2011_05_Maggio

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Dagli Studenti Agli Studenti Promemoria Maggio 2011 Forse i più maligni, dopo non averci visto uscire per così tanto tempo, credevano che all’uscita di Aprile non sarebbe seguita una uscita di Maggio. Sbagliavano! Eccoci di nuovo con un nuovo numero, una redazione un po’ diversa e riformata che però sta dimostrando grandi capacità rea- lizzative ed infatti ad un mese di distanza possiamo ancora allieta- re le vostre mattinate scolastiche. Tra una interrogazione e l’altra potete, ancora una volta, dilettarvi nello sfogliare il nostro giornalino. Ovviamente noi non facciamo tutto ciò solo per permettervi di non seguire la lezione (anche) ma soprattutto perchè ci crediamo. Crediamo che un giornalino così, fatto DAGLI studenti e AGLI studenti, possa portare tra di voi una nuova consapevolezza che i ragazzi di Bergamo SEMBRA- NO aver perduto: insieme, senza bisogno di grandi mezzi, si può fare qualcosa di importante. Noi ci proviamo, tentiamo, sbattiamo la testa, ma non molliamo. Fa- cendovi leggere i nostri articoli proviamo a portavi informazioni sul mondo e cosa più importante sulle nostre scuole, proviamo a farvi diventare dei Cittadini. Un cittadino NON è colui che vive in città ma è chi vive per la città, chi ha sviluppato un senso criti- co, un’autocoscienza per cui sa affrontare i temi cruciali con un occhio attento e imparziale. Spe- rando di riuscirci almeno nello 0,1% di voi. Un ringraziamento particolare va agli oratori di Se- riate e di Sant’Anna che ci con- cedono spazi e attrezzature sen- za ledere alla nostra autonomia Arrivederci a Giugno Siamo a Milano, il 21 marzo del 1951, quando la città si ferma a causa di una tragedia: un muro della scuola “Devota Maculan”, quartiere Lorenteggio, zona sud- ovest della metropoli, crolla e uccide tredici bambini tra i sette e i dodici anni e uno di appena quattro. Alcuni testimoni dicono di aver visto il muro “piegar- si come un foglio di giornale” e la voce di chi si è salvato af- ferma: “Il cornicione mi sfiorò appena. Ricordo solo il vento, la ghiaia che mi colpiva sulle gambe”. La scuola era stata co- struita nel 1950. Dunque solo un anno prima. I funerali ven- gono celebrati due giorni dopo, venerdì santo. In Duomo sono presenti seicentomila persone. Questi fatti, o almeno la mag- gior parte, solitamente vengono raccolti e portati via dal tempo. Finiscono per non essere ri- cordati da nessuno, nonostante spesso portino con il loro do- lore un messaggio importante. Questa non vuole essere una lezione di storia, solo una te- stimonianza di allarmi, di pe- ricoli, che ci trasciniamo negli anni e che talvolta non riuscia- mo a cogliere, finché qualco- sa non li mette in evidenza. Liceo linguistico Falcone, set- tembre 2010. In una delle suc- cursali, il soffitto di un’aula presenta una macchia di umidità piuttosto estesa. Intonaco ingial- lito e scrostato. La macchia sem- bra non parlare, osserva e basta, ma ad ottobre (ri)comincia la sua attività: iniziano ad esserci perdite di acqua con il maltem- po, anche vicino alle luci, e altre macchie si formano in altri punti del soffitto. La malcapitata clas- se viene spostata in un’altra aula. A distanza di mesi, le voci (è proprio il caso di dire) di cor- ridoio sono molte: c’è chi dice che tutto sia stato sistemato, che i tecnici incrociati durante l’inter- vallo abbiano lavorato e risolto prontamente il problema e che manchi solo una faticosa mano d’intonaco; c’è chi, diffidente, se ne lava le mani sostenendo che... (Segue a pag 2) a cura di Francesca Pirola I giorni dell’abbandono Ormai è cosa nota, ma la presenza mafiosa al nord ri- mane un tema scottante, tant’è che quando i politici ne parlano (salvo eccezioni) la buttano in gazzarra, come nel botta risposta Vendola-Formigoni, con il primo che accusa:«la Lombardia è la regione più ma- fiosa d’Italia». Ed è vero che con grandi opere come l’Expo, il raddoppio dell’A4 e altre autostrade (Brebe- mi e Pedemontana) a rischio ‘Ndrangheta i lombardi a cura della Redazione han poco da invidiare in quanto a infiltrazioni ma- fiose; tuttavia Vendola non accusa la sua Puglia, la culla della Sacra Corona Unita, che non è proprio la Caritas. Formigoni invece erutta:«Vendola è un miserabile, probabilmente sotto effetto di qualche sostanza», segno che i picciotti continuano a taglia- re coca che è un piacere. Invece all’avvertimento del Governatore di Bankitalia Draghi –che all’U- niv. Statale di Milano indica Bergamo come la se- conda città lombarda più a rischio– replica Ettore Pirovano, senatore leghista e presidente della pro- vincia orobica, che da una delle sue due cadreghe istituzionali dice:«Mai vista una coppola[…]Forse c’è l’intenzione di fare una pubblicità politica ne- gativa che tende a distorcere la realtà». Spulciando nell’archivio internet dell’Eco di Bergamo però si trovano notizie di vari arresti di mafiosi. L’articolo più clamoroso è sulla cattura nel 2009 di un boss del narcotraffico, il palermitano Gaetano Fidanza- ti, che era incluso nella lista dei 30 latitanti italiani (Segue a Pagina 6) Mafia: Benvenuti al nord Quando mi chiedono di scrivere dei giovani e per i giovani soprattutto in relazione alla nostra città, pro- vo sempre un doppio sentimento di gioia e rabbia. Il perché cerco di spiegarlo in queste poche righe, ma prima sento il dovere di ringraziare chi mi ha chiesto di esporre un parere (segue a Pag 3) Notizie Flash Pagina 3 Speciale Referendum Pagine 4 e 5 Questione Giovanile

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Questione Giovanile Siamo a Milano, il 21 marzo del 1951, quando la città si ferma a causa di una tragedia: un muro della scuola “Devota Maculan”, quartiere Lorenteggio, zona sud- ovest della metropoli, crolla e uccide tredici bambini tra i sette e i dodici anni e uno di appena quattro. Alcuni testimoni dicono di aver visto il muro “piegar- si come un foglio di giornale” e la voce di chi si è salvato af- ferma: “Il cornicione mi sfiorò appena. Ricordo solo il vento, Maggio 2011

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Page 1: 2011_05_Maggio

Dagli Studenti Agli Studenti

Promemoria

Maggio 2011

Forse i più maligni, dopo non

averci visto uscire per così tanto

tempo, credevano che all’uscita

di Aprile non sarebbe seguita una

uscita di Maggio. Sbagliavano!

