2011 04 27, orbecchi, la stampa, emozioni e gelidi computer

2
UN MANUALE DA ZERO A CINQUE ANNI: «ATTENTI A CIÒ CHE FATE. E’ QUESTO IL PERIODO DECISIVO CHE INFLUENZERÀ TUTTA LA LORO VITA» Consigli per il cervello dei figli Musica, emozioni e niente bugie: che cosa rivelano le ultime ricerche ELISA FRISALDI C he cosa devo fare per proteggere lo sviluppo di mio fi- glio durante la gra- vidanza?Comecisi devecomportaredifronteaun bambino di quattro anni che racconta una bugia ogni due ore? Quali comportamenti de- vo seguire perché mio figlio possa essere felice? E anche in- telligente? Gli scienziati inizia- noadareleprimerisposte. Molte sono raccolte nel sag- gio «Naturalmente intelligen- ti», che rivela, attraverso aned- doti affascinanti e divertenti, le tappe dello sviluppo del cer- vello dalle prime settimane fi- no ai cinque anni e spiega co- me fare in modo che tutto av- venga senza intoppi. L'autore, John Medina, professore alla University of Washington, si occupa di biologia molecolare e dello sviluppo, è un appassio- nato di genetica dei disordini psichiatrici ed è il papà di Josh e Noah, due ragazzi alle soglie dell'adolescenza. LE PROVE. «Ciò che si fa nei primi cinque anni di vita di un figlio - e non solo nel primo an- no - influenzerà profondamen- te il suo comportamento adul- to», sottolinea. E a dimostrare quanto l'ambiente può essere importante nell'educazione dei bambini è l'«HighScope Perry Preschool Study», una ricerca cominciata nel 1962 che ha coperto quattro decen- ni di vita di 123 bambini del Mi- chigan, a partire dall'età pre- scolare. Non si deve dimentica- re, però, che nessun tipo di educazione potrà mai cambia- re il fatto che il 50% delle po- tenzialità di un figlio sono il ri- sultato della sua componente genetica. «La buona notizia è che, in veste di genitori, altro non si può fare se non del pro- prio meglio. Detto questo, so- no convinto, anche come gene- tista, che si possa esercitare sul comportamento dei figli un' influenza molto maggiore di quanto in genere si pensi». Un compito impegnativo che ha radici inscritte nell'evoluzione. L’ESSERE BIPEDI. Torniamo indietro a quando l'Homo sa- piens ha dovuto sviluppare un restringimento del canale pel- vico per riuscire mantenersi in equilibrio su due gambe. Per le donne ciò ha significato parti dolorosi, spesso con esito fata- le. Si è quindi rapidamente messa in moto, secondo quan- to teorizzato dai biologi evolu- zionisti, una sorta di competi- zione tra l'ampiezza del canale pelvico e le dimensioni del cer- vello. Risultato finale? I neona- ti vengono alla luce con un cer- vello non del tutto sviluppato e quindi non possono sopravvi- vere in assenza di cure paren- taliattenteecontinue. Se la sopravvivenza rappre- senta per il cervello la massi- ma priorità, la sicurezza è l'espressione più importante di tale bisogno. Può essere sconcertante rendersene con- to, ma i neonati tengono d'oc- chio il comportamento dei ge- nitori sin dall'istante in cui ven- gono al mondo. «Qualcuno mi sta toccando? Qualcuno mi nu- tre? Chi sono i miei riferimen- ti?». I bambini hanno a disposi- zione una ristretta finestra temporale per creare dei lega- mi sicuri e di dipendenza «pro- duttiva» con le persone che in quel momento si prendono cu- ra di loro. Se ciò non accade, possonosubiredanniallasfera emozionale con effetti anche a lungo termine. «L'attaccamen- to alle figure di riferimento può avvenire nei confronti di qualsiasi adulto che soddisfi i bisogni di sicurezza del bambi- no - dice Medina -. Indipenden- tementedalgeneresessuale». L’INTELLIGENZA. Il professo- re ritiene siano ben cinque gli ingredienti fondamentali della nostra intelligenza, nessuno dei quali misurabile dagli at- tuali test del QI: desiderio di esplorare, capacità di con- trollare i propri impulsi, cre- atività, comunicazione verba- le e capacità di verbalizzare le emozioni. Grazie agli studi che lo psi- cologo Walter Mischel fece al- la fine degli Anni 60, sappiamo che per un bambino la capaci- tà di controllare il proprio desi- derio di gratificazione, come resistere per 15 minuti alla ten- tazione di assaggiare una dol- ce, è un fattore predittivo del futuro rendimento universita- rio, assai migliore del QI. Indi- ca in che misura il bambino è in grado di