? Chi gestisce l’incontro? I ra-gazzi adesso si avvicinano a noi a gruppetti di due otre, ci chiedono come ci chiamiamo, da dove veniamo,quanti anni abbiamo. Provano a non farsi porre do-mande, se ci proviamo rispondono a monosillabi onon ci rispondono. Non capiamo veramente cosa stiaaccadendo. Va avanti per un po’. Noi vorremmo par-lare con loro, sapere delle loro vite, ma c’è imbarazzoe tanta confusione. All’improvviso entra la collabora-trice del centro che gestisce l’incontro, è vestita d’az-zurro, sembra la Vergine. I ragazzi la salutano, laaccolgono come fosse la mamma, nutrono un qualcherispetto verso quella donna che appare così autorevole

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ai loro occhi. Prendono un divano da chissà dove, lafanno sedere al centro. Lei finalmente ci spiega: eraun esperimento, i ragazzi volevano simulare lo sbarco.Quando un barcone attracca al porto non si scendesubito, ma si aspettano ore. Bisogna effettuare il rico-noscimento, ad uno alla volta. Se nei barconi ci sonocentinaia di persone lo sbarco può durare più di 24ore. La gente si innervosisce, la gente è stanca e vuolesoltanto scendere da quei maledetti barconi ma c’è uniter da seguire. Nome, cognome, età, luogo di prove-nienza. Nome, cognome, età, luogo di provenienza.E via così. Centinaia di anime con lo sguardo perso ela stanchezza nelle membra. La collaboratrice ci dà al-lora alcune indicazioni essenziali, ci informa sulla dif-ferenza tra centri di prima e seconda accoglienza, cispiega dell’iter per ottenere la cittadinanza, ci raccontadegli aneddoti. Ai ragazzi del centro Astalli di Catanial’Italia appare il paese dei balocchi. Dopo il viaggiocredono di arrivare a destinazione e ottenere tutto,senza lavorare, senza fatica, quasi per magia. Hannouna visione distorta dell’Occidente, chissà perché. Airagazzi del Centro Astalli la pasta “fa schifo” -che fe-rita all’orgoglio italiano… va bene tutto, va bene il re-lativismo delle culture, ma la pasta è la pasta!-.Adorano il calcio e vanno a scuola per ottenere un di-ploma. Adesso facciamo un gioco: lavoriamo insiemeper la creazione di una storia, una storia in cui ci im-pegniamo insieme per far funzionare qualcosa, diamo

delle regole in base a quello che ci hanno insegnatoessere giusto e condivisibile. Ci dividiamo in gruppi,siamo seduti in piccoli cerchi scomposti, sempre incortile. C’è un vento leggero, piacevole. Una signoraanziana dal balcone di fronte ci guarda, forse è curiosadi sapere quel che sta accadendo o semplicementegode del fresco della sera. C’è chi diventa una famigliache deve educare i figli adolescenti, chi gli organizza-tori di un allenamento di calcio a cui segue una cena.Impariamo a comunicare, a capirci pur parlando unalingua che non ci appartiene. Parliamo la lingua deisorrisi, dei gesti con le mani, la lingua delle smorfie.Neanche tra loro si capiscono perfettamente, inAfrica ci sono migliaia di lingue e dialetti, ci dicono, eloro riescono a comunicare grazie a una sorta di koinèsovraregionale. I ragazzi del centro Astalli di Cataniaun giorno hanno fatto una gita al mare, non gli è pia-ciuta. «Noi sulla spiaggia, c’è il sole ma no.. non piacea noi, ci ricorda…». Poi il ragazzo che ha la mia stessaetà (ma una storia diversa) si interrompe. Il viaggio.Gli ricorda quel viaggio. Altri ne parlano, ricordanomal volentieri il viaggio e soprattutto il periodo inLibia, prima della traversata per mare. Centri di de-tenzione, lager del nostro tempo, orrori odierni a cuiaccennano soltanto. I ragazzi sognano una gita inmontagna, gli hanno promesso presto una gita sul-l’Etna, dove l’aria è abbastanza rarefatta per far eva-porare via anche i pensieri di piombo. Alcuni di loro

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ci rivolgono gli occhi attenti, bisognosi di carpire qual-cosa da questi visitatori inusuali, da queste dodici ra-gazze che vengono da lontano. Altri tengono gli occhibassi, forse non capiscono quel che diciamo o forseè soltanto timidezza. Ma sorprendentemente (perloro, forse anche per noi) siamo noi, quelle dodici ra-gazze, ad aver imparato qualcosa. Anche i ragazzi delCentro Astalli di Catania bevono il tè ma il loro tè haun tempo di preparazione incredibilmente lungo. Ilnostro tè è pronto in cinque minuti, il loro in un’orae mezzo. È un rito. Lo si prepara insieme, ci si mettein cerchio e nel frattempo si conversa, ci si confronta,ci si osserva. In tutto questo io ho visto qualcosa dipiù, che va oltre. Significa trovare il tempo ed evitareche ci sfugga tra le dita in occupazioni secondarie, fu-tili. Significa anche trovare del tempo per l’altro, su-perare il proprio egoismo, guardare altrove e non a sestessi. È l’individuo che mette da parte se stesso, senzaannullarsi in una comunità più grande con cui condi-vide il tè, il cibo e ogni altra esperienza di vita. Primai ragazzi del centro Astalli avevano la propria famigliae la propria casa ma adesso gli tocca essere casa e fa-miglia l’uno per l’altro. Sono ancora sconvolti dal fattoche ognuno abbia un proprio piatto da cui mangiare,alla forchetta e al coltello non erano affatto abituati.In Ghana, Senegal, in Gambia e altrove si mangia tuttida un unico grande piatto di portata e non si usano leposate: il cibo si porta alla bocca con le mani. Il cuocodei ragazzi del Centro Astalli ha cucinato per noi risocol pollo al burro d’arachidi e quello stesso cortile cheera stato per noi scenario di confronto si trasformain sala da ricevimento con tavoli e sedie raccattatichissà dove. Non è opera di una bacchetta magica fia-besca ma delle mani e delle braccia di quegli stessi ra-gazzi che ci hanno accolto nel loro cortile. Noiragazze ci accingiamo ad assaggiare, con non pocheperplessità, quel piatto estraneo alla nostra cucina,mentre i ragazzi mangiano già con gusto. Gli chie-