Eccoci di nuovo con un nuovo

numero, una redazione un po’

diversa e riformata che però sta

dimostrando grandi capacità rea-

lizzative ed infatti ad un mese di

distanza possiamo ancora allieta-

re le vostre mattinate scolastiche.

Tra una interrogazione e l’altra

potete, ancora una volta, dilettarvi

nello sfogliare il nostro giornalino.

Ovviamente noi non facciamo

tutto ciò solo per permettervi di

non seguire la lezione (anche) ma

soprattutto perchè ci crediamo.

Crediamo che un giornalino così,

fatto DAGLI studenti e AGLI

studenti, possa portare tra di voi

una nuova consapevolezza che i

ragazzi di Bergamo SEMBRA-

NO aver perduto: insieme, senza

bisogno di grandi mezzi, si può

fare qualcosa di importante. Noi

ci proviamo, tentiamo, sbattiamo

la testa, ma non molliamo. Fa-

cendovi leggere i nostri articoli

proviamo a portavi informazioni

sul mondo e cosa più importante

sulle nostre scuole, proviamo a

farvi diventare dei Cittadini. Un

cittadino NON è colui che vive

in città ma è chi vive per la città,

chi ha sviluppato un senso criti-

co, un’autocoscienza per cui sa

affrontare i temi cruciali con un

occhio attento e imparziale. Spe-

rando di riuscirci almeno nello

0,1% di voi. Un ringraziamento

particolare va agli oratori di Se-

riate e di Sant’Anna che ci con-

cedono spazi e attrezzature sen-

za ledere alla nostra autonomia

Arrivederci a Giugno

Siamo a Milano, il 21 marzo del

1951, quando la città si ferma a

causa di una tragedia: un muro

della scuola “Devota Maculan”,

quartiere Lorenteggio, zona sud-

ovest della metropoli, crolla e

uccide tredici bambini tra i sette

e i dodici anni e uno di appena

quattro. Alcuni testimoni dicono

di aver visto il muro “piegar-

si come un foglio di giornale”

e la voce di chi si è salvato af-

ferma: “Il cornicione mi sfi orò

appena. Ricordo solo il vento,

la ghiaia che mi colpiva sulle

gambe”. La scuola era stata co-

struita nel 1950. Dunque solo

un anno prima. I funerali ven-

gono celebrati due giorni dopo,

venerdì santo. In Duomo sono

presenti seicentomila persone.

Questi fatti, o almeno la mag-

gior parte, solitamente vengono

raccolti e portati via dal tempo.

Finiscono per non essere ri-

cordati da nessuno, nonostante

spesso portino con il loro do-

lore un messaggio importante.

Questa non vuole essere una

lezione di storia, solo una te-

stimonianza di allarmi, di pe-

ricoli, che ci trasciniamo negli

anni e che talvolta non riuscia-

mo a cogliere, fi nché qualco-

sa non li mette in evidenza.

Liceo linguistico Falcone, set-

tembre 2010. In una delle suc-

cursali, il soffi tto di un’aula

presenta una macchia di umidità

piuttosto estesa. Intonaco ingial-

lito e scrostato. La macchia sem-

bra non parlare, osserva e basta,

ma ad ottobre (ri)comincia la

sua attività: iniziano ad esserci

perdite di acqua con il maltem-

po, anche vicino alle luci, e altre

macchie si formano in altri punti

del soffi tto. La malcapitata clas-

se viene spostata in un’altra aula.

A distanza di mesi, le voci (è

proprio il caso di dire) di cor-

ridoio sono molte: c’è chi dice

che tutto sia stato sistemato, che

i tecnici incrociati durante l’inter-

vallo abbiano lavorato e risolto

prontamente il problema e che

manchi solo una faticosa mano

d’intonaco; c’è chi, diffi dente, se

ne lava le mani sostenendo che...

(Segue a pag 2)

a cura di Francesca Pirola

I giorni dell’abbandono

Ormai è cosa nota, ma la presenza mafi osa al nord ri-

mane un tema scottante, tant’è che quando i politici

ne parlano (salvo eccezioni) la buttano in gazzarra,

come nel botta risposta Vendola-Formigoni, con il

primo che accusa:«la Lombardia è la regione più ma-

fi osa d’Italia». Ed è vero che con grandi opere come

l’Expo, il raddoppio dell’A4 e altre autostrade (Brebe-

mi e Pedemontana) a rischio ‘Ndrangheta i lombardi

a cura della Redazione

han poco da invidiare in quanto a infi ltrazioni ma-

fi ose; tuttavia Vendola non accusa la sua Puglia, la

culla della Sacra Corona Unita, che non è proprio

la Caritas. Formigoni invece erutta:«Vendola è un

miserabile, probabilmente sotto effetto di qualche

sostanza», segno che i picciotti continuano a taglia-

re coca che è un piacere. Invece all’avvertimento

del Governatore di Bankitalia Draghi –che all’U-

niv. Statale di Milano indica Bergamo come la se-

conda città lombarda più a rischio– replica Ettore

Pirovano, senatore leghista e presidente della pro-

vincia orobica, che da una delle sue due cadreghe

istituzionali dice:«Mai vista una coppola[…]Forse

c’è l’intenzione di fare una pubblicità politica ne-

gativa che tende a distorcere la realtà». Spulciando

nell’archivio internet dell’Eco di Bergamo però si

trovano notizie di vari arresti di mafi osi. L’articolo

più clamoroso è sulla cattura nel 2009 di un boss

del narcotraffi co, il palermitano Gaetano Fidanza-

ti, che era incluso nella lista dei 30 latitanti italiani

(Segue a Pagina 6)

Mafi a: Benvenuti al nord

Quando mi chiedono di scrivere dei

giovani e per i giovani soprattutto

in relazione alla nostra città, pro-

vo sempre un doppio sentimento

di gioia e rabbia. Il perché cerco di

spiegarlo in queste poche righe, ma

prima sento il dovere di ringraziare

chi mi ha chiesto di esporre un parere

(segue a Pag 3)

Notizie

FlashPagina 3

Speciale

ReferendumPagine 4 e 5

Questione Giovanile

Page 2: 2011_05_Maggio

LUSSANA: palestra o non palestra? Questo è il dilemma.

