20131028Schmitz H Nuova Fenomenologiagfhfbr Commentato

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Appunti commentati di Nuova Fenomenologia Pag. 1 2. Quale fenomenologia? La Nuova Fenomenologia intende non solo integrare sapere preesistenti, ma “scoprire” qualcosa di nuovo, in un tipo di esperienza che implica il corpo proprio o vissuto. Schmitz si pone “tra l’afferrare e l’essere coinvolti” e sfugge all’astratto razionalismo tecnoscientifico che porta all’irrazionale. L’analisi del pensiero di Schmitz oltrepassa la sua corrente di riferimento, rea secondo lui di aver compiuto degli errori madornali, posti nella limitazione dell’astrattezza intellettuale. La fenomenologia invece vincola la soggettività in modo che una parte degli atti intenzionali legati all’intuizione, in modo da diventare “involontariamente il peggior avversario della fenomenogia del XX secolo”. In particolare Schmitz accusa il filosofo Heidegger di aver retrocesso la significatività diffusa delle situazioni, all’inautenticità, tralasciando la dimensione proprio-corporea sulla situazione emotiva vista come “ontologia di situazioni” anziché di sostanze come accidenti e relazioni. La Nuova Fenomenologia di Schmitz acquista il carattere di Ontologicamente tollerante ed antispiritualistica e rifiuta l’approccio trascendental-eidetico, essa si riferisce tutta alle cose stesse, concentrando la sua attenzione sullo stato di cose (materiale o meno) la cui realtà effettiva è momentaneamente e soggettivamente istituita e capace di resistere ad ogni variazione delle ipotesi. Il metodo neofenomenologico si avvicina passo passo a ciò che all’uomo accade involontariamente, e studia l’evento dal punto di vista del legame emotivo che esso è capace di creare. La nuova Fenomenologia è incentrata sullo studio delle esperienze corporee e del vissuto umano. La fenomenologia di Schmitz si affida al pratico, e non considera le astrazioni, guarda tutto ciò che è tangibile. Il pensiero di Schmitz rappresenta un punto di rottura con la tendenza dell’epoca che si focalizzava troppo sull’astrattezza intellettuale. L’elemento fondamentale della fenomenologia è la soggettività, e la considera in funzione all’intuizione del pensiero umano. La critica di Schmitz verso altri filosofi (tra i quali Heidegger) è quella di non aver considerato la significatività della dimensione corporea, e di essersi concentrati su situazioni troppo astratte ed poco autentiche. Schmitz non analizza l’aspetto trascendentale, ma analizza la materialità delle cose e dei comportamenti. La fenomenologia guada il concreto e non lo spirito dell’uomo. L’analisi del legame emotivo che lega l’evento all’uomo è la parte cruciale e più importante della nuova fenomenologia

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  • Appunti commentati di Nuova Fenomenologia

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    2. Quale fenomenologia?

    La Nuova Fenomenologia intende non solo integrare sapere preesistenti, ma scoprire qualcosa di nuovo, in un tipo di esperienza che implica il corpo proprio o vissuto. Schmitz si pone tra lafferrare e lessere coinvolti e sfugge allastratto razionalismo tecnoscientifico che porta allirrazionale. Lanalisi del pensiero di Schmitz oltrepassa la sua corrente di riferimento, rea secondo lui di aver compiuto degli errori madornali, posti nella limitazione dellastrattezza intellettuale. La fenomenologia invece vincola la soggettivit in modo che una parte degli atti intenzionali legati allintuizione, in modo da diventare involontariamente il peggior avversario della fenomenogia del XX secolo. In particolare Schmitz accusa il filosofo Heidegger di aver retrocesso la significativit diffusa delle situazioni, allinautenticit, tralasciando la dimensione proprio-corporea sulla situazione emotiva vista come ontologia di situazioni anzich di sostanze come accidenti e relazioni. La Nuova Fenomenologia di Schmitz acquista il carattere di Ontologicamente tollerante ed antispiritualistica e rifiuta lapproccio trascendental-eidetico, essa si riferisce tutta alle cose stesse, concentrando la sua attenzione sullo stato di cose (materiale o meno) la cui realt effettiva momentaneamente e soggettivamente istituita e capace di resistere ad ogni variazione delle ipotesi. Il metodo neofenomenologico si avvicina passo passo a ci che alluomo accade involontariamente, e studia levento dal punto di vista del legame emotivo che esso capace di creare.

    La nuova Fenomenologia incentrata sullo studio delle esperienze corporee e del vissuto umano. La fenomenologia di Schmitz si affida al pratico, e non considera le astrazioni, guarda tutto ci che tangibile. Il pensiero di Schmitz rappresenta un punto di rottura con la tendenza dellepoca che si focalizzava troppo sullastrattezza intellettuale. Lelemento fondamentale della fenomenologia la soggettivit, e la considera in funzione allintuizione del pensiero umano. La critica di Schmitz verso altri filosofi (tra i quali Heidegger) quella di non aver considerato la significativit della dimensione corporea, e di essersi concentrati su situazioni troppo astratte ed poco autentiche. Schmitz non analizza laspetto trascendentale, ma analizza la materialit delle cose e dei comportamenti. La fenomenologia guada il concreto e non lo spirito delluomo. Lanalisi del legame emotivo che lega levento alluomo la parte cruciale e pi importante della nuova fenomenologia

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    3. Lesperienza (antiriduzionisticamente)

    reinterpretata

    La ricerca di Schmitz spazia dalla Modernit secolarizzata la quale si oppone al riduzionismo e diventa essa stessa una base di astrazione pi profondamente ancorata allesperienza della vita questo comporta un processo di indebolimento delle sfere sovra-individuali (specie quelle del diritto e della religione) a tutto vantaggio dellintensificazione di altri processi quali auto ed eterodominio (che fonde il concetto teologico e tecnologico di prevalenza hitleriana della razza). Questa fenomenologia pone al centro il corpo vissuto, anzich lincorporeo, ci si pone il quesito su cosa si provi corporalmente nel proprio ambiente, in una ottica di astrazione selettiva che porta al concetto di non altro che delle diverse esperienze (che variano dal dato fisico delle scienze naturali, ai concetti delle neuroscienze psicologiche e della filosofia analitica), le quali finiscono per fuggire tragicamente la vita sensibile reale, sia dal punto di vista fenomenico che sentimentale, tutta incentrata alla rimozione delle caratteristiche umane proprie.

    4. Errori La prima rimozione riguarda:

    1) il corpo, degradato da corpo proprio o vissuto (Leib) a corpo fisico-materiale, spazialmente e fisiologicamente delimitato, percepibile dall'esterno e arbitrariamente manipolabile (Krper). La dimensione corporea cessa cos di essere quello che era nella Grecia arcaica (cfr. Schmitz 1965; Rappe 1995), e cio uno stato affettivo che si avverte passivamente (si pensi alla fame e al dolore, ad esempio) e senza mediazione degli organi di senso e dello "schema corporeo". Cessa di essere quella "folla" di "isole proprio-corporee" anatomicamente sfuggenti (petto, stomaco, pianta dei piedi, cavo orale, zona anale, ecc.) che genera nello spazio pericorporeo unit intercorporee sovraordinate (si pensi ai fenomeni di contagio emozionale collettivo) e

    diverse a seconda della forma assunta dall'intreccio

    Le tesi di Schmitz si fondano sui concetti di eterodominio i quali poggiano sulle sfere sovra-individuali del diritto e della religione, con la finalit di affermare il concetto teologico-tecnologico della prevalenza hitleriana della razza. Si tratta di una fenomenologia incentrata sul vissuto corporeo che si estraniano dalla vita sensibile reale, per porsi in un ottica di astrazione, che rimuove ogni caratteristica umana propria 4. Errori viene effettuata una distinzione tra corpo degradato e corpo fisico-materiale che dallesterno manipolabile. Non ci si rif pi alla concezione corporea degli antichi greci, non si tiene pi conto dei fenomeni di contagio emozionale collettivo, n degli stati affettivi avvertiti passivamente. La nuova fenomenologia poggia sulla mediazione degli organi di senso e dello schema corporeo capace di generare nello spazio pericorporeo delle unit intercorporee sovraordinate tipiche dei fenomeni di contagio emozionale collettivo.

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    dei due poli basilari ed estremi dell'intera dinamica vitale (inoggettuale e afinalistica, a differenza dell'impulso freudiano), e cio "angustia" e "ampiezza" (Enge/Weite) Quel che restato uno scialbo corpo anatomico, tanto cosalmente quantificabile da essere descrivibile in terza persona. Una seconda rimozione concerne

    2) i sentimenti, dei quali il paradigma interioristico oblia la spazialit. proprio la (ri)scoperta dello spazio dei sentimenti - proprio-corporeo, predimensionale e pregeometrico (analogo a quello del suono, del silenzio o del clima) - a suggerire alla Nuova Fenomenologia, tra le altre, anche affascinanti considerazioni atmosferologiche (cfr. Griffero 2010). Effusi nello spazio, i sentimenti, che siano puri stati d'animo (vacuit e soddisfazione in primis) o eccitazioni, ossia sentimenti orientati, lungi dall'essere degli stati interiori, sarebbero infatti atmosfere. Vale a dire, semi-cose fisicalisticamente ineffabili ancorch condensate in un punto o riferite a un qualche punto di ancoraggio, comunque tanto "esterne" da aggredirci improvvisamente, impossessarsi di noi (proprio attraverso la dinamica proprio-corporea sopra accennata) e altrettanto improvvisamente abbandonarci.

