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Tutte le tendenze evidenziate dal nostro Centro Studi lo scorso anno (vedi Tile Interna- tional 1-2016 pag 56) e relative alle vendite e ai profitti del settore italiano delle piastrelle ceramiche sono state confermate: il settore ha letteralmente raddoppiato, in un solo anno, il suo ritmo di crescita, come emerge dai dati di bilancio consuntivi del 2015, e sta riguada- gnando rapidamente le posizioni perdute nella crisi decennale che ci stiamo lasciando alle spalle. Perdipiù, la tendenza non sembra esaurirsi: stando alle analisi del Centro Studi Acimac, infatti, le vendite crescono ad un ritmo più sostenuto rispetto alle altre realtà produttive mondiali. Naturalmente questa virtuosa posizione di leadership della crescita è particolarmente evidente se confrontata con la tendenziale stagnazione delle vendite asiatiche (Italia + 8,6% contro + 2,9% del nostro campione asiatico: quasi sei punti per- centuali di differenza a nostro favore). Ma il vantaggio è marcato anche nei confronti della Spagna (+6,3%) e, ancora di più, delle altre realtà europee (+ 5,2%) (grafico 1). Si tenga presente che i campioni di imprese a livello internazionale (300 imprese) disponibi- li per l’analisi di settore presso il Centro Studi Acimac coprono non soltanto l’intero universo della produzione nazionale, ma danno anche una copertura significativa delle altre realtà europee. Seppur inferiore, anche la copertura campionaria dell’Asia consente un grado di accuratezza elevato delle tendenze fornite. Boom delle vendite Il risultato italiano, dunque, evidenzia certa- mente un vero e proprio boom delle vendite, che è lecito pensare sia proseguito anche nel 2016. Il fatturato complessivo, che nel 2014 era stato, nei dati a consuntivo, di circa 5,4 miliardi di Euro, nel 2015 - ultimo anno dispo- nibile - è cresciuto a quasi 6 Miliardi di Euro. Questa accelerazione non sembra destinata ad esaurirsi almeno nel prossimo biennio, giacché è determinata da fattori strutturali: la profonda ristrutturazione dell’organizzazione del lavoro nelle imprese, i marcati migliora- menti tecnologici sia nei prodotti che nei processi, a loro volta determinati da ingenti investimenti in attrezzature produttive e in R&S; infine, il significativo progresso medio dell’efficienza produttiva e gestionale a tutti i livelli del management. Più in particolare, nel 2015 è proseguito l’in- cremento dell’efficienza produttiva ottenuta attraverso gli investimenti produttivi e l’otti- mizzazione dell’impiego di manodopera. La dinamica degli investimenti in capitale fisso industriale mostrava nel 2014 una crescita complessiva del 2,5%. Ma tale crescita era squilibrata: basti ricordare che la sua compo- graf. 1 - Variazione % occupazione e ricavi 2015/2014 nente immobilizzazioni materiali, cioè macchinari e impianti, altri beni strumentali e attrezzatura produtti- va, era cresciuta a ritmi da paese emergente (+ 25%) mentre, all’op- posto, ristagnavano gli investimenti in immobilizzazioni immateriali (marchi, brevetti, ecc.). Nel 2015 gli investimenti in immobilizzazioni si Statistiche 30 - Tile Italia 1/2017 by MECS - centro studi Acimac [email protected] 2015: crescita boom della profittabilità per le piastrelle italiane

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Tutte le tendenze evidenziate dal nostro Centro Studi lo scorso anno (vedi Tile Interna-tional 1-2016 pag 56) e relative alle vendite e ai profitti del settore italiano delle piastrelle ceramiche sono state confermate: il settore ha letteralmente raddoppiato, in un solo anno, il suo ritmo di crescita, come emerge dai dati di bilancio consuntivi del 2015, e sta riguada-gnando rapidamente le posizioni perdute nella crisi decennale che ci stiamo lasciando alle spalle. Perdipiù, la tendenza non sembra esaurirsi: stando alle analisi del Centro Studi Acimac, infatti, le vendite crescono ad un ritmo più sostenuto rispetto alle altre realtà produttive mondiali. Naturalmente questa virtuosa posizione di leadership della crescita è particolarmente evidente se confrontata con la tendenziale stagnazione delle vendite asiatiche (Italia + 8,6% contro + 2,9% del nostro campione asiatico: quasi sei punti per-centuali di differenza a nostro favore). Ma il vantaggio è marcato anche nei confronti della Spagna (+6,3%) e, ancora di più, delle altre realtà europee (+ 5,2%) (grafico 1).

Si tenga presente che i campioni di imprese a livello internazionale (300 imprese) disponibi-li per l’analisi di settore presso il Centro Studi Acimac coprono non soltanto l’intero universo della produzione nazionale, ma danno anche una copertura significativa delle altre realtà europee. Seppur inferiore, anche

la copertura campionaria dell’Asia consente un grado di accuratezza elevato delle tendenze fornite.