Maggio 2011 - pagina 2

Una nuovissima palestra è in cantiere per il Liceo Lussana: per due terzi interrata, con un campo regolamentare di 28x15 metri, panchine, spogliatoi, tribune, infermeria, deposito e ascensore. È questo il progetto per il nuovo edifi cio che sorgerà – se si raggiungeranno i fondi necessari – al posto del “pallone”, l’attuale palestra (nella foto). L’idea è venuta al preside Cesare Quarenghi che un anno fa ha creato l’associazione “Grati al Lussana” con l’avvocato Renato Vico (Presidente dell’associazione ex Studenti del Liceo Lussana), Alberto Fustinoni (dirigente del Lussana Basket), e l’architetto Eleonora Guerra. Come suo primo traguardo l’associazione ha deciso di portare avanti questo progetto. Che costa sui 700.000 euro. Dove prendere i soldi? 300.000 li darà la Provincia, 100.000 un mutuo del Coni al Lussana Basket, 50.000 la Banca Popolare di Bergamo. Mancano all’appello 250.000 euro. Dove li andiamo a prendere? «Privatamente», spiega il preside all’Eco di Bergamo, cioè dagli studenti e ex studenti. Infatti è stata organizzata una «sorta di “gara di solidarietà” delle classi [...], nella forma di raccolta di fondi che ciascuna classe è invitata a versare, entro l’inizio delle vacanze di Pasqua» (circolare n. 405). Ma siamo sicuri che gli studenti vogliano partecipare a questa “gara di solidarietà”? Durante l’ultima assemblea della classe che frequento abbiamo parlato della raccolta fondi e

molti miei compagni hanno storto il naso (per usare un eufemismo). Alcuni sostengono che la palestra attuale vada più che bene: tanto ci devi passare solo due ore a settimana e se fa freddo ti metti la felpa. Altri non vogliono dare dei soldi per una struttura che a loro dire non useranno mai (e stiamo parlando soprattutto delle femmine che molto probabilmente non potranno usufruire del nuovo servizio perché le ore di ed. fi sica vengono effettuate separatamente). I più maliziosi sostengono che la nuova struttura andrà solamente a vantaggio del Lussana Basket. Ci sono però dei “ma”. La tesi del non utilizzo della palestra non regge: se ognuno di coloro che ha

vissuto prima di noi avesse fatto di questa frase la sua fi losofi a di vita, allora vivremmo ancora nelle caverne. Basta con questa società di egoisti, un po’ di altruismo. Inoltre ricordo che il “pallone” è una palestra provvisoria dal lontano 1983 (la solita roba all’italiana) e che – sostiene ancora il preside - «riscaldarlo costa moltissimo, c’è una oggettiva mancanza di sicurezza per gli studenti, al punto che i vigili del fuoco si sono rifi utati di rilasciare le necessarie certifi cazioni di conformità». Non so voi, ma io preferirei essere a regola con la legge. In più la nuova palestra sarà ad alto livello tecnologico con basso impatto ambientale e a norma per il risparmio energetico. Più di così, si muore. Inoltre il tetto sarà coperto d’erba e quindi potrà essere usato dagli studenti che così avranno più verde (considerando che ora praticamente non ce n’è è un buon passo avanti). Cosa vi costa dare dieci,venti euro per la causa? Si tratta di due pacchetti di sigarette in meno, di una maglietta di Zara, di un libro, o di una settimana di giornale. Già, i giornali...ne avete mai letto uno?.

Roberto Pinotti

Nicola Falbo

La mattina di mercoledì 16 marzo i sarpini sono arri-vati alla loro scuola trovandovi qualcosa di insolito. Al posto della bandiera italiana, situata al margine della terrazza, era stato issato il “Jolly Roger”, co-nosciuto comunemente come la bandiera dei pirati.Una trovata che non è certo piaciuta alla dirigenza, che ha provveduto in meno di un’ora a ripristina-re la consueta situazione e a far passare per tutte le classi una circolare con oggetto: “Vilipendio alla

bandiera”. I toni della circolare, che qualche stu-dente conserva come trofeo, erano piuttosto forti, ed esprimevano tutto il dissenso legato all’evento, defi nito “ben lontano dall’essere un atto di goliar-dia”. Inoltre si aggiungeva che è stata sporta denun-cia contro ignoti presso il Comando dei Carabinieri. Incombe quindi una possibilità di sanzione civile sopra coloro che si sono resi responsabili del fatto.Nella scuola l’evento ha suscitato un particola-re interesse, ingrandito probabilmente dalla vee-menza con cui è stata scritta la circolare stessa. La reazione della maggioranza degli studenti esprime, se non proprio solidarietà, almeno “non-dissenso” riguardo l’accaduto, ritenendo che si tratti più di una ragazzata. Dall’altra parte abbiamo una minoranza, composta di fatto solo da qualche professore (perché fra i docenti c’è anche chi se la ride), che esprime invece una preoccupazione mol-to forte per la leggerezza con cui è vissuto il fatto.

Una situazione abbastanza ambigua: certo è che, fra Jack Sparrow che cerca la fonte del-la giovinezza in un liceo classico e una denun-cia civile, ci deve pur essere una via di mezzo.Pare in ogni caso affrettato sostenere che un ge-sto simile sia un atto goliardico, poiché compiuto in un tale contesto (il giorno prima del 150° an-niversario dell’unità del Paese) assume una cer-ta connotazione politica, si potrebbe osservare. Qualcuno ha ben osservato che è anche diffi ci-le capire come mai i “colpevoli” abbiano volu-to prendere di mira una struttura scolastica per esprimere un disagio che sembra invece riguarda-re l’insoddisfazione politica dell’unità del paese, come a dire “non c’è proprio nulla da festeggiare”.In uno stato di tale incomprensione e di giudizi trop-po affrettati, possiamo almeno tutti intanto ringrazia-re gli esecutori del gesto di non aver fatto sventolare il Sole delle Alpi o qualche altro simbolo politico.

(segue da pag 1)

...sia dovere della provincia occuparsene; c’è chi sta in silenzio. Forse, per situazioni di questo tipo, la terza opzione è la migliore.Per zittire coloro che credono che la tragedia del Lo-renteggio sia roba vecchia, da non considerare, da riporre in un cassetto come i vestiti che non si metto-no più, ricordiamo due episodi che hanno segnato le nostre cronache negli scorsi anni: il primo, il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia a causa di un terremoto nel 2002, nel quale hanno perso la vita ventisette bambini e una maestra e per il quale la Corte di Cassazione ha condannato defi nitivamente costruttori, progettisti, tecnico comunale e sindaco dell’epoca; il secondo, la morte di un diciassettenne e il ferimento di altri quattro studenti presso il Liceo Scientifi co Darwin, vicino Torino, a causa di un ce-

SARPI: Vilipendio alla BandieraJack Sparrow all’arrembaggio del Sarpi

dimento del soffi tto.È impensabile che dei giovani possano morire a scuola, quel luogo spesso a noi ostile che, allo stesso tempo, dovrebbe sempre garantirci sicurezza, quasi protezione, solo per l’ineffi cienza di terze persone. Ci sentiamo sempre dire che noi siamo il futuro, la generazione che verrà, noi saremo quelli che ve-dranno innumerevoli persone e faranno un’infi nità di cose, ma se non si investe su di noi, chi ci darà la possibilità di realizzare ciò che ci hanno predetto?Vogliamo occupare le pagine dei giornali, conosciuti o totalmente ignoti che siano, perché le nostre azio-ni sono state importanti, perché avevano qualcosa da dire, non perché, un giorno, il offi tto, il muro, la noncuranza della gente, sono stati più veloci di noi.

