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Scongiurare la “corsa agli sportelli”

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BergamoSette - Venerdì 15 Giugno 2012 6RUBRICHE

Rubrica quindicinaleLO PSICOLOGO RISPONDE

L’atteggiamentovendicativo

Molto spesso si parla di “perdono”. Madato gli accadimenti degli ultimi anni, chevengono riportati con dovizia di “par-ticolari” sottolineando soprattutto gli a-spetti più scabrosi, quasi sadicamente,mi è venuta spontanea una riflessione:siamo sicuri che il perdono non sia altroche un modo sottile di vendicarsi? Per-ché nel momento in cui si applica ilperdono, si rinuncia a vendicarsi e cidovremmo sentire soddisfatti, ma la real-tà forse non è così. Riflettendo emergeuna lettura diversa: il perdono vieneconcesso da chi è stato offeso, ma chi èstato perdonato non ha pagato per l'of-fesa inflitta, quindi sarà sempre debitoremorale. E visto che il perdono si “su-bisce”, chi lo riceve si sentirà in colpa permoltissimo tempo. Mi viene da credereche forse è meglio essere puniti, perchèuna volta pagato l'errore la coscienza èliberata. Spontaneamente di fronte a untorto subito, o a una ingiustizia di cui siritiene colpevole un'altra persona, nasceil desiderio che venga punita. Altri sonopiù inclini al perdono. Automaticamentemi viene spontaneo pensare alla Cro-cifissione di Gesù: il suo perdono non hacancellato il senso di colpa, infatti Gesù èrappresentato in croce per ricordarci ilmale da noi compiuto. Le ricerche hanno

*Psicologo e psicoterapeutacognitivo-comportamentale - ViaBorgo Palazzo 163, Bergamo Perappuntamenti tel. 3384905220.Per domande o suggerimenti sugliargomenti da trattare scrivetea [email protected]

messo in evidenza che un atteg-giamento vendicativo è condizionatodai diversi sistemi di credenze e divalori: più forte nei maschi spinti dal-l'orgoglio ferito rispetto alle femmine,molto più “controllate” emotivamente.Le donne ritengono che farsi ven-detta sia giusto perché il loro sistemadi valori è in accordo con questecredenze: nel caso di un tradimento,ad esempio, tendono freddamente asepararsi dal compagno. Gli uomini alcontrario si vendicano agendo im-pulsivamente, spinti dall'orgoglio fe-rito e dall'angoscia di perdere la com-pagna. La vendetta consiste nell'in-fliggere una punizione in risposta aun’ingiuria subita, potente fattore mo-tivazionale alla base di un forte com-portamento aggressivo che annebbiala mente e si realizza dopo un periododi rimugino, diventando più intensadell'offesa originaria. Così facendotroviamo sollievo alla rabbia derivan-te dalla sensazione di essere statitrattati ingiustamente, giustificando lapunizione. Sembra che la correla-zione tra atteggiamento vendicativo enarcisismo sia limitata a soggetti ran-corosi. Inoltre il nostre comportamen-to è influenzato da credenze di pro-venienza culturale come orgoglio, o-nore e rispetto: significative sono lefamose “faide” senza fine.

Ennio Salamone

Rubrica mensileS.O.S. RISPARMIATORE

Scongiurare la“corsa agli sportelli”

In un’analisi pubblicata sul Corriere dellaSera Niall Ferguson (insegnante di storiamoderna ad Harvard) e Nouriel Roubini(economista alla New York University, ri-battezzato Dr. Doom per aver previsto lacrisi dei mutui Usa e il crac del 2008)paventano il rischio che «la scelta del go-verno tedesco di “fare troppo poco e troppotardi” provochi il ripetersi della crisi dellametà del XX secolo, che la nascita del-l'integrazione europea aveva voluto scon-giurare. Il rischio più immediato è una crisi difiducia dei risparmiatori: i due autori af-fermano che «per evitare la corsa agli spor-telli nelle banche europee - una certezza nelcaso dell'uscita della Grecia e molto pro-babile comunque - occorre creare un si-stema europeo di assicurazione dei de-positi bancari». Ma perché questo sistemafunzioni è necessario che «i creditori nonassicurati dellebanchevenganopenalizzatiprima che si faccia ricorso ai soldi dei con-tribuenti per ripianare le perdite bancarie».Cosa vuol dire questo? Semplicementeche, oltre agli azionisti, anche i detentori diobbligazioni delle banche in difficoltà do-vrebbero subire delle perdite sui propri in-vestimenti nel malaugurato caso la bancadovesse ricorrere all’ipotizzato sistema eu-ropeo di assicurazione dei depositi. La spe-ranza secondo Ferguson e Roubini è che