    La terza rimozione riguarda

    3) il mondo esterno, "ridotto" alle poche caratteristiche oggettive e standardizzate, statisticamente identificabili, quantificabili e manipolabili (cose e loro costellazioni, qualit primarie, ecc.), che siano prognosticamente funzionali alla autoaffermazione e [alla] presa del potere da parte dell'uomo (Schmitz 2005a: 69). Che cio, subentrando a un pi variopinto ma incontrollabile vissuto, fatto di suggestioni motorie e sinestesie, atmosfere e comunicazioni intercorporee, garantiscano l'eterocontrollo fisicalista, che dell'autocontrollo psicologico la diretta conseguenza. cos che le semicose della realt esterna (voce e

    Si tratta di una fenomenologia che considera il corpo inteso come in terza persona La nuova Fenomenologia riscopre lo spazio dei sentimenti, intendendo gli stati danimo puri, ma non che richiamino a stati danimo interiori, ma in specie quelli che agiscono esternamente. La nuova fenomenologia analizza anche le atmosfere e le semi-cose esterne che si formano attraverso le dinamiche proprio-corporee. Secondo Schmitz luomo prende possesso del mondo esterno, e lo manipola con le sue azioni, che permettono lautoaffermazione dellindividuo che si manifesta attraverso una emozionalit esterna. Tutte queste emozioni esterne sono comunque sotto il completo controllo delluomo, che non succupe, ma protagonista della sua autoaffermazione

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    sguardo anzitutto, ma anche vento, dolore, tempo vissuto, caldo e freddo, periodi del giorno, temi musicali e figure, ecc.) vengono per esigenze pragmatiche trasformate in cose e processi causali, con semplificazioni peraltro che sfiorano il ridicolo (il vento ridotto a qualit dell'aria!). Un'ultima rimozione, addebitabile gi al mainstream fenomenologico, riguarda le 4) situazioni come prius percettivo della vita quotidiana. Vale a dire aree di significativit diffusa, dai confini sfocati e formate da componenti non discrete; insiemi caotici, nei quali in prima istanza non sono rilevabili identit e differenze (Schmitz 1964: 312) e che solo in seguito diventano oggetto di un'esplicazione "prosaica", pi grossolana di quella "poetica" (in senso lato) nei confronti della polivocit situazionale.

    5. La (ri)scoperta della soggettivit

    La Nuova Fenomenologia rivendica con forza la salienza della soggettivit, come si visto radicata nel coinvolgimento affettivo e proprio-corporeo, grazie alla sua forma improvvisa e insurrogabile pi certo e reale della sbiadita oggettivit ottenuta mediante successive astrazioni. Ma quello che ha in mente una "rigorosa soggettivit", dal momento che il soggettivo non consiste [...] in una posizione sul terreno dei fatti oggettivi (soggettivit posizionale), come tale da altri riferibile ( il caso della rivoluzione copernicana kantiana) a parit di conoscenza e competenza linguistica, bens in una fattualit di altro genere, la fattualit di fatti soggettivi per qualcuno (Schmitz 2005a: 6), di fatti che pu esprimere cio solo il soggetto coinvolto.

    Con questo concetto cardinale della propria filosofia Schmitz intende appunto ci che, pur fungendo da substrato della vita cosciente, emerge come premessa non ulteriormente fondabile solo nel coinvolgimento immediato, rendendo cos possibile un'autoscienza non spiegabile nella forma inevitabilmente circolare dell'autoattribuzione. Intende una vita pi originaria, la cui comunicazione proprio-corporea non abbisogna di un'esplicazione linguistica delle situazioni e nella quale identit e soggettivit).

    La nuova fenomenologia non considera le 4 situazioni del vivere quotidiano, che non contengono delle particolari identit e differenze, ma che si perdono nella banalit e nel conformismo, Il presupposto fondamentale della Nuova fenomenologia la soggettivit la quale si contrappone alla oggettivit che non viene considerata. Il modo di vivere soggettivo presuppone una attualit di fatti detti per lappunto soggettivi che si sviluppano nei comportamenti esteriori dellindividuo e nei suoi vissuti. Lessenziale della Nuova Fenomenologia in un coinvolgimento immediato della comunicazione proprio-corporea caratterizzata da identit e soggettivit

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    coincidono, in modo tale che non pi necessario domandarsi a chi si possa attribuire qualcosa; senza la sensibilit per ci che spaventa non esisterebbero persone che possano considerare qualcosa come se stessi (Schmitz 2005a: 13 Quella di Schmitz dunque una rivalutazione tutt'altro che scontata della soggettivit. Che non vale pi come esilio di tutto ci che, per vaghezza e complessit, sfugge al rasoio riduzionistico, ma designa invece con estrema precisione pre-astrattiva situazioni soggettive per qualcuno (Schmitz 1994a: I5). La realt sorge all'improvviso con lo spezzarsi della durata nella presenza primitiva (quando ad esempio un improvviso e intenso rumore sveglia di soprassalto dal vivacchiare) (Schmitz 2005a: 29). L'uomo pu dunque svincolarsi dalla propria situazione, e con ci anche dall'animalit, tramite i vari stili della "presenza sviluppata" e dell'emancipazione personale (orgoglio, ironia, imperturbabilit stoica, sobrio realismo, ecc.) (Schmitz 1990: 155). Ma sempre e solo relativamente, trattandosi di uno stadio fortunatamente mai acquisito una volta per tutte. Solo la perenne possibilit di regredire col coinvolgimento affettivo alla presenza primitiva, in ultima analisi, conferisce all'uomo una vera autocoscienza, quel profilo (Schmitz 1993: 181) in cui consiste tutta la sua consistenza.

    6. Conclusione Dovrebbe ora essere relativamente chiaro il senso di una dichiarazione programmatica, secondo la quale la Nuova Fenomenologia deve permettere

    all'autoriflessione di gettare uno sguardo,

    concettualmente preciso, sul margine d'azione

    spettante a emancipazione personale e regressione

    personale tra la presenza primitiva e la presenza

    articolata, sul corpo-proprio senziente come medium di ogni risonanza e come forza creativa dotata di una sua specifica spazialit e dinamica, sulla comunicazione proprio-corporea come fonte di qualsiasi contatto nella corporizzazione e

    scorporizzazione, sugli spazi proprio-corporei e privi di superfici

    E importante per Schmitz il concetto che non esistono persone prive di sensibilit, ciascuno la esprime a suo modo attraverso la propria soggettivit La realt per Schmitz capace di alterare i ritmi della vita da calmi ad improvvisi ed intensi Luomo deve perdere la propria animalit attraverso la crescita e lemancipazione personale, se luomo regredisce torna al suo stato primitivo, ma la sua autocoscienza gli permette in genere di progredire e di emozionarsi positivamente verso gli altri. La Nuova Fenomenologia parta da una autoriflessione, che parte dalla emancipazione personale che si oppone alla presenza primitiva di tipo regressivo. Lautoriflessione si manifesta attraverso una dinamica che si manifesta nella corporizzazione

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    ed capace anche di scorporizzarsi cio di manifestarsi allesterno. soggiacenti alla rete formata dai luoghi relativi, sui sentimenti come atmosfere che catturano, sulle situazioni nei loro diversi tipi e molteplici stratificazioni, fra cui soprattutto sulle impressioni pregnanti (situazioni impressive). Difendendo dal cognitivismo riduzionista la (rigorosa) soggettivit, il proprio-corporeo e l'emozionale (atmosferico e non), la Nuova Fenomenologia pare particolarmente utile alle scienze umane (Moldzio 2004) e di certo ai saperi caratterizzati da un approccio transdisciplinare (Werhahn 2003: 23). Che si concordi o meno con tutte le tesi neofenomenologiche, quel che certo che, come in ogni autentica filosofia, vantaggi e svantaggi qui fatalmente coincidono. L'accesa carica polemica e l'anticonformistica controintuitivit di molte delle tesi ne fanno un progetto rivoluzionario e geniale che difficilmente lascia indifferenti. Come ogni "buona" fenomenologia, quella proposta da Schmitz indubbiamente spigolosa e inizialmente addirittura indigesta. PREFAZIONE Il compito della Nuova Fenomenologia, da me concepita e ampiamente elaborata, quello di fare in modo che gli uomini comprendano la loro vita reale, di fare cio in modo che, una volta rimossi gli artifici prodotti dalla storia, l'esperienza vitale involontaria torni a essere accessibile a una riflessione coerente.

    Le atmosfere catturano momenti particolari, vissuti che non ritornano, che si trasformano per lindividuo in impressioni intense, pregnanti. La Nuova Fenomenologia compie una distinzione tre la soggettivit il proprio corporeo e lemozionale, per questo la Nuova Fenomenologia si afferma nelle scienze umane, ma in modo transdisciplinare Allinizio la Nuova Fenomenologia pu sembrare incomprensibile ed anticonformistica, tuttavia essa apporta un ragionamento filosofico importante. Schmitz afferma come la Nuova Fenomenologia permetta meglio alluomo di comprendere la loro vita reale ed i loro comportamenti, attraverso unanalisi delle loro esperienze e delle emozioni che questi provono.

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    Capitolo 1. CHE COSA SI PROPONE

    LA NUOVA FENOMENOLOGIA? La concezione della Nuova Fenomenologia scaturisce dalla mia idea di filosofia. Nel corso della storia alla filosofia sono stati fondamentalmente attribuiti due significati, in concorrenza tra di loro ma in genere reciprocamente intrecciati.