FALCONE: Macchie di umidità (e non solo) che popolano il nostro soffi tto

Ma io 2011 gi 2

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Page 3: 2011_05_Maggio

Notizie flashROMA:

Costituire degli eserciti regionali, sul modello della

Guardia nazionale americana, che siano pronti a in-

tervenire in caso di calamita’ naturali, di gravi atten-

tati, di incidenti alle infrastrutture o ai siti produttivi

e per mantenere l’ordine pubblico qualora il Con-

siglio dei ministri o i Governatori regionali lo deli-

berino. E’ questo l’obiettivo che si propone di rag-

giungere la Lega con la proposta di legge presentata

il 15 marzo ed annunciata il 4 aprile alla Camera.

PALERMO:

Il volume d’affari che muove la criminalità or-

ganizzata nei 27 Paesi dell’Ue e’ di 311 miliardi

di euro. Denaro proveniente da traffi ci di droga,

prostituzione, contraffazione, armi, tratta di esse-

ri umani e rifi uti. Circa l’80% di questi traffi ci e’

concentrato nel cuore produttivo dell’Europa, con

una quota maggiore in Spagna (90,1 miliardi), se-

guita dall’Italia (81,5) e dalla Gran Bretagna (45,2).

BRUXELLES

Con l’avvio del primo round dei negoziati Onu sul-

l’emergenza clima dal summit di Cancun a dicembre,

in questi giorni a Bangkok fi no all’8 aprile, torna a

farsi sentire la voce dell’Unione mondiale per la con-

servazione della natura (Iucn), la maggiore organiz-

zazione che si occupa di conservazione, che punta i ri-

fl ettori sul nodo del cosiddetto “Green climate fund”.

Questo fondo dovrebbe assistere i paesi poveri nelle

azioni di adattamento agli impatti dei cambiamenti

climatici, ma anche nello sviluppo delle economie

locali in maniera sostenibile e “amica del clima”. .

GRAN BRETAGNA

Gli specchi dei camerini di molte fi liali sono dima-

granti. Le donne protestano. Come accorgersene?

Mettendo un oggetto rotondo di fronte allo specchio

e accertandosi che non risulti ovale!Secondo specia-

listi di specchi consultati dal giornale ci sono mille

espedienti per rendere uno specchio piu’ magico del

normale: in alcuni casi, ad esempio, la superfi cie

viene impercettibilmente colorata per dare a chi si

guarda l’impressione di una leggera abbronzatura.

a cura di Laura Carminati, Silvia Conti e Michael Pakvis

Maggio 2011 - pagina 3

VENEZIA, 2 APR

Con un colpo di fucile: così è stato ucciso un

delfi no, la cui carcassa è stata trovata sulla spiaggia

del Lido di Venezia. L’esemplare, della specie

‘tursiops truncatus’, lungo 270 centimetri, sarebbe

stato colpito, mentre si trovava in Adriatico, forse

per gioco o solo per soddisfare la voglia di prede di

un bracconiere. A trovarne la carcassa del delfi no è

stata nei giorni scorsi un’equipe dell’Ismar-Cnr, che

ha provveduto a segnalare l’episodio agli esperti

del Museo di storia naturale di Venezia. Il proiettile

di fucile ha trafi tto il polmone destro del delfi no,

causandone la morte.

WYOMING

La cittadina Buford vanta il merito di essere

popolata da un solo abitante. Il fortunato è un

sessantenne che vi si trasferì con la moglie per

scappare dalla caotica Los Angeles. Ora vive

in solitudine sulle montagne, a 2500 m sul

livello del mare, ma sembrerebbe felice perché

a Buford giungono mille visitatori al giorno

per visitare questo curioso villaggio.

(segue da Pag 1)

Sono arrivato in Consiglio comunale nel 1999 e ci

sono rientrato poche settimane fa dopo una lunga

esperienza a contatto con i giovani attraverso l’O-

ratorio (è scandalo dirlo?) e la cooperazione inter-

nazionale, quindi non proprio digiuno rispetto ai

temi e ai problemi caratteristici dell’età giovanile.

Premetto una cosa: non sopporto sentir parlare

di disagio giovanile, mi piace parlare di mondo

giovanile all’interno del quale c’è anche il disa-

gio; ma parlare solo di quello come se i giovani

non fossero altro che portatori di problemi e ne-

gatività mi pare eccessivamente riduttivo per non

dire svilente delle potenzialità proprie dei giovani.

Detto questo, perché all’inizio ho parlato di gioia

e rabbia? Perché questa è una città che sicuramen-

te ama poco (e sono buono) i giovani, li vorrebbe

sì ma silenziosi, tranquilli, attentissimi al culturale

e per nulla al divertimento; in pratica tutti uncinet-

to e musei. So che qualcuno sta sorridendo, ma la

realtà è questa: qualcuno ha avuto da ridire anche

sul Polaresco, sui concerti al Parco della Truc-

ca che non sono iniziative giornaliere, ma pret-

tamente estive e contate sulle dita di una mano.

Alcuni passi avanti sono stati fatti, ma veramente

troppo pochi: se quelli della mia età (cinquanta e

poco più) sostengono che questa è una città “mor-

ta” stiamo ancora a chiederci come la pensano i

giovani? Il problema è che ogni volta che sollevo

il tema c’è sempre qualcuno che mi dice: ”vorrei

vedere se avessi un locale sotto casa tua come la

penseresti”. E’ vero, ma allora siamo senza uscita?

Credo proprio di no, il problema penso stia nel

cammino che tutti dobbiamo compiere nel com-

prendere le ragioni dell’altro difendendo le no-

stre: che signifi ca, per i giovani accettare anche

compromessi sugli orari e per gli adulti non pre-

tendere che gli orari siano da coprifuoco bellico.

Anche perché il risultato è che i giovani non

stanno a casa, migrano verso Milano o Brescia

aumentando i problemi, sentendosi espulsi dalla

loro città e nel contempo Bergamo è vuota. La

gioia e la rabbia devono trovare un punto d’intesa

e ognuno, per la parte di competenza deve svolge-

re il proprio ruolo. Allora le street parade vanno

bene, i disastri no, perché poi il dialogo si chiude.

