Teocrito · 2014. 6. 6. · Teocrito promuove a dignità letteraria una poesia folklorica,...

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1 e la poesia bucolica Teocrito

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    e la poesia

    bucolica

    Teocrito

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    Vita: 310-260 circa

    � Da notizie interne alla sua opera si ricava

    che nacque a Siracusa: � nell’idillio XXVIII (v.16) in riferimento ad una conocchia si dice

    “tu, che sei della mia terra”;

    � nell’idillio XI (v.7) il Ciclope, tradizionalmente localizzato in

    Sicilia, è definito ”il mio conterraneo”

    � Idillio XVI, carme encomiastico in esametri, dedicato a Ierone II

    di Siracusa

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    � si trasferì ad Alessandria alla corte di

    Tolomeo II Filadelfo� Idillio XVII encomio al sovrano, databile tra il 274 e 270 (anno

    della morte di Arsinoe che, nel carme, risulta ancora viva)

    Ad Alessandria conobbe Callimaco

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    � Per un certo periodo soggiornò a Cos, isola famosa per una celebre scuola di medicina e per il circolo poetico di Filita.

    � Si desume dalla conoscenza minuziosa della topografia dell’isola che risulta evidente nell’idillio VII

    � Destinatario dei carmi XI e XIII risulta essere Nicia, poeta e medico di Cos; destinataria del XXVIII è invece

    sua moglie Teugenide, dalle belle caviglie, a cui Teocrito dona la conocchia per filare la lana.

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    Produzione poetica molto varia

    � carmi pastorali (I, III-VII, X-XI)

    � epilli (XIII, XXII, XXIV, XXVI)

    � mimi (II, XIV, XV)

    � encomi (XVI, XVII)

    � epitalamio (XVIII)

    � paidicòn (XII, XXIX-XXX)

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    Corpus teocriteo

    � 30 carmi: non tutti autentici

    � 22 epigrammi

    � Un carme figurato:

    “La zampogna”

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    Termine “idillio”

    � Non fu coniato da Teocrito

    � Compare più tardi nell’accezione di componimento

    breve

    � Sull’etimologia già i grammatici antichi avevano opinioni contrastanti

    � Non assunse mai nell’antichità la connotazione, consolidatasi successivamente, che fa riferimento

    alla sfera pastorale

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    La poesia bucolica

    � Teocrito promuove a dignità letteraria una poesia folklorica, strettamente legata alla cultura popolare dei pastori siciliani e dell’isola di Cos.

    � Prendendo spunto dalle gare verbali a “botta e risposta” dei pastori, ha creato un nuovo genere

    poetico, trasfigurando i contenuti della cultura agro-pastorale nell’impianto linguistico colto e raffinato

    della poesia alessandrina

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    � Nella letteratura precedente il mondo

    agro-pastorale rimane sullo sfondo oppure

    svolge un ruolo complementare a quello

    rivestito dalla polis (compare soprattutto

    nelle similitudini).

    � Nella poesia di Teocrito il mondo rurale

    assurge a elemento autonomo, arrivando

    a rovesciare il ruolo tra città e campagna.

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    � La poesia bucolica ha come elementi essenziali:

    � una gara poetica tra due contendenti;

    � un giudice di gara;

    � un premio pattuito in anticipo;

    � la proclamazione del vincitore;

    � i contendenti cantavano su temi improvvisati o prestabiliti e le norme che regolavano la gara si fondavano sul parallelismo tematico e formale che si stabiliva fra i canti

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    Idillio V

    � L’Idillio V è quello che

    conserva tutti gli elementi della poesia

    bucolica.

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    � Inizia la gara e ciascuno dei due canta due versi: il capraio introduce il tema e il pecoraio risponde sullo stesso tema, condizionando la risposta successiva

    � Si crea dunque un rigoroso parallelismo tematico e formale sia orizzontale (tra proposta e risposta) che verticale (tra proposta e proposta e tra risposta e risposta) sul principio di non contraddire quanto detto in precedenza

    � Perde la gara chi interrompe il parallelismo: nel nostro caso ilpecoraio parla in R5 di morbida lana che diviene in R14 una zampogna.

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    � Il linguaggio colorito, in alcuni punti

    addirittura crudo, sembrerebbe dimostrare

    come Teocrito si ispiri direttamente alla

    realtà.

    � Precisi sono i riferimenti alla vita pastorale,

    come per esempio l’insistenza e la

    precisione con cui Teocrito distingue la

    gerarchia bucolica, che prevede al vertice il

    bovaro, poi il pecoraio ed, infine, il capraio.

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    Idillio I

    � Dell’agone bucolico è rimasto solo il ricordo.

    � Un capraio invita il pastore Tirsi a cantare la passione di Dafni, mitico inventore della poesia bucolica e gli promette un ricco dono.

    � Manca il canto amebeo, ma il poeta ci informa del fatto che con un canto di questo tipo Tirsi aveva già partecipato con successo a un agone poetico

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    � Il personaggio di Dafni diviene la figura emblematica del mondo dei pastori e, per tale ragione, è posto dai primi editori come carme di apertura della silloge teocritea.