Boom delle vendite

Il risultato italiano, dunque, evidenzia certa-mente un vero e proprio boom delle vendite, che è lecito pensare sia proseguito anche nel 2016. Il fatturato complessivo, che nel 2014 era stato, nei dati a consuntivo, di circa 5,4 miliardi di Euro, nel 2015 - ultimo anno dispo-nibile - è cresciuto a quasi 6 Miliardi di Euro. Questa accelerazione non sembra destinata ad esaurirsi almeno nel prossimo biennio, giacché è determinata da fattori strutturali: la profonda ristrutturazione dell’organizzazione del lavoro nelle imprese, i marcati migliora-menti tecnologici sia nei prodotti che nei processi, a loro volta determinati da ingenti investimenti in attrezzature produttive e in R&S; infine, il significativo progresso medio dell’efficienza produttiva e gestionale a tutti i livelli del management.Più in particolare, nel 2015 è proseguito l’in-cremento dell’efficienza produttiva ottenuta attraverso gli investimenti produttivi e l’otti-mizzazione dell’impiego di manodopera. La dinamica degli investimenti in capitale fisso industriale mostrava nel 2014 una crescita complessiva del 2,5%. Ma tale crescita era squilibrata: basti ricordare che la sua compo-

graf. 1 - Variazione % occupazione e ricavi 2015/2014

nente immobilizzazioni materiali, cioè macchinari e impianti, altri beni strumentali e attrezzatura produtti-va, era cresciuta a ritmi da paese emergente (+ 25%) mentre, all’op-posto, ristagnavano gli investimenti in immobilizzazioni immateriali (marchi, brevetti, ecc.). Nel 2015 gli investimenti in immobilizzazioni si

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geografica avvantaggiano tutti gli operatori del distretto, non soltanto in termini di maggiore facilità nel reperimen-to di servizi diretti di consulenza sulla pro-gettazione degli impianti, ma anche e soprattutto in termini di intensità e reci-procità del trasferimento tecnologico sui nuovi e più efficienti modi di produrre. In altri termini, la prossimità geografica tra produttori di piastrelle e produttori di beni strumentali per l’industria ceramica favorisce una rete di relazioni di mutuo interesse e di lunga durata. Si crea ed alimenta, così, un fertile humus di know-how industriale diffuso nel quale il progresso tecnologico viene promosso e trasformato in reale competitività.Un altro fattore, tra quelli prima indicati, riguarda l’organizzazione del lavoro: il processo di riordino della struttura occu-pazionale del settore, a fronte degli inve-stimenti che, almeno in parte, introducono tecnologie risparmiatrici di lavoro, è pro-seguito con un ulteriore riduzione dell’oc-cupazione complessiva del settore italiano delle piastrelle ceramiche (-1,6%).

Indici di redditività in crescita

Comunque, quello italiano non è soltanto un boom di vendite. Migliorano, infatti, e di molto, tutti gli indici di redditività: la redditi-vità del capitale investito, ROI, cresce di oltre un punto percentuale (dal 3,1 al 4,2%). Cresce ancora il valore aggiunto, sia in rapporto al fatturato che nella forma di produttività lorda industriale (valore aggiunto per addetto) e quindi l’efficienza dei processi produttivi: tra questi spicca la gestione più snella delle scorte, attestata dall’ulteriore riduzione, nel 2015, della giacenza media di magazzino nel complesso delle imprese. Il valore aggiunto/fatturato, che è il primo indicato-re (a monte) di margine lordo nella catena del valore, risulta, nelle imprese italiane di produzione di piastrelle, accresciuto di un ulteriore mezzo punto percentuale, fra il 2014 e il 2015, raggiungendo ora il livello del 32%, marcatamente al disopra del livello spagnolo, che da anni è attestato

sono riequilibrati, quanto a composizione, ed hanno accelerato la loro crescita com-plessiva fino al 4,4%, quindi un tasso di crescita degli investimenti superiore di oltre 1,5 punti percentuali sia rispetto alla Spagna che rispetto alle imprese asiatiche (che pure venivano da una crescita di quasi il 20%). Va sottolineato che, nella recente espe-

rienza di ristrutturazione industriale del settore di produzione delle piastrelle ceramiche italiane, l’espansione degli in-vestimenti in know-how, nuove tecnologie e attrezzature produttive è stato grande-mente favorito dalle economie di prossi-mità distrettuale con le imprese produttrici di macchinari e impianti per l’industria ceramica. Queste economie di prossimità

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duttori asiatici non sono del tutto confron-tabili, per effetto del diverso modello industriale che privilegia produzioni ad elevata intensità di lavoro) (tab. 1 e graf. 2).