diamo di insegnarci allora a mangiare con le mani maquel che può sembrare semplice, infantile e divertenteè in realtà infinitamente complicato da imparare. Civuole una grazia e maestria non indifferente per nonritrovarsi con le mani unte e col volto sporco. Cifanno vedere come fare, anche a noi inizialmentesembra banale. Sulle loro mani e sul loro viso non ri-mane neanche un chicco di riso. Allora proviamo noima i risultati sono a dir poco disastrosi. Torniamo alleamate forchette e terminiamo quel pasto inaspettata-mente delizioso. Andare via è stato difficile. Talmentedifficile che di quell’incontro non sono riuscita a scri-vere per più di tre mesi. E solo oggi forse sono ingrado di guardare quella che ormai rappresenta sol-tanto una minuscola parentesi della mia vita, eppuremomento di svolta definitivo, con un minimo di luci-dità. Una cosa però mi è stata chiara fin da subito:l’ignoranza genera il pregiudizio, conoscere ci rendeliberi. E se mettersi nei panni di un altro a volte sem-bra impossibile, ascoltare senza preconcetti la storiadi qualcuno è in grado di darti quello sguardo sulmondo che in nessun altro modo può appartenerti.Ai ragazzi del Centro Astalli di Catania auguro di di-ventare quel che sognano (ingegnere, camionista, ar-chitetto, calciatore) e dico soltanto “Grazie”.

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Avventura in Kazakistandi Erica Rinaldi

Quest’estate, grazie al fatto che ilnostro Collegio fa parte della reteCCUM, ho potuto partecipare ad un

viaggio in Kazakistan organizzato dallaFondazione Collegio delle UniversitàMilanesi, insieme ad una quarantina di ragazzidelle varie università lombarde. Sono statidieci giorni davvero intensi: abbiamo visitatola vecchia capitale Almaty e siamo stati allabase spaziale di Baikonur, avendo lapossibilità di parlare via Skype conl’astronauta Paolo Nespoli e di assistere davicino al lancio del razzo che ha portato lanavicella Soyuz fino alla Stazione SpazialeInternazionale; ci siamo poi spostatinell’attuale e sfarzosa capitale Astana, doveabbiamo incontrato l’ambasciatore italiano edesplorato Expo2017-FutureEnergy, incentratosul tema delle energie rinnovabili. Prima dipartire sapevo molto poco del Kazakistan esono rimasta affascinata da questo paese cosìricco di contraddizioni: stretto fra duesuperpotenze come la Russia e la Cina, divisofra cristiani ortodossi e musulmani, 50º gradid’estate e -40º in inverno, infinite steppecompletamente desertiche intervallate dacatene montuose con ghiacciai perenni eprofondi canyon torridi e ventosi. Abbiamoincontrato un popolo tenace, che per secolinon ha avuto niente e che ora si scopre inveceorgoglioso di avere tutto (la nostra guidacontinuava a ripetere che lì si trovano presentiin natura tutti gli elementi presenti sulla tavoladi Mendeleev); si avverte ancora l’ereditàlasciata dai lunghi anni della dominazionesovietica, ma è anche tangibile la voglia dilasciarsi il passato alle spalle e guardare alfuturo, ovvero all’Occidente, riscoprendo ilruolo centrale che questo stato può avereproprio come ponte fra realtà culturali,economiche e politiche distanti ma chenecessitano di dialogare fra loro. Di questaesperienza incredibile ciò che ricordo inparticolare è l’estrema generosità e cordialitàdelle persone che abbiamo incontrato e lastrana sensazione di aver fatto un viaggio nonsolo nello spazio, ma anche nel tempo.

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TANTE VOCI

Tre giorni, cinque cori e tanto, tanto canto: cosìsi può riassumere l’incontro dei cori universitaristudenteschi a cui abbiamo partecipato que-

st’autunno, un’esperienza che non si è però limitata agliiniziali programmi e aspettative. È stata infatti l’oppor-tunità perfetta per mettere alla prova il nostro coro al difuori del collegio e di Pavia, oltre che un confronto conaltre realtà, universitarie come noi: alcuni cori erano piùgrandi del nostro, altri più bravi, ma tutti con la stessavoglia di cantare. Abbiamo raggiunto Torino in trenovenerdì 10 novembre (in un’atmosfera da gita), e la serastessa eravamo già al Politecnico, organizzatore e ospitedella manifestazione, per la prima lezione dell’ateliercorale. A condurlo c’era la bravissima maestra MaudHamon-Loisance, di Lione, che fin dagli esercizi di ri-scaldamento ci ha coinvolti attivamente, trasforman-doci in un solo gruppo. Cantare insieme con vocidiverse è il fulcro del coro, un complesso dove ognielemento, impegnandosi nella sua parte, crea l’armoniadella musica. Per noi, che siamo un coro femminile, èstato inoltre particolarmente interessante cantare anchecon tenori e bassi. E così tra venerdì sera e sabato mat-tina, oltre a divertirci, abbiamo imparato tre nuovibrani. Il sabato pomeriggio era dedicato ai concerti enoi abbiamo cantato al Tempio Valdese. Nonostante