    1. La filosofia la costruzione speculativa dell'universo (da Anassimandro fino ai sistemi metafisici di Spinoza, Leibniz e Hegel). Un progetto che fu attraente finch nelle scienze non si accumul uno specialismo troppo complesso e ramificato, spesso per altro destinato anche a invecchiare rapidamente a causa di continue revisioni e integrazioni. Il filosofo che oggi si dedicasse alla costruzione speculativa sarebbe paragonabile a un cavaliere di ventura. Il coraggio di affrontare simili avventure stato nel frattempo sottratto ai filosofi dalle scienze specialistiche. I fisici non speculano pi soltanto sull'universo ma su un multiversum formato da universi molteplici.

    2. La filosofia autoriflessione. Gi Eraclito aveva scritto: Io ho indagato me stesso. La pura e semplice autoriflessione solitaria e isolata (la visione del proprio ombelico) non basta per alla filosofia. Per questa ragione ho fatto mia, e dal 1964 spesso formulato, la seguente definizione essenziale: la filosofia autoriflessione dell'uomo su come egli si sente nel proprio

    ambiente. Il motivo di tale autoriflessione l'imbarazzo di questo sentirsi. Fa quindi filosofia ogni uomo che non sia del tutto certo di essere integrato e di questa incertezza tenti riflessivamente di dar conto.

    Schmitz ha due concezioni della filosofia Una filosofia che postuli sulla nuova concezione moderna delluniverso o dei multi-universi, ma che per oggi si rende inattuale a causa di una eccessiva specializzazione delle discipline scientifiche. Si tratta di una concezione di come appare il mondo ed il creato in generale esternamente allagire umano, ma che per appare comprensibile soltanto a pochi fisici che lo hanno esplarato (Hawking, Heisenberg) Una filosofia che parte dallinterno di ciascun individuo, e che si completi nellautoriflessione, Schimitz fonde le due concezioni filosofiche in una sua definizione unitaria che veda la filosofia essere principalmente autoriflessione di come si senta luomo nel suo ambiente.

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    Le scienze normali vanno alla ricerca di fatti oggettivi per risolvere problemi oggettivi. La filosofia cerca fatti oggettivi per risolvere problemi soggettivi. Utilizzo le espressioni "soggettivo" e "oggettivo" in modo non comune, ossia come attributi riferiti non a soggetti e oggetti ma a significati che sono stati di cose, programmi o problemi. Un significato siffatto oggettivo quando chiunque lo pu esprimere (e non solo citare), nella misura in cui ne sa a sufficienza e sa parlare abbastanza bene; invece soggettivo quando uno e uno soltanto lo pu esprimere (a proprio nome), come accade quando i significati lo toccano da vicino ed egli vi legato da un qualche coinvolgimento affettivo. La lingua esprime questa circostanza col dativo etico, come quando una madre fa pervenire al figlio partito per la guerra il proprio desiderio e la propria preoccupazione: speriamo che mi resti incolume. Desiderio e preoccupazione sono quindi significati soggettivi, nel senso indicato. Allo storico che registra freddamente i fatti questa soggettivit sfugge: il piano di battaglia, anzich un desiderio, per lui esclusivamente un programma oggettivo, che non nulla di pi che un problema oggettivo nel momento in cui egli deve raccontare la situazione critica della battaglia. La definizione neofenomenologica di fenomeno: un fenomeno per qualcuno in un certo momento

    uno stato di cose di cui colui che si pone la

    questione non pu seriamente negare che si tratti

    d un fatto. Rispetto alla concezione del fenomeno elaborata nella fenomenologia di pi vecchia data (ad esempio di Husserl, Scheler, Heidegger) la nostra ha due tratti distintivi.

    La filosofia intende risolvere i problemi esistenziali delluomo attraverso lo studio di fatti oggettivi Loggettivit una interpretazione che chiunque pu interpretare ed dire, mentre invece la soggettivit presuppone una spiegazione che pu essere data solo da un particolare soggetto. Desiderio e preoccupazione sono dei sentimenti tipicamente soggettivi, ma lo storico non lo considera, egli registra i freddi fatti storici. La definizione di neofenomenologia incentrata su uno stato di cose viste e sentite da un particolare soggetto, il quale fa diventare fatto gi il porsi il ragionamento. La nuova fenomenologia presenta due tratti distintivi rispetto alla fenomenologia tradizionale.

    1. La duplice relativizzazione (rispetto a qualcuno e al momento) di ogni revisione fenomenologica. La Nuova

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    Fenomenologia non ha pi la pretesa di stabilire qualcosa che sia apoditticamente certo per tutti e per sempre. Tale pretesa ormai solo un principio regolativo, su cui si regge la fiducia che valga comunque la pena di sperare di essere d'accordo con gli altri nella selezione dei fenomeni. Una fiducia a cui il fenomenologo non pu rinunciare, dovendo nella selezione dei fenomeni prestare sempre attenzione al confronto tra le proprie convinzioni e quelle altrui, e attendendosi che un eventuale accordo gli dia la possibilit di non chiudersi nell'angustia della propria ovvia prospettiva e di non ridurre cos lo spazio di libert della revisione fenomenologica. Egli non pu comunque essere sicuro di aver esaurito questa libert, e forse non gli sono neppure venute in mente quelle possibilit di ripensamento alla cui luce si sarebbe dovuta vagliare la pretesa che qualcosa abbia il rango di fenomeno. Con questa duplice relativiz-zazione la fenomenologia si trasforma in una scienza in tutto e per tutto empirica, entro la quale sempre necessario verificare nuovamente se per qualcuno una certa cosa sia ancora un fenomeno.

    2. La fenomenologia di pi vecchia data sceglie come fenomeni direttamente le cose, "ci che si mostra" (Heidegger), le "cose stesse" contemplate senza pregiudizi (Husserl). Tuttavia una cosa si presenta sempre e solo in una certa prospettiva, alla luce del linguaggio adoperato e della riserva storicamente condizionata di punti di vista o di aspetti a partire dai quali si pu intendere qualcosa come caso di qualcosa. Di per s, ci che si mostra ambiguo, potendo essere riferito a molteplici prospettive. Determinando qualcosa come caso di qualcosa, gli stati di cose, invece, includono oltre alla cosa anche un certo aspetto. Il concetto del fenomeno come stato di cose quindi preferibile al concetto di fenomeno come cosa.

    La Noova Fenomenologia non vuole imporre certezze, si tratta di una Fenonomenologia vista in termini di relativizzazione. Ogni fenomeno osservato va confrontato con le proprie convinzioni, che non devono comunque essere intransigenti, ma devono lasciar spazio alla libert di revisione fenomenologia apportata dallesterno. Lempiricit della Nuova Fenomenologia consiste appunto nella necessit di dover verificare se per un soggetto esterno la cosa osservata sia descrivibile come fenomeno oppure no. Heidegger (fenomenologia classica) considera i fenomeni causati dalle cose, ma si tratta di una fenomenologia dotata di una sola prospettiva. Nella Fenomenologia il concetto di fenomeno inteso come stato di cose pi utilizzato rispetto al concetto di fenomeno inteso come una cosa esso stesso.

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    Questa duplice dipendenza (da qualcuno e dal momento) fa s che ci si possa scetticamente domandare come possa giustificarsi la pretesa di validit intersoggettiva dei risultati della ricerca fenomenologica e come possa darsi un progresso in questo tipo di ricerca. Al secondo interrogativo facile rispondere: il progresso consiste nell'osservare con sempre maggiore precisione ci che evidente. La fenomenologia un processo di apprendimento basato, rispetto alle possibili ipotesi, sul perfezionamento dell'attenzione e sull'ampliamento dell'orizzonte. Solo invitando altri a partecipare a questo processo di apprendimento il fenomenologo pu tentare di convincere. Ci si pu certo attendere che vi siano delle differenze di ordine culturale o individuale. Ma le si pu considerare quando si instrada la concettualizzazione su un livello superiore di astrazione e, verificate le differenze specifiche, la si adatta il pi possibile alle testimonianze disponibili sull'indole estranea. Nel far questo fondamentale collocare l'altro e se stessi nel contesto storico di volta in volta rilevante. Spesso questo contesto basta per gettare luce su certe rigidit nella comprensione di s e del mondo che ostacolano l'accordo nella ricerca dei fenomeni, ma pu anche rendere accessibili esperienze originariamente estranee al fenomenologo e ampliare ulteriormente il margine di libert della sua revisione fenomenologica. La teoria dell'affinit proprio-corporea delle forme attraverso qualit-ponte orientate al corpo proprio (suggestioni motorie e caratteri sinestesici) piaciuta a molti artisti. in un saggio, di cui sono venuto a conoscenza per caso, di Tanja Bossmann sulla fenomenologia nella Zeitschrift fur Physiotherapeuten (60, 2008, p. 984) che, con mia sorpresa, ho trovato perfettamente formulato ci che la Nuova Fenomenologia pu offrire quando si applichi alle scienze e alle pratiche di vita.

    Alla medicina e alla psicologia interessa specialmente la variante della "Nuova Fenomenologia" introdotta da Hermann Schmitz negli anni '60 [...] In contrasto con altri approcci filosofici, la Nuova Fenomenologia si orienta fondamentalmente a ci che si pu esperire e applicare.

    La ricerca fenomenologica poggia sulla dipendenza dal qualcuno e dal tempo in cui si compie il fenomeno, il quale viene osservato con sempre maggiore attenzione. La Nuova Fenomenologia alla ricerca di nuovi punti di vista, che portino ad un perfezionamento dellorizzonte dal quale si osserva, il quale implica la partecipazione di altri soggetti allosservazione. Qualsiasi differenza di ordine culturale od individuale deve essere superata per portare lanalisi alla concettualizzazione di un livello superiore di astrazione. A volte sono presenti delle rigidit in se stessi che si scontrano con la comprensione del mondo che ci circonda e di noi stessi. A volte per questi nuovi apporti di esperienze contribuiscono positivamente ad influenzare quelle gi vissute dal fenomenologo, il quale riceve da altri soggetti nuovo materiale per la sua analisi fenomenologica. La teoria delle affinit proprio-corporea come quella sviluppata nel saggio della Bossmann si applica bene alla Nuova Fenomenologia, la quale ben si applica alle pratiche di vita ed alle scienze in genere. La Bossmann si riferisce in particolare a qualit-ponte ed alle suggestioni motorie create dal proprio corpo che sono state molto studiate anche da alcuni artisti. Le discipline della medicina e della psicologia si riconoscono meglio nei presupposti della Nuova Fenomenologia.

