dipinti · 2012. 5. 14. · Grossi Gondi sa vedere con occhi di artista anche tante cose...

18

Transcript of dipinti · 2012. 5. 14. · Grossi Gondi sa vedere con occhi di artista anche tante cose...

  • dipinti1984/ 1992

    presentazione di MARIO URSINO

    Galleria La Pigna, Via della Pigna, 13a ROMAaprile-maggio 1992

    PAOLA GROSSI GONDI

  • Mimesie macrovisionedella realtà

    Non so fino a che punto la comunicazione visiva delmartellante messaggio pubblicitario, così come si è definito nelsuo rapido sviluppo a partire dalla seconda metà del nostrosecolo, abbia influenzato il settore delle arti, o piuttosto ne sia asua volta determinato dall'attenzione che ad esso sempre piùfrequentemente gli artisti vi prestano.

    Certo è indubbio che dalle poetiche Pop degli anniSessanta ai nostri giorni il linguaggio pubblicitario si èlargamente arricchito dell'intervento artistico: «uno dei pochimezzi veramente efficaci per abituare e aggiornare il pubblico suimodi e le mode dell'arte visiva del nostro tempo». (G. Dorfles,L'arte della pubblicità, Milano 1988). E dovendo la pubblicitànecessariamente circoscrivere il contenuto della suacomunicazione, l'illustrazione del brano, del dettaglio, vieneperciò ad essere esaltata, isolata, sublimata, ai fini dellaconseguente commercializzazione dell'oggetto o del servizio chesi intende proporre.

    Sono, queste, le prime considerazioni che suscitano idipinti, qui esposti per la prima volta, di Paola Grossi Gondi,anche se con la pubblicità queste opere non hanno niente a chefare.

    È probabile, tuttavia, che parte del suo procedimentoinventivo e compositivo si alimenti appunto, sia pureinvolontariamente, dell'ottica fotografica e macrografica, si vedaad esempio Pinza e Tenaglia, 1987, o Cotoni, 1988 (l'artistainfatti vanta nel suo curriculum esperienze presso importantistudi pubblicitari); eppure, dall'iniziale distacco e apparentefreddezza con cui si presentano, questi oggetti e queste immagini(o particolari di essi) ci introducono lentamente al di là del loroimmediato e percepibile significato.

    Grazie a un sapiente trompe l'oeil, l'artista compie un

  • viaggio intorno alla propria camera (assumiamo ora, anche pergioco, la singolare coincidenza della parola nel suo duplicedivergente significato: il luogo ove sono disseminati gli oggettidella quotidianità, e l'occhio fotografico che li inquadra, li scruta,li fissa «come se li vedesse per la prima volta» per usare le paroledel genio pittorico, Giorgio de Chirico).

    In questa indagine, però, la Grossi Gondi si muove eosserva il' suo mondo (degli affetti e degli effetti) circostante conuna lenticolare, e direi quasi scientifica e microscopicaattenzione, oltre ad assumere inattesi capovolgimenti di punti divista che lei stessa definisce vertiginismo. E in effetti questasensazione è avvertibile in presenza di certi suoi scorci e vedutedi originale e insolito taglio (v.Arco e Scala, 1988, o Cortiletto aPianfei, 1987, Case in Bretagna, 1989).

    Anche qui, a mio avviso, il debito verso la ripresafotografica, che consente lo studio di immediati ed efficaci effettidi luci, è innegabile, e il suo valore deriva proprio dalla ricerca,in senso pittorico, effettuata da grandi maestri della fotografianegli anni Trenta, da Tina Modotti, a Herbert List, a FlorenceHenri. Ma la ricerca della visione sghemba, del punto di vistainusitato, la troviamo già nei maggiori artisti impressionisti, conparticolare insistenza in Degas (le famose ballerine ripresedall'alto o dal basso) e in Toulouse-Lautrec, quest'ultimo, non acaso, primo illustre autore di affiches pubblicitarie.