filtrare i pensieri di- straenti, concentrandosi inve- ce sull'obiettivo principale. Inoltre, quanto prima un bambino impara a dare un no- me alle emozioni che prova, in- vece di esserne sopraffatto, tanto più sarà in grado, da adulto, di stabilire relazioni empatiche e profonde con gli altri. Insomma, avrà una chan- ce in più per essere felice. «Se i vostri figli sono circondati da persone che sanno parlare di ciò che provano, anche loro im- pareranno a verbalizzare le emozioni e questo si rivelerà utilissimo per voi quando loro entreranno nella pubertà!», confessaMedina. LA PRATICA. Ci sono suoni e odori che hanno un miracoloso effetto calmante su vostro fi- glio e possono diventare anti- doti per le crisi di pianto. Pro- babilmente si tratta degli sti- moli che il bambino ha percepi- to mentre era nell'utero e che quindi gli trasmettono prote- zioneesicurezza. Un’altra informazione pre- ziosa riguarda le bugie. A quat- tro anni i bambini ne dicono una ogni due ore circa; a sei una ogni 90 minuti. Il gioco ini- zia quando, intorno ai 36 mesi, si rendono conto che i genitori non sono sempre in grado di leggere nella loro mente. Con piacere (oppure orrore) sco- prono di poter dare false infor- mazioni senza che, necessaria- mente, papà e mamma se ne accorgano. «Non vedo niente di sbagliato nel riprendere un bambino che racconta bugie, ma questo rimprovero rag- giunge la massima efficacia se gli adulti smettono di menti- re»,aggiungelostudioso. LA PSICHE. Un altro suggeri- mento riguarda la psicologia: con la nascita di un figlio, per la coppia, è probabile speri- mentare alcuni di quelli che il professore definisce i «quattro calici dell'ira»: carenza di son- no, isolamento sociale, carico ineguale di lavoro, depressio- ne. Le coppie che hanno rela- zioni solide, connotate dall'em- patia, hanno le più elevate pro- babilità di far crescere dei bambiniintelligentiefelici. Infine, mettete da parte i soldi per pagare 10 anni di le- zioni di musica: suonare uno strumento, cantare o ballare, purché la musica entri a far parte delle esperienze di vo- stro figlio. È dimostrato che questa pratica aiuta i piccoli a percepireleemozionialtrui. I Una «star» della matemati- ca racconta le nuove frontiere della sua disciplina. VACCARINO PAGINA 28 John Medina Biologo A CURA DI: GABRIELE BECCARIA REDAZIONE: GIORDANO STABILE [email protected] www.lastampa.it/tuttoscienze/ I colori che rendono la nostra vita piena di bellezza non esi- stono in natura, ma sono il prodotto dell' interazione tra alcune lun- ghezze d'onda e il sistema occhio-cervello.Nonostan- te questo dato, qualunque fisico continua a rimanere incantato dai colori di una giornatad'autunno. Sapere che certi feno- meni sono differenti da come appaiono non intac- ca il modo di percepirli, perché il cervello umano funziona a moduli relati- vamente indipendenti. La conoscenza cognitiva ri- guarda, infatti, parti del cervello differenti da quel- le coinvolte nella perce- zione, che continueranno a funzionare in modo so- stanzialmenteautonomo. Lenostrepeculiaritàsi sono sviluppate a contat- toconlanaturapercepita dall'Homo sapiens nel corso della sua evoluzio- ne e rimangono le stesse nel mondo odierno, da al- lora enormemente muta- to. Se perdessimo la di- mensione psicologica che ci definisce, e che si è for- mata per le esigenze dei cacciatori-raccoglitori da cui ci siamo evoluti e ade- guassimo il cervello alla tecnologia odierna, diver- remmo simili a dei gelidi computer. In altre parole diverremmodisumani. Fortunatamente, per come è strutturato il cer- vello, la cosa non può avve- nire.Laculturascientifica non può sostituire le sen- sazioniimmediate. MATEMATICA “Perché senza numeri non c’è futuro” I Quanto cambia il Dna «no- stro» e «loro»? Uno studio ribal- ta alcuni stereotipi. GRASSIA PAGINA 29 RUOLO: E’ PROFESSORE DI BIOINGEGNERIA ALLA UNIVERSITY OF WASHINGTON (USA) IL LIBRO: «NATURALMENTE INTELLIGENTI» BOLLATI BORINGHIERI TUTTO SCIENZE I Sta per partire: è un esperi- mento che cambierà il modo di concepire l’Universo. BECCARIA PAGINA 27 TUTTOSCIENZE Analisi MAURILIO ORBECCHI Emozioni e gelidi computer MISTERI Scimpanzé e umani: che cosa ci divide? FISICA I segreti del nuovo occhio sul cosmo NUMERO 1466 CONTINUA A PAGINA 28 25 MERCOLEDÌ 27 APRILE 2011