non fossimo molte, siamo sicure che la nostra voce si èsentita, ma prima di avere il tempo di interrogarcitroppo sulla riuscita della nostra esibizione ci siamo ri-trovati tutti insieme a tavola, per un’allegra cena con-dita da cori. La serata è poi proseguita in giro per lacittà insieme ai ragazzi di Torino, Padova e Roma, doveabbiamo continuato a cantare in via non ufficiale, trapassanti assai stupiti dalla nostra intonazione e coordi-nazione (non potevano certo immaginare che faces-simo parte di un festival di cori). Una giornata pienaquell’11 Novembre, di quelle che non si dimenticano, enon solo per la rara circostanza di aver cantato per 24ore di fila. La domenica erano previsti flashmob coralitra le vie e i mercatini del centro, seguiti poi da unbreve concerto conclusivo a cori riuniti nel cortile enella cappella di Palazzo Reale. In questo luogo d’arte ebellezza ci siamo salutati, con la speranza di rivedercitutti al prossimo festival dei cori. Sul treno, di ritorno,ci siamo rese conto che in quella manciata di giorni era-vamo cresciute moltissimo come coriste: non tanto inabilità, poiché per quella sono indispensabili le nostreprove del mercoledì, ma in consapevolezza. Conosceretante persone così appassionate è stato il mezzo mi-gliore per capire cosa sia il Coro e quanto siamo fortu-nate a farne parte.

Quando il canto uniscedi Elena Floris

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UN SOLO CORO

La comunità del Collegio S. Caterina ama ilcanto, la condivisione e le belle emozioni.Con questa premessa è facile intuire come il

concerto di Natale presso la Casa CircondarialeTorre del Gallo di Pavia, tenutosi lo scorso 19 di-cembre, avrà sempre un posto speciale nei nostricuori. Le emozioni cominciano quando ti ritrovifuori questa struttura imponente e ti chiedi qualivolti, quali storie ti aspettano dall’altra parte del can-cello. Poi cominciano i controlli di rito, bisogna con-segnare borse e cellulari: così, quando sali sul palcodell’Auditorium, sei solo tu e le tue compagne allaricerca della giusta armonia e non solo musicale. All’inizio dell’esibizione ci sono due comunità che siscrutano, si osservano con curiosità. Ma il nostro di-rettore, Giorgio Guiot, ha la ricetta giusta: canzonietniche e percussioni da affidare ai più volenterositra il pubblico. Così la quarta parete si frantuma etutti insieme cantiamo a canone “A Ram Sam Sam”,una canzone popolare per bambini originaria delMarocco. Poi è il turno dei Balcani con Ederlezi,una canzone popolare tradizionale in lingua romaní,

resa celebre da Goran Bregović, e così via. Alla mu-sica si mescolano i ricordi e l’Auditorium profumaun po’ più di casa.Nota dopo nota, canzone dopo canzone, si creaun’atmosfera di festa e ognuno porta qualcosa disuo all’insieme, ogni peculiarità del singolo contri-buisce a creare un insieme speciale, che non dipendedall’intonazione perfetta. E mentre questa magia sicrea, guardi negli occhi le altre e capisci quanto seifortunata a farne parte. La fine dell’esibizione è ne-cessariamente accompagnata dalla malinconia, ogniscusa diventa buona per cantare un’ultima canzone,fare un’ultima battuta. Infine arriva il momento disalutare, augurare un buon Natale a chi ti ringrazia,anche se sei tu che ti senti davvero grata per quel-l’esperienza. Quando fai il percorso al contrario, riprendi i tuoieffetti personali e il cancello si chiude alle tue spalle,la bolla esplode e quello che ti resta sono tantispunti di riflessione e una candela, fatta da chi tichiede di accenderla a Natale per dare la forza a chicerca di combattere il buio.

Un concerto davvero specialedi Federica Sacco

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di Cinzia OrlandoQuest’anno abbiamo dato il benvenuto a unnuovo progetto della Rete Italiana degliAllievi delle Scuole e degli Istituti di Studi

Superiori Universitari esito di una collaborazione conl’Istituto Treccani: il Chiasmo, un periodico onlinedalla vocazione interdisciplinare, gestito daglistudenti dei diversi Istituti di merito italiani. Ognimese un tema fa da protagonista (identità,interazione, realtà...) e su questo si confrontanoarticoli provenienti da studenti di diverse partid’Italia, esiti di percorsi accademici del tutto diversi.Questa idea di sapere è quella che regge alla base lastessa Rete degli Allievi e che ne giustifica l’esistenza,e, ancora prima, gli istituti superiori universitariitaliani di cui gli allievi fanno parte. A Pavia, peresempio, la vita collegiale si mescola con quelladell’Istituto Universitario di Studi Superiori IUSS,una particolare scuola che si snoda, parallela alpercorso universitariocanonico, permettendo aglistudenti di approfondiretematiche familiari ai lorostudi e al contempo diallontanarsene per scoprireconnessioni con altre areedel sapere. Il suo fascinosta nel tentativo diincarnare un modello ancora classico di scuola, in cuiil sapere non viene visto come qualcosa di divisibilein compartimenti stagni, ma piuttosto come unatotalità dinamica in costante crescita. Lo IUSS non èperò una realtà isolata: oltre alle storiche ScuolaNormale Superiore e Istituto S. Anna di Pisa con cuilo IUSS è da pochi anni gemellato, questo tipo diistituto è rappresentato in Italia da un numeroincoraggiante di esperimenti ormai consolidati osulla via della completa istituzionalizzazione. LoIUSS è dunque una rete dentro una rete ancora piùgrande tenuta viva soprattutto dall’associazione deglialunni, iconicamente chiamata Rete degli Allievi. LaRete si è fatta promotrice di occasioni di interazionee scambio: a partire dalle olimpiadi sportive, leXcool, alla Rete d’Idee, un una sorta diUndegraduate Conference a cadenza annualeriservata agli studenti delle Scuole superiori,organizzata ogni anno in una scuola diversa.