    La Grossi Gondi, invece, analizza con preferenza spaziprivati dove normalmente l'abitudine tende a far scomparire lecose, a renderle ignote alla nostra sensibilità. Lei, perciò,rovesciando il suo sguardo, ne mette in luce (accende dei flash)sul loro inedito fascino suscitato da geometrie mai viste prima, eche si rivelano segretamente all' artista o agli occhi di bimbiincantati, immersi nel momentaneo silenzio (in città ormai raro emagico) pomeridiano della casa. Chi non ne ha qualche sbiadito

    1. Tina Modotti, Stadio a Città del Messico, 19262. Herbert List, Portacenere, Londra, 1936

  • 3. Florence Henri, Composizione, 19314. Georgia O'Keeffe, Modello di foglie,

    1923 ,18,5x21,5

    4

    ricordo nella propria infanzia? Paola Grossi Gondi, al contrario,ne tiene desta la memoria, la coltiva, la vivifica, l'ha resa icona.

    *******

    Si delinea così il suo percorso artistico, non alieno da uncerto ossessivo rigore per la precisione e il dettaglio minutissimo,che tuttavia non è mai fine a se stesso o sterile virtuosismo. I suoiiniziali studi nel campo scenografico già segnano il suo forteinteresse per scorci e vedute architettoniche rese profonde dataglienti piani di luci trasverse (si veda il bozzetto per il RiccardoII, 1984) o centralizzate in una fuga prospettica di severoimpianto primorinascimentale alla Francesco di Giorgio Martini(si veda il bozzetto per La Venexiana, 1984).

    E quando da codeste composizioni scenografiche l'artistasi rende autonoma e più libera nella rappresentazione delle sueopere più recenti non abbandonerà mai del tutto l'impianto, sevogliamo teatrale, di queste tempere, acrilici su carta qui allineatiche invitano a seguirla come Alice nel Paese delle Meraviglie.

    E come la protagonista di Carroll si ingigantisce o sirimpicciolisce, a seconda dei dolcetti mangiati o liquori bevutinel celebre passo Nella Tana del Coniglio: «che curiosasensazione! - esclamò - credo che sto restringendomi come untelescopio», così pure la Grossi Gondi, nel gesto pittorico, siimmagina piccolissima di fronte all' Uovo al tegamino, 1987, allaRosa, 1988, ai Pettini, 1989, che diventano spettacolari di altrarealtà, di vedute immaginarie rese concrete dal disegno familiareche però delinea un nuovo, inedito ipnotizzante paesaggio,analogamente a talune opere di un'altra celebre pittrice efotografa americana Georgia Q'Keeffe, moglie di Alfred Stieglitz,il fondatore della famosa rivista Camera Works nel 1903 che

  • teorizzava la fotografia come pittura.

    La Grossi Gondi inoltre (e come negarlo) ha dichiarato ilproprio interesse per il s,ingoIare artista italiano Domenico Gnoli(1933-1970) raffinatissimo sublimatore del dettaglio, dipintospesso su vaste dimensioni per accentuarne, è stato scritto,l'apparente perdita di significato e la sua monumentalità nelladichiarazione di una disperata solitudine (cfr. B. Mantura, in cat.Gnoli, Roma 1987, pp. 10-11). E certe suggestioni e ispirazioniappaiono subito evidenti, se si raffrontano il suo Doccia, 1989con Bagnarola, 1966 dello Gnoli, oppure il sopra citato Cotoni,1988 con Capigliatura femminile, 1965 di Gnoli segnatamentealle ossessive striature rilucenti che determinano l'astratto temadominante dei due dipinti.

    Ma se in Gnoli è l'assenza il fulcro della poetica delle coserelitte, come segno di differenza e di separazione esistenziale, chesi traducono in pittura con superfici e piani di ornata e squisitafattura, nelle opere della Grossi Gondi è invece costante ilrapporto ottico-psicologico tra le cose, la luce e il punto di vistadell'io-narrante dell'artista che ci informa sempre dove si trova:sul piano del pavimento quando osserva lo spettacolareAbbaino, 1987, oppure in poltrona, davanti alle deliziosescarpette rosse in Francesca Romana, 1989, che sono inquadrate dauna limpida luce spiovente dalI'alto a illuminare l'elegantedisegno delle piastrelle bianche e blu.