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    La fenomenologia un orientamento di ricerca relativamente recente, che spinge la riflessione filosofica a selezionare all'interno di ci che crediamo (anche prima del consolidarsi delle singole assunzioni) quello di cui non si pu disporre. Essa diventa di dominio pubblico per la prima volta forse nel 1690 con lEssay concernine human understanding di Locke, ancora fortemente ostacolato da pregiudizi teologici e di scienza della natura, per poi essere depurata da tali pregiudizi grazie a Hume, in forza di uno scetticismo che rivela gli ancora fragili germi di un autonomo sviluppo fenomenologico. quindi necessario che la Nuova Fenomenologia ricominci dal tentativo di portare nuovamente alla luce l'esperienza vitale involontaria, espulsa dall'ambito a cui presta un'attenzione concettuale un pensiero interessato prevalentemente a costruzioni. Essa pone cos rimedio a quella disattenzione verso l'esperienza vitale involontaria le cui radici sono fondamentalmente tre:

    1) la filosofia, specialmente quella antica; 2) la teologia, specialmente quella tardoantica e

    medioevale; 3) la scienza della natura, specialmente quella

    moderna (a partire dal 1600). A ci bisogna poi aggiungere la forza di suggestione del linguaggio evoluto, alla quale hanno contribuito tutte e tre le radici.

    La Nuova Fenomenologia deve aiutarli, rendendo comprensibile tramite concetti sottili ma duttili il carattere coinvolgente della riflessione. Si capisce quanto importante sia questo compito solo quando si getta uno sguardo retrospettivo sull'inestricabile intreccio tra il modo in cui l'uomo ha compreso se stesso e il mondo e la storia europea dell'uomo. Il tema successivo sar quindi una breve panoramica su questo sviluppo

    La fenomenologia porta ad una riflessione filosofica la quale porta ad una selezione delle nostre emozioni interne. La fenomenologia stata ostacolata spesso da pregiudizi teologici, e di una impostazione troppo scetticistica della scienza della natura. La Nuova Fenomenologia deve riattivare lesperienza vitale involontaria dellindividuo, che legata ai suoi comportamenti innati. La Nuova Fenomenologia pone le sue attenzioni laddove le altre scienze dalla filosofia, teologia e scienza naturale non avevano fissato lattenzione, vale a dire lesperienza vitale involontaria. La Nuova Fenomenologia cerca con una analisi raffinata di evidenziare ambiti della emotivit e del comportamento umano che le discipline filosofiche e scientifiche non riescono ad effettuare.

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    Capitolo 2. LE TRACCE STORICHE DELLA COMPRENSIONE

    CHE L'UOMO EUROPEO HA DEL MONDO E DI S Si pu portare alla luce l'esperienza involontaria della vita solo se si ridimensionano e si estinguono le finzioni e le distorsioni che la riguardano e che, attraverso varie tracce storiche, si sono sedimentate fino ad apparire delle ovviet per la coscienza normale dell'uomo odierno. Le figure dellIliade, cos come il poeta che le ritrae, intendono la propria esperienza della vita in modo diverso: prive di un mondo interno privato (di un'anima) che padroneggiano, esse si trovano all'interno di un concerto di focolai impulsivi semiautonomi, i quali in parte stimolano e in parte inibiscono e controllano, un po' come fa per noi la coscienza, che un focolaio impulsivo residuale di tipo analogo (ma privo di una localizzazione nel corpo proprio). Esse sono soggette a essere possedute dagli di e dagli affetti: Ares penetra in Ettore quanto la collera in Achille. Nel quadro di questa tendenza all'autodominio, dopo Omero, la psych, da intendere propriamente (e in parte ancora molti secoli dopo Omero) come la vita in senso qualitativo (e non nella sua mera durata temporale), si trasforma nell'anima come mondo interno privato, nel quale viene segregato l'insieme del vissuto dell'avente coscienza. In Eraclito, all'inizio del V secolo a.C, ancora non troviamo questa segregazione, come si evince da uno dei suoi detti: Pur percorrendo ogni via, camminando non troverai mai i confini dell'anima. Nella lirica arcaica (VII e VI sec. a.C.) e in un tragediografo come Eschilo (prima met del V sec. a.C.) ancora dominante, esattamente come nell'Iliade, la passivit del rapimento proprio-corporeo da parte di di e affetti, anche se nella lirica il soggetto, dicendo ma io, occasionalmente si profila per contrasto.

    Le esperienze di vita si possono evocare soltanto se al tempo stesso si eliminano le finzioni, togliendo cos anche le ovviet contenute per far emergere i caratteri salienti ed importanti NellIliade appare la rappresentazione dei focolai impulsivi dello spirito umano a volte questi sentimenti portano allautocontrollo, ed in altre casi diventano dei stimoli. Gli Dei hanno il potere di dominare e controllare questi focolai umani. Il concetto di autodominio si afferma attraverso la psiche, la quale al suo interno contiene lanima ed i vissuti umani che immagazzina. Al tempo dei greci lidea dellanima era qualcosa in indefinito, Eraclito disse al riguardo: Pur percorrendo ogni via, camminando non troverai mai i confini dell'anima. Secondo Eschilo poi luomo non pu nulla di fronte al rapimento proprio-corporeo effettuato dagli dei che si impossessano dei vissuti dei singoli.

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    Fino ad allora l'erotismo era l'aurea Afrodite, un'atmosfera nella quale per il poeta lirico Mimnermo (VII sec. a.C) voleva vivere come nella luce del Sole, con orrore della vecchiaia, in cui non brilla pi l'oro di Afrodite; ancora Pindaro (prima met del V sec. a.C.) racconta che una giovinetta sedotta da Apollo giunse dapprima alla dolce Afrodite. Con la frattura che, a partire dal 450 a.C, segna il modo in cui l'uomo comprende se stesso, l'erotismo si trasforma da atmosfera in un piacere privato- la Lisistrata del commediografo Aristofane, volendo tacitare l'obiezione secondo la quale gli uomini avrebbero violato con la forza Io sciopero del sesso da lei proposto per porre fine alla guerra del Peloponneso, usa il seguente argomento: Non c' piacere nel far questo. Ma insieme con la comprensione che l'uomo ha di s muta anche la comprensione che egli ha del mondo; lo spartiacque di questo mutamento si ha nella seconda met del V sec. a.C, nel passaggio da Empedocle a Democrito. Fino ad allora la comprensione che i filosofi avevano del mondo era determinata da impressioni pregnanti, rilevate in coppie di forze polarizzate che vengono sentite nel corpo proprio. La concezione di materia-forma prende avvio gi con Democrito (la cui immagine guida il modo in cui l'uomo formato) e diviene un filo conduttore con Platone e Aristotele, preannunciando un orientamento favorevole alla tecnica. D'accordo con questo schema, l'uomo viene scisso in corpo fisico e anima, laddove il corpo fisico funge da materia e da servitore e l'anima da potenza formatrice del corpo fisico e da sua guida. L'anima diventa un mondo interno segregato che include l'intelletto, al quale si pu accedere ormai solo dall'esterno tramite i cinque sensi. Il mondo esterno viene depurato finch non restano che poche standardizzate variet di caratteristiche: le qualit sensibili aspecifiche (grandezza, figura, numero, quiete, movimento, posizione, disposizione) e i supporti che vengono loro mentalmente integrati (atomi). Lo scarto di questa depurazione viene formalmente deposto nelle anime (qualit sensibili specifiche), oppure trascurato e

    poi trascinato surrettiziamente in altra forma all'interno delle anime.

    Soltanto a partire dal 450 AC luomo inizia ad avere la consapevolezza che i dei non possono mutare i destini umani, gli uomini vengono sedotti dalle donne, le quali usano la loro influenza con intelligenza come nel caso di Lisistrata e lo sciopero del sesso, sino a quando gli uomini continuavano a fare la guerra. Con il passaggio dalla filosofia di Empedocle a quella di Democrito (teorizzatore dellatomo) luomo acquisisce nuova consapevolezza del mondo. Democrito rivoluziona il concetto di materia, e cos anima e corpo si dividono e la materialit del corpo al servizio dellanima. Dellanima fa parte lintelletto il quale si serve dei cinque sensi per avere tutti gli input da tutto ci di reale che esterno al corpo. La descrizione del mondo pu ora avvenire anche per caratteristiche salienti quali grandezza, figura, numero movimento etc., Lanima acquisisce una sua dimensione acorporea.

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    Capitolo 5.