Nella vita quotidiana continuamentefacciamo ricorso all’aiuto di supportitecnologici di ogni genere, da quelli che

svolgono compiti più semplici a quelli più complessidei quali spesso e volentieri ignoriamo ilmeccanismo che è alla base del loro funzionamento:il così detto codice di programmazione. Sebbene daun punto di vista profano il linguaggio informaticorisulti rigido e complesso, gli informatici sono solitidefinire la logica sottesa ai sistemi tecnologici comeestremamente elementare. E’ a partire da questaconcezione della tecnologia che il progettoCoding4kids promosso dalla high tech start-uppavese FacilityLive sembrerebbe fornire un chiaroesempio della possibilità di rendere accessibile lalogica dei fondamenti di programmazione, non soload adulti non esperti, coinvolti nell’attività ditutorato, masoprattuttoa bambinidelle scuoleelementari.Ridotto aiminimitermini, ilcodingrisulta cosìfacile da apprendere tanto da permettere anche anoi ragazze, senza alcuna competenza specifica, dipoter offrire sostegno a bambini che si accostavanoper la prima volta ad attività di programmazione. Laformazione nello specifico prevedeva di aiutare ibambini nella costruzione di brevi sequenze dioperazioni elementari che permettessero apersonaggi virtuali di compiere azioni specifiche.L’aspetto sorprendente è stato constatare come ibambini sviluppino rapidamente la capacità diprevedere le sequenze possibili sulla base di quelleapprese poco prima richiedendo un aiuto minimo. Ilservizio di tutorato si è rivelato molto stimolante, ciha dato l’opportunità di collaborare con personalespecializzato in un contesto lavorativo vero eproprio, osservando in prima persona cosa significamuoversi in una azienda e relazionarsi con i propricolleghi. È stata una importante occasione dicrescita personale e di formazione di alta qualità.

Lo IUSS, il Chiasmo: unarete che crescedi Cinzia Orlando

Coding4kidsun giorno in aziendadi Cecilia Addimilio

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Hygge è una parola danese che esprime almeglio il concetto di accoglienza, caloredomestico, genuina felicità quotidiana.

Copenaghen è permeata di questa atmosfera, che sipercepisce attraverso ogni negozio, bicicletta ecanale che si incontri. Anche l’Harlev Hospital, dovesi è svolta la EMSS17 (Emergency MedicineSummer School 2017), trasmette in un certo sensoquesto sentimento, quando la risolutezza nordicaincontra l’entusiasmo di 50 studenti di Medicina ditutta Europa, impazienti di misurarsi con lamedicina d’urgenza. Vivere la Summer School èstata un’esperienza emozionante sotto ogni punto divista! Gli organizzatori, giovani medici e studentidell’associazione SATS, hanno previsto dellegiornate ricche di eventi, a partire da giochi di ruoloe workshop teorici sul trattamento di diversesituazioni di urgenza, lavori di team-working ecomunicazione e, soprattutto, simulazioniassolutamente realistiche di scenari di emergenza inreparto e non. L’ultimo piano dell’Harlev Hospitalaccoglie, infatti, la Copenaghen Academy for

Medici in emergenza a Copenhagendi Paola Magri

Medical Education and Simulation (CAMES), ilcentro di simulazione più grande d’Europa. Questoè equipaggiato di sofisticati manichini chepermettono agli studenti di riconoscere diversiquadri clinici e di intervenire tempestivamente conprocedure diagnostiche e terapeutiche di prontosoccorso. Anche le attività libere sono estremamentedinamiche e si trascorrono all’insegna diappassionate gare di rianimazione cardio-polmonare, visite della città e soprattutto preziosiscambi tra persone che condividono la stessavocazione. L’internazionalità di questa SummerSchool mi ha infatti permesso di valutare molteprospettive universitarie e lavorative a cui non avevomai pensato e di confrontarmi con studenti chevivono, in luoghi diversi, la mia stessa realtà. Credo,in conclusione, che questi otto giorni trascorsi aCopenaghen mi hanno aiutata a visualizzare conmaggiore consapevolezza il mio percorso di studi edi vita ritrovando in esso, e quindi anche in mestessa, quell’hygge che rende soddisfatti edemozionati!

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Un messaggio per gli Europei di Beatrice Cerqueti

Ho da poco imparato che quando unacronimo inizia con la E, di solito promettebene. In quest'anno di confusione politica e

sociale ho riscoperto l'importanza della EU, l’UnioneEuropea, grazie a due esperienze che mi hanno fattacrescere e mi hanno convinta che ora più che mai vadifesa. A settembre ho ricevuto la proposta, da partedel Collegio, di partecipare al progetto "Message toEuropeans 3.0", organizzato da EUCA (EuropeanCollege Student Association), che avrebbe compresosei incontri, ciascuno in una delle capitali europee, incui sarebbero stati coinvolti 40 studenti selezionati datutto il continente. Non mi aspettavo di essere traquesti, visto che nel mio curriculum non c'eranoesperienze internazionali; inoltre il progetto misembrava dedicato più a studenti di area giuridico-economica, non di certo area medica; cosa potevosaperne io del futuro dell'Europa? Il primo incontroera a Varsavia, nel pieno del rigidissimo invernopolacco; ma tra le sciarpe e i colbacchi dei miei neo-colleghi, nonostante i problemi di lingua e i nostricorsi di studi differenti, ho visto con chiarezza tuttala forza e la fiducia che la nostra generazione ancoraha nel futuro e l'energia che ancora siamo disposti a

dare. E anche io potevo fornire un punto di vistadiverso e a volte anticonvenzionale; per questo hodeciso di far tesoro di quest'esperienza e lanciarmi aorganizzare un altro progetto, questa volta piùafferente al mio ambito di studi; si tratta delTwinning Project, ovvero un gemellaggio tra dueuniversità europee, entrambe facenti parte di EMSA(European Medical Student Association), quasitotalmente autofinanziato, in cui quest'anno per laprima volta viene coinvolta Pavia. Io e altri 9 studentiitaliani siamo già stati ospitati a Cluj, in Romania, perla prima parte del progetto, e abbiamo avuto modo divisitare gli ospedali, assistere a operazionichirurgiche, ed esercitarci nelle suture. La secondaparte si svolgerà a Pavia, dove 10 studenti rumeniverranno ospitati e avranno modo di visitare ilMuseo della storia dell'Università, i nostri laboratori,e fare delle simulazioni pratiche di auscultazione.Stavolta sono tornata in ambito medico per sopperirein qualche modo a quelle carenze che effettivamenteesistono nel panorama accademico italiano, ovvero leattività pratiche e l'internazionalizzazione, sperandoche sempre più studenti si muovano con meno timorianche fuori dalla loro comfort zone.