Naturalmente il discorso è lungo e lo spa-

zio è poco, penso comunque di aver spiega-

to che sono favorevole a una città più gio-

vane, pur nel rispetto di tutti che è, appunto,

rispetto anche delle giovani generazioni.

Se queste quattro righe apriranno un dibattito sarò

contento e naturalmente disponibile al confronto!

Marco Brembilla

Consigliere Comunale a BG

Gioventù a Bergamo

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referendum su

iniziativa popolare

Maggio 2011 - pagina 4

NUCLEARE?Il 24 febbraio 2009 Italia e Francia hanno ! rmato un patto che prevede la cooperazione tra i due Paesi sulla produzione di energia con l'atomo e apre la strada alla costruzione in Italia di quattro centrali di terza generazione. E dal quel giorno è iniziata una disputa ideologica tra pro atomo e contra atomo. Coloro che sono per l'energia nu-cleare portano a vantaggio della loro tesi questi argomenti: l'energia derivante dall'atomo è illimi-tata, sicura, pulita e costa poco. Ma è vero?ILLIMITATA. Una centrale nucleare – ce lo spieg-ano Zabot e Monguzzi nel libro Illusione nucleare (Melampo Editore) - serve per produrre energia elettrica. Lo fa facendo girare una turbina che è azionata dal vapore prodotto dal riscaldamento di acqua. Questa può essere riscaldata con vari com-bustibili: uranio arricchito, carbone, gasolio gas, legna, biomasse. Nel nostro caso usiamo l'uranio arricchito. Questo elemento è presente nella crosta terrestre, come il petrolio, e non essendo rinnovabile prima o poi ! nirà. Infatti con le cen-trali attualmente in funzione le riserve sono state stimate tra i trentacinque e i settant'anni, quindi mediamente cinquanta anni. Senza contare il fat-to che la Cina ha intenzione di costruire nei pros-simi anni ben cento reattori. Inoltre già adesso l'uranio estratto dalle miniere attuali non è suf-! ciente a coprire la domanda e si ricorre alle sco-rie nucleari accumulate durante la guerra fredda negli armamenti. Con l'aumento della domanda il prezzo dell'uranio salirà alle stelle e si andrà a cer-carlo anche in giacimenti marginali come quello che abbiamo in Val Seriana. Non bisogna dimen-ticare che l'uranio è più scarso del petrolio, e in base alla legge della domanda e dell'o& erta sarà molto più lucrativo del petrolio e potrà far guad-agnare un sacco di soldi a chi investirà in questa risorsa. Basti pensare che dal 2004 al 2008 i prezzi dell'uranio sono aumentati dell'850%.URANIO. L'uranio è un minerale che per essere utilizzato nei reattori deve essere prima estratto dalle miniere e poi arricchito. Il trattamento dopo l'estrazione è lungo e laborioso e necessita di grandi quantità di acido solforico, ammoniaca, acido nitrico, cloruro di bario, oltre che di ingenti quantità di acqua (La Olympic Dam, Australia, per produrre 4 mila tonnellate all'anno di uranio consuma 30 milioni di litri di acqua al giorno). Alla ! ne si ottiene lo yellowcake (i maggiori produttori, nel 2007, sono stati Canada, Aus-tralia e Kazakhstan). Poi l'uranio deve essere ar-ricchito, cioè bisogna aumentare la concentrazi-one dell'isotopo ! ssile dell'uranio 235. Perchè? l'uranio naturale è composto da tre isotopi: 234U, 235U, 238U. Quest'ultimo è il più abbondante (99,3%) mentre quello che serve a noi (235U) è fermo allo 0,7%. Per poter far funzionare un re-attore la concentrazione dell'isotopo 235U deve passare dallo 0,7% al 3,5% per i reattori ad acqua bollente (Bwr) o pressurizzata (Pwr), mentre al 5% per quelli di terza generazione (come quelli

che si dovrebbero costruire in Italia). Questo processo di arricchimento produce anche uranio impoverito (cioè quando il valore di 235U è allo 0,2%) che è dannoso per l'uomo, e quindi deve essere stoccato (cioè sigillato) e questo processo costa molto.PULITA. Tutti questi processi inquinano l'ambiente (immaginate solo le enormi quantità di spazio che servono per una miniera), e produ-cono CO2. Infatti i macchinari per l'estrazione e l'arricchimento consumano parecchio combusti-bile fossile e quindi emettono anidride carbonica. Un docente e un ! sico nucleare olandese (Van Leeuwen e Smith) hanno calcolato che il consumo di energia fossile per questi processi di fabbricazi-one è così grande che la quantità di CO2 emessa è paragonabile con quella emessa da un equivalente ciclo combinato (cioè quando il vapore fa ruotare la turbina) a gas naturale. Secondo il ! sico Spreng per ogni 1000 kWh di energia elettrica prodotta occorre consumare 250 kWh di idrocarburi, con le relative emissioni inquinanti. COSTI. Un grosso problema del nucleare sono i costi. Infatti non vi è una società privata che investa nell'atomo senza prima essere sicura di avere un'ampia copertura ! nanziaria sia dalle banche che dai governi (cioè soldi nostri). I costi si possono suddividere in costi per realiz-zare la centrale, per mantenerla e+ ciente, per produrre energia elettrica e per il combustibile. A sua volta vanno suddivisi in costi ! ssi e costi variabili. I primi comprendono il costo per la costruzione dell'impianto vero e proprio, il costo degli interessi del prestito che le banche hanno fatto, il costo dell'a+ dabilità dell'impianto, i costi dell'assicurazione per responsabilità civ-ile verso terzi. Non dimentichiamoci i costi per lo smantellamento ! nale dell'impianto e quelli per con! nare le scorie radioattive. I costi vari-abili, invece, comprendono la manutenzione e l'approvvigionamento del combustibile. Secondo la Fpl company (compagni elettrica che dà ener-gia alla Florida e dintorni) il costo di un impianto di due unità è di 13 o 14 miliardi di dollari. Anche lo smantellamento di un impianto, che di norma

deve andare avanti per circa centoventi anni, costa molto: nel 2007 è stato calcolato intorno ai 104 miliardi di euro. Ma per il quinquennio 2008-2013 è previsto un aumento del 24% rispetto al 2006.SCORIE. Abbiamo già accennato dell'uranio impoverito, ma non dobbiamo dimenticarci dell'uranio usato nei reattori, della sistemazi-one delle miniere non più produttive e della ri-quali! cazione delle aree dove sorgono le centrali stesse. Ognuno di questi processi comprende un certo numero di attività industriali. Quindi con-sumo di elettricità, combustibili fossili, acqua, sostanze chimiche, ed emissione di Co2 per la gioia dell'e& etto serra. Non bisogna dimenticare che il combustibile nel reattore non si può togliere appena la centrale ! nisce di funzionare perché si deve ra& reddare (ci mette circa 10-15 anni) e quindi servono altre quantità ingenti di acqua. Altra cosa di rilievo è che non esistono siti sicuri sulla terra per sigillare le scorie (cioè non c'è un posto in cui non ci sia acqua, che può diventare radioattiva a contatto con il materiale). Il costo per lo smantellamento dei reattori e delle scorie delle centrali italiane è stato ipotizzato in 4,5 miliardi di euro, peraltro solo parzialmente stanziati.I punti critici e soprattuto le incognite sono troppe per puntare su un futuro nucleare. A meno che si costruiscano reattori di IV generazione. Ma se non riusciamo a risolvere il problema ri! uti,

dove vogliamo andare?