    SPAZIO E SENTIMENTI COME SEMI-COSE Contemporaneamente all'oggettualizzazione psicologistico-riduzionistico-introiettivistica (cap. 2) si ha lo sviluppo della geometria greca, il cui tema lo spazio, considerato anzitutto come la superficie su cui essa costruisce con riga e compasso. Essa pone cos le fondamenta della tuttora abituale concezione dello spazio, cio di una concezione che prevede uno spazio tridimensionale formato non solo da superfici ma anche da punti, linee (rette) e corpi tridimensionali. La tridimensionalit determinabile nei corpi fisici che vediamo e tocchiamo solo con l'ausilio di punti e di rette, di solito tramite l'intersezione in un punto di tre linee rette. Mentre a punti, linee ed entit tridimensionali si accede grazie alla superficie, le superfici ci sono immediatamente presenti. Per lo pi, a dire il vero, le si considera come le superfici esterne dei corpi, ma un caso. Il Sole e la Luna si danno otticamente come delle superfici (anche se non piane) tanto quanto l'arcobaleno, e alla tecnica moderna non sar difficile raffigurare dei punti luminosi piani come superfici prive di una base in corpi fisici. La concezione abituale dello spazio inizia quindi dalla superficie.

    Lo spazio concepito come un intreccio, condensabile quanto si vuole, di tali luoghi sulla falsariga di un sistema di coordinate. Ne risulta che esso appunto tridimensionale, non contiene cio forme che abbiano pi dimensioni di quante ne hanno i punti, le rette, le superfici e i corpi. Il movimento si definisce cos come cambiamento di luogo e l'immobilit come persistenza nel luogo. Se questi infatti si muovessero, le posizioni e le distanze loro correlate si modificherebbero. Il luogo sarebbe diventato un altro e gli oggetti che vi si trovano avrebbero cambiato luogo, pur restando immobili. Siccome l'immobilit definita come persistenza nel luogo, gli oggetti sarebbero stati al tempo stesso immobili e non immobili.

    Il concetto dello spazio passa dalla teoria greca di spazi fisici a quello di spazio tridimensionale composto da corpi e non solo da punti e linee cos come raffigurato dalla geometria greca. Ora si analizzano le superfici esterne ai corpi, cos per non vi pu essere una concezione di spazio che non esuli dal concetto di superficie. Anche il sole la luna e gli altri astri sono dotati di superficie, anche se questi per il fatto che sono lontanissimi a volte sono raffigurati con un semplice puntino. Il concetto di movimento inteso come un cambiare luogo, mentre invece limmobilit viene intesa come stare nello stesso luogo. Lo spazio dato da un intreccio di coordinate. Se vi condizione di movimenti, vi alterazione tra le distanze degli oggetti , nella condizione di immobilit le distanze tra gli oggetti non mutano.

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    Un luogo del tipo gi chiarito un luogo relativo, definito dalle relazioni con degli oggetti di riferimento. Ne parlo come di luoghi relativi. Un sistema di luoghi relativi, che si definiscono reciprocamente tramite posizioni e distanze, ci che definisco uno spazio locale. Sia F l'intervallo di tempo nel quale sussiste uno spazio locale. Nel caso di uno spazio universale assoluto, nel senso di Newton ed Eulero, F diventa la durata dell'universo; nel caso di uno spazio locale, nel senso di Galilei o Einstein, relativo a un sistema di coordinate, si tratta dell'intervallo di tempo durante il quale resta fisso il sistema delle coordinate. In un certo intervallo di tempo un oggetto in un luogo, donde allora una relazione tripolare. Essendo pi agevole trattare l'essere-in-un-luogo come relazione bipolare, mi esprimo dicendo che nel luogo si trova la coppia ordinata (g; f), formata da un oggetto (primo elemento) e da un intervallo di tempo (secondo elemento). Affermo che la coppia ordinata ha una certa posizione e una certa distanza da un oggetto se li ha il suo primo elemento. Il luogo relativo della coppia (g; f), in cui f un intervallo parziale di F (eventualmente F stesso), pu allora essere definito come l'insieme di tutte quelle coppie ordinate, con un oggetto come primo elemento e un intervallo parziale di F (che pu essere uguale a F) come secondo elemento, che abbiano rispetto a tutti gli oggetti immobili nell'intero intervallo F i medesimi rapporti di posizione e di distanza che hanno (g; 0, siano cio come g durante f. Trattandosi di una relazione di equivalenza (in senso matematico), essa garantisce che nessun oggetto si trovi contemporaneamente in pi di un luogo. Affermo che due luoghi si trovano in una posizione e una distanza tra loro reciproche se questo vale per i primi elementi delle coppie ordinate presenti in tali luoghi. Vale quindi per tutti i luoghi dello spazio locale in questione il fatto che essi si determinano reciprocamente tramite le posizioni e le distanze degli oggetti presenti nei luoghi.

    Il concetto di luogo viene esteso dalliniziale definizione data da Newton ed Eulero di spazio locale individuabile tramite posizioni e distanze ed inquadrato in un intervallo di tempo F Al nuovo concetto relativistico di spazio-tempo apportato da Einstein che vede lo spazio individuato da alcune coordinate che rimane fisso nellarco di tempo considerato La concezione Einsteniana di spazio porta ad considerare un oggetto in un luogo se considerato in un determinato intervallo di tempo. Levoluzione della concezione di spazio passa dalla visione bipolare (Newtoniana) a quella tribolare (Einsteniana). Un essere in un luogo va inquadrato nelle indicazione fornite dalle orinate (g;f) che lo individuano e che formano il primo elemento al dato temporale che danno luogo al secondo elemento di individuazione. (raffigurazione bipolare newtoniana dello spazio-tempo) La definizione matematica di tipo bipolare sopra esposta esprime una equivalenza per questo fatto nessun oggetto pu trovarsi in pi luoghi contemporaneamente.

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    Privo di superfici ad esempio, lo spazio del suono, nel quale si riflettono a distanza rumori sonori e sordi, si formano, penetranti e acuti, fischi striduli, e suggestioni motorie come il ritmo e altri atti sonori (lo scintillio delle trombe, ecc.) prefigurano dei movimenti che, ora pi e ora meno, si trasmettono al corpo proprio in ascolto. Uno spazio nel quale, inoltre, l'altezza e la profondit dei suoni si danno analogamente a un allontanamento privo di una distanza reversibile: infatti udiamo immediatamente se un suono pi lontano di un altro, anche se non osserviamo immediatamente, come nella vista, quanto noi stessi ne siamo lontani.

    Privo di superfici lo spazio del tempo atmosferico, esperito quando, ad esempio, da una camera soffocante e affollata si esce respirando liberamente all'aperto, accedendo cos a un'atmosfera in cui il corpo proprio che noi sentiamo pu dispiegarsi pi liberamente di prima. Nell'acqua non ci sono superfici, punti, linee, e quindi neppure corpi tridimensionali, piuttosto un volume vissuto e che oppone una maggiore o minore resistenza al nuotatore, contro la quale, imponendosi, egli deve farsi strada, a meno che l'acqua non lo trasporti con dolcezza. L'acqua ha un volume, che non per tridimensionale, ma fatto dinamicamente di tensione e dilatazione, le quali, quando l'acqua si presenta come un dolce supporto, sono permeate di espansione privativa. un volume analogo a quello che si avverte nell'inspirare, donde una chance di scivolare nell'espansione privativa paragonabile all'espirare. A causa dell'assenza di superfici, negli spazi privi di superfici non vi sono punti, rette e figure tridimensionali, e neppure connessioni reversibili in cui sia possibile individuare posizioni e distanze. C', piuttosto, un volume dinamico dotato di suggestioni motorie e di direzioni che non sono reversibili, ma che, muovendo dal (o giungendo a toccare il) luogo assoluto del corpo proprio che sentiamo, vi si relazionano, come nel caso, ad esempio, delle direzioni degli sguardi.

    Il suono uno spazio senza superficie le onde sonore si muovono attraverso laria ed arrivano al nostro udito. Lo spazio sonoro caratterizzato da altezza e profondit, cos lorecchio umano percepisce la differenza tra rumori vicini e lontani. Anche lo spazio atmosferico non ha superfici, nello spazio allaperto luomo si sente pi libero di respirare rispetto ad quando segregato con altri in stanze piccole e basse. Lacqua non ha superfici composte da punte e linee ma essa forma un volume che si oppone ad esempio al movimento del nuotatore. Il volume dellacqua non tridimensionale, essa ha un volume simile a quello che si ha con la respirazione quindi in movimento, mutazione di tipo dinamico. Se uno spazio non ha superfici esso privo di punti, rette, figure. Il volume dato dalle direzioni degli sguardi i quali sono mutevoli di tipo dinamico e quindi creato da suggestioni motorie che non sono di tipo reversibile.

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    C' pur sempre un movimento negli spazi privi di superfici, ma c' anche immobilit, ad esempio nel silenzio solenne e nell'acqua di cui sentiamo il delicato trasporto, e proprio questa l'immobilit che dev'essere gi nota affinch si possa dire che cosa sono un luogo relativo e l'immobilit come persistenza in tale luogo.

    Il corpo proprio che sentiamo infatti per lo pi un moto ondoso di isole confuse, del quale possiamo convincerci se prescindiamo dall'occultamento indotto dalla testimonianza dei cinque sensi e dello schema corporeo percettivo. Un'isola di questo genere quella che si forma normalmente, nell'impulso vitale dell'inspirare, nella regione toracica e addominale: la dilatazione inizialmente dominante si acuisce gradualmente diventando tensione, fino a quando, divenuta eccessiva, prima di diventare intollerabile viene differita tramite l'espirazione in espansione privativa. Un'unit che preservata dalla componente contrattiva dell'impulso vitale, la quale svolge quindi un duplice ruolo: come antagonista dell'espansione (tensione vs. dilatazione) e come ci che integra (elemento di coesione) le isole proprio-corporee nell'unit del corpo proprio. Il grado di sviluppo delle isole proprio-corporee dipende pertanto dall'importanza della contrazione nell'impulso vitale. Indebolendosi la contrazione, il vincolo si allenta e le isole proprio-corporee fioriscono in forma pi ricca e autonoma, come accade, ad esempio, quando si prende il sole su un prato o in spiaggia e nel rilassamento del training autogeno. Viceversa, quando l'espansione privativa si distacca con importanti componenti dall'impulso vitale e la tendenza protopatica invade il corpo proprio, le isole vengono a fondersi e cessano via via di esistere.