D’altra parte, il costo del lavoro per unità di prodotto (CLUP) nel 2015 scende, in Italia, di quasi un punto percentuale, al disotto del 20%. E’ questo il vero indicatore della competitività delle produzioni italiane di piastrelle in termini di costo del lavoro: anche se il costo del lavoro per addetto è nettamente superiore ed in crescita, rispetto a quello dei competitor, tuttavia la maggiore intensità di capitale e l’elevata produttività del lavoro compensano am-piamente l’effetto degli adeguamenti

salariali ed il significativo cuneo fiscale italiani. Va tuttavia sottolineato che tale maggiore competitività italiana, si manifesta nel suo mercato rilevante, cioè in quei segmenti high quality-high price dove non è forte la concorrenza con i produttori dell’Est europeo e dell’Asia, che ancora godono di marcati vantaggi in termini di costo del lavoro. Nelle imprese italiane di piastrelle ceramiche migliorano ulteriormente il cashflow ed il grado di copertura reddituale (EBIT) degli interessi passivi, attestando così un maggiore equilibrio fra gli effetti della gestione economica e quelli della gestione finanziaria. Che la gestione finanziaria delle imprese italiane sia in miglioramento è inoltre testimoniato dalla stabilità del Leverage e dalla marcata riduzione del Gearing (entrambi indicatori del grado di capitalizzazione delle imprese).Infine, gli altri indici di redditività (ROE e ROS: redditività del capitale proprio e delle vendite, rispettiva-

mente), come pure anche gli indici di margine reddituale più a valle del valore aggiunto, continuano a mi-gliorare significativamente nel 2015, raggiungendo livelli assai elevati nelle imprese medio-grandi (fra 40 e 100 milioni di fatturato) e soprattutto nelle grandi (oltre 100 milioni). Gli indici di gestione della redditività a valle (EBITDA, EBIT e profitto netto, tutti in rapporto al fatturato), crescono di oltre un punto percen-tuale e superano nettamente i margini operativi lordi e gli utili ri-scontrati in Spagna, raggiungendo quasi il saggio di profitto delle imprese asiatiche. ❞

sul 30,8%, ed anche di quello asiatico (di poco inferiore al 29%). Il livello italiano della produttivi-tà lorda industriale rispecchia il modello industriale italiano che emerge da questi anni di ri-strutturazione: i grandi investi-menti in capitale per addetto ed il contenimento del costo del lavoro determinano, infatti, due fenomeni ugualmente virtuosi ma distinti. Da un lato, l’Italia conquista l’assoluta leadership a livello globale in termini di produttività del lavoro (il valore aggiunto per addetto supera i 91.000 Euro, contro i 68.000 della Spagna,

nostro principale competitor europeo). Il secondo effetto discende dall’elevata intensità degli investimenti associata alla riorganizzazione del lavoro: il capitale per addetto ne risulta accresciuto fino a quasi 414.000 Euro, nonché aumentato di oltre 50.000 per ciascun dipendente in soli due anni. Il totale degli investimenti per addetto si conferma così,

nelle aziende ceramiche italiane, al più alto livello fra tutti i paesi produttori di piastrelle (la Spagna presenta un livello medio di in-vestimenti per addetto di quasi 100.000 Euro inferiore: circa 321.000 Euro; i pro-

Graf. 2 Indicatori di bilancio selezionati per area geografica

ITALIA SPAGNA ALTRI EUROPA ASIA

2015 Media 13-15 2015 Media

13-15 2015 Media 13-15 2015 Media

13-15

ROI 4,21 3,16 3,80 3,48 6,21 5,10

6,51

6,53

Valore Aggiunto/Fatturato % 31,96 31,29 30,78 30,78 31,14 30,10 28,88 27,32

Valore aggiunto per addetto 91,02 83,89 67,91 64,96 33,52 33,18 21,54 20,71

Costo del lavoro/Fatturato % 19,93 20,68 20,11 20,45 18,66 18,80 12,27 10,91

EBITDA % 10,59 9,39 9,31 9,30 11,33 9,88 13,39 13,37

EBIT % 5,45 3,94 4,86 4,73 6,73 5,79 7,93 7,99

Utile/Perdita % 4,51 2,74 3,96 3,43 4,61 3,09 4,62 5,00

Costo del lavoro per addetto 54,92 53,08 42,31 41,94 20,62 19,93 10,82 9,76

Capitale per addetto 413,78 395,07 321,38 310,50 117,43 123,27 144,44 143,91

Leverage 3,18 3,17 2,51 2,60 2,90 2,73 2,44 2,55

Gearing 99,67 107,27 84,31 79,17 59,52 73,33 79,66 83,92

Fonte: MECS, ufficio studi Acimac - www.mec-studies.com

Graf. 2 Indicatori di bilancio selezionati per area geografica

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PORCELANOSA LOMBARDIA SPAVIALE DELL̓ INDUSTRIA, 6 · 20094 CORSICO · MILANO · T: 0245 864310 · F: 0245 864415

VIA MARGHERA, 45 · 20149 · MILANO · T: 0243 · T: 0243 998965

PORCELANOSA SPAVIA REGINA PACIS, 210 · 41049 SASSUOLO · MODENA · T: 0536 806677 · F: 0536 802184

VIALE DELLA REPUBBLICA, 240 · 31100 TREVISO · T: 0422 697087 · F: 042 301767

PORCELANOSA ROMA SPAVIA SALARIA, 1288 · 00138 ROMA · T: 0688 89977 · F: 0688 87056

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