    È un dialogo gentile e garbato, attraverso le illimitatepossibilità della pittura, che Paola Grossi Gondi affronta con leimmagini della vita d'ogni giorno rnimate su un piano di visionedi non comune fertilità immaginativa.

    Mario UrsinoFunzionario del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali

    presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di RomaCritico d'arte e saggista

    I

    (j

    /

    5. Domel1ico Cl1o/i, Bagnarola, 1966, 110x1406. Domenico Cnoli, Capigliatllra femminile,

    1965,110x99

    6

  • Ponte di nave, 1990acrilico su cartoncino verde, 90 x 41,5

  • Doccia, 1989tecnica mista su cartoncino grigio, 41 x 94,5

  • Finestra, 1990acrilico su cartoncino grigio, 70 x 44

  • . Chiave inglese, 1990acrilico su cartoncino grigio, 63 x 23

    Il!

    Il

    [III

  • Case in Bretagna, 1989olio su tela, 100 x 70

  • Abbaino, 1987acrilico su cartoncino grigio, 70 x 50

  • Cotoni, 1988acrilico su cartoncino grigio, 70xSO

  • Indipendente, sempre leader, forse perché è riuscita a fare quello chele piace ... o perché ha molte qualità. Paola vuole darsi del tutto,completamente.Scopre i lati brutti della vita... ma meno male che sa dipingere!È la pittura un rifugio intelligente, un modo per esprimere quello cheha dentro.La bellezza e l'armonia le stanno sempre accanto e anche il gusto per ilgioco e per l'humor sottile. Questo si riflette nei suoi quadri: "L'erbadel vicino...", "n secchia di pittura che sta per cadere"...Ama anche il particolare, quello che passa inosservato ad altri:riconosce Gnoli come uno dei suoi maestri. Scopre il punto di vista, laprospettiva originale e, per questo, quello che era banale quotidianità,visto con i suoi occhi non lo è più: diventa interessante e divertente.

    Carmen G. Tubiocritico d'arte, Spagna

    * * * * * *

    L'opera di Paola Grossi Gondi è un invito a contemplare oggettiinanimati o luoghi attraverso occhi dallo sguardo preciso edisciplinato di un vero artista.n suo senso della linearità e la sua capacità a comporre un insiemeimpeccabile, l'uso del colore controllato e sempre piacevole, rendonole immagini indimenticabili.Gli scenari e gli ambienti sono ricchi di suggestione; infatti si intuisceuna dinamicità metafisica.n paradosso e l'uso di una particolare prospettiva si fondono con unagioia sommessa nei ritmi della luce e del colore che quest'artista, cosìgiovane, è in grado di ricreare con una visione del tutto originale.

    Edward Patrick Kellydirettore Language Training Services, Irlanda

  • Ammiro la pittura di Paola Grossi Gondi perché ha un interesse nonsolo estetico ma metafisico.È infatti una pittura metafisica, non nel senso dell'appartenenza a unascuola di pittura del Novecento che così viene chiamata, ma proprio insenso filosofico, cioè nel senso primordiale e sempre valido deltermine.Ha interesse metafisico tutto ciò che aiuta a vedere la realtà così com'èin sé, e non in funzione di altro, non per uno scopo o un utilizzo; ciòche permette di dare importanza a tante cose che non ne avrebbero sefossero viste solo come cose inutili o addirittura come personeinsignificanti.Grossi Gondi sa vedere con occhi di artista anche tante cosedomestiche, tante cose abituali della vita comune (le barche da regata,ad esempio) come cose da sorprendere nella loro bellezza discreta equasi nascosta, in modo tale da restare noi stessi sorpresi (la meravigliaè all'origine della metafisica, insegna Aristotele),La pittura di Paola Grossi Gondi è un forte invito a non esseresuperficiali e distratti: tutta la realtà, quando sappiamo vederla; ciparla di bellezza, di un'origine profonda nella Bellezza originaria.