    Il silenzio solenne caratterizzato dalla immobilit, ma esiste comunque del movimento anche negli spazi senza superficie. Il corpo viene percepito come un insieme di isole, tra le quali vi la cassa toracica che si muove continuamente con la respirazione fatta di inspirazioni che fanno entrare laria, ma in un secondo momento il movimento dellespansione della cassa toracica lascia lo spazio al nuovo movimento dellespirazione che rilascia laria e decontrae i polmoni. Limportanza della contrazione dellimpulso vitale caratterizza le isole proprio-corporee. La componente contrattiva dellimpulso vitale svolge il duplice ruolo di antagonista allespansione (tensione contro dilatazione) Se la contrazione si indebolisce, perde la sua importanza anche il vincolo e di conseguenza aumentano le isole proprio-corporee. Se vi un distaccamento dellespansione privativa si ha leffetto inverso di riduzione delle isole proprio-corporee perch vi una separazione delle componenti di impulso vitale, che porta ad una fusione delle isole, che cos non esistono pi.

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    Sono spaziali, pur se in uno spazio privo di superfici, anche i sentimenti intesi come atmosfere. Un'atmosfera , in questo senso, l'occupazione sconfinata di uno spazio privo di superfici nell'ambito di ci di cui si vive la presenza. (Dico "occupazione" e non "riempimento" perch pu esservi, come vedremo subito, anche un'occupazione con il vuoto.) La tesi della spazialit dei sentimenti un'ipotesi molto impertinente e quasi incredibile, essendo i sentimenti solitamente considerati degli stati psichici privati. facile vedere allora quanto sia innaturale e artificiosa la concezione dei sentimenti come stato dell'anima, come "passio animae" (cos Tommaso d'Aquino, seguendo Aristotele). Si pensi, ad esempio, all'ira: la si esperisce piuttosto alla maniera di un peso trascinante, come quando si cade o ci si regge a malapena, non di rado come se fosse una potenza che, fulminea, assale il corpo proprio e spinge pi in avanti che in basso, all'opposto del peso, alla cui spinta verso il basso si resiste, e tuttavia pur sempre come una potenza dalla quale ci si fa trascinare e che per impulso proprio si accompagna almeno per un tratto, finch eventualmente il confronto personale con l'impulso che ci afferra e con la propria partecipazione instaura un rapporto di accettazione e/o di resistenza. mia intenzione chiarire ora con una serie di altri sentimenti quanto la concezione atmosferica dei sentimenti sia pi adeguata della loro psicologizzazione.

    La gioia un'atmosfera di elevazione, che. senza alcun cambiamento nel peso del corpo fisico, spinge il corpo proprio a librarsi ("nella felicit"), ad assumere un'andatura leggera, anzi a saltellare ("salto di gioia"), ragion per cui il peso del corpo fisico si fa ancora valere ma non pi quanto prima, come ostacolo. Tutto ci potrebbe dipendere da un accresciuto senso di forza del corpo proprio, eppure esiste anche una gioia passiva, alla quale pigramente ci si abbandona - ad esempio, quando ci si sgrava da una pesante preoccupazione -, e che non eleva di meno della gioia attiva sul corpo proprio. Ma a far questo pu allora essere solo l'atmosfera della gioia, la cui tendenza verso l'alto (opposta alla gravit terrestre) pu rendere proprio-corporalmente lieve la vita.

    I sentimenti umani possono essere intesi come singole atmosfere, che in questo senso viene definita priva di superfici, la si percepisce, se ne sente la presenza, per questo vi occupazione dellatmosfera data dalla spazialit dei sentimenti che si provano. I vari sentimenti umani rappresentano per Tommaso dAquino uno stato dellanima. Alcuni sentimenti dimpeto come lIra ci possono far compiere fulminei movimenti dati dagli impulsi e dalle pulsioni dIra. La comprensione migliore dei sentimenti si ha in ambito psicologico che non attraverso il loro abbinamento con atmosfere. Da un impulso mosso da un sentimento interno si possono avere dei rapporti di accettazione e/o di resistenza. Il sentimento della gioia provoca elevazione nellanimo umano, vi una liberazione ed una distensione nei movimenti. Il corpo acquisisce una nuova forza dalla gioia, tra le varie gioie vi anche quella passiva che porta ad un graduale rilassamento del corpo, che spesso segue momenti di lunga ed intensa preoccupazione. Il sentimento proprio corporeo della gioia porta verso lalto e da una concezione lieve della vita.

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    Nella vergogna talvolta accade che qualcuno si comporti in modo vergognoso, senza per vergognarsi di se stesso, pur suscitando imbarazzo tra gli astanti e i congiunti. Non si tratta in questo caso di un contagio sentimentale, dal momento che non c' qui nessuno che con la propria vergogna possa contagiare gli altri. La vergogna qui piuttosto un'atmosfera che s'irradia dalla sua zona di condensazione (da colui che suscita vergogna, che si vergogni o meno) nel campo della presenza percepibile o anche al di l, indebolendosi poi ai margini di questa sfera, fino a diventare un semplice imbarazzo, che tocca soltanto e non rapisce pi fino alle midolla. Quando un individuo allegro e particolarmente sensibile s'imbatte inaspettatamente in un gruppo di uomini profondamente tristi smorzer un po' l'espressione di questa sua allegria, fino a esibire quasi un'ombra di timida riservatezza. Quando questo stesso uomo incontra invece persone semplicemente stanche, per questa stessa sua sensibilit si sentir meno spinto a quella riservatezza; se esige qualcosa da loro, tender piuttosto a scuoterli, sgridandoli o addirittura afferrandoli, in altre circostanze dando loro forza, mandandoli dal medico o mandandolo a chiamare. Ma su che cosa poggia questa differenza di grado nel contrasto? Potremmo pensare che poggi sul rispetto per coloro che sono tristi e per la loro umana dignit. I sentimenti hanno un'autorit, come gi si visto nel caso della seriet solenne: quando in uno spazio di presenza vissuta avvertibile un conflitto tra sentimenti contrari, a imporsi (ma ovviamente solo nel sentire di chi ricettivo verso questa conflittualit) sar l'atmosfera che gode di maggiore autorit. I puri e semplici moti proprio-corporei (che non sono sentimenti), ad esempio la stanchezza, la freschezza e il piacere nel farsi un bagno, non sono quindi delle atmosfere che colmano uno spazio, n hanno autorit. Per questo il contrasto non inibisce chi ha freschezza al cospetto dello stanco quanto inibisce invece l'allegro al cospetto del triste.

    La vergogna a volte porta ad non vergognarsi di se stesso, anche se gli altri vicini a noi provano imbarazzo e sconcerto per la nostra situazione. La vergogna una speciale atmosfera che sovrasta colui che la prova. Se una persona allegra si fonde con molte persone molto tristi la sua allegria tender a svanire, ed egli cambier il sentimento spavaldo di manifestazione di allegria in un comportamento pi composto. Se invece il soggetto allegro incontra delle persone soltanto lievemente stanche questi cercher di spronarle Nel primo caso vi rispetto per il sentimento di profonda tristezza che provano gli altri, nel secondo caso il comportamento del soggetto allegro pi interagente per cambiare lo status degli altri in positivo. Il sentimento ha una sua propria autorit, a volte lo spazio di una presenza vissuta pu essere avvertito come costituito da sentimenti contrari ed opposti. Vi sono dei stati positivi che non devono essere scambiati per sentimenti come la freschezza di condizione o il piacere di farsi un bagno, queste condizioni non danno luogo ad atmosfere e quindi a sentimenti.

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    La disperazione un sentimento che ha molto in comune con la tristezza, ad esempio l'indolenza, l'avvilimento, la tendenza all'isolamento, distinguendosene per perch non opprimente e implica al contrario una certa volubilit, l'abbandonarsi a un'atmosfera di vacuit di cui si sente l'invadenza e nella quale non prefigurata alcuna direzione, neppure quella che piega e spinge in basso tipica della tristezza. Questo sentimento, che generando volubilit conferisce a chi ne rapito un'inquietudine priva di scopo, pu essere destato dalla riflessione sull'insensatezza della vita, ma pu investire un uomo anche in modo autonomo ed extrariflessivo, afferrandolo atmosfericamente.

    Il coinvolgimento affettivo assume sempre la forma di un moto proprio-corporeo e consiste talvolta nell'essere coinvolti da sentimenti che rapiscono il corpo proprio incidendo sull'impulso vitale. Il sentimento che rapisce in forma atmosferica non va per confuso col sentire inteso come l'essere rapiti da questa atmosfera. Pu cio esistere anche un sentire di altro tipo, un mero percepire l'atmosfera senza esserne rapiti, e talvolta il passaggio da questo percepire al sentire affettivamente coinvolto cos fluido che facile osservare la potenza afferrante proprio mentre genera quel rapimento. Nel Faust goethiano Gretchen, che un'infanticida afflitta da una grave colpa, ode nel duomo la voce allucinata di uno spirito maligno che ne attizza il tormento della coscienza: L'ira ti afferra!. Ma in questa ira manca qualcuno che sia in collera; si tratta di una pura atmosfera, avvertita perch si afferrati dalla paura. Il coinvolgimento affettivo a opera del sentimento quindi successivo al rapimento esercitato dal sentimento in qualit di atmosfera.