description

 

Transcript of 2011 04 27, orbecchi, la stampa, emozioni e gelidi computer

Page 1: 2011 04 27, orbecchi, la stampa, emozioni e gelidi computer

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - 25 - 27/04/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOSCIENZE/01 - Autore: GIOVIA - Ora di stampa: 26/04/11 21.15

UN MANUALE DA ZERO A CINQUE ANNI: «ATTENTI A CIÒ CHE FATE. E’ QUESTO IL PERIODO DECISIVO CHE INFLUENZERÀ TUTTA LA LORO VITA»

Consigli per il cervello dei figliMusica, emozioni e niente bugie: che cosa rivelano le ultime ricercheELISAFRISALDI

Che cosa devo fareper proteggere losviluppo di mio fi-glio durante la gra-vidanza? Come ci si

deve comportare di fronte a unbambino di quattro anni cheracconta una bugia ogni dueore? Quali comportamenti de-vo seguire perché mio figliopossa essere felice? E anche in-telligente? Gli scienziati inizia-no a dare le prime risposte.

Molte sono raccolte nel sag-gio «Naturalmente intelligen-ti», che rivela, attraverso aned-doti affascinanti e divertenti,le tappe dello sviluppo del cer-vello dalle prime settimane fi-no ai cinque anni e spiega co-me fare in modo che tutto av-venga senza intoppi. L'autore,John Medina, professore allaUniversity of Washington, sioccupa di biologia molecolaree dello sviluppo, è un appassio-nato di genetica dei disordinipsichiatrici ed è il papà di Joshe Noah, due ragazzi alle sogliedell'adolescenza.LE PROVE. «Ciò che si fa neiprimi cinque anni di vita di unfiglio - e non solo nel primo an-no - influenzerà profondamen-te il suo comportamento adul-to», sottolinea. E a dimostrarequanto l'ambiente può essereimportante nell'educazionedei bambini è l'«HighScopePerry Preschool Study», unaricerca cominciata nel 1962che ha coperto quattro decen-ni di vita di 123 bambini del Mi-chigan, a partire dall'età pre-scolare. Non si deve dimentica-re, però, che nessun tipo dieducazione potrà mai cambia-re il fatto che il 50% delle po-tenzialità di un figlio sono il ri-sultato della sua componentegenetica. «La buona notizia èche, in veste di genitori, altronon si può fare se non del pro-prio meglio. Detto questo, so-no convinto, anche come gene-tista, che si possa esercitaresul comportamento dei figli un'influenza molto maggiore diquanto in genere si pensi». Uncompito impegnativo che haradici inscritte nell'evoluzione.L’ESSERE BIPEDI. Torniamoindietro a quando l'Homo sa-piens ha dovuto sviluppare unrestringimento del canale pel-vico per riuscire mantenersi inequilibrio su due gambe. Per ledonne ciò ha significato partidolorosi, spesso con esito fata-le. Si è quindi rapidamentemessa in moto, secondo quan-to teorizzato dai biologi evolu-zionisti, una sorta di competi-

zione tra l'ampiezza del canalepelvico e le dimensioni del cer-vello. Risultato finale? I neona-ti vengono alla luce con un cer-vello non del tutto sviluppato equindi non possono sopravvi-vere in assenza di cure paren-tali attente e continue.