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di Annamaria Nuzzolese

Quali sono i ricordi più belli che ti legano al Col-legio?I ricordi più belli sono sicuramente quelli legati amolti rapporti instaurati con altre caterinette con cuiho condiviso gioie e dolori, e dalle quali ho avutotanti stimoli per andare avanti nel mio percorso uni-versitario che mi ha portato alla laurea, uno dei giornipiù belli di sempre, coronamento di tanti sacrifici.Pensi che il Collegio ti abbia aiutato dal punto divista dell’inserimento lavorativo, che ti abbiadato opportunità, risorse e contatti che difficil-mente avresti trovato all’esterno?Non troppo nel mio ambito, però mi ha aiutato con ilfatto di dover mantenere una media, dare gli esamientro dei termini stabiliti, mi ha dato tanta disciplina,anche perché essendo perfezionista tendo a procrasti-nare, quindi per ottenere il massimo avrei rimandatomolte scadenze. E questo mi ha aiutato anche nellavoro, perché anche il giornalismo è fatto discadenze. Sotto il punto di vista dei contatti, ho varieconoscenze con grandissime professioniste che fannolavori diversi dai miei però sono sempre un arricchi-mento. Il bello del Collegio è che moltoprobabilmente la tua migliore amica studia in uncampo totalmente diverso e questo è mezzo di con-fronto, ti fa uscire dal tuo piccolo mondo per vedereoltre.Consiglieresti l’esperienza collegiale? Quali sono

i punti forti del S. Caterina?L’esperienza collegiale la consiglierei assolutamente,diciamo che il Collegio ha una linea di determinativalori, un orizzonte cristiano che sicuramente nonvincola nessuno però offre un buon rifugio per chi habisogno di un momento di riflessione in più. Anchela presenza di collegiali che venivano dall’Africa peresempio era una forte crescita. Una delle caterinettecon cui sono molto in contatto viene dall’Uganda e aDicembre sono stata anche al suo matrimonio aKampala, in generale ho coltivato il mio amore perl’Africa tanto che uno dei primi viaggi che mi sonoconcessa appena fuori dal Collegio è stato in Africanei posti che mi avevano raccontato le mie compagnedi Collegio. Quale sarebbe una lezione che il Collegio ti haimpartito? Riusciresti a riassumere la tua espe-rienza in una parola?Sicuramente quella a cui ho accennato prima, la disci-plina, ma direi anche il compromesso, perché standoin una realtà con tante persone diverse una buonaconvivenza necessita del compromesso, è la primavolta che sei fuori dal tuo nido familiare ed è impor-tante capire che la tua libertà non deve calpestarequella altrui. Ne direi tre di parole: amicizia, armoniae arricchimento, e se ne dovessi scegliere una direiproprio quest’ultima, visto che comprende tutto, illato umano e quello professionale!

Rosalba Castelletti ex alunna del Collegio S. Caterina è oggi corrispondente da

Mosca per il quotidiano La Repubblica. L’intervista

lezioni di vitae amicizie che rimangono

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campionesse a basket

Sostenute dal tifo di tutto il Collegio, le ragazze della squadra di pallacanestro

hanno vinto il torneo intercollegiale del CUS

di Giulia Sias

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Il Collegio S. Caterina ha conquistato il titolo dicampione del torneo intercollegiale di basket! Èun sogno che si è realizzato. Ricordo ancora la

sera in cui mi proposero di partecipare al primoallenamento: ero entusiasta. Lo sport è sempre statoper me molto importante, una delle mie priorità, eammetto che per il basket ho davvero un debole! Giàda quella sera capii che avevo scelto il posto giusto:questo sport mi aiutò subito a sentirmi in una casa,che pian piano avrebbe occupato uno spazio semprepiù grande nel mio cuore. Tutto merito delle miecompagne di squadra, che sono riuscite ad accogliercisubito, e merito dei miei allenatori, Jack, Giulio e Fredsempre disposti a consigliarci, correggerci e spronarcia dare il massimo. È davvero difficile trovarsi subitobene con la propria squadra, specialmente se non cisi conosce ancora del tutto, ma è come se in quelcampo ci conoscessimo da sempre. Amo il basketperché insegna il vero valore della condivisione.Insegna a perseguire un fine attraverso una visionecomune, degli obiettivi organizzati, che sarebbeimpossibile realizzare da soli, insegna a mettere daparte il singolo individuo per privilegiare un lavorocollettivo e, cosa più importante, insegna a fidarsiciecamente delle proprie compagne. Non mi era maicapitato di provare un’emozione così forte, comequando giocai la mia prima partita collegiale contro ilCastiglioni. Il nervosismo, il mal di pancia, l’ansia…tutte queste forti sensazioni cessarono nel momentoin cui entrai in campo. Non eravamo solo cinque alottare in quella partita, ma era tutto il Collegio, che