    La disperazione un sentimento molto pericoloso specie per i soggetti pi deboli ed impressionabili, i quali si possono abbandonare ad una forma di inquietudine interna molto pericolosa che li pu indurre a compiere anche gesti estremi. I sentimenti affettivi hanno incidenza sul corpo e sullimpulso vitale della persona. Non si deve confondere il fatto di essere rapiti da una particolare atmosfera romantica e dal sentimento provato vero e proprio, lazione di rapimento creata dallatmosfera spesso e precedente, ma non necessariamente sfocia nelliniziare a provare il sentimento. Nei passi del Faust abbiamo un esempio di come possiamo essere catturati dallIra, L'ira ti afferra!, ma nel Faust raccontata la pura atmosfera dira, che si avverte quando pervade la paura, il sentimento anche nel caso dellira successivo allatmosfera che si sente.

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    Anche i sentimenti sono semi-cose. Un sentimento di amarezza, ad esempio, sorge all'improvviso, rapisce colui che si sente amareggiato per poi sparire nuovamente, finch, dopo un intervallo di tempo non prevedibile, si ripresenta e afferra direttamente colui che ne rapito, senza che nel frattempo sia intervenuta una qualche azione. il fatto che la durata dei sentimenti possa interrompersi e farli apparire come qualcosa di privato. come con le melodie: tornano sempre in mente, talora motivate dai propri ricordi autobiografici. Analogamente, anche quelle esperienze e quegli intrecci della propria autobiografia che sono assolutamente privati e quindi nessuno condivide destano un sentimento che, simile a una melodia, risuona senza alcun ordine sia in momenti privi di connessione sia in luoghi casuali.

    Altri ostacoli e stimoli del rapimento dipendono da motivi personali: un avente coscienza che abbia raggiunto lo stadio dell'emancipazione personale, ad esempio, si lascia solo parzialmente toccare dal coinvolgimento affettivo e proprio-corporeo; viceversa, un giovane non ancora pervenuto a una stabile emancipazione personale fin troppo facilmente vittima del rapimento. Oppure dipendono da rigidit biograficamente condizionate, ecc. Il rapimento superiore al coinvolgimento affettivo privo di risonanza su sentimenti che catturano, ad esempio al dolore, alla fame, alla sete, alla freschezza e alla stanchezza, perch colui che rapito pi profondamente coinvolto fin dal principio. Analogamente, l'angustiato sa come gemere e sedere curvo su se stesso, chi si vergogna come abbassare lo sguardo, chi in collera come stringere i pugni, corrugare la fronte, sgranare e far brillare gli occhi, e cosi via. Nessuno che sia cos rapito tanto incerto da doversi prima domandare come sia possibile fare queste cose. Al contrario, chi prova compassione, ed rapito dall'altrui sofferenza spesso in modo meno autentico che dalla propria, si trova spessissimo nell'incertezza circa l'espressione adatta della propria compassione.

    I sentimenti sono visti come delle semi-cose, lamarezza ad esempio comincia col rapire I sentimenti non sono eterni, possono anche interrompersi, per questo fatto i sentimenti sono vissuti privatamente e fanno parte della propria autobiografia. I sentimenti per questo possono apparire anche in modo non logico e casuale nel corso di una vita. Vi sono comunque i motIvi personali ad incidere come barriere ai coinvolgimenti affettivi. Fattore in tal senso sembra essere dato dallet, i soggetti pi giovani sono maggiormente esposti e determinabili da coinvolgimenti affettivi, mentre invece con la maturit anagrafica questa tendenza di coinvolgimento proprio-corporea diminuisce. Il sentimento di rapimento pi grande del coinvolgimento affettivo, perch si tratta di un coinvolgimento forte sin dal principio del rapimento. Anche il sentimento di angustia porta a far meditare il soggetto interessato su come siano potute accadere alcune cose a se sesso, langusti un sentimento interno. Invece colui che prova compassione viene rapito dalla sofferenza del prossimo, ed per questo vive a volte momenti di incertezza nei comportamenti.

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    Quando si coinvolti da moti semplicemente proprio-corporei, a dire il vero, non manca un'iniziale presa di posizione, l'accettazione di ci che produce il coinvolgimento, ma questa presa di posizione non possiede altrettanto necessariamente il carattere della condivisione, dell'abbandono. La natura delle atmosfere, che sono dei sentimenti, pu essere precisata ripartendo i sentimenti su tre livelli a seconda della loro spazialit. Il livello di base, che pervade e d una certa tinta a tutti i sentimenti, concerne unicamente l'ampiezza dello spazio privo di superfici. Un'ampiezza la cui alternativa di essere occupata da una gran quantit di materia densa oppure dal vuoto. Il sentimento di vuota ampiezza la disperazione descritta poco fa, nella quale, a causa della labilit e della direzionalit causate dal vuoto, in modo apparentemente paradossale irrequietezza e inerzia finiscono per coincidere. a questa contentezza che Hegel pensa quando scrive alla moglie: Esiste una beata contentezza, la quale, se la si osserva senza illusioni, qualcosa di pi di tutto ci che chiamiamo essere felici. Tutti i sentimenti sono delle tonalit emotive, e contentezza e disperazione sono tonalit emotive pure. Mentre una gioia e una tristezza di questo genere hanno una direzione univoca (verso l'alto o verso il basso), l'angoscia, in quanto vago presentimento di qualcosa di inquietante (ad esempio in un bosco di notte), pressa da tutti i lati in modo centripeto colui che ne afferrato. Lo psicologo gestaltista Wolfgang Metzger distingueva nelle forme ottiche tra una zona di condensazione (il punto in cui si concentra la loro impronta) e un punto di ancoraggio (il punto a partire da cui si genera la forma), e lo ha trasferito questa terminologia ai sentimenti dotati di un centro. Si gioisce di qualcosa (ecco la zona di condensazione), ad esempio di un bel paesaggio, e si gioisce per qualcosa (ecco il punto di ancoraggio), ad esempio per un successo, ma si gioisce anche di e per qualcosa (ad esempio di bambini beneducati e felici).

    Allinizio del coinvolgimento proprio-corporeo vi una presa di posizione e quindi si accettano le sensazioni che il coinvolgimento produce. I sentimenti sono sempre alla base delle atmosfere questi possono essere ripartiti su tre livelli: - Liv. Base generale per tutti i sentimenti caratterizzati da unampiezza priva di superfici. In alternativa lampiezza pu essere occupata da una grande quantit di materia densa, oppure pu essere occupata dal vuoto. Con loccupazione dello spazio da parte del vuoto il sentimento di irrequietezza ed inerzia coincidono. I sentimenti hanno delle tonalit emotive ma contentezza ed disperazione rappresentano i due opposti stati e quindi delle tonalit emotive pure. Gioia e tristezza possono avere una direzione univoca, invece langoscia vista come il presentimento di qualche evento futuro inquietante finisce col pressare da tutti i lati chi la sta provando. Metzeger distingue fra le forme ottiche: - zona di condensazione cio larea in cui si concentra limpronta di un sentimento - zona di ancoraggio cio il punto iniziale dal quale si crea la forma Queste due aree secondo Metzeger possono adattarsi ai sentimenti dotati di un centro come ad esempio la gioia di un bel paesaggio che costituisce il punto di ancoraggio del sentimento.

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    L'emancipazione dei sentimenti dall'introiezione nell'anima, cos come la abbiamo esposta, di grande importanza, in quanto diritto, morale e religione si fondano su un'autorit di sentimenti per la quale non sono sufficienti i semplici sentimenti privati presenti nelle anime dei singoli uomini. Avere autorit per qualcuno vuol dire essere una potenza (ossia un'istanza capace di comando) che impone in modo inequivocabile a chi ne soggetto la validit vincolante di certe norme. I sentimenti hanno un'autorit. Ci che ho documentato con gli esempi della seriet solenne, della vergogna e della tristezza. Anche Tira impone la ritorsione con un'autorit la cui violenza Kleist ha elaborato nella figura di Michael Kohlhaas; il rispetto impone il riserbo, nonostante la (o con la) devozione, la profonda felicit impone la gratitudine, eventualmente anche priva di destinatari. Oltre ai sentimenti, possiede un'autorit anche l'evidenza o, detto meglio, l'essere quando si manifesta autorevolmente nell'evidenza. La validit vincolante delle norme giuridiche, morali e religiose poggia esclusivamente sull'autorit dei sentimenti. Ma anzich dell'autorit si preferisce tutt'al pi parlare di coercizione e convenzione. Si tratta di una distinzione diversa da quella introdotta (e poi divenuta popolare) da Ruth Benedict tra cultura della vergogna e cultura della colpa. Nonostante la preminenza del diritto soggettivo nelle culture giuridiche dell'ira, anche l'ira non solo lo sdegno per la violazione del proprio diritto. Un banale contro esempio quello dell'insegnante di pianoforte, che si adira quando l'allievo privo di talento si "muove goffamente", perch gli pare che a essere violato non sia il proprio interesse personale ma la dignit stessa della musica.

    Diritto, morale e religione sono fondati sui sentimenti. Lautorit una istituzione capace di dare un comando capace di imporre le proprie norme in modo vincolante. Ogni sentimento dotato di una sua autorit, Kohlhaas impone il rispetto la devozione Di autorit fatta anche levidenza, e lessere che si manifesta in modo autorevole nellevidenza. Lautorit dei sentimenti sono lelemento fondato su cui poggiano le norme giuridiche morali e religiose. Ruth Benedict introduce unimportante distinzione tra cultura della vergogna e cultura della colpa. In questa interpretazione lira non solo lo sdegno per la violazione di un diritto, essa pu insorgere quando qualcuno si vede sminuito nel proprio lavoro dal comportamento altrui, (insegnante di pianoforte con allievo con scarso talento che non si applica).