bombe atomiche di Roberto Pinotti

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Come tutti sanno il 12 e il 13 giugno gli italiani sa-ranno chiamati ad abrogare tramite il referendum due articoli di legge che a vario titolo concernono il Servizio Idrico Integrato. Quindi è super" ciale e pericoloso parlare di “ACQUAPUBBILICA” in quanto con il termine Servizio Idrico Integrato si intende (nella cosiddetta Legge Galli del 5 gen-naio 1994)il “costituito dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazi-one delle acque re# ue”; tale servizio va gestito all’interno di Ambiti Territoriali Ottimali; men-tre con il termine “ACQUAPUBBILICA” traspare solo il concetto di un servizio di captazione,di adduzione e di distribuzione, che sono i “meno” costosi e quelli più sorvegliabili (ci rendiamo subito conto se abbiamo l’acqua in casa, ma pos-siamo ignorare che si scarichino acque inquinate nel sottosuolo del parco adiacente alla nostra ab-itazione). Tornando a noi, I due quesiti sull’acqua ai quali la Corte ha dato il via libera riguardano, nello speci" co: in primo luogo l’abrogazione delle norme del decreto Ronchi-Fitto sulle modalità di a& damento con gara a privati dei servizi pubblici di rilevanza economica; mentre il secondo quesi-to si occupa della cancellazione delle norme del governo Prodi sulla determinazione della tari* a del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito (cioè se io prevedo di attuare investimenti di “x” euro, io faccio pagare all’ utenza “x + tasso di interesse del mutuo + i soldi che mi spettano per garantirti

un servizio in quanto io mi assumo un rischio). Questo è un ragionamento ineccepibile, se gli in-vestimenti fossero realmente attuati. Ma badate bene poiché il discorso è complicato e molto am-pio: è fondamentale speci" care che la gestione idrica pubblica è stato un fallimento completo. Basti pensare all’Acquedotto pugliese: 20 mila km di rete (il più grande in Europa) che in tre anni è riuscito a contrarre 40 milioni di metri cubi di perdite, che sarebbero scese dal 37,7% al 35%; se aggiungiamo però le perdite amministrative il buco economico è vicino al 47%. E’ evidente che siano cifre improponibili nonostante il Catto Compagno N. Vendola de" nisca una bestemmia in chiesa il parlare di acqua privatizzata. Ma non è un problema che riguarda solo la Puglia: basti considerare che ogni anno (secondo un docu-mento della Confartigianato) il 30,1% dell’acqua in rete non arriva ai rubinetti; mentre se vogli-amo azzardare paragoni in Europa, in Germania le perdite non superano il 7%, dispersione poco al di sopra di quella naturale, ossia ineliminabile. Questo sottolinea l’ improcrastinabilità di e* ettu-are riforme sostanziali sulla strutturazione delle tubature e di voltare pagina con la mala gestione pubblica; ma anche garantire con un sistema privato l’approvvigionamento e lo smaltimento sicuro delle acque: dovrà essere sempre il pub-blico che dovrà controllare le gestioni che af-" da, senza creare (come " no ad ora è successo) situazioni di grave corruzione. “Tutto questo per ribadire che liberalizzare il servizio idrico nazi-onale, a& dandone la gestione anche ai privati e aprendo il mercato, è un principio che non può essere aprioristicamente respinto sull’altare di una sacra “gestione pubblica”, come se questa si rive-lasse migliore e più sicura. E’ necessario prima di tutto garantire adeguati controlli delle gare d’appalto con la supervisione di un Authority in-dipendente, regole certe e punizioni per chi e* et-tua un disservizio, ma è sbagliato anteporre uno stop preventivo all’ingresso di aziende private, frutto di un pregiudizio ideologico che si con-trappone a qualsiasi ipotesi di cambiamento e che condanna da anni l’Italia ad un sostanziale im-mobilismo economico e produttivo”(agoravox).

Fabio Fusco

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water gate

Nel diritto processuale penale italiano, il le-gittimo impedimento è l'istituto che per-mette all'imputato, in alcuni casi, di giusti" -care la propria assenza in aula. In questo caso è il giudice a decidere se è opportuno o meno rinviare il processo penale a nuova udienza.Secondo la nuova legge costituirà (se verrà ap-provata al referendum), per il presidente del consiglio e per i ministri, un legittimo impedi-mento quasiasi attività che si identi" chi con le funzioni di governo (art. 1, comma 1&3) e, in questo caso, il giudice sarà costretto a rinvi-are il processo a nuova udienza senza alcun

potere di giudizio (comma 4). Inoltre la pres-idenza del consiglio dei ministri potrà anche attestare che tale impegno è continuativo (cioè che dura un determinato arco di tempo) e quindi rendere inprocessabile il presidente o i ministri per un periodo massimo di sei mesi.Oggi la bufera si scatena a causa della dubbia costituzionalità delle modi" che e* ettuate alla legge ed è emblematico il fatto che proprio l'ex avvocato di Berlusconi (Carlo Taormina) a* ermi di aver sempre scritto leggi per proteggerlo dai magistrati e che tale norma è palesemente in-costituzionale e non è altro che un accorgimento

temporaneo in attesa che venga approvato il lodo Alfano-bis come legge costituzionale. Pare pro-prio l'ennesimo escamotage ideato dalle forze di governo al " ne di mantenere il nostro amatis-simo (soprattutto dalle donne...) presidente il più lontano possibile dalle aule dei tribunali, almeno " no alla prossima proposta di legge ad personam.

Filippo Peci

leggittimo

impedimento

per cosa si vota?

a) referendum popolare n. 1

Modalità di a& damento e ges-tione dei servizi pubblici di rilevanza

economica. Abrogazione;

b) referendum popolare n. 2

Determinazione della tari* a del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capi-tale investito. Abrogazione parziale

di norma;

c) referendum popolare n. 3

Nuove centrali per la produzi-one di energia nucleare. Abrogazione

parziale di norme;

d) referendum popolare n. 4

Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di le-gittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Min-istri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sen-tenza n. 23 del 2011 della Corte Cos-

tituzionale.

referendum su

iniziativa popolare

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Storia dei business ma! osi in Lombardia, tra le caciare dei politici e le avven-

ture di un boss settantenne in Val Seriana(Segue da pagina 1)

... più pericolosi e aveva il suo covo a Parre, in Val Seriana. Dalla sua biografi a

si capisce parecchio sulle origini della tormentata relazione mafi e-Nord Italia.