con il suo tifo ci sosteneva ed incoraggiava ad ogniazione, e che, sapevamo, anche se fosse andata male,avrebbe comunque creduto in noi. Il supporto dellenostre compagne è stato davvero il carburante che ciha permesso di realizzare questo grande sogno. Eradavvero una sensazione magica sentirsi parte diqualcosa di molto più grande. Vittoria dopo vittoria,prima contro il Castiglioni, poi contro il Cardano,ancora contro il Maino e il Ghislieri, arrivammo allasemifinale e all’atteso derby contro le ragazze delCollegio Nuovo. Credo che questa sia stata una dellepartite più intense, specialmente dal punto di vistapsicologico. Erano sicuramente molto preparatefisicamente, ma noi ci eravamo ben organizzate peraffrontarle, consapevoli che il traguardo per cui lottareardentemente era la finale. Canestro dopo canestro itrenta minuti di gioco volarono e riuscimmo aconquistare anche questa vittoria. Non ci credevamo:eravamo davvero in finale… contro il Cardano! Certoci avevamo già giocato, ma si sa, una delle regole piùimportanti del basket è “mai sottovalutarel’avversario”, e dopo tutti i sacrifici e la strada cheavevamo fatto, non potevamo proprio permettercelo.Non fu una partita semplicissima: i numerosi fallisubiti, un arbitraggio molto severo e un po’ di ansia,ci mandarono inizialmente in confusione, ma tutto ciònon ci impedì alla fine di ottenere la vittoria. Fra leurla negli spalti del Cus l’entusiasmo del Collegio eraincontenibile, avevamo scritto un piccolo pezzettinodi storia del nostro Collegio: sudando, urlando,lottando e piangendo! Ce l’avevamo fatta davvero!

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Un memorabile anno di sportcoronato dalla vittoria nel torneo di volleyal termine di una finale combattutissima

pallavoloÈ trionfo“Il collegio Santa Caterina vince la finale del

torneo intercollegiale di pallavolo contro ilCollegio Nuovo”: questo sicuramente è

vero, ma per chi a questa partita c’è stato, in campo,in panchina o sugli spalti, questa semplice notizia po-trebbe risultare un po’ sterile. La vittoria si è infatticonsumata in un ultimo straordinario incontro in cuila nostra squadra ha dovuto far fronte ad avversarietemibili e a un gran numero di imprevisti, riuscendocomunque a imporsi sulle acerrime nemiche senzamai perdere il controllo del match. Questa vittoria,però, non inizia e non finisce nel momento di gioco,ma affonda le sue radici nel percorso di formazionedella nostra squadra, pazientemente seguita, allena-mento dopo allenamento, dai nostri amati coach:Robi, che ci allena per il secondo anno di seguito, eLello, la new entry del 2018. Sicuramente questa finale

lascia la sua scia anche dopo la partita, quando la fa-miglia collegiale, instancabile tifoseria, riversa incampo tutto il suo calore per inneggiare alle vincitrici.Insomma, per noi questa vittoria è stata un trionfo, acui hanno contribuito non solo le giocatrici con laloro grinta, ma tutte le nostre ragazze, che hanno acuore la squadra e il collegio in primis. E infine, perla riuscita di questo grande evento, sono stati di vitaleimportanza i nostri allenatori, sempre pronti a risol-levarci nel momento del bisogno. Concludo ripor-tando proprio le parole che il coach Lello ha dedicatoalla squadra dopo la finale perché le reputo significa-tive dello spirito che ciascuno dei presenti, dagli alle-natori alle giocatrici e alle compagne di collegio, hamesso in questa grande sfida: “Grazie a tutte voi peravermi dato l’opportunità di vivere una splendidaemozione e capire che, in fondo, ce la posso fare”.

di Maddalena Argentieri

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Anche quest’anno si è svolto presso il CUS iltorneo Intercollegiale, una competizione tra idiversi collegi pavesi per dimostrare quale sia il

migliore in vari sport. La grande novità, per quantoriguarda la pallacanestro maschile, è stata che si èaggiunta una nuova squadra, la Residenza UniversitariaBiomedica, affiliata al Collegio Santa Caterina da Siena.Agli inizi di settembre insieme agli altri ragazzi del team,avevamo l’intenzione di ritrovarci anche solo a giocarein modo informale a pallacanestro, ma, quando ci è statafatta la proposta di partecipare, pur essendo molto restiia causa di numeri ridotti e capacità tecniche oscillantitra il discutibile e l’imbarazzante, abbiamo comunquedato l’adesione volendo provare questa nuovaesperienza con l’obbiettivo di divertirci. I problemisono sorti già prima di iniziare le partite, tra chi nonaveva il certificato medico e chi non poteva per la cartadi identità, ma alla fine abbiamo raggiunto il numerominimo di partecipanti per formare una squadra e siamoscesi in campo per la prima volta contro il Fraccaro il27 novembre. L’atmosfera era calda, in quanto tuttierano curiosi di veder come giocassimo, il nostro tifocapace comunque di farsi sentire anche se molto ridotto

nei numeri ma non per questo ci siamo lasciatidemoralizzare e abbiamo dato filo da torcere agliavversari, combattendo fino alla fine. Qualche sporadicoallenamento quando la palestra del CUS era disponibile,e rapide riunioni prima delle partite successive perdiscutere quale fosse la strategia migliore da attuarecontro le altre squadre ci hanno accompagnato tra unapartita e l’altra nel corso di questi mesi, tuttavia la forzadi volontà e dedizione non sono bastate a farci vincere.Contro il Don Bosco e contro il Volta abbiamo avutoveramente poche opportunità, posti di fronte ai nostrievidenti limiti numerici e di capacità rispetto ai loronotevoli meriti, mentre le altre contro Maino e Golgi,forse già più combattute, sono state opportunitàpessimamente bruciate di strappare una soddisfazionea questo torneo, complice il fatto di giocare sempre 30minuti senza la possibilità di cambiare i giocatori oriposarsi. È stata comunque una bellissima esperienzadi gruppo, ci siamo divertiti molto e, a mio parere, èstato molto utile anche per conoscerci meglio tra di noie legare di più. Speriamo di poter partecipare anchel’anno prossimo, ovviamente numero di giocatoripermettendo.