    � Particolarmente originale nel canto di Tirsi è il rapporto simpatetico tra Dafni e la natura, che soffre tutta insieme a lui

    � Ritornello=residuo dell’antico canto pastorale

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    Ekfrasis

    � Motivo squisitamente letterario e colto è la

    descrizione minuziosa di un oggetto artistico,

    nello specifico la tazza di legno donata dal

    capraio a Tirsi

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    Programma poetico:

    le Talisie (idillio VII)Componimento in forma narrativa, ne è

    protagonista lo stesso Teocrito sotto lo

    pseudonimo di Simichìdas.

    L’azione si svolge a Kos durante la stagione

    estiva dopo la trebbiatura.

    La scena è il paesaggio campestre sotto il sole

    di mezzogiorno

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    Contenutol’investitura poetica

    � Mentre Simichida, come egli stesso racconta, si recava una voltacon due amici presso il podere di altri amici in campagna per celebrare in onore di Demetra la festa per l’abbondante raccolto, le Talisie, incontrò il capraio Licida. Simichida elogia il suo interlocutore come suonatore di zampogna e lo invita a boukoliàzestai, presentando se stesso come “una sonora bocca delle Muse”, inferiore però ad Asclepiade di Samo e a Filita di Kos. La risposta di Licida non si fa attendere e gli regala il suo bastone, consacrandolo poeta delle Muse bucoliche

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    � Il boukoliasmòs di Licida canta il fanciullo Ageanatte e si presenta come un propempticòn, (canto augurante un felice viaggio) verso l’amato in procinto di partire per Mitilene; Simikida, dopo un accenno fugace al suo amore fortunato per la sua Myrtò, ricorda l’amore non corrisposto dell’amico Arato per lo scontroso Filino.

    � Il canto di Licida descrive un simposio agreste nell’ambito di una festa campagnola; il canto di Simichida è invece ambientato in cittàe presenta la veglia notturna di fronte alla porta della personaamata.

    � Licida dona il bastone a Simikida che continua con gli amici verso il podere dove si svolgono le Talisie.

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    � L’idillio termina con la descrizione della festa in onore di Demetra, celebrata sotto pioppi ed olmi vicino all’antro delle Ninfe, e l’invocazione della dea

    perché torni ancora a sorridere stringendo nelle mani spighe e papaveri

    Sul suo mucchio

    possa io piantare un grande ventilabro

    e la dea rida con le mani piene

    di mannelli di spighe e di papaveri

    � http://www.miti3000.it/mito/biblio/teocrito/idilli.htm#7

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    Mascherata bucolica

    � Poiché dietro Simichida si nasconde lo

    stesso Teocrito, si è pensato che Licida fosse

    un poeta del cenacolo poetico di Filita di Cos

    e che venisse messa in scena una

    mascherata bucolica; tuttavia, vani sono stati

    i tentativi di identificare in Licida un poeta ben

    definito

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    Lìcida si chiamava, da Cidonia,

    era capraio né poteva alcuno

    a prima vista non vederlo tale:

    sotto tutti gli aspetti era un capraio.

    Una pelle rossiccia di caprone,villoso e irsuto aveva sulle spalleodorosa di caglio appena fattoed una vecchia veste era fermatada un cinturone al petto, nella destra

    un ricurvo bastone d'oleastro.

    Sorridendo con garbo mi parlò,gli ridevano gli occhi e sulle labbragli restava la piega del sorriso."Simìchida, dove te ne vai

    a mezzogiorno, quando tra le spine

    dorme anche la lucertola e le allodole

    tra le tombe non fanno pazzi voli?

    A un pranzo senza invito vai con fretta

    o corri al torchio di uno di città?

    Così ai tuoi piedi, mentre ti precipiti

    canta ogni pietra urtando nei calzari".

    Descrizione di Licida

    Da un lato si nota l’aspetto estremamente realistico del capraio con tutte

    le sue caratteristiche, anche nell’odore

    Dall’altro,l’apparizione del capraio

    ricorda le epifanie divine,caratterizzate sempre dal

    sorriso

    Formula omerica

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    “ed egli, sorridendo soavemente,

    come prima, il bastone mi concesse,

    quale dono ospitale delle Muse”

    � Come Esiodo nel prologo

    della Teognia riceve il ramo

    d’alloro dalle Muse e Callimaco nel prologo degli

    Aitia era stato consacrato

    poeta da Apollo, così Teocrito

    è consacrato poeta bucolico

    dal capraio Licida che, sin dal principio, è circondato

    dall’aureola di “divino”

    Il bastone viene dato a Simichida già al v. 43,

    prima che i due si scambino il canto; ciò implica che Teocrito era già un poeta

    affermato al tempo in cui si svolge la scena e che il canto di Simichida

    non è un canto-prova

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    Dichiarazione di poetica

    Così dicevo ad arte e mi rispose

    il capraio ridendo soavemente:"Certo ti faccio dono del bastone;

    poiché tu sei un germoglio, a dire il vero,

    modellato da Zeus. Quanto detestol'architetto che vuole costruireuna casa di altezza equivalentealla cima del monte Oromedontee detesto gli uccelli delle Muse,quelli che, mentre fanno in direzionedell'aedo di Chio chicchirichì ,si affaticano senza risultato (vv. 42-48)

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    � Teocrito mostra di aderire alla poetica

    callimachea quando ai vv. 45-48 ripudia

    l’imitazone dell’irragiungibile Omero, al quale

    oppone una poesia della “verità”, ossia

    personale, originale e pastorale.