“Don Tanino” infatti, tra i primi a capire l’importanza di fare affari al nord,

operava in Lombardia dagli anni‘60, venendo arrestato più volte e rilasciato al-

trettante per problemi di salute, avendo una prostata grande così. Nella storia di

questo eccezionale emigrato meridionale compaiono poi altri boss pronti a dare

il loro prezioso contributo per fare della Milano anni’70 la capitale del narco-

traffi co europeo: ad esempio Ugo Martello, Tommaso Buscetta e anche Vittorio

Mangano, defi nito «testa di ponte dell’organizzazione mafi osa nel Nord Italia»

da Paolo Borsellino e noto per aver soggiornato due anni ad Arcore nella villa

di Silvio Berlusconi, allora rampante palazzinaro trentenne. Oggi però gli eredi

di questi pionieri della malavita hanno qualche problemino: oltre alla seccatura

della forze dell’ordine s’è aggiunta l’agguerrita concorrenza dell‘Ndrangheta,

anch’essa abituata a far affari Oltrepò, con la prima infi ltrazione datata 1954.

L’infl uenza delle ‘ndrine in Lombardia tuttavia fu pienamente compresa solo

col maxiprocesso del ‘95-97: traffi co di armi, droga e prostituzione erano solo le

basi per fare capitali da investire in appalti, alberghi, locali, imprese in fallimen-

to. Ma la marcia in più degli ‘ndranghetisti, oltre ai pochi pentiti, era che mentre

i malavitosi siculi si stabilivano al nord solo per concludere affari, i calabresi

qui creavano intere fi liali. Ad esempio la fi liale Lombardia di Carmelo Novella,

ucciso nel 2008 perché esigeva più libertà dalla cosca-madre calabra: fu sco-

perta nell’ambito della recente operazione Crimine guidata da Ilda Boccassini,

che ha portato all’arresto di 300 malavitosi e imprenditori collusi. Ricordando

comunque che la Commissione parlamentare antimafi a accerta attività di ‘ndrine

in tutte le 20 regioni, è bene citare i clan Pesce e Bellocco, i padroni della piana

di Rosarno, che tra mille attività gestiscono lo spaccio di droga a Bergamo e

che nel 2006 han subìto un duro colpo con l’operazione Onda Blu, subendo 54

arresti in 8 città (tra cui Bergamo). In una situazione così grave però ha suscitato

clamore che a parlarne fosse Roberto Saviano (con indubbi meriti) in tv, rice-

vendo commenti entusiastici e critiche feroci, mentre purtroppo le mafi e al nord

operano da decenni –e l’ha ribadito anche il Ministro all’Interno Maroni in Vieni

via con me–. Ma allora non è più drammatico il fatto che per anni l’informazione

ha sottovalutato il fenomeno, mentre il milanese medio e il romano de’ Roma

credevano che la mafi a fosse un problema del sud e non di tutti gli italiani?

Daniele Gisus Tarolla

La guerra in Libia è illegittima secondo il diritto internazionale e secondo il di-ritto interno della Repubblica Italiana. Anche questa volta si è cercato di interpretare in senso interventista non solo la Carta delle Nazioni Unite, ma, e questo è anche peggio, l’ormai pluricitato articolo 11 delle nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di o" esa alla libertà degli altri pop-oli e come mezzo di risoluzione delle contro-versie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni in-ternazionali rivolte a tale scopo.” È verissimo

che, de facto, l’articolo 11 non vieta gli inter-venti autorizzati dall’Onu, o da tutti quelli or-ganismi che favoriscano e assicurino la pace, è anche ovvio, però, che tale articolo (per sua natura non interventista, “L’Italia RIPUDIA la guerra” leggiamo, non “mha, all’Italia la guerra non è che ci piaccia tanto”) non potrebbe mai autorizzare un intervento di tipo o" ensivo da parte dello Stato Italiano. Per quanto riguarda l’interpretazione della Costituzione penso non ci siano dubbi, ma viste alcune opinioni circolate in proposito è stato, credo, meglio speci& care.L’interpretazione della guerra in Libia alla luce del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite potrebbe es-sere forse un po’ più complicata. Potrebbe. Se diamo un’occhiata alla risoluzione del 17 marzo con la quale si è istituita la “no-+ y zone” si trovano delle violazioni evidenti sia della Carta che del diritto internazionale vigente. Il comma 7 dell’articolo 2 della Carta infatti così dice: “nessuna disposizione del presente Statu-to autorizza le Nazioni Unite ad intervenire in questioni che appartengano alla competenza interna di uno Stato”, essendo quella libica una guerra civile (interna, non transnazion-ale) non vi può essere alcuna autorizzazione

del Consiglio di Sicurezza che legittimi l’uso militare in questa situazione, inoltre sempre nella Carta delle Nazioni Unite all’articolo 39 viene speci& cato che il Consiglio di Sicurezza può autorizzare l’uso della forza militare solt-anto dopo aver accertato l’esistenza di una minaccia internazionale della pace, di una vi-olazione della pace o di un atto di aggressione (da parte di uno Stato contro un altro Stato); di violazioni della pace tra gli Stati non ne sono state accertate, anzi i più maliziosi tra voi potrebbero dire che questa violazione è stata portata avanti da U.S.A. e gli alleati europei coinvolti. Nella famigerata risoluzione 1973 del 17 marzo viene, poi, citata a più riprese una responsabilità di protezione inventata nel-la risoluzione 1674 del 28 aprile 2006, molto contestata a suo tempo poiché, inutile dirlo, il Consiglio di Sicurezza non è fonte di diritto.Poi possiamo discutere se esistano o meno “guerre giuste”, ma rimane il fatto che questa guerra è illegittima secondo il diritto internazi-onale e quello italiano. L’augurio ora è che il pop-olo libico sia l’unico vincitore di questo con+ itto.

Fabio Ronchetti

Maggio 2011 - pagina 6

Una questione spinosa

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InfoAstri Ariete questo è il vostro mese!!!!sarete totalmente coinvolti nelle vostre relazioni amorose e in ambito scolastico non avete nessun problema!La vostra salute è di ferro e siete in perfetta forma per affrontare a testa alta la prova costume

Toro

viva l’amore e ciò che riesce a portare con sé,soprattutto ciò che riesce a farci diventa-re! Questo mese vi saranno novità in ambito

affettivo,nuovi incontri entusiasmanti in vista!