ragazzi in blu e oro

Per la prima volta una squadra maschile veste i colori del Collegio S. Caterina. La formazione

di basket della Residenza Biomedica

di Andrea Sighinolfi

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Disorientamento, confusione, spaesamento.Quel senso di lieve tensione frammista asmisurata curiosità. Un connubio di

sensazioni inspiegabili, cui nessuna riesce a dare unordine. Inizia tutto da un gioco di sguardi, sin dalprimo giorno. Quando sei qui, con passo titubante, amuoverti e destreggiarti entro una struttura che mai,e ne sei certa, avrà valenza di tuo luogo. Sali le scale atesta bassa, focalizzi la tua attenzione sul rumore chele ruote della tua valigia producono al contatto con ilpavimento. È così che facciamo. Siamo portati aconcentrarci su quanto definiamo piccolo, vano,frivolo dettaglio, nel momento in cui siamo in balia diuno stato d'inquietudine e tensione. Forse per sfuggirea quanto a noi si palesa, una commistione di emozionitra loro cozzanti, è questo che percepisci nella densitàdegli occhi dell'altra. Uno specchio, rifugio di noistesse, nel quale ricercare il medesimo stato, da cuitrarre coraggio e strumenti atti ad intraprendere quelpercorso che suggella l'esordio di un intenso, nuovoviaggio. Sei a metà, tra una continuità che vuoigelosamente custodire e un'indicibile somma di statiinteriori che ti conducono ad affidare ogni parte di tea quanto di grande non conosci. Il tuo futuro lo

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costruisci così, giorno dopo giorno, al fianco di personeche sapranno regalarti qualcosa di grande, alle quali tustessa potrai insegnare qualcosa, di altrettanto grande.O forse no, il tuo futuro si costruisce da sè,nell'immediatezza e nella spontaneità dei gesti checontraddistinguono quell'ambiente che cautamenteinizierai a concepire come tuo luogo. Vivrai di sorrisi,momenti di magica condivisione di esperienze. Sapraitrovare consiglio nella parola di altri, ricavare il belloanche laddove la circostanza sembra esserne priva.Vorrai metterti alla prova, sfidando te stessa, plasmandoquei caratteri che ritenevi tuoi indistruttibili. Sarai forte,riscontrando modelli di pensiero non affini alla tuapersona che imparerai a gestire nella maniera a te piùcongeniale. Saprai crescere, a seguito della mutevolezzae complessità di mondi e realtà in cui ti imbatterai.Saprai costruire tassello dopo tassello ciascun tratto distrada che gradualmente percorrerai. È un viaggio, diarricchimento e completezza. È desiderio diapprendere, bramosia di scoprire. È coscienza di esseresomma di idee, caratteri, giudizi. È esemplareproiezione del grande nel piccolo, per imparare adaccettare che siamo tutti meravigliosamente uguali, emeravigliosamente diversi.

imparando a crescere

di Marta Compagnoni

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Alunne del Collegio a.a. 2017 - 2018GIURISPRUDENZAPer il Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza1° annoDi Prima Fatima, Pietraperzia(EN) Gulizia Giulia, Caltagirone (CT)Nuzzolese Annamaria, Altamura (BA) 2° annoManfredini Anna, Renazzo(FE)3° anno Caiezza Alessia, Caltagirone(CT)

STUDI UMANISTICIPer il Corso di laurea in Filosofia1° anno Lonigro Irene, Genova Panaccio Martina, Pescara3° anno Annicchiarico Ilaria, Treviglio (BG)Addimilio Cecilia, Spoltore (PE)Per il Corso di Laurea Magistrale1° annoMecella Agnese, Pescara 2° annoOrlando Cinzia, MessinaPer il Corso di Laurea in Lettere1° anno Argentieri Maddalena, Pavia Compagnoni Marta, Alba Adriatica(TE)De Gaetani Samuela, Oria (BR) Strada Laura, Chiavari (GE) Trisolino Maria Sofia, Caprarica di Lecce (LE) 2° anno Brenna Sofia, Paina-Brugazzo(MB)Di Giorgio Bianca, Casteldaccia (PA)Frascio Diletta, Brescia

SCIENZE POLITICHEPer il Corso di Laurea in Scienze Politiche edelle Relazioni Internazionali1° anno Capasso Esther, Karlsruhe (Germania) Per il Corso di Laurea Magistrale 1° annoNegro Beatrice, Tricase (LE)

FACOLTA' DI MEDICINA E CHIRURGIAPer il Corso di Laurea Magistrale inMedicina e Chirurgia1° anno Carlin Giorgia, Casarsa dellaDelizia (PN) Daniele Francesca, Roma Fedrigotti Delia, Trento Peghin Alessia, Padova

2° anno Carrara Adelaide, BustoArsizio (VA)Floris Elena, VareseGriffith Brookles Carola, BiellaLarganà Rossella, Piazza Armerina(EN)Pelfini Elisa, Arizzano (VB)3° anno Cerqueti Beatrice, Silvi (TE)Magri Paola, Dalmine (BG)Perani Camilla, Gazzaniga (BG)Scuma Erica, Alcamo (TP) 5° anno Foppoli Lia, Mazzo di Valtellina (SO)Guiot Cecilia, TorinoMacedonio Sarah, Cosio Valtellino (SO)Mauceri Valentina, Novi Ligure (AL) Megang Noubissi Badelle Fabiola,Yaounde (Camerun)Rodigari Francesca, Alzano Lombardo(BG)

Per il Corso di Laurea in Professioni sanitarie, infermieristiche e professionesanitaria ostetrica1° anno Vitale Chiara, Milano

Per il Corso di Laurea in Terapia dellaNeuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva2° anno Bonaiti Vittoria, Lecco