    � Significativo che al temine del canto Simichida

    faccia emergere l’aspirazione alla vita

    tranquilla, propugnata dalla scuola epicurea

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    Idillio III

    � Protagonista del carme è un capraio che si reca di fronte alla grotta in cui abita Amarillide per cantarvi il paraklausiéquron (serenata di fronte alla porta chiusa dell’amata).

    � Trasposizione:

    di un momento di vita urbana nella realtà campestre;

    in esametri il contenuto di una serenata, tradizionalmente in versi lirici

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    Altri idilli bucolici

    � Idillio IV

    � Idillio VI

    � Idillio X

    � Idillio XI

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    Mimi urbani

    Idilli di ambientazione urbana

    � I principali sono

    � Idillio II: L’incantatrice

    � Idillio XV: Le Siracusane o le donne alla festa

    di Adone

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    Gli epilli: Idillio XIII

    � Si narra il rapimento di Ila, amato da Eracle,

    da parte di tre ninfe.

    � L’episodio si trova nelle Argonautiche di

    Apollonio Rodio (I, 1172-1273)

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    Idillio XXII

    � Esempio straordinario di polueiédeia.

    � Ha la struttura di un inno, ma al suo interno

    trova collocazione in due diversi momenti una

    narrazione epica e un dialogo serrato tra

    Polluce e Amico, nella forma tipica della

    sticomitia drammatica

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    � XXVIII - La conocchiaConocchia, amica delle filatrici,dono di Atena dallo sguardo azzurroalle donne che pongono la mentealle cure domestiche, accompagnaci,senza temere nulla, alla cittàmagnifica di Nèleo, dov'è il tempiodi Cipride, nascosto sotto un mantoverde di molli giunchi. Zeus preghiamoper una traversata di buon ventofin lì, per rallegrarci nel vedereNicia, l'amico mio che mi ricambiadi pari affetto ed è creatura sacradelle Càriti, che hanno nella voceun amoroso incanto, e nelle manidella moglie di Nicia offrire in donoun oggetto d'avorio come te,ben lavorato. Tu farai a puntinomolte vesti per gli uomini con leie molte stoffe adatte per le donne,leggere come l'acqua. Per Teugenidedalle belle caviglie si dovrebberotosare per due volte dentro l'annonel pascolo le madri degli agnellicoi velli delicati, tanto è attiva

    ed ha i costumi delle donne sagge.Io non vorrei donare ad una casadov'è una donna fiacca e inoperosate, che provieni dalla terra mia,e la tua patria è quella che Archia d'Efirafondò un tempo, città d'uomini illustri,midollo dell'isola Trinacria.Ed ora, dimorando nella casad'un uomo che ebbe pratica di moltesapienti medicine che allontananodagli uomini le tristi malattie,abiterai l'amabile Miletoin mezzo agli Ioni, in modo che Teugenidetra le donne del luogo si distinguaper la bella conocchia e in ogni tempotu possa riportarle alla memorial'ospite che ama il canto. E nel vederticosì dirà qualcuno: "Che pensieroaffettuoso con un dono piccolo:qualunque cosa degli amici vale

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    Lingua e metro di Teocrito

    � Idillio XII in ionico;

    � Idillio XXII in lingua epica;

    � Idilli XXVIII-XXX in eolico

    � tutti gli altri hanno coloritura dorica

    � Connubio di lingua dorica con esametro costituisce una delle arditezze formali in cui si concretizza il gusto sperimentale dell’etàellenistica

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    � Teocrito utilizza l’esametro anche per encomi

    ed epitalami che tradizionalmente erano in

    metro lirico

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    Bibliografia

    G.A. Privitera-R. Pretagostini, Storia e forme della Letteratura greca, Milano 1997

    M. Fantuzzi, Teocrito e la poesia bucolica, in G. Cambiano - L. Canfora - D. Lanza (edd.), Lo spazio letterario della Grecia antica, vol. 1,2, Roma 1993, pp. 145-195.

    G. Serrao, La poesia bucolica: realtà campestre e stilizzazione letteraria, in R. Bianchi Bandinelli (ed.), Storia e civilltà dei Greci, 9, Milano 1991, pp. 180-199

    G. Serrao, La poesia del nuovo stile: dalla mimesi aristotelica alla poetica della verità. Teocrito, in R. Bianchi Bandinelli (ed.), Storia e civilltà dei Greci, 9, Milano 1991, pp. 200-220