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    Questo sentimento di giustizia pu essere paragonato al rispetto. Sarebbe impudente e vergognoso tanto avvicinarsi troppo a colui che intima rispetto quanto trascurarlo con indifferenza. Il rispetto quindi un sentimento che preannuncia l'ira e la vergogna. Lo stesso vale per il sentimento di giustizia, che per, a differenza del rispetto (in cui la persona rispettata funge da zona di condensazione e le propriet con cui egli incute rispetto da punto di ancoraggio), un sentimento privo di un centro tematico, semmai, in quanto eccitazione pura, aperto a ogni sviluppo. Un simile sentimento di giustizia come sospeso alla situazione collettiva duratura di una comunit giuridica, cos come lo l'amore alla situazione comune di una coppia o di una famiglia affiatata. E in quanto semi-cosa lo si pu sempre ridestare in chi parte di queste situazioni, senza che abbia alcun senso domandarsi come abbia passato il tempo intercorso e colmato la distanza spaziale.

    A questo gruppo s'aggiungono poi di solito una frangia periferica ma interna formata da conformisti, ad esempio da opportunisti, nella cui prospettiva l'ordinamento giuridico ha un valore solo facoltativo, e una frangia periferica esterna formata da uomini (dai neonati, ad esempio) ai quali tale ordinamento semplicemente si applica. L'ordinamento giuridico di una cultura giuridica l'insieme di quelle norme che prescrivono quali beni siano realmente tutelati in quella cultura giuridica. I beni giuridicamente tutelati di una cultura giuridica sono le fattispecie la cui realt indispensabile al raggiungimento e alla conservazione della situazione giuridica di questa cultura giuridica. Le norme giuridiche sono in parte norme centrali e in parte norme marginali. L'atmosfera di vergogna che ho descritto sorge quando una provocazione (che pu anche essere una mera pretesa di validit) rimbalza su qualcosa che le resiste. La conseguenza che le irreversibili direzioni proprio-corporee che vanno dall'angustia all'ampiezza si vedono inibite dal predominio di vettori sentimentali centripeti, che vanno nella direzione contraria e possono concretizzarsi negli sguardi che da ogni parte convergono su chi causa della vergogna.

    Il rispetto un sentimento capace di preannunciare i sentimenti di ira e vergogna. La giustizia un sentimento privo di un centro tematico, si tratta di un sentimento sospeso nella dimensione della collettivit giuridica al quale si riferisce e la attua. Anche lamore un sentimento che pu essere sospeso in una coppia, e trattandosi di una semi-cosa come tutti i sentimenti pu sempre essere ridestato e ravvivato. Gli opportunisti sono una frangia periferica, che utilizzano in modo facoltativo lordinamento giuridico. Lordinamento giuridico un insieme organico ed organizzato di norme che indicano quali beni sono tutelati. La tutela dei beni permette permette la conservazione della situazione giuridica della cultura giuridica. Le norme giuridiche possono avere una importanza centrale o marginale a seconda di cosa regolino. La vergogna un sentimento forte ed interno, e capace di rimbalzare a seguito di una provocazione, in qualche cosa che resiste alla provocazione stessa. Il sentimento di vergogna si muove in modo contrario ai sentimenti positivi che si muovono centripetamente (verso linterno), e si manifesta allesterno nello sguardo particolare con cui si guarda ci che ha scatenato la vergogna.

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    La morale si distingue dal diritto perch inasprisce l'autorit dei sentimenti, dando loro un rigore assoluto. Il rigore di un'autorit e dell'obbligatoriet delle norme che tale autorit istituisce si valuta in base al livello di emancipazione personale raggiunto. Analogamente, ci si mantiene fedeli a una tradizione di provenienza, sebbene nella riflessione gi la si contrasti criticamente. Il fatto per che, pur giunti al massimo livello raggiungibile di emancipazione personale, e cio mobilitate tutte le risorse della propria capacit critica, ci si possa sottrarre solo timidamente e con imbarazzo alla disponibilit all'obbedienza, significa che colui che si dimostra cos incapace di trasgressione attribuisce evidentemente al carattere vincolante di questa norma e all'autorit che la istituisce un rigore assoluto.

    Ci sono uomini privi di coscienza, che riescono nella loro totale superficialit a erigersi al di sopra di qualsiasi autorit dell'ira, della vergogna e del senso di colpa. La prospettiva di uomini di questo tipo non prevede norme che abbiano un valore morale, anche se essi possono comunque essere i destinatari della validit di norme che altri ritengono di valore morale e le considerano di conseguenza.

    Divina per qualcuno l'autorit di un sentimento che ha per lui un rigore assoluto; ci che ira, vergogna e senso di colpa significano per la morale si estende sotto la forma del divino a quei sentimenti che sono immanenti a situazioni e il cui nomos, proprio grazie all'autorit di tali sentimenti, ha per chi ne afferrato un valore vincolante e un rigore assoluto. Si tratta di situazioni spesso segmentate, e che per talvolta si condensano, dando vita a un'impressione pregnante, in una figura che le incarna quasi ne fosse il manifesto.

    La morale sentimento che inasprisce lautorit dei sentimenti, ed aumenta il rigore dellautorit e dellobbligatoriet del comando che essa impone. La Morale strettamente correlata allobbedienza, perch colui che si dimostra incorruttibile ed incapace di trasgredire, da alla norma che applica un maggiore carattere di autorevolezza e vincolante, dato dal rigore assoluto di come la norma stessa viene intesa. Alcuni soggetti si pongono al di sopra dei sentimenti quasi a non essere coinvolti da ira, vergogna e colpa, si tratta di soggetti che possono essere destinatari di norme anche se essi spesso non le riconoscono a loro applicabili. Lattributo divino dellautorit si attua per i sentimenti aventi rigore assoluto. Il personaggio che incarna lautorit divina va al di sopra in modo positivo ai sentimenti di Ira di vergogna e di colpa, il modo divino di imposizione aumenta lautorit di tali sentimenti, i quali sono generati da un rigore assoluto.

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    Le religioni monoteistiche quando postulano un essere supremo onnipotente, onnisciente, assolutamente buono e giusto. Sarebbe bello se questo fosse vero, poich in tal caso avremmo la certezza che, indipendentemente da noi, tutto conforme al miglior ordine possibile, ma resterebbe pur sempre indeciso se questo essere sia un dio, non trattandosi qui della potenza, saggezza o bont, ma dell'assoluto rigore di un'autorit. Quest'autorit pu rivelarsi solo dimostrandosi superiore al massimo livello raggiungibile di emancipazione personale: esiste quindi un dio solo per l'uomo adulto, o per quello che, sta per diventarlo (e si comincia a diventare adulti gi nella prima infanzia). La superficie assai utile alla persona che si solleva dalla vita della presenza primitiva. Siccome la superficie si oppone, intersecandolo in larghezza, allo sguardo che penetra in profondit nello spazio, esonera dal coinvolgimento nella comunicazione proprio-corporea resa possibile dallo sguardo, offrendo allo sguardo un sostrato su cui registrare i nessi reversibili tra gli oggetti a cui esso mira. Questi nessi sono tracciabili gi in assenza di superfici, formando ad esempio delle costellazioni nel cielo notturno, anche se non sono esattamente lineari (privi di larghezza), dal momento che tracciati privi di larghezza scaturiscono solo dall'intersezione di superfici (come spigoli vivi).

    Quando nella superficie che la interseca questa traiettoria va incontro a un'inversione, essa raggiunge grazie a questa inversione il corpo sia proprio sia fisico di colui che guarda, e in modo tale che questi pu ora essere incluso nell'intreccio di luoghi che formano lo spazio locale. Si apre cos la strada allo schema corporeo percettivo, cos come all'inserimento in uno spazio locale onnicomprensivo sia del nostro corpo fisico sia del nostro corpo proprio, pi o meno coincidente per localizzazione con quello fisico.

    Ma di certo s'ingannerebbe se volesse cos credere di aver abbandonato la vita della presenza primitiva. Un'altra occasione di formazione dello schema corporeo percettivo viene dal tastare le superfici lisce del proprio corpo fisico, ad esempio quando ci si difende con entrambe le mani da parassiti: cos che probabilmente gli uomini primitivi, prima dell'introduzione dell'igiene come pratica di civilizzazione, hanno imparato a conoscere il loro corpo fisico.

    Il monoteismo teorizza un Dio ommnipotente giusto e buono. Limportanza del concetto di Dio unico tipico delle religioni monoteiste porta alla concezione che viviamo in un ordine di cose che risulta essere il migliore possibile perch regolato dal Creatore, che sempre maggiore in autorit al massimo livello raggiungibile dalluomo. Il concetto di superficie importante perch essa si oppone intersecando la larghezza ed allo sguardo che arriva al profondo dello spazio. La comunicazione proprio-corporea risente dello sguardo e degli oggetti ai quali esso rivolto, lo sguardo capace di tracciare anche delle linee e legami tra oggetti, come ad esempio di notte quando si osservano le costellazioni e si traccia idealmente la figura della costellazione unendo le singolo stelle. A volte pu accadere che uno sguardo sia soggetto a fenomeno di inversione, del corpo e del fisico della persona che si sta guardando. Lo spazio tra i due soggetti viene diviso dai due sguardi reciproci, lo spazio locale diventa cos comprensivo sia del corpo fisico che di quello spirituale. Lo schema corporeo percettivo si attua anche sentendo le superfici lisce del proprio corpo fisico. Nella preistoria probabilmente la prima difesa del corpo avvenuta quando luomo tentava di difendersi da insetti invadenti usando le mani per scacciarli via da se.