Se la sopravvivenza rappre-senta per il cervello la massi-ma priorità, la sicurezza èl'espressione più importantedi tale bisogno. Può esseresconcertante rendersene con-to, ma i neonati tengono d'oc-chio il comportamento dei ge-nitori sin dall'istante in cui ven-gono al mondo. «Qualcuno mista toccando? Qualcuno mi nu-tre? Chi sono i miei riferimen-ti?». I bambini hanno a disposi-zione una ristretta finestratemporale per creare dei lega-mi sicuri e di dipendenza «pro-duttiva» con le persone che inquel momento si prendono cu-ra di loro. Se ciò non accade,possono subire danni alla sferaemozionale con effetti anche alungo termine. «L'attaccamen-to alle figure di riferimentopuò avvenire nei confronti diqualsiasi adulto che soddisfi ibisogni di sicurezza del bambi-no - dice Medina -. Indipenden-temente dal genere sessuale».L’INTELLIGENZA. Il professo-re ritiene siano ben cinque gliingredienti fondamentali della

nostra intelligenza, nessunodei quali misurabile dagli at-tuali test del QI: desiderio diesplorare, capacità di con-trollare i propri impulsi, cre-atività, comunicazione verba-le e capacità di verbalizzarele emozioni.

Grazie agli studi che lo psi-cologo Walter Mischel fece al-la fine degli Anni 60, sappiamoche per un bambino la capaci-tà di controllare il proprio desi-derio di gratificazione, comeresistere per 15 minuti alla ten-

tazione di assaggiare una dol-ce, è un fattore predittivo delfuturo rendimento universita-rio, assai migliore del QI. Indi-ca in che misura il bambino èin grado di filtrare i pensieri di-straenti, concentrandosi inve-ce sull'obiettivo principale.

Inoltre, quanto prima unbambino impara a dare un no-me alle emozioni che prova, in-vece di esserne sopraffatto,tanto più sarà in grado, daadulto, di stabilire relazioniempatiche e profonde con glialtri. Insomma, avrà una chan-ce in più per essere felice. «Se ivostri figli sono circondati dapersone che sanno parlare diciò che provano, anche loro im-pareranno a verbalizzare leemozioni e questo si riveleràutilissimo per voi quando loroentreranno nella pubertà!»,confessa Medina.LA PRATICA. Ci sono suoni eodori che hanno un miracolosoeffetto calmante su vostro fi-glio e possono diventare anti-doti per le crisi di pianto. Pro-babilmente si tratta degli sti-moli che il bambino ha percepi-to mentre era nell'utero e chequindi gli trasmettono prote-zione e sicurezza.

Un’altra informazione pre-ziosa riguarda le bugie. A quat-tro anni i bambini ne diconouna ogni due ore circa; a sei

una ogni 90 minuti. Il gioco ini-zia quando, intorno ai 36 mesi,si rendono conto che i genitorinon sono sempre in grado dileggere nella loro mente. Conpiacere (oppure orrore) sco-prono di poter dare false infor-mazioni senza che, necessaria-mente, papà e mamma se neaccorgano. «Non vedo nientedi sbagliato nel riprendere unbambino che racconta bugie,ma questo rimprovero rag-giunge la massima efficacia segli adulti smettono di menti-re», aggiunge lo studioso.LA PSICHE. Un altro suggeri-mento riguarda la psicologia:con la nascita di un figlio, perla coppia, è probabile speri-mentare alcuni di quelli che ilprofessore definisce i «quattrocalici dell'ira»: carenza di son-no, isolamento sociale, caricoineguale di lavoro, depressio-ne. Le coppie che hanno rela-zioni solide, connotate dall'em-patia, hanno le più elevate pro-babilità di far crescere deibambini intelligenti e felici.

Infine, mettete da parte isoldi per pagare 10 anni di le-zioni di musica: suonare unostrumento, cantare o ballare,purché la musica entri a farparte delle esperienze di vo-stro figlio. È dimostrato chequesta pratica aiuta i piccoli apercepire le emozioni altrui.