SCIENZE Per il Corso di Laurea in Scienze Biologiche1° anno Iozzi Chiara, S. Benedetto delTronto (AP)Martino Caterina, S. Pietro Vernotico(BR)Sias Giulia, Alghero (SS) 2° anno Soffiantini Giulia, Silvano Pietra (PV)3° anno Savini Chiara,Sant’Angelo Lodigiano(LO)Per il Corso di LaureaMagistrale 2° anno FracassiCristina, Roma

Per il Corso di Laurea inBiotecnologie3° annoDi BattistaBenedetta, Pescara

Per il Corso di Laurea in ChimicaPer il Corso di Laurea Magistrale 1° annoMorando Carolina, Voghera (PV)

Per il Corso di Laurea in FisicaPer il Corso di Laurea Magistrale 1° annoMarveggio Alice, Sondrio 2° annoMesiano Greta, Aosta

Per il Corso di Laurea in MatematicaPer il Corso di Laurea Magistrale2° annoMuffone Letizia, Alba (CN)Vaninetti Martina, Cosio Valtellino(SO)

FARMACIA E CHIMICA ETECNOLOGIAFARMACEUTICHEPer il Corso di Laurea Magistrale in C.T.F. 2° anno Costi Arianna, Roveleto di Cadeo (PC)3° annoGatti Ester, Vescovato (CR)Mangiagalli Alice, Rosate (MI)

ECONOMIAPer il Corso di Laurea in Economia1° anno Plati Angelica, Bernalda (MT) 2° anno Toscano Valentina, Molteno(LC)3° annoGusmeroli Chiara, Talamona(SO)Per il Corso di Laurea Magistrale1° anno Sacco Federica, Capodrise (CE)

Consiglio di Amministrazione

Boffi prof. Sigfrido, PresidenteChiappero prof.ssa Enrica, Vicepresidente, rappresentante del Senato Accademico dell’Universitàdi PaviaTorre avv. Giovanna, Rettrice Lunati Don Giulio, rappresentante del Vescovo di Pavia Decleva prof. Enrico, rappresentante del MIUR Casetti dott.ssa Ilaria, rappresentante dell’AssociazioneAlunne del Collegio S. Caterina da SienaFazzi prof.ssa Elisa, membroManera dott.ssa Antonella, membro

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MEDICINAAlabdulaaly Nasser (Arabia Saudita), 6° anno corso HarveyAngriman Federico (Italia), 2° anno Cardamone Paolo (Italia), 2° anno Ditta Nicolò (Italia), 1° anno Evren Furkan (Turchia), 5° anno corso HarveyFalanga Francesco (Italia), 2° anno corso HarveyHarder Gaia (Italia), 5° anno corso HarveyShabani Hasan (Siria), 6° anno corso Harvey (laureatosi il13 marzo 2018)Soltani Shahab (Iran), 6° anno corso HarveyTomasoni Michelangelo (Italia), 2° anno corso Harvey

FARMACIACiccarone Antonio (Italia), 2° annoGiordano Edoardo (Italia), 4° anno

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN FISICABonaiti Stefano (Italia), 3° anno

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN BIOINGEGNERIADe Carlo Alessandro (Italia), 2° anno

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE BIOLOGICHESacco Davide (Italia), 2° anno

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN MATEMATICASighinolfi Andrea (Italia), 1° anno

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN BIOTECNOLOGIELandi Costantino Pio (Italia), 1° anno

CORSO DI LAUREA MAGISTRALEIN BIOINGEGNERIAGalli Gianluigi (Italia), 2° annoGatto Maria Laura (Italia), 2° annoGraziano Giulia (Italia), 2° annoPironi Martina (Italia), 2° anno

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN MOLECULAR BIOLOGY AND GENETICSDadkhah Amineh (Iran), 2° annoGahramanov Valid (Azerbaijan), 1° annoHussein Abir (Libano), 2° anno

Alunni della Residenza Biomedica a.a. 2017 - 2018CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN ELECTRONIC ENGINEERINGMohebi Ali (Iran), 2° annoShamsafar Lida (Iran), 2° anno

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN COMPUTER ENGINEERINGDarab Hossein, (Iran), 1° anno

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN BIOTECNOLOGIE MEDICHE E FARMACEUTICHESciancalepore Rosalba (Italia), 2° anno

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN WORLD POLITICS AND INTERNATIONAL RELATIONSAdams Caroline Ansah (Ghana), 1° anno

CORSI DI DOTTORATO DI RICERCAAbedinkhan Eslami Mazyar (Iran), Dottorato di Ricerca in Microelettronica (1° anno)Bartolucci Roberta (Italia), Dottorato di Ricerca in Bioingegneria (1° anno)Castillo Pablo ( Messico), visiting PhD studentDeilam Salehi Mohammadmehdi (Iran), Dottorato di Ricerca in Microelettronica (2° anno)El Ghamrawy Karim (Egitto), Dottorato di Ricerca in Ingegneria Civile e Architettura (2° anno)Hassan Osama Ibrahim (Egitto), Dottorato di Ricerca in Ingegneria Civile e Architettura (3° anno)Kayalvizhi Lakshmanan (India), Dottorato di Ricerca in Ingegneria Civile e Architettura (1° anno)Liu Xin (Cina), visitng PhD studentLopez Virginia Maria (Argentina), Dottorato di Ricerca in Ingegneria civile e Architettura (3° anno)Loubani Jinan (Libano), Dottorato di Ricerca in Matematica (1° anno)Mahdipour Pirbazari Mahmoud (Iran), Dottorato di Ricercain Ingegneria industriale e dell’Informazione (1° anno)Qureshi Waqar Ahmed (Pakistan), Dottorato di Ricerca in Microelettronica (2° anno)Wei Xinsheng (Cina), visiting PhD studentZhang Hongyang (Cina), Dottorato di Ricerca in Microelettronica (3° anno)Zhou Yuliang (Cina), visiting PhD student

SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONEBellingeri Camilla (Italia), specializzanda in Ginecologia e Ostetricia (2° anno)

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