Basta pensare solo a voi stessi! Esiste un mondo all’infuori di voi ed è ora che lo scopriate!Iniziate ad impiegare le vostre energie per qualcosa di più costruttivo e,se possibile,siate più empatici con gli altri!

è ora di svegliarsi dal letargo!!!è fi nito l’inverno,è ora di divertirsi e dare sfogo alla vostra fantasia e sorprendere chi vi ha sempre sottovalutati e ignorati.In amore è ora di dimostrare quanto valete,è il momento giusto per farsi avanti

Vergine avete lavorato sodo fi no ad adesso,è ora di prendersi una pausa! Siete troppo stressati e questa situazione è causa di motivi di disagio con amici E famigliari.SCIALLATEVELA UN PO’!

è inutile che cercate l’a-

more cari amici della bilancia, quando è il mo-

mento verrà lui da voi!!smettete di sprecare le

vostre energie inutilmente e iniziate ad avere

una visione più ampia della vita e di voi stessi!

Scorpione

novità in vista,ma sono per gli audaci,è opportuno iniziare ad usare tutte le vo-stre energie per raggiungere i vostri obiettivi!in questo mese vi saranno alti e bas-si in amore,che cambieranno a secon-da della vostra predisposizione d’animo.

Sagittario avete riacquistato molta sicurezza e tut-to sembra procedere per il meglio…. L’u-nica pecca?fate sport!!si avvicina l’estate

Questo mese è necessario che sfruttiate al massimo le vostre energie per far fronte ai numerosi problemi che vi si parano davanti …. Non vi preoccupate,il vostro cari-sma e la vostra forza d’animo vi aiuteranno ad affrontare degnamente queste situazioni!

Acquario

in questo mese i vostri problemi scolastici e famigliari miglioreranno e questo vi permetterà di rilassarvi e VIVERE! Sul fronte dell’amore,mi dispiace,non siete fortunati!forse è meglio lasciar perdere!

Pesci la vostra situazione sentimentale è perfetta e avete trovato il partner giusto per voi;l’unica pecca del mese è la vostra incapaci-tà di gestire i vostri numerosi impegni,causando il mancato compimento alcuni di essi.È giunto il momento di prendersi un agenda

Cancro aprite gli occhi e ca-pirete davvero cosa e chi vi sta intorno.questo mese non avrà su di voi un ottimo effetto,poiché sarete molto irritabili,questa situazio-ne si ripercuoterà sulla scuola. Calmate i vostri nervi!

Maggio 2011 - pagina 7

a cura di Cloe e Anna

Gemelli

BilanciaLeone

Capricorno

Poscia abbandonata a morfeo la mente,sognai’ na donna gnuda assai abbondante,ma ecco che m’apparve iddio l’onnipopente.

Egli mi disse”tu hai da far per me cosa importante:divulgar a la gente il principio del tuttocosì da esser di fede il gentil fante”

io imprecai perché il sogno osè fu così interrutto,ma egli leggendo la mia blasfe-mia mentaledisse “preferisci forse assistere del primo genito il lutto?”

beh!mis’io subitana mano al genitale.Forse è mei tener lo capo chino“a pensar bene la tua proposta non è male”

Diss’io a colui che fe nube e mattino,allor ratto cominciai a narrare

mosso da furor non umano ma divino

come l’onnipotente fe a creare(ditelo al giudeo monia di ovadia)La terra e ciò che le continua intorno a girare:

il tutto cominciò per noiaquando i santi fecero in mattina,tra vino e dadi in gran baldoria,

un’ epica battaglia di cucina.Tutti gli angeli, allor uniche entità,chiesero al sommo, che tutto domìna,

se defi nisse lor con bontàla cucina, poiché mai in prece-denza,nella loro elisiaca e eterea realtà

ne avevano avuto esperienza.Indi iddio colto l’errore mador-naleSussultò “ sì, cioè in essenza…”

E bofonchiò caoticamente qual

animaleCosì che nessuno colse la sua idea.Allora gabriele “ non vorrei sembrar educato male,

ma il pensier è oscuro e non l’è opinion sol mea.Allor dio per fornir fulgido esempioInveì “se insistete chiamate l’IKEA!

Questa arreda tutto il mio tempio,con spese assai bassepoiché il montaggio da me l’adempio

e poi sapete…io non pago tasse”;allor gli angeli scelsero il model-lo in frettae questa arrivò in gran casse,

per pagarla fecero na collettadio, genovese, non partecipò al pagamento,dicendo” crisi! Periodo di bol-letta!”

ma nessun contestò tal argomento

La Genesi di Fabio Fusco

poiché l’era lui il capocciae scriveva lui il regolamento

lui decide chi si promuove e chi si bocciachi va al paradiso chi all’infernochi va su in alto chi in saccoccia.

Il sol lucifero, gran vermo,osò per sfi da protestareguadagnandosi un posto nell’a-verno.

Egli rispose “ però saria tu a montare!”Il sommo accettò l’obiezionePensando fosse facile affare.

(to be continued)

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Cruciverbolo DSAS

2 La societa`che ornisce i nu-meri verdi – 9 Uno che non ha tutte le rotelle a posto – 11 Ha i gusti dello sciacallo – 14 Le ultime di dieci – 15 Un fritto del ristorante – 17 L’e degli in-glesi – 19 Il ! orellino di Parma – 21 Molte veline posano per realizzarlo – 23 Gli arteici del giornale – 24 Sono uguali in terra – 26 Caverne, spelonche – 27 Si ra" orza con il mai – 28 L’ultimo giorno che abbiamo vissuto – 29 Lo alimentano gli scarichi delle auto

Orizzon-

1 Si attacca all’amo – 2 Viene prima della U – 3 E cosi`via – 4 In quel luogo – 5 Un alieno del cinema – 6 Piacerebbe fare il proprio – 7 Poveri e sventurati – 8 Le estremita`del Koala – 10 Superare l’avversario – 12 Sono decimi di kilo – 13 A conoscenza di tutti – 16 Di buon umore – 18 Ha i punti sulle facce – 19 Le cime dei monti – 20 Un undici di nerazzurri – 22 Formano il perimetro – 23 Iniziali di Gere – 25 Un esperto contabile (abbr.) – 27 Nei gomiti e nelle gambe.

Verticali

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La redazionePiergiorgio CampoleoniFrancesco ChiesaDaniele MolinaroSo! a FerriRoberto PinottiDaniele Yesus TarollaFabio FuscoLaura CarminatiFabio Peci

Claudia CacciaMarco GrazioliTommaso MocchiNicola FalboAnna ColomboIlaria BonassoliSilvia ContiFrancesca Pirola

Gra! ca a cura di Daniele Molinaro e Francesco Chiesa