IUna «star» della matemati-ca racconta le nuove frontieredella sua disciplina.VACCARINO PAGINA 28

JohnMedinaBiologo

A CURA DI:GABRIELE BECCARIAREDAZIONE:GIORDANO [email protected]/tuttoscienze/

Icolori che rendonola nostra vita pienadi bellezza non esi-stono in natura, masono il prodotto dell'

interazione tra alcune lun-ghezze d'onda e il sistemaocchio-cervello. Nonostan-te questo dato, qualunquefisico continua a rimanereincantato dai colori di unagiornata d'autunno.

Sapere che certi feno-meni sono differenti dacome appaiono non intac-ca il modo di percepirli,perché il cervello umanofunziona a moduli relati-vamente indipendenti. Laconoscenza cognitiva ri-guarda, infatti, parti delcervello differenti da quel-le coinvolte nella perce-zione, che continuerannoa funzionare in modo so-stanzialmente autonomo.

Lenostre peculiarità sisono sviluppate a contat-to con la natura percepitadall'Homo sapiens nelcorso della sua evoluzio-ne e rimangono le stessenel mondo odierno, da al-lora enormemente muta-to. Se perdessimo la di-mensione psicologica checi definisce, e che si è for-mata per le esigenze deicacciatori-raccoglitori dacui ci siamo evoluti e ade-guassimo il cervello allatecnologia odierna, diver-remmo simili a dei gelidicomputer. In altre parolediverremmo disumani.

Fortunatamente, percome è strutturato il cer-vello, la cosa non può avve-nire. La cultura scientificanon può sostituire le sen-sazioni immediate.

MATEMATICA

“Perchésenza numerinon c’èfuturo”

IQuanto cambia il Dna «no-stro» e «loro»? Uno studio ribal-ta alcuni stereotipi.GRASSIA PAGINA 29

RUOLO: E’ PROFESSOREDI BIOINGEGNERIA ALLA UNIVERSITY

OF WASHINGTON (USA)IL LIBRO: «NATURALMENTE

INTELLIGENTI»BOLLATI BORINGHIERI

TUTTOSCIENZE

I Sta per partire: è un esperi-mento che cambierà il modo diconcepire l’Universo.BECCARIA PAGINA 27

TUTTOSCIENZE

AnalisiMAURILIO ORBECCHI

Emozionie gelidicomputer

MISTERI

Scimpanzée umani:che cosaci divide?

FISICA

I segretidel nuovoocchiosul cosmo

NUMERO 1466

CONTINUA A PAGINA 28

25

MERCOLEDÌ 27 APRILE 2011

Page 2: 2011 04 27, orbecchi, la stampa, emozioni e gelidi computer

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - 28 - 27/04/11 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOSCIENZE/04 - Autore: LUCRUV - Ora di stampa: 27/04/11 00.40

Si limita ad aggiungersi allanostra conoscenza di baseogni volta che gli studi ci for-

niscono risultati convincenti. Unodei casi in cui la vita emotiva e laconoscenza acquisita possono en-trare in conflitto è la valutazionedel male, se sia in diminuzione o,come appare a molti, in aumento.

Un cittadino che si guarda at-torno non può che pensare che lecose stiano andando in modo pes-simo: ragazze violentate e uccise,criminalità organizzata, abusi suminori, politici corrotti, nazionali-smi, integralismi, guerre... Se da

una parte è vero che una sola vio-lenza o un singolo omicidio è sem-pre di troppo, occorre però capirese le cose erano davvero migliori inaltri tempi, o in altre culture.

Anche qui, la conoscenza che sibasa sulla ricerca ci dice che le cosesono molto differenti da come lepercepiamo. Il motivo sta nel fattoche noi, in definitiva, siamo un po'autoreferenziali. Lo sviluppo diquest'atteggiamento nel passato haaiutato la sopravvivenza dei nostriprogenitori in un ambiente ostile.Per aggirare la parte egoista dellanostra psicologia, che ci porta apensare che gli altri stiano meglio,occorre dunque utilizzare indicato-

ri neutri e confrontarli con epochediverse.