*Consulente finanziarioindipendente. Per informazionie approfondimenti tel. 335302605- www.patrimonialista.itLe domande possonoessere inviate via maila [email protected]

Michele Colosio

«con la crisi bancaria europea che po-trebbeesploderedaungiornoall'altro, laGermania dovrà capire che la ricapi-talizzazione delle banche, l'assicurazio-ne europea sui depositi e la mutua-lizzazione del debito non rappresentanopiù scelte facoltative, bensì i passi es-senziali per evitare la disintegrazioneirreversibile dell'Unione monetaria eu-ropea. Se non è ancora convinta, dovràcapire che il costo dello smantellamentodell'eurozona sarà di proporzioni astro-nomiche per i tedeschi, come per tutti glialtri». In questo scenario il mio consiglioè di valutare bene il rischio dell’inve-stimento nelle obbligazioni bancarie enei titoli di stato dei paesi europei. Nem-meno le obbligazioni sono sempre unporto sicuro e non basta gestire il por-tafoglio in modo passivo attendendo cheil passare del tempo porti risultati po-sitivi.Oggi ilmercato “salta”conviolenzaestrema dall’andamento in discesa aquello in salita, e viceversa, in base adeventi che fanno cambiare idea agli in-vestitori sulla direzione futura. Si assisteal rapido alternarsi tra il “risk off” (fuga daasset rischiosi) al “risk on” (appetito per ilrischio). Si può cercare protezione a-dottando una strategia prudente e di-versificata che preveda l’investimento inbeni reali (come l’oro e i metalli preziosi),nelle valute estere e nelle strategie digestione flessibili.

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«Imu e mercato immobiliare:una provvida sventura?»

Siamo stati tra i primi a denunciare ilterrorismo mediatico sull’Imu che haparalizzato il mercato immobiliare neimesi di marzo, aprile e maggio, met-tendo in ginocchio un settore già in crisisistemica di suo. Per aver osato dire chel’Imu prima casa non era (media-mente) più pesante dell'Ici prima casache si pagava sino a che non venneabrogata da Berlusconi nel 2008, cisiamo sorbiti contumelie da parte diqualche benpensante. Ebbene, ora chela gente finalmente si è fatta i conti suquanto deve pagare di Imu, solo ora ilmercato ha la speranza (non la cer-tezza) di potersi riprendere. Chi ac-quista la casa di abitazione e dimoraabituale pagherà Imu ad aliquota 4 permille nella stragrandemaggioranza deiComuni, potendo beneficiare delle de-trazioni di legge. Fine del tunnel del-l'orrore, ora si può ricominciare a ra-gionare.Ma veniamo invece ai proprieta-

ri-venditori: se vendono una secondacasa, o un immobile non residenziale,ora sanno che l’Imu “non prima casa”comporta un aumento medio da 2 a 3volte la vecchia Ici. Vero è che in questocaso la nuova imposta ingloba anchel'Irpef fabbricati e le relative addizionalicomunali e regionali, ma si tratta pursempre di una stangata. Questi pro-prietari, a causa dell’Imu, hanno lapercezione plastica di quanto costi te-nere una casa sfitta: oltre all’Imu sipaga la Tarsu, eventuali simpatici bal-zelli come gli onnipresenti consorzi di

bonifica, le bollette delle utenze se non sivuole desertificare l’immobile, le spesecondominiali con il riscaldamento secentralizzato... senza contare il depe-rimento dell’immobile non abitato, illucro cessante sul capitale immobiliz-zato, le prospettive negative di tutti icentri studi immobiliari (o almeno diquelli seri e affidabili) che dovrebberospingere ad affrettarsi e non a tem-poreggiare, pregiudicando l’operazionedi vendita con richieste fuori dallarealtà.Sarà un caso che qualche agente

immobiliare cominci a rilevare, proprioin concomitanza con la prima rataImu, una maggior disponibilità allatrattativa da parte dei proprietari-ven-ditori? Di certo a nessuno piace pagarele tasse e soprattutto quelle sulla casa,ma forse l’Imu almeno un effetto be-nefico potrebbe dispiegarlo: riportare ivenditori sui parametri di mercato cor-renti, abbandonando l’utopia di unamagicamacchina del tempo che riportila loro casa in vendita al picco dimercato del 2007. Oggi si viaggia inmedia a -30% rispetto a quell’irripe-tibile vetta dei prezzi, e il proprietario èa un bivio: o riprezza l’immobile se-condo valori più realistici che ne con-sentano la vendita, o lo dà in affitto.Tenerlo sfitto nell’illusione che sia invendita, quando è semplicemente fuorimercato, è un lusso che sempre menoproprietari potranno permettersi.

Giuliano OlivatiPresidente Fiaip Bergamo

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