    Antonio Livifilosofo, direttore della rivista "Cultura e libri"

  • 1) Scenografia per "La Venexiana", 1984,olio su cartone, 50x35

    2) Scenografia per "La Tragedia di Re Riccardo II'':Lop.dra, Westminster Hall, 1984, tempera acquarellata,70x50

    3) Scenografia per "La Tragedia di Re Riccardo II'':Galles, castello di Flint, 1984, tempera acquarellata,70x50

    4) "Sviluppo di un ricordo". Turchia, lago salato TuzGolii, 1985, acrilico su cartoncino, 37,5x21,2

    5) "Pro Memoria", 1986, acrilico su tavola, 142,5x1386) "Pinza e tenaglia", 1987, collage e acrilico, 42,5x30,77) "Arancio in fiore", 1987, acrilico su carta, 35x508) "Autoritratto in biblioteca", 1987, tempera, 36x509) "Uovo al tegamino", 1987, acrilico su cartoncino, 100x70lO) "Abbaino", 1987, acrilico su cartoncino grigio, 70x5011) "Via dei Coronari", 1987, tempera su cartoncino, 33x2412) "Cortiletto a Pianfei", 1987, tempera, 35x2513) "Villa Cimbrone, Ravello", 1988,

    olio su cartoncino telato, 30x2514) "Arco e scala", 1988, acrilico15) "Rosa", 1988, acrilico su cartone telato, 50x6016) "Cotoni", 1988, acrilico su cartoncino grigio, 70x5017) "L'erba del vicino è sempre più verde", 1989,

    acrilico su carta telata, 109x2418) "Doccia", 1989, tecnica mista su cartoncino, 41x94,5

    Le opere in esposizione

    19) "Francesca Romana", 1989, olio su cartoncino telato,40x50

    20) "Pettini", 1989, acrilico ed olio su tela, 70x5021) "Case in Bretagna", 1989, olio su tela, 100x7022) "Tasti", 1990, acrilico su cartoncino grigio, 50x7023) "Chiave inglese", 1990, acrilico su cartoncino grigio,

    63x2324) "Finestra", 1990, acrilico su cartoncino grigio, 70x4425) "Ponte di nave", 1990, acrilico su cartoncino verde,

    90x41,526) "Chiostro", 1991, olio su cartone telato, 39x5927) "Faro", 1991, acquarello, 23x3128) "Marciapiede", 1991, gouache, 23x3129) "Finestre verdi", 1991, gouache, 23x3130) "Piscina nel cortile", 1991, gouache, 23x3131) "Mura merlate", 1991, gouache, 23x3132) "Corsia d'emergenza", 1991, gouache, 23x3133) "Tetti e facciate", 1991, gouache, 23x3134) "Quinto piano, alle soffitte", 1991, gouache, 23x3135) "Vele 1",1991, acquarello, 46x3136) "Vele II'', 1992, acquarello, 46x3137) "Vele III", 1992, acquarello, 46x3138) "Vele IV", 1992, acquarello, 46x3139) "Vele V", 1992, acquarello, 46x3140) "Vele VI", 1992, acquarello, 46x3141) "Vele VII", 1992, acquarello, 46x31

  • grafica stefano grossi gondi stampa litografia bellafante

    Romana, scenografa, formatasiall'Accademia di Belle Arti diRoma, insegna Disegno e Storiadell'Arte.Collaboratrice di studi di Ar-chitettura, Design, Pubblicità edi riviste culturali.Tra le partecipazioni ad eventiartistici:• Mostra organizzata a Mantovanel 1983 dall'Istituto di culturagermanica in occasione del cen-tenario della morte di Wagner.• Manifestazione internaziona-le d'arte "Capannelle 1989"• Mostra internazionale di pit-tura, grafica, scultura, organiz-zata dal Centro artistico cultu-rale "La Pigna" nel 1991