Gli studiosi che fanno queste ri-cerche trovano dati evidenti sulfatto che granparte dell'umani-tà, oggi, vive me-glio che in qualun-que epoca passa-ta: aspettativa divita, malattie, nu-trizione, comfortambientale, servi-zi igienici, potabi-lità dell'acqua, sicurezza sociale,soprusi politici, numero degli omi-cidi e numero delle guerre, svilup-po economico. Anche gli indicato-

ri culturali portano in questa dire-zione: alfabetizzazione, numerodei diplomati e dei laureati, libripubblicati, spettacoli di teatro e di

musica, visitatoridei musei e dellemostre.

L'illusione che cifa credere che le co-se vadano male rag-giunge probabil-mente il suo apicequando abbiamo ache fare con ciò che

troviamo maggiormente disumano,ossia gli omicidi e le guerre. Eppureanche qui le ricerche ci mostranonon solo che gli omicidi sono in co-

stante discesa, ma perfino che il de-cennio appena finito è stato quellocon meno morti - percentualmentealla popolazione - di tutta la storiamoderna, e molto probabilmentedella storia dell'umanità.

Se le curve di sviluppo manter-ranno l'andamento dell'ultimo seco-lo, ossia se le innovazioni tecnico-scientifiche non cesseranno e la li-bera circolazione delle idee e dei be-ni non sarà bloccata, è ragionevolesupporre che anche la parte dell'umanità che non è ancora stata suf-ficientemente beneficiata dallo svi-luppo, lo sarà nei prossimi decenni.

Oggi la possibilità di comunica-re istantaneamente le proprie ideee i propri risultati sembra imprime-re un'ulteriore accelerazione al mi-glioramento della vita. Per questo,evoluzionisti come Matt Ridley,che presenta alcuni di questi datinel libro «The Rational Optimist»,(Harper Collins), di prossima pub-blicazione in Italia da Rizzoli, invi-tano a guardare con ragionevole ot-timismo al futuro.

FRANCESCO VACCARINOPOLITECNICO DI TORINO

Esiste, soprattuttoin Italia, una fortediatriba tra chi famatematica «pu-ra» e i matematici

che si occupano di applicazio-ni e modellistica. Per quantoridicolo dal punto di vista cul-turale, spesso i matematici«puri» assumono un atteg-giamento di vaga superioritànei confronti degli «applicati-vi». L'idea, più o meno, è chei teoremi, in una sorta di co-smogonia medievale, si trovi-no più lontani dalle lorduredella terra che i modelli ma-tematici, sviluppati ad esem-pio per studiare fenomeni na-turali, sociali o biologici.

Questa posizione - com’ènoto - è priva di fondamentoscientifico. I teoremi sono ri-sposte a problemi posti inter-namente alla matematica,cioè sono applicazioni infra-disciplinari, mentre i modellisono risposte a questioniesterne, cioè sono prodottiinter e multidisciplinari. Sa-rebbe come dire che l'intro-versione è superiore all'estroversione. Chi conoscebene la questione è BerndSturmfels, professore a Be-rkeley, vincitore del VonNeumann Prize 2010: è consi-derato uno dei massimi mate-matici e si occupa di algebra,geometria algebrica, statisti-ca, biologia e ottimizzazione.

Professore, che cosa ci faun'algebrista e geometrain mezzo a questioni «rea-li» come catene fosfolipidi-che, inferenze e problemidi consegne della posta?

«Io lavoro nel campo della ge-ometria algebrica e dellacombinatoria. Mi occupo dienti definiti da sistemi diequazioni polinomiali e diproblemi di conteggio di con-figurazioni complesse».

Sembranoquestioni astrat-te e invece non è così: checosa hanno a che fare conla biologia o la statistica?

«Facciamo un esempio: con-sideriamo una serie di specieanimali e il loro albero filoge-netico. Siamo di fronte a unasorta di mappa in cui ciascu-na specie è connessa solocon quella che gli è più vici-na. Supponiamo, a questopunto, di dedurre tra duespecie contigue la probabili-tà che una sia discendentedell'altra: perché questa co-

struzione abbia senso è neces-sario che le probabilità soddi-sfino le equazioni di una“superficie” multidimensiona-le detta Grassmanniana tropi-cale. Ecco come geometria, fi-logenetica e statistica si com-binano tutte insieme!».

Una delle rivoluzioni degli ul-timi decenni è stata la possi-bilità di realizzare esperi-menti matematici grazie aicomputer. Cosa ne pensa?

«Lo standard massimo dellamatematica è sempre stato ladimostrazione dei teoremi. Ioho una fiducia limitata in que-sta come verità assoluta. Gliumani fanno errori e, a volte,una dimostrazione viene pre-sa per buona, ma, in realtà,nessuno ne ha controllato tuttii dettagli. Preferisco quindi unapproccio in cui, usando ilcomputer, si possano effettua-

re esperimenti per sostenereoppure rigettare un’ipotesi.Certo, le dimostrazioni riman-gono, ma bisogna fare anchegli esperimenti».

Quale futuro spetta quindialla matematica?

«La matematica continuerà acrescere come disciplina, mapenso che vedremo dissolversila tradizionale divisione tramatematica pura e applicata.L'esplosione di una civiltà glo-balizzata, caratterizzata da fe-nomeni e problematiche com-plesse, costringerà i governi ele grandi multinazionali adusare sempre più risorse cheabbiano competenze matema-tiche superiori».

E la ricerca scientifica comeverrà influenzata?

«Nel secolo appena passato lamatematica ha tratto grandespunto dalla fisica. Credo

che, invece, il XXI secolo saràquello in cui il ruolo-chiaveverrà preso dalla biologia e lamatematica pura salirà versonuove altezze».

Qual è il consiglio che si puòdare a un giovane che vo-glia avventurarsi nel mondodei numeri?

«A un giovane dico: seguil’istinto e rimani con la menteaperta. Non diventare il super-specialista di una sottodiscipli-na. Mantieni, invece, una pro-spettiva ampia e arriva allamassima profondità che puoinel maggior numero di aree.Parla del tuo lavoro con scien-ziati, ingegneri, finanzieri, me-dici e con tutti quelli che sonoansiosi di sapere come la tuamatematica potrà aiutarli».

C'è un problema che non ha ri-solto e che continua ad appas-sionarla o a ossessionarla?

«Quando ero studente di dot-torato, il mio relatore, VictorKlee, mi spinse a lavorare sul-la congettura di Hirsch suipolitopi convessi. Era un pro-blema molto famoso, nato ne-gli Anni 50. Ci lavorai per unanno senza risultato. Erasemplicemente troppo diffici-le per me. Ma, qualche mesefa, Francisco “Paco” Santos,un mio postdoc, ha trovato lasoluzione: ha costruito uncontro-esempio alla congettu-ra in uno spazio a 43 dimen-sioni. Sono infinitamente feli-ce per Paco: è stato più acutodi me e la sua ingegnosa co-struzione ha dato una soluzio-ne al problema che io nonavevo risolto!».Non mi era mai successo cheun famoso matematico mi par-lasse del successo di un suo al-lievo là dove lui aveva fallito!

Intervista,,

L’evoluzione insegnal’ottimismo ragionevole

BerndSturmfels

Matematico

Matematica. Le previsioni della “star” Sturmfels: un boom globale, dalle aziende ai governi“Le dimostrazioni teoriche non bastano, questa è l’era dei test realizzati con i supercomputer”

AnalisiMAURILIO ORBECCHI

MaurilioOrbecchi

Psicoterapeuta

“Vivrete soltanto di numeri”

RUOLO: E’ PROFESSOREDI MATEMATICA, STATISTICA

ECOMPUTER SCIENCE ALLA BERKELEYUNIVERSITY (USA) E VINCITORE

DELVON NEUMANN PRIZEIL SITO: HTTP://MATH.BERKELEY.

EDU/~BERND/

RUOLO: E’ SPECIALISTA IN PSICOLOGIACLINICA

IL LIBRO: MATT RIDLEY «THE RATIONALOPTIMIST» - HARPER COLLINS

Surplusdi dati

L'esplosionedelmondo

globalizzatocostringerà

sempredipiùaziende

egoverniautilizzare

gli strumentidella

matematica

SEGUE DA PAGINA 25

28 TuttoScienze LA STAMPAMERCOLEDÌ 27 APRILE 2011

R